Sono colpevole
di non aver aggiornato, da quando? Cinque mesi mi pare xD
Beh ho aggiunto
questo capitolo che spero vi piaccia!!!
Dedico questo
cap alla mia intramontabile amica millyray, grazie amore, per tutto e per di più!!! Leggete le
sue storie (oltre alla mia)!!
Vi lascio, che dire buona lettura!!
Qual
è la ricorrenza, dopo il Natale, che tutti aspettano con impazienza, ovvio è il
compleanno!
Ma
non per tutti è così, non a Hogwarts comunque. Come un’anima in pena, Amanda,
si avventurava tra i corridoi, non sapeva dove volesse andare, ciò nonostante,
stare ferma era escluso. Il suo ragazzo, nonché il più strafottente Serpeverde,
le aveva riservato una sorpresa per
quel giorno, il suo dannatissimo compleanno.
Per
riassumere era S.Valentino e fino alla notte prima, non aveva rivelato che però
quel giorno tanto speciale per gli innamorati, era pure il giorno in cui era
nata. Ripensandoci l’aveva fatto solo perché era stufa di tutte quelle
attenzioni che riceveva ogni giorno, avrebbe voluto ritornare a essere l’anonima
Serpeverde che nessuno filava.
La
sorpresa che le aveva fatto Scorpius,
si poteva definire molto romantica, ma per lei era uguale a una grande
scocciatura.
Dopo
il regalo del giovane Malfoy, che aveva accettato buon volentieri, due
orecchini di zaffiro, la sua pietra preferita, aveva architettato una cosa alquanto...
imbarazzante.
Stava
per decidere di ritornare indietro per scusarsi con Scorp, per averlo piantato
in asso subito dopo essere venuta a conoscenza della sorpresa che le aveva
riservato, quando una voce famigliare le suonò nell’orecchio.
“E’
stato piuttosto divertente! Dovevi vederlo, ha fatto una faccia quando sei
scappata! Lui che aveva organizzato tutto così bene, non sapevo che fosse così sdolcinato Malfoy!” sghignazzando
James. Non lo avrebbe mai ammesso ad alta voce, ma gli mancava troppo .
“Ehi
non ti permetto di prenderlo in giro, penso che sia stata veramente una bella
idea allestire un gazebo con tanto di candele e rose, così noi potessimo
mangiare in tranquillità e...”
“Giààà
e magari in completa privacy? Ma fammi il piacere, mettere un tendone come
quello, in mezzo alla Sala Grande è la cosa più ridicola che avessi mai visto.
Voleva che tutti vi ammirassimo, mentre voi vi sareste sbaciucchiati e poi non
fare l’ipocrita se ti fosse piaciuto non te la saresti data a gambe!”.
Avrebbe
potuto controbattere con facilità, ma sarebbe stata come diceva lui,
un’ipocrita, stava cambiando e adesso sapeva che questo cambiamento non aveva
portato a nulla di buono.
Non
abbassò lo sguardo o cose simili, semplicemente restò a fissarlo con occhi
pentiti, si dice che uno sguardo riveli più di mille parole.
“Tiene”
le disse lui infine, mettendole in mano un pacchetto prima di girare i tacchi e
sparire dietro un altro corridoio.
Resto
a guardarlo e solo dopo che fu sparito notò cosa aveva in mano, aveva l’aria di
un regalo.
Era
incartato con carta color oro e un fiocco rosso, difendeva fino all’ultimo il
colore della sua Casa.
Appena
scartò il pacco ci trovò qualcosa che la fece sorridere di cuore, quand’era
l’ultima volta che le era successo?
***
Sembrava
che la giornata non volesse finire, voleva sprofondare, scavarsi la fossa da
sola e buttarsi dentro, magari portandosi dietro qualcosa da leggere mentre si
sarebbe crogiolate nella disperazione più cupa.
Rimase
a fissare il libro che aveva tra le mani, era il testo che aveva letto in treno
il giorno in cui lei e James si erano incontrati, la cosa ancora più grandiosa
era il segnalibro che recava la scritta:
Alla fine sei finita nella casa dell’uomo
nero, tuo James
Che
si ricordasse ancora della strana conversazione che avevano fatto quella volta?
Quando aveva affermato che una casata valeva l’altra e che quella di Serpeverde,
per sua mamma, era il covo dell’uomo nero! Quante risate si erano fatte,
colpita da un lampo di genio, capì, doveva riconquistare James doveva averlo
come amico, ne aveva bisogno.
***
Era
nervosa e a dir poco patetica. Stava aspettando fuori dal dormitorio dei Grifoni,
perché voleva vederlo, parlargli, chiarirsi.
Troppo
presa dalle sue analisi interiori, non si accorse della persona che le si accosto
a fianco, prendendola di sorpresa e facendole saltare il cuore.
“Oh
per Salazar che colpo che mi hai fatto prendere, Black!” lo rimproverò la bionda.
“Scusami
Vegas non volevo spaventarti, che ci fai qui comunque?”
Stava
per rispondergli che voleva vedere James, si fidava di Matt e sperava che
capisse, ma non ebbe neanche il tempo che lui ribatté: “Non importa, ti stavo
giusto cercando, volevo darti il tuo regalo, ma io te lo dico, non è per il tuo
compleanno” e le strizzò l’occhio.
Non
era mai stata in grado di capire Matt Black, ma di una cosa ne era certa, quel
ragazzo non era normale.
“Grazie”
accennò distratta, mentre prendevo in mano il sacchetto.
Intanto la porta
dei Grifondoro si era aperta e una testa bruna perennemente spettinata uscì.
“Ehi
Matt...” James si fermò appena la scorse dalla spalla dell’amico.
“Oh
James devo proprio parlarti!” esclamò Amanda urgente.
“Bene
peccato che io non abbia nulla da dirti!” ribeccò con rabbia.
“Mi
dispiace Amy ma sai com’è fatto James, perso una volta e perso per sempre,
lascialo stare e potresti lasciar stare anche quello spocchioso del tuo ragazzo!”
s’intromette Matt. Quando disse quelle parole aveva una luce diversa negli
occhi, era diverso o almeno le sembrava così, non erano così intimi ma da
quando lo aveva conosciuto non l’aveva visto mai così aggressivo con qualcuno.
Che gli stava succedendo e perché diceva
quelle cose? Avevo perso per sempre James? Pensò mentre le lacrime le
salivano agli occhi.
Così
fece la cosa che sapeva fare meglio. Ovvero scappare.
Si
fermò non appena il fiatone iniziò a darle veramente fastidio e si buttò a
terra. Era arrivata in giardino, parecchio vicina al confine della foresta
proibita. Ebbe la malsana voglia di piombare nel bosco, sarebbe finita nei guai
e nel migliore dei casi sarebbe morta.
“Quanto
corri!Brava!” con il fiatone pure lui, James l’aveva seguita.
“Perché
sei qui?” sbottò con un tono che sperò non lasciasse trasparire la sua angoscia
e speranza.
“Sono
qui perché Matt è un emerito bastarda! Suo padre sarà una forza, ma lui non può
competere!”
“Che
stai dicendo?” ripresi sconcertata.
“Sto
dicendo che non devi ascoltarlo, come dice Rose, lui è la reincarnazione di Voldemort!”
Il
nome la colpì in faccia, lui era un Potter, non aveva certo timore di
pronunciare quel nome.
“E’
così terribile?”
“Non
sai quanto e non oso immaginare cosa ti possa aver regalato” disse indicando il
sacchetto che aveva appresso.
“Vuoi
scoprirlo insieme a me?” propose con un lieve sorrisino.
Aveva
paura di un’altra delle sue risposte alla sono-odioso-e-fiero-di-esserlo, ma le
si sciolse il cuore quando rivide il suo ghigno, quanto le era mancato.
Per
un’ora buona risero come matti, cosa si poteva nascondere dietro il regalo del
malefico Black? Ovvio un perizoma e un reggiseno pressoché inesistente, ma la
cosa veramente esilarante era la frase stampata sulle mutandine: “sono una
bimba molto cattiva!”
Sembrava ritornato tutto alla normalità, solo lei e James, a unirli una bellissima amicizia o almeno era quello che pensavano loro.