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Autore: Gea_Kristh    02/08/2010    7 recensioni
E' passato un anno dalla fine della guerra, ma la tanto agognata pace non è destinata a durare. In India, una nuova minaccia mette in pericolo quanto di più caro Shaka possieda. La sua terra. La sua gente. I suoi ricordi. Il suo cuore.
Dal primo capitolo:
- Tornerò Raja, te lo prometto.-
Allora lo guardò; e il mare dorato che erano i suoi occhi brillava di lacrime trattenute. Shaka sorrise; non pensò, quando con la mano carezzò piano una guancia arrossata.
- Attenderò il momento in cui potrò rivederti ancora, Shaka. Non dimenticarti di me, io non lo farò.-
Sorrise, e con gesti aggraziati sfilò dal proprio collo una catenina d'oro; la ruota del dharma brillò alla luce del sole. [...]
Genere: Avventura, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo Personaggio, Un po' tutti, Virgo Shaka
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Bleeding Sunset'
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Ed ecco il secondo capitolo!
Mi rammarica molto annunciare che, con molta probabilità, il terzo arriverà alla fine di questo mese. Lo so, è un sacco di tempo, ma purtroppo domani pomeriggio partirò per le vacanze e non sarò di ritorno prima di tre-quattro settimane. Mi dedicherò alla scrittura, comunque, in modo da poter pubblicare subito, appena tornata.

Ora! Prima di lasciarvi alla lettura vorrei ringraziare molto chi ha letto il primo capitolo ed in particolar modo chi lo ha recensito. Davvero, siete troppo gentili!
Solitamente rispondo ai recensori a fine capitolo, ma oggi farò un'eccezione:

JackoSaint: Fede giusto? Ti ringrazio infinitamente per la mail, non sai quanto mi abbia fatto piacere! Davvero, non mi disturba affatto. E puoi benissimo chiamarmi Bea-chan, è un soprannome al quale sono particolarmente affezionata. Eh sì, Shaka è assolutissimamente un grande. Quello della mia storia è un po' OOC (un po' tanto...), però ho dovuto farlo così. Sai, mi piace pensare anche al suo lato umano. Ringrazio ancora tantissimo sia te che tua sorella (Giorgia, giusto?). Grazie davvero ad entrambe. E non preoccuparti Giorgia, Miluccio comparirà di certo in questa storia! E' uno dei miei personaggi preferiti, non potrebbe mai mancare! Spero che anche questo capitolo vi piaccia ^_^
data81: grazie mille! Apprezzo anche che tu abbia fatto abbastanza attenzione da notare quei dettagli. In realtà ci sono motivazioni a tutto: per quanto riguarda il teletrasporto lo scoprirai in questo capitolo - la spiegazione avevo pianificato di metterla nel terzo, però la tua recensione mi ha spinta ad affrettare un po' i tempi; Shaka che guarda il Gange è invece assolutamente - e volontariamente - fuori dagli schemi. Vedi... Quella scena era un po' l'addio di Shaka alla sua terra. Lui voleva imprimersi nella memoria l'immagine del tramonto, così da poterla ricordare quando fosse stato lontano. Come avrai notato l'ho fatto un po' OOC - ebbene sì, sono colpevolissima!
LeiaSwan: ciao! Spero davvero che questo capitolo riesca a catturare la tua attenzione come ha fatto il primo! Grazie mille per la recensione ;)
ashar: grazie mille anche a te! Sono contenta di sapere che non sono l'unica ad adorare il caro Shaka!
Cry Benihime: grazie
grazie grazie grazie grazie grazie grazie grazie grazie grazie grazie!!! Non sai quanto mi faccia piacere! Sei della vergine? Wow. Io invece sono del cancro... diciamo che preferisco molto di più Shaka a DeathMask. Sai com'è, non amo molto gli psicolabili - vabbè, lo ammetto, un po' mi sta simpatico anche Deathy... ma solo quello delle fanfics!

Buona lettura!
Gea Kristh a.k.a. Bea-chan

Bleeding Sunset - Occhi di Tigre

Capitolo 2 - Recovery

Grande Tempio, Atene

 - Shaka… Devi aiutare Sheetal… Lei è… - La voce di Rajani tremava, appena udibile alle orecchie del cavaliere di Atena. Gli occhi di lei erano vacui e sembravano non riuscire a mettere a fuoco ciò che la circondava.

 Shaka si avvicinò velocemente alle due, appena in tempo per afferrare la ragazza che, esausta, svenne. La adagiò piano a terra, rivolgendo la sua attenzione all’altra.

 Mu guardò per un istante la scena come fosse in trance, chiedendosi per la centesima volta in due minuti cosa stesse accadendo. Si riscosse, comunque, alle parole della ragazza. L’emorragia della giovane ferita andava fermata.

 - Puoi curarla? – Le parole di Shaka erano impregnate di, Mu ne era certo, angoscia. Il cavaliere dell’Ariete annuì, chinandosi sulla figura della ragazza, senza riuscire a scorgerne i lineamenti a causa della fioca luce.

 A tastoni cercò la ferita sul corpo di lei. Lo squarcio sul ventre era profondo, ma la ragazza nemmeno si mosse quando lui lo toccò. Brutto segno. Mu concentrò il suo cosmo nelle mani, dalle quali scaturì una fievole luce di guarigione. Pregò Atena che non fosse troppo tardi.

 

 I minuti passarono, e con essi il chiacchiericcio degli spettatori alla scena si levò, sempre più assordante.

 - Shaka, chi sono queste due ragazze? – La voce di Saori Kido sembrò far tacere tutti quanti. Il biondo sollevò la testa in direzione della reincarnazione della sua dea. Esitò prima di rispondere.

 - Rajani e Sheetal sono sacerdotesse del Sacro Tempio della Devi, in India. – Altre spiegazioni avrebbero dovuto attendere finché le ragazze non fossero state in condizioni migliori, decise, riportando la sua attenzione sulle mani di Mu.

 

 

 Rajani tornò lentamente cosciente. Un basso vociare le arrivò alle orecchie, ma distinguere le parole le era impossibile. Era stanca, e confusa. Dove si trovava? Su un letto, certamente. Tuttavia, e di questo era certa, non si trattava del giaciglio su cui, da anni, tutte le albe si svegliava. Il cuscino profumava di fresco, il materasso era morbido, il lenzuolo come seta sulla pelle.

 Poi, improvvisamente, gli avvenimenti di quella notte le tornarono alla mente. Sgranò gli occhi e scattò a sedere, inaspettatamente più che sveglia. Un gemito di dolore le uscì spontaneo dalle labbra. I suoi muscoli erano intorpiditi; chissà quanto aveva dormito.

 Si guardò lentamente attorno. La stanza era illuminata a giorno dalla luce che entrava dalle grandi finestre, e resa ancora più luminosa dai toni lattei delle pareti e della mobilia. Un posto gradevole, riposante, ma Rajani non vi si soffermò più del necessario; aveva ben altro per la testa.

 Si trovava al Santuario di Atene, questo era chiaro. Sentire Shaka non le aveva lasciato dubbi. Ma come ci era arrivata? Ricordava il teletrasporto; ricordava di essersi affidata nelle mani della Devi. L’aveva condotta lei al cospetto di Atena? Scosse la testa, accorgendosi solo in quel momento del dolore sordo alle tempie.

 Sheetal. Sheetal! Il cuore prese a batterle forsennatamente nel petto. Non poteva perderla, non lei. Non quella che era un’amica, una confidente, una sorella. Non aveva le forze per reggersi in piedi, ma ci provò comunque. Rimanere lì, ferma, era impensabile. L’angoscia le attanagliò la bocca dello stomaco.

 Poggiò con fermezza  i piedi nudi a terra, rabbrividendo a contatto col pavimento di marmo. Prese un respiro, ignorò un giramento di testa e si sollevò. Finendo per cadere rovinosamente a terra.

 Sbuffò. E ora che diamine faccio? Pensò. Cercò di fare leva sulle braccia, riuscendo solo a capitolare ancora una volta a terra, sbattendo per altro su una sponda del letto. Con la testa. Soffocò un gemito di dolore, portandosi una mano alla parte offesa. Bene. Perfetto. Fantastico.

 Le voci che sentiva provenire, probabilmente, dalla stanza affianco tacquero all’improvviso. Udì il rumore di passi, poi la porta della camera si aprì, e lei ebbe un tuffo al cuore.

 Shaka era magnificente, proprio come lo ricordava. Gli anni non avevano cambiato quell’aria regale - quasi divina, pensò, e che la Devi mi perdoni - che lo contraddistingueva. Si ritrovò a osservare rapita i lunghi capelli biondi che, come una cascata d’oro, lambivano la sua figura; carezzò con lo sguardo d’ambra la sua pelle, diafana e perfetta – così simile alla propria; i lineamenti, poi, tanto fini; e pensò che fosse bellissimo, semplicemente stupendo. Desiderò poter vedere i suoi occhi, quelle pozze d’acqua cristallina, ma, pensò, probabilmente sarebbe stato un po’ troppo per il suo povero cuoricino.

 Ignorando il proprio respiro mozzato, Rajani sorrise. Shaka era lì! Avrebbe voluto abbracciarlo, dirgli quanto le era mancato. Peccato che non riuscisse nemmeno ad alzarsi.

 - Ehm… Una mano? –

 Una risata dalle spalle del biondo la fece accorgere che non erano soli. Nemmeno si era resa conto che altri due uomini fossero entrati dalla porta. Tutta colpa di Shaka, ecco.

 Quello che aveva riso se ne stava appoggiato allo stipite della porta, l’espressione divertita ancora dipinta sul volto. Era bello, senza dubbio, alto, con la pelle abbronzata e lunghi capelli ribelli; i suoi occhi, di un blu oltremare, ridevano con lui. A Rajani quel tipo stette subito simpatico. Una persona con una risata tanto spontanea non poteva non piacerle.

 L’altro era rimasto in silenzio e la guardava gentile con quelle iridi di un verde impossibile, cristalline come gemme di peridoto. I suoi capelli erano una cascata di fili di un meraviglioso – quanto insolito –  lilla, raccolti in una coda su una spalla. Nonostante tutto, nulla in lui era femminile. Anzi.

 Mica stupida la dea Atena, eh.

 Rajani sorrise ai due sconosciuti, rivolgendo loro un semplice cenno con il capo. Mentalmente, controllò che le proprie barriere fossero innalzate e solide; sarebbe stato sconveniente se qualcuno avesse letto i suoi pensieri. Quasi si mise a ridere all’idea della faccia che avrebbe fatto Shaka avesse potuto sentirla.

 Il biondo la aiutò ad alzarsi, facendola subito sedere sul letto.

 - Sheetal… - Si interruppe, cercando le parole. – Sta bene, vero? –

 Shaka sospirò, sedendosi accanto a lei. – E’ stabile. Mu, - e fece un cenno verso l’uomo dai capelli violetti, - ha curato i danni maggiori; tuttavia le serve tempo per ristabilirsi. Ancora non si è svegliata. –

 Rajani abbassò lo sguardo sulle proprie mani che, nervosamente, stropicciavano l’orlo della tunica che indossava. Una strana agitazione la pervase.

 - Mi dispiace Shaka, non sono riuscita a impedirlo. Io, - un singhiozzo la scosse, - ci ho provato, davvero. Ma loro erano in troppi, e poi Arun l’ha colpita alle spalle e io… - Scosse la testa; sentiva di stare per andare in iperventilazione, ma si impose la calma. Percepiva il cosmo di Shaka circondarla, ed era un’energia serena, immensa e calda – le ricordava il sole nelle luminose giornate estive, e la luce che batteva la terra polverosa delle sponde del Gange.

 Il corpo di Shaka emanava un piacevole profumo di fior di loto e sandalo – odori che le erano familiari, e questo la aiutò. Calmandosi, sospirò.

 - Puoi dirmi cosa è successo Rajani? – La voce del cavaliere della Vergine era gentile. Aveva posato una mano sulla spalla della giovane, che tremava quasi impercettibilmente. Rivedere due delle persone a cui più era legato nella sua vita certo lo riempiva di gioia – gli erano mancate. Tuttavia le condizioni della loro riunione avrebbero potuto essere migliori.

 La rossa annuì. Parlò piano, quasi sussurrando: – Se Shakti mi ha condotta qui un motivo deve esserci. Farò la volontà della Devi. – Alzò gli occhi sul suo amico d’infanzia. Non sapeva da dove cominciare; la situazione le sembrava irreale.

 - Atena ha convocato un Chrysos Synagein, una riunione, per quando una di voi si fosse ripresa. Te la senti?-

 Rajani annuì, sollevata quantomeno di non dover ripetere la storia più volte.

 - Rajani, giusto? – Quando lei, in risposta, annuì, il ragazzo continuò: - Il mio nome è Mu, cavaliere d’oro dell’Ariete. Rajani, sai dirmi come siete state in grado di teletrasportarvi all’interno del Tempio? Non avrebbe dovuto essere possibile. –

 La ragazza scosse la testa. – Non saprei. Io non ho consciamente deciso di arrivare qui. Quando ho abbandonato l’India… Non ero lucida. Se sono qui, è opera di Shakti. La Devi ha ascoltato le mie preghiere.-

 - Sei una telecineta? –

 Rajani annuì, piano, e rispose al sorriso gentile che Mu le rivolse.

 - Avvertirò Lady Saori del tuo risveglio; la riunione si terrà in serata. –

 

 Rajani aspettò che la porta si richiudesse alle spalle di Mu e dell’altro cavaliere – del quale non conosceva il nome. Shaka, al suo fianco, era perfettamente immobile.

 - Non sei più tornato… - Rajani ascoltò la sua voce parlare, flebile, quasi non appartenesse a lei. Non ce l’aveva con Shaka, no. Lei, sacerdotessa della Devi, più di chiunque altro comprendeva le sue ragioni. Tuttavia… Cinque anni erano un lungo tempo da passare separati dalle persone amate.

  - Lo so. – Con un gesto inaspettato Shaka passò una mano tra i capelli di lei, tra quelle ciocche di un rosso così scuro da sembrare, al buio, nero; le si avvicinò, quel tanto che bastava per cogliere il profumo di mirra e vaniglia che si irradiava dalla sua pelle. Un profumo che lo portava indietro negli anni e lontano nello spazio, dove gli occhi di lei si infuocavano del tramonto, ardendo mentre osservavano il giorno morire.

 Le guance di Rajani si imporporarono dall’imbarazzo. Doveva essere un disastro, pensò. Indossava ancora gli abiti della notte precedente, sporchi di terra e sudore – il suo corpo non si trovava in condizioni migliori.

 Mai come in quel momento desiderò abbracciarlo forte e non lasciarlo più andare. Si trattenne, comunque – non credeva Shaka avrebbe gradito. Il pensiero la fece sorridere mentre ricambiava il suo gesto, carezzando con dita incerte la cascata di fili d’oro che si riversava sulle spalle e sul torace del ragazzo. I capelli del biondo erano sottili e setosi, freschi e lucenti. Presto si ritrovò a sfiorare con la punta delle dita le guance diafane di lui; posò una leggera carezza col dorso delle dita sulla sua pelle.

 - Mi sei mancato. – Disse semplicemente, con sincerità e affetto.

 La risposta di Shaka riuscì a colpirla, e a far perdere un battito al suo – già palpitante – cuore. Sì, perché il ragazzo dischiuse con logorante lentezza le palpebre, ed immerse l’incredibile azzurro delle sue iridi nell’ambra che erano quelle di lei – intensamente, profondamente, intimamente. A Rajani il respiro quasi si mozzò in gola. Il ricordo di quel colore non gli faceva veramente giustizia, e si castigò mentalmente; le ciglia scure servivano solo a risaltare ancora di più quell’impossibile tonalità di azzurro – tanto bella, si disse, da far impallidire l’oceano. Quegli occhi dovevano appartenere ad un angelo.

 - Anche tu. – Sussurrò con voce bassa. Poi le baciò la testa, con dolcezza, e Rajani sentì le guance andare a fuoco.

 Quando Shaka, lentamente, richiuse gli occhi, la ragazza riprese a respirare normalmente – quasi.

 

 

 Sheetal dormiva tranquilla. La ferita era pulita e bendata, il danno non tanto grave quanto lo era solo ore prima. Mu la osservava – i suoi pensieri vorticavano assordanti nella sua mente.

 Era una ragazza… angelica, per mancanza di un’espressione migliore: lunghi capelli biondo chiaro, lineamenti dolci, pelle lattea. A Mu la somiglianza non sfuggiva affatto.

 Shaka di Virgo doveva loro delle spiegazioni.

   
 
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