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Autore: ColdBlood     27/08/2010    4 recensioni
- Ragazzi…niente da fare. La neve ha bloccato la strada e i cellulari sono irraggiungibili. È ufficiale: siamo bloccati qui. –
Sei ragazzi, tre coppie, costretti in uno Chalet in montagna a causa di una tempesta di neve.
Problemi rimandati troppo a lungo si ripresenteranno e un divertente modo per passare il tempo.
"Raccontaci la tua prima cotta!"
Genere: Generale, Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Chapter Five

 

Benjamin

 

 

Dopo aver commentato a lungo la storia raccontata da Davy e Cedric, e aver preso ancora un po’ in giro il biondino per la sua figuraccia da Guinness, decisero di fermarsi per cenare.

Keith era un po’ in ansia e per questo non gustò al meglio il cibo preparato da Davy. Sapeva che dopo cena, probabilmente, sarebbe stato il turno di Ben di raccontare la sua storia. Oh meglio, Ben avrebbe raccontato la loro storia.

Non sapeva il motivo di quell’ansia, aveva soltanto una brutta sensazione all’altezza dello stomaco e sapeva che ormai ci si poteva aspettare tutto da Ben.

Avrebbe voluto alzarsi da tavola, tirarlo su per un braccio e portarlo in stanza a parlare, a chiarire. Perché quei problemi gli aveva rimandati troppo a lungo e ora si stavano ripresentando ancora più gravi.

Non sapeva se la loro relazione sarebbe riuscita a sopravvivere. Aveva dei seri dubbi a riguardo.

Ma lui era stanco. Keith non ce la faceva più in quella situazione.

Lui non si meritava come gli altri, come Cedric o Eric, una relazione appagante?

Ovviamente sapeva che tutte le coppie hanno i loro problemi. Le storielle rose e fiori sono noiose e a volte meno felici ed appaganti di quelle più complicate.

Aveva sempre pensato che se avesse trovato l’amore della sua vita si sarebbe impegnato costantemente, giorno dopo giorno, affinché la sua storia andasse bene. Non si sarebbe steso sugli allori credendo fermamente nella solidità del rapporto, lo avrebbe rafforzato ogni giorno di più.

E l’aveva fatto! L’aveva fatto con tutte le persone che aveva creduto essere l’amore della sua vita. E lo aveva fatto anche con Ben.

Ma probabilmente si era sbagliato ancora. Forse non era Ben l’amore della sua vita, no?

 

 

 

A cena conclusa Eric ed Alex furono i primi a tornare in sala. Eric accese la stufa e sperò vivamente che il giorno dopo la tempesta finisse davvero perché la legna continuava a diminuire.

Alex si accucciò sul divano, coprendosi con la grande coperta di lana che sollevò quando Eric si sedette accanto a lui.

- Fa davvero freddo Eric…- si lamentò il ragazzo, stringendosi a lui.

- Lo so. Ma ora si riscalderà un po’ la stanza. – appoggiò la guancia contro la sua testa quando Alex gli alzò un braccio per poi passarselo sulle spalle.

Eric allora si rese conto di quanto Alex fosse caldo.

Gli alzò la testa e appoggiò le labbra sulla sua fronte. Era bollente.

- Cazzo Alex, hai la febbre! – esclamò. Lo guardò in viso e vide che i suoi occhi color nocciola erano lucidi e le sue guance erano rosse.

- La febbre? – chiese a quel punto Cedric, entrando nella sala seguito da Keith e Ben, che presero subito i loro posti, uno lontano dall’altro sulle poltrone.

- Chi ha la febbre? –

- Alex. È anche alta. – rispose Eric, un po’ preoccupato.

- È meglio se vai a letto. – disse poi al suo ragazzo facendo già per alzarsi.

Ma Alex lo fermò – No Eric, voglio stare qui con voi. Non voglio stare di la! – si lamentò.

Sembrava quasi un bambino che non voleva ancora andare a letto.

- Starò con te. Ma devi stare al caldo sotto le coperte. – cercò di convincerlo il più grande.

- No dai, per favore amore. Sto qui vicino alla stufa, starò bene! – ribatté il ragazzo.

Eric sospirò ma non poté fare altro che annuire – Va bene. Vado a prenderti un’altra coperta e, dovrei avere qualcosa nella valigia per far abbassare la febbre.- detto questo si alzò e andò verso la camera da letto.

- Wow. È sempre così? – fece Ben, con un sorriso leggero.

Alex lo guardò e sorrise a sua volta.

- Beh…in fondo è un medico. – disse, facendo spallucce.

- Si preoccupa per te perché ci tiene. Lo farebbe anche se non fosse un medico. – intervenne Keith.

Aveva usato un tono di voce cupo e aveva gli occhi bassi sulle sue gambe.

Sembrava avere la testa altrove ed era strano. Alex se ne accorse quando voltò lo sguardo verso di lui.

Anche Cedric lo guardava, studiandolo un po’. Lo aveva visto estraniato anche a cena, come se non avesse idea di quello che gli succedeva intorno.

Ben anche lo guardò, ma non disse nulla.

In quel momento Eric tornò, passando prima dalla cucina per prendere un bicchiere d’acqua. Poi tornò accanto ad Alex.

- Prendi questa. – gli mise in mano una pillola, troppo grossa per i gusti di Alex, e poi gli porse l’acqua. In ragazzo però la prese senza fiatare.

 

Cedric si alzò e tornò in cucina, per vedere perché Davy ci mettesse così tanto.

Davy era al lavandino intento a lavare i piatti.

Socchiuse la bocca, sorpreso – Davy, ma che diavolo stai facendo? – esclamò.

Il ragazzo sobbalzò per lo spavento e si voltò verso di lui.

- Oddio, perché hai urlato in quel modo? – fece.

Cedric avanzò e con un colpo deciso chiuse l’acqua.

- Stai lavando i piatti con quest’acqua ghiacciata? Ma sei impazzito? – gli chiese, con una mano sul fianco.

- Ma non possono rimanere così tutti questi piatti sporchi! – si difese Davy.

Quella però era solo deformazione professionale. Ormai detestava vedere stoviglie sporche, doveva lavare sempre appena finiva di usarle.

Il biondo scosse la testa.

- Tu stai davvero male! – commentò, poi prese un asciugamano e gli asciugò le mani.

Quando poi le prese tra le sue si rese conto che erano davvero ghiacciate. Le sfregò un po’ con le sue, per farle riscaldare.

- Quando inizierai a pensare anche un po’ a te, eh testone? – gli fece poi, alzando la testa per guardarlo negli occhi. Ora sorrideva un po’ e il tono si era addolcito.

Davy non rispose subito e continuò a guardarlo negli occhi.

Sfilò le mani dalle sue e le poggiò sui fianchi di Cedric, coperti dalla lana pesante di quel maglione viola scuro che gli stava grande di qualche taglia.

- Tanto ci sei tu che pensi a me. – gli sussurrò sulle labbra prima di baciarlo.

Cedric alzò subito le braccia per legarle dietro alla nuca del suo ragazzo e ricambiò il bacio con trasporto.

Si staccarono solo quando i loro polmoni richiesero ossigeno.

Baciare Davy era sempre meraviglioso. Baciare le sue labbra piene e possessive.

Il biondino sfregò un po’ il naso contro quello di Davy.

- Andiamo di la dagli altri, dai. – fece poi, allontanandosi da lui ma prendendolo per mano. Davy annuì e lo seguì fuori dalla cucina.

- Va bene, ma stanotte sei tutto mio. –

 

 

 

°°°

 

 

Quando furono tutti seduti ai loro posti Eric sapeva che ora toccava a lui raccontare la sua storia. Ma fortunatamente, stranamente, Ben rimandò la sua ora.

- Ora tocca a me raccontare? – chiese appoggiato con un gomito al bracciolo del divano e con la mano affondato nei morbidi ricci neri.

- Oppure vuoi farlo tu per primo Eric? – chiese, guardando l’uomo di sottecchi.

Eric però abbozzò un sorriso – No, prego, vai tu. –

Ben annuì e raddrizzò la schiena contro la poltrona.

- Io e Keith ci siamo conosciuti in un set fotografico. Avevo bisogno di soldi, così quando lessi questo volantino pensai che magari era una buona occasione per fare dei soldi facili. Non ho mai avuto nulla. Ho finito le scuole superiori solo grazie a mia nonna, se non fosse stato per lei probabilmente avrei lasciato anche prima. Ma di andare al college non se ne parlava. Non ho mai avuto la testa per studiare. L’unica cosa che avevo e con cui, forse, potevo fare soldi era il mio aspetto. Sapevo di essere attraente come ragazzo, quindi mi presentai al provino.-

- Keith c’era ai provini. Sono sicuro che quelli che dovevano scegliere chi usare come modello volessero anche la sua opinione, ma lui era li da un lato, seduto su una sedia di plastica a mangiare un pacchetto di cracker e gli occhi bassi su un libro. –

Keith alzò la testa e guardò Ben. Anche lui lo stava guardando.

Sinceramente non si ricordava quell’episodio. La prima volta che Keith aveva visto Ben era stato solo quando lo trovò davanti al suo obbiettivo, cercando di nascondere l’imbarazzo che provava dietro una faccia di bronzo non indifferente.

- So che non è realmente questo quello che Keith voleva fare. So che non gliene importa niente di fare foto “artistiche” a dei modelli presuntuosi ed egocentrici. Ma questo è solo un ripiego. –

Keith tornò ad abbassare la testa. Era un discorso che avevano fatto più di una volta lui e Benjamin. E Ben gli aveva semplicemente risposto: “Beh, allora molla e fai quello che vuoi fare!”

La verità era che Keith aveva paura che se avesse lasciato quel lavoro che era abbastanza sicuro, avrebbero avuto problemi ad andare avanti.

Con il lavoretto che aveva Ben certamente non avrebbero potuto mantenere l’equilibrio economico che avevano raggiunto.

- Per i soldi. Perché ora Keith deve prendersi cura di me, come un bambino che non ha ancora l’età per darsi da fare. – la voce di Ben si era leggermente abbassata.

Era senso di colpa quell’inclinazione della sua voce?

- Comunque mi scelsero e andai a finire davanti alla sua bella macchina fotografica. Mi sono subito accorto che era cotto e stracotto di me. – disse, ridacchiando.

Gli occhi fissi sul ragazzo davanti a se che non poté anche lui far altro che abbozzare un sorriso.

- E non mi feci problemi. Insomma…era la prima volta che un ragazzo si interessava a me. Ma io non ho mai posto molta attenzione a queste cose. Mi interessava il sesso e non facevo altro che chiedermi come sarebbe stato andare a letto con un uomo. E Keith era perfetto, perché avanti, guardatelo, ha un corpo stupendo, non credete? – sorrise, quasi orgoglioso e si voltò verso Alex ed Eric.

Alex sorrise e annuì – Si, è molto bello. –

Eric invece rimase in silenzio. Sembrava non aver neanche sentito la domanda che Ben aveva posto. Aveva una strana sensazione, all’altezza dello stomaco.

Ben lo stava guardando, insistentemente, come se in realtà volesse solo da lui la risposta alla sua domanda.

Ma Eric sentiva che c’era qualcosa di strano nella piega che aveva deciso di dare al suo racconto, al tono e alle espressioni che stava usando.

- E allora non ci misi molto a decidermi. Lo facemmo sul set. Una sera quando tutti erano tornati a casa. È fu davvero stupendo. Per questo non ho smesso. – concluse, con un sorriso furbo, un ghigno.

Keith sentì il respiro bloccarsi nel petto. Sentì quasi un conato di vomito e le lacrime pungerli gli occhi.

Dio, stava per piangere? Si sentiva patetico.

Non poteva piangere li, davanti a tutti. Non poteva continuare a farsi far del male in quel modo atroce da quel ragazzino. Perché diavolo si stava ancora sottoponendo a quella tortura?

Si alzò di scatto. Gli occhi bassi. Non aveva il coraggio di incontrare lo sguardo di nessuno presente in quella sala. Di tutte quelle persone dannatamente innamorate. Di quelle coppie perfette, anche nei loro problemi e nei loro difetti.

Di Davy troppo geloso, possessivo ed iperprotettivo, ma innamorato perso di quella creatura per lui speciale e unica. Di Cedric, romantico, spontaneo e mai scontato. Di Eric, uomo di poche parole, ma che con un gesto o una sola parola riusciva a rendere più chiaro del sole i suoi sentimenti. Di Alex così ingenuo a volte, così tenero e fiducioso nei confronti del futuro.

Avanzò velocemente, imboccando il corridoio e andando verso la sua, loro, camera. Non ne poteva più. Voleva andar via da quello chalet. Avrebbe voluto uscire fuori e scendere giù a valle, non gli importava del freddo, della neve, del vento gelato e della possibilità di morire assiderati. Sarebbe stato mille volte meglio di stare li dentro, nel caldo quasi soffocante di quella maledetta stufa a legna.

Si, si sentiva soffocare.

 

 

Appena aveva visto Keith alzarsi in quel modo Eric si era istintivamente alzato con lui, ma si era bloccato quando aveva sentito la porta della camera sbattere.

Voltò lo sguardo duro verso Ben che aveva la testa bassa, gli occhi nascosti dietro la frangia lunga di capelli ricci sulla fronte.

- Dio, ma perché cazzo ti comporti in questo modo eh? Io non ti capisco, maledizione! – esclamò. Era arrabbiato e tutti guardavano la scena inorriditi.

Alex soprattutto era sorpreso dalla reazione del suo ragazzo.

Eric non si sbottonava mai in quel modo. Eric era sempre calmo e diplomatico, ma non questa volta. Questa volta ne era consapevole anche lui che Ben aveva superato il limite.

Aveva ferito Keith, senza un diavolo di motivo apparente.

Ben continuò a tenere la testa bassa.

- Quel ragazzo è l’unico sulla faccia della terra che è disposto a fare tutto per te! Ti ama anche se sei una testa di cazzo fuori da ogni umana concezione e tu ti permetti di trattarlo in questo modo?! – urlò ancora.

Solo allora Ben fece segno di una reazione.

Alzò lo sguardo su di lui. Aveva le mani strette intorno ai braccioli della poltrona, le nocche era diventate bianche.

- Beh, allora perché non mi dici come comportarmi, eh? Io non sono perfetto come te Eric! Magari puoi metterti tu con Keith! Sono sicuro che lo faresti felice! – disse, con voce apparentemente calma ma piena di veleno.

Eric rimase in silenzio, scuotendo la testa.

- Ben…non ci vuole molto ad essere meglio di te. Spero che prima o poi Keith se ne accorga e ti lasci, per trovarsi qualcuno che saprà apprezzarlo davvero. Tu non sei capace di amare Ben, e lui si merita di meglio.-

Quelle parole lo colpirono in pieno petto, spezzandogli il cuore.

Era quello il problema? Lui non sapeva amare? Gli invidiava tutti, quelli presenti nella stanza, perché loro invece potevano amare?

No! Avrebbe voluto urlare. No! Io so amare!

Eric si voltò verso il divano e tirò su Alex. Era ancora un po’ nervoso e forse lo fece con troppa forza, infatti Alex si lasciò sfuggire un gemito sorpreso.

- Andiamo in camera. Devi metterti a letto. – lo portò fuori dalla sala, lungo il corridoio velocemente tanto che Alex riuscì solo a mormorare un “Buonanotte” appena in tempo prima di essere trascinato via dal suo ragazzo.

Cedric allora si alzò, messo a disagio da tutta la situazione e portò su dal divano anche Davy. Il biondino poi gli fece segno di andare verso la loro camera e il ragazzo annuì, già sapendo che Ced aveva qualcosa da dire a Ben, che aveva ancora lo sguardo vacuo e gli occhi spalancati nel vuoto.

Si chinò davanti a lui e cercò la sua attenzione.

- Ben…- lo chiamò. Il ragazzo lo guardò e solo allora si accorse che i suoi occhi erano lucidi.

- Mi ascolti? Eric non pensa davvero le cose che ti ha detto. Tu sai amare. Tutti possiamo farlo, è nella nostra natura. Dobbiamo solo riuscire a dimostrarlo. – gli disse, con tono basso e calmo.

Ben si passò una mano sul viso stanco e poi tra i capelli disordinati.

- Io non so perché mi comporto così Ced. È come se non riuscissi a fidarmi delle persone. Come se non riuscissi a fidarmi di Keith! È come se avessi sempre bisogno di conferme. Sempre bisogno di sapere che lui mi starà accanto anche se lo tratto male. Ho bisogno di sapere che lui continua a pensare che per me ne valga la pena. Nessuno l’ha mai pensato di me. I miei genitori si sono arresi, perché sapevano che non valevo realmente la pena. – aveva detto quelle parole tra i singhiozzi.

Non avrebbe saputo dire quando era stata l’ultima volta che aveva pianto. Forse anni prima.

- Ho sempre voluto che fosse lui ad avere bisogno di me, ma io ho sempre tenuto le distanze. Perché quando sei tu ad aver bisogno di una persona, sei sempre schiavo e sarai sempre tu a soffrire quando quella persona se ne andrà, lasciandoti nel tuo bisogno senza la forza di rialzarti e continuare a vivere. Io avevo bisogno di mia madre! Io avevo bisogno di mio padre! E loro mi hanno abbandonato, perché la loro vita senza di me non cambiava molto.- la sua voce si era alzata. Rabbia, frustrazione e sofferenza nelle sue parole.

Cedric si sporse un po’ in avanti e quando Ben si accorse di quel movimento lo abbracciò forte, continuando a singhiozzare nell’incavo del suo collo.

Il più grande gli accarezzò i capelli sulla nuca, lentamente, per farlo calmare.

- Shh…tranquillo. Vedrai che andrà tutto bene. Keith capirà Ben. Gliene devi solo parlare. Devi aprirti con lui. È il tuo ragazzo e ti ama. Capirà e farà tutto il possibile per renderti felice. Mi capisci? – gli sussurrò quelle parole all’orecchio.

Cedric non aveva mai visto, in quasi un anno che si conoscevano e avevano iniziato ad uscire insieme, Ben in quelle condizioni. Ma gli faceva un certo piacere.

Vedere come tutta la sua maschera era caduta in mille pezzi mostrando quel ragazzo di appena ventitrè anni, cresciuto troppo in fretta e con tanta voglia di imparare ad amare davvero. Di conoscere quel sentimento che non gli era mai stato insegnato da nessuno,

prima.

Ben tirò su col naso e annuì, lentamente.

Cedric lo prese per le spalle e lo allontanò un po’.

- Mi fa strano vederti piangere, lo ammetto. – disse, con un abbozzo di sorriso che Ben tentò di ricopiare senza troppo successo.

- Quindi ora asciugati il viso e vai da Keith. Risolvi questa situazione una volta per tutte Ben. Perché tu non vuoi che Keith ti lasci, no? –

Benjamin lo guardò e scosse subito la testa – No che non voglio. –

- Bene. Quindi cerca di risolvere questo casino che hai combinato prima che ti cacci da questo chalet e ti lasci con il culo nella neve! -

 

 

 

 

Eccomi tornata. Finalmente aggiungerei.

Ed ecco qui che l'estate sta volgendo al termine. Oh mio Dio, che tristezza!

Comunque, scusatemi per il ritardo, ma in vacanza è sempre un pò difficile scrivere. Tipo ora il mio pc sta bruciando sulle mie gambe e sto morendo dal caldo! xD

Ma non scompaio mai del tutto! Arrivo sempre, alla fine! xD

Per Fiamma90: Grazie mille per il commento! =) Ben ha fatto la sua bella figura da stronzo anche qui, ma in questo capitolo si è gia iniziato ad aprire un pò. Eric è andato in escandescenza perchè ci tiene davvero a Keith! Mentre Cedric è come sempre molto dolce e comprensivo! Non credo sia un personaggio in grado di odiare lui xD alla prossima!

 

Grazie a chi legge, mette nei preferiti/seguite/ricordate! =)

 

Alla prossima!

 

Vale

 

 

  
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