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Autore: rose07    10/09/2010    2 recensioni
Valeryn e Vittorio sono cugini di terzo grado, belli, simpatici e molto affiatati.
Inaspettatamente, entrambi si prendono una cotta per l’altro, alimentando una lunga catena di guai; lei è fidanzata con il migliore amico di lui.
Ma non è finita qui: quale segreto nasconde la famiglia di Vittorio?
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Ubi maior minor cessat'
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«Quindi ti ha fatto questo?» Miriana si trovava nel balconcino di casa sua, con degli occhiali da sole, intenta ad ascoltare la storia dell’amica sotto un sole di fine maggio. 
Valeryn scrollò le spalle lasciandosi cadere su una seggiola. 
«Sì, ma Elia dice che non l’ha fatto di proposito» 
«Come sarebbe?» 
«Nel senso che praticamente quella Barbara non gli interessa» sospirò non del tutto convinta delle sue parole «Che ama solo me» 
La mora si tolse i grandi occhiali per guardare meglio in faccia la sua migliore amica. 
«Te lo ha mai detto?» le chiese. 
«Cosa, che mi ama?» 
Miriel annuì. Valeryn scrollò le spalle, sconsolata. 
«No» disse «Si è sempre comportato bene, ma... no» 
«Cosa aspetta a dirtelo, se ti ama!» 
Valeryn guardò di sottecchi l’amica che adesso sorseggiava dell’aranciata rossa e faceva la saputella. 
«Perché Alex te lo ha mai detto?» le chiese piccata. 
Questa quasi sputò tutto il succo. 
«Emh... che t’importa?!» 
La castana le rivolse uno sguardo scettico, mentre Miriel arrossiva. 
«Una volta me lo ha sussurrato mentre lo facevamo, ma non so se ho capito bene» 
«COSA?!» quasi urlò Valeryn. 
«Non so se ho capito bene» 
«No, no, ripeti ciò che hai detto prima!» 
Valeryn guardava con gli occhi spalancati l’amica, che si chiedeva il perché di tanto stupore. 
«Che una volta me l'ha sussurrato. Mamma, Valeryn, che c’hai al posto dell’orecchie?» 
Questa alzò gli occhi al cielo, abbassando un po’ la voce. 
«L’avete fatto?!» 
Miriel si sentì subito in imbarazzo. 
«Ehm, sì... l’altra volta, perché?» 
«Tu non me l’hai detto!» l’incolpò l’amica. 
«Eri così presa da Vittorio, come facevo a dirtelo?» 
La mora fece un sorrisino di scuse, piegando la testa da un lato. 
Valeryn scosse il capo, chiedendosi cosa aveva fatto di male per meritarsi un’amica tanto smemorata e per di più cocciuta. Non che lei fosse meglio, ma Miriel era in cima della scala “stranezze”. 
D’accordo che nemmeno lei era corsa a riferirle che con Vittorio avevano fatto l’amore: ma era stato per una buona causa, insomma. 
E adesso il suo amore era lontano da lei... 
Non poteva e non voleva crederci. Miriel volse lo sguardo verso l’amica che guardava pensierosa il cielo. Si chiese come mai non le avesse fatto il quarto grado, dato che di solito era curiosa e ficcanaso. Poi comprese che la rottura con il suo ragazzo non doveva farle per niente bene. 
«Vale» la chiamò, scotendola da un braccio «è inutile che ti deprimi. Ormai il danno è fatto» 
Questa si voltò sgarbata. 
«Grazie, sai sempre risollevarmi il morale!» esclamò. 
Miriel assunse una faccia sdegnata. 
«Cosa dovrei dirti? È palese che Vitto non ha baciato quella Barabba per...» 
«Barbara, si chiama la stronza!» 
Miriel alzò gli occhi al cielo, sconsolata. 
«D’accordo, sì. Dicevo, è logico che non l'ha fatto apposta! Ci vuole poco a capire che non ha potuto liberarsi in fretta, visto che sei giunta tu nel momento sbagliato!» 
«Lo difendi?!» Valeryn guardò con sfida la sua migliore amica. Miriel resse lo sguardo. 
«No» bevve un sorso di aranciata, con aria saccente «dico che arrivi sempre quando non dovresti» le fece un sorrisino. 
«Quindi avrei dovuto aprire la porta della palestra due secondi dopo, così mi sarei risparmiata la visuale? E non avrei visto che quell’idiota baciava il mio ragazzo?!» Miriel annuì. 
«Caspita, Miri, non ti credevo così stupida! Grazie!» 
Tirò fuori il cellulare, arrabbiata, e prese a trafficare con alcuni tasti, facendo rubrica e messaggi. Miriel si passò una mano sulla fronte; stava sudando freddo e la sua amica le stava rovinando la domenica mattina. 
«Valeryn!» esclamò togliendole il cellulare dalle mani «Smettila di innervosirti. Vuoi capire, o no, che stai mandando a monte la vostra storia per un malinteso?» 
«Torni col malinteso?» Valeryn la guardò torva «E’ un malinteso slinguazzarsi la ex?» 
L’amica si coprì il volto con le mani. Non avrebbe mai più consolato Valeryn, mai! 
«Ma senti, in gita, quando hai detto che Elia ti ha baciata, ascoltami, non è stata la stessa cosa?» 
«Ma che c’entra, noi...» 
L’altra la interruppe. 
 «Ti sei lasciata baciare come una scema anche tu, non dimenticarlo. Siete entrambi sulla stessa barca» 
«Ma poi io mi sono allontanata!» si difese la castana. 
«Vittorio ha fatto lo stesso, cavolo, non stiamo a guardare i particolari!» 
Valeryn sospirò. 
«Perché pensi che Vittorio non l’abbia fatto di proposito?» 
«Io penso che non l’abbia fatto apposta, e se permetti lo pensa il nostro gruppo intero, perché è palese che ti ama. Lui ti ama!» esclamò, scandendo le parole. 
«No...» mormorò scoraggiata lei. 
Miriel si alzò dalla sedia, prese un annuncio sulle offerte del supermercato, lo arrotolò a mo’ di megafono e le gridò contro. 
«VALERYN, IL TUO RAGAZZO, NONCHE’ CUGINO DI TERZO GRADO, HA TRADITO IL SUO MIGLIORE AMICO PUR DI STARE CON TE! SE N’E’ FREGATO DEL PARERE DELLA FAMIGLIA, HA LOTTATO PER DIVENTARE IL TUO FIDANZATO! SMETTILA DI PARLARE MALE DI LUI, O IO MI CHIUDO IN BAGNO! NON TI SOPPORTO PIU'!» 
Parecchi passanti alzarono lo sguardo verso il balconcino. Si sentì la zia della ragazza esclamare un “Miri, stai bene?” dalla cucina. 
Di colpo le due amiche sprofondarono in un silenzio quasi assordante, interrotto solo dagli uccellini di passaggio. 
Valeryn si morse la lingua. 
Che la sua migliore amica avesse ragione? Perché non mettere da parte l’orgoglio? Anche lei amava Vittorio, lo amava con tutto il cuore. Doveva crederci. Doveva lasciarsi andare. Solo per quella volta. Non potevano rovinare tutto così. 
Miriana si lasciò cadere, sfinita, sulla sedia, facendosi aria con il volantino stropicciato. 
«Ehi, Miri» la chiamò un po’ incerta. 
«Per la miseria, che vuoi?!» sbottò «La mia cara finezza è andata a farsi benedire, come vedi» 
Valeryn sorrise. 
«Io non posso stare senza di lui» 
All’affermazione della castana, Miriel lodò gli angeli del cielo. Finalmente quella testarda si era sforzata di capire. Ma che faticaccia! 
  
  
  
  
Elia sorrise guardando il suo migliore amico, che aveva in volto un’espressione un po’ insicura. Teneva in mano una bomboletta spray, e lo guardava tra l’indeciso e il confuso. 
«Eli, sei davvero convinto che dovrei fare in questo modo?» gli chiese. 
Il biondo fece cenno di sì con la mano. 
«Fidati. La conosco, le piacerà» 
Vittorio scrollò le spalle. Entrambi stavano scendendo a piedi dal rione più alto del paese, faceva caldo ed erano solo le nove di mattina. A quell’ora solitamente era nel meglio del sonno, si disse. Ma lo faceva solo per lei. 
«Okay, ma se poi non le piace?» 
Elia sbuffò. 
«Ma sei scemo?» si fermò di fronte a lui, poggiandogli una mano sulla spalla. 
«Io sono sicurissimo che le piacerà, Vitto. Se non ci credi, non lo fare. Ma te ne pentirai» 
Continuò a camminare, lasciandolo indietro. Vittorio guardò ancora una volta la bomboletta, confuso, senza capire se veramente quell’idea del suo amico poteva essere fondata. Però era bella. Però era folle. Gli piaceva, dopotutto. 
Lo raggiunse allungando un po’ il passo. 
Arrivarono vicino a un vecchio ponte dove sgorgava l’acqua. Sopra di esso, vi era un pezzo di muro libero, perfetto per fare quella semplice scritta. Elia dopotutto non aveva avuto una cattiva idea. E neanche Alex, visto che aveva insistito tanto per portarli proprio lì sotto. 
«Ehi, Vitto! Eli!» li chiamò agitando la mano. 
I due lo raggiunsero. 
«Una domanda, Alex. Perché proprio qui?» chiese il castano, non capendo il motivo di essersi dati appuntamenti in quel punto preciso. Alex lanciò uno sguardo eloquente ad Elia, e sorrise. 
«Ho saputo da Miriel che lei è qua» rispose. 
Vittorio si agitò, guardandosi intorno. 
«Qua dove? Cosa dici?» 
I due amici scoppiarono a ridere, prendendolo in giro. Quando finirono, il moro disse: 
«Qui di fronte» e indicò con un dito «abita la zia della mia ragazza. Loro sono proprio in quella casa» 
Riprese a ridere, mentre Vittorio guardava la casa gialla con il cuore che batteva forte. 
Perché adesso era teso? Forse sapere di averla a due passi lo faceva stare male. E se non avrebbe accettato? Se avrebbe rifiutato? Se non lo avrebbe perdonato mai più? 
«Okay, allora io vado a chiamarle con una scusa» gli strizzò l’occhio Alex «Voi provvedete» 
Arrivò sotto casa di Miriana, e stette in attesa che i due compiessero il lavoro. Alzò un pollice come incoraggiamento. Il suo amico Vittorio ce l’avrebbe fatta a riconquistarla. Questo voltò la testa verso Elia, in difficoltà. 
«Non ce la posso fare, cazzo» fece, mordendosi un labbro. 
Il biondo lo guardò esasperato e alzò gli occhi al cielo. Si faceva un mucchio di paranoie quel ragazzo. 
«Ma che ti prende?» domandò perplesso «Non è la prima volta che lo fai. Non ricordi quando abbiamo scritto tutti i nostri nomi al vecchio campo?» 
Vittorio rise e gli lanciò uno sguardo d’intesa. 
«Il mio e il tuo erano scritti più grandi» 
«E con il dorato. Quello di Daniel lo abbiamo scritto con il verde pistacchio» 
Risero come idioti. 
«E allora?» Elia ritornò serio e lo guardò negli occhi «Perché hai... paura? Se è per le persone, tranquillo, ti copro io» 
Lui scosse la testa. 
«Non è che ho paura di farlo. Ma ho paura di come la prenderà lei» ammise. 
Elia continuò a guardarlo in quel modo strano, e Vittorio pensò che non faceva altro che accentuare la sua confusione in quel modo. Voleva essere come Elia, a volte, diretto e incurante, avrebbe avuto meno problemi. 
Il biondo sospirò e scosse la testa. Odiava quando si faceva le paranoie. Però loro erano sempre stati così, le mancanze dell’uno le compensava l’altro, e se Vittorio aveva bisogno di quello per essere felice... beh, lui doveva aiutarlo. 
«Fallo» disse deciso. 
Lo spinse un po’ in avanti. Vittorio deglutì e socchiuse gli occhi. Era contento di avere accanto una persona come lui che lo incoraggiava. Anche se sentiva ancora il peso di quella storia dentro e sentiva che ad ogni gesto nei confronti di lei era come un colpo nei confronti di Elia. 
Sospirò e si mise all’opera. 
  
«Chi è?» 
Alex aveva suonato al citofono della casa gialla. 
«Ehm, sono Alex, il ragazzo di sua nipote» rispose incerto. 
«Io ti ho bucato le ruote? Ma che stai dicendo?» 
Il moro scosse la testa. Il nonno di Miriel era un po’ sordo a quanto pareva, accidenti! 
«C’è Miriel 
«Cosa?!» 
«Sua nipote, intendo» 
«Torni con queste ruote?!» urlò l’anziano «Senti, giovinastro, non far perdere tempo ai signori più anziani di te, altrimenti ti buco le ruote!» 
Alex si spiaccicò cinque dita sulla fronte, facendo cenno ai due ragazzi che lo aspettavano impaziente. 
«E’ il nonno di Miriel, credo sia un po’ sordo» li informò. 
Elia alzò gli occhi al cielo, e Vittorio sospirò. Lo sapeva lui che sarebbe andata a finire in quel modo. Non poteva funzionare, si disse. 
«Elia...» mormorò. 
«Vitto, smettila, o ti meno un pugno» 
Alex tentò nuovamente, senza alcun risultato. Il vecchio signore aveva perfino sbattuto il citofono, indignato. Mentre il ragazzo stava andando via sconsolato, una moretta dalla chioma liscia si affacciò dalla finestra. 
«Ehi, scemo!» esclamò, chiamandolo «Ma è a te che mio nonno vuole bucare le ruote della macchina?» la sentì ridere. 
Il moro sospirò di sollievo, facendo un cenno positivo agli altri due. 
«Ehi, Miri, sei con Valeryn?»                                                          
«Sì, perché?» 
«Scendete subito, c’è una cosa che deve vedere» le fece uno sguardo malizioso e la ragazza capì. 
  
  
  
«No, lasciami stare, cosa vuoi che me ne freghi del carretto della frutta che mi aspetta giù!» imprecava Valeryn, tentando di scrollarsi dalla presa dell’ amica. 
«Dai, sarà divertente» la trascinò giù per le scale, con un po’ di fatica «Non ti piacciono le fragole?» 
«Sì, ma non voglio scendere!» 
Ormai arrivate fuori dalla porta, e non vedendo nessun carretto, la castana incrociò le braccia. 
«Hai visto? Niente carretto. Ora torniamo su» e fece per salire nuovamente le scale. 
«No!» la fermò da un braccio Alex, spuntato dietro di lei. 
La ragazza rimase stupita di vederlo. 
«E tu cosa ci fai qui?» 
Quello sorrise. 
«Guarda lì davanti, è tutta per te» 
Valeryn voltò lo sguardo annoiata verso il ponte, dove la scritta luccicava ancora fresca. Ebbe un tuffo al cuore. 
Quelle semplici parole, quella frase. Si sentì morire. Lui aveva fatto quello per lei. Vittorio aveva fatto quella scritta sul muro solo ed esclusivamente per lei. 

 
“TI AMO CUGINA 

 
Gli occhi le luccicavano, e improvvisamente si scordò del bacio con Barbara e tutto il resto. Voleva solo trovarlo. Voleva solo abbracciarlo, baciarlo, stare con lui. 
«Alex, dov’è lui?» chiese, impaziente. 
Il ragazzo spuntò fuori da dietro un vicolo insieme a Elia. Valeryn attraversò la strada che lo separava da lui, senza prestare attenzione alle auto che sfrecciavano curiose per leggere la scritta, e gli gettò le braccia al collo, poggiando le labbra sopra quelle sue. Lo travolse con un bacio mozzafiato, pieno d’amore, di calore. Quel calore che anche se per pochi giorni, per pochi istanti, era mancato a tutti e due. 
«Non le piaceva, eh» rise Elia, tirando uno scappellotto all’amico, mentre questo era ancora incollato a Valeryn. 
Li lasciò da soli a guardarsi negli occhi. Verde su grigio. 
«Valeryn, scusa...» incominciò lui. 
«No, non dire niente» lo bloccò con un dito sulle labbra. 
«Ti amo» le disse comunque il castano con un sospiro speranzoso «Amo solo te, cugi» 
Lei sorrise, mentre una lacrima le solcava il viso. 
«Da quanto tempo non mi chiami così?» gli chiese. 
«Da molto tempo» sorrise altrettanto lui «E non lo siamo neanche» 
«Già» lo abbracciò «Non voglio perderti un’ altra volta, Vitto» 
Lui la strinse forte a sé. 
«Mai più» mormorò. 
Valeryn lo guardò negli occhi. 
«Ti amo anch’io, cugino» 
Si baciarono dolcemente, riscoprendo il loro amore che sembrava essere perduto, sotto gli sguardi eloquenti di Elia e Alex, e i sospiri innamorati di Miriel. 
Adesso c’erano solo loro due nella loro bolla: Valeryn e Vittorio. 
Solo loro due. 
E nessun’ altro. 
 
 

 

   
 
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