Serie TV > White Collar
Segui la storia  |       
Autore: Night Sins    22/09/2010    1 recensioni
Raccolta di oneshot sui sette vizi capitali (come l'originalissimo titolo non avrebbe mai fatto sospettare, eh?). Sono 'preda' di questi vizi Peter o Neal (Peter E Neal per uno solo), ma non tutte le storie sono slash (e alcune potrebbero essere considerate Peter/Neal/El).
1.Lussuria - 2.Superbia - 3.Ira - 4.Invidia - 5.Avarizia - 6.Gola - 7.Accidia
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Neal Caffrey, Peter Burke
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Titolo: Seven Sins. (Superbia)
Fandom: White Collar
Personaggi:  Neal Caffrey, Peter Burke
Pairing: nessuno
Rating: G
Genere:  commedia (?)
Avvertimenti: flashfic
Timeline dopo la 2x03
Spoiler  la prima frase in corsivo Neal la dice nella 2x03, ma se non lo sapreste non vi direbbe nulla di nulla. XD
Conteggio Parole: 580 (FDP)
Prompt: superbia scritta per il contest sui sette vizi capitali indetto da AkaneMikael sul forum di EFP.
Betareader: nessie_sun ♥ ♥ & ioio10 (per l'IC, è una mano santa ♥)
Disclaimer: "Io scherzo... forse." (cit. A.Costa) // I personaggi non sono miei, ma degli autori e di chiunque ne abbia diritto; tanto meno sono utilizzati a fini di lucro, ma solo per mero piacere personale. 
Note: tecnicamente, questa fic avrebbe un "prequel". In pratica, non ho fatto in tempo a scriverlo e quindi è solo nella mia testa. Magari un giorno vedrà la luce. XD Però credo/spero si possa capir lo stesso... T__T
Ah, poi, non ricordo se lo dicono o meno, ma io ho questa convinzione che Elizabeth abbia una sorella. xD E ho deciso che almeno una delle due avesse un figlio...


"Mai credersi il più intelligente nella stanza. Almeno che tu non lo sia.”
Lo aveva detto lui a quello studente così pieno di sé e glielo aveva dimostrato. Eppure ora aveva commesso lo stesso, fatale errore.
Si era sopravvalutato, si era mostrato talmente orgoglioso e saccente da finire per credere sul serio di essere il migliore del gioco e che nessuno avrebbe potuto batterlo se si parlava di furbizia; ed ora ne avrebbe pagato le conseguenze.
E sarebbero state care da pagare; questa volta non l’avrebbe passata liscia, lo sapeva.
Deglutì a vuoto, mentre avanzava lentamente; la sua sorte lo avrebbe atteso oltre quella porta e già poteva sentire il rumore degli ingranaggi che si muovevano contro di lui.
La mano si posò lentamente sulla maniglia e spinse cercando di non far rumore, come se questo potesse aiutarlo, dargli tempo.
Quella casa di solito così confortevole ora gli sembrava la bocca dell'inferno, perfino Satchmo, accucciato davanti al divano, gli ricordava Cerbero.
Si richiuse la porta alle spalle e raggiunse il labrador che continuava a non muoversi; evidentemente anche lui sentiva che non era aria.
“Ciao, Neal”, lo salutò Peter quando raggiunse la sua visuale.
Era seduto a capotavola, ma era rivolto verso il salottino e il suo sguardo non prometteva niente di buono.
“C-ciao, Peter.”
Il ghigno che passò sulle labbra dell'agente lo bloccò sul posto.
“Sono contento che tu sia venuto di tua spontanea volontà.”
“Non credo sia il termine più adatto…” replicò, ripensando al messaggio che gli aveva lasciato sulla segreteria del cellulare e in cui lo minacciava piuttosto poco velatamente di rimandarlo in cella se non lo avesse raggiunto lì.
Peter inarcò un sopracciglio, scettico, e il truffatore fu costretto nuovamente a ingoiare un po’ di saliva.
“Sono venuto di mia spontanea volontà, sì”, confermò e l'uomo fece un sorriso compiaciuto, mentre sfogliava un fascicolo sulla tavola che il più giovane non fece fatica a riconoscere.
“C’è qualcosa che devi dirmi?” chiese e Neal sapeva benissimo cosa voleva sentirsi dire; non era stato il più intelligente nella stanza, ma non per questo era uno stupido.
Si voltò di nuovo verso Satchmo sperando in un aiuto, ma lui continuava a non considerarli e quindi tornò a guardare Peter.
“E va bene, sapevo chi era il tuo appuntamento al buio”, soffiò fuori e attese una qualsiasi reazione.
Peter scosse la testa. “Non è tanto quello il problema, Neal,” cominciò placidamente, anche se così il truffatore aveva ancora più paura. “Non è chi, è quanto… Quanto sono dovuto stare fuori, perché tu avevi organizzato tutto senza consultarmi.”
“Oh… Il compleanno di tuo nipote!” si ricordò all'improvviso. “Peter, io, mi dis-”
Il padrone di casa lo interruppe con un nuovo ghigno. “Oh, no, non devi scusarti con me,” disse voltandosi verso la porta che dava sul giardino sul retro, dove sapeva trovarsi sua moglie. “Devi spiegare, esattamente, a Elizabeth perché ho fatto tardi e, quando sono arrivato, il negozio dove dovevo prendere il regalo era chiuso e per questo lei si sia dovuta sorbire per tutta la serata i capricci di Jordan.”
“No-non puoi dire sul serio!” esclamò il giovane, ora certo della propria, imminente morte.
Peter si alzò tranquillamente e prese il fascicolo con cui stava giocherellando poco prima; lo raggiunse al centro della stanza e lasciò i fogli tra le mani dell'altro. “La prossima volta potresti scegliere anche meglio. Se ne avrai l'occasione”, terminò posandogli una pacca sulla spalla prima di abbandonarlo al proprio destino per andare a prendere il collare di Satchmo.
Se fosse uscito indenne da quell'uragano chiamato Elizabeth, giurò Neal, avrebbe fatto più attenzione a non sopravvalutarsi la prossima volta.

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > White Collar / Vai alla pagina dell'autore: Night Sins