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Autore: KillerQueen86    20/08/2010    3 recensioni
Il Dottore come promesso riporta a casa Martha, ma qualcosa attira la sua attenzione e dopo aver riportato Rose da Jackye come promesso, i tre iniziano a indagare sul professore Lazarus e il suo esperimento.
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Doctor - 10, Martha Jones, Rose Tyler
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Terza Stagione con Rose'
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Note dell’autore: Nessuna recensione al capitolo precedente :(

Comunque non mi perdo d’animo, eccovi il secondo capitolo, spero domani di poter aggiornare anche l’altra fan fiction. Voi non vi dimenticate di lasciare un segno del vostro passaggio, anche piccolino ;)

 

Capitolo 2

Festa movimentata

 

Martha seguì Rose nella sua camera da letto, per aiutarla a scegliere un vestito adatto per la serata. La camera non era molto grande, c’era un letto a due piazze al centro, con un grosso piumone, tutto sembrava in ordine, in attesa che la padrona ritornasse. Su una parete c’erano diverse foto, una attirò l’attenzione di Martha, era la madre di Rose con un piccolo in braccio, sicuramente Rose,  accanto un uomo dai capelli rossi, sicuramente il padre, si rese conto che la ragazza non aveva mai nominato il padre, neanche un piccolo accenno, neanche il Dottore lo aveva mai menzionato.

“E’ tuo padre questo qui?” chiese indicando l’uomo nella foto, Rose tirò fuori la testa dall’armadio e si avvicinò.

“Si.” Le rispose con un po’ di malinconia, ripensando al Pete del mondo alternativo, e a quanto era stato bello poter rivedere i suoi genitori, finalmente insieme e felici, anche se solo per poco.

“Dov’è adesso?” chiese riportandola alla realtà.

“E’ morto, quando ero molto piccola.” Le rispose allontanandosi di nuovo.

“Mi dispiace.” Si scusò Martha, sentendosi una perfetta idiota, nell’aver toccato l’argomento.

“Tranquilla, non è un problema.” Disse la bionda, continuando a cercare tra i suoi vestiti. Martha tornò invece a concentrarsi sulle foto, si fermò ad osservarne un'altra, era Rose insieme al Dottore, Jackie e Mickey, davanti al Tardis sotto la neve. Sorrise nel vederla, sembravano una vera famiglia, guardò verso Rose ripensando a tutte le volte che lei e il Dottore si comportavano come una coppia, il loro modo di cercarsi, si sostenersi, di capirsi anche con un solo sguardo, il modo in cui si sorridevano a vicenda. Li invidiava, avrebbe tanto voluto trovare qualcosa di così bello e speciale anche per lei.

“Niente, non c’è niente in questo maledetto armadio.” Si lamentò la ragazza, distraendo Martha dai suoi pensieri.

“Immagino che non hai trovato nulla.” Sottolineo avvicinandosi.

“Non vado spesso a serate del genere, anzi mai.” Disse mettendosi seduta sul suo letto, Martha la seguì.

“Pazienza, sul Tardis troverò qualcosa.” Disse sospirando.

“Non ti manca tutto questo?” le chiese improvvisamente, Rose si guardò intorno.

“A volte. Poi, però penso a tutto quello che c’è la fuori, alle meraviglie che ho visto da quando viaggio con il Dottore, e allora tutto passa.” Disse ricordando ogni viaggio fatto, ogni persona incontrata.

“Ne sei innamorata!” esclamò Martha con un po’ di nostalgia, Rose arrossì tutto in un colpo.

“E’ così evidente?” chiese imbarazzata.

“Anche un cieco se ne renderebbe conto.” Le rispose Martha con dolcezza, Rose sospirò.

“Dovrò sembrarti una vera stupida. Innamorarsi di un uomo, che non è nemmeno un essere umano.” Si lamentò la ragazza.

“Non credo che tu lo sia. Credo che invece quello che avete è qualcosa di speciale.” Continuò Martha.

“A volte non so neanche io cosa abbiamo.” Le rispose Rose, sorridendo, sdrammatizzando sulla sua delicata situazione con il Dottore.

La loro discussione venne interrotta da Jackie, che arrivò in camera per aiutare la figlia, a scegliere un vestito.

 

Il Dottore sbuffò per l’ennesima volta, per non essere riuscito a sistemarsi il papion, odiava indossare lo smoking, ogni volta succedeva qualcosa di brutto, all’ennesimo tentativo andato male, decise di gettare la spugna e chiedere l’aiuto di Rose, come del resto faceva sempre. Arrivò davanti alla sua camera e busso alla porta.

“Un attimo.” Le sentì urlare da dentro.

“Ho bisogno del tuo aiuto.” Disse tentando un ultima volta.

“Cinque minuti.” Continuò lei, il Dottore sbuffò ancora una volta.

“Stupido, inutile pezzo di st …” non riuscì a completare la frase, perché Rose aprì la porta e lui rimase a corto di fiato e parole non appena la vide. Indossava un semplice abito nero a gonna corta, che si incrociava dietro il collo, lasciando la schiena scoperta, da un ampia scollatura. Quell’abito sembrava essere stato disegnato per lei, accompagnava perfettamente ogni curva del suo corpo. Aveva raccolto i capelli, lasciando alcune ciocche libere attorno al suo viso.

“… Stoffa.” continuò soffocato, deglutendo lentamente.

“Allora, come sto?” chiese lei, imbarazzata e ansiosa del suo parere.

“Sei … bellissima.” Le disse ancora rapito, le sorrise dolcemente. Si dannava per non riuscire a trovare parola più adatta a quello che stava vedendo.

“Nonostante sia un essere umano?” lo punzecchiò, spezzando l’imbarazzo che quel complimento le aveva procurato.

“Beh, ritiro quello che ho detto, quella volta.” Le rispose, Rose si accorse che aveva il papion ancora disfatto.

“Te la stavi prendendo con questo povero pezzo di stoffa.” disse aiutandolo a sistemarlo.

“Lo sai che odio lo smoking.” Le disse in un sussurro. Erano così vicini, la guardava memorizzando ogni piccolo particolare del suo viso, mentre era concentrata a sistemargli il papion. Era così bella! Come faceva a resisterle.

“Ecco fatto, sei pronto!” gli disse alzando lo sguardo sul suo, indugiando ancora con le mani sul suo petto.

“Non so che faresti senza di me.” Scherzò lei in un sussurro.

“Credo che impazzirei.” Ricambiò lui con lo stesso tono, la vide mordersi il labro inferiore per nervosismo.

“Rose, Dottore vi muovete siamo in ritardo.” La voce di Martha spezzò quel momento perfetto, interrompendo di nuovo i due.

“Sarà meglio che andiamo.” Disse abbassando lo sguardo, allontanandosi da lui. Il Dottore le porse il braccio.

“Miss Tyler.” La invitò sorridendole, la ragazza si strinse al braccio e i due iniziarono a camminare.

 

Rose e Martha guardavano stupefatte l’uomo davanti a loro, il professore Lazarus era ringiovanito proprio davanti a loro, e nonostante tutto non riuscivano ancora a crederci.

“Non può essere lo stesso uomo. E’ impossibile deve esserci un trucco.” Disse Martha, senza staccare gli occhi dal professore, il Dottore era dietro di loro e guardava l’aggeggio che aveva reso possibile tutto.

“Oh non lo è. Magari lo fosse.” Disse il Dottore preoccupato.

“Cos’è successo allora?” chiese Rose.

“Ha cambiato integralmente la vita umana.” Le rispose il Dottore senza staccare gli occhi da Lazarus, che si pavoneggiava tra i giornalisti.

“Adesso che facciamo?” chiese Martha.

“Indaghiamo!” esclamò Rose guardando il Dottore che le accennò un sorriso complice.

“Oh si!” le rispose facendole l’occhiolino.

“Martha, vedi di scoprire qualcosa di più da tua sorella.” Disse il Dottore rivolgendosi alla ragazza che ancora fissava Lazarus.

“D’accordo.” Rispose allontanandosi.

“Noi che faremo?” chiese Rose.

“Parliamo all’interessato.” Le rispose prendendole la mano.

 

Rose aveva lasciato Martha e il Dottore fare le dovute ricerche scientifiche, mentre lei voleva dare un occhiata agli appunti personali del professore, si stava dirigendo direttamente al suo studio sicura che lì non avrebbe trovato nessuno che potesse disturbarla.

Le porte dell’ascensore si aprirono, mentre il professore si stava sistemando la cravatta, a quanto pare si era cambiato d’abito, Rose non sapeva che fare, come spiegare la sua presenza lì.

Ops … credo di essermi persa.” Disse imbarazzata guardandosi attorno.

“Credo che non ci abbiano presentato.” Disse l’uomo avvicinandosi, Rose si sforzò di sorridere e deglutì.

“Oh … beh … il mio nome non è poi così importante.” Disse, mentre l’uomo le prendeva la mano.

“Una ragazza così bella, non può no avere un nome.” Continuò l’uomo, baciandole la mano, Rose lo guardò disgustata.

“Rose.” Disse infine, ritirò la mano cercando di sembrare naturale e si spostò in avanti superandolo.

“Come mai non è di sotto a godersi la fama?” gli chiese, continuando a guardarsi attorno.

“Potrei fare la stessa domanda a lei.” Le rispose avvicinandosi ancora, inclinò la testa di lato.

“Lei è la compagna del Dottore, giusto?” chiese guardandola dalla testa ai piedi, si sentì terribilmente imbarazzata e vulnerabile in quel momento.

“Si, infatti. Mi sono allontanata per un attimo, e mi sono persa.” Disse ridendo nervosamente, abbassò lo sguardo e vide che dietro la scrivania c’era un corpo.

“Oh mio Dio.” Disse inginocchiandosi di corsa.

“Cosa è successo?” chiese riconoscendo nella salma di Lady Thaw.

“Oh mio Dio cosa le ha fatto?” chiese allarmata.

“Io non ho fatto nulla.” Le disse afferrandola per il braccio, Rose fece cadere la borsetta che aveva.

“Mi lasci andare.” Disse cercando di svincolarsi dalla presa.

“Ho bisogno di più energia, la sua era così poca. Ma tu … tu sei perfetta.” Disse  stringendo la prese, Rose riuscì a tirargli un calcio sullo stinco e a fuggire verso le scale, ma l’uomo le era dietro.

Il Dottore e Martha arrivarono nell’ufficio poco dopo.

“Questo deve essere il suo ufficio!” disse Martha, quando il Dottore accesa la luce.

“Si, ma lui dov’è?” si chiese il Dottore dando un occhiata a torno.

“Non lo so, proviamo a tornare …” iniziò a dire la ragazza ma si fermò di colpo, non appena notò a terra qualcosa dietro la scrivania.

“… Al ricevimento.” Disse spalancando gli occhi, non appena si rese conto che si trattava di un corpo, il Dottore corse subito in quella direzione, seguito dalla ragazza.

“E’ Lady Thaw.” Disse inginocchiandosi accanto al corpo.

“Lo era, ora è solo un guscio.” Specificò il Dottore.

“Svuotato di tutta l’energia vitale. Come spremere tutto il succo da un’arancia.” Spiegò il Dottore, ma la ragazza notò che a terra, accanto alla donna c’era anche un borsetta, le si gelò il sangue quando riconobbe la borsetta di Rose.

“Martha cosa c’è?” chiese il Dottore notando la sua espressione.

“Q … la borsetta.” Disse mostrandola al Dottore, che evidentemente non l’aveva riconosciuta.

“Questa borsetta è di Rose.” Disse in un sussurrò, il Dottore spalancò gli occhi, si alzò di scatto guardandosi di nuovo in giro allarmato, sperando di non trovare il corpo di Rose.

“Può essere che sia scappata.” Disse Martha, alzandosi anche lei. Il Dottore fece avanti indietro cercando di pensare, Rose era in pericolo, grave pericolo.

“Pensa, pensa dove potrebbero essere?” rifletté a voce alta, passandosi la mano tra i capelli.

“Certo!” urlò improvvisamente, prendendo il suo cacciavite sonico.

“Il dna fluttuante emanerà sicuramente un segnale.” Disse puntando il cacciavite attorno, fino a quando non ricevette un segnale dall’alto.

“Stai puntando l’ultimo piano.” Disse Martha.

“Il tetto.” Disse correndo via, seguito da Martha.

 

Fine

II Capitolo

 

 

 

 

 

   
 
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