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Autore: LeiLaDa    11/08/2010    5 recensioni
Credi di conoscere una storia, ma sai solamente come termina. Per poter giudicare davvero, devi tornare alle origini...
Scoprirai la vita, i segreti, gli intrighi e tanto altro sulla Famiglia Black, nel periodo in cui le tre Sorelle sono delle giovani donne. La storia di questa famiglia si fonderà con quella di altri importanti Casati, i Lestrange e i Malfoy, per rivivere quello che accadde in quegli anni.
Il tutto, raccontato tempo dopo, da chi sapeva come veramente erano andati i fatti...
«Raccontamela ancora»
«Cosa, Scorpius?»
«Quella storia, che solo tu conosci»
«Tua madre non vuole»
Silenzio.
«Sussurramela, allora»
Genere: Dark, Generale, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Famiglia Black, Lucius Malfoy, Rodolphus Lestrange, Sorelle Black
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo VI
Time to confide



Se c’era una cosa che non si poteva assolutamente fare al momento, era perdere tempo. Questo Druella lo sapeva benissimo: aveva solo venti giorni per organizzare un matrimonio a dir poco faraonico. Il fidanzamento tra Rodolphus Lestrange e Bellatrix Black era stato annunciato pubblicamente e le partecipazioni di nozze già spedite. Con somma felicità di tutti coloro che circondavano Druella e avevano a che fare con lei, nell’organizzazione del matrimonio la donna sarebbe stata affiancata da Margot, ovvero Madame Lestrange. “Speriamo che dividere il lavoro serva per evitare a nostra madre un esaurimento nervoso”, aveva detto Andromeda alle sorelle, anche se tutte e tre sapevano benissimo che Druella non avrebbe condiviso quel compito con nessuno, oppure avrebbe fatto finta di farlo, per educazione, ma avrebbe poi ricontrollato tutto di persona, nei minimi dettagli.
Per questo motivo, in quello che era un soleggiato pomeriggio, le donne della famiglia Black erano riunite in uno dei tanti salottini del Maniero. Druella sedeva su un divano, sorseggiando con la solita aria austera una tazza di the, mentre Andromeda e Narcissa erano accomodate su un altro e parevano abbastanza annoiate; Bellatrix, invece, era in piedi su una sorta di piedistallo basso e rotondo, circondata da due sarte che cercavano di aggiustarle l’abito da sposa che aveva in dosso. Inoltre, seduta su un divanetto adiacente a quello della cognata, c’era persino Walburga, sorella di Cygnus; era una donna alquanto robusta e impettita, con un pesante trucco sul viso e un abito scuro. Per certi versi, poteva assomigliare a Druella come carattere: serio e austero, anche se talvolta quasi pettegolo.
«Non capisco perché non hai voluto indossare lo stesso abito che usammo io e tua nonna per in occasione del nostro matrimonio, Bellatrix, e invece ne hai voluto comperare un altro» cinguettò Druella, sorseggiando il suo the.
«Madre, a costo di sembrare maleducata, devo farvi notare che quell’abito è orribile» replicò immediatamente la mora che, al contrario di quanto aveva detto, non aveva modulato la sua voce per farla sembrare piacevole. No, di certo quel vecchio abito non lo avrebbe mai indossato! Bellatrix era snella, con un corpo sinuoso e quel vestito l’avrebbe fatta assomigliare a sua nonna.
«Tua madre ha ragione, mia cara, sarebbe stato appropriato rispettare la tradizione» s’intromise Walburga con la solita voce squillante.
Bellatrix stava per replicare alla zia, di sicuro con tono irritato per via della situazione, quando Narcissa disse: «Io trovo invece che questo abito ti stia molto bene, Bella».
Druella quasi fulminò con lo sguardo la bionda per essersi intromessa e soprattutto per averla contraddetta, ma Cissy non la vide. Bellatrix, in risposta, dimostrò il suo gradimento per la frase detta dalla sorella con un cenno del capo.
«Sì, non posso certo dire che ti stia male, però…» iniziò Druella, poggiando sul tavolino la sua tazza e avvicinandosi alla più grande delle sue figlie; afferrò il vestito dai bordi, in alto, ed energicamente lo spostò in modo che questi coprisse maggiormente il seno della ragazza.
«Madre!» si lamentò Bellatrix.
«I nostri ospiti vengono a vedere un matrimonio, non uno spettacolo sulle tue grazie» disse Druella, sfoggiando la sua solita mentalità all’antica. Poi si rivolse alle due sarte, che si erano scansate all’arrivo della Signora Black, ordinando loro di continuare nella sistemazione del vestito.
Mentre ancora Bellatrix guardava male la madre, maledicendola mentalmente per averla trascinata a quella stupida prova, e Andromeda rideva sotto i baffi per il gesto di Druella, Walburga commentò: «Esattamente, mia cara. Quelle» disse, senza pudore, riferendosi alle “grazie” di Bellatrix «saranno d’ora in poi proprietà di tuo marito!»
Guardando Bellatrix, Narcissa giurò di aver visto le labbra della ragazza ripetere la parola “proprietà” con fare indignato, senza però che nemmeno un filo di voce riuscisse ad uscire dalla sua bocca. Cissy sapeva bene cosa stava pensando il quel momento la sorella, mentre le due sarte continuavano a maneggiare l’abito che indossava.
«Ma sì, sarà così! Gli uomini sono molto possessivi… Ti ordinerà di fare questo e poi quello, di rimanere a casa mentre lui esce la sera, eccetera eccetera…» continuava Walburga, tranquilla come se stesse parlando del tempo meteorologico.
«Ordinerà?» articolò Bellatrix, sull’orlo di scoppiare. Quella parola non esisteva nel suo vocabolario! Semmai, era lei ad ordinare.
Prima che la mora potesse rispondere con tono a dir poco irritato a madre e zia, una delle sarte le punse erroneamente una coscia con un ago, nell’intento di sistemare il vestito.
«Ah! Incompetente!» si lamentò la Black, per poi ordinare alle due donne di sparire subito. Druella la rimproverò un poco per essere stata così scortese e si sostituì alle sarte; per sistemarle la parte inferiore del vestito, dovette tirarlo su finché praticamente le intere gambe della figlia non furono scoperte. La Signora Black, poi, non si perse d’animo e continuò la discussione che già la cognata aveva iniziato: «Quello che dice tua zia è vero, Bella, anche se essere sposati non è solo ed esclusivamente dover sottostare al proprio consorte; avrai un Maniero tutto tuo, in cui potrai fare ciò che ti aggrada. Ad ogni modo, vorrei che tu comprendessi i tuoi obblighi… coniugali»
Tutti i muscoli del corpo di Bellatrix si contrassero, mentre Andromeda e Narcissa diventarono rosse per l’imbarazzo. Esatto, Druella stava per fare il discorso.
«Madre, non starete per parlarmi di –» iniziò Bellatrix, cercando di mantenere il suo decoro, che invece madre e zia erano sempre abilissime a farle perdere con i loro discorsi. La mora dava sempre del voi alla madre, anche se quella era un’usanza che non esisteva più da decenni; eppure, Bellatrix lo faceva per dimostrare la sua distanza dalla donna.
«Voglio solamente dire che un uomo ha certi bisogni ed è preciso dovere di una buona moglie soddis–»
“Non dire quella parola…” pensò Narcissa, seriamente preoccupata per la reazione che avrebbe potuto avere Bellatrix.
«…farli» terminò Druella tranquilla, mentre alzava ancora un po’ di più il vestito della figlia e la scopriva maggiormente; dietro di lei, Walburga annuiva.
«Adesso basta» non riuscì a trattenersi la mora, che non sopportava di dover intraprendere quel discorso, anche se il motivo non era la vergogna: non voleva che qualcuno le ricordasse i doveri di una moglie, dato che lei ancora agognava la libertà «Vi assicuro che non è il caso di parlare di ciò.»
In quel momento, la porta del salone venne aperta, e rivelò la figura di un ragazzino.
«Regulus!» esclamò Walburga.
«Oh, mi dispiace…» si scusò lui, alludendo al fatto che ci fosse Bellatrix con le gambe completamente scoperte e lui l’avesse vista.
«Ti avevo detto di aspettare» si sentì un po’ in lontananza la voce di Sirius; poi anche lui raggiunse il fratello e vide la cugina «Ehm… scusa»
«Non importa» rispose Bellatrix con tono noncurante; non che le piacesse farsi vedere in quello stato, ma di sicuro non si scandalizzava come Druella e Walburga. La prima delle due, poi, lasciò cadere lo strascico in modo che la figlia fosse nuovamente coperta.
«Perché siete tornati qui, non eravate in giardino?» chiese immediatamente Walburga ai figli. Li aveva portati con sé, ma dato che quella era una “riunione” fra donne, loro dovevano rimanere fuori.
«E’ arrivata questa lettera per Andromeda» rispose Regulus, porgendola all’interessata.
«E come mai non l’ha consegnata un elfo?» domandò Druella ma, in risposta, suo nipote riuscì solo ad alzare le spalle, facendo capire che non lo sapeva.
«Incompetenti…» sussurrò poi la donna.
Andromeda, intanto, era concentrata sulla lettera; non c’era nessuno stemma di qualche famiglia sulla busta. La ragazza estrasse il foglio e lo aprì; subito, spostò lo sguardo nella parte inferiore del foglio, a destra, dove sempre si inseriva il nome del mittente, e lesse: “Ted Tonks”.
Senza neanche pensarci, ebbe l’istinto di richiudere in fretta il foglio. Il suo primo pensiero fu: “Ma cosa vuole?”.
«Di chi è, Dro?» domandò subito Narcissa, mentre Andromeda si accorgeva di avere tutti gli occhi puntati su sé stessa.
«Oh, di nessuno… Solo un’amica» inventò.
A causa del tono così evasivo di voce che Andromeda aveva utilizzato, ben pochi all’interno della stanza le credettero.



Qualche minuto dopo, la “riunione” terminò e ognuno fu libero di fare ciò che desiderava. Druella e Walburga continuarono a sorseggiare il loro the e a chiacchierare in salotto, mentre i ragazzi – ad eccezione di Bellatrix, che si era ritirata nelle sue stanze – uscirono nei giardini del Maniero per una passaggiata.
Narcissa era impaziente di mostrare a Regulus il cespuglio di fiori che lei stessa aveva piantato e curato: si trattava di un raro tipo di rosa color indaco che suo padre Cygnus le aveva portato da uno dei suoi viaggi di affari in Francia.
«Sono splendide, Cissy!» ammise Regh appena la ragazza gliele ebbe indicate «Devono proprio essere uniche nel loro genere… come te»
Narcissa ridacchiò appena al complimento del cugino; il fatto che un ragazzino come lui, di soli quattordici anni, le facesse un complimento la divertiva.
«Ti prego, non ridere» le disse poi Regulus, serio «Se fosse stato qualcun altro dei tuoi spasimanti a dirti una frase simile, invece di me, non avresti reagito così»
«Ma tu sei mio cugino, Regh, non uno dei miei “spasimanti”, come dici tu» spiegò Cissy con voce cristallina.
«E perché non posso esserlo?» insisté lui. Solo in quel momento, Narcissa capì che suo cugino non stava scherzando.
«Dovresti trovarti una ragazza della tua età, con cui tu abbia più cose in comune»
«Ma io sono innamorato di te, cugina mia!» ribatté prontamente Regulus, che come tutti i quattordicenni, non era incline a rassegnarsi e a perdere ciò che desiderava.
«Quello che provi per me non è amore, fidati… Sei solo affascinato perché sono più grande di te» continuò a spiegare Narcissa, ancora un po’ divertita dalla situazione.
«Comunque sia, se io fossi uno dei tuoi spasimanti» continuò il ragazzo, persistendo nel ripetere quella parola «non mi perderei mai l’occasione di stare un’altra volta con te, come molti invece hanno fatto»
«Temo invece che sia stata colpa mia, e non di quegli uomini: so essere molto esigente!» ridacchiò Cissy. Tra i due cadde un attimo di silenzio, poi il giovane Regulus parlò di nuovo, con voce leggermente innocente: «E sei stata troppo esigente anche con Yaxley? E’ per questo che non lo vuoi più incontrare?»
Narcissa smise di camminare e lo guardò.
«E tu come fai a saperlo, piccola peste?» domandò divertita.
«Bhe… ho i miei informatori!» rispose Regulus, ridendo a sua volta e osservando lo splendido sorriso che illuminava il viso di sua cugina: era proprio una ragazza bellissima.



Qualche centinaio di metri più in là, invece, Andromeda e Sirius passeggiavano vicino al laghetto del Maniero.
«Allora, quella lettera?» domandò immediatamente lui, che non era di certo uno che girava troppo intorno alle cose.
«Uhm… fatti miei» rispose Andromeda sulla difensiva. Nonostante suo cugino fosse l’unico all’interno di tutta la famiglia Black di cui potesse fidarsi, forse sarebbe stato meglio tenerlo all’oscuro di quella faccenda riguardante Tonks; anche perché, in fondo, non era successo proprio nulla.
«Ah, quindi non era di una tua amica! Ammetti di nascondere qualcosa!» la incastrò Sirius. Andromeda non rispose, sperava – anche se era sicura che non sarebbe stato così – che suo cugino lasciasse perdere.
«Dromeda» la chiamò lui con tono quasi severo «Ancora segreti… fra di noi?»
«D’accordo, d’accordo» si arrese lei «Ma voglio poter contare sul tuo silenzio»
«E’ praticamente da sempre che ci raccontiamo tutto, cugina mia. Se hai bisogno di ribadire il nostro patto sul non dire nulla a nessuno, dev’essere una cosa grossa» sospettò Sirius, guardandola negli occhi per captare ogni sua minima reazione.
«No, in realtà non è nulla… Si tratta solo di un paio di recenti incontri che ho avuto» iniziò a spiegare lei.
«Avanti, Dro! Mi racconti tutto o ti devo cavare le parole di bocca con mille domande?» la esortò Sirius, impaziente di scoprire cosa turbasse tanto la cugina.
«Ecco, questi incontri sono avvenuti tra me e Ted Tonks, il Nato Babbano che abita vicino a Black Manor. Ma in realtà non sono stati nulla…» ripeté nuovamente «C’è stato un primo incontro casuale e poi un secondo, in cui lui è appositamente venuto ai cancelli del Maniero per restituirmi dei gioielli che avevo smarrito»
Sirius aggrottò la fronte.
«E allora, perché tutto ciò ti turba tanto, se come dici tu sono stati incontri innocenti?» chiese fissandola.
«Bhe, immagino perché forse, infondo, tanto innocenti non sono stati… Lui mi ha confessato che a Hogwarts mi… in un certo senso, spiava. E anche perché è tremendamente gentile e i pochi minuti che ho passato con lui…»
Fu però Sirius a terminare la frase per lei: «…ti hanno fatto dimenticare di essere una Black?». Lui capiva benissimo cosa provasse la cugina; era la stessa sensazione che egli sentiva quando era in compagnia di James, Remus e Peter.
Andromeda annuì silenziosamente.
«E’ una cosa grave?» domandò lei intimorita. Non aveva mai provato una sensazione simile; sì, lei sapeva di essere diversa dal resto della sua famiglia eccetto Sirius, ma non si era mai spinta a fare qualcosa che avrebbe potuto dimostrare apertamente questa differenza, qualcosa come incontrare segretamente un Nato Babbano e corrispondere via lettera con lui. D’altronde, non aveva nemmeno mai sentito un’attrazione forte come quella che provava in quel momento, che l’avrebbe potuta spingere a compiere quei gesti.
«Grave?» ripeté Sirius «Mi chiedi se lo stare bene è una cosa grave? Certo che no! E se lui o qualunque altra cosa, sebbene vada contro ai principi della nostra famiglia, ti fa stare bene, il mio consiglio è: buttatici!»
Andromeda sfoggiò un ampio sorriso; Sirius aveva il potere di farla sentire così bene!



Lestrange Manor era un’imponente costruzione che si ergeva nei pressi di Londra. Si trattava del Maniero in assoluto più grande di tutta l’Inghilterra meridionale, ancora più antico e sfarzoso delle dimore di Black e Malfoy. La famiglia che l’abitava aveva origini nobilissime e assai illustri, che le permettevano di vantarsi con gran parte della comunità magica.
I giardini del Maniero, estremamente estesi, erano un luogo molto curato, pieno di zone tranquille in cui potersi rilassare; ma l’angolo più isolato di tutti era quello in cui tre giovani uomini si erano rifugiati, per potersi isolare dal mondo e duellare senza limitazioni.
«Andiamo, Lucius, mostrami cosa sai fare» esortò Rodolphus Lestrange, con la bacchetta ben salda nella propria mano destra e dritta davanti a sé. Questi era il primogenito dei padroni di casa, ma anche un ragazzo incredibilmente affascinante e arguto. Il secondogenito dei Lestrange, Rabastan, era steso su uno spesso ramo della quercia sotto cui si trovavano i tre e si godeva lo spettacolo in tranquillità; la somiglianza tra lui e suo fratello era davvero notevole, sebbene Rabastan avesse i capelli più chiari di quelli neri di Rodolphus.
«Molto volentieri, amico mio, sebbene io non voglia rischiare di sfigurarti proprio a pochi giorni dal tuo matrimonio» raccolse la sfida un ghignante Lucius Malfoy, mentre anch’egli sfoderava la propria bacchetta.
«Correrò anche questo rischio, come d’altronde faccio sempre» replicò risoluto Rodolphus, mentre invitava ancora una volta Lucius ad inaugurare il duello. Malfoy scagliò un primo incantesimo, il cui pericolo venne prontamente annullato dal maggiore dei Lestrange con un Protego. Rodh lanciò poi un altro incanto contro Lucius, che però riuscì a rispedirlo indietro e a cogliere il moro impreparato, tanto che il raggio luminoso dell’incantesimo gli sfiorò il viso.
«Attento, Rodh, un’altra mossa del genere e il giorno delle tue nozze sarai certamente molto meno affascinante della tua splendida futura consorte» disse Rabastan, che aveva seguito attentamente, seppure a distanza, il duello.
«Oh, Rab, anche se non riuscissi a ferire tuo fratello, per lui sarebbe comunque difficile raggiungere la bellezza che sfoggerà Bellatrix» ironizzò Lucius. Sebbene lui fosse generalmente un uomo molto più composto di come si stesse mostrando in quel momento, il duello risvegliava in lui un lato del suo carattere che raramente era visibile. E poi, Lucius doveva ammetterlo, anche l’idea di Bellatrix contribuiva: lei era una donna rara a dir poco, e lui amava e agognava tutto ciò che lo aveva queste caratteristiche.
«Avete finito di parlare, o ne avrete ancora per molto? Ho voglia di divertirmi!» esclamò Rodlphus, lanciando un nuovo incantesimo che per poco non colpì Lucius.
Il loro duello continuò ancora per svariati minuti, al termine del quale si decretò che entrambi erano alla stessa altezza.
«Come t’invidio, fratello… Sposare Bellatrix Black. E’ il sogno nel cassetto di molti» ammise Rabastan, mentre Rodh e Lucius si asciugavano il sudore dalla fronte.
“Sì, ma lei sarà solo mia” pensò Rodolphus appoggiandosi al tronco della quercia.
«E così rinuncerai a tutti i divertimenti e alle donne di cui siamo ora circondati?» domandò con tono pacato Malfoy, guardando l’amico.
«Alle donne, sì; ai divertimenti… mai!» ghignò Lestrange «E tu quando ti sposerai, Lucius?»
Malfoy alzò le spalle.
«Non ne ho idea, ma devo confessare che l’idea non mi alletta» rispose con il suo solito tono distaccato il biondo «Sapete che non mi piace dover rispondere a nessuno e che sono uno spirito libero»
«Anche Rodh lo è, eppure…» fece notare Rabastan.
«Bhe, forse io sarò più abile di tuo fratello a non farmi incastrare, Rab» replicò infine Lucius, anche se la verità era che, con una donna come Bellatrix, lui si sarebbe fatto incastrare alquanto volentieri.





Note dell'autrice:

Ecco il nuovo capitolo... è piaciuto? Fatemi sapere, per favore (:
Grazie grazie grazie a chi ha recensito lo scorso capitolo e anche ai 7 che hanno messo tra i preferiti, ai 3 che hanno messo tra quelle da ricordare e ai 19 che hanno messo tra quelle da seguire.
Ed ecco le risposte alle recensioni:

Surfacing: Ciao! Grazie per aver recensito, davvero. Mi fa molto piacere che tu abbia trovato azzeccati i caratteri dei personaggi – mi impegno molto sotto questo aspetto – e, per quanto riguarda Draco, ti posso dare questa spiegazione: ho pensato molto a come farlo comportare e io, soprattutto alla luce del fatto che ora è un adulto e sta comunque parlando con suo figlio (non con il primo che passa per strada) e che, come abbiamo visto dopo la battaglia finale di HP7 e la caduta di Voldemort, è cambiato molto, me lo sono immaginato così ^^. Spero continuerai a recensire, ti saluto (:
altair_l: Ciao, nuova lettrice! *__* Sono felice che ti sia piaciuta la mia ff fino ad ora e spero che questo capitolo abbia confermato ciò che hai espresso nella tua precedente recensione. Un saluto! (:
tracywelsh: Holaaa! Piaciuto tutto? *me gongola* Ti abbraccio ^^
NarcissaM: Ciao! Ti ho lasciato poco fa, scrivendo una recensione a "Estate 1971", e mi ritrovo qui a rispondere ad una tua recensione (: Sono davvero lieta che ti sia piaciuta la mia ff, tengo in modo particolare al tuo parere, devo dire. Spero ti sia piaciuto anche questo capitolo (in cui è comparso un po' di Lucius, come avevi sperato), in particolare Narcissa, visto che tu sei un' "esperta". Ci sentiamo presto, un bacio ^^
lolly puwerpuff girl: E ciao anche a te! uu sono felice che ti sia piaciuto tutto ;D Spero continuerai a recensire, ti saluto!


Ciao a tutti, al prossimo capitolo (:
  
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