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Autore: Iurin    14/09/2010    2 recensioni
Un probabile seguito de "La fabbrica di cioccolato!" .....propongo di fare una ola a Willy Wonka!!! xD
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Willy Wonka

Il giorno dopo mi recai in ufficio tutta pimpante per raccontare tutto a Stacy; sicuramente lei se ne sarebbe uscita dicendo che aveva avuto ragione lei, che in realtà era tutto uno stratagemma per attaccare bottone con Willy Wonka, ma non mi importava; in quel momento ciò che mi rendeva felice era che avevo buone possibilità di fare amicizia con Alex, sperando che poi quest’amicizia si sarebbe trasformata in qualcos’altro. Come ho già detto arrivai in ufficio e poggiai la mia borsa sulla scrivania. Mi sedetti con un sorriso che partiva da un orecchio e arrivava all’altro. Stavo con gli occhi puntati sulla porta, in attesa che Stacy arrivasse; la porta si aprì, ma invece di Stacy entrò Alex. Io avevo ancora quel sorriso da ebete sulla faccia e a quanto pare quella…ehm…particolarità che avevo in quel momento attirò la sua attenzione! Alex mi guardò! Certo…un po’ sconcertato, ma meglio di niente! Comunque passò oltre la mia scrivania ed andò a salutare un collega che si trovava non molto distante da me. Mente ripensavo alla figuraccia appena compiuta, però, arrivò Stacy, che vedendomi pensierosa venne da me e mi salutò dicendo:
“Ehi, ciao! Successo qualcosa di grave?”
“Uh? Oh ciao! Ti devo raccontare cosa è successo ieri!”
Lei si diede una patacca in fronte e disse:
“è vero! Il dentista! Me ne stavo quasi per dimenticare!”
E così le riportai per filo e per segno la mia visita dal dottor Wonka. Quando ebbi finito Stacy sembrava più eccitata di me:
“Non ci posso credere!! Ma…ma…oddio, sono felicissima per te! E meno male che sono tua amica, perché altrimenti sarei verde d’invidia!” stava praticamente urlando: “Quindi non solo conoscerai Willy Wonka, ma lui diventerà pure un nostro cliente! Hai avuto un culo grosso come la sua fabbrica!”
All’improvviso, però, una voce proprio dietro a Stacy esclamò:
“Lei ha fatto cosa?!”
Stacy si voltò e poi si scansò da un lato liberando la visuale: e davanti a me, che mi guardava come se non credesse alle proprie orecchie, c’era il mio capo…c’era Alex!!
“Io…io…” balbettai “Devo incontrare Willy Wonka…”
“E è vero quello che ha detto lei?” continuò lui indicando Stacy“Sarà nostro cliente?”
“Beh…sì…sempre se vuole…”
“ma lei proverà a convincerlo, giusto?”
“Sicuro…”
Non mi sembrava vero che stessi parlando con Alex! Non riuscivo a crederci! E per di più, poi, lui si avvicinò di più alla mia scrivania e mi disse:
“Ha fatto un ottimo lavoro. Credo che questa sia la migliore notizia che oggi potessi sentire. Congratulazioni…ehm…mi sfugge il suo nome.”
“Oh, Julia.”
“Bel nome.”
“Grazie.”
“Ehm…quand’è che deve incontrare Wonka?”
“D-domani.”
“Bene! E…e mi raccomando, appena ha notizie venga subito a dirle a me, ok?”
“Sì, certo…”
“Perfetto! Ehm…adesso dovrei…sì, dovrei andare nel mio ufficio.”
“Sì, sì, non c’è problema.”
E così Alex se ne andò grattandosi la nuca, come se fosse imbarazzato. Che giornata meravigliosa! Io lo stavo ancora guardando andar via, quando Stacy interruppe i miei pensieri di matrimonio con Alex dicendo:
“Adesso hai più probabilità di fidanzarti.”
Io le risposi sognante:
“Sì…io e Alex non siamo una bellissima coppia?”
“Ma io parlavo di Wonka…”
La guardai sperando che stesse scherzando, e invece lei era più seria che mai.
“Ancora?!” le dissi “Proprio adesso che ho spiccicato due parole con Alex mi vieni a parlare di fidanzarmi con Wonka?”
“E’ solo che…boh! Non ti ci vedo con Alex.”
“Oh, io mi ci vedo benissimo.”
E ricominciai a immaginarmi già il menù del nostro matrimonio;
“Sarà,” fece Stacy “ma per me sei troppo negativa con Wonka. È come se ritenessi impossibile che si possa instaurare un qualche rapporto con lui.”
“Da quello che ho potuto constatare fino ad adesso quel tipo mi fa solo paura. Credo che sia troppo pieno di sé…e poi penso che sia uno che non ci metta tanto a mandare qualcuno a quel paese…mi sa che lo si dovrà trattare coi guanti.”
“Non so…io in fondo non l’ho mai visto manco in faccia, però che ne sai…magari quella che hai è solo una prima impressione!”
“Sarà! Beh, adesso mi metto al lavoro!”
“Ok, ma mi raccomando, non ti stressare troppo.”
“Non c’è pericolo, te l’assicuro.”
Accesi il computer e nell’archivio presi un modello di contratto. Lo lessi per vedere se andasse bene e poi lo stampai. Quando lo ebbi tra le mani una strana eccitazione mi pervase: non ero abituata a sentirmi così…così…così importante! Era un misto tra primo giorno di scuola e compito in classe; e all’improvviso, tutto d’un tratto, pensai a cosa mi sarei dovuta aspettare il giorno dopo: sapevo solo che avrei incontrato il celeberrimo Willy Wonka, ma come sarebbe stato in realtà?

Ore 10:57.
Ero davanti ai cancelli di quell’enorme fabbrica; un dolce odore di cioccolato mi riempiva il naso: un caldo aroma che rappresentava il lavoro di un uomo comune, figlio di un dentista comune che ha trasformato un prodotto così comune come il cioccolato in un’opera d’arte…proprio quella mattina avevo comprato una scatolina di praline Wonka alla fragola; ne avevo messa una in bocca, e dopo qualche istante il cioccolato in superficie si era sciolto, rivelando un cremoso cuore alla frutta. Come ho già detto: un’opera d’arte.
Ore 10:59.
Basta pensare ora, mancava pochissimo all’apertura dei cancelli ed ero emozionantissima. Tenevo la mia borsa stretta al petto, in attesa. Iniziò a nevicare; l’avevo già detto che quello era un inverno terribile? Faceva un freddo spaventoso, e infatti ero tutta incappottata; guardai l’orologio: erano le 11:01. possibile che Wonka si fosse dimenticato? Poggiai una mano sulle fredde sbarre del cancello e spinsi...era aperto. Entrai nel cortile e mi diressi verso la fabbrica. Mentre camminavo alzai gli occhi verso il cielo bianco che faceva come sfondo agli imponenti tetti e all’enorme ciminiera della fabbrica, da cui usciva un sottile fumo. Era tutto così grande! Rivolsi di nuovo il mio sguardo in avanti e salii alcuni gradini; aprii una porta ed entrai. Appena misi la testa lall’interno una calda aria mi accolse, dandomi il benvenuto e mi feci più avanti; solo che, guardando bene, c’era qualcosa di insolito: lasciando perdere il lungo tappeto rosso che c’era per terra, notai davanti a me un filo, rosso anch’esso che passava da una parte all’altra di quell’enorme stanza in cui mi trovavo. All’improvviso il filo si mosse e si accorciò e potei notare che ad un capo di quello c’era Willy Wonka! Quello era il filo di una cornetta del telefono!
“Sì! No!” diceva Wonka “Insomma come lo devo dire? In Cucubambese? No! Ecco, quello sì! Uffa, non hai capito niente! Quello sì, l’altro no, lo scatolone no e quell’altro decidi tu! Ok? Bene, ciao.”
L’interessantissima telefonata era finita, e così Wonka molto tranquillamente lasciò andare la cornetta, e quella partì a razzo finendo chissà dove! Beh, sperando che a quel punto Wonka si fosse accorto di me, aspettai, e mi misi a guardarlo: aveva sempre il cappello a cilindro e la giacca viola a due punte, ma a differenza dall’ultima volta che lo avevo visto non aveva più gli occhiali. Finalmente si girà verso di me con un gran sorriso esclamano:
“Benvenuta! Lei dev’essere Julia Davis, presumo.”
“Io…sì, sono io.”
Guardai gli occhi, e vidi che erano viola!
“Bene! Io sono Willy Wonka!”
Mi tese la mano e io la strinsi. Iniziai:
“Sono venuta a parlarle del mio lavoro, illustrandole le qualit della nostra azienda.”
Gli porsi un biglietto da visita e lui prendendolo se lo mise in tansa dicendo:
“Sì, sì, va bene.”
E si girò iniziando a camminare sul lungo tappeto rosso. Cioè! Vabbè…scusa se stavo parlando, eh? Gli andai dietro dicendo:
“Rappresento la Brown Graphic Society, e volevo rassicurarla che scegliendo noi ha fatto un’ottima…”
“Non m’interessa!” disse Wonka girandosi verso di me all’improvviso.
“Non…non le interessa?”
“Ma certo che no! È solo per far contento mio padre che lei si trova nella mia fabbrica! Quindi prima finiamo questa…questa roba dei cartelloni e meglio è.”
Si stava per rigirare e per ricominciare a camminare, ma io lo fermai dicendo abbastanza alterata:
“Questa roba dei cartelloni?! Quella che lai chiama roba è il mio lavoro! E si dia il caso che io il mio lavoro lo ami!” Mi ero avvicinata considerevolmente a lui, puntandogli l’indice contro, e lui non faceva nulla, assolutamente nulla! Se non guardarmi privo di espressione. Ripresi: “Quindi non mi importa se lei è Willy Wonka! Per quanto mi riguarda potrebbe anche essere Johnny Depp! Il mio lavoro va rispettato! Che direbbe se le dicessi che i suoi dolci fanno schifo? Quindi dato che io non sono qui per parlare di bruscolini, ma di affari, la prego di tenersi per lei le sue considerazioni!”
Beh…ehm…A quel punto avrei detto che poteva bastare…Willy mi guardava sempre senza espressione…e io già mi pregustavo l’immagine di Wonka che mi buttava fuori dalla sua fabbrica a calci nel sedere…invece, con mia grande sorpresa, lui mi disse:
“Bene. Sarà un piacere fare affari con lei.”
“C-come?”
“Non ci sente?” Mi prese per le spalle e girandomi iniziò pian piano a singermi verso l’uscita. Continuò: “Mi è piaciuto come si è imposta…lei è una persona determinata e la determinazione è molto utile nel campo lavorativo…”
Arrivammo alla porta e lui la aprì, e facendomi uscire disse:
“Verrò più tardi nel suo ufficio per firmare il contratto, va bene fra 1 ora?”
“Io…io…”
“Perfetto allora! A dopo!”
E mi chiuse la porta in faccia. Beh…poteva andare come primo colloquio? A quanto pareva sì. Comunque a quel punto non potei far altro che pensare che Wonka fosse davvero bizzarro…interessante a modo suo, ma bizzarro.
E…un momento! Poco dopo sarebbe venuto nel mio ufficio! Help!
E corsi via alla velocità della luce.

Commentate, se vi va! ;)

   
 
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