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Autore: Emily Doe    20/05/2010    6 recensioni
Harry ha una sorpresa per James ed Albus, e proprio non riesce a contenere l'entusiasmo.
Seguono semplici flash, immagini di vita più o meno quotidiana della famiglia Potter di nuova generazione... e non solo.
Genere: Commedia, Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Severus Potter, James Sirius Potter, Lily Luna Potter
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Disclaimer: Tutto di zia Jo. Di sicuro ha anche ideato varianti magiche del nostro Lego, me lo sento. Forse anche Barbabietonzolo *scaricabarile*.

Nota sulla raccolta: Era nata come una breve storiella, decisamente sciocca, su un prompt fornitomi da un'amica, ormai mesi e mesi e mesi fa. Non so come, poi, a questa breve storiella, sempre decisamente sciocca (io ci avevo sperato che potesse diventare più intelligente da sé, mentre non guardavo, ma a quanto pare mi sono illusa – una tristA vicenda, lo so), se ne sono aggiunte altre, sempre decisamente ed irrimediabilmente sciocche (inutile dire che neppure loro, per farmi una bella sorpresa, hanno deciso di rendersi autonomamente più intelligenti nei mesi che hanno fermentato nel mio hard disk. Storie crudeli.). La verità è che è nata una sorta di raccolta – di storie ingrate, che non si migliorano da sé e, indovinate?, decisamente sciocche – che non ha una vera trama di base, se non quella di essere un insieme di spezzoni di vita *se volete, posso ripetervi qualche altro “di”, eh: basta chiedere. C'è lo sconto sul formato famiglia :p*, di flash, di slices of life (da cui appunto prende il nome) della famiglia Potter di nuova generazione. Nessuna motivazione particolare, escluso il fatto che per me è stato rilassante scrivere queste due scemenze ^^: è nata così da sé, e non escludo che l'attenzione possa virare anche su altre famiglie/personaggi, o prendere un'ottica un pochino differente, andando avanti con i capitoli – la verità è che, in quanto raccolta, non ho idea di quanto durerà, come non avevo idea della sua esistenza finché la verità non mi si è palesata davanti agli occhi in un tetro pomeriggio invernale (leggasi: di studiare non ci va proprio). Non credo seguirà un ordine cronologico.
Che dire? Null'altro. Vi lascio alla lettura del primo 'capitolo' – che sia sciocco, e lo sia anche decisamente, non devo ripetervelo, vero? ;).
Ah, il prompt di Dani era stato “Cucciolo (lascio a te scegliere quale)” - che ho interpretato a modo mio ed al quale ho aggiunto lo stupido particolare dei cuccioli architetti ed un'altra piccola stupidaggine nel capitolo successivo, per motivi che lei potrà capire ^^. Insomma, in un momento di blah ho prodotto la seguente stupidaggine. È stupida tanto, vi ho avvisati come ho potuto :p.
Oh, sì, il “riassunto” *:very unsure:* della raccolta probabilmente cambierà, se la raccolta sopravvivrà ai miei sicuramente futuri ripensamenti: l'ho solo buttato lì nell'istante di follia che mi ha convinta a pubblicare la prima scemenza :)
Un bacio e grazie per aver perso tempo con questa mia sconclusionata nota,
Emy






Cuccioli a casa Potter





“Bambini, papà ha una sorpresa!”
Harry, con un tono carico di eccitazione e di aspettative, aveva fatto capolino nella stanza dei due fratellini, intenti a giocare agli architetti con le loro bizzarre costruzioni. Lui non si era ancora abituato al fatto che potessero, di propria sponte, decidere di non rivestire più natura di casetta, ma propendere per un più ambizioso castello – alla faccia di una faticata e sudata laurea in architettura, o disseminarsi da sole per tutta casa e nei luoghi più impensati, come sotto il tuo cuscino, o nella tua tazza di caffè – già piena di caffè. Beh, certo, sempre meglio quelle delle Gobbiglie di ultima generazione, bisognose di contatto umano, che avevano la fastidiosa tendenza a rotolarti sotto i piedi proprio quando decidevi di alzarti, o di scendere le scale di fretta, poiché in ritardo, e amavano infilarsi nel letto e sotto i cuscini, non di rado. Inutile dire quanto Ginny protestasse quando si convinceva di averne una nascosta sotto il materasso.
I due bambini sollevarono simultaneamente lo sguardo, distogliendolo dalle loro occupazioni. Due paia di occhietti curiosi gli dedicarono la loro più completa attenzione.
Perché Ginny non aveva voluto saperne, di semplici, innocue, immobili costruzioni Babbane? Stimolare la fantasia, tzé.
“Vi ricordate, per caso, di quella storia che ci avrete ripetuto,” si interruppe giusto un secondo per riflettere sul fatto che in realtà fosse stato James a tartassarli, letteralmente, in quanto il vocabolario di Albus era ancor più ristretto del già ristretto vocabolario del fratello, poi concluse che gli sguardi imploranti e cucciolosi valevano come tartassamento psicologico, ed andò oltre. “almeno un migliaio di volte?”
Albus si infilò il pollice in bocca e lo succhiò assorto.
“Il bastone... la scopa che vola?” chiese James, fiero di essersi corretto in tempo.
“No, non quella storia.”
“Mmm,” fece suo figlio maggiore, accigliandosi per un istante, prima di illuminarsi in viso, gli occhi castani scintillanti d'emozione. “Il bastoncino che fa le magie?”
Harry si grattò perplesso la testa, e si chiese quanti anni sarebbero ancora passati prima che James trafugasse una bacchetta ad un qualche parente e cominciasse a cacciarsi in guai seri – guai magici, e che non riguardassero solamente quelle intraprendenti costruzioni.
“Ehm, no, nemmeno quello. Ricordate? Lo chiedevate ogni giorno, anche prima di andare a dormire, prima della favola di Barbabietonzolo... qualcosa di piccolo, morbido, con cui giocare...”
Albus si tolse il dito sbavato dalla bocca, agitandolo in aria.
“Cucciolo!” squittì, trionfante. Era meraviglioso vedere come uno squittio potesse risultare trionfante, ma Albus di per sé era tutto un programma, con le sue riflessioni sulle cose più assurde ed i suoi innamoramenti per gli oggetti più banali, come un rotolo di carta igienica – una volta ne aveva scaricati via due interi, salutandoli con fare accorato e raccomandando loro di fare i bravi, ovunque andassero - o i luccicanti cucchiaini in cucina, che Ginny aveva dovuto far sparire dalla circolazione, causa continui furti dettati da quel supremo amore.
Harry sorrise, incapace di contenere oltre il proprio entusiasmo – non che vi fosse granché riuscito, fino a quel momento, ma quelli erano solo dettagli.
“Esatto! Ho convinto la mamma a prendere un cucciolo, siete contenti?”
Nessun gridolino di gioia seguì quell'annuncio, nessun saltello e nessuna parola inventata sul momento per esprimere un entusiasmo ed una felicità inesprimibili per il vocabolario di bimbi di tre e due anni. Harry spostò lo sguardo dal visino dell'uno a quello dell'altro: i due sembravano osservarlo come avesse detto un'ovvietà.
“No shorpresha,” balbettò Albus, incespicando su tutte le esse, come sempre.
Il padre, sempre più confuso, sentì il sorriso incrinarsi: credeva che la notizia li avrebbe resi così felici... di sicuro non ci era voluto poco a convincere Ginny.
James, che doveva aver intuito la sua perplessità, si alzò con un breve sospiro ed afferrò il fratello per la manina, trascinandolo in piedi.
“Vieni?” chiese al padre, incitandolo a seguirli.
A piccoli passi, e con più d'una distrazione per Albus, che amava gli angoli arricciati dei tappeti e avrebbe passato ore a guardare il bisnonno Weasley russare contegnosamente nel suo ritratto, arrivarono alla stanza in fondo al corridoio, quella sua e di Ginny.
“Una sorpresa è quando non sai che cosa è,” spiegò James, fermandosi accanto all'armadio, poco distante dalla finestra.
Qualche raggio di sole intiepidiva la luce cupa dell'inverno, scaldando appena, sotto le copertine, le guance rosee della più giovane dei Potter, che sonnecchiava beatamente nella sua culla, stringendosi un orecchio con la manina.
Qualcosa di piccolo, morbido, con cui giocare...
“Cucciolo,” aggiunse Albus convinto, indicando la culla, cercando di fugare ogni dubbio paterno su quel concetto logicissimo.
Harry guardò sua figlia, due settimane appena, respirare piano, poi si volse nuovamente verso i due, che lo osservavano con l'aria di chi deve spiegare proprio tutto ad uno stupido, espressione che si acuì quando loro padre si mise a ridere, scuotendo la testa. I piccoli si guardarono sorpresi, probabilmente cominciando a capire che quel bisticcio con quel signore buio che aveva spaventato per anni tutti quanti, e che il loro papà aveva mandato via, forse in castigo, magari a mangiare per sempre spinaci, doveva aver avuto qualche effetto deleterio sul pover'uomo.
“Questa devo dirla a Ginny,” sussurrò lui tra le risate, affrettandosi in corridoio e chiamando a gran voce la mamma.
James si issò a fatica sul letto dei genitori, aiutando suo fratello nell'ardua arrampicata, e nascondendo sotto il maglioncino, con un sorriso furbetto, poi, quel legnetto che faceva le magie, che il papà aveva dimenticato sul comodino. Dalla cima di quell'altissimo monte appena conquistato, guardarono il cucciolo di casa, ignaro di tutto.
“Papà non ha visto la cuccia del cucciolo, quello con le corust... cosursh...” la zeta poteva essere ancora più infida della esse, povero Albus.
“A papà non dobbiamo dirlo,” rispose il fratello, annuendo con fare solenne. “non gli piacciono le costruzioni.”
I due sospirarono ancora, proprio non capendo cosa avessero di male quei colorati e vivaci – in tutti i sensi – mattoncini. Al cucciolo sarebbe piaciuta una cuccia che cambiava sempre forma, no?
“Quando possiamo giocare col cucciolo?” domandò ancora il più piccolo, senza osare sporgersi troppo, seduto sul bordo del letto, ché una nuova scalata non sapeva se avrebbe potuto affrontarla. “Tagliargli il pelo, e fargli portare le cose in giro, ed arrampicarci, e fargli fare il cavallino, e sgridarlo e dargli i bis... bishcotti, quando è bravo?”
“Tra poco,” rispose serafico James, col sorriso furbetto di poco prima.
Su per le scale si udivano i passi e le risatine dei genitori.
“E fargli mangiare i broccoli, che fanno schifo.” aggiunse, pregustando le future avventure.
Shchifo,” assentì Albus, approvando l'idea.







Fine

















Nota della Pazza e Ulteriori credits non richiesti (ve lo assicuro): Che vi avevo detto? XD Anyway. L'episodio dei rotoli di carta igienica è avvenuto davvero – non con Albus, s'intende -, posso testimoniare. Ho dovuto inserirlo perché, pensandoci, mi dava una buffa sensazione mista di divertimento e tenerezza :). La Gobbiglia sotto il materasso, di cui Ginny si lamenta, è un richiamo stupido ad una fiaba conosciuta – ed una piccola soddisfazione mia, che mi diverto con poco (e non amo granché Ginny XD).
Ringrazio Dani per essersi sorbita questa e troppe altre scemenza/e, e non le assicuro che non passerò a cancellarla dalla faccia del creato quando questo istante di follia autodistruttiva sarà passato ;p
Per i pomodori, la strada la conoscete :)
Emy
   
 
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