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Autore: Iurin    20/09/2010    1 recensioni
Un probabile seguito de "La fabbrica di cioccolato!" .....propongo di fare una ola a Willy Wonka!!! xD
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Rivelazione!

“Tu sei pazza. Lo sai, vero?”
Era con quest’affermazione che iniziai una conversazione con Stacy su un argomento ben noto.
“Espongo solo le mie teorie, carissima.”rispose
“Ma se queste sono prive di qualsiasi fondamento allora p tutto frutto di pazzia.”
“Tu dici che non le prove, dunque? È quello che sembra…ma ricorda che nulla è ciò che appare. Io non sono coinvolta in prima persona e allora posso dare dei giudizi obbiettivi che a te però sembrano assurdi. E ti sembrano così perché appunto tu sei nel bel mezzo dell’azione.”
“…da quando Stacy parla così?” fece George “mi devo preoccupare?”
“Lo vedi?” dissi io “Pure Gorge dice che sei pazza!”
“Ok, ok, lascio perdere la parlantina dotta…ma il punto, Julia, l’hai capito benissimo qual è, e dopo di oggi non provare a contrastarmi!”
“Cos’è, un minaccia?”
“Più o meno…”
“Sareste così gentili da informare anche me?” disse George.
“Non sono affari…”
“A Wonka piace Julia!” mi interruppe esclamando Stacy.
“Che cosa?!” disse George
“Che cosa?” feci io “Non eravamo rimaste che era che a me piaceva lui?!”
“Sì,” disse la mia amica “Ma ora si è ribaltata la situazione!”
“Ah sì? E da cosa l’hai dedotto?”
“Ma tu hai dei prosciutti al posto degli occhi? Non hai visto che ci ha tenuto tanto che tu andassi nell’ufficio con lui? Dopo che gli hai dato del cafone chi sarebbe mai stato così gentile con?”
George esclamò: “Hai dato del cafone a Wonka?!”
Io non lo calcolai e dissi a Stacy:
“Guarda che non è stato gentile con me! Mi ha…mi ha presa in giro, ecco.”
“Ah sì?” Dissi lei “e che ti avrebbe detto?”
“Ehm…di esplicito niente…però glielo leggevo in faccia…deve aver capito che mi piace…”
Mi bloccai e guardai George;
lui non sapeva che mi piaceva Alex, e sinceramente nemmeno volevo che lo sapesse, dato che era un suo amico abbastanza fidato…
“…che mi piace tu-sai-chi.”conclusi.
“Ti piace Voldemort?” se ne uscì George
Io e Stacy puntammo lo sguardo su di lui piuttosto scioccate dal suo commento.
“Ma tu provieni da una svendita di cervelli andati a male?” disse Stacy
“Come?” disse lui
“Pensi prima di parlare o dici la prima cosa che ti vieni in mente?” feci
“Oh, sentite un po’,” disse George “potevo pure pensare che voi due stesse parlando dell’attore che fa Voldemort! Che caspita ne sapevo io?”
“Quest’uomo è senza speranza…” commento Stacy.
“Vabbè, ho capito…la mia presenza non è richiesta.”
E detto questo se ne andò.
“Per te si è offeso?” chiesi a Stacy.
“Vedrai che gli passa subito. Allora, dicevamo…dicevamo?”
“Dicevamo che ti fai i film in testa.”
“Ah sì, giusto.”
Guardai George e lo vidi alla macchinetta del caffè…e se si fosse offeso sul serio? Non mi andava di farlo star mele…perché poi la conseguenza sarebbe stata che sarei stata male pure io. Così mi alzai e scusandomi con Stacy raggiunsi George.
“Ehi.” Dissi.
Lui era di spalle e quando mi sentì si girò lentamente.
“Sì?”
“Senti…mi volevo scusare…”
“potrei sapere per cosa?”
Mi stupii leggermente per quella domanda.
“Per…per prima.” Risposi “forse abbiamo esagerato. In fondo eri in minoranza numerica.”
“Ma stai scherzando?! Ti pare che mi offendo per un nonnulla? Ma per chi mi hai preso?” disse con un’espressione da orgoglio ferito; poi però si mise a ridere dicendo: “secondo me ti fai un po’ troppe pippe mentali.”
“Può essere…”
“Dai, era evidente che stavate facendo dei discorsi da migliori amiche e che non volevate che il tutto venisse ascoltato da altri, specialmente se di natura maschile e impicciona come me.”
“Lo sai che ti adoro, vero?”
“E come potrei non saperlo? Tutti mi adorano!”
Io gli saltai al collo: ero davvero affezionata a lui.
“Senti,” mi disse ad un certo punto “visto che siamo in confidenza, vorrei parlarti un momento.”
Mi staccai da lui preoccupata dal suo improvviso tono serio.
“Ti va se usciamo?” mi chiese.
Eh? Mi stava chiedendo di uscire?!
“Scusa ma in che senso?” dissi
“Andiamo un attimo fuori per parlare?” mi rispose mimando con le dita due persone che camminavano.
“aaaaaaaah…ok.”
Ci incappottammo e uscimmo. Appena fummo sul marciapiedi iniziammo a camminare inondati dalla gelida aria invernale; i nostri respiri creavano tante piccole nuvolette di vapore.
“Senti.” Cominciò lui “Ti devo dire una cosa, ma assicurami che non la dirai a nessuno, o per lo meno se lo devi dire a qualcuno non devi fare nomi…cioè il mio, ok? In questo momento io non ti sto dicendo niente.”
“Seguì una piccola pausa, dopo la quale dissi:
“Cos’è, una missione segreta?”
“La mia di sicuro. Se Alex solo immaginasse…”
Il mio cuore mancò un colpo.
“Che centra Alex?” esclamai.
George mi guardò stramo e io mi corressi: “Volevo dire…che centra il signor Brown?”
“Beh…si dia il caso che il signor Brown, altrimenti detto Alex, è uno dei miei carissimo amici…il che mi fa domandare perché diamine lui mi tratti come un mero dipendente, ma comunque…l’altra sera stavamo parlando davanti a un bicchiere di birra quando il discorso è declinato su di te.”
Mi sbalordii: “Su di me? Che centravo io?”
“Lascia perdere, il punto è un altro…” Si zittì improvvisamente e allora io lo incalzai:
“E quindi?”
“E quindi…beh…si dia il caso che lui…Alex, intendo…sia, diciamo…leggermente interessato a te.”
Mi fermai di botto non credendo alle mie orecchie. Istintivamente mi si allargò il sorriso sulle labbra. Il mio cuore prese a battere come un matto. Ero sicura che di lì a poco sarei morta d’infarto.
“Ma leggermente quanto?” riuscii a dire infine.
George iniziò a dire vago: “Beh…nei minimi particolari non so…forse un po’ più di leggermente…anche se ovviamente non ne sono sicuro…ma direi che da 1 a 10 tu stai sull’8.”
Avrei voluto urlare dalla gioia. Piacevo ad Alex! IO piacevo ad Alex! Il mio sorriso si allargò ancora di più…mi stava quasi per far male la mascella.
“Ehm…non dici niente?” fece George.
Di tutta risposta gli saltai di nuovo al collo, rischiando di strozzarlo.
“Vedo che non ti dispiace molto, eh?”
Io mi staccai da lui e lo supplicai dicendo:
“Ti prego, però, non gli dire niente, per favore!”
“E va bene!”
“Me lo prometti?”
“Che le mie mutande vengano usate come stendardo se non mantengo la parola data!” E alzò la mano destra in aria nell’atto del giuramento.
“Grazie.” Dissi.
E gli diedi un bacietto sulla guancia.
Quel giorno nulla sarebbe potuto andare storto.

Recensite, daiiiiiiiiiiiiii ;) ;) xD

   
 
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