Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio!
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Autore: maya_90    04/09/2010    13 recensioni
«In lontananza, sulla superficie marina ormai scura all’imbrunire, si vedeva il profilo di un vascello. Scintillava di mille piccole luci che raddoppiavano i loro riflessi sulle onde, creando come una scia di stelle che si specchiavano sull’acqua. Illuminata da una di queste luci, sulla cima dell’albero maestro spiccava una bandiera nera, e un teschio bianco.»
Questa è una storia che accadde tanto, tanto tempo fa. Parla di un incontro particolare, tra vendette personali e promesse da mantenere, importanti comparse e personaggi che avrebbero, a poco a poco, cambiato il mondo. Enjoy =)
Genere: Avventura, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Gold D. Roger, Shanks il rosso
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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fdfd
Hola :]
Si, magari vi state chiedendo se sono un fantasma.
Ebbene no, è solo che le estati possono essere molto complicate, il caldo può infierire seriamente sulla voglia di fare, in più condite con un po’ di imprevisti, qualche casino al pc e… ecco fatto.  Ah, metteteci anche che il capitolo su cui sono rimasta ferma era il 17. Che sfiga!
Perciò ... Scusatemi tanto!!! Sono un impiastro, davvero T.T
Via, mi eclisso, mi dileguo, mi ritiro su un eremo a meditare sulla mia vita.
Anzi, magari no =) prima ringrazio un po’ di gente!

Dunque, un grazie chi ha lasciato un commento per la prima volta^^  fujiima, angela90, Huntergiada, merykara e tre88: benvenute/i a questa storiella, spero che continuerete a seguirmi nonostante questa interruzione dai tempi biblici!
E naturalmente anche a chi mi scrive da un po’ più di tempo <3 cioè Ale, Marta, meli_mao sweetsirius (visto che ormai quasi ci conosciamo xD), Akemichan e nico83 (eccomi di nuovo! :P).
Ed infine a chi ha inserito la storia tra i preferiti, le ricordate o le seguite... ed anche a chi mi ha messo tra gli autori preferiti. Ho detto tutti xD
Thank you!
I vostri commenti mi sono preziosi, davvero =) Sia che siano positivi, sia che mettano in evidenza errori/orrori!

Dal prossimo capitolo le risposte torneranno precise e puntuali, che ci tengo tanto u.u
Ah, spero che questo invece non sia troppo lungo ^^’ Dovevo recuperare, d’altronde…
Non vi trattengo oltre, se non per dirvi… Enjoy
!

[Riassunto delle puntate precedenti (perché se ve le siete scordate è più che comprensibile):
dopo essersi messi in viaggio per raggiungere la Grand Line grazie alle carte di Portuguese D. Thomas, i nostri prodi eroi arrivano finalmente in vista del passaggio!
Nel frattempo Garp ha saputo l’esatta rotta di Roger dopo che questo si è scontrato con un gruppo di cacciatori di taglie del Mare Meridionale, ed il nonnastro si sta mobilitando per incontrarlo quanto prima … presto si farà di nuovo vivo!
Ma pazientate ancora un po’ per lui, ora dobbiamo scoprire in quale immane casino si sono ficcati i nostri pirati…]



So free, free to be
I`m not another liar
I just want to be myself
18. Hydra


Era il tramonto.
La pioggia continuava a scendere ostinata, mentre tutti quanti si erano radunati in fretta sul ponte.
Un chiacchiericcio concitato si era levato alla vista di ciò che si apriva ai loro occhi.
-Tu dici che è quello, il passaggio, Danny?
-Si, mi sa che ci siamo.
-Per mille cannoni, è decisamente quello.
Rouge reclinò un po’ la testa.
Sicuramente non è un fenomeno molto normale, si disse stupefatta.
A qualche miglio di distanza verso est, le nuvole nere sparivano improvvisamente, quasi che fossero state tagliate via, e si apriva una porzione di cielo di uno strano color latte, particolarmente denso, cosparso qua e là di nuvole dorate che avevano la bizzarra parvenza di grossi batuffoli di zucchero filato.
-Dì un po’, Craig- chiese al navigatore senza smettere di fissare quello strano panorama – siamo arrivati, vero?
-Si - annuì quello serioso, passandosi le dita esili sulla fronte e consultando la sua mappa.
Shanks indicò qualcosa, saltellando ancora per l’eccitazione.
-Ci sono degli scogli enormi! Sono altissimi!
Il pallore innaturale di quel cielo si rifletteva in effetti su due grossi spuntoni di roccia, che si fronteggiavano in lontananza come due minacciosi giganti di pietra abbandonati in mezzo al mare.
La loro consistenza cangiante, sotto quella luce, aveva assunto una colorazione simile al metallo prezioso.
-Non è tutto oro ciò che luccica –commentò serafico il medico, incrociando le mani e lanciando un breve sguardo a Roger.
Il capitano stava osservando le vele alle sue spalle, gonfie del vento che il temporale aveva portato con sé.
Sembrava molto soddisfatto.
-Scilla- mormorò piano, e tutti si voltarono a guardarlo. Lui diede le spalle alla prua rivolgendosi ai suoi uomini, passandoli in rassegna uno ad uno.
-Stampatevi bene in testa che da quando entreremo lì dentro avremo soltanto tre giorni. Tre giorni per passare la Fascia, seguendo la corrente  che si genera tra quegli scogli.
Indicò alle sue spalle le due rocce che si incurvavano a formare quasi un arco.
-Questo significa che dovremmo imboccare la rotta per tempo, naturalmente- aggiunse poi.
-Altrimenti, possiamo anche considerarci morti- sogghignò –perché una volta lì dentro, non se ne esce in altro modo.
La ragazza deglutì.
-Ma è un rischio che siamo disposti a correre- riprese Roger annuendo piano - voi lo sapete cosa ci aspetta da quella parte ... più avanti.
Tutti tacquero all’istante, molti avevano gli occhi che brillavano.
-La Grand Line- concluse infine il capitano, ed arrivò di fronte al vice, che abbandonò la sua espressione pensosa.
-Si torna nella Grand Line, gente!- ripetè Ray con un gran sorriso, e tutti quanti esplosero improvvisamente in un urlo di gioia, tanto che ognuno parve dimenticare che in quel momento erano ancora sotto il temporale e si trovavano ancora nel Mare Meridionale, ben lontani dalla loro meta.
Rouge si passò una mano sulla fronte,  e fece due passi verso la tettoia, per ripararsi dalla pioggia.
Era incredibile come tutti fossero contenti di tornare in quel grande oceano, si sentì contagiata da quell’entusiasmo.
Vedere Shanks che esultava portato in spalla da Ray poteva considerarsi un ottimo ansiolitico, non potè fare a meno di sentirsi serena.
Avanti, Rou. E’ tutto un grande passo avanti verso Ed.
A quel pensiero sorrise, si sentì un po’ più leggera, ed improvvisamente carica per quella nuova traversata.
-Ti vedo raggiante.
Ebbe la stranissima sensazione di aver fatto due capriole all’indietro. Non si era minimamente accorta che Roger l’aveva raggiunta sotto la pensilina vicino la porta.
-Si… ehm…
Si trovò un po’ spiazzata dal fatto che lui stesso l’avesse avvicinata, che per un attimo dimenticò il loro discorso rimasto in sospeso e quanto si erano rinfacciati l’ultima volta che avevano parlato.
-Beh… stavo pensando che presto rivedrò mio fratello- rispose sinceramente, e non potè fare a meno di sorridere di nuovo.
Il pirata annuì brevemente.
Rouge notò un netto miglioramento nel fatto che almeno la stesse guardando negli occhi.
-Tieni- disse senza troppi fronzoli, posandole in mano una pistola.
La ragazza sgranò gli occhi.
-Ehi, ma perché? Non so come …- esclamò,confusa.
-Miri e premi il grilletto, non ti serve sapere altro- continuò Roger – e... ah, non devi prendere nessuno dei nostri magari.
Rouge aggrottò la fronte senza raccogliere.
-Ma contro chi dovrei usarla, scusa?
-Mh… la domanda giusta è contro che cosa… ad ogni modo, stiamo entrando in una zona pericolosa, conviene essere armati in ogni caso- concluse lui con una certa soddisfazione.
-Beh- rispose la ragazza, legandosi l’arma alla cintura –ehm… gra…
-Oh, non ringraziarmi- replicò lui con un sorriso sghembo mentre si allontanava –questa volta dovrai difenderti da sola, perché non credo sarò abbastanza libero per salvarti la vita di nuovo.
Rouge soppesò la possibilità di usare un colpo solo ed esclusivamente per lui, in quel momento.
Naah, giusto per prenderlo di striscio, si giustificò tra sè e sè, mentre lo osservava dirigersi a prua con andatura ciondolante.
Sospirò.
Un pezzetto del muro che avevano innalzato tra loro dopo quella discussione si era incrinato.
E molto probabilmente sarebbe toccato a lei buttare giù tutto il resto.

Ci vollero ancora quelle che sembrarono ore, prima di poter distinguere nettamente le due montagne di roccia che emergevano dall’acqua. Man mano che si avvicinavano a quella strana porta naturale, l’intensità della pioggia diminuiva sempre più, così come lo stridio dei gabbiani o lo sciaquio delle onde sullo scafo. Infine, quando giunsero a qualche centinaio di metri dal passaggio, tutto piombò nel più totale silenzio, quasi che da un momento all’altro fossero entrati in una bolla d’aria.
La ragazza guardò le espressioni degli altri: da festose e allegre che erano, in quel momento ogni singolo membro dell’equipaggio era in silenzio, le orecchie tese al più piccolo segno.
Roger era rimasto da solo a prua, con la mano distrattamente calata sull’elsa della spada, come in attesa. Scrutava davanti a sé, impassibile.
Evidentemente tutti erano in attesa che qualcosa accadesse.
Ray d’un tratto le mise la mano sulla spalla.
-Prendi Shanks e andate sottocoperta- le disse sottovoce.
-Ma perché…?- chiese lei con tono normale, ma fu messa a tacere dal vicecapitano che le intimò di parlare più piano.
-Ma cosa sta succedendo, Ray?- riprese lei sussurrando.
-Tieni il mozzo fuori dal pericolo. Non è pronto per combattere e non ho voglia di ripescarlo in acqua. Non sarebbe una bella idea, finire lì sotto.
Rouge aggrottò la fronte, lanciando un’occhiata all’acqua apparentemente tranquilla che sciabordava sul fianco della nave.
-Stiamo aspettando che qualcosa venga ad accoglierci, vero?- rispose, deglutendo.
-Per ogni passaggio c’è sempre un Guardiano- convenne lui in tono leggero– in questo caso è anche un po’ più difficile, visto che praticamente stiamo andando a scovare il leone nella sua tana.
Roger in quel momento fece due passi avanti verso prua e si rigirò la spada tra le mani.
-Preparate i cannoni- ordinò, e Jin ed altri cinque schizzarono via a caricare le armi disposte sul ponte.
-Arrivano- sorrise Ray, facendo l’occhiolino –prendi il mozzo e andate dentro.
-Arrivano? Ma non ne era uno solo?- esclamò lei.
-I pedoni si muovono sempre prima del re, peperoncino- replicò lui allontanandosi verso Roger, sfilando a sua volta la lunga spada dal fodero con uno scintillio metallico.
Rouge fece qualche passo per recuperare Shanks che era ancora intento ad ammirare lo strano paesaggio che si delineava davanti ai loro occhi, quando un improvviso rumore sordo la immobilizzò sul posto.
Bump.
Tutto l’equipaggio guardò per terra con apprensione.
Proveniva, senza ombra di dubbio, dal basso. Dalla chiglia della nave.
Qualcosa aveva tirato una sonora testata al fondo dell’imbarcazione.
-Oh, ecco i pedoni- informò tranquillo il vicecapitano, e nemmeno ebbe il tempo di finire la frase che con un enorme sibilo almeno dieci serpenti marini emersero da ogni lato del piccolo vascello, accerchiandolo.
Rouge rimase a bocca aperta a guardarli.
Non aveva mai visto dei mostri marini così grandi. Anzi, non aveva mai visto dei mostri marini dal vivo.
Erano alti almeno sette metri le lunghe teste affusolate curve sul vascello, gli occhi gialli dalle pupille verticali fissi su di loro, evidentemente saggiando il numero di quelle nuove succulente prede.
-E… questi sarebbero i pedoni?- mormorò, pensando a cosa mai potesse essere il loro Re.
-Hanno fiutato un buon pranzetto- buttò lì il cuoco, pronto ad un cannone.
-Shanks, andate dentro- ripetè Ray, senza muoversi di un millimetro.
La ragazza, sempre senza fare un passo, gettò un’occhiata al bambino.
Era… estasiato.
-Ma che fighi!!!- saltò su quello con gli occhi che brillavano –che denti a punta che hanno! E che occhi!
Rouge, avesse potuto, sarebbe caduta per terra sconfortata da tanta buona fede. Quella piccola peste non si smentiva mai.
Invece, molto lentamente, alzò gli occhi sul rettile più vicino al punto dove si trovava.
Il gigantesco animale la osservava, chinando appena il capo munito di una lunga cresta cremisi, che pareva essere fatta di metallo, tanto rifletteva la luce del sole.
Le squame turchesi ricoprivano la maggior parte del corpo emerso dal mare, squame grandi come il palmo della sua mano che rivestivano la pelle come un’armatura.
-Piano, Shanks, vieni qui…- cominciò allora lei , senza distogliere lo sguardo da quegli occhi gialli.
Si sentiva come in un istante sospeso, mentre il cuore le tamburellava forte nel petto. Voleva monopolizzare l’attenzione del mostro per far avvicinare il più possibile il bambino.
-Ma io… -protestò quello.
-Per favore, vieni qui…- mugolò lei, mentre il serpentone chinava ancora di più la testa verso la sua.
-Shanks, non discutere. Vai subito con lei, ci sei d’impiccio qui- intervenne Roger bruscamente, guardando la ragazza.
Rouge ricambiò lo sguardo.
Non vide un’ombra di paura negli occhi scuri.
Ma non ebbe modo di pensare oltre, perché improvvisamente un verso stridulo ed acutissimo le riempì le orecchie.
I mostri, quasi rispondendo ad un ordine, piombarono sul vascello con le loro fauci, velocissimi.
La ragazza dal canto suo afferrò il mozzo e rotolò con lui verso la porta che conduceva dentro, scivolando non poco tra gli schizzi d’acqua che invadevano il ponte.
Alcuni pirati indirizzavano dei colpi di cannone contro gli animali, vide Jin che ne centrò uno in pieno, facendolo inabissare sott’acqua; altri vibravano colpi di spada contro le teste dei serpenti che cercavano di catturarli. Craig ne tagliò una di netto, e una sostanza viscida simile al sangue ma di uno strano colore verdastro schizzò sulla balaustrata della nave, mentre altri agivano scagliando pesanti frecce verso gli occhi dei serpenti, che lanciavano assordanti sibili gutturali.
Rouge aprì in fretta la porta e vi si barricò dietro insieme al bambino, che pareva molto inquieto ma allo stesso tempo restio a disubbidire ad un ordine del suo capitano, con il risultato che saltellava sul posto senza sapersi decidere se tornare nella mischia o rimanere lì al sicuro.
-Rouge, spostati dalla porta! Io voglio andare a combattere!!
Cercò di spostarla ma lei non si mosse di un millimetro.
-Shanks, me lo ha chiesto Rayleigh, avanti -lo richiamò lei, appoggiando la schiena alla parete mentre quello si sedeva per terra con aria afflitta.
-Uff…
La ragazza parve accorgersi solo allora di quanto fosse potente il fragore dei cannoni che rimbombava nelle orecchie, mentre la nave continuava ad ondeggiare inquieta.
Furono lunghissimi minuti.
Infine l’ultimo sibilo si spense e Shanks si lanciò alla porta catapultandosi sul ponte, seguito dalla rossa.

-Ray! Tutto a posto? Se ne sono andati?- esclamò lei, correndo verso il vice.
Quello rinfoderò la spada e si tastò un taglio sull’avambraccio.
-Si … ma dubito che sia finita qui- annuì, legandosi un pezzo di stoffa sulla ferita.
-Roger! Era un branco di Serpenti di Mare, ma non siamo ancora passati dai promontori!- esclamò Daniel, tornando sul ponte con una lunga corda, per sistemare un tirante della vela.
La ragazza notò che infatti i due giganteschi scogli che emergevano dall’acqua erano ancora davanti ai loro occhi, vicinissimi. Da quella prospettiva poteva notare tutta la loro altezza.
-Era un gruppo di avvertimento- sogghignò il capitano, tirando un calcio a quella che sembrava orribilmente una zanna affilatissima –segno che non siamo i benvenuti, qui.
-Tutto sommato erano un po’ debolucci- aggiunse Jin, rimettendosi il grosso fucile in spalla.
-Quello era solo un piccolo antipasto. Vedrete che il bello arriva adesso- garantì il cuoco –peccato che la carne di Serpente di Mare sia velenosa …


La stanza era immersa nel silenzio, solo lo strepitare del fuoco nel camino ed il ticchettio di una grossa pendola di mogano scandivano i pensieri di Seiji.
L’uomo era seduto pesantemente sulla poltrona, in una mano il sigaro, nell’altra la lettera appena ricevuta. Era stato l’Ammiraglio Kong in persona a scriverla di suo pugno.
Espirò il fumo che si dissolse verso il soffitto. Sogghignò.
-Novità, tesoro?- chiese la donna bionda entrando nella stanza, portando in braccio un cane piccolo quanto un topo che abbaiava istericamente.
Era fasciata in un lungo abito rosso scuro, coperta sulle spalle da una stola di pelliccia d’ermellino candida almeno quanto il suo volto, sul cui pallore il trucco scuro risaltava senza volgarità.
-Endila … si, qualcosa di nuovo c’è- ripose quello alzandosi pigramente dalla sua posizione.
La donna lo raggiunse vicino la finestra.
Il cortile del castello era coperto da un soffice manto bianco, in lontananza si scorgevano i profili della città bassa di Marijoa, oltre la fitta coltre di fiocchi di neve che vorticavano sulle grandi vetrate.
-Hanno finalmente spedito quei giganti che ci servivano a guardia del cancello?- chiese lei con una punta d’impazienza, deponendo l’ossessivo cagnetto a terra, lasciandolo libero di vagare per la stanza.
-Non ne posso più di quei pezzenti che vengono qui ad elemosinare spazzatura…
Il nobile guardò la moglie, che assunse un’espressione incuriosita alla vista della luce strana che c’era negli occhi di lui.
-Ho ricevuto una lettera da Kong- rispose -Quei buoni a nulla della Marina hanno finalmente intercettato la nave di quel pirata.
Endila strinse le labbra rosse in una smorfia.
-Gol D. Roger?
Il marito si allontanò nuovamente verso il centro della stanza, inquieto.
-Hanno mandato uno dei Viceammiragli a fargli visita- continuò, dandole le spalle.
-Magari questa è la volta buona che quelle inutilità riescano a catturarlo- commentò distrattamente lei, osservandosi le unghie perfettamente curate.
-Devo ucciderlo con le mie mani- scandì Seiji con voce profonda.
A quell’affermazione la donna si avvicinò di nuovo a lui e gli pose una mano sulla spalla.
-Non credi sia ora di finirla con questa storia? Un misero pirata, ecco cos’è … perché roderti il fegato per una simile nullità?
L’uomo mosse appena il capo, infastidito, e pose di nuovo il sigaro in bocca, prendendo una profonda boccata.
-Forse è arrivata l’ora di lasciar perdere…- continuò lei.
-Ha sfidato la mia autorità- replicò quello glaciale -Nessuno sfida la mia casata senza pagare con la morte.
Endila non si diede per vinta, reclinò un po’ la testa per incrociare lo sguardo del marito.
-Quanto chiasso per un’insignificante ragazzina- sussurrò.
Finalmente il nobile si voltò a guardarla, e lei gli sorrise un po’ compassionevole.
-Non era affatto insignificante. Era cosa mia. E lui si è permesso di rubarmela, venendo a sfidarmi nella mia casa- rispose lui, fissandola freddamente.
-Se lasci scappare un solo misero topo, tutti gli altri finiranno per rivoltarsi. Siamo sinceri, hai idea di quanto siano fragili le fondamenta dei nostri privilegi?
Indicò nuovamente la finestra. La donna era ammutolita, lo fissava con le esili braccia incrociate e le labbra strette senza più l’ombra di un sorriso.
-Guarda là fuori, Endila. Oltre il nostro castello- mormorò, aggrottando la fronte.
-Guarda cosa c’è al di là della città alta, fai un giro nelle strade dove vive la plebe, dove vivono quei miseri ratti.
Le prese la mano, con un gesto febbrile, tirandola nuovamente a sé.
-Non aspettano altro che un’occasione- sussurrò, quasi a nascondere quanto stava dicendo –qualcosa, qualcuno che accenda la miccia. La rivoluzione.
L'ultima parola fu un unico tremito di rabbia.
-Fino a quando il Governo e la Marina ci proteggono- intervenne la donna con espressione altera, allontanandosi - non avremo di che preoccuparci.
Seiji tornò a guardare avanti, verso un punto imprecisato della stanza. Prese un’altra boccata dal sigaro.
-Non posso permettere che anche uno solo di quei pezzenti si sia preso gioco di me- riprese, con tono più pratico ed indifferente.
La nobile scosse la testa irritata ma preferì non ribattere, lanciando un ultimo sguardo fuori.
La neve era troppo fitta, per riuscire a scorgere la città al di là del vetro.


-Fiuuu!- esclamò Dan, con un sospiro di sollievo –anche questa è andata! Ma quanti branchi di mostriciattoli dovremo incontrare prima di trovare il Guardiano? Comincio a stufarmi!
Kennet analizzò una zampa di quegli strani insettoni simili a granchi giganti che avevano attaccato la nave qualche minuto prima.
-Ah, anche questi sono velenosi- concluse, buttando il resto fuoribordo.
-Questa volta ho combattuto anche io!- andava urlando Shanks ai quattro venti, roteando in aria il bastone di legno con cui aveva preso a randellate i bizzarri animali, nella maggior parte delle volte solo dopo che i pirati li avevano già fatti fuori.
Rouge alzò le spalle verso Ray che le scoccò un’occhiata di rimprovero, cosa rara da parte sua.
-Insomma, non mi sembravano poi così pericolosi- si giustificò lei con un mezzo sorriso di scuse – e poi non ho fatto in tempo a fermare quel fulmine, è scappato fuori…
-E va bene, restate qui ma vedete di non lasciarci le penne- rispose lui scuotendo appena la testa, arrendendosi.
-Non ti sembravano pericolosi? Sai che quelle chele possono tagliare la gola di un uomo adulto come un foglio di carta, principessina?- buttò lì Jin, passando con alcune palle di cannone.
-Ho combattuto anch’io! Ho combattuto anch’io!- continuava incrollabile il mozzo.
-Silenzio!- ordinò infine Roger– siamo all’ingresso.
Rouge alzò lo sguardo. Finalmente stavano passando tra i due grandi scogli.
Corse alla balaustra della nave e si sporse un po’.
Da vicino quella roccia brillava ancora di più, quasi  fosse composta di polvere d’oro e sabbia.
-Craig- chiamò il capitano a mezza voce- sei sicuro che l’ora e la posizione siano quelle giuste?
Il navigatore guardò attentamente la bussola, poi un vecchio orologio con la catenina, infine annuì.
-Ora dobbiamo solo attendere.
Tutti i pirati lo presero come un invito a sedersi per terra ed aspettare in silenzio.
La nave procedeva lentamente, Roger era ancora a prua. Non aveva rinfoderato la spada, ed era l’unico a non essersi seduto.
Rouge ebbe modo di vedere che stava osservando un punto preciso alla sua destra, quasi che si aspettasse di veder comparire qualcosa proprio in quella direzione.
Vide Ray raggiungerlo e dirgli qualcosa a bassa voce.
Entrambi alzarono lo sguardo.
Un secondo dopo quello che sembrava un’enorme ammasso di tentacoli emerse davanti alla prua con uno stridio agghiacciante.
-Madre mia!- esclamò il meccanico e molti si ritrassero atterriti, balzando in piedi.
Rouge fece cinque passi indietro ed ebbe modo di vedere l’enormità di quel mostro, che sovrastava l’albero maestro di diversi metri. Grondava acqua, la pelle orribilmente lucida era coperta di squame ed alghe.
-Oh, mamma…
In un attimo quelli che sembravano tentacoli con un guizzo velocissimo si rivelarono teste di drago: era una gigantesca idra.
Almeno una ventina di pupille serpentine si piantarono sul ponte della nave, analizzando gli intrusi, mentre le teste ondeggiavano paurosamente districandosi tra i mille bracci viscidi e contorti.
-Agli occhi, mirate agli occhi!!- esclamò il capitano, mentre l’enorme Re del Mare con un secondo, acuto stridio, si riversava in tutta la sua grandezza sul piccolo vascello.
-Spezzatino di polipo, stasera!- incitò il cuoco, fiondandosi contro uno dei bracci del mostro, che in quel momento si stavano avvolgendo velocemente intorno alla nave e agli alberi, immobilizzandola.
-Via quelle maledette zampacce!- ruggì Ray, liberando l’albero maestro prima che venisse spezzato, mentre gli altri lo seguivano a ruota.
-Attenzione! Alcuni tentacoli ricrescono!-avvertì Martin, piantando una lancia tra le enormi ventose.
Rouge evitò d’un soffio che una di quelle mostruose appendici l’afferrasse con una delle sue spire e si catapultò nella parte centrale del ponte, tirando fuori la pistola che Roger le aveva affidato.
Per un attimo se la rigirò tra le mani indecisa sul da farsi, poi schizzò via di nuovo per evitare un altro attacco.
-Ehi, Dan, avremo bisogno dei tuoi proiettili incendiari!- urlò il cuoco che, facendosi strada tra i tiranti sotto le vele vibrava pesanti colpi contro i corpi serpentini dell’idra.
-Ricevuto!- rispose il medico, e si voltò appena in tempo per conficcare a sua volta una lancia sul fianco di uno dei tentacoli.
-Prendi questa, brutta viperaccia!- esclamò il grosso meccanico, scagliando un colpo di cannone contro il corpo dell’idra, che per un attimo parve piegarsi su sé stessa.
-Evvai! Grande Ji…- esultò Rouge, ma non ebbe modo di finire la frase che un tentacolo coperto di spine le piombò addosso, e qualcuno la spinse via di malagrazia.
-Stà più attenta!- le urlò contro Roger, sparendo di nuovo dietro le vele.
Rouge si rimise in piedi all’istante.
-Aaah, e va bene!- esclamò correndo ed impugnando la pistola, mentre nel caos generale Shanks le passava davanti tirando una sonora bastonata ad un tentacolo più piccolo che si ritrasse ammaccato.
La ragazza individuò uno di quei corpi serpentini che si stava abbattendo sulla vela.
Prese la mira, pregando con tutto il cuore di non colpire nessuno dei suoi compagni.
-Ed, se mi senti, dammi una mano tu!- pregò.
Bam.
Il tentacolo si ritrasse con un guizzo strisciante.
La ragazza guardò prima il suo bersaglio che si ritirava, poi la pistola nella sua mano destra.
-Evvai, non è così difficile allora!- esclamò improvvisando un saltello della vittoria, salvo doversi tuffare un secondo dopo per evitare un altro serpente.
Si voltò ed esplose un altro colpo, che stavolta prese il tentacolo solo di striscio.
-Oh cavoli!- esclamò, rialzandosi subito mentre quello si avventava su di lei, ma  Shanks piombò con il suo bastone di legno saltando giù da una botte e si mise a cavalcioni del braccio del mostro.
-Yuhuu! Sono un cavaliere pirata!- esclamò, mentre Rouge saltò su all’istante.
-Oddio, peste, vieni giù da lì!- esclamò.
-Ok!- trillò il bambino- ma prima…
Estrasse una piccola fionda dalla tasca e la caricò velocemente con quelle che sembravano delle pietre colorate.
-Shanks, vieni giù da lì- ripetè la ragazza, impaurita- prima che ti lanci lui, ma in mare!
-Ehi, Dan! Guarda qui!- esclamò il rosso, rivolto al medico che combatteva poco lontano.
Poi lanciò i piccoli proiettili in direzione del corpo dell’idra.
Booooom!!!!
Il piccolo mozzo saltò giù dal tentacolo scivolando sul ponte allagato della nave, ammirando dal basso l’effetto del suo colpo con le mani posate sui fianchi.
-Sono i proiettili esplosivi di Danny, bruciano anche in acqua- replicò con fare pratico, rivolto a Rouge- che bell’effetto, vero?
In effetti i bracci del mostro colpiti dall’esplosione erano completamente fuori uso, tranciati di netto.
-Bravo, piccoletto!- buttò lì Ray oltrepassandoli di corsa per raggiungere alcuni serpenti che  si stavano fiondando sulle vele maestre.
Rouge si voltò per complimentarsi con il bambino, ma con sommo orrore notò che dai moncherini dei tentacoli bruciati,  erano rinati dei nuovi bracci che attaccarono immediatamente a prua.
-Roger!!- esclamò lei, mentre il capitano, colto di sorpresa dalla rinascita inaspettata, si era scansato fulmineo per non essere schiacciato dal  mostro, ma non era riuscito ad evitare la parte finale della zampa coperta di aculei.
Il ragazzo perse lucidità per un attimo e cadde in ginocchio. Sul petto si era aperta una profonda ferita.
-Roger!- urlò a sua volta Ray, che lo aveva lasciato solo per andare a difendere le vele.
Rouge si portò la mano davanti alla bocca.
-Capitano!- gridò Shanks, terrorizzato.
La ragazza corse avanti, senza nemmeno pensarci, tuttavia si fermò di colpo quando il pirata, in ginocchio sul ponte di prua, alzò improvvisamente lo sguardo a fronteggiare il mostro.
Improvvisamente la creatura si bloccò, i tentacoli rimasero fermi a mezz’aria. Ogni rumore si estinse all’istante.
Tutti guardavano atterriti Roger, se l’idra avesse voluto, l’avrebbe divorato in meno di un secondo.
Rouge reclinò appena la testa. Era una dei più vicini al capitano, e poteva vedere distintamente l’espressione sul suo viso. C’era qualcosa di profondamente strano in quella scena.
Sta … ridendo?
-Ehi…- iniziò Roger sempre in ginocchio, tenendosi con una mano la ferita sul petto, che continuava a stillare sangue copiosamente, e con l’altra l’elsa della spada piantata a terra, per sostenersi.
-Ho già perso troppo tempo, Guardiano di Scilla- sibilò.
Rouge fu raggiunta dal vicecapitano.
Lei lo guardò stranita.
-Ray, fa qualcosa, è ferito gravemente e … - disse, frastornata.
Il vicecapitano osservò il mostro, poi abbassò le palpebre e si sistemò gli occhialetti sul naso.
-Ray!- ripetè lei, turbata dal fatto che quello nemmeno le rispondesse.
-Aspetta …
Roger si sedette sui talloni e chiuse gli occhi.
-Non credi sia ora di levarsi dai piedi?- continuò, come se fosse del tutto normale intrattenere una conversazione con un'idra inferocita.
Il mostro per tutta risposta levò un sibilo acuto che fece tappare le orecchie a tutti quanti a bordo della nave.
Il pirata si piegò appena tamponandosi la ferita.
-Risposta sbagliata.
Improvvisamente rialzò la testa e poi si levò da terra.
Rouge ebbe un tuffo al cuore.
Era come se l’aria fosse cambiata. Come se l’ossigeno intorno fosse mutato in qualcos’altro, dalla consistenza più leggera ed ovattata. Silenziosa.
Sentiva in gola, nel cuore o forse era solo nella sua testa, non ebbe modo di capirlo distintamente, una sensazione stranissima.
Di caldo, sicurezza, di speranza, qualcosa di indistinto che tuttavia aveva già sperimentato in precedenza.
Ma che cavolo succede?
Roger si era rimesso in piedi del tutto, la spada nella mano destra. L'idra era ancora immobile.
Quella piccola figura ferita dai capelli scuri emanava un senso di grandezza anomalo, in proporzione al mostro che lo sovrastava di diverse decine di metri, e che in quel momento esitava in preda a chissà quale sentimento.
E’ così… familiare, si ritrovò a pensare Rouge.
Per un attimo le parve quasi di vedere un tenue bagliore dorato intorno alla figura del pirata.
E’ il riflesso delle rocce?, pensò con il cuore in gola.
Roger sollevò appena la punta della spada da terra, e batté un paio di colpetti sul legno della nave, che risuonarono come se fossero stati battuti su delle grancasse.
Il mostro improvvisamente si levò di nuovo in aria, richiamando a sé tutti i suoi tentacoli e le sue teste di serpente, creando intorno al suo corpo principale una terrificante corona di spire sibilanti.
Poi l’idra spalancò i grandi occhi dorati e si lanciò contro il pirata, aprendo le fauci e svelando le zanne smisurate.
-Roger!
-Capitano!!!
Quelle grida di avvertimento risuonarono stranamente lontane.
Il pirata saltò improvvisamente sulla balaustra di prua, mentre il mostro, che lo aveva quasi raggiunto, si paralizzò improvvisamente a mezz’aria.
Fu un attimo.
Roger vibrò il colpo, e la testa principale dell’idra rotolò orribilmente a terra con un tonfo liquido, gli occhi ancora aperti.
Tutti trattennero il respiro.
Poi il corpo mozzato del mostro s’inabissò, mentre i tentacoli ed i bracci serpentini si sgretolavano lanciando strida acute, fino a sparire sotto la superficie schiumante.

Ogni rumore tornò al suo posto.
Rouge tornò a respirare.
Finalmente l’aria sembrava tornata normale, quella sensazione era di nuovo scomparsa.
Prese delle profonde boccate d’ossigeno come se fosse stata in apnea per gli ultimi due minuti, mentre tutti accorrevano verso il capitano preoccupati.
Quello era rimasto per qualche secondo ancora in piedi, poi era caduto di nuovo per terra, tossendo e tenendosi la ferita.

-Dan, per gli dei del mare, c’è bisogno di un antidoto!- urlò Ray, che lo aveva raggiunto e si era inginocchiato di fronte a lui, tenendogli le spalle.
-Ehi, Roger! Non provare a morire o giuro che ti ammazzo!! Guardami!- esclamò, mentre tutti fecero capannello attorno ai due pirati per terra.
Roger respirò a fondo, continuando a fissare il pavimento.
-Non ho voglia di vedere il tuo brutto muso- ghignò, mentre la camicia bianca ormai aveva assunto come colore predominante il rosso scuro.
-Roger, dobbiamo portarti in infermeria, maledizione!- intervenne Daniel – quel dannato mostro ti ha preso con le spine avvelenate!
Il capitano finalmente alzò gli occhi sul vice.
-Non è finita qui. Dobbiamo trovare la corrente e…
-Capitano!- intervenne velocemente Craig, ancora più pallido del solito –ci penso io! Per favore, si faccia medicare!!
-Poche storie- ribattè Roger burbero –per un misero taglietto... andiamo al timone, Craig…
E fece per rimettersi in piedi, ma improvvisamente ebbe di nuovo un mancamento e sarebbe nuovamente finito per terra se Ray non l’avesse afferrato in tempo.
-Il veleno sta facendo effetto!- esclamò il medico allarmato – Ray, portiamolo dentro, assolutamente!
-Vi ordino di lasciarm…
-Stà zitto idiota! Ci servi più da vivo che da morto!- lo zittì il vicecapitano, afferrandolo per un braccio.
Insieme al medico lo portarono a spalla verso l’infermeria, ignorando le proteste e tirandogli degli schiaffetti in faccia per evitare che perdesse conoscenza e per metterlo a tacere, inutilmente.
Rouge dal canto suo non era ancora riuscita a togliersi dalla mente la familiarità con cui aveva percepito quel … potere.
E' stato qualcosa di anomalo. Qualcosa di... magico.
Era la prima volta che ne aveva la certezza.
Si, in quel momento aveva avuto la certezza che fosse stato Roger, a fermare il mostro prima che lo divorasse. Era stato Roger, a paralizzarlo per poi ucciderlo.
Ma come aveva fatto?
Era rimasta in disparte, guardando da lontano il capannello che si era creato attorno al capitano ferito.
Si accorse di stare tremando pesantemente.
Per quanto volesse non pensarci, era più chiaro del sole. Possibile che quello fosse davvero… come si chiamava? L’Haki di cui Roger le aveva parlato?
Improvvisamente si riscosse e corse verso il medico e il vicecapitano che portavano il loro superiore.
Doveva chiederglielo… anzi no, doveva sapere come stava… stava male?
Ma no… è in piena salute, non lo vedi?, gli disse una vocina inclemente nella sua testa.
Quando li raggiunse, evidentemente era talmente pallida che Ray, già visibilmente scosso, sobbalzò.
-Che hai? Sei stata avvelenata anche tu?- chiese, senza smettere di camminare a passo svelto.
Lei scosse appena la testa e si rivolse a Roger, che la guardò dal basso e voltò appena la testa per continuare a guardarla negli occhi.
Aveva il volto segnato, dal colorito stranamente pallido, mentre le labbra si erano fatte più scure.
Lei fece per parlare, ma non riuscì a dire nulla.
Lo seguì con lo sguardo, inquieta.
Non provare a lasciarci le penne,noi due dobbiamo ancora parlare, pensò febbrile, guardandolo allontanarsi mentre gli altri pirati correvano concitati sul ponte.
Quello sogghignò appena, poi sparì oltre la porta, che si chiuse dietro i tre pirati con un tonfo sordo.
Rouge rimase ferma, cercando di ritrovare un pò di calma.
Poi notò con un sussulto che qualcosa era scivolato dalla tasca di Roger.
Si avvicinò e lo raccolse, trattenendolo un po’ tra le dita prima di metterlo via.









°°°

Note:
Special guest del capitolo: l'allegra coppietta di Draghi Celesti!
Ed ecco che quella testa dura ci ha ripensato. Ci voleva un pò di casino per convincerla... che volete farci? Ognuno ha i suoi difetti ^^'
Voi vi state forse preoccupando per Roger? Non fatelo, per carità, o potrebbe rialzarsi e farvi a fettine per averlo compatito :D
Che nave di pazzi... meno male che c'è Ray ^w^
Ordunque io vi saluto, vado a fare una danza anti-sfiga!
Al prossimo capitolo =)
To be continued ;)
  
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