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Autore: KillerQueen86    29/08/2010    2 recensioni
Il Dottore come promesso riporta a casa Martha, ma qualcosa attira la sua attenzione e dopo aver riportato Rose da Jackye come promesso, i tre iniziano a indagare sul professore Lazarus e il suo esperimento.
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Doctor - 10, Martha Jones, Rose Tyler
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Terza Stagione con Rose'
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Note dell’autore: Eccovi il terzo capitolo dell’episodio “L’esperimento di Lazarus” naturalmente compreso nella mia terza stagione con Rose.

Ringrazio ancora una volta BadWolfTimeLord per aver recensito tutte le mie storie e per il suo appoggio (ti ho mandato un e-mail, spero ti sia arrivata). Con la fine dell’estate spero vivamente di poter tornare ad aggiornare le mie storie più velocemente.

Buon divertimento!

 

Capitolo 3

In costante pericolo

 

Rose era rimasta intrappolata sul tetto, non sapeva dove altro andare, dietro di lei il cornicione. Doveva assolutamente escogitare un piano, qualcosa che le facesse guadagnare del tempo, almeno fino all’arrivo del Dottore, perché lei lo sapeva, lui sarebbe arrivato, come sempre.

“Avanti non fare la difficile. Vedrai che non sentirai nulla.” Le disse continuando ad avvicinarsi.

“E’ questo il cambiamento di cui parlava? L’intera umanità trasformata in mostri, che si nutrono di energia vitale?” lo accusò lei.

“Non capisci di cosa stai parlando, ragazzina.” Le rispose deridendola.

“Mi creda ne so più di quanto lei possa credere.” Gli rispose.

“E’ questo che pensava che sarebbe successo?” chiese ancora, indietreggiando.

“Credo che nella vita nulla è come te lo aspetti.” Le rispose.

“Non è forse questo il bello della vita.” Disse il Dottore da dietro il professore, non appena lo vide Rose sospirò sollevata.

“Oh il nostro misterioso Dottore, arriva giusto in tempo.” Disse con sfida Lazarus, voltandosi verso di lui.

“Stai bene Rose?” chiese invece ignorando l’uomo davanti a se.

“Sono stata meglio.” Gli rispose.

“Devo ammettere, che sono colpito dalla tenacia della sua compagna.” Disse avvicinandosi di nuovo verso Rose.

“Lasciala stare.” Lo minacciò digrignando i denti.

“Ha una carica vitale, da fare invidia a chiunque.” Disse annusandole i capelli, Rose chiuse gli occhi cercando di stare calma.

“Potrei diventare molto pericolosa, mi creda.” Cercò di reagire la ragazza, nascondendo la sua paura. Lazarus improvvisamente si allontanò contratto da un forte dolore, Rose ne approfittò per raggiungere il Dottore.

I tre assistettero al cambiamento dell’uomo in uno strano essere, assomigliante ad un enorme scorpione.

“Scappate!” urlò il Dottore stringendo la mano di Rose. I tre raggiunsero le scale  e il Dottore sigillò la porta con il cacciavite sonico per poi abbracciare Rose.

“Stai bene?” le chiese una volta separati.

“Si, tutto bene.” Disse per poi raggiungere Martha, davanti l’ascensore.

 

Rose e il Dottore uscirono dall’istituto seguendo la salma di Lazarus, che veniva caricato sull’ambulanza, non appena li vide Martha corse verso di loro.

“State bene?” chiese avvicinandosi.

“Tutto bene.” Rispose il Dottore, continuando a osservare la salma, mentre si scioglieva il papion.

“Tu stai bene?” chiese invece Rose, distraendosi.

“Tutto bene. Cosa è successo?” chiese osservando anche lei la salma.

“E’ finita.” Disse Rose pensierosa, il Dottore la guardò e le strinse la mano, sapendo che la ragazza era ancora scossa per tutto quello che era successo. La famiglia di Martha si avvicinò.

“Signora Jones, non abbiamo finito la nostra …” il Dottore non riuscì a concludere la frase, che la donna gli tirò uno ceffone, facendo scattare sia Rose che Martha.

“Ma che le prende?” chiese Rose sconvolta.

“Mamma.” La richiamò invece Martha.

“Voglio che entrambi state alla larga da mia figlia, ci siamo capiti?” li minacciò furiosa.

“Possibile che con tutte le madri finisce così.” Si lamentò il Dottore toccandosi la guancia.

“Queste persone sono pericolose, mi hanno raccontato delle cose tremende.” Continuò la donna verso la figlia.

“Tutto bene?” Rose chiese al Dottore ignorando la signora.

“Ti stai divertendo, vero?” le chiese con ironia.

“Oh, si!” esclamò trattenendosi una piccola risata.

“Guardati attorno, non si vede altro che distruzione, morte e distruzione.” Continuò la donna, Rose stava per rispondere, ma il Dottore le fece segno di lasciar stare.

“Ma che dici, loro ci hanno salvati.” Li difese Martha.

La loro discussione venne interrotta da un rumore metallico, tutti si voltarono nella direzione che aveva preso l’ambulanza, il Dottore e Rose si guardarono sapendo che si trattava di Lazarus, correndo in quella direzione, Martha li stava seguendo, ma venne fermata dalla madre.

“Lasciali andare.” Le disse trattenendola per un braccio, ma la ragazza si liberò e corse dietro a loro.

Arrivarono all’ambulanza, trovandola aperta, con le salme dei paramedici completamente risucchiati dall’energia vitale.

“Lazarus, tornato dalla morte, dovevo immaginarlo.” Disse il Dottore, mentre puntava in giro il suo cacciavite.

“Dove sarà andato?” chiese Rose.

“Da quella parte. La chiesa.” Gli rispose il Dottore puntando dietro all’ambulanza.

Seguendo il segnale entrarono nella chiesa, in silenzio e facendo attenzione a dove andavano.

“Credete sia qui?” chiese Martha dietro ai due.

“Secondo te?” le rispose Rose.

Attraversarono tutta la chiesa, fino a giungere dietro all’altare, dove inginocchio vestito solo dalla coperta dell’ambulanza, c’era Lazarus, con dei forti spasmi.

“Sono già venuto qui, mi sembra una vita fa.” Disse non appena li vide, il Dottore posò il cacciavite nella tasca e iniziò a girare attorno al professore.

“Pensavo che sarei morto quella volta, anzi ne ero sicuro.” Continuò il suo racconto, mentre il Dottore si fermava proprio davanti a lui.

“Mi sedetti qui. Ero solo un bambino, c’era il rombo degli aerei e le bombe cadevano.” Specificò.

“Il blitz.” Disse Rose in automatico, ricordando quando lei e il Dottore erano finiti in quella notte, il professore la guardò con scherno.

“Lo avrai studiato a scuola.” Disse con disprezzo.

“Oh, ma noi c’eravamo.” Disse il Dottore, riportando su di se l’attenzione del professore.

“Siete troppo giovani.” Gli ricordò l’altro.

“Anche tu.” Gli rispose con ironia il Dottore, riprendendo a camminare attorno a lui, mentre un altro spasmo lo invase. Il Dottore guardò in alto come alla ricerca di qualcosa.

“La mattina dopo, i fuochi erano spenti e io ero ancora vivo. Ho giurato che non avrei più affrontato la morte in quel modo, così senza difese. Io mi sarei armato, avrei combattuto, l’avrei sconfitta.” continuò con la sua arroganza.

“Quello che cercavi di fare oggi?” chiese il Dottore, continuando a girargli attorno.

“Quello che ho fatto oggi!” affermò ancora l’altro.

“E che mi dici delle persone che sono morte?” Lo accusò invece il Dottore.

“Erano niente. Io ho cambiato il corso della storia.” Disse con convinzione.

“Ognuno di loro poteva farlo. Pensi che la storia sia solo equazioni?” gli chiese con la rabbia che cresceva, Rose anche se distante dal Dottore, riuscì a vedere i suoi occhi scuri, come se lui, stesse tenendo a bada la tempesta in arrivo.

“Affrontare la morte fa parte dell’essere umano.” Continuò il Dottore fermandosi ancora una volta.

“No, Dottore, aggrapparsi alla vita con ogni vibra del proprio essere, fa parte dell’essere umano.” Gli disse, Rose si avvicinò lentamente al Dottore.

“Molti prima di me ci hanno provato, io semplicemente ho avuto più successo.” Continuò con arroganza, ma un nuovo spasmo lo fece urlare.

“Questo lo chiami successo? Guardati non controlli neanche il tuo corpo, stai mutando.” Gli disse invece il Dottore.

“Si ritrasformerà fra poco, cosa facciamo?” chiese Rose sottovoce.

“Se solo riuscissi a farlo salire sul campanile. Ho un idea che potrebbe funzionare.” Le spiegò sussurrando, Rose alzò lo sguardo verso l’alto, sapendo già come aiutare il Dottore, doveva solo aspettare il momento più indicato.

“Sei così sentimentale Dottore, forse lo scienziato ha lasciato il posto a qualcos’altro?” chiese con scherno voltandosi verso Rose, mentre il Dottore ritornava di fronte a lui.

“Nella vita non c’è solo la scienza.” Gli rispose, piegandosi sulle ginocchia.

“Una vita solo non basta. Immagina cosa potrei fare con due, tre vite a disposizione.” Disse.

“Non funziona così, certe persone fanno più cose in vent’anni, di altri che ne vivono ottanta. Non è il tempo che conta, ma la persona.” Gli rispose il Dottore.

“E se fosse la persona gusta? Che dono magnifico sarebbe.” Continuò Lazarus con un tono quasi di sfida.

“Che rovina!” gli rispose il Dottore, un'altra fitta avvolse il corpo di Lazarus.

“Dovrò nutrirmi fra poco.” Lo avvertì.

“Io non permetterò che accada.” Gli rispose senza scomporsi tanto. Questo, pensò Rose era il momento di agire.

“Perché perdi tempo con lui.” Disse Rose avvicinandosi, attirando su di se l’attenzione.

“Rose, non farlo.” La intimò il Dottore capendo le intenzioni della ragazza.

“Pensavo che eri me che volevi. Pensavo che la mia energia vitale ti faceva gola.” Lo provocò con voce suadente, il professore reagì immediatamente correndole contro, mentre lei e Martha corsero verso le scale.

“Che stai facendo?” chiese la bionda a Martha.

“Ti sto aiutando.” Le rispose mentre entrambe arrancavano le scale.

“Rose” urlò il Dottore.

“Non perdere tempo la torre.” Gli urlò lei. Le due continuarono a correre più che potevano, l’urlo di Lazarus le fece fermare.

“Hai sentito?” chiese Martha.

“Sta cambiando, prima  di quanto pensassi.” Le rispose Rose, riprendendo a correre insieme all’altra.

“Dove stiamo andando?” chiese Martha con il fiatone.

“In cima.” Le rispose l’altra.

“Ma perché?” chiese ancora non capendo.

“Il Dottore ha un piano.” Le rispose ancora un po’ più infastidita.

“Rose.” Sentì la voce del Dottore chiamarla, e si affacciò in uno degli archi.

“Dottore.” Lo chiamò indicandogli la loro posizione.

“Portalo in cima, proprio in cima, capito?” le specificò.

“E’ quello che stavo facendo.” Lo richiamò lei.

“Rose.” La chiamò Martha. Quando si voltò di nuovo verso la sua amica vide Lazarus avanzare verso loro.

“Scappiamo.” Disse Martha tirandola via. Arrivarono fino in alto, continuando a correre.

“Non c’è via d’uscita, come facciamo adesso?” chiese Martha mentre continuavano a muoversi.

“Ora tocca a lui. Sbrigati Dottore.” Disse guardando in basso.

“Perfetto, quindi siamo diventate delle esche.” Si lamentò, Rose alzò gli occhi al cielo.

“Martha devi fidarti, il Dottore sa bene cosa fare.” La richiamò.

“Signore!” le chiamò Lazarus mentre era proprio davanti a loro, Rose si mise davanti a Martha.

“Ti sembro forse una signora?” si lamentò Rose.

“Ti sembra il momento di pensare a una cosa del genere?” la richiamò l’altra, sottovoce.

“Sto solo cercando di guadagnare del tempo.” Le rispose sussurrando. Lazarus le scaglio contro la sua coda, rompendo le protezioni davanti alle due, la musica dell’organo invase la stanza, Rose evitando di essere colpita dalla coda cadde, aggrappandosi più che poteva alla base di legno.

“Rose.” Urlò Martha avvicinandosi  a lei.

“Maledizione Dottore, sbrigati.” Disse Rose cercando di resistere. Il volume della musica aumentò di colpo e non fu per niente piacevole, non solo disturbava Lazarus, ma anche lei.

Lazarus cadde nel vuoto, e non appena arrivò a terra la musica cessò, Martha prese il braccio di Rose, proprio prima che la ragazza cedesse.

“Ti ho presa, ti ho presa.” Le disse aiutandola a tirarsi su.

“Rose!” urlò preoccupato il Dottore da sotto.

“Stiamo bene.” Le rispose Rose dopo aver ripreso un attimo il respiro e iniziando a ridere.

“Ci ha messo un po’.” Disse Martha unendosi a lei nella risata.

“E’ più divertente così” le rispose non riuscendo a smettere di ridere, poi tornò seria.

“Grazie.” Le disse gentilmente.

“Andiamo o lo faremo preoccupare.” Le rispose aiutandola ad alzarsi. Una volta all’ impiedi, Rose corse giù per le scale, seguita da una Martha stanca e stravolta.

Arrivata giù, corse incontro al Dottore che l’abbracciò sollevandola da terra.

“La mia brillante e meravigliosa Rose.” Le disse stringendola, Martha li guardò addolcita da quella scena.

“Non mi hai mai detto che sapevi suonare.” Gli disse separandosi da lui.

“Oh, beh sai frequentando Beethoven, ho imparato qualcosina.” Le rispose con ironia senza lasciarle le mani.

“Soprattutto a suonare così forte.” Aggiunse Martha, separando i due definitivamente.

“Come?” rispose il Dottore, ancora un po’ stordito.

“Tutto bene?” le chiese poi.

“Si, voglio solo tornare a casa e farmi una bella doccia calda.” Rispose avviandosi verso l’uscita. Rose e il Dottore si guardarono.

“Non farmi più uno scherzo del genere, capito?” la richiamò lui dolcemente.

“Tranquillo non lo farò più.” Gli rispose sorridendo, il Dottore le porse la mano.

“Aspetta un attimo.” Disse, si tolse le scarpe e prese la mano del Dottore.

“Adesso possiamo andare.” Disse iniziando a camminare, il Dottore non riuscì a non ridere.

“Rose Tyler, sei incredibile.” Disse lasciandole la mano, per circondarle le spalle con un braccio, stringendola a se, mentre raggiungevano l’uscita.

“Prova tu a correre con tacchi così alti.” Si lamentò la ragazza uscendo dalla chiesa.

Fine

3° Capitolo

 

   
 
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