Era domenica e
la settimana era ormai volta al termine.
La Miller mi odiava come non mai, c’era proprio rimasta male
quando, il martedì, mi ero presentata agli allenamenti;
credo che gli stesse per venire un infarto,
da quanto era diventata rossa di rabbia, soprattutto quando il coach
Jackson mi consegnò il borsone con le varie divise.
Per non parlare del primo allenamento..Tutte le ragazze in bella mostra
con i calzoncini-coulotte e maglietta aderente, io bhè,
volevo distinguermi dalla massa, come al solito, e avevo optato per i
pantaloni della tuta lunghi e la maglietta più larga in
dotazione.
A parte i commenti poco simpatici della Miller e del suo corteo di
oche, abbiamo iniziato a fare un po’ di riscaldamento, corsa,
salti, palleggi, battute per un'ora buona, poi il coach ha voluto farci
fare una partita tra noi. Per fortuna non finii in squadra con la
Miller ma con delle ragazze, anche se titubanti nei miei riguardi, mi
lasciarono giocare senza problemi. Quanto mai pareggiammo, Amber
andò su tutte le furie, ha persino giurato di farmela
pagare.. ma ormai ci avevo fatto l’abitudine, inutile
prendersela, prima o poi le avrebbe pagate tutte insieme,
così dice Nikki, dopo aver saputo per filo e per segno i
fatti successi in questi giorni.
La vendetta della Miller non tardò ad arrivare e, nei giorni successivi, per la quasi totalità del Campus, oltre ad essere la sfigata, quattrocchi e secchia, ero diventata la verginella lesbica.
Di bene in peggio, anzi, di peggio in schifo.
A parte Simon e Matt, tutti quelli che mi vedevano o che mi passavano a
fianco se la ghignavano e, oltre al ghigno, qualcuno partiva a raffica
con un sacco di stronzate gratuite. Ero diventata lo zimbello della
URNY.
La domanda sorse spontanea: ma qui a New York, la gente non aveva un
cazzo da fare, che prendere per i fondelli le persone?
Sabato ci fu la partita, il coah fece entrare a metà del
secondo set, poco male che il primo era stato perso e nel secondo
eravamo sotto di otto punti; di certo non avrei potuto ribaltare la
situazione, quindi giocai tranquillamente. Partita persa, ma si sapeva.
Anziché giocare Amber e altre tre continuavano a fissare i
ragazzi della squadra di football e tutti i ragazzi erano presenti,
comportandosi da oche starnazzanti.Il campo di Volley sembrava
letteralmente la batteria di un pollaio!
I ragazzi, poi, non perdevano mai l'occasione di occupare gli spalti,
sia durante gli allenamenti sia durante la gara. Era uno molto vario!
Riuscii andare solo tre volte in palestra da Tommy e finalmente riuscii
ad avere il mio scontro, tanto desiderato, sul ring.
Anche qui niente di che, il mio sfidante era bravo, niente da dire, se
non che fosse un po' troppo lento per i miei gusti, qualche colpo
assestato qua e là, qualche colpo preso ma alla fine ne
uscii vincitrice. Sono sempre stata convinta che l'agilità
batta la forza, a differenza di Moe che stentava a credere a quanto
accaduto sottoi suoi occhi, tant'è vero che Tommy ha dovuto
chiudergli la mascella, precedentemente caduta, con la mano.
Quella sera al Demon's passai una bellissima serata, tra risate, prese
in giro e tantissima allegria; se non ci fossero stati Tommy e Moe,
avrei sicuramente sentito maggiormente la mancanza di casa e dei miei
amici; nel loro piccolo e a modo loro, riuscivano a farmi sentire a
casa.
Sentii Kyle per telefono, era ancora in Giro per la Gran Bretagna e, a quanto pare, ci sarebbe rimasto a lungo; il nuovo album era primo in classifica, così il loro manager aveva allungato le date del tour europeo, aggiungendo una decina di tappe solo in Gran Bretagna, per non parlare delle altre.. Sicuramente non l'avrei visto molto presto.. Incorreggibile, come mio solito, gli chiesi di portarmi a casa un pensierino dalla capitale di ogni Nazione toccata durante il tour.
Appena chiusi la telefonata, sprofondai nel mondo dei sogni, dato che la mattina seguente avrei avuto il simpatico pinguino curioso.
Dopo essermi presa al bar un fantastico cappuccino mega-gigante e aver
mandato un messaggio a Nikki, entrai in aula, ignorai come al solito
Amber, colleghe e zoo, risposi al saluto di Simon e Matt e mi sedetti
al mio banco.
Guardai fuori dalla finestra, iniziava a fare freddo, ormai l'autunno
era arrivato e l'estate era un mero ricordo; il verde brillante del
parco e delle foglie degli alberi, iniziava a sparire, lasciando
intravedere i colori rossicci e giallastri dell’autunno. Il
cielo stava mutando nel classico colore cinereo autunnale, quell'
azzurro grigiastro che a me infondeva sempre tristezza e malinconia.
Ad un tratto sentii delle urla esclusivamente femminili ma, troppo presa dai miei pensieri, non mi voltai finché una voce, abbastanza vicina, mai sentita prima, disse:
“Quello è il mio posto”
Guardai il banco, poi per terra e infine la sedia, quindi alzai lo sguardo verso la voce e risposi “Qui non c’è nessun nome scritto sopra, nessun pos-it appiccicato né, tantomeno, incisioni di nessun tipo” e alzai le spalle, quasi scocciata; alzai solo per scrupolo lo sguardo e rimasi fulminata all'istante.
Per tutti gli Dei! E questo stra-strafigo da dove era sbucato?
Sicuramente da qualche portale spaziotemporale apertosi in quel
momento, vicino al mio banco!
Un ragazzo moro, capelli spettinati, non troppo corti e non troppo
lunghi, alto, spallato, occhi blu, una mano nella tasca,
l’altra stringeva un casco dell’Arai, maglietta
nera aderente e giubbino della Dainese slacciato.
Profumava di buono, di bucato steso al sole, un profumo fresco con note
agrumate e speziate.
Insomma un ragazzo stupendo, bellissimo, sexy e con un un profumo da
urlo. Stava per venirmi un infarto, ne ero certa.
Ne ho visti a valanghe di bei ragazzi ma questo li batteva tutti!
“Scusa cos’hai detto?” Chiese perplesso alzando un sopracciglio.
E che voce! Non troppo acuta, non troppo grave, abbastanza profonda,
pacata, una voce rilassante e sexy.. Ma chi diamine era?
Chi era questa divina creatura con spoglie mortali? La reincarnazione
in moro di Kyle? No, non poteva essere, era l'antagonista, l'alter ego
di Kyle, il gemello opposto, un altra divinità.. Il mio
cervello andò nettamente su di giri, troppe immagini
insieme, troppi pensieri; nemmeno l'Apple mac e l'hard disk che avevo
in stanza, avrebbero potuto contenere tutti i pensieri, che quel
ragazzo, mi aveva permesso, con la sola presenza, di creare.
“Hey piccoletta sto parlando con te, non sai che è maleducazione non rispondere alle domande?” disse con tono arrogante; e lì, in quel preciso istante.. flush.. mi caddero le braccia. Mi risvegliai completamente, dai beati pensieri innocenti e lussuriosi in cui stavo viaggiando.
“Senti un po’ ragazzino egocentrico ed arrogante, sbucato da non so dove, primo non sono una piccoletta; secondo, su questo banco, come ti ho già detto non c’è alcun nome; terzo, trovati un altro posto per sederti e quarto ed ultimo punto, spostati perché il litro di profumo che ti sei rovesciato addosso mi sta dando la nausea!” Il mio discorsetto non faceva una piega, preciso e diretto. Se voleva fare il figo, aveva sbagliato tutto.
Mi guardò come se fossi un'aliena, alzò entrambe le sopracciglia con fare stupito, poi si ricompose subito e sul suo, meraviglioso oserei dire, viso comparve un ghigno e rispose con un tono, che solo a sentirlo mi fece prudere le mani
“Mmmm permalosetta la ragazzina” Poi mi oltrepassò e sentii lo stridio della sedia dietro di me e un lieve tonfo. Cazzo si era seduto dietro di me! Proprio dietro le mie spalle! Amber e le altre continuarono a parlottare senza sosta, ma non riuscivo ad ascoltarle, le immagini di poco prima mi comparvero, come dei flash, davanti agli occhi e il mio cervello si mise in moto da solo, grazie anche al suo cavolo di profumo, che mi inebriava. Qualcosa mi colpì alla testa, mi girai e vidi Amber che se la rideva, per terra, vicino ai miei piedi, il tappino di una biro. Un'oca con il cervello di un criceto.
Entrò Freeman con il sorriso sul viso
“Buongiorno ragazzi. Complimenti ai giocatori della squadra
di football per la partita vincente di domenica. Non posso dire lo
stesso della partita di volley femminile di sabato
pomeriggio..”
“Prof. è colpa della Willis se non abbiamo vinto!” proferì Amber con un finto broncio dispiaciuto e un visibilissimo ghigno diabolico ai bordi delle labbra. Quella prima o poi me l'avrebbe pagata. Mettevo in conto, poi, avrei tirato le somme.
“Non dica così Miller, la Willis è
entrata in campo a metà del secondo set e sarebbe stato
impossibile recuperare ma, se vogliamo dirla tutta, signorina, lei ha
giocato nel primo set e non è riuscita a vincerlo, lo stesso
vale per il penoso punteggio del secondo. Non si sentiva bene sabato?
Oppure era troppo distratta a fare altro al posto di giocare?"
La Miller diventò completamente rossa: rabbia, vergogna,
nervoso, fastidio. Si accigliò e non disse più
nulla. Il pinguino l'aveva colpita e affondata. Iniziavo a stimare
Freeman, stava diventando il mio mito! Ridevo come una pazza dentro di
me, mi lasciai solo sfuggire un piccolo ghigno, che ovviamente Amber
sgamò in pieno.
Freeman continuò “Comunque, vincenti e vinti a parte, noto con piacere che è ritornato il signor Alexander Smith. Bentornato, è pronto per un nuovo anno di studi? Mi raccomando si metta in pari con le settimane che ha perso e chieda ai suoi compagni gli appunti”
“La ringrazio professor Freeman, sono pronto a ricominciare un nuovo anno e non si preoccupi, in pochissimo tempo, mi rimetterò in pari con la classe” rispose tranquillo. Appena iniziò a parlare sentii dei brividi sulla schiena, come se ogni sua parola rimbalzasse contro la mia maglia come un semplice tocco.
“Bene Smith, ora possiamo iniziare la lezione. Ah Willis, tolga il cappellino per cortesia, non vedo il signor Smith..”
Freeman il pinguino, con questo si era guadagnato un punto in meno nella mia classifica di gradimento personale. Tolsi il cappellino con un lievissimo ringhio che mi uscì dai denti e lo appoggiai al banco. Iniziò a spiegare finché ad certo punto si sentì un bip risuonare nell'aula. Riconobbi subito il mio cellulare. Mi guardai intorno, nessuno si era voltato e Freeman sembrò non averlo sentito. Pericolo scampato.. che idiota mi ero dimenticata di togliere la suoneria; decisi di infilare una mano dentro lo zaino, quando il mio cellulare iniziò a suonare.. Merda!
“Willis, spenga immediatamente il telefono!” Ops.
“Hem.. si professor Freeman, mi scusi, l’ho dimenticato acceso” Le risatine dei miei compagni di classe iniziarono e con loro anche i soliti commenti, stranamente da dietro di me non sentii nessun rumore.
Lo presi e vidi che sul display compariva il nome di Nikki; come mai chiamava a quest’ora? Lo sapeva che ero a lezione. E se fosse successo qualcosa? Era così per forza, non avrebbe mai chiamato se non era importante.
“Mi scusi signor Freeman ma devo assolutamente rispondere, posso uscire un momento?”
“Vada Willis, si sbrighi!” Uscii di corsa e chiusi la porta.
“Pronto?”
“Sammy, sono Nikki”
“Lo so, cos’è successo? Stai bene? Parla”
“Sto bene, stiamo bene; scusa se ti ho chiamato a lezione ma sono appena tornata dalla disco e non potevo aspettare.Devo dirti assolutamente quello che ho appena saputo!”
“Ok tranquilla, adesso sono in corridoio ma sbrigati altrimenti il prof. mi fucila ”
“Siediti o appoggiati al muro, mi raccomando..”
“Nikki..”
“Ok ok, Stephen si è trasferito..”
“C OOO S A ?!“
“Non so dove, non so perché ma non lo vedevo a
scuola da qualche giorno, poi, poco fa ho, incontrato Rob e mi ha detto
che è partito da due giorni.. ma nemmeno lui sa
altro”
“Ah, capisco. Senti Nikki ci sentiamo presto, devo rientrare in classe. Bacio”
“Tutto ok? Mi dispiace Sammy”
“Tranqulla, ora devo proprio andare.”
“Ok, bacio.”
Quella notizia mi sconvolse. Non lo sentivo da tanto ma almeno sapevo
dov’era, non l’ho più cercato,
l’ho sempre evitato da quando Kyle l’aveva appeso
al muro. Era passato un anno e mezzo, avevo cambiato il numero di
cellulare e avevo scongiurato, agli amici in comune, di non fargli
arrivare mezza parola. E adesso che lui aveva fatto la stessa cosa?
Perché mi sentivo così? Di certo non ero
più innamorata ma il solo fatto di non sapere dove fosse mi
metteva tristezza. E’ come se l’ultimo filo, seppur
sottilissimo, che ci legava si fosse spezzato, strappato, troncato.
Mi decisi ad aprire la porta e rientrai in classe. Freeman si accorse
subito che qualcosa non andava
“Willis, va tutto bene? “
“Si professore, mi scusi ancora per l’interruzione..” continuai verso il mio banco, persa nei miei pensieri e con lo sguardo rivolto verso il basso, ero lenta, mi sentivo pesante, arrivai alla sedia e mi lasciai sprofondare in essa.
Ero talmente presa dai miei pensieri, che quando mi voltai verso Freeman, vidi che al suo posto c’era il docente di diritto; era girato di spalle, si girò Simon a guardarmi, gli feci un sorriso appena accennato e mi voltai di nuovo a fissare un punto non definito, fuori dalla finestra.
Non so nemmeno io a cosa stessi pensando precisamente, so solo che mi sentivo veramente triste. Forse mi chiedevo il perché di quel mio comportamento; alla fine quella che aveva chiuso definitivamente ero stata io. Ero stanca di lui, di noi, dei tira e molla.. poi per un anno e qualche mese ero uscita con altri ragazzi, una storiella da un paio di mesi e nottate senza impegno.. ma allora perché questo senso di angoscia e di tristezza infinita?
Per fortuna che le lezioni finirono, mi alzai dal mio posto e uscii
dall’aula senza dar retta a nessuno, senza ascoltare
eventuali commenti derisori e affermazioni varie; mi ritrovai in un
batter d’occhio nel parcheggio e mi cadde l’occhio
su una stupenda moto: una MV
Augusta F4 nera. Che visione straordinaria! La guardai in
ogni singolo dettaglio, era accattivante, grintosa e con un design
favoloso ma soprattutto era nera! Un colore raro da vedersi in giro, in
prevalenza erano argento e rosse, a parte quella di Kyle che era bianca
e argento, ma nera non l’avevo mai vista. Mi domandai chi
fosse il proprietario, di quel gioiellino, per avere un così
tanto buon gusto..
A chi apparteneva questo capolavoro di due ruote?
“ Hey ragazzina.. me la consumi a furia di guardarla!" Avevo già riconosciuto la voce, tanto bella ma anche così fastidiosa. Alexander.
“Bella moto. Peccato solo che sia tua. Dicono che la moto ripecchi in parte la persona che la guida, peccato che con te il detto abbia toppato clamorosamente! Troppo presuntuoso, egocentrico e arrogante per una moto accattivante, indefinibile e meravigliosa, unica direi” risposi sprezzante, con un tono che non ammetteva repliche. Gli voltai le spalle e me ne andai, senza attendere che controbattesse, con un sorrisino dipinto sul mio volto. - Arrogante e maleducato Smith!-.
Alexander Smith, bello come un Dio ma presuntuoso e stronzo come pochi.
Forse avrei dovuto ringraziarlo, con la sua presenza, per un attimo, mi
fece smettere di pensare.
Presi le mie cose e uscii di corsa dal dormitorio mentre
erano tutti a pranzo, mi infilai il casco, accesi la mia piccola belva
verde brillante e mi avviai verso l’entrata del Campus e,
neanche farlo apposta, incrociai Alexander sulla sua MV.
Guardò
la mia moto, mentre attendeva che alcuni studenti attraversassero il
cancello. Lo affiancai, tanto non mi avrebbe mai riconosciuto, avevo
messo il giubbetto e il casco aveva la visiera a specchio,
perché non tentare? Mi girai verso di lui e lo squadrai.
Gli feci un cenno di
saluto, con le due dita, mentre l’ultimo pedone lasciava
libera la strada; partii senza aspettare il suo cenno in risposta.
Ormai stava diventando un'abitudine non aspettare la sua risposta. Lo
vidi dallo specchietto inclinare la testa. Sorrisi e mi avviai
velocissimamente verso la palestra.
Avevo numerosi pensieri
in testa e avevo parecchio da scaricare.
Presi a pugni e a calci quel sacco finchè non fui stremata.
Angolino
autrice: Ed eccoci,
Alexander Smith ha fatto il suo ingresso. Un ragazzo da infarto,
indubbiamente. Diciamo che la nostra Sammy gli ha dato una bella
mazzata sull'ego. Chi è Alexander? Semplice, il
cooprotagonista di questa storia.
Ne vedremo delle belle insieme a loro, ve lo posso assicurare. Bombe,
Granate, fuochi d'artificio, C4, giri di "Space Mountain", "Blu
tornado" e via dicendo.
Non credo ci sia molto da dire sui pensieri e sul discorso che si fa
Samantha su Steve. Un minimo di legame, c'è sempre, tra due
persone che si sono volute veramente bene.
Se avete domande, sono qui ;)
Alla prossima!
Just like a spy
through smoke and lights
I escaped through the back door of the world
and I saw things getting smaller
fear as well as temptation.
Now everything is reflection as I make my way through this labyrinth
and my sense of direction
is lost like the sound of my steps
is lost like the sound of my steps.
Scent of dried flowers and I'm walking through the fog
walking through the fog
Scent of dried flowers and I'm walking through the fog
walking through the fog
I see my memories in black and white
they are neglected by space and time
I store all my days in boxes
and left my whishes so far behind
I find my only salvation in playing hide and seek in this labyrinth
and my sense of connection
is lost like the sound of my steps
is lost like the sound of my steps.
Scent of dried flowers and I'm walking through the fog
walking through the fog
Scent of dried flowers and I'm walking through the fog
walking through the fog
Words sounds music and I'm spinning in
Words sounds music and I'm spinning out
but I want to stay here
'cause I am waiting for the rain
and I want it to wash away
everything, everything, everything.
Scent of dried flowers and I'm walking through the fog
walking through the fog
Scent of dried flowers and I'm walking through the fog
walking through the fog
Scent of dried flowers and I'm walking through the fog
walking through the fog
Scent of dried flowers and I'm walking through the fog
walking through the fog
LABIRINTO – ELISA
Proprio come una
spia attraverso fumo e luci
sono scappata attraverso la porta sul retro del mondo
e ho visto le cose diventare più piccole
la paura diventare tentazione.
adesso tutto è un riflesso visto che
ho percorso la mia strada attraverso questo labirinto
e il mio senso d'orientamento
è perso come il rumore dei miei passi
è perso come il rumore dei miei passi
odore di fiori secchi, e sto camminando nella nebbia
camminando nella nebbia
odore di fiori secchi, e sto camminando nella nebbia
camminando nella nebbia
vedo i miei ricordi in bianco e nero
sono trascurati dal tempo e dallo spazio
conservo tutti i miei giorni in degli scatoloni
e ho lasciato i miei desideri così indietro
trovo la mia unica salvezza nel giocare
a nascondino in questo labirinto
e il mio senso di conoscenza
è perso come il rumore dei miei passi
è perso come il rumore dei miei passi
odore di fiori secchi, e sto camminando nella nebbia
camminando nella nebbia
odore di fiori secchi, e sto camminando nella nebbia
camminando nella nebbia
parole, suoni, musica, e sto girando
parole, suoni, musica, e mi sto prolungando
ma voglio restare qui perchè
sto aspettando la pioggia
e voglio che lavi via tutto, tutto, tutto
odore di fiori secchi, e sto camminando nella nebbia
camminando nella nebbia
odore di fiori secchi, e sto camminando nella nebbia
camminando nella nebbia
odore di fiori secchi, e sto camminando nella nebbia
camminando nella nebbia
odore di fiori secchi, e sto camminando nella nebbia
camminando nella nebbia.