Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: sammyjoe Storm    15/08/2010    2 recensioni
"L'amore è come il vento, viene e va con facilità, ma se è come il vento prima o poi ritornerà" Da questa frase prende il via questa storia.. Una storia dove i sentimenti, le provocazioni, la passione, le emozioni, i sorrisi e le battute saranno all'ordine del giorno.
Samantha scappa dalla sua vita e dalla sua città, Los Angeles, per iniziarne una completamente diversa a New York, in un nuovo Campus non proprio convenzionale, tanto che gli studenti dovranno inscenare, per un concorso, la rivisitazione in chiave moderna di Dirty Dancing e non solo... Qui Sam incontrerà Alexander, un bellissimo ed egocentrico ragazzo. Sam e Alex, hanno lo stesso identico carattere e si avvicineranno grazie ad una piccola scommessa, un giochino un po' perverso... ma questo è solo l'inizio.
..ma come sempre accade, quando si chiude il cuore, arriva di nuovo l'amore, quello forte, quello vero, quello che ti lascia senza fiato ad annaspare aria, quello che ti massacra il cuore da dentro..eh si.. quando l'amore arriva, o più semplicemente ritorna, non avvisa nessuno.. colpisce come un treno in corsa, come un tir lanciato a tutta velocità o come uno shuttle in decollo.. quando arriva arriva e non c'è niente da fare.. se non viverlo o almeno provare a viverlo, perchè scappare è inutile, ti insegue e non ti lascia mai. L'amore è qualcosa che attanaglia l'anima, prende il cuore, il corpo e la mente, niente resta escluso..se è amore. Paradiso e inferno, volo e immobilità, colore e nulla.
Genere: Commedia, Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A





Domenica passò in fretta, tra giri in moto e allenamenti in palestra.

Palestra semi deserta a parte Tommy, Moe e un paio di ragazzi, che curiosi mi guardarono prendere a botte il sacco. Non erano odiosi, anzi sembravano simpatici, per le poche parole scambiatoci.
Cenai con Tommy e Moe nel Pub vicino alla palestra.
Il Demon’s Pub, non troppo chic e abbastanza tranquillo: muri in mattone, tavoli, sedie e sgabelli in legno, un bel bancone pieno di bottiglie, risposte su tre piani davanti ad un mega specchio, sei spine di birra, quadri luminosi sulle pareti, biliardo e freccette; mi piaceva e poi, cosa assolutamente da non tralasciare, i panini erano strepitosi così come i cocktail. Sicuramente il Demon's sarebbe diventato una tappa fissa.

Salutai Tommy e Moe, l’elefante alla fine era simpatico anche se manteneva l’atteggiamento da duro e mi trattava come una bambina delle medie, anzi, a guardarlo meglio, non sembrava poi un elefante. Alto, capelli rasati, occhi castani, aveva spalle larghe, un torace gigante e dei bicipiti immensi.. Era ancora più grosso di Vin Diesel in fast and furious. Tutto sommato non era poi così male.

Salutai i ragazzi e me ne tornai al campus, doccia e letto, l'indomani sarebbe iniziata un'altra pesantissima settimana; prima di addormentarmi mandai un sms a Kyle
< Ciao Tes, Tommy e Moe sono troppo simpatici, mi piace passare il tempo con loro. Mi manchi tanto..> puntai la sveglia e mi misi a dormire.

Al trillo della sveglia, presi in mano il cell e trovai un messaggio
< Principessa buongiorno, mi manchi tanto anche tu, domani parto per l'Irlanda, poi Scozia, Galles e Londra, spero di rivederti presto. Ps. Ti salutano i ragazzi. Dai un abbraccio al brontosauro e salutami Moe. Ti bacio, Kyle” .

Contenta di lunedì mattina, incredibile ma vero, appena finii di prepararmi, mi incamminai verso l’aula ma, prima di entrare all'interno, decisi che mi sarei sparata un fantastico cappuccino al bar. Lo sorseggiai con calma e poi entrai in aula, mi sedetti al mio banco e guardai fuori dalla finestra ,con i pensieri rivolti a Kyle. - Caspita se partiva per il tour del l'UK sarebbe stato via parecchio, chissà quando lo avrei rivisto.-

Mi girai giusto in tempo per vedere mamma oca, con le sue paperette, entrare, seguita da alcuni bufali della squadra di football; erano tutti felici quella mattina e mi domandai cosa fosse successo. Pochi secondi dopo sentii due ragazzi, seduti davanti a me, discutere della partita che si era svolta domenica.

“Lo sapevo che avremmo vinto, Mark è un mostro di bravura e il suo touch-down ha lasciato tutti senza parole”
“Già, concordo. Hai sentito anche tu la voce che girava ieri negli spogliatoi?”
“Quale per la precisione? Ne abbiamo sentite di belle ieri.. Joy che si è scopato Evelin? Oppure, dove l’hanno fatto Mark e Amber? ” disse e scoppiò a ridere di gusto.
“ Hahaha.. vero.. comunque mi riferivo alle voci sul nuovo acquisto della squadra”
“Mmm ho sentito anch’io qualcosa del genere, ma niente di più, credo che il coach ci dirà qualcosa in merito ai prossimi allenamenti; a proposito Simon, sei riuscito a studiare economia?”
“No Matt, ero troppo stanco ieri, speriamo non mi chieda nulla,anzi speriamo che chieda a qualcun altro..”
“Mi è venuta un idea..”

Mentre quei due continuavano a cianciare, riordinai le informazioni apprese dal mio cervello contorto: Mark è il capitano della squadra di football nonché ragazzo di quell’odiosa oca di Amber; questi due, Matt e Simon, sono giocatori della stessa squadra e con loro c’è anche Joy, che starà sicuramente con una delle altre oche, amiche di Amber, una certa Evelin. Stavo iniziando a fare una mappa locale dello zoo.

“Hey, maschiaccio, sto parlando con te..” Cos'aveva detto? Come mi aveva chiamato? Contai fino a cinque, dopodiché risposi

“Ehhh.. ce l’hai con me?” tranquilla, modello caduta dalle nuvole. Era Simon, si era girato e mi guardava.

“Si, come hai detto che ti chiami?” Sinceramente non ci siamo mai presentati e nemmeno l'avevo detto in classe.

“Maschiaccio, no?” mi scappò senza pensare.

“Dai non fare l’antipatica, ti ho solo fatto una domanda..” Giusto, era solo una domanda, dovevo evitare di fare la stronza e vedere dove voleva andare a parare; sicuramente aveva bisogno qualcosa.

“ Mmm.. hai ragione. Mi chiamo Samantha” Detto e fatto.

“Senti Samantha, posso chiederti un favore?” si voltò anche Matt e mi fissarono entrambi; ma che diavolo volevano? Un favore? A cosa mi dovevo preparare questa volta?

“Spara” Breve e concisa.

“Ieri abbiamo avuto una partita di campionato ed eravamo troppo stanchi per studiare, vorremmo chiederti” e indicò Matt "Se per caso hai studiato per oggi..”

Certo che avevo studiato, stavo rifacendo esami che avevo già dato e quelle cose le sapevo abbastanza bene, mi sistemai gli occhiali sul naso e risposi

“Anche se fosse? Cosa vorresti Simon?”

“Se per caso il prof. fa delle domande a me o a Matt, ci puoi suggerire? Per favore…”

Aveva detto per favore? Quasi svenivo..Da quando i giocatori di football avevano un cervello? Ma soprattutto, da quando per favore rientrava nel loro vocabolario?

“Cosa ci guadagno io, Simon? Matt?” meglio sfruttare questi momenti, sfigata forse ma stupida no.

“Bhè ecco... da parte mia non riceverai più scherzi stupidi e non ti prenderò mai più in giro con nomignoli idioti” disse guardandomi come un cagnolino scodinzolante in attesa del cibo.

“E da te, Matt?” spostai il mio sguardo sull’altro ragazzo.

“Niente più scherzi, lo giuro!”

Almeno era qualcosa, meglio di niente sicuramente.

“Va bene, ma che sia un caso isolato” risposi magnanima.

Si guardarono entrambi e si girarono sorridenti verso di me; sembravano due bambini dell’asilo o due gatti con gli stivali, in questo caso con scarpe da ginnastica, di Shrek.

“Grazie” dissero in coro.

“Va bene, va bene. Adesso però giratevi, il prof. sta entrando”

Amber, mamma-oca, mi fissò, ma non ci feci caso,ero intenta a guardar fuori dalla finestra. La prima ora passò in fretta, tra una spiegazione e l'altra,così anche la prima mezz’ora della seconda ora finché il docente chiuse il libro, si alzò in piedi e disse:

“Le mie congratulazioni alla squadra di football per la vittoria nella partita di ieri”

Matt, Simon e altri due ragazzi risposero in coro “ Grazie prof.”

Freeman continuò “ Ma ricordatevi, ragazzi, che per continuare a giocare nella squadra, dovete mantenere alti i voti e soprattutto che noi ci vediamo tutti i lunedì mattina. Quindi oggi farò solo qualche domanda sugli argomenti svolti settimana scorsa e metterò un voto, di merito, a matita. Com’è il detto? Uomo avvisato mezzo salvato. Quindi studiate la mia materia, mi raccomando.”

“Ma prof..” disse Amber guardandolo

“Bene signorina Miller, lei sarai la prima”

Istintivamente un leggero ghigno si formò sulle mie labbra e, a quanto pareva, non passò inosservato ad Amber che mi fulminò con gli occhi. Prima di girarsi a guardare il prof, si guardò in giro cercando un suggerimento ma nessuno le disse nulla, forse perché era circondata dalle sue amiche cheerleader. Sorrisi in silenzio. Il prof segnò qualcosa sul suo registro e chiamò Simon. Il quale prontamente si avvicinò con le spalle al mio banco, arretrando silenziosamente con la sedia; suggerii a Simon la risposta restando in posizione china, da lettura. Silenzio.

“Bravo Simon continua così” disse e poi chiamò anche me “ Samantha Willis, giusto?”

Annuii con un “Si, Signor Freeman”. Mi squadrò per un attimo e poi riprese:

”Arriva da Los Angeles, è corretto? Come mai è venuta qui, in un Campus dall’altra parte del Paese? Non le piaceva il suo? Ho letto che frequentava la migliore università, in assoluto, di tutta la costa ovest!”

Ma che gli è preso alla brutta copia di Danny De Vito? Mi aspettavo questa domanda il primo giorno non oggi! E perché era interessato? In quel momento si girarono tutti verso di me, aspettando la mia risposta; nei loro sguardi vidi sorpresa, sufficienza, curiosità, odio.

“ Hem.. si, vengo da Los Angeles e ho frequentato la migliore università della California, ma ho deciso di trasferirmi per un po’ qui, a New York , per .. per..” Che cosa avrei potuto rispondergli? Non mi venivano le parole, iniziai a muovere nervosamente le dita delle mani

“Continui Samantha, la prego.. sono estremamente curioso di sapere il motivo del suo cambiamento, anche perché vorrei farle una domanda sulla sua università”

Ehhh? Che diavolo voleva sapere? Perché era così curioso? Oddio, non avrà mica saputo la mia storia! Merda! E optai per la l’arrampicata sugli specchi..

“ Mi sono trasferita in questa università perché.. ecco.. non sopportavo più il caldo di Los Angeles e .. "

Che cazzo avevo detto? N o n s o p p o r t a v o il caldo?? Mi ero proprio rincretinita e, stavolta, me l'ero proprio cercata..

“.. Ho avuto un piccolo problema con una mia compagna di squadra"

Simon disse di botto “ Squadra? Che squadra?”

Amber rispose con tono sarcastico “ Secondo te Simon? Può far parte solo della squadra di scarabeo QUELLA” e tutti scoppiarono a ridere.

“Willis continui la prego” disse Freeman, guardando con occhi socchiusi la Miller.
E adesso? Non potevo dirgli che avevo preso a sberle, e non solo, una cheerleader, che era in squadra con me, solo perché era andata a letto con Steve..

“Volleyball." dissi di botto, alla fine era vero, oltre ad aver fatto la cheerleader, per un periodo limitato, solo perché Stephen era il capitano della squadra di football e mi ci aveva costretta, giocavo nella squadra di volleyball fin dal primo giorno. E mi piaceva, anche perché con gli amici giocavamo sempre in spiaggia.

“Interessante signorina, spero che abbia intenzione di portare le sue doti di giocatrice anche in questa squadra, perché siamo veramente messi male, vero signorina Miller?”

Il pinguino a quanto pare seguiva gli sport dell’università. Quell’uomo iniziava a sorprendermi. Ma la cosa che mi sorprendeva maggiormente e che mi piaceva, inutile negarlo, era l’astio che provava nei confronti di quell’antipatica siliconata di Amber.

“Non saprei, non sapevo nemmeno che ci fosse una squadra di volleyball” gli risposi quasi cadendo dal pero.

“Certo che c’è e sarebbe un po’ più famosa, se le giocatrici di questa squadra non corressero continuamente dietro ai ragazzi della squadra di football! Veda di farci un pensierino. Inoltre vorrei sapere com’era la lezione di economia nella sua università, ho sentito dire che il Dott. Stevenson è uno dei migliori docenti di tutto il Paese”

Ah.. ecco cosa voleva sapere.. Sospirai sollevata.

“ Si signore, è vero, il Dott. Stevenson è veramente in gamba e le sue lezioni sono impeccabili ma allo stesso tempo divertenti; è sempre riuscito a far apprezzare economia e matematica, anche a chi li ha sempre odiati e non è mai stato in grado di cavare un ragno dal buco. Inoltre prima di pubblicare un saggio, lo dava da leggere a tutta la classe, facendosi poi commentare sotto tutti gli aspetti. E’ sempre vicino agli studenti per consigli o problemi di qualsiasi tipo; gli studenti lo apprezzano e lo rispettano, anzi, credo proprio che gli vogliano bene. Infine, per quel che mi riguarda, è in assoluto il miglior docente che abbia mai incontrato, senza togliere niente a lei, professore, anche se non la conosco ancora.”

“Non si preoccupi, non mi ritengo offeso in alcun modo, Willis. Mi fa piacere quello che ha appena detto sul Dott. Stevenson, perché vede, è mio cugino ”

“Ah..” risposi. Ecco il motivo delle sue domande, sicuramente lui e Stevenson si saranno parlati e..

DRIIIINNNN. Salvata dalla campanella.

“Signorina Willis, può venire nel primo pomeriggio nel mio ufficio, per cortesia?”

“Si professore”

Si girò, prese le sue cose ed uscì.

“Samantha”

“Si, Simon”

“Veramente giocavi nella squadra di Volleyball a L.A.?”

“Si “

"E come te la cavavi?”

“Diciamo che me la cavo tutt'ora, Simon”

“Allora devi assolutamente entrare nella nostra squadra, dato che la squadra della tua ex scuola è considerata la vincente di quest’anno; magari con te potremmo ottenere qualche risultato.. Sono orgoglioso di essere in questa scuola e vorrei che, negli unici due sport in cui la nostra scuola compete con altri college, sia al pari della squadra di football. Ma Amber e le altre, anche se sono brave, non c’è niente da fare, zero spirito di competizione se non per i ragazzi” disse sorridendo.

“Vero” concluse Matt.

“Io.. ci penserò..” Non ne avevo la benché minima intenzione ma la gentilezza prima di tutto.

“Se entrassi in squadra, solo per il fatto che ci sei tu, Amber tirerebbe fuori la grinta solo per farsi vedere superiore e così il resto della squadra.. ricordati che ti considerano una sfigata.” disse Simon con uno stupido sorriso sulle labbra e facendo l’occhiolino.

La mattina passò e finalmente le lezioni finirono, mi avviai verso la porta con il mio zaino su una spalla ma Amber si mise in mezzo alla porta per non farmi passare

“TU, sfigata! Non ti azzardare minimamente ad entrare nella nostra squadra, CHIARO?”

Odiavo le prese di posizione, di qualunque tipo fossero... e ci misi mezzo secondo a risponderle “Altrimenti? ”

“ Se lo fai, giuro che non ti lascerò in pace per un secondo e ti renderò la vita impossibile qui al campus! “

“Vedila come vuoi Amber, comunque non mi interessa” risposi voltandomi di lato per uscire dalla porta.

Mi fiondai con passo veloce tra i corridoi fino all’ufficio del prof. Avrei mangiato più tardi al Demon's dopo la palestra.
Bussai alla porta

“Avanti”

“Buon pomeriggio”

“Oh salve signorina Willis, si accomodi prego”

“Di cosa voleva parlarmi?”

“Bene, vedo che vuole andare subito al nocciolo della questione” disse con un sorriso e con tono gentile. “Vede, qualche giorno fa ho avuto una piacevole conversazione con il Dott. Stevenson e, ricordandomi del suo trasferimento da Los Angeles, gli ho chiesto se la conosceva. Con mio enorme stupore, Stevenson, mi ha raccontato un po’ di cose sul suo conto, per la maggior parte piacevoli, così gli ho chiesto il motivo per il quale una brillante studentessa come lei, ha chiesto il trasferimento dall’altra parte del Paese. Stevenson mi ha raccontato i trascorsi del suo ultimo anno, facendomi promettere di non spargere la voce su quanto accaduto ..”

“..capisco.. dovevo immaginarlo quando mi ha detto di essere il cugino del Sig. Stevenson.. la prego di non farne parola con nessun altro, vorrei solo che quest’anno sia un anno tranquillo e costruttivo..” gli risposi con occhi dolci, sembravo un cucciolino appena nato, ci mancava solo che mi mettessi a scodinzolare, poggiassi le zampine sul tavolo e lasciassi penzolare la lingua.

“Non si preoccupi Willis, non ho intenzione di raccontare dei suoi trascorsi a Los Angeles a nessuno, ma..”

Ma cosa? Cosa gli passava per la testa? Ogni volta che sento un ma, cascasse il mondo, succedeva sempre qualcosa.

“.. Ma, come ben avrà capito, mi interesso dei campionati sportivi di questo istituto e vorrei che le nostre due squadre siano tra le migliori di quest’anno. Da quanto ho saputo da Stevenson, lei gioca molto bene e vorrei che facesse parte della nostra squadra femminile. Le partite si svolgono il sabato pomeriggio e gli allenamenti due pomeriggi a settimana. Inoltre , avrà notato l’atteggiamento della signorina Amber Miller nei suoi riguardi e vorrei che, qualcuno come lei, le facesse abbassare un po’ le ali.. diciamo ..”

Lo sapevo, quel ma era una catastrofe che si stava abbattendo sopra di me.

“Capisco professor Freeman, per quanto riguarda il fatto di giocare a pallavolo, non credo sia un grande problema, potrei essere propensa ad accettare ma per quanto riguarda la Miller, preferirei evitare..”

Non feci in tempo a finire la frase che alzò la cornetta del telefono, fece un numero e mise giù. Freeman era davvero strano, come il fatto che a differenza di tutti gli altri, ogni tanto, ci chiamava per nome o per cognome, indifferentemente. Mah..

“Bene Samantha, mi fa piacere quanto ha appena detto, vedrà che poi tutto il resto verrà da se..” e mi fece l’occhiolino. Stavo per chiedergli il senso delle sue parole, quando bussarono alla porta.

“Avanti”

La porta si aprì e si richiuse in un attimo, trovai seduto sulla sedia accanto a me, un giovane uomo, capelli corti biondi, occhi castani, vestito con tuta da ginnastica e un fischietto al collo.

“Willis, questo è il professor Jackson, il coach della squadra di football e della squadra di volleyball”. Mi allungò la mano, la strinsi e mi presentai “Salve signor Jackson, Samantha Miller”

Sorrise. “Salve signorina Miller, il professor Freeman, questa mattina mi ha accennato che lei è una giocatrice di pallavolo e che giocava nella squadra della sua università a Los Angeles..”

“Si, signor Jackson ”

“Bene, allora che ne direbbe di entrare in squadra? E giocare il campionato femminile con noi? Alcune delle altre ragazze immagino le conoscerà già..”

“Hem.. si, purtroppo si” dissi abbassando lo sguardo.

“Non si preoccupi, il suo arrivo in squadra sarà, per tutti, una ventata d’aria fresca e forse la signorina Miller, rientrerà sulla terra” e sorrise

“In che senso, mi scusi?" Domandare era lecito.

Freeman e Jackson si scambiarono un occhiata d’intesa e poi Jackson mi guardò e disse:

“ Nel senso che lei non mi sembra per niente come la Miller e avendola in squadra, la Miller farebbe di tutto per farsi vedere migliore di lei, cercando di metterla in cattiva luce, ma da quanto ho capito sa giocare bene, quindi non dovrebbe temere nulla, eccetto qualche commento sgradevole o frasi infantili. Ma credo che questo a lei non importi, giusto? "

“Si, non mi importa nè di quello che pensa nè di quello che fa o dice. Non che mi consideri superiore ma proprio non mi interessa il suo parere"

“Tanto meglio” sorrise di nuovo; mi piaceva il suo sorriso, sembrava simpatico e gentile. Era anche un bel ragazzo, avrà avuto, si e no, 7 o 8 anni più di me. "Quindi siamo d’accordo?”

“Ok, accetto, sarà divertente giocare.. un po’ mi mancava, a dir la verità..”

“Bene, ci vediamo domani pomeriggio per gli allenamenti, passi in ufficio, da me, appena terminate le lezioni di domani, così le consegno tutto il materiale” disse sorridendo.

“Va bene signor Jackson”. Guardai Freeman sorridente poi si alzò in piedi, mi diede la mano “Bene Signorina Willis, può andare” Ringraziai, salutai Jackson e uscii dalla porta.


Entrai in camera, preparai la borsa della palestra e sentii bussare.
Aprii la porta e chi mi trovai davanti? Amber l’oca.

“Che vuoi Amber?”

“Cosa voleva il professor Freeman? E il coach Jackson?”

“Non sono affari tuoi”

“Dai secchiona quattrocchi, cosa volevano?”

“Ma quanto sei curiosa” le dissi con tono di scherno "Secondo te che volevano?” domandai sarcastica.

“Guarda che te l’ho fatta io la domanda! Immagino sia qualcosa relativo alla squadra di pallavolo, giusto? Signorina non-mi-piace-il-caldo? ”

Avrei voluto spalmargli la porta sul suo bel nasino rifatto ma mi trattenni. “Esatto Miller, ci vediamo domani al campo” e chiusi la porta.

Sentii un urlo in corridoio e risi di gusto. Poi appoggiai l’orecchio alla porta per sentire lo sbattere della sua porta, così avrei avuto il via libera. Presi il casco e mi fiondai nel parcheggio, salii sulla bimba e mi diressi in palestra.

Finito l’allenamento andai con Tommy e Moe, a cena, al Demon’s, poi ritornai al campus e mi misi studiare .
Chiamai Nikki per raccontargli le novità. Non ci poteva credere, rideva come una pazza e prendeva in giro le decisioni, prese dalla mia ferrea volontà di liquirizia; ridemmo per mezz’ora e prima di salutarla le dissi di salutarmi il Stevenson.

Mi addormentai, con il presagio che il giorno seguente sarebbe stato lunghissimo.
Presentimenti.



Angolino Autrice: La vita di Sammy, a New York, inizia a colorarsi di persone, imprevisti e coincidenze.
Nulla accade per caso..
Alla prossima!





American Idiot – Green Day

Don't wanna be an American idiot.
Don't want a nation under the new mania.
And can you hear the sound of hysteria?
The subliminal mind fuck America.
Welcome to a new kind of tension.
All across the alienation.
Everything isn't meant to be okay.
Television dreams of tomorrow.
We're not the ones who're meant to follow.
For that's enough to argue.
Well maybe I'm the faggot America.
I'm not a part of a redneck agenda.
Now everybody do the propaganda.
And sing along in the age of paranoia.
Welcome to a new kind of tension.
All across the alienation.
Everything isn't meant to be okay.
Television dreams of tomorrow.
We're not the ones who're meant to follow.
For that's enough to argue.
Don't wanna be an American idiot.
One nation controlled by the media.
Information age of hysteria.
It's calling out to idiot America.
Welcome to a new kind of tension.
All across the alienation.
Everything isn't meant to be okay.
Television dreams of tomorrow.
We're not the ones who're meant to follow.
For that's enough to argue

Idiota Americano

Non voglio essere un idiota americano
Non voglio una nazione così succube dei nuovi media
E lo senti il rumore dell’isteria?
E’ il suono subliminale che fotte i cervelli dell’America
Benvenuti in un nuovo tipo di pressione mentale
Che attraversa una nazione ormai diversa
Non tutto deve andare bene per forza
Sogni televisivi del futuro
Noi non dobbiamo per forza dargli retta
E convincerli a starci dietro
Beh forse io faccio parte dell’America gay
Non sono nella lista dei bigotti conservatori
Ora tutti fanno propaganda
E si uniscono al coro dei paranoici
Benvenuti in un nuovo tipo di pressione mentale
Che attraversa una nazione ormai diversa
Non tutto deve andare bene per forza
Sogni televisivi del futuro
Noi non dobbiamo per forza dargli retta
E convincerli a starci dietro
Non voglio essere un idiota americano
Una nazione controllata dai media
La nazione dell’informazione e dell’isteria
Che dilaga nell’America idiota
Benvenuti in un nuovo tipo di pressione mentale
Che attraversa una nazione ormai diversa
Non tutto deve andare bene per forza
Sogni televisivi del futuro
Noi non dobbiamo per forza dargli retta
E convincerli a starci dietro


   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: sammyjoe Storm