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Autore: ArcoeFreccia    31/07/2010    3 recensioni
Una storia scritta a quattro mani, un capitolo e un personaggio a testa, in cui si racconterà come Kanon proverà ad aiutare Milo a ritrovare la via perduta e i due dovranno vedersela con una banda di teppisti manovrati da un vecchio pretendente al titolo di sacro guerriero d'oro.
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Gemini Kanon, Nuovo Personaggio, Scorpion Milo
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo XVI

In partenza





Questo capitolo è stato scritto da sagitta72





Ancora non riesco a capacitarmi di quanto accaduto: non posso credere che due giorni fa abbiano avuto luogo i funerali di Melina; non ho provato nemmeno a chiamare Milo, sapevo benissimo dove si trovava, ma sapevo anche che non avrebbe voluto. Certo, non immaginavo che sarebbe finita cosi', tutto mi sarei aspettato, ma non di assistere alla sepoltura di questa ragazza, che aveva già sofferto molto nella sua breve vita. Ho atteso che passassero questi giorni per parlare con Aristea di quanto successo: le volevo dare il tempo di assorbire la perdita di suo padre e di sua cugina prima di affrontare con lei un discorso su quanto accaduto. Nell’isola sono arrivati nuovamente mio fratello e Camus; ho chiamato quest’ultimo perchè sapevo che sarebbe riuscito a ridestare Milo dal suo torpore; ma la loro venuta mi spinge a chiarire la situazione con Aristea e a non indugiare oltre: prima di partire devo e voglio parlare con lei. Prima di incontrarla decido di fare due passi per quest’isola bellissima in cui la nostra esistenza – quella mia e di Milo è cambiata.

Ripercorro le strade del paese, ricordando ogni piccolo momento e avventura che abbiamo trascorso, siano essi stati momenti divertenti o catastrofici. Pensando a tutto quanto accaduto non mi sono accorto che sono arrivato proprio sul promontorio dove ho incontrato per la prima volta Aristea; sembra cosi’ lontano quel giorno, invece saranno passati un paio di mesi, non di piu’.

E' proprio pensando a quest'ultima e a come spiegarle gli avvenimenti che, assorto nei miei pensieri non mi accorgo che mi ha raggiunto. Sento un sospiro, mi volto e mi ritrovo di fronte l’essere più bello e dolce che io abbia mai conosciuto:



  • E’ qui che ci siamo conosciuti la prima volta, ricordi? – mi dice lei

  • Certo, come potrei dimenticarlo … - mi avvicino e le tocco la collanina – perdesti il ricordo piu’ prezioso che avevi.

  • Ora ne ho perso un altro, con la differenza che non tornera’ piu’

  • Mi dispiace- non riesco a dirle altro, non sono mai stato bravo a consolare

  • Purtroppo il destino ha voluto così. Ora mi rimane mio nonno di cui prendermi cura e me stessa.

  • Si, devi riprenderti in mano la tua vita e sei solo tu la sua padrona. Ricordatelo.

  • Me ne ricordero', ma … Sbaglio o abbiamo un discorso in sospeso?

  • No, non sbagli

  • Allora avanti, dimmi quello che devi senza timore.. da qui non scappo … non scappero’ mai piu’ … ho voglia solo di sapere...

  • Non e’ semplice da capire, vedi … tuo padre venne ad Atene perché sentì parlare di giovani ragazzi e uomini che venivano preparati per diventare dei cavalieri … cavalieri di Athena

  • Athena? … ma e’ una leggenda

  • No Aristea, non lo e’ .. la nostra Dea rinasce ogni 250 anni in un corpo di fanciulla quando nel mondo si stanno per verificare eventi catastrofici che possono occultare la terra e la sua popolazione. In previsione di tale evento, che accadde 13 anni fa, anni prima mio fratello e tanti altri fanciulli e ragazzi, orfani soprattutto, vennero presi in ogni parte del mondo per essere preparati a questo. Tuo padre si allenò per diventare un cavaliere d’oro … e indossare le vestigia dell’armatura dei Gemelli, padrona appunto della Terza Casa.

  • E questo non accadde, giusto?

  • Gia’

  • Per colpa di tuo fratello

  • Si

  • E tu?

  • Di me nessuno sapeva l’esistenza al Santuario, era stato scelto lui perche' piu' grande di me e lo portarono via. Ma io li seguii lo stesso, non volevo dividermi da lui e lui mi tenne con se a patto che non mi facessi vedere da nessuno.

  • Cosa?

  • Strano, vero? Però doveva essere così … ho vissuto al Santuario nascosto, lontano dagli altri, per non far sapere della mia esistenza. Tutto cio’ mi fece incattivire molto, in fondo chi ero io? Nessuno … nemmeno Saga si interessava su come potessi sentirmi, troppo preso dalla sua vita di cavaliere, perfetto e amato da tutti. Forse la gelosia per mio fratello mi acceco’ al punto da maledirlo, o forse la mia innata sete di potere, oggi non saprei più spiegarti che cosa nel mio animo mi rese così crudele e folle … mi sentivo in un certo senso inutile, o magari invincibile …. Fatto sta che tentai di corrompere mio fratello per arrivare al potere.



A questo punto deve sapere in realta’ chi sono stato, così proseguo raccontandogli tutto quanto accadde, da Capo Sounion, alla notte degli inganni, alla guerra contro Nettuno, per poi finire con Hades. Le spiego della nostra missione davanti al muro del lamento e di come Athena ci abbia rifatto tornare in vita. Le parlo con franchezza della mia caduta all’inferno e della mia resurrezione. Le apro il mio cuore, come mai prima d’ora con nessun’altro, confessandole tutti i sentimenti contrastanti che ho provato nel corso dei miei anni bui e le confido anche la gioia di riscoprire la voglia di essere un uomo migliore.

Per tutto il tempo che ho parlato lei e' rimasta in silenzio ad ascoltare, senza alcuna reazione, mi aspettavo che mi guardasse con disprezzo, con paura, con sbigottimento, con rabbia, con delusione, invece no, il suo sguardo mi sta penetrando l'anima, ma non mostra tentennamenti o indecisioni … ciò che più mi inquieta è il non riuscire a percepire il suo pensiero. Per tutta risposta, finito il mio racconto, mi si avvicina, distoglie lo sguardo e lo posa sulla sua mano che nel frattempo ha preso ad accarezzare il mio braccio, poi mi guarda nuovamente e quasi sussurrando mi dice:



  • queste braccia avrebbero fatto cosi' tanto male in passato?

  • Si - il suo sguardo torna nei miei occhi

  • Ora però non più … sei cambiato … sei un uomo …nuovo

  • Non e' quello che hai visto però … almeno dal modo in cui mi sono comportato con tuo padre

  • Sei stato costretto – poi avvicinando il suo viso al mio – non potevi fare altro

  • Forse no. Hai paura di me dopo quello che ti ho raccontato?

  • Non ho paura … e non ti giudico.

  • Sicura? - e avvicino il mio viso al suo – in fondo non hai conosciuto molto di Kanon

  • Io invece credo di si – e mi circonda il collo con le sue braccia – molto piu' di quanto tu creda.



Con sommo stupore del sottoscritto, prende l'iniziativa e comincia a baciarmi. Non che la cosa mi dispiaccia, tutt’altro, ma trattandosi di lei rimango un po’ perplesso perche’ questo gesto da parte sua e’ inaspettato e cio’ mi fa impiegare qualche secondo prima di reagire. Ripresomi dal mio stupore, le circondo la vita e la stringo a me, assaporando le sue dolci labbra. Il bacio diventa sempre più coinvolgente e le mie mani cominciano ad accarezzare la sua schiena, i suoi capelli, per poi proseguire lungo le linee del suo corpo. Aristea, a questo contatto, sento che ha un fremito, la mia mano volutamente si appoggia al seno sinistro e sento i battiti del suo cuore accelerare, inutile dire che questo momento lo aspettavamo da quando ci incontrammo proprio qui, su questo promontorio. Continuo a stringerla con un braccio in vita e con l’altra mano salgo su ad accarezzarle il collo, stacco le mie labbra per poi appoggiarle su di esso e assaporare la sua pelle. Lei mi sussurra all’orecchio “e’ tanto tempo che aspettavo questo momento e..” ma non la lascio terminare perche’ il desiderio di riappropriarmi della sua bocca e’ troppo grande e ricominciamo a baciarci più appassionatamente di prima.

Le nostre bocche sembrano incollate e non volersi piu’ dividere e le nostre mani si scambiano carezze sempre più audaci. Con uno sforzo immane ci stacchiamo per riprendere fiato, rimanendo con le fronti appoggiate e le labbra che si sfiorano.



  • Voglio che tu sappia che io mi fido di te …

  • Davvero? – le rispondo sfiorandole le labbra con un bacio

  • Si … vorrei … mi piacerebbe tanto che tu rimanessi

  • Non e’ posto per me questo, ma tu puoi venire con me se vuoi

  • No, non verro’ … non ora

  • Già tuo nonno

  • Non e’ per lui … e’ per te

  • Che vuoi dire? – nel frattempo le accarezzo una guancia, e’ cosi’ bella che non riesco a fare a meno di toccarla, anche se rimango visibilmente stupito dalle sue parole

  • Che tu meriti una persona migliore

  • Tu vai benissimo così come sei!

  • Non è vero …. Tu devi avere al tuo fianco una persona forte e che sappia reagire di fronte alle difficolta’ … ha ragione Milo …. Devo cominciare a vivere e non devo accontentarmi ..

  • E questo che c’entra con me? Puoi ricominciare anche da noi al Santuario

  • No, devo farlo da sola … vorrei tornare da te migliore … non sono ancora degna di te

  • Non e’ vero – la stringo a me aspirando il profumo dei suoi capelli – tu sei fantastica cosi’ come sei

  • No … non è così … e lo dimostra quello che è accaduto … non voglio essere il tuo peso - e accarezzandomi il viso – e alla lunga anche tu ti stancheresti, credimi … - poi sorridendomi divertita – mi viene da pensare che … - poi abbassa lo sguardo come al suo solito quando si intimidisce e guardandomi di sottecchi - che … non ti vuoi dividere da me?

  • Hai colto nel segno – e riprendo a baciarla e a stringerla ancora più forte – questo ti farebbe cambiare idea?

  • No … mi costa fatica … non vorrei mai separarmi da te … ma non posso venire

  • Se restassi io qui?

  • Sarebbe la stessa cosa … ti prego non rendere le cose piu’ difficili, per me e’ già abbastanza doloroso sapere che non ti vedro’ più per tanto tempo

  • Beh questo dipende solo da te …

  • Ti prometto che mi impegnero’ e non ti faro’ attendere molto … beh .. certo non sei obbligato ad aspettarmi … non ti chiedo questo … ma io nel momento in cui so di essere pronta e di meritarti verrò da te …. E se tu mi vorrai ancora …

  • Io sarò li ad aspettarti …



Ci rendiamo conto che il tempo che ci dividerà non sarà breve, così torniamo a baciarci come se quella fosse l’ultima volta che lo potremo fare. Non ci accorgiamo del tempo che passa fino a quando odo l’eco dei passi avvicinarsi, mi distacco da lei e vedo poco lontano da noi mio fratello che imbarazzato mi dice solo:



  • Noi cominciamo ad andare … ti aspettiamo al porto … - poi sorridendo ad Aristea – spero di rivederti un giorno

  • Anche io Saga

  • Sto arrivando – e mio fratello mi fa cenno di si’ col capo e torna sui suoi passi, mentre io scrutando il volto di lei – bene, e’ ora che io vada

  • Mi raccomando sta vicino a Milo

  • Lo farò, se non altro mi sento in dovere nei confronti di Melina

  • - abbassa il viso e le sue lacrime solcano le guance, al che io le alzo il volto con l’indice

  • Eh no … se fai così cominci male … le lacrime sono sintomo di debolezza

  • Dipende per quale ragione

  • Sono di felicità?

  • No ..

  • Allora ho ragione io – a quel punto pero’ mi blocco per paura di aver frainteso – a meno che non erano per Melina, in tal caso … scusami … ritiro quello che ho detto .

  • Per tutti e due … per lei e per te che te ne vai … la lezione la comincerò da domani, oggi lasciami ancora quella che sono.



Senza dirci più una parola ci stringiamo forte, attendo che i suoi singhiozzi si calmino per poi scambiarci l’ultimo bacio. Come prima, nessuno dei due ha intenzione di fermarsi e proseguiamo almeno fino a quando il respiro ci permette di farlo, dopodiché ansanti ci dividiamo, ci guardiamo profondamente ancora un’ultima volta, le accarezzo il volto, glielo trattengo tra le mani e lo avvicino a me per darle un bacio in fronte. Le sussurro “ ti aspetto”, poi senza più voltarmi indietro mi dirigo verso il porto, dove mi stanno aspettando mio fratello, col quale spero di poter finalmente instaurare un rapporto duraturo e più amichevole e Camus, con il quale dovrò condividere il sostegno di Milo; quest’ultimo è appoggiato al parapetto della nave e sta guardando verso il colle dove e’ sepolta la donna che ama e di cui la tomba guarda proprio verso la spiaggia dove trovai un Milo irriconoscibile. Non che ora stia meglio di allora, ma almeno ha ritrovato la sua via, sperando che questa lo aiuti a sopportare il dolore che lo sta dilaniando. Sto per imbarcarmi, lui sposta lo sguardo verso di me, mi sorride ed io lo imito, amico mio stiamo tornando al nostro dovere, in fondo come mi hai detto proprio tu e’ quello che sappiamo fare meglio. Li raggiungo sul ponte e mi avvicino a lui, gli appoggio la mano sulla spalla e gliela stringo, lo sai non sono bravo con le parole, tu comprendi e assecondi il mio gesto appoggiando la tua mano sulla mia, sai che puoi contare su un amico come me.





Sagitta72: con questo capitolo si conclude la mia prima avventura da scrittrice su efp. Ringrazio principalmente la mia collega Winnie343 che ha avuto il coraggio di intraprendere una collaborazione con me ad occhi chiusi e soprattutto per avermi sostenuto e aiutato durante le pubblicazioni dei miei capitoli. Mi sono divertita molto a scrivere e soprattutto a leggere i vostri commenti. Vi ringrazio tutti, da coloro che hanno sempre lasciato le recensioni a coloro che hanno anche solo letto. Ammetto che mi dispiace che sia gia' finita, ma come sappiamo, anche le cose belle hanno una loro fine. Spero solo che vi abbia divertito e appassionato. Ciao a tutti. Grazie





winnie343: anche io colgo l'occasione per ringraziare tutti coloro che hanno perso del tempo a leggere questa storia e a volte anche a commentarla :-). E' stato divertente scriverla a quattro mani, anche perchè l'altra scrittrice ha saputo creare un Kanon che si è adattato perfettamente al Milo da me delineato :-)) e per questo la ringrazio e spero che continuerà a raccontarci le sue storie. ciaociao

  
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