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Autore: LadyofDarkness    10/10/2005    3 recensioni
E’ una storia che tutti sanno, ma che realmente nessuno conosce. E’ la storia di Harry Potter, del bambino sopravvissuto. Un giovane uomo, oppresso dal proprio destino, dal destino celato in una profezia, in poche parole che possono stravolgere un’esistenza. Fu da quella profezia che tutto ebbe inizio, e fu con quella profezia che tutto avrebbe avuto fine. Siamo qui solo per raccontare quella storia, una storia fatta di amicizia, di amore, di tradimento, di seconde possibilità. Una storia di vita. Una storia di morte.
Genere: Dark, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter, un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Amore, Tradimento e Morte

 

Amore, Tradimento e Morte

 

 

CAPITOLO 6

*Caro Remus*

 

§§§§§§§

Le cose migliori e più belle al mondo non possono essere viste né toccate. Possono essere sentite con il cuore.  (Hellen Keller)

§§§§§§§

 

 

Caro Remus,

come va?

Io sto… sto.

Bene, male… chi può dirlo. Chi può dire di stare veramente bene, o veramente male…

Sto… si vive… si cerca di sopravvivere, mentre il tempo passa.

La scuola è ripresa a pieno regime… è appena trascorso un mese ed io già non vedo l’ora che arrivino le vacanze di Natale.

Bella fregatura, eh… ho sempre atteso il ritorno ad Hogwarts come un evento felicissimo, e la fine della scuola come il più triste dei giorni… eppure, quest’anno… qualunque altro posto, mi andrebbe bene essere in qualunque altro posto… tranne qui.

Chissà, magari alla fine mi troverei male ovunque quindi… forse è meglio che lasciamo perdere.

Sai, mi mancano le chiacchierate con te, i pomeriggi passati a non far niente… mi manca la possibilità di poter vedere attraverso il pensatoio i tuoi ricordi giovanili, di poter imparare a conoscere i Malandrini.

Ma più di tutto, mi manca avere accanto quella figura che mi fa sentire benvoluto… che mi fa sentire amato, quella figura che ora tu rappresenti per me.

Mi prenderai per uno stupido, ma credo di essere piuttosto affamato d’affetto.

Credi che Silente possa farmi venire da te durante le vacanze invernali?

Ok, magari sto correndo troppo, dopotutto siamo solo ad Ottobre, ed io parlo già di fine dicembre.

Tanto so che non potrò raggiungerti…

Immagino che Silente voglia potermi tenere sotto controllo… probabilmente dirà che vuole potermi “proteggere”, eppure preferirei miliardi di volte poter passare anche solo un’ora con te, invece che mesi e mesi qui, a scuola.

Hogwarts è diventata quasi invivibile.

Non so se era così anche quando la frequentavi tu, ma ora – o almeno io l’ho sempre vista così – la scuola si regge su una serie di “alleanze” e “rivalità” fra Case.

I Grifondoro contro i Serpeverde, e questa ormai è un’istituzione…

Tassorosso e Corvonero, invece, rimangono più moderate, e si alleano di volta in volta con una o con l’altra casa.

Invece ora disaccordi interni tra i grigio-verde hanno destabilizzato questi equilibri…

Credo infatti che tra le serpi si “elegga” un vero e proprio leader, e penso proprio che dal quarto anno avesse preso il potere (oddio, parlandone così, sembra quasi siano una piccola dittatura) Malfoy, ma ora, con l’incarcerazione del padre, tutto si è destabilizzato, e sono molti tra i i suoi compagni che ora cercano di spodestarlo.

Per il momento i suoi due più acerrimi rivali sembrano essere Blaise Zabini e Theodore Nott, due ragazzi del suo stesso anno.

Calcola che l’altro giorno stavo facendomi una passeggiata nell’ala Sud (sai, è la parte più isolata di tutto il castello… volevo stare un po’ in pace con i miei pensieri…), ed indovina chi vi ho trovato?

Malfoy… che veniva malmenato da Nott e Zabini.

Credo che se non fossi passato io per sbaglio per lui sarebbe andata davvero male… lo avevano incantato a terra, e ci stavano andando giù parecchio pesanti…

Appena mi hanno visto, però, lo hanno lasciato lì e se ne sono andati.

Vigliacchi.

Certo, non devi pensare che Malfoy se ne resti buono buono a darsi mettere i piedi in testa o le mani addosso.

Non che abbia mai fatto qualcosa di eccessivamente eclatante o risolutivo, non credo rientrerebbe nel suo stile, ma dà anche lui il suo bel da fare ai rivali.

La settimana scorsa, “per sbaglio”, durante una lezione con Pitonstavo per dimenticarmene! Sono riuscito a passare l’esame, e posso frequentare pozioni. Anche Ron ce l’ha fatta… devo dire la verità, credevo il nostro amato professore avrebbe fatto di tutto per non averci con lui, invece non ha fatto problemi… probabilmente si chiedeva chi avrebbe torturato se non ci avesse più avuti nella sua classe.

Comunque, dicevo che Malfoy, la scorsa settimana, ha versato “per sbaglio” addosso a Nott, che sedeva davanti a lui, una pozione urticante che stavamo preparando, ed è stato così furbo da fare ricadere la colpa sullo stesso malcapitato.

«Theodore! Non dare colpi al banco che il calderone potrebbe…»

E puff! Gli ha dato un colpo, versandolo addosso al ragazzo.

Madama Chips lo ha dovuto tenere tre giorni in infermeria, perché la dose era così massiccia che gli si sono formate piaghe su tutta la parte lesa.

E Malfoy non è stato affatto punito, anzi, è anche riuscito a conservare  nel calderone abbastanza pozione da consegnare a Piton, anche se tutti noi siamo stati in grado di osservare come quella mistura funzionasse alla perfezione.

Oh… certo…

Zabini non se la cava certo meglio, anche se per ora gli ha giocato solo qualche piccolo tiro mancino… tutti si chiedono quando anche a lui capiterà qualcosa di “inspiegabile” e piuttosto grave.

L’ultima episodio è stato proprio ieri, durante l’ora di trasfigurazione.

Dovevamo consegnare un tema e, guarda caso, quello di Zabini era assolutamente in bianco (anche se lui spergiurava di averlo fatto), e così si è ritrovato anche in punizione per maleducazione e per aver perseverato in quella “scusa assurda”, ritrovandosi a pulire la sala dei trofei per tutta la serata di ieri.

Fatto sta che questi “incidenti” a volte vanno a colpire ragazzi di altre case o persone che non c’entrano assolutamente nulla.

Ginny, gli altri prefetti – tranne quelli di Serpeverde che, ovviamente, fanno finta di non vedere, per non inimicarsi possibili leader – ed i Caposcuola non sanno assolutamente più dove mettere le mani…

Tutta questa tensione non fa affatto bene agli studenti, facendo scaldare gli animi, tanto che sembra quasi che una qualunque stronzata è buona per mettersi a combinare qualche casino.

Eppure…

Eppure io sono quasi contento di tutto ciò.

Sono contento che non sia tutto normale… tutto come l’ho lasciato l’anno scorso.

Perché tutto dovrebbe essere normale?

Io soffro!

Sirius

Sirius non c’è più… perché il mondo dovrebbe continuare a girare, ignorando questo evento che in me provoca invece tanto dolore, così tanto che a volte mi sembra mi si stia spaccando il cuore in petto?

Non voglio che tutto sia normale.

Non deve essere tutto normale!

Ed invece… invece tutto va avanti, il tempo non si ferma come io vorrei, ma continua a scorrere, implacabile.

Io soffro, e gli altri lo ignorano…

Io soffro, e gli altri invece sono felici…

E quando ho questi pensieri, quando provo soddisfazione nel sapere che non sono l’unico a star male, mi sento un verme.

Remus… sono un essere egoista.

Mi chiedo come tu faccia a sopportare me e tutti i miei lamenti… tutti i miei piagnistei ed i miei casini.

Anche tu soffri, ne sono sicuro, eppure sei stato in grado di sorreggere me, di aiutarmi a rialzarmi, senza mai cedere, senza cadere e mostrarti debole.

Come fai Remus?

Come fai ad essere tanto forte?

Così forte… da riuscire a sopportare anche il dolore di un adolescente pieno di crisi esistenziali e portatore solo di problemi assurdi.

Ti prego, spiegamelo

Dimmelo, cosicché anche io possa riuscirci, perché il dolore mi schiaccia ogni giorno di più.

Non ce la faccio Remus, non ce la faccio più (ed ora non ti allarmare, non ho ancora intenzione di tentare il suicidio, non preoccuparti).

Silente mi ha detto che è grazie alla mia umanità che riesco a soffrire, che ne ho la possibilità… tutto questo avviene grazie al mio cuore che batte.

Ti dirò quello che dissi a lui… io non voglio essere un uomo se fa così male!

Eppure… non posso fare altrimenti…

Remus, ti prego, cerca di convincere Silente… anche solo per il 25!

Non dico tanto… qualche ora e poi basta…

Solo… solo qualche ora.

Forse è meglio che a questo punto io ti lasci, Remus… mi sa tanto che sto scadendo nel patetico, ed inoltre ho già riempito più di due fogli di pergamena e credo ti si stiano scrociando gli occhi dopo tutte queste parole – aggiungerei inutili, ma vabbè.

A risentirci…

Ciao ciao

Harry.

 

Allargai le braccia, lasciando volare fuori Edvige.

La mia civetta bianca fece prima un giro intorno alla finestra, quasi a volermi salutare prima di partire per il suo lungo viaggio, per poi allontanarsi nell’oscurità della sera, diretta verso casa di Remus, a cui avrebbe dovuto recapitare la lettera che le avevo affidato.

Riiemusnne quelli di Serpeverde che, ovviamente, fanno finta di non vedere, per non inimicarsi possibili leader - d  tutto.

no permasi seduto sul bordo della finestra, richiudendola, ed osservando presto quel puntino bianco sparire dalla mia vista.

Ogni parola stillata dalla mia piuma su quel foglio di pergamena, ora in volo, era stata assolutamente sentita.

Svuotato… privo di vitalità.

Pi sentivo davvero pessimo.

Oppresso dal dolore che non mi lasciava come aveva invece fatto il senso di colpa – nonostante una vocina ogni tanto si ripresentasse a bussare alla mia coscienza, ma c’erano sempre le parole che, durante l’estate, mi aveva detto Remus.

Non è poi che non ci fossero momenti in cui tutto migliorava, istanti in cui mi sembrava che tutto potesse tornare come era sempre stato un tempo…

Ma ora… già, ora appariva davvero tutto troppo diverso, troppo complicato.

Scossi la testa, cercando di allontanare quei pensieri infausti.

Lunatico… ecco come si poteva definire pienamente ora il mio carattere.

Assolutamente, insopportabilmente lunatico.

Potevo stare scherzando con qualcuno, ridere e prendere in giro gli altri, e poi ritrovarmi in momenti di crisi acuta come quello. Momenti in cui tutto mi appariva nero ed infausto, come quel cielo notturno, privo di luna

Sospirai, poggiando la testa al muro e, tolti gli occhiali, presi a massaggiarmi gli occhi.

Stanco… era appena un mese o poco più che erano cominciate le lezioni, ed io già mi sentivo stanco di tutto.

Mi mal sopportavo da solo, figurarsi quello che potevano pensare i miei amici e le persone che mi dovevano comunque stare accanto.

Però, nonostante non volessi, mi sentivo così… spesso mi ritrovavo a rimuginare, a rintanarmi nella mia piccola oscurità personale.

Ed era sconfortante, perché, nonostante tutto, avevo il terrore di poter rimanere solo… eppure sembrava quasi non facessi altro che cercare ogni momento di più l’isolamento da tutto e da tutti.

Era come se dentro di me si muovesse qualcosa che non avevo mai sentito… era sconsolante… sconfortante…

La porta che si apriva mi riportò con i piedi per terra, distraendomi dai miei pensieri.

Mi volsi a guardare in quella direzione e, nel vano della porta, apparve il volto vispo di Hermione e quello preoccupato di Ron.

«Ehi, non scendi?» mi domandò il ragazzo, cercando di non tradire troppo la sua preoccupazione, grattandosi leggermente la nuca.

I miei amici… come riuscivano ancora a sopportarmi?

Me lo domandavo ogni momento che passava, eppure non riuscivo a trovare una risposta soddisfacente.

Scossi la testa, in un segno di diniego.

Non volevo uscire… eppure…

Ancora quel qualcosa in me, che mi impediva di star loro accanto… che, in quel momento, mi faceva sentire assolutamente fuori posto.

Remus… perché mi sento così?

Perché non riesco a scordare quanto è successo a Kreatcher, quanto io ho fatto accadere?

Rivedo ancora le mie mani sporche di sangue, il mio volto pieno di schizzi, sento ancora la gioia che mi ha dato sentire il tenero collo dell’elfo spezzarsi sotto le mie dita… sotto la mia potenza.

La magia che scorreva nelle mie vene e si abbatteva come una tempesta contro quell’essere.

Andatevene… statemi lontani… sono un essere pericoloso…

Non abbandonatemi.

«Dai Harry, vieni, scendiamo a cena! Stasera ho sentito dire che è stata preparata la torta di melassa!» mi disse la riccia, con un’espressione furbetta.

Cercai di sorridere loro, ma non erano comunque riusciti a farmi cambiare idea.

«Mi dispiace ragazzi… davvero, oggi non ho fame. Per dì più dopo ho lezione di Occlumanzia con Piton, e non è di certo il massimo avere lo stomaco pieno, per poi entrare nel suo studio. Fanno veramente senso tutte quelle cose che tiene là dentro» cercai di giustificarmi.

I due si rattristarono leggermente, ma poi annuirono, con un po’ di difficoltà.

Capivano… mi avrebbero dato tempo, tutto il tempo che io volevo… sarebbero stati sempre lì, per me, ed io non avrei mai trovato le parole adatte per ringraziarli per tutto ciò che facevano per me, per tutte le volte che mi avevano sopportato, che mi erano stati vicini, che mi avevano consolato, nonostante tutto.

Nonostante tutto…

«Ok… allora a più tardi» mi salutò il rosso, prendendo per un braccio la ragazza ed accompagnandola giù, lanciandomi un ultimo sguardo prima di allontanarsi.

Chinai il capo, tirando su le gambe e stringendomele al petto, quasi così avessi potuto impedire al mondo di farmi del male.

Non lasciatemi solo… abbiate pazienza… ma non lasciatemi solo.

 

Ehi Harry.

Sono contento di sapere sei passato in Pozioni… ti sei impegnato quest’estate, ed i frutti sono stati visibili.

Hai provato per credere, no?

Ed ora? Come ti va?

A quanto ho capito è abbastanza inutile porti questa domanda.

Capisco quello che provi… credimi.

Non so però se conosci quel detto che dice “la vita continua”. Mai nulla di più vero.

La vita va avanti anche se tu non sei d’accordo, anche se tu vorresti essere in grado di fermare tutto quello che avviene intorno a te.

Non puoi Harry… non puoi… ma non è assolutamente sbagliato desiderare ardentemente provarci.

L’importante è rendersi conto prima o poi conto che ciò non è possibile.

Soffrire è normale… entrambi abbiamo perso una persona che, per aspetti diversi, era importantissima in entrambe le nostre vite.

Non si può non star male… non si può. Però si può provare a reagire al dolore.

E non perché “Sirius non vorrebbe vederci in questo stato”, il nostro caro Felpato ha sempre avuto manie di protagonismo e, anche se probabilmente non se ne sentirebbe fiero, gli farebbe indubbiamente piacere sapere quanto la sua mancanza ci faccia star male, quanto noi gli volessimo bene… quanto lui era importante nella nostra vita.

No… devi provare a reagire al dolore solo per te stesso.

Solo perché, nonostante tutto, tu sei vivo, e devi continuarlo ad essere… non perché sei il bambino sopravvissuto, o per chissà quali altri motivi inerenti al tuo nome e alla tua storia.

No, ma devi continuare a vivere perché è un tuo preciso dovere… un tuo preciso dovere nei confronti di tutti coloro che non ci sono più, nei confronti dei tuoi genitori, nei confronti di Sirius, ed anche nei confronti di chissà quante altre persone che sono morte nel primo conflitto, e di tutte quelle che continueranno a morire in questa nuova guerra che ormai è alle porte.

E’ un tuo dovere, perché tu puoi ancora farlo, mentre ad altri non è stata data questa possibilità.

Non mi preoccupo tu possa fare gesti inconsulti… sei un ragazzo intelligente, e sei immensamente più forte di quanto chiunque altro possa immaginare.

Io mi preoccupo che tu possa fossilizzarti su questo lutto… ho paura tu possa continuare a mantenere chiuso il dolore all’interno di te stesso.

Ti schiaccerà.

Marcirà come un cancro, rendendo arido il tuo animo.

Se non troverai il modo di attenuarla, la sofferenza non ti lascerà scampo.

Vuoi sapere come io riesco ad apparire così forte?

Vuoi riuscire a capire come io possa sopportare tutto ciò?

Bhè… io in realtà non lo sopporto.

Come si può sopportare l’ingiustizia in una morte come quella di Sirius?

No, non sopporto il dolore… ma ho imparato ad accettarlo, ho imparato a vivere con esso, e dovrò imparare ad accantonarlo, per tornare io stesso a vivere, e non a sopravvivere semplicemente come sto facendo.

Mi chiedi come io ci riesca… bhè, in realtà il merito è solo tuo.

Già Harry, proprio così. Se io sto riuscendo a venirne fuori, lo devo solamente a te, alla tua presenza, ed al fatto che mi hai accolto nella tua vita, nel tuo cuore.

Riuscire a consolare te, starti vicino, mi ha fatto dimenticare per alcuni momenti tutta l’amarezza che mi porto dentro.

L’affetto che hai mi hai dimostrato mi ha salvato.

E’ solo questo il segreto Harry

Non devi allontanarti dalle persone che ti vogliono bene, che vorrebbero aiutarti, anzi… devi permettere loro di tenderti una mano, di aiutarti, proprio come hai lasciato fare me.

Devi riuscire a riaprire loro il tuo cuore.

Amare non significa solamente soffrire. Certo, c’è il rischio, ma nulla è sicuro… per afferrare le cose più belle bisogna essere anche pronti a mettere in gioco se stessi. E spesso il gioco vale assolutamente la candela.

Ma se hai il cuore oppresso, non potrai mai renderti conto di tutte le cose belle che ci circondano, e finirai solo per soffermarti su quelle tristi.

Intorno a te ci sono tante persone che non vorrebbero fare altro che allungarti una mano affinché tu la prenda… ed allora afferra le loro mani tese, abbandonati a loro per essere salvato, e non con la paura di portarli con te nel buio in cui sei rimasto imprigionato.

Non ti devi mai dimenticare delle persone che ti circondano… non fare mai l’errore di chiuderti in te stesso, isolandoti e scacciando le persone che ti sono accanto.

Un giorno potresti ritrovarti da solo, e credimi, non è una bella esperienza.

Ora ti devo lasciare… sai, ho trovato un lavoretto che non è niente male. Sperando che i miei colleghi non facciano troppe storie, dovrei riuscire a conservarlo.

Parlerò con Silente, vedrò che cosa riesco a fare per Natale, anche se non ti prometto nulla.

La scuola per te è il posto più sicuro in un periodo come questo.

E mi raccomando, scrivimi, non tralasciando nulla di quello che ti passa nella mente… con me puoi parlarne liberamente.

Le tue parole non sono mai inutili né, tanto meno, patetiche. Non devi preoccupartene.

Un abbraccio forte,

Lunastorta.

 

Quella sera un caldo tepore era sceso nella Sala Comune di Grifondoro.

Molti erano già saliti su a dormire… i più piccoli, quelli del primo anno, approfittavano di quei giorni di “libertà” dagli orari prefissati dai loro genitori, cui erano soliti sottostare quando erano ancora a casa.

Li capivo… anche io i primi tempi rimanevo sveglio fino a tardi, a chiacchierare con i miei compagni di stanza.

Era inebriante quella sensazione di “trasgressione” alle regole.

Ci aveva fatto sentire grandi… finché la stanchezza non era stata tale che, dopo le prime due settimane di quegli orari proibitivi, ci eravamo addormentati subito dopo cena, per poi svegliarci la mattina dopo.

«Qualcuno dovrebbe dire loro che è ora di andare a dormire» mormorò Hermione, seduta sul divano.

«Oh andiamo… lasciali stare, presto capiranno da soli che rimanere fino a tardi non fa altro che sfiancarli e impareranno a regolarsi» esclamò Ron.

Da quando era diventato saggio?

No, davvero, Hermione cominciava a farci male.

«Come te Ron? Che se non fosse stato per io che vi obbligavo, sareste sempre andati a dormire alle due?» disse la ragazza, prendendoci in giro.

Emh… si, effettivamente questa parte della storia l’avevo saltata.

Ma è solo un dettaglio! Cioè… non è che facessimo proprio sempre le due prima che lei cominciasse a farci da controllore e per di più… ok, ok, se non fosse stato per la nostra so-tutto-io entro breve avremmo cominciato ad addormentarci sui banchi.

«Comunque per me Ginny dovrebbe dirgli qualcosa» mormorò la riccetta, annuendo diligente.

Come le mancava il suo ruolo di Prefetto… ne ero sicuro, avrebbe dato un braccio – no, ok, meglio una gamba, le braccia le servivano per sorreggere i libri, voltare le pagine, scrivere… troppo importanti – per potersi riappropriare del ruolo.

«Mmmmh… sarà… comunque dov’è Ginny?» domandò il mio amico, mentre si guardava intorno, il suo istinto da fratello maggiore superprotettivo nuovamente in funzione.

«Ha detto che era stravolta, e doveva assolutamente farsi un bagno… E’ andata al quello dei prefetti» mormorai, gli occhi socchiusi.

«Hermione, conviene che la smetti di giocare con i suoi capelli… se si addormenta io di sicuro non lo porto su a spalla» commentò il rosso, prendendoci in giro.

Infatti, mentre la ragazza era semplicemente seduta sul divano, io mi ero sdraiato completamente, poggiando la testa sulle sue gambe, e lei aveva preso a giocare con i miei capelli, sempre completamente in disordine, giocando con le varie ciocche, e spettinandomeli ancora di più.

Era decisamente rilassante.

«Geloso Weasley?» lo presi in giro, con la voce comunque lievemente assonnata, e nessuna intenzione di cambiare posizione.

Obbiettivamente, stavo davvero benissimo.

«Ma, ti dico la verità Potter, dalla tua espressione ebete, non deve essere poi così male…» rispose a tono il rosso.

Alzai semplicemente un dito della mano – uno a caso – per rispondergli, per poi tornare a riposarmi, dopo essermi beccato un piccolo schiaffo sulla spalla dalla riccia.

«Che sono questi gesti!» mi rimproverò scherzosa.

«Scusa mamma… non lo faccio più» risposi, schiudendo gli occhi e sorridendole sarcastico.

«Stupidi»

«Ci adori» intervenne Ron, mentre io me ne tornavo a sonnecchiare.

«Certo, come no»

«Tanto lo sappiamo che non puoi fare a meno di noi»

«Eh! Si si, l’importante è che ci crediate voi»

«Ti vogliamo bene»

«Io no»

«Si si, certo»

«Scemi»

«Grazie grazie… troppo gentile»

«Ronald Weasley, la smetti di rispondermi?» gli disse, fingendosi arrabbiata, e puntandogli un dito contro.

Il mio lieve mormorio insoddisfatto pose fine alla questione, facendoli scoppiare a ridere.

Hermione aveva osato interrompere il suo massaggio.

Aprii gli occhi, guardando malissimo la mia amica dagli occhi color cioccolato.

«Okok… torno a giocare con i tuoi capelli… non ti ci abituare però» mi disse, puntandomi un dito sotto il naso

«Mmmmh…» dissi semplicemente, chiudendo gli occhi e rilassandomi nuovamente.

Faceva bene stare lì, così con loro.

I momenti come questo erano ormai diventati sempre più sporadici, ma erano in assoluto, i momenti migliori che vivevo.

La tranquillità che mi pervadeva era assoluta… mi sentivo in quei momenti sereno, in pace con tutti, e, nonostante alla fine non durassero poi molto, bhè, erano l’unica cosa che mi permetteva ancora di conservare in me un minimo del buon umore che Remus era riuscito a tirar fuori dal mio animo durante i mesi estivi.

Stavo bene… stavo immensamente bene… E chissà, magari Lunastorta aveva ragione.

Loro mi stavano tendendo una mano… ed io non volevo fare altro che prenderla…

Loro erano l’unica cosa importante… solo loro. E quella era l’unica cosa giusta da fare.

Magari sarebbe stato difficile però…

SBAM!

Il ritratto della signora Grassa venne sbattuto con violenza, risvegliandomi dal mio stato di sonnacchioso torpore.

Mi tirai a sedere su, imbronciato, rendendomi conto che l’incanto da cui mi ero lasciato consapevolmente e dolcemente sedurre era stato spezzato.

L’unica cosa che riuscii a vedere fu la chioma rossa di Ginny sparire velocemente lungo la rampa di scale che portava ai dormitori femminili.

 

 

Continua…

 

 

[Marcycas si prosta a terra, sperando in una qualche forma di perdono supremo]

Scusatescusatescusate!!!!

E’ un casino che non aggiorno, mea culpa, mea culpa, non ho scusanti… spero però che, almeno, il chap sia stato di vostro gradimento.

^________________________^ Piaciuto?

Spero di si… qualcosa è successo, qualcosa è stato detto, ma molto dovrà ancora avvenire, perciò mi raccomando, non abbandonate questa storia!!

Intanto volevo ringraziare comunque chi ha commentato il vecchio chap, e quindi passo subitissimo a rispondere!!

 

Opalix: ^_^;;; Effettivamente più le trame sono complicate, più il tutto mi piace (sperando però di non lasciare fili che rimangano poi intrecciati nella matassa). La piccola Sly si, ha molto da raccontare, ma ancor più da “osservare”. E’ un po’ un pg sperimentale… vedremo cosa tirerà fuori la piccola. Grazie tantissimo per i complimenti!

 

Kyomi89: No no, non preoccuparti… G/D per me è intoccabile… la piccoletta ha un’altra funzione, che sicuramente non è quella di portar via Draco a Ginny (anche perché altrimenti sarebbe la prima a rimetterci la pelle… mzè!)

 

marco: Bhè… nelle mie storie Draco/Ginny è onnipresente… mentre Hermione vedremo un po’ con chi sistemarla… ^^ [ehehehe… me in realtà sa la coppia, ma ama tenervi sulle spine =PPPP]

 

Ely: Allora… il non rispondere a tono di Harry alla barriera del binario 9 e ¾ non interessa tanto il “cosa pensa di Draco”, quanto più che altro quanto lo stesso Harry sia maturato. L’Harry che si trovava alla stazione, non era di sicuro più quello che, solitamente, avrebbe fatto a cazzotti con Malfoy, non tanto perché non gli avrebbe volentieri spaccato la faccia, quanto perché “alcune cose hanno perso di importanza dopo la morte di Sirius”, e Draco, per Harry, rientra tra queste cose.

 

Lady Liberty: eh, la coppia in questa ff è, come dire, “Ancora in costruzione”… vedremo che cosa ne esce. Dopotutto non essendo io né una fan dell’una, né dell’altra coppia, sceglierò solo in base alla trama… ^^

 

Anduril: ç_ç Scusa tanto il ritardo… altro che impegni scolastici, sono stata assolutamente imperdonabile. Spero comunque che questo chap ti sia piaciuto comunque…

 

 

Ora vi lascio ragazzi… i commenti sono sempre graditi, fanno comunque venire voglia di scrivere (o almeno mi fanno sentire una merda quando non lo faccio, imponendomi di mettermi alla tastiera).

Un bacione a tutti!

Ciao ciao

 

 

Marcycas – the Lady of Darkness

 

 

 

 

  
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