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Autore: funkia    18/09/2010    18 recensioni
Non mi sentivo più una bambina. Mi sentivo una donna in tutto e per tutto, con i problemi che hanno gli adulti, con l’esperienza necessaria per poter dire di aver lasciato l’adolescenza a tutti gli effetti. Avevo studiato e adesso avevo un lavoro da adulta, con tutte le responsabilità che l’essere adulto comporta. Ero più posata, più ragionevole. Avevo imparato a plasmarmi a seconda delle situazioni. Non era rimasto niente della vecchia Rose. Pensavo di averla lasciata per sempre, pensavo di essere cambiata. Ma soprattutto, pensavo di non amarlo più.
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Severus Potter, Nuovo personaggio, Rose Weasley, Scorpius Malfoy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Jack era unico

                              DON’T TELL DAD II

 

                               2. Too Lost In You

 

 

Baby, I'm too lost in you
Caught in you
Lost in everything about you
So deep, I can't sleep
I can't think
I just think about the things that you do (you do)
I'm too lost in you                                                                    ( Sugababes)

 

 

Jack era unico.

 

L’avevo pensato sin dal primo momento, da quando ci eravamo conosciuti accidentalmente in quel pub sulla via principale di Diagon Alley. Era un venerdì sera e Al e Vanessa mi avevano convinto a passare una serata con loro per festeggiare la loro convivenza. Avevo comprato per l’occasione un vestito nuovo ed ero fiera di sfoggiarlo.

 

Potete immaginare la mia faccia quando sbattendo addosso ad un tipo, aveva rovesciato il suo boccale di burrobirra sul vestito nuovo. Ma di certo non potete immaginare l’espressione che avevo fatto quando alzando la testa per urlargli addosso mi ero resa conto di aver sbattuto contro un giocatore di Quidditch professionista. Si era scusato con me e mi aveva chiesto se avevo voglia di bere qualcosa con lui. Il giorno dopo avevo trovato un vestito nuovo identico a quello macchiato davanti alla soglia di casa.

 

Nonostante Jack guadagnasse in un mese ciò che io riuscivo a malapena a racimolare in un anno, mi aveva sempre trattata come una principessa, come se fosse il più normale dei ragazzi. Come se non andasse a giro con vestiti da 300 galeoni!

 

“In che stato è la casa?” Chiese timoroso sulla soglia.

 

Quello che in realtà cercava di chiedere era ‘tua madre sta ancora dando di matto’? gli feci cenno di entrare e richiusi la porta alle sue spalle ridacchiando.

 

“Sono di sopra.” Dissi. “Papà è riuscito a trascinarla su appena dieci minuti fa. La cucina è ancora invasa di stoffe, se vuoi dare un’occhiata.”

 

Jack rise e scosse la testa. “No, grazie. Ho smesso di preoccuparmi dei preparativi quando abbiamo fissato gli abiti e hai detto che rimanevano solo i fiori.”

 

Io annuii. “Ci sta pensando Lily.” Feci una smorfia. “In questo momento è in cucina con Hugo. Ho scelto le peonie, vanno bene?”

 

Jack scrollò le spalle. “Non ho la più pallida idea di che fiori siano le peonie. Mi va bene se vanno bene a te.”

 

“Oh, fidati Jack, sono i fiori più belli che potesse scegliere!” Fece Lily uscendo dalla cucina.

 

“Ciao Lily.” Fece Jack con un sorriso. “Ehi Hugo.”

 

“Ehi Jack.” Hugo era appena uscito dalla cucina stiracchiandosi un po’. “Come te la passi?”

 

Jack scrollò le spalle. “Beh non mi lamento, sto per sposarmi.”

 

Hugo rise e annuì. “Sì, c’è solo da decidere se sia un bene o un male.”

 

Io lanciai un’occhiata di fuoco a mio fratello. “Che cosa vorresti dire?”

 

“Proprio niente.” Fece innocente Hugo, sorridendo sotto i baffi. “Ma sai come la penso a riguardo, no? Meglio soli che male accompagnati!”

 

Feci per ribattere che nessuno sta meglio da solo, ma mi frenai di botto. Rimasi solo con la bocca aperta per un po’ e mi portai le mani sui fianchi. “Non so a chi spero tu ti stia riferendo!”

 

“Beh, di certo non a Jack, non potevi trovare di meglio sulla piazza. Rise Hugo. “O ti sei dimenticata che stai con un giocatore di Quidditch professionista.

 

Ero pronta a ribattere ma Jack rise e scosse la testa. “No, io… in questa casa sono Jack. Solo Jack.”

 

Lily ridacchiò e sventolò una mano in aria come se stesse scacciando una mosca. “Oh andiamo, non fare il modesto con noi. Sono la figlia di Harry Potter, sono stata al centro dell’attenzione ovunque andassi per più di metà della mia vita senza averne merito. Tu che ne hai, almeno vantati un po’.”

 

Jack ridacchiò un po’ a disagio. Era una stella dello sport, ma era davvero un ragazzo come tanti altri. Come amava definirsi, era ‘un ragazzo con tanta fortuna’. Io mi aggrappai al suo braccio e gli sorrisi.

 

“Per me sei solo Jack, lo sai vero?”

 

“Beh, lo spero.” Disse. “Ehi, domani ho la giornata libera, vuoi pranzare insieme?”

 

“Oh.” Feci delusa. “Cavolo, non posso. Jordan mi ha offerto un nuovo posto di lavoro e ha detto che devo iniziare domattina, ancora non so…”

 

Woah, frena!” Fece Jack sorridendo. “Ti ha offerto un nuovo posto? E’ fantastico!”

 

Perché non ci hai detto niente, Rose?” Fece Lily. “Dovremmo festeggiare!”

 

Io alzai le mani e scrollai le spalle. “No, non è niente e non so ancora bene di cosa si tratta. La cosa importante è che mi abbia tolto da quella stupida rubrica del Gossip.

 

Hugo rise e si lasciò andare sul divano. “Vero. Così magari riuscirò a leggere un tuo pezzo senza sentire la voglia di ridere immaginandomi la tua faccia mentre scrivevi certe cazzate.”

 

Hugo!” Lo riprese Lily.

 

No è vero.” Gli concessi. “Sono cazzate.”

 

Jack scoppiò a ridere ma Lily mi zittì. “Ssshhh, non dire così!”

 

Hugo ruotò la testa per guardare Lily. “Ma da quando sei diventata così schizzinosa per qualunque cosa diciamo?”

 

“Da quando sono diventata una donna.” Disse lei. “Non sta bene usare certe parole.”

 

Io la lasciai perdere e mi voltai verso Jack. “Ehi, vuoi venire a cena con noi? Cerchiamo di portare fuori la mamma, è un po’ troppo stressata.

 

Jack scrollò le spalle. “Okey, pago io.”

 

Cosa? No!” Mi spostai così da essere propriamente davanti a lui, lanciai un’occhiata rapida ad Hugo, che si voltò dall’altra parte come a dire di non volerne sapere. “Non ti ho invitato perché pagassi tu, sei nostro ospite.

 

Lui scrollò le spalle. “Lo so, fa lo stesso. Penso di potermelo permettere.”

 

Io lo guardai male. “Non ero preoccupata per le tue finanze. Non voglio che sia sempre tu a pagare tutto.

 

Ma stasera te lo meriti.” Fece lui sorridendo. “Hai o non hai un nuovo lavoro?”

 

“Hai un nuovo lavoro? Rose, perché non ci hai detto niente!”

 

Mamma e papà stavano scendendo giù per le scale e dovevano aver sentito la nostra conversazione. Io roteai gli occhi e mi voltai verso di loro cercando di sforzare un sorriso.

 

“Non fino a domani.”

 

Mamma venne ad abbracciarmi. “Oh Rose, sono così fiera… non smetti mai di darmi soddisfazioni.

 

Hugo sospirò. “Forse dovrei andare a vivere dai vicini.

 

E lasciarmi qui da solo con tua madre? Non oseresti!” Disse papà. Si voltò verso Jack e gli puntò un dito contro. “E tu non tirerai fuori un centesimo, sono stato chiaro?”

 

Jack si mise diritto un po’ impacciato, dopo anni aveva ancora timore di papà. “Sì, signore. Io volevo solo…”

 

“Essere gentile.” Disse la mamma con un sorriso. “Lo sappiamo Jack.”

 

Mi voltai verso Lily. “Ti unisci a noi?”

 

Lily sembrò riscuotersi da un mondo fantastico. “Mh? Oh no! No, devo portare a casa i campioni e chiamare l’agenzia per ordinare i fiori, devo essere sicura che capiscano esattamente quello che voglio e che sia tutto perfetto.

 

Papà mi lanciò un’occhiata ma io gli feci cenno di lasciar perdere. “Ma mancano due mesi.”

 

Lily annuì. “Lo so, siamo molto in ritardo!”

 

Papà sospirò. “Ed io pensavo che Hermione fosse quella stressata.

 

 

 

**

 

 

Alla fine eravamo riusciti a convincere anche Lily a venire a cena con noi e papà aveva pagato per tutti quanti, dopo aver litigato per una decina di minuti con Jack per chi dovesse tirare fuori il portafoglio. Avevo mangiato una bella bistecca al sangue e si era festeggiato in onore del mio ‘nuovo’ lavoro.

 

Perciò quella mattina quando misi piedi in ufficio, sfoggiai uno dei miei sorrisi migliori e non vedevo l’ora che Jordan mi portasse sul nuovo posto di lavoro. Non ero mai stata dentro al Ministero, seppure mamma e papà ci lavorassero entrambi.

 

Mi sedetti alla mia scrivania stiracchiando le gambe.

 

“Mi sembri in splendida forma, Rose.” Fece Betsy con un sorriso gentile. “Non ti ho mai vista così di buon umore.”

 

Non le avevo ancora detto che Jordan mi aveva offerto un nuovo lavoro e forse non avrei dovuto farlo. Non sapevo esattamente come l’avrebbe presa. Mi limitai a scrollare le spalle. “Ho solo avuto una bella notizia.”

 

Weasley!”

 

La voce di Jordan risuonò in tutto l’ufficio. Io per tutta risposta mi alzai allegramente e mi diressi verso il suo ufficio canticchiando, sotto lo sguardo perplesso dei colleghi che mi lanciavano sguardi di pura pietà come se non sapessi ciò che mi stava aspettando.

 

Mi affacciai alla porta del capo sbirciando dentro l’ufficio, Jordan stava scribacchiando qualcosa su una pergamena tenendo dei ridicoli occhialetti sulla punta del naso. Alzò appena la testa per lanciarmi un’occhiata e si tolse gli occhiali per guardarmi meglio.

 

Weasley, spero che tu sia pronta. Ce ne andiamo tra cinque minuti.”

 

Io annuii. “Prontissima signore.”

 

“Bene.” Fece Jordan annuendo. “Fammi finire queste ultime scartoffie in santa pace.

 

Obbedii e uscii appena dal suo ufficio aspettando dietro la soglia. Jordan, puntuale come un orologio svizzero, ne venne fuori cinque minuti dopo, vestito della sua giacca. Mi fece cenno di avviarci e salutò la sua segretaria dicendole che sarebbe stato di ritorno prima di pranzo. Entrammo insieme nel camino, Jordan prese della Metropolvere e urlò la nostra destinazione.

 

Il ministero era il posto più affollato e isterico che avessi mai visto. Uscimmo in una stanzone enorme, che sembrava la stazione di King’s Cross. Tutti erano in agitazione, tutti correvano da tutte la parti. Io mi guardai attorno spaesata.

 

Seguimi, Weasley.” Fece Jordan. “Dobbiamo scendere al nono piano.”

 

Papà mi aveva sempre detto che al Ministero i piani andavano sotto terra e non fui per niente perplessa di entrare in ascensore e scendere verso il basso. Mi sentivo solo una piccola formica in mezzo a tutta quella gente che andava e veniva.

 

L’ascensore si fermò al primo e al secondo piano, con gente che entrava e usciva in continuazione. Molti salutarono Jordan, che rispose abbastanza educatamente. Passarono poi il terzo, il quarto e il quinto. Cominciai a chiedermi se saremmo mai arrivati. Infine l’ascensore si fermò al nono piano ed io e Jordan scendemmo  camminando lungo un corridoio poco illuminato. Mi chiesi dove fossimo, dato che non avevo neanche la più pallida idea di quanti reparti fosse composto il Ministero. Dovevano essere molti.

 

“Rose?”

 

Mi voltai sorpresa, Al mi fissava perplesso, vestito in un camice bianco. Mi fermai, lanciando un’occhiata a Jordan che proseguì per la sua strada, e mi voltai di nuovo verso di lui scotendo la testa.

 

“Al, che ci fai qui?”

 

Si avvicinò a me con mezzo sorriso. “Ci lavoro, da quasi tre anni ormai. Sei davvero così occupata da dimenticarti di tutto il resto? Pensavo che ormai avessi finito con i preparativi.

 

Io annuii. “Infatti, ho finito proprio ieri dopo che Lily mi ha costretta a scegliere i fiori. E non sono così impegnata, ho solo avuto da fare ultimamente. Sono sicura che Vanessa sarà infuriata con me.”

 

Al scrollò le spalle. “Non è infuriata, è solo un po’… quand’è stata l’ultima volta che vi siete viste, Rose?” Io feci per parlare ma Al alzò le mani. “Non fraintendermi, lo so che sei stata molto occupata, posso facilmente immaginarmelo.

 

Io sospirai e chiusi gli occhi. “Ho trascurato un po’ tutti quanti in questo periodo, devo essere sincera. E Vanessa è la meno trascurata tra le mie amiche… non vedo Gaby e Sol da almeno due mesi.

 

Stai per sposarti, Rose, è normale.” Fece Al.

 

Io mi massaggiai la testa. “Non dirmelo, ancora non posso crederci. Credevo che i primi a sposarvi sareste stati tu e Vanessa ma…”

 

Al sbiancò. Ecco, questo era il motivo per cui non erano stati i primi a sposarsi. “I-io… oh no. No, c’è ancora tempo, perché tanta fretta? Sono solo pochi anni che conviviamo e non sono sicuro che sia il momento per il passo decisivo.

 

“Certo che no.” Dissi io sarcasticamente. “Sono solo sette anni che state insieme.”

 

Al rimase un attimo zitto. “Sì ma per un periodo ci siamo lasciati.”

 

Io annuii lentamente come se ne fossi rimasta colpita. “Davvero rilevante.” Sospirai. “Ma non ti biasimo, Al. Sposarsi è spossante, te lo posso garantire. Mi sento come se non potessi mai più tornare ad avere una vita sociale.

 

“Avrai tutto il tempo di recuperare, Rose, non preoccuparti. Disse Al con un sorriso gentile, poi mi mostrò delle pratiche che aveva tra le mani. “Scusami, adesso, ma devo portare queste carte nel mio ufficio e sono abbastanza urgenti. Che ci fai qui, comunque?”

 

“Oh!” Feci come se mi fossi ricordata solo allora dove fossi in realtà. “Jordan mi offre un nuovo lavoro, ha bisogno di qualcuno che lavori al Ministero per non so bene chi… e mi ha portata qui anche se non so bene… dove siamo…”

 

Al spalancò gli occhi e la bocca contemporaneamente. “Il tuo nuovo Capo è il Capo dell’Ufficio Misteri?” Chiese allarmato. “Rose, c’è una cosa che dovresti…”

 

Weasley!”

 

Mi voltai di scatto, Jordan era alla fine del corridoio e mi faceva cenno di raggiungerlo. Io mi scusai con Al con un sorriso e cominciai ad andarmene.

 

“Scusa davvero, Al, devo scappare. Me lo dirai un’altra volta, ok?”

 

Al sembrò avere una faccia sconsolata e mi chiesi come mai. Raggiunsi Jordan sul fondo del corridoio, che sospirò e scosse la testa, come se fossi una bambina piccola e avessi appena fatto una marachella.

 

“Mi scusi, signore, era mio cugino Al e…”

 

“Sì, sì.” Fece come per scacciare una mosca. “Tutta la comunità conosce Albus Potter! Per l’amor del cielo Weasley, sembra che a volte non ti renda nemmeno conto del nome che porti.

 

Beh, era vero. Facevo davvero poco caso al cognome che portavo, ma cosa avrei dovuto fare, farmene una malattia? Ero una persona totalmente normale anche se i miei genitori erano stati eroi di guerra.

 

Ho già parlato con il tuo nuovo capo, Weasley, sarà qui a momenti. Spero che tu ricordi la regola fondamentale.

 

Io corrucciai la fronte e lo fissai. “Quale regola?”

 

“Non aprire le cosce.” Disse serio, poi si voltò e si illuminò. “Oh, eccolo che arriva. Weasley, questo è il Presidente del Dipartimento dei Misteri.

 

Fissai allibita l’uomo alto e biondo che era appena uscito da una porta al nostro fianco. Dovevo avere le allucinazioni, probabilmente il caldo, perché non poteva assolutamente essere vero, mi rifiutavo di crederlo.

 

Scorpius Malfoy?!

 

 

**

 

 

Ta-daaaaan XD

 

Bene, penso di essere riuscita a rispondere alle due domande principali: chi è Jack e dove fosse finito Scorpius.

Credetemi, a me personalmente risulta impossibile odiare Jack, ma so che per molti di voi ci vorrà del tempo ad abituarsi. So che per i fan è un elemento di disturbo u.u

 

Come sempre vi devo ringraziare, solo al primo capitolo ho ricevuto più di venti recensioni! Siete fantastici, vi adoro e mi date tantissima soddisfazione!

 

Al prossimo capitoloWhat goes around… comes around

 

Love, Zia funkia

 

 

 

   
 
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