Storie originali > Generale
Segui la storia  |       
Autore: Gloom    15/09/2010    1 recensioni
Polverano è un tristissimo paesino, dimenticato tra le montagne abruzzesi, ed è anche la nuova casa di Angela: quindicenne abbattuta che vi si è traferita per seguire sua madre.
Polverano è anche la casa di Corrado e Raffaele: due gemelli, amici per la pelle, che saranno i primi ad accogliere Angela.
I tre diventeranno inseparabili... abbastanza per aiutare Angela a far pace con il suo passato, con suo padre e con un paio di conti in sospeso.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Quando arrivai a casa, Selina fu la prima ad accorgersi del mio umore.

Sarebbe stato difficile non notarlo: apparire tranquillo come se non fosse successo niente era fuori discussione.

Non le diedi neanche il tempo di finire di domandare: -Ehi cos'è questa faccia?- Che già mi ero chiuso in camera.

Oddio, la camera che condividevo con quello. Non lo sopportavo. Mi sarebbe piaciuto avere una chiave per bloccare la serratura, ma in casa non c'era mai stato bisogno di chiudere niente.

Selina ne approfittò per piombare in camera.
 -Vuoi spiegarmi tu che è successo oppure devo aspettare che rientri tuo fratello?-
 -Sono solo fatti miei!-

Selina incrociò le braccia e cominciò a battere il piede ritmicamente sul pavimento:
 -Perché Raffaele non è rientrato con te?-
 -Aveva un compito in classe all’ultima ora e ha perso l'autobus- inventai.
 -Non dire sciocchezze. Sei tu che sei in anticipo, non lui che è in ritardo-.
 -La smetti di rompere?- esclamai.

Lei gonfiò il petto, alzandosi di alcuni centimetri:
 -Abbassa i fari giovanotto, non ti permetto di parlarmi così. E sarà meglio se quando ti verrò a chiamare per il pranzo ti sarà passato il nervosismo, chiaro?- Uscì sbattendosi la porta alle spalle.
 Rimasi impalato al centro della stanza, senza sapere cosa fare. Una parte di me avrebbe voluto fare qualcosa di speciale, come scappare di casa ed arrivare fino a Salisburgo tutto di corsa, un'altra avrebbe voluto avere Raffaele ancora a portata di ginocchiata.

Siccome non potevo fare niente, mi ritrovai a guardarmi intorno nel caos della stanza: calzini spaiati, libri per terra, i letti sfatti, la scrivania ingombra di altri libri e fumetti e... e un cellulare, un piccolo telefonino grigio sepolto nel caos. Il cellulare di Raffaele. Se l'era per caso dimenticato? Lo presi e mi accorsi che era spento. No, Raffaele non dimenticava mai il cellulare, ma quel giorno l'aveva lasciato a casa perché era scarico.

Districai il filo del caricatore attaccato a una presa e lo collegai al cellulare. Aspettai che fosse abbastanza vivo da accendersi e poi andai dritto ai messaggi ricevuti.

Mi si gelò il sangue: erano decine e decine, tutti con lo stesso nome in cima: Carolina. Provai a leggerne qualcuno: erano chiacchierate, interminabili chiacchierate che non si preoccupavano di nascondere altrettanti flirt. Rilessi le stesse battute che Carolina aveva fatto parlando con me, questa volta rivolte a mio fratello. Non riuscii ad andare avanti.
 In quel momento entrò Raffaele nella stanza. Non mi ero accordo che fosse arrivato, tantomeno che avesse parlato con Selina. Scoprii che non mi importava cosa le avesse raccontato riguardo a quel labbro gonfio.
 -Posa il mio cellulare- Disse.

Io non mi fermai: andai alle chiamate senza risposta e vidi che l'ultima chiamata persa di Carolina risaliva alla mezzanotte del giorno prima.
 -Ho detto posalo!- eesclamò il proprietario del telefonino.

Siccome io non diedi segno di averlo sentito, lui mi si avventò contro strappandomelo dalle dita.

Lo guardai con odio, un odio mai provato e che non avrei mai voluto provare nei confronti di mio fratello.
 -Almeno abbi la decenza di sparire- sibilai.

Lui strinse le labbra:
 -Non sai come è andata. Io non c'entro...-.
 -Ah no? E allora Carolina parlava da sola al cellulare?-
 -No, ma...-
 -Fai schifo capisci? Mi fai schifo-.
 -Non mi hai neanche lasciato spiegare-.
 -Cosa vuoi che me ne freghi? Non cambia niente-.  
 -Non ti facevo così cretino-.
 -E io non ti facevo così stronzo! Come hai potuto? Non voglio sentire una sola parola di quello che mi vuoi spiegare, non mi importa! La verità è che sei uno sfigato, un poveraccio, e lo resterai per sempre!-


 Silenzio. Vedevo Raffaele pietrificato davanti a me, immobile, mentre tutto quello che avrei voluto fare era riprendere a picchiarlo selvaggiamente.
 -è questa la tua ultima parola?- ansimò a bassa voce.
 -Esatto. Io e te non abbiamo più niente da dirci-.
 -Perfetto- disse Raffaele sedendosi sulla sedia dietro la scrivania -solo una cosa...non dire niente ad Angela. Almeno fallo per lei, visto che non vorrai farlo per me-.

Lo guardai con rabbia crescente, poi uscii dalla stanza sbattendomi con violenza la porta alle spalle. Non solo era una carogna, ma mi chiedeva anche di coprirlo? Non trovavo epiteti abbastanza cattivi per descriverlo.
 Ovviamente quel pomeriggio Angela chiamò. Parlò un po' con Raffaele, poi lui mi raggiunse in camera lanciandomi il cordless senza dire una parola.

Afferrai il telefono e lo portai all'orecchio.
 -Spiegami come ti è saltato in mente di aggredire Raffaele senza motivo- disse Angela con voce autoritaria.
 -Senza motivo? Così ti ha detto?- risposi pacatamente.
 -Esatto. Se permetti però voglio ascoltare entrambe le versioni dei fatti-. Era una mia impressione o sembrava ostile?
 -Le ho date di santa ragione a Raffaele- spiegai -perché è uno schifoso puttaniere-.

Sentii Angela trasalire:
 -Adesso sì che mi hai convinto. Guarda che lui dice esattamente lo stesso. Ma io voglio sapere il perché! Capisci?-
 Sì, capivo. Esitai: adesso capivo come si era dovuta sentire a disagio Maddalena nel raccontarti i fatti. Ma almeno lei aveva avuto coraggio.
 -Quello schifoso di Raffaele si è preoccupato solo che io non ti dicessi niente appena ha scoperto che ero venuto a sapere la storia...-

Angela non parlò. Lo presi come un invito ad andare avanti.
 -Preferisci la versione diplomatica o non?- chiesi.
 -Taglia corto-.

Inspirai, poi buttai fuori l'aria dai polmoni insieme alle parole:
 -Raffaele se la fa con Carolina-. A quel punto la voce mi si spezzò.
 -No. E' ridicolo-.
 -Stamattina ho parlato con Maddalena, e lei mi ha detto che Carolina ci sta provando con Raffaele, e ho letto i suoi messaggi e sembra quasi come se lui sia d'accordo... Fa schifo-.
 Angela rimase talmente in silenzio che pensai fosse caduta la linea.
 -Angela, Angela?- Chiamai. Oh no.
 -Angela...mi dispiace...-

Capii troppo tardi di aver perso anche la mia migliore amica. Lei riappese la cornetta senza dire una parola.

 

 


 

Tranquilli, non sono matta... c'è una spiegazione al comportamento di ognuno dei personaggi. Però, mentre continuo a pubblicare, ringrazio Miharu Ozukawa per le sue bellissime recensioni, e chiunque abbia letto questa storia... siete sempre i migliori ;)

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Generale / Vai alla pagina dell'autore: Gloom