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Autore: Eylis    17/09/2010    0 recensioni
Dedicata a chi ha già partecipato ad uno dei miei concorsi (vedi forum EFP), a chi ne è stato incuriosito e a chi non ne ha mai sentito parlare questa raccolta vuole essere la mia "partecipazione" a tali concorsi. Troverete quindi una storia per ogni edizione uscita. Maggiori spiegazioni seguono nel primo capitolo e indice della raccolta.
[Original Concorso 01] Il Castello e... Lei - Tenebre e Sogni
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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[Original Concorso 01] Il Castello e... Lei - Tenebre e Sogni


2. Anaya

Luce
Gli anni erano passati, e Layna aveva scordato i suoi genitori, la sua vita prima del buio ed anche Tio, il suo dolce e unico amico in quei primi anni di vita. Aveva dimenticato anche cosa significasse vivere alla luce del sole. Solo in un qualche angolo della memoria permaneva quell’unica domanda che per molto tempo, inizialmente, l’aveva tormentata…
“Dov’è la mia mamma?” A volte si svegliava di notte, si umettava le labbra e quelle parole le sgorgavano spontanee da dentro. Ma il mattino seguente già erano fuggite vie nell’oscurità, prive di senso.
Stranamente però ricordava molto bene il suo incontro con Nuun, nonostante quella notte fosse avvolta in una sorta di torpore che, a volte se lo chiedeva, aveva qualcosa di innaturale. Una voce le sussurrava che in quei momenti non poteva essere stata tanto tranquilla. Eppure Layna non conosceva brutti ricordi, non conosceva angoscia o dolore. La vita scorreva tranquilla, nella solitudine del Castello Sepolto. Nessuno pareva abitare quel posto oltre a lei e Nuun, che peraltro trascorreva gran parte del tempo in posti che la ragazza non conosceva. Il grifognano, questo le aveva detto di essere, compariva infatti solamente all’ora dei pasti, per servirla con buffa grazia ed assicurarsi che i suoi desideri fossero soddisfatti.
Non che Layna avesse grandi richieste, aveva piuttosto un curioso modo di trascorrere il tempo che non le richiedeva niente di particolare, se non lo stendersi a terra e chiudere gli occhi al buio. Nessuno lo sapeva, o almeno così lei sperava, poiché spesso percepiva alcuni bisbigli attorno a sé che tanto le ricordavano delle voci, nonostante Nuun le avesse assicurato che in quel posto non c’era davvero alcuna persona oltre a lei.
Un giorno però aveva deciso di chiedere conferma anche a Lei.
Buio




Luce
“Layna, sei qui…”
“Sì, eccomi.” La ragazza si era nuovamente stesa a terra, questa volta in uno dei suoi anfratti preferiti, un angolo riparato da rocce finemente intagliate che si trovava poco fuori una delle porte di servizio. Aveva chiuso gli occhi, percependo con tutta sé stessa il terreno che premeva sulla sua schiena, sulle mani e l’aveva chiamata. Anaya.
“Mia dolce amica, sorella. Mi sei mancata.”
“Anche tu, Anaya… Mi manchi ogni volta che te ne vai.”
“Mio tesoro, ogni volta che tu riapri gli occhi io mi sento strappata al mondo. Al tuo mondo. Vorrei che tu restassi sempre con me…” Layna percepì un nodo alla gola. Lei provava gli stessi sentimenti di quella voce incorporea che ormai le teneva compagnia ogni giorno da molti anni. Avrebbe voluto non doversi alzare più, non dover più aprire gli occhi solamente per rivedere quelle tenebre in cui aveva imparato ad orientarsi. Ma Nuun, in un certo senso, aveva bisogno di lei. E Layna gli voleva bene, lui l’aveva cresciuta.
“Posso farti una domanda?” Se Anaya avesse avuto un corpo probabilmente Layna l’avrebbe vista sussultare, ma poiché così non era poté unicamente percepire quel movimento con gli occhi della mente e del cuore. Sapeva di aver avuto un atteggiamento inusuale.
“Certo, chiedi pure.”
“Sai, Nuun… Lui mi ha detto che qui non vive nessuno. E io non ho mai visto nessuno. Eppure spesso sento delle voci attorno a me, dei bisbigli… Si tratta forse solo della mia immaginazione?”

Un sospiro.

“No.” Layna sentì il proprio cuore stringersi, consapevole d’aver ferito, in modo a lei incomprensibile, la sua dolce amica.
“Perché sei triste?”
“Layna, io ti amo.”
Buio




Luce
Era la prima volta che Anaya le diceva una cosa simile. Certo, le sue parole erano sempre cariche di affetto, ma questa volta Layna si rendeva conto che si trattava di qualcosa di diverso. Qualcosa di più profondo, inestricabile, intrecciato nel suo essere come lo erano gli arabeschi disegnati sulle strade di marmo che portavano al castello. Aveva pianto per quelle parole, scossa da emozioni che non riusciva a comprendere, ed in qualche modo la paura che Anaya l’avrebbe salutata presto si era insinuata dentro di lei.
Ora però sapeva che non aveva immaginato quei bisbigli che la circondavano, nonostante non potesse intuirne la provenienza. Decise che doveva nuovamente chiedere spiegazioni a Nuun, lui sapeva tutto, non poteva non dirle nulla, e lo avrebbe fatto quella stessa sera durante la cena.
Prima che questo avvenisse però volle nuovamente ritrovare Anaya, sentiva il bisogno della voce di lei dentro di sé come un pesce brama la sua acqua se ne viene estratto. Ma qualcosa era cambiato.
“Anaya?”

In un primo tempo nessuna risposta venne dal suo cuore. Presa dal panico la ragazza si girò, appoggiando il ventre a terra e adagiando il capo sulle proprie braccia.
“Anaya? Rispondimi, ho bisogno di te!”
“Sono qui…” Esitazione, in quelle parole. Un dolore soffocato.
“Temevo che tu te ne fossi andata…”
“Non l’ho fatto, dolce tesoro mio. Vorrei che non succedesse mai…” Questa volta fu Layna a sussultare.
“Che vuoi dire?”
“Layna, tu conosci il significato della parola sorella?”
“Tu me l’hai insegnato, Anaya. Tu sei mia sorella.”
“È vero, mio cuore… Ma c’è qualcosa che è più forte, più potente di sorella. È per questo che mi puoi sentire, ed è per questo che abbiamo così bisogno l’una dell’altra.” Layna ebbe paura, non voleva chiederle cosa fosse. Sentiva che così qualcosa sarebbe irrimediabilmente cambiato, e non era sicura di volerlo. Ma, come in un copione già scritto, sapeva anche di doverlo fare.
“Che cos’è?” Udì un lungo sospiro. Poi, quelle poche parole la riempirono di luce.
“Gemella di terra.”
Buio




Luce
“Nuun, ho una gemella di terra?”

Il grifognano si girò, lentamente, un’espressione indecifrabile sul volto.
“Sì.”
“E tu la conosci?” La creatura annuì, tranquillamente.
“Sì.”
“Perché?”
“Perché cosa, Layna?”
“Perché non me l’hai mai detto?” Nuun allora le si avvicinò e le prese il mento fra due dita, osservandola pensieroso.
“Perché mi avresti odiato, suppongo.” La ragazza sgranò gli occhi, incredula.
“E come potrei odiarti?”
“L’odio è un sentimento strano, Layna… Te l’ho insegnato in questi anni, ricordi? Ti ho fatto da maestro perché tu potessi apprendere molte cose. Quello che forse non ricordi è che l’odio è qualcosa che può sfociare all’improvviso e colpire chiunque, a volte anche senza ragione. Ed io temo l’odio al di sopra di ogni altra cosa.” Quelle ultime parole, dipinte in toni amari, convinsero Layna a sedersi al tavolo vicino e a stringersi con una strana vergogna le mani. Lei non voleva odiare quell’ometto tanto gentile che le aveva insegnato la vita, ma voleva anche sapere.
“Io non ti voglio odiare. Ma Anaya…”
“Anaya?” Resasi conto d’aver parlato troppo la ragazza si mordicchiò il labbro inferiore.
“Sì, lei… è lei, la mia gemella di terra.”
“E tu come lo sai?”
“Perché… io le parlo sempre, quando tu sei via. Tutti i giorni. La sento nella terra, dentro di me, e lei mi manca quando siamo lontane.” Ora che aveva preso il via Layna era decisa a porre tutte le domande che le frullavano ormai per il capo, così prima che Nuun potesse replicare prese un respiro e proseguì: “E io vorrei capire cosa vuol dire avere una gemella di terra, perché Lei mi ha detto che è qualcosa di molto più forte di sorella, ed era triste quando me l’ha detto. E vorrei sapere anche cosa sono quelle voci che sento sempre, perché io le sento anche se dici che non c’è nessuno qui. Anaya era triste anche per questo, per quelle voci, dice che non me le sono immaginate…” La voce le tremava come se fosse tornata bambina, e ormai non osava più guardare il volto del grifognano, ma non si poteva tornare indietro. Quella vocina interiore che a volte le sussurrava piccole parole le stava suggerendo che rispondendo a quelle domande avrebbe potuto far felice la sua dolce Anaya.
Inspiegabilmente Nuun le sorrise.
Buio
  
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