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Autore: sihu    02/08/2010    13 recensioni
una storia a cavallo tra due tempi che si incontrano, quello dei Malandrini e quello dei nostri eroi. Harry, Ron, Hermione e Ginny si trovano a passare il settimo anno insieme ai Malandrini. il risultato? un continuo susseguirsi di colpi di scena, amori che nascono, gelosie, paranoie e molto altro ancora. DALL'ULTIMO CAPITOLO: “Remus, sei suo padre..” esclamò Ron alla fine. A Sirius e James mancò l’aria mentre Remus impallidì all’improvviso. Lily non poteva credere alle sue orecchie. Remus era padre, ma di chi? Di Harry? Di Teddy forse?
Genere: Commedia, Malinconico, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: I Malandrini, Il trio protagonista | Coppie: Harry/Ginny, James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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CAPITOLO 55
LE DECISIONI DI VOLDEMORT, IL TRADIMENTO DI ANDERSON E LA VISITA DEI DUE AUROR.


La notte era da sempre il momento della giornata che Voldemort preferiva, perché poteva dare vita agli incubi che tormentavano la gente comune. Quello che spaventava il resto del mondo riusciva ad eccitare il grande mago oscuro, suggerendogli nuove idee per arrivare a prendere il potere. Mentre i maghi andavano a letto con la paura di svegliarsi nel cuore della notte tra le fiamme della propria casa, lui si svegliava contento pronto a organizzare piani e macchinazioni ai danni dei babbani. Certo, a volte però la notte portava anche enormi grattacapi che portavano quasi sempre il marchio di Silente. Quell’insopportabile mago, l’unico che lo avesse inquadrato fin dall’inizio, aveva la straordinaria abilità di riuscire a stare sempre al passo con lui, prevedendo quasi ogni sua mossa.
Mentre entrava nella sala dove di solito riceveva i servi più fedeli, Voldemort si chiese cosa lo avrebbe aspettato quella notte. Il suo problema principale negli ultimi tempi era causato da quella strana donna che aveva eliminato due dei suoi e cercato di uccidere Andromeda Black. Ciò che tormentava il signore oscuro non era il fatto che due dei suoi fossero morti o che una donna fossa stata ferita, ma che lui non riusciva a capire cosa aveva mosso quella donna ad agire, e soprattutto, che non aveva la minima idea di chi potesse essere.
Voldemort si sedette sul suo trono, distratto, senza vedere davvero il servo che si era inginocchiato ai suoi piedi e che attendeva di parlare. L’uomo attese per un po’, paziente, ma quando vide che dal suo signore non proveniva reazione decise di iniziare a parlare.
“Mio Signore, i ragazzi hanno portato delle informazioni interessanti.” disse un mangiamorte tenendo la testa bassa. Quelle parole ebbero il potere di distogliere Voldemort dai suoi pensieri.
“Fammi vedere.” mormorò annoiato l’Oscuro Signore, intrufolandosi nella mente del suo servo senza che questi potesse fare nulla per impedirlo. Il mangiamorte provò dolore, ma cercò di non darlo a vedere al suo capo.
“Niente male, vero?” chiese l’uomo, abbozzando un sorriso, quando Voldemort ebbe guardato ciò che gli interessava. Il Signore Oscuro non rispose, intendo a riflettere su ciò che aveva visto. Il vecchio Anderson non si fidava più del giudizio di Silente, ed indagava alle sue spalle. Certo, era una buona notizie, anche se era abbastanza certo che Anderson non si sarebbe mai schierato dalla parte dei mangiamorte. Era pur sempre stato uno dei migliori auror del paese, era impensabile che potesse passare al lato oscuro. Tuttavia, una frattura tra Silente ed uno dei suoi elementi più fedeli era pur sempre cosa gradita.
“Sono ottimi elementi, in più ci farebbe comodo una spia in più nel castello.” constatò Voldemort, pensieroso, pensando ai ragazzi. I giovani mangiamorte avevano comunicato le notizie tempestivamente, una cosa davvero sorprendente dato l’ambiente in cui erano.
“Permetterà dunque al ragazzo di diventare mangiamorte? È pur sempre il fratello di un Grifondoro..” obiettò il mangiamorte, disgustato.
“È diverso dal fratello, questo mi basta.” esclamò l’Oscuro Signore, stizzito. Regulus Black lo aveva sempre affascinato e il cuor suo aveva sempre sperato che alla fine potesse diventare uno dei suoi.
“Come vuole.” mormorò il servo, abbassando la testa, spaventato all’idea di aver fatto perdere la pazienza al suo Signore.
“La cerimonia avrà luogo tra dieci giorni.” ordinò Voldemort, deciso. L’idea di avere tra le sue fila Regulus Black lo eccitava particolarmente. Significava prendersi una rivincita non da poco su Silente, che sperava di poterlo aiutare come aveva fatto in passato con Sirius.
“Perfetto. Ha altri ordini?” chiese il mangiamorte, cercando il coraggio per alzare gli occhi sul suo signore. Voldemort per un po’ sembrò pensieroso, poi si illuminò.
“Si, voglio che tu scopra tutto quello che puoi sulla donna che ha attaccato Potter, Andromeda Black e i nostri uomini.” disse Voldemort, cercando di nascondere l’agitazione.
“Consideratelo fatto.” rispose il servo, prima di sparire.
La notizia della prossima nomina del Signore Oscuro si diffuse velocemente tra i mangiamorte, rendendo i signori Black fieri del loro secondogenito. Anche Cygnus si riteneva soddisfatto all’idea che Regulus restituisse il giusto lustro al nome dei Black che Sirius aveva infangato con sue deplorevoli azioni. L’unico che appariva confuso era Regulus, colui che si supponeva dovesse essere al massimo della gioia.
“Allora, hai scelto?” chiese Bellatrix, fissando con insistenza il cugino. Regulus infatti non aveva ancora deciso se accettare o meno. Da quando aveva ricevuto la notizia se ne stava quasi sempre per conto suo, in silenzio. Diceva che voleva riflettere e tutti i suoi compagni si chiedevano cosa gli fosse preso.
“Io..” mormorò il Serpeverde, confuso.
“Il Signore Oscuro ti marcherà tra dieci giorni!” ricordò Lucius Malfoy, annoiato.
“Regulus, è tempo di decidere. Sei dei nostri?” chiese Bellatrix, molto vicina a perdere la pazienza. Regulus non rispose, ma prese a guardare con insistenza i propri piedi. Non aveva detto a nessuno di avere parlato con Potter, ma le parole del ragazzo non riuscivano ad uscirgli dalla mente. Da quel giorno il ricordo di Sirius e dei bei momenti passati con il fratello prima che l’Oscuro Signore prendesse potere lo tormentava, non dandogli pace.
“È assurdo.. Pensi ancora a Sirius.” esclamò Piton, schifato. A quelle parole Bellatrix sobbalzò, guardando confusa il cugino.
“Forse, dopo tutto è mio fratello.” rispose Regulus in tono di sfida.
“Un fratello che ti ha disconosciuto, esattamente come tu hai fatto con lui.” ricordò Malfoy, senza agitarsi. Quelle parole colpirono un già scosso Regulus.
“Ma forse..” iniziò Regulus, subito interrotto da Piton.
“Sirius è come te. Lui odia tutti i sempreverde come noi odiamo tutti i Grifondoro.” sbottò il ragazzo, disgustata al solo pensiero di Sirius e della sua banda di Grifondoro.
“Sei un illuso se pensi che starà dalla tua parte. Ora lui ha degli amici, una nuova famiglia e un nuovo fratello.” gli ricordò Bellatrix, sorridendo per il dolore che stava infliggendo al cugino.
“Sta zitta.“ esclamò Regulus, prima di andarsene sbattendo la porta.
Vagò a lungo per i corridoi del castello, desiderando ardentemente poter parlare con qualcuno. Un consiglio era decisamente quello di cui aveva bisogno, ma Regulus sapeva benissimo che non poteva parlare con nessuno. Rivelare i segreti dell’Oscuro Signore significava firmare la propria condanna a morte, esattamente come rifiutare di unirsi a lui.
Quelle di Potter erano belle parole, ma come poteva davvero metterle in atto? Se non lo avesse ucciso Voldemort lo avrebbe fatto la sua famiglia. Lui non era Sirius, lui non aveva degli amici fidati da cui rifugiarsi. I suoi amici erano mangiamorte, esattamente quello da cui lui stava pensando di scappare. Regulus si lasciò cadere seduto, troppo stanco per muovere ancora un passo. Quello di cui aveva bisogno era un fratello. Sorrise mestamente mentre immaginava Sirius andargli in contro e offrirgli il suo aiuto. Un bel sogno, poco più di un illusione. Regulus sapeva bene che non sarebbe mai successo. Era solo, completamente solo. Regulus sospirò, chiuse gli occhi e prese la decisione che avrebbe cambiato la sua vita. Era solo, si disse, non poteva fare altro. Una volta tracciato il suo futuro Regulus si sentii di colpo più leggero, si alzò e decise di andare nelle cucine a mangiare qualcosa. Fu lì che incontrò una ragazza dai capelli rossi con un bimbo in braccio, una Grifondoro forse.
“Hai deciso?” chiese Ginny, guardando fisso negli occhi il Serpeverde. Regulus si sorprese di quella domanda, poi ricordò di avere visto spesso quella ragazza abbracciata a Harry Potter. Doveva essere stato lui a raccontarle ogni cosa, anche della loro conversazione.
“Non credo che ti riguardi quello che intendo fare della mia vita..” commentò Regulus, alzando le spalle. La ragazza sospirò, quasi si fosse aspettata un commento gelido da parte del Serpeverde.
“Lo so, ma spero prenderai la decisione giusta.” sospirò Ginny, sorridendo. Il suo sguardo era deciso, determinato, ma anche tanto dolce. Regulus si sorprese di quel sorriso. Era la prima volta da tanto tempo che qualcuno si mostrava gentile con lui, che gli mostrava affetto. Prima Harry Potter, ora questa ragazza, era possibile che stessero cercando di aiutarlo perché a loro importava di lui?
“Ho preso una decisione, non so se sia giusta o meno.” rispose Regulus, ritornando a pensare a quello che aveva deciso. Non sarebbe tornato sulla sua decisione, ormai la sua strada era stata tracciata e lui era pronto a pagarne le conseguenze.
“Spero sia quella giusta.” mormorò Ginny, lasciando la stanza.
***
Nel suo studio Anderson stava preparando la prossima lezione dei ragazzi del sesto anno, ma la sua mente era distratta dall’incontro che aveva avuto poco prima con il padre di Bellatrix Black. L’uomo era comparso nel suo ufficio, prendendolo di sorpresa. Black, infatti, non era certo noto per il suo essere socievole e andare a chiaccherare amabilmente con i professori della figlia, anzi.
“Signor Black, quale onore.” aveva mormorato Anderson, accogliendo il Cygnus Black nel suo ufficio, attento a mascherare il disgusto che provava per quell’uomo.
“Lei è molto bravo a nascondere i suoi pensieri, tuttavia so bene che mi disprezza.” aveva detto Cygnus, sorridendo a sua volta ed ostentando una calma invidiabile. I due uomini erano rimasti per un bel pezzo in silenzio, limitandosi a guardarsi in cagnesco.
“Non disprezzo voi, ma il segno che portate con orgoglio sul braccio.” aveva ribattuto Anderson, versandosi una tazza di the.
“Tuttavia, io posso aiutarvi.” aveva detto il signor Black, lasciando volutamente la frase in sospeso. A quelle parole il professore si era fatto di colpo più attento.
“Lei crede?” aveva domandato Anderson, incuriosito.
“Ho sentito delle voci. Si sussurra che lei stia cercando informazioni su alcuni studenti che hanno manifestato, come posso dire.. Attitudini particolari..” aveva continuato Black, tranquillo, guardando il professore di Difesa Contro le Arti Oscure negli occhi.
“Vada avanti.” aveva ordinato Anderson, impaziente. Cygnus sorrise maligno, fermandosi ad assaporare il momento. Aveva l’ex auror completamente nelle sue mani.
“Io non sono a conoscenza delle risposte che cerca, ma conosco una donna che potrebbe rispondere a tutte le sue domande.“ aveva spiegato meglio Cygnus.
“Una mangiamorte, immagino.”aveva commentato Anderson, disgustato. Odiava la categoria, ma se era per avere delle risposte era disposto a mettere da parte tutti i suoi principi morali. Era per il bene supremo, dopo tutto.
“No, a dire il vero No.” aveva risposto il signor Black, sorprendendo l‘uomo che lo stava ascoltando con la massima attenzione.
“Mi stupisce signor Black. Lei rischia la vita andando contro il suo Signore per dare ascolto ad una donna?” aveva chiesto Anderson, sospettoso. A quelle parole Black era diventato di colpo più pallido, ma non aveva risposto.
“È una donna molto pericolosa, il suo amico Potter Senior dovrebbe conoscerla.” aveva poi detto Cygnus, rabbrividendo all’idea del suo primo incontro con la donna.
“Sta parlando della donna che ha attaccato Robert?” aveva chiesto Anderson, stupito. Nessun auror e nemmeno Silente erano riusciti a trovare informazioni su di lei, sembrava apparsa dal nulla e scomparsa nel nulla subito dopo l‘attacco.
“Proprio lei. Allora, che mi dice?” aveva domandato Black, impaziente.
“Ora non le dico nulla, ma le farò avere presto una mia risposta.” aveva risposto Anderson, indicando a Cygnus Black l’uscita. Aveva bisogno di tempo per riflettere e capire se fosse davvero necessario fare un accordo con un mangiamorte per avere risposta ai suoi dubbi. Anderson ci pensò parecchio tempo, poi alla fine della giornata si decise a mandare un gufo a Cygnus Black.
“È fatta, Anderson ha accettato.” esclamò Cygnus, correndo incontro alla sua signora.
Dopo il loro primo incontro, la donna era tornata ad apparirgli altre volte direttamente a casa sua. Cygnus si era chiesto come avesse potuto infrangere tutti gli incantesimi a protezione della sua villa, ma aveva preferito tenersi la domanda per sé. Sfidare la donna era l’ultima cosa che voleva.
“Sei sicuro?” chiese Bellatrix, sospettosa.
“Certo, mi ha mandato un gufo nel quale diceva che voleva vedermi nel suo ufficio al più presto.” spiegò Black, soddisfatto del suo operato, mostrando alla donna una pergamena.
“Bene, va da lui e trova il modo di farmi entrare nel castello.” ordinò Bellatrix, severa.
“Sarà fatto mia signora.” promise Cygnus, prima di smaterializzarsi direttamente nell‘ufficio dell‘uomo. Trovandoselo davanti all’improvviso, Anderson si sorprese, ma cercò subito di recuperare il suo autocontrollo.
“Mi ha fatto chiamare?” chiese Cygnus, fingendo di ignorare il motivo della convocazione.
“Ho vagliato la sua proposta e ho deciso che vedrò questa donna.” rispose Anderson con fare distaccato, senza guardare negli occhi il mangiamorte. L’idea di trattare con Cygnus Black e con la donna che aveva ferito Potter lo disgustava, ma era l’unica cosa che poteva fare per avere quelle risposte che Silente si ostinava a non dargli.
“Posso chiedere se Silente è informato della cosa?” domandò Black, malizioso.
“No, Silente non deve sapere nulla.” rispose Anderson, guardando intensamente fuori dalla finestra.
“Era quello che speravo.” sospirò Cygnus, sollevato.
“Quando mi condurrà da lei?”chiese Anderson, ansioso di avere le risposte che cercava.
“La mia signora è ricercata, come lei sa. Sarebbe un problema se foste visti insieme fuori da qui..” spiegò Cygnus Black, giocherellando con la sua veste.
“Mi sta dicendo che dovrei farla entrare al castello? È una pazzia, ci sono un sacco di sistemi di sicurezza contro i visitatori.” esclamò Anderson, ansioso, battendo i pugni chiusi sulla scrivania.
“Sono certo che lei saprà come disattivarli.. Non appena ci sarà riuscito mi mandi un gufo. Niente parole inutili, sono il giorno e l’ora. La mia signora non mancherà.” disse Black, ignorando le proteste dell’uomo.
“E sia.” rispose alla fine Anderson a testa bassa.
Il professore rimase a lungo seduto alla sua scrivania, tormentandosi all’idea di quello che aveva fatto. Improvvisamente lo sguardo gli cadde sul tema di un allievo, Severus Piton, e si ricordò di avere un’altra faccenda il sospeso. Con un gesto convocò il ragazzo e poi attese con pazienza che questi arrivasse. Dopo qualche ora, Anderson sentì bussare.
“Professore..” mormorò Piton, entrando timidamente nella stanza del professore.
“Siediti ragazzo. Vuoi qualcosa da bere?” chiese Anderson, con fare affabile. Piton sembrava a metà tra l’imbarazzato e l’ansioso.
“No, grazie. Non ho ancora le risposte che mi ha chiesto.” rispose Piton, sulla difensiva.
“Non importa, ragazzo. Non ho più bisogno di te.” esclamò Anderson, cancellando la memoria di Piton con un rapido movimento della sua bacchetta.
***
“Allora, Anderson è caduto nella trappola?” chiese Bellatrix, non appena il padre rimise piede in casa.
“Ti farà entrare nel castello durante le vacanze di pasqua per parlare con lui.“ rispose Cygnus, annuendo. Non era sorpreso di trovarla già lì, probabilmente non era mai andata via. Tutti gli incantesimi di protezione della sua casa sembravano non avere effetto su quella donna, quasi fosse un demone.
“Benissimo, il castello sarà deserto e prendere il posto di quel babbeo sarà uno scherzo da ragazzi.” esclamò Bellatrix, estasiata. Poteva sentire chiaramente di essere vicina a prendersi la sua vendetta. Avrebbe ucciso il bambino, tutti i ragazzi venuti dal futuro e poi avrebbe fatto il modo che non venissero al mondo in questo tempo.
“Che intenzioni avete?” chiese Cygnus, curioso di sapere cosa volesse fare la donna, ma allo stesso tempo spaventato per la sua reazione.
“Userò la pozione polisucco per farmi passare per Anderson e alla prima occasione li ucciderò tutti.” rispose lei, sogghignando.
***
Seduto alla sua scrivania Silente era più pensieroso del solito. Il vecchio preside mentre ripensava agli eventi recenti si rendeva sempre più conto che tutto intorno sembrava avere accelerato all’improvviso. Non c’era più una serie di fatti e di progetti, ma solo un vortice in cui tutto perdeva di senso. I programmi di Voldemort diventavano ogni giorno più confusi e complicati da prevedere, nuove figure emergevano sulla scena rendendo tutto più misterioso. Nessuno si prendeva più la briga di dirgli tutto, nemmeno quelli che in teoria dovevano considerarsi suoi alleati, tra cui quello strano Harry Potter. Silente era certo che lui sapesse tutto, e che fosse l’unico in grado di fermare Voldemort, eppure non aveva la minima idea di quello che intendesse fare. Il vecchio preside si fidava di lui, ciecamente, eppure aveva la sensazione che non valesse la stessa cosa per il ragazzo.
I pensieri che opprimevano Silente erano talmente numerosi e pesanti che non sentì bussare alla porta, ne tanto meno si accorse dei due uomini che entrarono nel suo ufficio.
“Albus, io e Bob dobbiamo parlarti.” disse un uomo con uno strano occhio magico, al cui fianco c’era Rober Potter. Silente, stupito da quella voce che conosceva così bene, sussultò, per poi rivolgere ai due amici un sorriso caloroso. Alastor Moody e Robert Potter erano due tra i migliori auror del paese, insieme a Thomas Paciock. Una sorta di trio micidiale, tristemente noto ai mangiamorte e ai delinquenti che era stato allenato da Anderson nei tempi d’oro in cui mandava avanti il dipartimento.
“Una chiaccherata con Al e Bob è quello che ci vuole per rilassarsi un po’. Avanti, accomodatevi. Volete qualcosa da bere?” disse Silente, affabile, lasciando che i due auror si accomodassero di fronte a lui. Robert Potter aveva ancora il braccio fasciato, ma sembrava che avesse ripreso a muoverlo abbastanza bene.
“Albus, non è una visita di piacere.” avvisò Alastor, diretto come sempre.
“Era quello che temevo. Sono tempi duri e so bene che quando i due migliori auror del paese compaiono nel mio ufficio non è perché vogliono bere con il loro vecchio professore, tuttavia, io spero sempre.” mormorò Silente, sorridendo. Sarebbe stato bello perdersi in chiacchere e ricordi, scordando per un momento l’oscurità che stava dilagando fuori dal castello, ma non potevano permetterselo.
“Tra tutte le tue qualità l’ottimismo è sempre stata quella che preferivo.”
“Grazie Bob, sei sempre gentile.”
Come mai Thomas non è con voi” aggiunse il vecchio preside, curioso. Robert alzò le spalle e cercò lo sguardo di Alastor, che sbuffò.
“Stava interrogando un paio di mangiamorte appena catturati.” spiegò brevemente Alastor, impaziente di arrivare a discutere il motivo per cui lui e Robert erano venuti al castello.
“Provo un po’ di pena per quei mangiamorte.” commentò Robert, sorridendo. Conosceva abbastanza i metodi dell’amico per sapere che non dovevano passarsela troppo bene.
“Veniamo al punto?” chiese Alastor, infastidito. Silente sospirò, e fece segno ai due auror di andare avanti.
“Pensiamo che nel castello ci siano delle spie.” spiegò Robert, sospirando. Sapeva bene che per il preside una notizia come quella sarebbe stato un duro colpo.
“Spie?” chiese Silente, confuso.
“Sicuramente una, forse anche più.” aggiunse Alastor.
“Ma sono solamente ragazzi.” protestò debolmente il preside. In pochi secondi tutto il suo mondo era crollato. Il castello che riteneva l’ultimo luogo riparato dalla cattiveria del mondo non era più tanto sicuro come riteneva.
“Le apparenze ingannano, Albus.” sospirò Robert, cercando di confortare il vecchio amico.
“Vorrei potervi dire che vi sbagliate, ma temo che non sarà così.” mormorò Silente, realista. Il tempi bui come quelli in cui vivevano era da incoscienti credere che Voldemort non avesse spie al castello. Inoltre, se Robert e Al avevano parlato voleva dire che avevano delle prove inconfutabili. Anche lui da tempo sospettava che qualcuno tra i ragazzi di serpeverde si fosse unito a Voldemort ma non aveva mai avuto il coraggio di indagare. Era come se ostinandosi a non voler vedere avesse potuto fare sparire il problema.
“Aspetta, la cosa è ancora più grave.“ disse Robert, guardando il compagno.
“Abbiamo fatto delle indagini sulla donna misteriosa che ha attaccato Bob ed è abbastanza chiaro che non sia una mangiamorte, anche se lo sembrava. Crediamo che anche lei abbia spie nel castello.” continuò a spiegare Alastor, cosciente che non era certo portatore di buone notizie.
“I fronti da combattere sono diventati due.” concluse Silente, depresso. Se stava diventando complicato tenere testa a Voldemort figurarsi ora dover combattere su due fronti.
“Sembra di sì. Per il momento si muove da sola, ma abbiamo registrato movimenti sospetti di due personaggi misteriosi.” disse ancora Alastor, preoccupato. Sapevano ancora troppo poco della donna per fare progetti ma da quel poco che sapevano c’era poco da stare allegri. L’unica cosa che potevano augurarsi era che la donna entrasse in contrasto con Voldemort e che i due provassero ad eliminarsi a vicenda facendo un favore a loro, ma le probabilità che ciò avvenisse erano piuttosto basse.
“Chi sarebbero?” chiese Silente, curioso di sapere chi avrebbe potuto unirsi a Bellatrix. Secondo il racconto di Harry non c’erano altri mangiamorti superstiti, solamente lei.
“Non lo sappiamo, per questo pensiamo siano con la donna.” spiegò Robert, alzando le spalle.
“Parliamo delle notizie certe, per favore.” disse Silente, cercando di fare un po’ di chiarezza.
“Nel castello di sono le spie di Voldemort, probabilmente giovani Serpeverde, e quelle della donna.” concluse Alastor, facendo velocemente il punto della situazione.
“Sempre tra i ragazzi, giusto?” chiese Silente, preoccupato.
“No, ecco..” iniziò Robert, imbarazzato.
“Che c’è?” chiese Silente, preoccupato. Dalle facce di Al e di Bob quella che stavano per dargli doveva essere una notizia persino peggiore delle altre.
“Crediamo che tu non ti possa più fidare di Anderson.” disse Alastor, con gli occhi fissi al pavimento. Anderson era stato un maestro, praticamente un padre, sia per lui che per Bob e Tom e l’idea che anche lui avesse tradito gli risultava particolarmente fastidiosa.
“Non è possibile, ne siete sicuri?” chiese Silente, allibito e sconvolto dalla notizia. Non poteva essere vero, non il suo amico Anderson.
“Stiamo indagando.” disse Robert, tetro. I tre uomini rimasero a lungo in silenzio, quasi le notizie su Anderson avessero tolto a tutti la voglia di parlare.
Quel lungo ed imbarazzante silenzio fu infranto dalla professoressa McGranitt che entrò di corsa nell’ufficio del preside.
“Silente, ti vogliono in infermeria.” spiegò la donna, notando improvvisamente la presenza dei due auror. Silente sospirò e si congedò dai due amici.
“Andiamo Bob. Ciao Albus, torneremo a trovarti quando avremo maggiori informazioni.” salutò Alastor, alzandosi dalla poltrona.
“Ci conto, state attenti e non mettete in pericolo le vostre vite.” si raccomandò Silente, preoccupato. Se era vero che oltre a Voldemort c’era una nuova minaccia i più esposti erano sicuramente loro.
“Tieni gli occhi aperti, per il bene dei tuoi studenti.” disse Robert Potter, prima di sparire nel camino dietro all’amico Alastor Moody.
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Nel buio di una foresta due strane figure si muovevano febbrilmente intorno ad una tenda. O meglio, una si muoveva mentre l’altra si limitava a leggere di malavoglia un giornale.
“Altre notizie strane dal giornale?” chiese l’uomo più anziano, ansioso.
“No, non mi pare.” rispose Neville, distratto, senza staccare gli occhi dal giornale.
“Nessun attacco, omicidio o rapimento?” chiese ancora l’altro, preoccupato.
“Qualcuno, ma credo sia normale.” rispose il ragazzo, alzando le spalle. L’amico faceva così da quando avevano saputo che Rober Potter, Ninfadora Tonks e Andromeda Black erano stati attaccati da una donna misteriosa, probabilmente Bellatrix.
“Nessuno che conosciamo?” chiese ancora, deciso a non desistere fino a che non avrebbe avuto la certezza matematica che tutti coloro a cui voleva bene erano al sicuro.
“Non credo.” sbuffò Neville, infastidito.
“Meno male.“ sospirò l’uomo, lasciandosi finalmente cadere seduto.
“Che ti prende?” chiese ancora l’uomo, dopo aver notato lo strano silenzio del ragazzo.
“Nulla.. È strano, tutto qui.” sbottò Neville, chiudendo il giornale e lanciandolo per terra.
“Lo so, ragazzo. Porta pazienza.” cercò di confortarlo il compagno, passandogli un grosso pezzo di cioccolato che Neville guardò storto.
“Perché non possiamo andare da loro?” chiese Neville, guardando l’uomo dritto negli occhi. L’uomo sospirò, quasi si aspettasse da tempo quella domanda.
“Sarebbe strano, non trovi?” chiese poi, evitando con cura lo sguardo del ragazzo. Non gli andava di dare spiegazioni ne tanto meno di parlare. Voleva solo essere lasciato in pace.
“Sarebbero tutti felici di rivederci, specialmente Harry.” lo corresse Neville, severo.
“Lo so, ma non è ancora il tempo. Non voglio che soffra ancora per colpa mia.” spiegò l’altro, giocando con un lembo della sua veste scura.
“Per questo non vuoi andare da lui?” chiese Neville, stupito. Tra tutte le spiegazioni possibili questa era decisamente quella che aveva meno senso di tutte.
“Anche, è più prudente se stiamo qui e non ci facciamo vedere da Bellatrix. Se sospetta che ci siamo anche noi potrebbe fare qualche pazzia. Sai anche tu che quella donna è pazza.” ricordò l’uomo più grande, calandosi il cappuccio della veste sugli occhi in modo che gli coprisse il volto.
“Come può sapere che siamo qui? Ci crede morti.. Ricordi?” domandò Neville, sorpreso.
“Non si può mai sapere..” ribatté l’altro.
“Senti, io voglio uccidere Bellatrix. Anzi no, devo ucciderla. Per ora farò come dici tu, ma sappi che è questione di tempo.“ avvisò Neville, furente come era stato solo poche volte nella sua vita. L’uomo sospirò, cercando le parole più adatto a calmare il ragazzo.
“Ho un paio di conti in sospeso anche io, ragazzo, non è tempo di fare colpi di testa.” disse poi alla fine, stupendosi delle sue parole. Sicuramente Remus sarebbe stato fiero di lui.
“Sai che detto da te è davvero divertente?” esclamò Neville, scoppiando a ridere. Per un po’ la tensione sembrò essere allentata.
“Sei insolente, ragazzo, come tua madre.” ribatté l’uomo, ripensando ad Alice, ai suoi vecchi amici e a tutti i disastri che dovevano stare combinando nel castello dal quale lui mancava da troppo tempo.
“Non avrei dovuto salvarti..” lo prese in giro Neville.
“Dovevi, sennò non avresti saputo come aprire il portale.” rispose l’altro con pazienza.
“Ci sarei arrivato anche da solo.” ribatté Neville, offeso dalla parole dell’uomo che sembrava essersi immerso nei pensieri, o forse nei ricordi.
“Si, nel giro di qualche anno. E poi, ragazzo, io non sono mai veramente morto.” rispose l’uomo dopo un po’, abbozzando un sorriso.
“Certo, ma il mondo era convinto del contrario.” sbuffò Neville, infastidito.
“Che centra, anche tu sei vivo e tutti pensano che ci hai lasciato le penne nell’esplosione.” disse l’uomo, chiudendo il discorso ed allontanandosi.

ANGOLO DELL'AUTRICE:
innanzitutto, grazie mille per essere arrivati a leggere fino a qui.
piccola precisazione: bellatrix black e lucius malfoy sono più grandi, ma siccome mi servivano al castello li ho ringiovaniti di qualche anno. consideratela una sorta di licenza poetica.
questo capitolo è una sorta di passaggio e mi è serivito a spiegare ed introdurre alcune cose per il prossimo capitolo.
vi anticipo fin da ora che, causa vacanze, verrà pubblicato a settembre ma che sarà un vero e proprio capitolo bomba.
qualche spoiler:
- sarà ambientato a casa potter, con i genitori di James. harry conoscerà i nonni.
- avrà luogo la cerimonia per fare di regulus un mangiamorte e si conoscerà la sua decisione in proposito.
- bellatrix riuscirà ad entrare nel castello
- cygnus black farà una brutta fine.
- si scoprirà l'identità del secondo personaggio misterioso.
contenti?
passiamo ai ringraziamenti!

pagnottella: grazie milleee!
sono felice che la mia storia ti piaccia. è un peccato non postare più fino a settembre, ma capitemi.. le vacanze sono le vacanze!

brando: grazie milleee!
immagino che tu abbia apprezzato il fatto che non sono passati mesi! ;D
circa regulus non dico nulla, ho già detto abbastanza prima con gli spoiler! si, lucius e bella sono più grandi, ma mi servivano al castello quindi.. licenza poetica! circa i due tizi misteriosi ci hai preso, vengono dal futuro e uno dei due è neville.. l'altro, mistero!
nel futuro lucius, narcissa e draco sono morti, li ha uccisi bella prima di tornare nel passato. carina l'idea di draco che torna indietro, peccato non sia venuta a me. sai che però mi hai fatto venire voglia di modificare la storia per inserirci draco?

little_missgiuly_: grazie milleee!
grazie per i complimenti. si, bravissima, cygnus black è lo zio di sirius ed anche il padre di andromeda.

oooh: grazie milleee!
hai davvero letto tutta la storia in un pomeriggio e tre quarti di sera? meriti un oscar, come diamine hai fatto?

kylexy: grazie milleee!
ebbene no, la storia non è perduta. era solo in stan by!

luciatigre: grazie milleee!
su regulus non dico più nulla, vedrete tutto nel prossimo capitolo. i due personaggi misteriosi sono chiaramente amici, resta solo da scoprire chi è il secondo.. dai che ci arrivi, è semplice!

shin_86: grazie milleee!
per il momento zio voldy e bellatrix non hanno in programma di incontrarsi, prima lei vuole vendicarsi.
harry e family invece si incontrano prossimo (e credo anche parecchio lungo) capitolo.

smemo92: grazie milleee!
bellatrix è una stronza, non ha sentimenti. anderson invece è talmente ansioso di sapere qualcosa su harry da finire con l'aiutare bellatrix ed i mangiamorte. per piton ci sto ancora lavorando, al momento sto cercando di capire che fine fargli fare. le due figure sono amiche, neville e...


  
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