Anime & Manga > TSUBASA RESERVoir CHRoNiCLE / xxxHOLiC
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Autore: Love_in_idleness    10/09/2010    2 recensioni
Ricordi di questo lungo viaggio - momenti felici e tragici, momenti bui e luminosi incorniciati dagli sfondi più diversi. Tra la neve di Celes e il deserto di palazzi collassati di Tokyo, fino a Nihon, col suo cielo che sembra fatto di carta di riso, e le antiche rovine di Clow che ancora custodiscono la loro sacralità avvolte nella sabbia. Luoghi ed epoche. Perdere qualcosa ad ogni passaggio.
Eppure era chiaro fin dal primo sguardo che tra di noi esisteva un legame invisibile.
[Credits agli Anathema per ogni singola parola dell'album A Natural Disaster]
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Fay D. Flourite, Kurogane
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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AND 5

5.

Pulled Under at 2000 Meters a Second

 

 

Deep in the reason betrayal of feeling
The mistakes that I made tore my conscience apart at the seems

 

 

Tutti gli errori che ho commesso

Mi stanno facendo impazzire ad ogni occasione.

 

Just freedom is only a hallucination
That waits at the edge of the distant horizon
And we are all strangers in global illusion

 

Ha capito che qualcosa non va.

Bravo Kurogane. Più in fretta di quanto mi aspettassi. Ma vedi, non serve a nulla. Anche se tu sapessi, anche se capissi ogni cosa, non potresti fare nulla, perché abbiamo tutti le mani legate.

“Qualcuno ci sta guardando.” Dice.

Annuisco.

“Me ne sono accorto.”

Bugia.

Lo so.

Stanno guardando attraverso me e attraverso l’occhio di Shaoran. Noi siamo i loro strumenti.

Pensavo, è un peso sopportabile. Ma sta aggiungendo solo altro fuoco alla mia vocazione per la morte.

 

Wanting and needing impossible heaven

Tokyo.

Il luogo peggiore in cui io abbia mai messo piede da quando le soglie dimensionali si sono spalancate per me. Forse un incubo più minaccioso di Celes, che è bella e letale. Questa Tokyo è il Regno della devastazione, l’apocalittico richiamo alle colpe dell’essere umano. Questa Tokyo di palazzi sbriciolati dalla pioggia, di uomini dissolti dalla pioggia, di disperati che scavano con le mani sul fondo cementificato delle ultime fortezze rimaste per cercare – acqua.

Una cosa talmente semplice. E pura. L’acqua che cade dal cielo qui corrode. È un flagello, una punizione. Sensi di colpa concretizzati in materia liquida. E acida.

Acid Tokyo è dalla finestra del Palazzo del Governo una distesa desolata, un deserto di vetro e cemento senza più possibilità di rinascita. Le colline all’orizzonte sono le carcasse di palazzi ripiegati su loro stessi durante la caduta, sono macerie di torri che un tempo devono essere state alte come il cielo. E il cielo – grigio, verde, non ha più nulla di terrestre. È l’evocazione dei soffitti sulfurei dell’inferno – solcato da nubi velenose e polveri sospese nell’aria, e i granelli in cui si sono smembrati gli edifici. Microparticelle portate dal vento che rendono i tramonti caleidoscopici e fantasmagorici – colori così non ne ho mai visti in cielo – grazie a dio – colori della decomposizione in cielo.

Tokyo, che in tanti universi brilla al centro del Regno del Giappone, più o meno moderna, più o meno tentacolare, ora è piegata dal peso degli sbagli di un intero genere umano, e se li sta trascinando in basso, gli uomini, li sta facendo sprofondare con sé nelle viscere della terra, e tutto questo – vista, odori, sensazione di polvere nei polmoni – tutto questo mi disturba, sembra acuire il mio malessere, sembra che l’incubo rifletta i miei sensi di colpa e li proietti all’esterno.

Sembra un quadro uscito dalla mia testa.

Oh, ho una strana sensazione. Andrà male, qualcosa andrà male. Andrà tutto storto. Il Disegno comincia a compiersi, e Loro stanno tirando i fili.

Intanto, fuori, un pilastro precipita nella luce spettrale del crepuscolo contaminato.


The mirage ahead says that they can be free

 

E poi viene la notte che è esattamente uguale al giorno, fredda sterminatrice. Non c’è spazio per la vita in questo luogo. Non c’è più spazio per nulla.

Ho camminato tra le rovine del mondo. I brandelli di muro giacciono senza grazia ai margini delle strade, sono vestigia di tempi antichi ma non hanno nulla della sacralità dei monumenti.

Il luogo peggiore in cui –

Questo posto sembra un quadro uscito della mia testa, penso. È tutto così reale. La devastazione. La Morte dietro ogni angolo. Ed è una lenta agonia, segnata dalla pioggia acida, è un lento disfarsi di giorni, una fine scandita dal tempo della Clessidra-Riserva che giace sotto i nostri piedi, goccia dopo goccia, finché non resterà più acqua per nessuno, finché l’ultima speranza sarà evaporata.

Goccia dopo goccia, ogni sorso bevuto dalla fonte è la consapevolezza che qualcosa è andato perduto e il tempo scivola, e non ce ne sarà altro a disposizione.

Ed è colpa loro.

È colpa mia.

Ora, non è facile guardare dalla finestra la disgregazione di una città. Potrebbe capitare a tutti i mondi possibili. Mi hanno lasciato solo con l’oscurità dirompente. Come se non fosse nulla (ma Kurogane sa che c’è dell’oscurità anche nel mio cuore, l’ha intuito con quei suoi sottili occhi rossi da molto tempo).

Mio Re, penso.

Celes, penso.

In fondo è la stessa cosa. Anche a Celes è giunto un nuovo tipo di Apocalisse.

Ed è stata colpa mia.

 

 Frightened ashamed and afraid of the blame
The questions are screaming the answers are hiding

Ricordo.

Sangue ovunque. Ed è uno spettacolo indescrivibile in queste lande, perché il loro sangue è così copioso che si è raccolto in una pozza rosso scarlatto, rosso tramonto, sul terreno innevato.

Ricordo l’orrore e la sensazione di disgusto e la netta impressione che nulla sarebbe finito bene.

Ricordo un pensiero fisso mentre corro per la salita che conduce al Palazzo, striata di rosso, una scia di sangue strascicata attraverso il ghiaccio concretato sotto i miei passi.

Ricordo: il mio mantello macchiato di sangue sull’orlo.

Un pensiero fisso: è la resa dei conti. È venuto il giorno del mostro, è il giorno dell’Apocalisse di Celes, come mi avevano rivelato – perché non ho ancora finito di espiare la mia colpa.

Ricordo il dolore all’idea di perdere la cosa più preziosa. Poi la sconfitta. La morte.

L’espiazione infinita…

 

Non finirò mai di pagare?

La desolazione lunare che si mostra alla finestra è lo stesso presagio di allora.

“Non ho diritto a un po’ di felicità?” Ho chiesto una volta a Fei Wang.

“Oh, no.” Dice. “Non tu. Il prezzo che devi pagare è troppo alto…”

E sia, ho risposto due volte a cuor leggero.

La prima volta Fay è morto e ho dovuto pagare con l’amore per Ashura che era destinato a impazzire. La seconda volta Ashura è sprofondato e ho pagato con l’amore per Kurogane e i bambini, e ora – li dovrò uccidere, o morirò per loro. Chi lo sa.

“Mi stai prendendo tutto.” Dico al nulla. Al vetro che mi separa dal caos di fuori. “Tutto ciò che possiedo…”

 

The nightmare is coming the clouds are descending

Entra Kurogane. Ripone di fretta il mantello e si muove verso la porta. Si ferma all’improvviso.

“Oi.”

Richiamo.

Mi sono distratto!

“Oi, stupido Mago! Va tutto bene?”

Oi, Kurogane, cosa hai visto?

“Sì,” Rispondo. “certo. Questo posto possiede qualcosa di impressionante.”

“E’ davvero un orrore per renderti così uno straccio.” Dice.

Si avvicina alla finestra, passo felpato di Ninja, passo elegante di cavaliere, passo deciso di uomo, e appoggia una mano al vetro accanto a me. Kurogane, guerriero di un Giappone ancora in fiore, ancora avvolto dal profumo dei ciliegi e accarezzato dal sole del mattino, Kurogane che un orrore e una morte così non l’ha mai vista concentrata in un’unica conca di vita. Nero-Kurogane, sempre avvolto da un mantello color notte, Rosso-Kurogane dagli occhi appassionati, emette un calore familiare e piacevole che riesco ad avvertire alla minima distanza. È come corrente elettrica e so che c’è, è lì per riscaldarmi.

Lui resta così, pensieroso, preoccupato, cupo, a guardare il tracollo di palazzi e strade per qualche secondo e io penso che è un calore davvero troppo bello per essere disperso.

Penso: non lo posso fare.

Penso: troppo bello. Non ho il coraggio di distruggerlo.

E se non sarà lui, allora sarò io a sciogliermi nelle acque acide di Tokyo. Qui si consumerà il primo sacrificio. Possiedo la stessa sensazione di precarietà. I miei occhi azzurri di una luminosità meravigliosa vedono un Disegno dalle tinte sinistre e vedono una cornice che si chiude su queste due figure affacciate alla finestra.

Ora, scelgo.

Me.

 

Pulled under two thousand metres a second – 

 

Quando Syaoran smette di essere Syaoran-originario e diventa solo il suo clone so che è arrivato il momento di compiere il primo sacrificio che ci è stato richiesto.

E non ho dubbi su chi abbia più meriti.

Io possiedo – la vocazione per la morte.

Tuffo.

Acqua. Pura, pulita, chiara, fredda come quella che si scioglie a Celes. La Riserva è scarsa, è un bacino idrico che basta a malapena per duecento persone. Vedo il fondo, appena sotto di me, vedo Sakura e Syaoran, vedo il pavimento che chiude l’ultima risorsa di questa gente in un guscio di cemento e ferro.

Vedo –

Di duemila metri al secondo precipito, nell’abisso…

 

 Darkness consuming collapsing and breaking

 

Sento la sua voce nella mia testa. La voce di Syaoran artificiale, il mio alleato e il mio carnefice in questa disfatta. E per qualche minuto provo anche a opporre resistenza. In fondo il sacrificio è il mio, e c’è Sakura da riportare a galla.

Poi arriva anche la voce di Fei Wang che ripete: non c’è niente per te, niente per te, devi consegnarmi tutto, è il prezzo, tutto; e ripenso alle cose che ho perso, all’amore che ho venduto troppo facilmente, al Fay-originario, al mio Re, il mio bellissimo Re di ghiaccio, e ai miei bambini, e a Kurogane, mio dio, Kurogane, nero e rosso guerriero di un regno dove a tutti è concesso di meravigliarsi alla vista dei fiori di ciliegio, Kurogane forte di una passione che gli brucia negli occhi e di un amore per la vita che non posso più imparare, penso al tempo che abbiamo sprecato e allo stupido Disegno, penso sarebbe stato bello se… perché ti amo così tanto e forse c’è un mondo in cui potrei meritarmelo, da qualche parte.

Ma ora, investito, sommerso, annegato dal prezzo delle mie colpe ho bisogno di lasciarmi morire, per cui ADDIO.

 

 Lie to myself start a brand new beginning
But I'm losing my time in this fear of living

“E’ che non sei solo capace di vivere.” Diresti.

“Può darsi. Non ho mai imparato questa lezione.” Risponderei.

Ho l’impressione che se fossi sincero con te, tu capiresti tutto. E avresti delle risposte, Kurogane. A volte sono stato tentato di confessare.

Ma poi, sono un debole, in fondo. Non ho voglia di ricominciare. Ho paura.

 

La mano di Shaoran sul mio viso, preme contro gli zigomi, contro le labbra. Due dita scivolano sulle guance e premono. Le avverto distintamente incunearsi nell’orbita sinistra come uncini di carne arroventata, le avverto avvolgere il mio occhio e stringerlo e trascinarlo, e tutti i miei muscoli, tutti i miei nervi, provano un dolore così lancinante da svuotarmi la mente. Bianco, deserto, tabula rasa, un candore cognitivo interrotto solo dal flusso di sangue che fuoriesce dal solco vuoto, una scia rossa come le tracce sulla scalinata del castello di Celes quel giorno, un nastro purpureo che si disperde amalgamandosi nell’acqua pura della Riserva, e poi – nulla.

 

Freedom is only a hallucination
That waits at the edge of the places you go when you dream...

“Potevi lottare!” Diresti.

Cosa farai, ora, Kurogane, mio Cavaliere Nero? Ora che sto per morire –

“Non potevo,” Risponderei. “C’era un prezzo da pagare.”

“Non dire sciocchezze.”

Tu non lo sai, perché  dal mondo in cui provieni tutto è chiaro come l’occhio che ho perduto, ma non si può lottare. Ogni cosa è scritta. È decisa ed è manovrata al di sopra di noi. Che sia un lungo sogno o una realtà, lo spiraglio delle nostre scelte è così ridotto…

Che tu lo voglia o no, non puoi decidere. Non puoi lottare se non sei fatto per lottare (e io non sono stato fatto per lottare). Non ci sono scelte né opzioni né fatalità. C’è il Destino.

E noi – non siamo – liberi.

 

***

So long no see… è un brutto periodo, gente. Credetemi. Brutto brutto brutto. Avete comprato il  nuovo album degli Anathema? No? Ma lo sapete che questi poveracci hanno dovuto vivere in un bungalow e che I vostri venti euro saranno un pasto caldo per uno di loro? Lo sapete?

Ma passiamo alle cose serie.

 

Ringraziamo

Eliala – Tu non lo sai, ma se le cose vanno come ho paura che andranno avrò molto tempo libero da dedicare alle fan fiction. Oddio. Beh, dai. Arrivo sempre in ritardo ma almeno sai che esiste una fine. Besos.

Harinezumi – flusso di coscienza, sì *A* ci piace questo modo di scrivere. È facile quando assorbi molto dei personaggi e quando Danny ti butta lì delle frasi come fossero perle. È merito di tutti e tre. Siamo una catena di montaggio, ecco. Baci anche a toi <3

 

A prestoh!

   
 
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