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Autore: _Ella_    08/09/2010    11 recensioni
Era gay, bene, ed era innamorato di una persona che aveva odiato fino a poco tempo prima. Meglio ancora. "And so the prince bite the princess and they lived happily forever"
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Axel, Roxas, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto, Contesto generale/vago
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Once upon a time

Non avrebbe mai immaginato che esistesse un posto tanto bello. Sporse leggermente la testa guardando in giù, stavano davvero in alto. Posò di nuovo gli occhi al sole che calava, il tramonto da quella torre era davvero stupendo, illuminava ogni cosa di quella luce così calda, soffusa, lasciando un senso di tranquillità incredibile.
-Tieni-
-Non fa un po’ freddo per mangiare un ghiacciolo?-
-Mangia e non te ne pentirai-.
Fissò prima il ghiacciolo, il suo insolito colore azzurrino, poi sottecchi guardò Axel che già si era avventato sul gelato e lo mangiava con gli occhi lucidi. Bhè, non poteva essere tanto male. Leccò leggermente con la punta della lingua e, corrugando la fronte, leccò con più convinzione. Ma… impossibile!
-Questo gelato è… dolce e salato allo stesso tempo! È buonissimo!- commentò, il più grande rise compiaciuto e continuò a godersi il panorama.
Lanciò la stecchetta giù, guardandola piroettare finché non divenne troppo piccola per essere vista; si portò le dita alla bocca per togliere quella fastidiosa sensazione di appiccicaticcio, quando Axel gli prese il polso dolcemente, guardandolo negli occhi. Un brivido gli attraversò la schiena, arrivando dritto in basso, quando il rosso cominciò a leccargli le punte delle dita per poi passare a tutta la loro lunghezza. Socchiuse gli occhi, provando una scarica di eccitazione quando gli prese tutto l’indice in bocca, succhiandolo e morsicchiandolo. Quando lasciò in pace le falangi lo tenne ancor più stretto al polso, mettendogli l’altra mano dietro la schiena per far aderire i due corpi. Il biondo nascose la testa nell’incavo del collo, respirando a pieni polmoni il suo odore. Aveva una paura folle che fosse tutto un sogno e che Axel fosse ancora in prigione. Strofinò gli occhi sul suo collo, la pelle così chiara – un po’ più della sua – cercando di non piangere. Non cen’era motivo, no?
-Guarda che se ti strusci addosso, così eccitato come sei, ti scopo istantaneamente-.

Sì, sì, sììììì! Non male come idea!
-Dai non fare lo scemo- lui doveva tenere la parte del piccolo e indifeso bambino, dopotutto; meno di un secondo dopo però, staccò il viso dal collo di Axel e lo guardò con un sorriso malizioso -Questa volta io scoperò te, mio caro-
-Non ti darò mai questo onore. Poi sono io il più grande-
-Se non mi lasci fare, non si fa niente- borbottò, staccandosi definitivamente ed incrociando gambe e braccia, mettendo il broncio.
… Cioè, ora metteva anche il broncio?! Roxas sei completamente fuso per questo petardo umano. E su questo, non ci pioveva. Socchiuse gli occhi quando sentì la risata roca del rosso, cercando di non sorridere divertito quando lo vide avvicinarsi a gattoni, rovinandosi tutto lo smoking. Ma che gli piacesse o no, sarebbe stato lui a togliergli quello smoking, sbottonandogli la camicia che gli fasciava magnificamente il petto. Tanto, non c’erano dubbi che Axel volesse. Cercò di rimanere serio anche quando sentì le labbra morbide lambirgli il collo per succhiarlo, baciarlo, leccarlo con una calma ed una bravura che solo Axel aveva. Gli premette la mano sul petto, spingendolo lontano, infastidito. Il più grande ridacchiò ancora e Roxas poté giurare che si stava eccitando per quel “giochetto”. Sobbalzò appena quando si sentì prendere in braccio e sbattere con la schiena contro il muro, per non farsi male fu costretto ad allacciare le gambe alla vita di Axel, costatando che sì, era eccitato.
-Mi stai violentando- commentò, cercando di rimanere serio per quanto poteva
-Se la vuoi mettere così… comunque sei eccitato e tanto mi basta per avere il diritto di continuare-.
Non riuscì a trattenere un gemito quando i due bacini si sfregarono e – mandando al diavolo ogni resistenza – si avventò sulle labbra del rosso, che le schiuse senza troppi complimenti. Cominciò a giocare con le spennatissime ciocche rosse che erano raccolte in una coda bassa, pensando obbiettivamente che con quell’acconciatura il suo ragazzo era più arrapante del solito.
-Dovremmo andarcene da qui, se ci vedono? Ho vergogna-
-Come sei pudico!- scherzò Axel, mettendolo a terra -Questa interruzione ti costerà un ora di completa passività mentre ti possiedo- sussurrò roco e sensuale al suo orecchio
-Potrei farci l’abitudine-
-E questo tuo entusiasmo merita una ricompensa- gli leccò il lobo, poi gli prese la mano, conducendolo giù dalle scale
-Fai fare a me, allora?-
-No!
-Cos’è… hai paura, per caso?-
-Se non la smetti giuro sull’anima di mia madre che ti scopo in piazza-.
Si ammutolì all’istante, arrossendo. Col tono che aveva usato sembrava più una minaccia.
Si tenne stretto alla sua schiena, nascondendoci il volto per evitare che il vento lo raffreddasse. Voleva stare così per sempre, amandolo in ogni modo possibile, con tutto sé stesso.

Anni, erano passati anni che stavano assieme ed ormai per entrambi erano finiti gli anni del liceo ed iniziati quelli dell’università. Non si vedevano più molto a causa dello studio e i vari impegni ma riuscivano sempre a trovare il tempo per vedersi ogni giorno, cercando di non far diventare il loro amore una cosa abituale. E non lo era diventato.
Quel giorno avrebbero passato tutta la giornata assieme, per fortuna le vacanze erano alle porte, avevano deciso di passare assieme pure quelle, magari invitando anche le altre due coppiette: Demyx e Xaldin, Riku e Sora. Già, alla fine questi ultimi due si erano dati una mossa. Per un caso fortuito in effetti, si era scoperto che anche Sora da ubriaco diceva parecchie cose “compromettenti”.
Roxas prese le chiavi dell’auto, accennando come sempre un saluto prima di uscire di casa.
Il tramonto su quella torre, era sempre stupendo, quel giorno particolarmente rosso e splendente. Sentì dei passi dietro di sé ed abbozzò un sorriso.
-Sei in anticipo-
-No, sei tu in ritardo- commentò, girandosi per guardarlo.
Ormai era una routine che entrambi non volevano spezzare. Troppo intima, troppo bella. Ed ogni volta si trovavano a fissare il tramonto, gustando il gelato salmastro che ormai era diventato il preferito di entrambi. Ciondolava con le gambe giù dal tetto, fissando come sempre la sfera luminosa; nonostante lo vedesse quasi ogni giorno da sette anni, il tramonto riusciva sempre a incantarlo, un po’ per il colore, forse, che gli ricordava tanto Axel.
-Hey, Roxas, scommetto che non sai perché il tramonto è rosso- lo fissò sottecchi, restando in silenzio per ascoltare -La luce è formata da molti colori e il rosso è quello in grado di arrivare più lontano-.
Ridacchiò, colpendogli la spalla con la mano libera dal ghiacciolo
-Chi tel’ha chiesto? Sapientone!- risero entrambi, le voci vibrarono nell’aria -E con questo, scommetto che vuoi dirmi che tu sei quello che si nota prima, sbaglio?-
-Yes, baby- sbottò, stendendosi con la schiena sul tesso, le braccia dietro la testa.
Certo, da quando era all’università ed aveva cominciato a studiare meglio l’inglese, la sua era diventata una fissazione quasi insopportabile. Sospirò, guardando l’ultimo pezzetto di sole scomparire all’orizzonte, lasciandosi dietro quei colori così caldi che nel giro di poco avrebbero lasciato spazio al buio della notte.
-Angioletto, devo dirti una cosa- storse il naso, girandosi a guardarlo
-Lo sai che ho quasi ventidue anni? Mi fa sentire un bambino questo nomignolo-
-Tu sei un bambino- commentò, mettendosi a sedere col gomito posato sul ginocchio; lo fissò intensamente, per poi sorridere appena -Caspita, sei cresciuto davvero-
-A volte capita- sbottò, facendo cadere nel vuoto il legnetto del ghiacciolo ormai finito -Dai, che dovevi dirmi?-
Axel sospirò pesantemente, sciogliendosi il codino per poi rifarselo nuovamente, temporeggiando quanto poteva. Finalmente posò le iridi smeraldine sul più piccolo, fissandolo in silenzio, con uno sguardo quantomeno strano che a Roxas non piaceva affatto – o che lo incuriosiva.

Bussò alla porta, sentiva ancora gli occhi pizzicargli dalle lacrime e li strofinò appena col palmo della mano, prima di entrare senza nemmeno aspettare una risposta. Guardò il suo corpo perfetto – che nonostante tutti quegli anni lo affascinava sempre – fasciato da uno smoking grigio fumo, con sotto una semplice camicia bianca e al collo una cravatta dall’insolito colore rosso. I capelli raccolti in una coda fatta un po’ meglio del solito ma che comunque non era riuscita a domare del tutto quegli aculei rossi, che in realtà erano così morbidi. Era stupendo, com’era giusto che fosse al giorno del suo matrimonio. Axel lo guardò dallo specchio e sorrise ilare, scuotendo la testa.
-Hai pianto ancora?-
-Non dovrei?-.
Finalmente lasciò perdere il nodo alla cravatta rossa e lo raggiunse, baciandogli dolcemente la fronte, scendendo con le labbra per catturargli le lacrime salate. Le labbra si unirono in un bacio dolce e passionale, le dita si intrecciarono. Ci furono parole dolci, sospiri e gemiti sommessi perché potessero essere solo di loro due. E si sarebbero amati per sempre, di questo erano entrambi certi, perché dopo tutto quello che avevano passato non si sarebbero mai lasciati, sarebbero stati l’uno accanto all’altra senza voler nulla in cambio.
Nessuno avrebbe potuto amare Axel più di come faceva Roxas.
Nessuno avrebbe potuto amare Roxas più di come faceva Axel.
E tanto bastava.
Pianse ancora, contro il suo petto madido di sudore, le mani del più grande che lo accarezzavano per calmarlo, le labbra che lasciavano dolci baci sul suo viso.
-Ti amo-
-Giuralo-
-I promise-.
Un altro bacio, più dolce dei precedenti. Un sorriso, caldo come il sole. Axel era il suo sole, gli riscaldava il cuore.
-Sei in ritardo, lo sposo arriva sempre prima della sposa-
-La sposa è nel mio letto e credo che non si stia lamentando- gli baciò dolcemente il naso, carezzandogli col dorso della mano la guancia ancora arrossata -Lo sai che porta sfortuna vedere la sposa prima del matrimonio?-
-Stronzate- borbottò, baciandolo a fior di labbra per poi alzarsi -Ci toccherà fare una doccia-
-Together?- sussurrò al suo orecchio, abbracciandolo da dietro
-Abbiamo più di un ora di ritardo-
-Nessuno ci dirà niente se ne facciamo un altro paio-.

Stupendo, Roxas era semplicemente stupendo. Il corpo esile e delicato coperto da uno smoking panna, la cravatta celeste un po’ più chiara dei suoi occhi. I capelli sempre spettinati ma un po’ più corti, più curati del solito. Gli occhi luccicanti, le labbra che di lì a poco avrei baciato, dopo avergli promesso il mio amore eterno. Da un anno, piangeva spesso. Era troppo contento, diceva, contento di risultarmi unito anche sulla carta. Per me non era così importante perché sapevo che con o senza matrimonio saremmo stati assieme per tutta la vita, ma sentivo che per lui era importante e non mi sono tirato indietro.
Ora che notavo, gli mancavano solo le ali ed un aureola dorata per essere tale e quale ad un angelo. Sorrisi, le gambe quasi mi tremavano, era stata una fortuna trovare un angelo pronto a peccare assieme a me. Un peccato così paradisiaco, un paradiso così bruciante. E tutto quello che facevamo, lo avevamo fatto sempre per amore e così avremmo continuato. Non c’era niente di più bello che sentire la sua voce candida chiamare il mio nome, non c’era niente di più bello che vederlo sorridere rilassato e tranquillo mentre io ero al suo fianco. 
Sarebbe stato sempre e solo mio. Mio. Mio. Mio. Perché non gli avrei mai permesso di odiarmi, di lasciarmi. Perché avrei fatto di tutto per impedirgli di allontanarsi dalle mie braccia, anche se sapevo che non avrebbe mai voluto farlo.
Roxas è troppo stupendo per essere lasciato e – per quanto io sia un deficiente – non arriverò mai a fare questa stronzata. Credo che se mi lasciasse mi sentirei morire. È la mia vita, è tutto ciò di cui ho bisogno, se non di più.
E spero con tutto me stesso che l’amore che abbiamo non sfiorisca mai, spero di riuscire a farlo sorridere anche nei momenti bui che verranno – perché ce ne saranno – spero di riuscire ad essere alla sua altezza.
Ricordo ancora la prima volta che l’ho visto, quando era ancora piccolo, ricordo benissimo il giorno in cui si sarebbe fatto uccidere piuttosto che scappare da me. È una persona talmente forte e non so come ma sono riuscito a conquistarla.
Forse, dopotutto, mordere è servito a qualcosa. Più che qualcosa, in effetti.


And so the prince kissed bite the princess and they lived happily forever


Got it memorized ?!

 

 

Per chi alla vista dell’inglese ha strabuzzato gli occhi (come farebbe una mia amica) la frase significa: “E così il principe baciò morse la principessa e vissero per sempre felici e contenti” xD
Fexy, spero che questo capitolo abbia soddisfatto almeno per la metà le tue aspettative!
È finita!! ç__________ç  *piange disperatamente*
Non sapete quanto mi dispiace che sia arrivata al capolinea ma… ma prima o poi doveva arrivarci! >.<
Bhè, in ogni caso sto lavorando su un'altra fanfiction e spero caldamente di rincontrarvi lì! ^^ Non so però quando la pubblicherò… in effetti vorrei prima avvantaggiarmi coi capitoli perché tra poco… comincia la scuola ( non fatevi sentire… shhh) o.O
Allora, dato che non ci sentiremo più e non avrò possibilità di ringraziarvi perché un prossimo capitolo non c’è, faccio adesso.
Ringrazio anche per le recensioni del capitolo scorso! ^^ Troppo buoni, troppo buoni! ^^
Quindi milliordosi ringraziamenti a chi ha recensito, perché sapete che sono tanto contenta e altrettanti ringraziamenti a chi l’ha letta anche senza recensire! ^^ Spero che almeno alla fine mi diciate ciò che pensate! Per dirmi che siete stati felici di leggere oppure se mettere questa storia in quelle seguite, ricordate o preferite è stata un immonda cazzata :P
Quindi ora, dopo questo discorsetto supervisionato dai personaggi che hanno partecipato a questa ficcy, comincia la festa a base di gelato salmastro, succo di arancia rossa e, perché no, anche coca cola! Yeeeee! Cose in grande gente! *passa offrendo biscotti*
Mi mancherete ç___________ç 
Bhè… mie care Edo, Fexy e ___BringMeToLife  noi ci sentiremo – spero al più presto – con me nei panni di recensitrice e voi brave scrittrici! ^^

Alla prossimaaaa!  :D

 

 

*Dietro le quinte*
Axel: meno male… è finita! Non ne potevo più delle sue stronzate! -.-
Roxas: senti, fino a prova contraria sono io quello che è morto, resuscitato, che è stato morso, tradito, stuprato e chi ne ha più ne metta! Qualcuno la arresti! è____é
Io: … sono ancora qui e vi ho sentiti *occhiata furente*
Axel: ma tu hai detto che accetti le critiche e secondo me questa è la fanfiction peggiore che mi sia mai capitata di recita…
SBEM! Viene colpito in fronte da una scarpa e si spiaccica al suolo, per questo Roxas non ha il coraggio di dire più niente ed ammutolisce.
Demyx: suvvia Axel, non è stata tanto male! ^^
Io: Ecco, adesso si ragiona! ù.ù

   
 
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