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Autore: Emily Doe    24/08/2010    3 recensioni
Harry ha una sorpresa per James ed Albus, e proprio non riesce a contenere l'entusiasmo.
Seguono semplici flash, immagini di vita più o meno quotidiana della famiglia Potter di nuova generazione... e non solo.
Genere: Commedia, Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Severus Potter, James Sirius Potter, Lily Luna Potter
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
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Disclaimer: Tutto di zia Jo, as always. Io mi limito a scribacchiarci su qualche scemenza.

Note: Nata da prompt di Dani, Lettera, collegata alla ex-flashfic (in revisione ha superato di poco le 1000 parole XD) “Cuccioli a casa Potter”, sempre basata su un prompt di Dani (che mi ha chiesto non una, ma due volte che fine avesse fatto il batuffolo – non volendomi ascoltare, quando le dicevo che nell'altra fic ancora non c'era XD, and so... ^^). Tutta per te, Dani :megahug:.
Una cosina così, scritta perché, così come per la prima, mi rilassava l'idea.
Insomma, è una raccolta di storie molto semplici: io vi ho avvisati ^^. Probabile che continuerò a farlo XD.





Missive Impossible





James si umettò le labbra, concentrato, e strinse con più fermezza la piuma d'oca che teneva in mano. Fissò ancora lungamente la pergamena, percependo chiaramente suo fratello fremere accanto a sé, finché non sollevò lo sguardo, un poco titubante.
Suo padre lo osservava serio in viso, e con quella stessa profonda serietà annuì, la mascella inconsapevolmente contratta. Allora James piegò con cura quella pergamena costellata di macchie d'inchiostro, scese con un saltello dalla sedia, e, all'unisono con Albus e lo stesso papà, neppure si fossero messi d'accordo, rivolsero i loro sguardi sul capro espiatorio. Sapevano che, dopo, avrebbero dovuto mettere a tacere la coscienza. E che non sarebbe stata né la prima, né l'ultima volta.

Quando Ginny udì quel lieve rumore, si rese improvvisamente conto di quanto silenziosa la casa fosse di colpo diventata: oltre a quello stesso lieve rumore, non si udiva nulla. Inclinò la testa da un lato, scostando le tendine della finestra davanti al lavello, per accertarsi che non fossero in giardino. Non lo erano.
Arricciando il naso, insospettita, prese la bacchetta che teneva sempre con sé – abitare con dei Potter, specie con i suoi figli, era una continua fonte di guai: meglio tenersi pronti per ogni evenienza – e si voltò in attesa dell'arrivo di ciò che stava producendo quello strano, lieve rumore. Perché era un rumore irregolare, a volte quasi impercepibile, ma nettamente in avvicinamento. Nulla, poi, poteva essere impercepibile all'orecchio di Ginevra Molly Weasley, abituata a drizzare le antenne per il minimo fruscio, che di solito si traduceva in qualche brutta escoriazione o livido bluastro, ed una ramanzina per uno dei suoi due figli. O per suo marito. Sospirò.

Il rumore sembrava essersi momentaneamente affievolito, quasi come la cosa in avvicinamento avesse avuto un momento di esitazione o di incertezza, poi aveva ripreso con uno slancio notevole – spat, spat, spat -, come attirato da chissà cosa. Ginny si rese conto che, a furia di badare a quei due, ehr, tre disastri ambulanti, si era abituata quasi a vederli come degli animaletti irrazionali, che facevano quel che facevano senza sapere perché lo stessero facendo. Un po' come suo fratello, ecco. Quindi pensava, con notevole margine di sicurezza, che ad attirare quel rumore, o la cosa che lo produceva, dovevano essere stati i biscotti appena sfornati. Sì, probabilmente era tutto merito dei biscotti, sorrise tra sé. Ci aveva messo anche le gocce di cioccolato, come li preferiva il più grande dei tre bambini, questa volta.
“Okay, potete venir fuori, ora?” disse alla fine, reprimendo il sorrisetto. “Vi ho sentiti: i biscotti non riuscirete ad averli, non prima che si siano raffreddati.”
Ma quando da dietro lo stipite della porta fece capolino una testolina rossa, e quegli occhi nocciola, e quel sorriso quasi tutto gengive, Ginny aggrottò le sopracciglia.

Sua figlia Lily, sei mesi appena compiuti, si trascinava sorridente e raggiante verso di lei facendo forza sulle manine – spat, spat, spat -, strusciando le gambe e la deliziosa tutina giallo pulcino sul pavimento – non si affaticava a gattonare propriamente: Harry sosteneva che stesse ancora imparando, ma Ginny pensava che volesse semplicemente risparmiare le energie. La somiglianza con suo fratello, in questo, l'aveva profondamente turbata, ed Harry aveva dovuto sorbirsi tre notti di elucubrazioni, per poi prendersela con Ron, che effettivamente c'entrava poco e niente, ma ci era abituato.
La giovane mamma inarcò un sopracciglio, quando la piccola si fermò, sollevando gli occhi su di lei e donandole un secondo sorriso con più buchi che dentini. Gorgogliò allegra.
“Ehilà,” rispose sua madre al gorgoglio. “E tu come sei arrivata fin qui?”
Solo allora notò il foglio di pergamena che era stato assicurato addosso a Lily, legandoglielo letteralmente sulla schiena mediante l'ausilio di un suo foulard bianco che, ne era certa, avrebbe trovato pieno di macchie e forse anche con qualche strappo.
Si chinò e lo sfilò da quella imbragatura approssimativa, prima di sollevare la bambina, sistemandosela seduta su di un avambraccio. Non senza curiosità, aprì il foglio e, non senza difficoltà, scorse le poche righe, costellate di strafalcioni e macchie di inchiostro – opera di James, ne era certa. Albus non sapeva ancora scrivere, e neppure Harry avrebbe potuto rovesciare così tante volte il calamaio o lasciar cadere gocce di troppo con quella frequenza.

Carrisima mamma,
il cuciolo di casa ti vuoli dire una cosa. Questo è un mesagio del cuciolo di casa. Di lui e di nesun altro.
Mi sono stufo di farmi talliare i cappeli, e di mangiare – wow, per scrivere bene 'mangiare' James ci si doveva esser messo d'impegno – i spinacci e i brocolo e tutte quelle
– qui uno 'scifezze' era stato cancellato, opera di Harry, e sostituito con un 'tante buone cose che fano bene' – tante buone cose che fano bene, e poi vollio qualcuno con cui talliare i cappeli ance io, per qui, dici di sì al nuovo cuciolo?
Penza che mi sentiva tanto sola!
Ti vollio bene e pure loro e pure il nuovo cuciolo, se ielo chiedi.
Il cuciolo. Quelo di prima.


Oh, no. Oh, no, no, no. Non poteva essere. Pensava di averla scampata quando James ed Albus avevano eletto la sorellina a “cucciolo di casa”, ed anche se per questo aveva dovuto spesso salvarla da tagli di capelli troppo drastici, ed evitare che venisse usata come ripiano su cui salire per raggiungere la biscottiera grande in cucina, era stato fino ad allora non facile, ma comunque fattibile giostrarsi la cosa.
Ed invece... oh, no. No, no, no.
Non sarebbe certo stato così fattibile giostrarsi tre bambini – e tra i tre era compreso anche il marito, visto che Lily, per ancora sei mesi, sarebbe stata catalogata come neonata, e in quanto tale relativamente – relativamente – innocua, più un qualcosa di peloso, rumoroso, da accudire in tutto e per tutto – peggio di suo marito, che era anche peggio di Lily – e da tenere sott'occhio. Solo a pensare a come quel gruppo devastante avrebbe ridotto la casa si sentiva venir meno.
Lily gorgogliò ancora, sporgendosi verso la teglia dei biscotti caldi – in fondo era una Potter, no? Ai biscotti con le gocce al cioccolato nessun Potter sapeva resistere. - e dalla porta fecero capolino, in successione, i musi dei tre geni che avevano ordito quell'astuto piano.
Nel vedere le loro espressioni, Ginny non resistette, non seppe mantenere l'aria perplessa e vagamente arrabbiata – che parolone – e scoppiò a ridere.
Albus squittì emozionato, e James uscì del tutto allo scoperto, saltellando.
“Quindi dici di sì, mamma? Dici di sì, vero?”
I due bambini le saltellarono attorno, lanciando gridolini emozionati, talmente felici da dimenticarsi di allungare le manine alla ricerca di qualche biscotto su quel ripiano ancora troppo alto per loro.
“Posso uscire anche io?” domandò Harry, con gli occhiali sul naso storti alle ventitré.
“Non lo so, ci devo pensare.”
“Okay. Metti via la bacchetta.”
“Devo pensare anche su questo.”
Lui deglutì.
“Va bene, ricordati solo che non puoi rendere orfani i tuoi bambini del padre in così giovane età, e...”
“Esci fuori, Harry James Potter.” rise Ginny, con Lily sulla spalla che si contorceva alla vista dei biscotti ed i fratellini che la tiravano contenti per una mano, emettendo suoni impossibili da emettere – purtroppo non da percepire – per gli esseri umani.
Con la testa bassa e quell'espressione da ragazzino sul viso, Harry entrò in cucina, tenendo in braccio un peloso, piccolo, morbido – e con cui giocare!, avrebbero aggiunto i bambini –, tenero cucciolo di pastore tedesco. Lo sapeva perché suo padre aveva voluto documentarsi sugli animali da compagnia dei Babbani, e siccome aveva deciso di redimersi dalla propria ignoranza nel campo quando tutti i suoi fratelli erano stati abbastanza grandi da andare a Hogwarts, tutti tranne lei, Ginny aveva dovuto aiutarlo nelle ricerche e con le catalogazioni. Una vera gioia.
“Allora?” domandò Harry, stringendo a sé il cucciolo che cominciò a scodinzolare ed uggiolare alla vista dell'agitazione generale in cucina.
“Allora, Harry, quel cane diventerà grosso quanto tre o quattro volte i tuoi figli ora,” concluse Ginny, senza neppure fingere di ponderare la questione. “ma vuol dire che fuori, specie la sera, lo porterai tu.”
Il viso di Harry si illuminò di un sorriso estasiato, in una falcata le fu di fronte e, schiacciandole per un istante il cucciolo e Lily contro petto, la baciò sulle labbra. Per fortuna i bambini erano troppo presi dalle loro folli danze di folle felicità, per gridare un Bleaaah! sconvolto come al solito.
“Il cucciolo nuovo rimane con noi! Sentito, bambini?”
Un nuovo coro di gridolini e risate invase la cucina, e Lily smise momentaneamente di contorcersi alla ricerca dell'agognato biscotto per biascicare qualcosa e guardare sua madre interrogativamente.
“Non guardare me, tesoro,” le rispose Ginny, strofinandole il naso contro una guancia paffuta. “A volte mi chiedo io stessa perché l'ho sposato. E temo che, comunque, tu rimarrai sempre il primo cucciolo. Con un po' più di capelli, almeno.”
Allungò una mano verso la teglia e le diede un minuscolo pezzo di biscotto, che lei si mise a succhiare tanto contenta quanto suo padre, mentre si divertiva a fare il solletico prima al cucciolo, e poi ai suoi figli, che si azzuffavano giocosamente – sì, tutti e tre – sul pavimento fino a poco prima immacolato, ora pieno di impronte. Neppure si erano puliti le scarpe, prima di entrare... santa pazienza.
“Sei quasi più contento tu dei bambini.” gli fece notare, quando intercettò il suo sguardo.
Lui sorrise, quel sorriso genuino e da ragazzino che ancora conservava, e che Ginny amava come il primo giorno in cui l'aveva visto.
“Lo so,” ammise.
Sua moglie tese il braccio libero verso di lui, dandogli un paio di biscotti.
“Dobbiamo rivedere la tua ortografia,”
“Tutto quello che vuoi.” assicurò lui.
Ginny rise apertamente, schioccandogli un sonoro bacio sulla guancia, che si meritò un vivace Bleah! da due dei suoi tre figli, anche se presi dai loro giochi col nuovo cucciolo e dal loro rinnovato, forte desiderio di biscotti con le gocce al cioccolato. Solo una 'a', però, visto che era sulla guancia.
“Ma te la farò pagare comunque.”
“L'ho detto: tutto quello che vuoi.”
Non in quel senso.”
“Oh.”








Fine







Note dell'Autora e Ringraziamenti ^^: Sì, effettivamente avevo detto che svariate storielle erano già pronte... purtroppo però il Male (l'università... per essere precisi, la Sessione Estiva: dico io, ma chi è il genio che ha piazzato una sessione in piena estate? Me lo chiedo ogni volta. Prima o poi lo scoprirò. E non lo troverò certo per congratularmi dell'idea -.- per intenderci.) mi ha assorbita nel suo buco nero di disperazione, caldo e tomazzi da minimo 700 pagine l'uno, e tra una cosa e l'altra... beh, eccoci qua ^^.
Oh, beh, che dire? Grazie per essere arrivati fin qui e... beh, sì, è proprio una sciocchezza ^^. E sì, lo so, il titolo è la cosa più idiota di tutte (no, lo è la letterina, ma quando sono andata per falciarla via dal testo della storia con tanto di ghigno satanico, mi ha fatto troppa pena il piccolo James: non potevo ignorare così i suoi sforzi :p) :lol:!

Un ringraziamento particolare va alle gentilissime – e fin troppo buone - anime che, dopo aver soppresso l'orrore di fronte a cotal... ehm... trovate una parola voi, please XD, hanno avuto lo stomaco e la gentilezza di lasciarmi un pensiero ^^. Grazie a:

Eles Weasley, sono davvero contenta che l'abbia trovata affettuosa :). Era il motivo principale per cui l'ho scritta ^^. Thanks!
jadina94, verrebbe quasi da pregare di restare “troppo piccoli”, nel caso di Lily, eh? XD E non solo per i broccoli... Povero amore, con quei due disastri di fratelli *_*. E quel padre *_*. Sulla scioccaggine (?) dei prossimi capitoli neppure mi esprimo: credo che questo, ad esempio, parli chiaro ^^'
merryluna, sai che la minuscola mi inquieta? XD E sai che, rileggendo la flash, per la pronuncia di Albus, a posteriori mi eri venuta in mente tu? XD Ma Albus è così puccino: cosa posso avere contro la esse pronunciata male? ;p Contenta che abbia apprezzato il riferimento a quella fiaba: è così idiota che ancora, se ci penso, rido da sola XDDD (ben le sta, a Ginny! :terribile: XD) Grazie ancora :)
Hey There Delilah, Harry è uno dei miei passatempi preferiti: sicuramente lo rendo più tonto di quanto non sia, ma la cosa mi garba XD. Mi fa piacere sapere che l'ambientazione ti sia piaciuta, e spero che, nel caso ti trovassi a leggere anche i capitoli successivi, non ti deluda. Ho trovato rilassante scrivere di Harry, Ginny ed i tre pestiferi pargoli ^^.
nefertari83, non sai che piacere sapere che quel che ti ha trasmesso è stato proprio quel fa tanto famiglia ^^. La raccolta era nata proprio per questo :) *poi chissà come si snoderà, andando avanti... se andrà avanti, poi :unsure:*. Ne approfitto (mi sento sempre una scema a contattare in pvt chi recensisce ^^') per ringraziarti tanto anche degli altri tuoi commenti che, nei mesi scorsi, hai lasciato ad alcune mie storielle: troppo buona, non meritano tanto :). Un bacio! Emy
pai80, sai che mi sa che Harry lo sto un po' bistrattando, ultimamente? Sarà un'impressione mia, ma... Dici che in Costituzione c'è un articolo che vieta espressamente la cancellazione di storie che hanno ricevuto recensioni? *mumble* E zitta, va', che mi sa che a breve ti toccano almeno un paio – una è quasi sicura –, di nuove scemenzuole di Insaccati di Vita *ride stupidamente al ricordo di quando Dani non capiva cosa c'entrasse slices, ché aveva letto... che avevi letto? XDDD*.

Dovrei aver detto tutto *logorroica*. Divertitevi e/o rilassatevi il più possibile in questa fine estate :)
Emy

PS: Siccome qualcuno me l'ha chiesto, sì, ci saranno altri capitoli ^^. Non necessariamente in ordine cronologico :). Questa è una raccolta di brevi fanfiction: ogni capitolo è una storia a sé, ma si ricollega alle altre, anche solo essendo un diverso episodio della vita di alcuni personaggi... insomma, il tema è quello ^_^. Scusate la poca chiarezza, ma girare in macchina a quest'ora con questo caldo non aiuta XD.
   
 
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