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Autore: Jerry93    09/08/2010    20 recensioni
Lunga è la via per la redenzione. Sofferenza, dubbi, odio. Gioia, certezze, amore. Hermione e Draco. You and Me.
"Lo Slytherin alzò un sopracciglio. Lei arrossì.
-Posso baciarti?-
Il sorriso che si aprì sulla sua bocca fu il più bello che Hermione avesse mai visto.
Gioioso, gentile, grato.
-Accomodati- le rispose, come ad invitarla ad entrare in una casa in cui, da tempo, aveva lasciato le sue valige.
Soddisfatto, solare, semplice.
Lei si alzò sulle punta dei piedi, così da poter essere alla sua altezza.
Dolce, desideroso, destabilizzato.
Cercò, improvvisamente spaesata, il contatto con le sue mani. Lui gliele fece trovare subito.
Le loro dita si intrecciarono in un nodo indissolubile.
Afrodisiaco, ansioso, attratto.
Hermione si sporse, instabile sul suo appoggio improvvisato.
Posò la sua bocca su quella di lui.
Indeciso, impressionato, innamorato."

[Chapter 12, Abstinence and Satisfy]
Genere: Azione, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger, Il trio protagonista, Nuovo personaggio, Un po' tutti | Coppie: Draco/Hermione, Harry/Ginny
Note: Missing Moments, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7, Da VI libro alternativo
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Becoming Us'
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Chapter three, Now I know that she knows too much


Lei ed Harry, dopo aver pranzato, abbandonarono la Sala Grande e, parlottando sommessamente, si diressero verso la statua di Barnaba il Babbeo.
Entrambi si chiedevano quale sarebbe stato l’argomento dell’odierna lezione del professor Kennan ed entrambi faticavano a darsi una risposta che non prevaricasse i normali limiti della ragione.
-Ma dai!- esclamò all’improvviso Hermione, ridendo all’affermazioni di Harry – Non può insegnarci la magia occulta, è pur sempre un professore di Hogwarts!-
Un “purtroppo” mugugnato fu la risposta del ragazzo.
Quando arrivarono nei pressi della statua di Barnaba, constatarono di non essere i primi.
Anzi, forse erano addirittura gli ultimi.
Alcuni, come Neville e Luna, li salutarono allegramente, altri, invece, come l’austera signorina Greengrass, sembrarono fingere di non averli notati.
Poi, c’era lui.
Draco Malfoy, che continuava a fissarla. Il suo sguardo, dolcemente sfrontato, sembrava esaminare ogni centimetro della sua pelle. Improvvisamente si sentì quasi nuda. Percepì chiaramente che i suoi segreti venivano svelati da quegli occhi che la stavano ispezionando.
Si avvicinò ad Harry e, seguendo l’istinto, si aggrappò al suo braccio. L’altro le sorrise amorevolmente e la introdusse nella conversazione che stava tenendo con Neville, interpellandola sull’argomento della stessa.
Lei, distratta dai compagni di Casa, non vide lo sguardo truce che Draco rivolse a quel demente di Potter.
Lei gli apparteneva.

***

Sbucò dal nulla, facendo sobbalzare tutti i fortunati ragazzi che avevano avuto la ventura di essere stati selezionati da lui.
-Buongiorno, ragazzi!- esclamò allegro.
Alcuni riuscirono a riprendere il controllo dei loro corpi e a ricambiare il saluto, ma i più furono certi
 di dover correre da Poppy e di doverla implorare per ottenere uno dei suo straordinari medicamenti miracolosi.
Quando tutti capirono che il loro cuore non era infartuato, il professore, evidentemente accigliato, ricominciò a parlare.
-Dovrò faticare parecchio con voi, purtroppo. Eppure,- e con un gesto saccente indicò la sua longilinea figura – non credo né di essere brutto come un orco, né di puzzare come il mio stimato collega Severus Piton -.
Risate poco educate animarono gli animi degli studenti, finalmente tranquilli. Di quasi tutti gli studenti, visto che gli Slytherin lanciarono loquaci occhiatacce a tutti coloro che avevano riso del loro stimato Direttore di Casa.
-Bene, se volete seguirmi in classe, finalmente potremo cominciare la nostra prima lezione!- disse Drew, inchinandosi e indicando la parete del corridoio.
Alcuni (ben pochi) dei dieci studenti dubitarono che l’insegnante possedesse una totale sanità mentale. Gli altri, invece, non sembrarono per nulla stupidi dal suo comportamento.
La prima a farsi avanti fu Luna, la Lunatica. Coloro che avevano precedentemente dubitato del nuovo docente, vedendola avanzare, ebbero la conferma dei loro sospetti.
Classe del professor Kennan, pensò Luna.
Una porta comparì dal nulla. La ragazza afferrò la maniglia, l’aprì ed entrò, chiudendosi la porta alle spalle.
-Dieci punti in più a Ravenclaw, signorina Lovegood – disse Kennan, ancora inchinato, ma sorridente.
Dopo Luna, fu il turno di Harry, che, non sapendo cosa pensare, ripiegò giocando d’astuzia.
Il luogo dove si trova Luna Lovegood.
Una soglia compari nuovamente e, dall’altra parte, vide Luna che lo attendeva sorridente. Dopo Potter, gli altri, armandosi di coraggio, lo seguirono. Quando ancora chinato Kennan percepì che nessuno si stava avvicinando alla misteriosa soglia, si alzò, curioso di scoprire chi fossero le persone che erano letteralmente rimaste chiuse fuori.
Hannah Abbott e Ernie Macmillan si guardavano reciprocamente, estremamente affranti.
Lo sguardo del professore, però, si fermò sulle altre due persone che non erano riuscite ad entrare.
Hermione Granger e Draco Malfoy si stavano fissando negli occhi, appartati dal mondo, dal quale erano riusciti a trarre un piccolo angolino silenzioso.
Lo stupore si dipinse sui suoi occhi blu, mentre si passava una mano nei disordinati capelli corvini.
-Davvero i miei due studenti più promettenti non conoscono la Stanza delle Necessità?- domandò, disperato, rivolgendo lo sguardo al soffitto in una muta ma chiara preghiera. Sospirò e si fece forza.
-Evidentemente, voi quattro che siete rimasti fuori, siete degli studenti modello che non si lasciano influenzare da cattive influenze- cominciò, ma dovette fermarsi quando, con estremo sincronismo, gli occhi di Hannah e Ernie si posarono sulla figura di Malfoy, i quali tutto potevano sopportare tranne l’immagine di quel diabolico ragazzo ornato da aureola e con candide ali piumate – Comunque, come stavo dicendo prima, questa è la Stanza delle Necessità, un luogo molto misterioso della nostra scuola creato dalla fondatrice Rowena Ravenclaw. L’arredamento di questa stanza cambia in base alla necessità, appunto, di chi chiede il permesso di entrarvi. Questa, sarà la nostra classe e, proprio per questo motivo, dovrete pensare intensamente a “Classe del professor Kennan” per potervi entrare. Tutto chiaro?- chiese guardando i presenti.
Assensi, dichiarati con un cenno del capo, lo fecero ben sperare.
Il primo a tentare fu Ernie che ci riuscì, subito seguito da Hannah.
Degli ultimi due rimasti, nessuno dei due sembrava deciso a compiere il primo passo superando l’altro.
-Allora?- chiese esasperato Drew – State aspettando la luna piena per trasformarvi in licantropi? Muovetevi, ragazzi!-.
Imperterriti i due mantennero lo sguardo fisso a terra.
-Prego, Granger – sussurrò Malfoy.
-A cosa devo questa gentilezza? I Sanguesporco come me  non sono inferiori a quelli come te?- gli rispose, inquisitoria.
Un verso sconvolto uscì dalla bocca del professor Kennan.
-Assurdo!- cominciò – Voi due sapevate benissimo come entrare nella Stanza, ma, per chissà quale motivo, state aspettando che lo facesse l’altro … Vi prego, ditemi che mi sbaglio.-
I due non fiatarono.
-Io sto perdendo tempo prezioso della mia prima lezione per due mocciosi infantili come voi? Granger, sono molto deluso. Malfoy … stai confermando l’idea poco positiva che mi ero fatto di te. Trenta punti in meno a ciascuno- guardò la parete e la porta ricomparve – Ora, entrate- ordinò freddo.
Hermione, la più scossa dei due, si affrettò ad entrare e a sedersi in uno degli ultimi due banchi rimasti. Ultima fila, a sinistra. Un disonore per lei. Tutta colpa di quel Malfoy.
Non appena quelle parole si formarono nella sua mente, il diretto interessato si sedette al suo fianco.
Poggiò la testa sul pugno chiuso, annoiato. Superbo, altezzoso e attore da quattro soldi.
Eppure, i suoi occhi, i suoi capelli, le sue labbra. Bello. Per la prima volta nella sua vita, quella parola fu rivolta nei suoi riguardi.
Sorridendo, si voltò a guardarla felice, come se avesse potuto avvertire ciò che lei aveva solamente pensato.
Lei, dannatamente orgogliosa, girò gli occhi e cercò di ascoltare il professor Kennan.
-Ebbene, ragazzi, benvenuti al mio corso. Prima di cominciare, vorrei dare alcune regole fondamentali che dovrete assolutamente rispettare nelle mie ore. Uno: durante le mie lezioni, io non sono il professor Kennan, ma Drew. Del resto non sono poi più anziano di voi e il cognome invecchia!- scherzò Drew – Due: atteggiamenti razzisti, come quelli manifestati dal signor Malfoy durante le selezioni, sono categoricamente banditi. Chi non farà ciò, verrà espulso non solo dal mio corso, ma anche dalla Scuola. Tre: per tutta la durata del corso lavorerete a coppie e, queste, non potranno essere cambiate se non dal sottoscritto. Visto che i banchi sono disposti a due a due, i gruppi sono già formati. Quattro: chi sfrutterà l’occasione data da queste lezioni per ferire un compagno volontariamente, se la vedrà con me. Il che è molto peggio della semplice espulsione, credetemi. Incantesimi di Legimanzia e Incanti Senza Perdono, dunque, sono banditi.-
Concluse il suo sermone osservando i suoi studenti e trattenendosi in particolare sulla nuova coppia Granger/Malfoy.
-Nei nostri prossimi appuntamenti studieremo l’incanto Patrono, che desidero tutti riescano a padroneggiare. Per i più abili, inoltre, approfondiremo una particolare variazioni di questa magia che permette ai patroni di parlare. Qualcuno sa dirmi chi è l’inventore di quest’ultima?- domandò Kennan.
Una mano si levò scattante. Anche questa volta, Hermione Granger sapeva la risposta, constatò Malfoy.
-Nessuno oltre alla signorina Granger?- insistette freddo Drew.
Quando nessuno osò alzare la mano, Drew le concesse di parlare.
- Il professor Silente- disse controllata.
-Bene, Granger. Darei alla tua Casa dieci punti, se non fossi appena stato costretto a togliertene trenta-.
Gelido e implacabile Kennan aveva effettuato quell’affondo con estrema maestria.
Un boato, messo a tacere solo parzialmente, si levò dalle bocche dei presenti, evidentemente sconvolti.
-Lo immaginavo, professor Kennan -.
Drew sorrise soddisfatto. Era caduta nella sua trappola.
-Questo pomeriggio, dopo la fine della lezione, si fermi qui. Visto che non ha rispettato la prima delle cinque regole che vigono in queste ora, lei è in punizione-.
Numerosi occhi sgranarono, uscendo dalle orbite. I ragazzi, Harry compreso, posarono una mano in mezzo alle loro gambe, nel folle tentativo di scappare alla Sfortuna. Le ragazze, invece, cominciarono un cicaleggio infinito, in cui maledirono Hermione, che, oltre ad essere la cocca del prof, era riuscita anche ad avere un appuntamento. Malfoy sbiancò, se ciò era possibile.
Hermione Granger, l’impeccabile studentessa, era appena finita in punizione.
Presto dal cielo sarebbero piovute sfere infuocate e quattro cavalieri sarebbero giunti, cavalcando i loro demoniaci destrieri. L’Apocalisse, oramai, era alle porte.
Lei, elegantemente, sussurrò un assenso e chinò il capo.

***

-Nella lezione odierna, comunque, ripasseremo le basi che ogni duellante deve possedere. Incantesimi di Disarmo, fatture Varie e Incantesimi Scudo. Se siete pronti, alzatevi- continuò Kennan.
Tutti obbedirono.
- Evanesco – disse, in un tono basso, ma chiaro.
Le sedie e i banchi sparirono.
-Mettetevi a coppie e duellate, ragazzi-

***

 Lei era lì, a meno di un metro, e guardava solo lui.
Per quanto tempo aveva atteso questo momento? Troppo. Eppure gli sembrava poco, adesso che era riuscito ad avere quegli occhi puntati sul suo corpo.
Dio, quanto è bella.
-Sei pronta, Granger?- le chiese.
-Certo-.
Sicura di sé, era tranquilla, oramai conscia delle proprie abilità.
Vi era stato un tempo in cui non era stata così. In quel tempo, però, i suoi denti erano troppo grandi e i suoi ricci indomabili. In quel tempo, non aveva ancora combattuto contro un gruppo di Mangiamorte.
Ora, il suo corpo e la sua anima erano stato temprati da quella grande maturità che da sempre l’aveva caratterizzata. Ora, quella che un tempo era stata paura, era divenuta una tacita consapevolezza.
Combattere per sopravvivere. Sempre.
Draco  fece un leggero inchino alla sua avversaria, mentre, dall’altra parte dell’aula, Lunatica lanciava un’ottima Fattura Orcovolante contro la sua compagna di Casa Daphne Greengrass.
Si rialzò e, con un evidente piacere, vide Hermione inchinarsi a sua volta.
Sapeva che se non fosse stato per l’obbligo imposto dal protocollo di ogni duello non lo avrebbe mai fatto, eppure non riusciva a non illudersi che con quel gesto lei lo stesse riconoscendo. Come duellante, come compagno, come uomo.
Poi, con grazia, si drizzò. La bacchetta puntata contro il suo petto, lo sguardo vuoto. Non più odio, in quelle pupille. Non un neonato amore. Non ira, pena o dispiacere. Semplicemente il Nulla.
Fredda e controllata, anche Voldemort, se l’avesse avuta davanti, le avrebbe scagliato contro un Avada Kedavra il più velocemente possibile.
Una distrazione e si sarebbe ritrovato in infermeria.
Saperlo, però, non riusciva a farlo concentrare.
- Expelliarmus –
Draco vide la sua bacchetta fare una parabola alta e cadere sul pavimento.
Hermione, lo sguardo alto, lo superò, camminando piano.
Raggiunse Drew, che, fino a quando lei non fu a un passo dal raggiungerlo, finse di non vederla.
Poi, come cadendo dalla nuvole, la guardò, sorrise e disse – C’è qualche problema, Hermione?-
Dolce e melliflua fu la sua voce.
-Si. Vorrei cambiare compagno- gli rispose.
Drew la guardò.
-Impossibile-. Quella parola ruppe il silenzio che si era creato nella classe. Tutti i presenti avevano gli occhi puntati su di loro.
-Bene- disse Hermione, sorridendo e tornando al suo posto, davanti a Malfoy, che nella sua testa aveva già capito cosa stava per fare quella ragazza. Non si sarebbe opposto.
Hermione alzò la bacchetta e la puntò contro Draco.
-Mi dispiace Malfoy – sussurrò.
Draco chiuse gli occhi. Evidentemente l’odio che provava nei suoi confronti era talmente forte da impedirle di continuare quelle lezioni.
- Crucio –
Addirittura pensò Draco, poco prima di sentire il rumore delle sue carni stritolate.
- Accio Bacchetta Hermione -
Con rapidità la bacchetta sgusciò dalle sue mani e venne afferrata da quella sinistra di Drew.
-Esci da questa classe, Hermione – disse il professore, gli occhi blu accesi dall’ira.
 -Lo farò con immenso piacere, Drew -.
Senza badare allo sguardo sconcertato di Potter e degli altri presenti, si girò, aprì la porta ed uscì.

***

-Ragazzi, continuate ad allenarvi, mentre io porto Malfoy in infermeria- ordinò il professor Kennan, mentre, con un cenno della bacchetta, il corpo svenuto di Draco si sollevava e prendeva a levitare ad un metro da terra.
Fatto il tragitto che separava la Stanza delle Necessità dal luogo in cui era diretto, fu accolto da una Poppy estremamente agitata.
-Cosa è successo a quel ragazzo?- chiese al professor Kennan.
-Maledizione Cruciatus –
Un’espressione sbalordita comparì sul volto dell’infermiera.
-Comunque, non è stato soggetto all’incanto per più di un paio di secondi e chi glielo ha lanciato, molto probabilmente, era al suo primo tentativo. Credo che in un paio d’ore il signor Malfoy si sarà ripreso-
Dicendo che doveva andare a fare lezione, lasciò il ragazzo alle sue cure e se ne andò.
Rientrato in classe, tutti erano presi a duellare. Nessuno, però, sembrava metterci tanto impegno.
L’Apocalisse era alle porte e loro stavano sprecando le loro ultime ore lanciandosi inutili Fatture da quattro soldi.

***

Aveva atteso che la prima lezione del corso di Drew terminasse nel suo dormitorio, portandosi avanti con i compiti che dovevano essere consegnati durante le settimana successiva. Aveva finito il testo di quindici righe sulla Trasfigurazione degli animali a sangue caldo ed era a buon punto con il tema di Incantesimi.
Purtroppo, però, doveva andare a subire le conseguenze dei suoi comportamenti.
Arrivò fino alla Stanza della Necessità. I suoi compagni stavano uscendo, alcuni anche molto ammaccati, e tutti, indistintamente, si concessero il privilegio di scrutarla, analizzando i suoi gesti, in cerca di una minima traccia di rimorso.
Inutile ricerca, la loro. Sul suo volto, c’era la straordinaria fermezza di chi ha deciso in che modo agire.
Harry le strinse il braccio destro mentre se ne andava, dandole il suo tacito consenso. Luna e Neville le sorrisero.
Un coraggio, che non credeva di riuscire ad avere, l’animò.
Per ultimo, uscì il professor Kennan. Lo sguardo torvo.
-Vieni, Hermione - le ordinò, invitandola ad entrare nella Stanza delle Necessità.
Non se lo fece ripetere ed obbedì.
L’arredamento era mutato nuovamente.
Uno studio, spazioso ma non esageratamente ampio, poco arredato, quasi vuoto. Una scrivania e una poltrona, a cui Drew si accomodò.
Fece comparire una sedia anche per la ragazza e la invitò a sedersi.
Obbedì.
-Posso offrirti qualcosa da bere? The, magari?- le chiese gentile.
-Sa, se non temessi che per errore nella mia bevanda finissero tre gocce di Veritaserum, accetterei volentieri. Purtroppo non posso esserne certa, dunque, sono costretta a declinare la sua offerta-
-Vigilanza Costante- mormorò Drew – Questa tua affermazione, però, mi permette di affermare che desideri mantenere i tuoi segreti tali-
Non era una domanda, ma una semplice costatazione. Hermione, allora, stette in silenzio.
-Perché?- le domandò.
-Scusi, ma non credo di aver capito cosa mi sta chiedendo-
-Cercherò di essere più chiaro, allora. Perché non sei entrata nella Stanza delle Necessità, prima?-
Lei lo fissò perplessa.
-L’ha detto anche lei, semplicemente non ne ero a conoscenza- gli rispose.
Drew non riuscì a trattenere una risata.
-No? Scusa, mi potresti dire qual’era il ritrovo dell’Esercito di Silente? E, già che ci sei, mi spieghi come hai potuto dimenticare l’oggetto del tuo colloquio con Silente dell’altra sera?-
Evidentemente il professore aveva fatto alcune ricerche molto approfondite sul suo conto.
-Ritengo che tutto ciò che mi ha chiesto appartenga alla mia sfera privata. Almeno che lei non desideri rivelarmi cosa si prova a sacrificare i propri compagni d’avventura per saziare la propria sete di vendetta, non credo le risponderò. Le ricordo, comunque, che lo scopo di questo incontro è impartirmi una punizione esemplare, visto che non ho rispettato due delle sue cinque importantissime regole-.
La miglior difesa è l’attacco. Lei aveva fatto il suo affondo, ora doveva aspettare la contromossa del suo avversario.
-Vedo che anche tu hai fatto ricerche sul mio conto. Hermione, io non sono un nemico. Sei la mia studente migliore e oggi ti sei comportata in un modo a dir poco sconsiderato. Voglio solo capire cosa ti sta succedendo e cercare di aiutarti-. Quell’uomo sembrava comportarsi come un fratello maggiore estremamente protettivo.
-Ero, professor Kennan. Intendo abbandonare il suo corso oggi stesso. Qual è la mia punizione?-
Un sospiro affranto scosse il corpo di Drew.
-Questo era quello che cercavo di evitare. Volevo che la mia aula fosse un luogo in cui tutti i miei studenti potessero rifugiarsi. Volevo essere un amico, prima di un professore. Evidentemente, non ci sono riuscito.- si passò una mano nei capelli spettinati – Non ti punirò, Hermione. So che non avresti mai agito in quel modo sconsiderato, se non per una stretta necessità-
Il corpo di Hermione si rilassò.
Con un movimento fluido si alzò dalla sedia.
-Bene, allora io vado in dormitorio. Purtroppo, ho molti compiti da fare –
Si diresse verso la porta e afferrò la maniglia.
-È per quello che hai visto nella sua testa, vero?-.
La contromossa, avvolte, si manifesta con un attacco mortale.
Rapida la lama di quella spada si conficcò nel suo cuore, che perse un battito e smise di pulsare.
Una lacrima solitaria le rigò il volto e cadde.
-Si-
La sua voce era un sussurro. Non poteva accettare quella verità.
Non ne aveva la forza.
Una mano gentile e leggera si appoggiò sulla sua spalla.
-Non abbandonare il mio corso, Hermione. Cambierò il tuo compagno, se è questo che realmente vuoi. Ma, se ciò che hai visto, potrebbe nuocergli, sei tu che devi stargli vicina. Sei solo tu che puoi aiutarlo-.
Spostò la mano, lasciandola libera di arsene, se avesse voluto.
-Io non posso fare niente per lui-. La sua voce rotta dalla debolezza.
-Ho visto come ti guarda, Hermione. Tu puoi salvarlo, se lo vuoi realmente-
Quel macigno le cadde addosso, schiacciandola.
Drew aveva ragione.
Cercò di trovare alcune parole con cui rispondergli, ma non le trovò.
-Sei confusa, è chiaro- cominciò Drew – La prossima lezione si terrà tra una settimana. Se non verrai, saprò che hai deciso di lasciare il mio corso. Pensaci, ti prego -
Lei aprì la porta e, con un unico passo, superò quella soglia. Un nuovo mondo, si aprì ai suoi occhi.
Lei poteva.
Lei.

***

Annaspò, mentre finalmente l’aria ritornava a riempirle i polmoni.
Cominciò ad avviarsi verso la Sala Grande, dove presto sarebbe stata servita la cena. Aveva fatto tardi.
-Buonasera, Granger -.
Riconobbe quella voce, non appena il primo suono di quelle parole entrò in contatto con i suoi timpani.
Lo cercò. La ricerca fu breve.
Appoggiato al muro, a poco più di un metro da lei, con il volto nascosto dalla penombra.
-Buonasera, Malfoy – cominciò lei, cercando di essere il più fredda possibile – Spero tu abbia perdonato il mio comportamento avventato di questo pomeriggio. Non ero in me – si scusò, cercando di apparire il più dispiaciuta possibile.
-Queste parole mi consolerebbero, se non sapessi che nei tuoi occhi c’era una nitida fermezza che indicava quanto tu fossi conscia di ciò che stavi facendo-. Le sue parole altisonanti arrivarono implacabili, come uno schiaffo scagliato con forza in pieno viso.
-Stai meglio?- gli domandò.
-Si, ma, se tu avessi voluto farmi male veramente, non credo sarei ancora in grado di stare in piedi-
Lui si era rizzato in piedi e l’aveva raggiunta.
La breve distanza le permetteva di sentire il suo respiro caldo sulla pelle.
-Sai cosa provo per te?- le chiese, riuscendo ad imprigionarla, con un rapido movimento, contro il muro.
Lei abbassò lo sguardo.
-Guardami, per favore-. Il suo tono dolce, alleggerì quell’ordine, accompagnato dalle sue dita che, prendendole il mento, l’avevano obbligata a sottostare alla sua volontà.
Hermione vide un’innumerevole quantità di sensazioni sfilare disordinatamente dietro i suoi occhi grigi.
-Si-
Lui si avvicinò. I loro corpi ormai si toccavano pericolosamente.
Le accarezzò una guancia con la mano destra.
-Provi lo stesso per me?-
Nella sua testa, la risposta fu certa.
-Non lo so, Malfoy – disse.
Lui ridacchiò.
-Vorrei poter essere solo Draco per te-
Quelle parole, però, suscitarono un’inaspettata reazione in lei.
Solo lei poteva aiutarlo.
Prese coraggio e riprese a parlare.
-Non lo so, Malfoy, ma non credo lo scoprirò mai. Io non potrò mai amare un assassino-
La sua mano fu rapida e lui non poté opporsi a quell’atto.
Impugnò rapida la bacchetta che Drew le aveva restituito durante il loro incontro.
- Deletrius Finitus –
Due furono le parole che pronunciò.
Due furono le parole che fecero cambiare completamente l’espressione di Draco.
Un teschio con un serpente imprigionato nelle fauci comparve sul suo avambraccio destro.
-Ora ti faccio io una domanda, Draco. Credi che io possa fingere di non sapere cosa ti ha chiesto Voldemort?-
Lui non le rispose, troppo scosso da ciò che aveva appena scoperto. Lei sapeva troppo.
Hermione si alzò sulla punta dei piedi e gli diede un dolce bacio sulla guancia.
Lo guardò negli occhi.
-No, non posso-
Voltatasi, se ne andò.

Draco rimase lì.
Le gambe cedettero e cadde in ginocchio.
Lei sapeva. Tutto.


Note dell’Autore

Stento a crederci, ma sono riuscito a finire anche il terzo capitolo. So di averci messo molto più tempo dell’ultima volta, ma in realtà l’ho scritto tutto nel giro di una sola giornata. Numerosi sono gli impegni che mi hanno tenuto impegnato nei giorni precedenti. Siccome sto per partire in vacanza, mi sono sentito in dovere di lasciare ai miei lettori almeno un capitolo. Come dicevo, però, gli impegni sono stati molti e mi sono ridotto a scrivere di notte. Anche ora, mentre scrivo queste parole, sto cercando di fare meno confusione possibile, perché la mezzanotte è abbondantemente passata. Per fortuna c’è il caffè che mi da una mano (che io poi lo corregga con un po’ di Baileys per darmi un po’ di brio, centra poco =) ) …
Purtroppo, dal punto di vista del numero di recensioni, il secondo capitolo ne ha avute ben due in meno, il che è davvero molto deprimente. Sia chiaro, non accuso nessuno. Il fatto è che per ogni autore (credo) vedere l’interesse dei lettori diminuire con il procedere della storia, da un’infinita sofferenza. Si è solo aggiunto un nuovo fallimento personale a quelli che cerco di colmare, nulla di grave!
Spero che questo terzo capitolo piaccia almeno un po’ più dell’altro !!!
Altrimenti … beh, altrimenti niente!
Ringrazio le tre Grazie, o Anime Pie che dir si voglia, che sono state così immensamente buone da recensire. Ovvero: la mitica Books (che per la seconda volta consecutiva è arrivata prima … non che i concorrenti fossero poi tantissimi :D), la cara Hollina (a cui dedicherò uno spazio un po’ più ampio immediatamente sotto) e la NEW ENTRY pomella (credimi, sarà il caso che Draco cominci a muovere il cu…. ).
Ovviamente ringrazio le 18 persone che seguono la mia storia e le 5 che, invece, l’hanno ficcata nelle preferite!
Ora, passo ad un argomento che mi sta strettamente a cuore. Cara Hollina, sono un ragazzO. Lo so, è una notizia terribile, ma non puoi utilizzarla come scusante per smettere di leggere la mia storia (mi raccomando!).
Questo vale per tutti coloro che leggono You & Me, ovviamente.
Ora devo andare, visto che mi sto addormentando sul computer. Saluti a tutti,

Jerry
   
 
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