Note
dell’autore: Nessuna recensione al capitolo precedente :(
Comunque
non mi perdo d’animo, eccovi il secondo capitolo, spero domani di poter
aggiornare anche l’altra fan fiction. Voi non vi dimenticate di lasciare un segno
del vostro passaggio, anche piccolino ;)
Capitolo 2
Festa movimentata
Martha seguì Rose nella sua camera da letto, per aiutarla
a scegliere un vestito adatto per la serata. La camera non era molto grande,
c’era un letto a due piazze al centro, con un grosso piumone, tutto sembrava in
ordine, in attesa che la padrona ritornasse. Su una parete c’erano diverse
foto, una attirò l’attenzione di Martha, era la madre di Rose con un piccolo in
braccio, sicuramente Rose, accanto un
uomo dai capelli rossi, sicuramente il padre, si rese conto che la ragazza non
aveva mai nominato il padre, neanche un piccolo accenno, neanche il Dottore lo
aveva mai menzionato.
“E’ tuo padre questo qui?” chiese indicando l’uomo nella
foto, Rose tirò fuori la testa dall’armadio e si avvicinò.
“Si.” Le rispose con un po’ di malinconia, ripensando al
Pete del mondo alternativo, e a quanto era stato bello poter rivedere i suoi
genitori, finalmente insieme e felici, anche se solo per poco.
“Dov’è adesso?” chiese riportandola alla realtà.
“E’ morto, quando ero molto piccola.” Le rispose
allontanandosi di nuovo.
“Mi dispiace.” Si scusò Martha, sentendosi una perfetta
idiota, nell’aver toccato l’argomento.
“Tranquilla, non è un problema.” Disse la bionda,
continuando a cercare tra i suoi vestiti. Martha tornò invece a concentrarsi
sulle foto, si fermò ad osservarne un'altra, era Rose insieme al Dottore, Jackie
e Mickey, davanti al Tardis sotto la neve. Sorrise nel vederla, sembravano una
vera famiglia, guardò verso Rose ripensando a tutte le volte che lei e il
Dottore si comportavano come una coppia, il loro modo di cercarsi, si
sostenersi, di capirsi anche con un solo sguardo, il modo in cui si sorridevano
a vicenda. Li invidiava, avrebbe tanto voluto trovare qualcosa di così bello e
speciale anche per lei.
“Niente, non c’è niente in questo maledetto armadio.” Si
lamentò la ragazza, distraendo Martha dai suoi pensieri.
“Immagino che non hai trovato nulla.” Sottolineo
avvicinandosi.
“Non vado spesso a serate del genere, anzi mai.” Disse
mettendosi seduta sul suo letto, Martha la seguì.
“Pazienza, sul Tardis troverò qualcosa.” Disse
sospirando.
“Non ti manca tutto questo?” le chiese improvvisamente,
Rose si guardò intorno.
“A volte. Poi, però penso a tutto quello che c’è la
fuori, alle meraviglie che ho visto da quando viaggio con il Dottore, e allora
tutto passa.” Disse ricordando ogni viaggio fatto, ogni persona incontrata.
“Ne sei innamorata!” esclamò Martha con un po’ di
nostalgia, Rose arrossì tutto in un colpo.
“E’ così evidente?” chiese imbarazzata.
“Anche un cieco se ne renderebbe conto.” Le rispose
Martha con dolcezza, Rose sospirò.
“Dovrò sembrarti una vera stupida. Innamorarsi di un
uomo, che non è nemmeno un essere umano.” Si lamentò la ragazza.
“Non credo che tu lo sia. Credo che invece quello che
avete è qualcosa di speciale.” Continuò Martha.
“A volte non so neanche io cosa abbiamo.” Le rispose Rose,
sorridendo, sdrammatizzando sulla sua delicata situazione con il Dottore.
La loro discussione venne interrotta da Jackie, che
arrivò in camera per aiutare la figlia, a scegliere un vestito.
Il Dottore sbuffò per l’ennesima volta, per non essere
riuscito a sistemarsi il papion, odiava
indossare lo smoking, ogni volta succedeva qualcosa di brutto, all’ennesimo
tentativo andato male, decise di gettare la spugna e chiedere l’aiuto di Rose,
come del resto faceva sempre. Arrivò davanti alla sua camera e busso alla
porta.
“Un attimo.” Le sentì urlare da dentro.
“Ho bisogno del tuo aiuto.” Disse tentando un ultima
volta.
“Cinque minuti.” Continuò lei, il Dottore sbuffò ancora
una volta.
“Stupido, inutile pezzo di st …”
non riuscì a completare la frase, perché Rose aprì la porta e lui rimase a corto
di fiato e parole non appena la vide. Indossava un semplice abito nero a gonna
corta, che si incrociava dietro il collo, lasciando la schiena scoperta, da un
ampia scollatura. Quell’abito sembrava essere stato disegnato per lei,
accompagnava perfettamente ogni curva del suo corpo. Aveva raccolto i capelli,
lasciando alcune ciocche libere attorno al suo viso.
“… Stoffa.” continuò soffocato, deglutendo lentamente.
“Allora, come sto?” chiese lei, imbarazzata e ansiosa del
suo parere.
“Sei … bellissima.” Le disse ancora rapito, le sorrise
dolcemente. Si dannava per non riuscire a trovare parola più adatta a quello
che stava vedendo.
“Nonostante sia un essere umano?” lo punzecchiò,
spezzando l’imbarazzo che quel complimento le aveva procurato.
“Beh, ritiro quello che ho detto, quella volta.” Le
rispose, Rose si accorse che aveva il papion ancora
disfatto.
“Te la stavi prendendo con questo povero pezzo di
stoffa.” disse aiutandolo a sistemarlo.
“Lo sai che odio lo smoking.” Le disse in un sussurro.
Erano così vicini, la guardava memorizzando ogni piccolo particolare del suo
viso, mentre era concentrata a sistemargli il papion.
Era così bella! Come faceva a resisterle.
“Ecco fatto, sei pronto!” gli disse alzando lo sguardo
sul suo, indugiando ancora con le mani sul suo petto.
“Non so che faresti senza di me.” Scherzò lei in un
sussurro.
“Credo che impazzirei.” Ricambiò lui con lo stesso tono,
la vide mordersi il labro inferiore per nervosismo.
“Rose, Dottore vi muovete siamo in ritardo.” La voce di
Martha spezzò quel momento perfetto, interrompendo di nuovo i due.
“Sarà meglio che andiamo.” Disse abbassando lo sguardo,
allontanandosi da lui. Il Dottore le porse il braccio.
“Miss Tyler.” La invitò sorridendole, la ragazza si
strinse al braccio e i due iniziarono a camminare.
Rose e Martha guardavano stupefatte l’uomo davanti a
loro, il professore Lazarus era ringiovanito proprio davanti a loro, e
nonostante tutto non riuscivano ancora a crederci.
“Non può essere lo stesso uomo. E’ impossibile deve
esserci un trucco.” Disse Martha, senza staccare gli occhi dal professore, il
Dottore era dietro di loro e guardava l’aggeggio che aveva reso possibile
tutto.
“Oh non lo è. Magari lo fosse.” Disse il Dottore
preoccupato.
“Cos’è successo allora?” chiese Rose.
“Ha cambiato integralmente la vita umana.” Le rispose il
Dottore senza staccare gli occhi da Lazarus, che si pavoneggiava tra i
giornalisti.
“Adesso che facciamo?” chiese Martha.
“Indaghiamo!” esclamò Rose guardando il Dottore che le
accennò un sorriso complice.
“Oh si!” le rispose facendole l’occhiolino.
“Martha, vedi di scoprire qualcosa di più da tua
sorella.” Disse il Dottore rivolgendosi alla ragazza che ancora fissava
Lazarus.
“D’accordo.” Rispose allontanandosi.
“Noi che faremo?” chiese Rose.
“Parliamo all’interessato.” Le rispose prendendole la
mano.
Rose aveva lasciato Martha e il Dottore fare le dovute
ricerche scientifiche, mentre lei voleva dare un occhiata agli appunti
personali del professore, si stava dirigendo direttamente al suo studio sicura
che lì non avrebbe trovato nessuno che potesse disturbarla.
Le porte dell’ascensore si aprirono, mentre il professore
si stava sistemando la cravatta, a quanto pare si era cambiato d’abito, Rose
non sapeva che fare, come spiegare la sua presenza lì.
“Ops … credo di essermi persa.”
Disse imbarazzata guardandosi attorno.
“Credo che non ci abbiano presentato.” Disse l’uomo
avvicinandosi, Rose si sforzò di sorridere e deglutì.
“Oh … beh … il mio nome non è poi così importante.” Disse,
mentre l’uomo le prendeva la mano.
“Una ragazza così bella, non può no avere un nome.”
Continuò l’uomo, baciandole la mano, Rose lo guardò disgustata.
“Rose.” Disse infine, ritirò la mano cercando di sembrare
naturale e si spostò in avanti superandolo.
“Come mai non è di sotto a godersi la fama?” gli chiese,
continuando a guardarsi attorno.
“Potrei fare la stessa domanda a lei.” Le rispose
avvicinandosi ancora, inclinò la testa di lato.
“Lei è la compagna del Dottore, giusto?” chiese
guardandola dalla testa ai piedi, si sentì terribilmente imbarazzata e
vulnerabile in quel momento.
“Si, infatti. Mi sono allontanata per un attimo, e mi
sono persa.” Disse ridendo nervosamente, abbassò lo sguardo e vide che dietro
la scrivania c’era un corpo.
“Oh mio Dio.” Disse inginocchiandosi di corsa.
“Cosa è successo?” chiese riconoscendo nella salma di
Lady Thaw.
“Oh mio Dio cosa le ha fatto?” chiese allarmata.
“Io non ho fatto nulla.” Le disse afferrandola per il
braccio, Rose fece cadere la borsetta che aveva.
“Mi lasci andare.” Disse cercando di svincolarsi dalla
presa.
“Ho bisogno di più energia, la sua era così poca. Ma tu …
tu sei perfetta.” Disse stringendo la
prese, Rose riuscì a tirargli un calcio sullo stinco e a fuggire verso le
scale, ma l’uomo le era dietro.
Il Dottore e Martha arrivarono nell’ufficio poco dopo.
“Questo deve essere il suo ufficio!” disse Martha, quando
il Dottore accesa la luce.
“Si, ma lui dov’è?” si chiese il Dottore dando un
occhiata a torno.
“Non lo so, proviamo a tornare …” iniziò a dire la ragazza
ma si fermò di colpo, non appena notò a terra qualcosa dietro la scrivania.
“… Al ricevimento.” Disse spalancando gli occhi, non
appena si rese conto che si trattava di un corpo, il Dottore corse subito in
quella direzione, seguito dalla ragazza.
“E’ Lady Thaw.” Disse inginocchiandosi accanto al corpo.
“Lo era, ora è solo un guscio.” Specificò il Dottore.
“Svuotato di tutta l’energia vitale. Come spremere tutto
il succo da un’arancia.” Spiegò il Dottore, ma la ragazza notò che a terra,
accanto alla donna c’era anche un borsetta, le si gelò il sangue quando
riconobbe la borsetta di Rose.
“Martha cosa c’è?” chiese il Dottore notando la sua
espressione.
“Q … la borsetta.” Disse mostrandola al Dottore, che
evidentemente non l’aveva riconosciuta.
“Questa borsetta è di Rose.” Disse in un sussurrò, il
Dottore spalancò gli occhi, si alzò di scatto guardandosi di nuovo in giro
allarmato, sperando di non trovare il corpo di Rose.
“Può essere che sia scappata.” Disse Martha, alzandosi
anche lei. Il Dottore fece avanti indietro cercando di pensare, Rose era in
pericolo, grave pericolo.
“Pensa, pensa dove potrebbero essere?” rifletté a voce
alta, passandosi la mano tra i capelli.
“Certo!” urlò improvvisamente, prendendo il suo
cacciavite sonico.
“Il dna fluttuante emanerà sicuramente un segnale.” Disse
puntando il cacciavite attorno, fino a quando non ricevette un segnale
dall’alto.
“Stai puntando l’ultimo piano.” Disse Martha.
“Il tetto.” Disse correndo via, seguito da Martha.
Fine
II Capitolo