Capitolo 4
Benvenuta Martha
Tornarono all’appartamento di Martha, dove avevano
riportato il Tardis, dopo la visita a Jackie. Rose e il Dottore avevano
sghignazzato per tutto il tragitto, ricordando le loro avventure più
imbarazzanti. Martha li osservava da dietro, chiedendosi come riuscivano sempre
a trovare il lato divertente delle cose.
Il Dottore inserì la chiave nel Tardis.
“Un'altra cosa che stava per avere il sopravento.” Disse
Rose, mentre il Dottore si appoggiò alla sua navicella.
“Dovreste cambiare abitudini, e fare più attenzione in futuro, e nel
passato, o in qualunque posto vi troverete.” Rispose Martha.
“E’ stato divertente, però.” Disse il Dottore, la bionda
gli tirò una leggere gomitata, e gli fece cenno con gli occhi.
“Oh, giusto! Che ne dici di un altro viaggio?” le chiese,
la ragazza ci pensò su, guardando la cabina.
“No, scusate.” Rispose, i due si guardarono sorpresi.
“Pensavo che ti piacesse.” Disse ancora il Dottore.
“E’ vero, ma no posso continuare così, un viaggio per
volta. Non ha senso, non voglio più essere solo un passeggero.” Le rispose,
Rose sorrise e si avvicinò.
“Martha, tu non sei solo un passeggero, sei una nostra
amica. Sarei felice se accettassi di venire con noi.” Le disse implorando.
“Davvero?” chiese.
“Certo.” Confermò Rose e la ragazza la abbracciò forte.
“Bene. Molto bene!” Aggiunse il Dottore sorridendo alle
due.
“Volevi davvero lasciarmi da sola con questo qui.” Disse
Rose con ironia, indicando il Dottore alle sue spalle.
“Ohi!” la richiamò il Dottore.
“Non credo che ti sarebbe dispiaciuto.” Scherzò Martha
facendole l’occhiolino, Rose la guardò allarmata.
“Ohi!” la richiamò.
“Vado a prendere la mia roba.” Disse Martha
allontanandosi, il Dottore guardò Rose.
“Dimmi la verità, ti sei stufata di me.” Scherzò il
Dottore, mentre entravano nel Tardis.
“Non fare lo stupido.” Gli rispose facendogli la
linguaccia.
Qualche ora dopo, Rose uscì dalla sua stanza dopo essersi
fatta una lunga doccia ed essersi messa uno dei suoi pigiami super comodi.
Anche Martha, aveva usufruito della doccia del Tardis, adesso era crollata
nella sua nuova camera.
Il dottore era scomparso da un po’, non l’aveva più visto
da quando erano partiti, era strano perché di solito la veniva a cercare in
camera, per convincerla a fargli il the, o cosa più rara a offrirle delle
patatine.
Doveva ammettere, che nella prima parte della serata si
era divertita, lei e il Dottore avevano passato tutto il tempo a ridere e
scherzare tra loro. In quegli ultimi tempi, sentiva il Dottore particolarmente
vicino, e poi varie volte le era sembrato che lui la volesse baciare.
Alla fine, anche grazie all’aiuto del Tardis, lo trovò,
nell’immensa biblioteca, era seduto ad un vecchio pianoforte che si trovava
alla fine della stanza, era concentrato, aveva gli occhiali appollaiati sul
naso, e stava leggendo uno spartito. Superò il piccolo salottino all’inizio
della stanza, la piscina proprio che si trovava in mezzo, e arrivò da lui.
“Ehi.” Gli disse, attirando su di lei l’attenzione.
“Non ti ho svegliato, vero?” le chiese guardandola
dall’alto in basso, lei sorrise.
“No, non ero ancora andata a letto.” Gli rispose
mettendosi seduta accanto a lui.
“Come va la guancia?” chiese, notando che neanche
stavolta era rimasto il segno dello schiaffo.
“Il dolore se ne andato.” Le rispose.
“Racconterai anche questa storiella, vero?” chiese
divertito.
“Non lo so, solo se mi costringerai.” Gli rispose.
“Perfetto, la mia reputazione è finita.” Scherzò
voltandosi verso lo spartito, Rose lo guardò ripensando alle parole che aveva
usato la signora Jones. Non era certo la prima volta, che era accusato di
portare morte e distruzione, e sapeva che ogni volta, nel suo cuore si apriva
la ferita della guerra del Tempo, e lei non poteva sopportarlo.
“Quelle cose che ha detto la mamma di Martha.” Iniziò la
ragazza seriamente, facendolo voltare verso lei.
“Non sono vere.” Continuò fissandolo intensamente negli
occhi.
“Lo credi davvero?” chiese retoricamente.
“La cosa migliore della mia vita è stata quella di
incontrare te.” Gli rispose, gli accarezzò la guancia dolcemente, tornò a
sorriderle.
“Che cosa stai suonando?” gli chiese, cambiando discorso
e guadando lo spartito.
“Oh, una vecchia canzone.” Le rispose sorridendole.
“Del tuo amico Beethoven?” scherzò lei, prendendo lo
spartito, ma vide che si trattava di una canzone di Elvis, e non una qualsiasi,
ma era I Can’t Help Falling In Love With
You, la sua preferita.
“E’ la mia preferita.” Gli ricordo entusiasta.
“Lo so.” Le rispose lui.
“E la sai suonare?” gli chiese speranzosa.
“Ci posso provare.” Le disse riprendendo lo spartito, lo
sistemò sul leggio e si preparò a suonare.
“Stupiscimi Dottore.” Lo sfidò facendo spuntare la lingua
tra i denti.
Il Dottore iniziò a suonare e Rose rimase più che
sorpresa, rimase letteralmente senza parole, era incredibile la stava suonando.
Appoggiò la testa sulla sua spalla avvicinandosi ancora a lui, gustando il suo
dolce profumo e la sensazione che le trasmetteva quella musica così
meravigliosa, godendo di quel perfetto e meraviglioso momento insieme al suo
Dottore.
Fine
Revisone Settembre 2011
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