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Autore: Julia Weasley    24/09/2010    27 recensioni
Seguito di “Eroi non si nasce, si diventa”.
Regulus è morto in circostanze misteriose, lasciando dietro di sé soltanto domande senza risposta. Ma quando una fidanzata che non si dà pace, un vecchio Indicibile in pensione e un elfo domestico che sa molto più di quanto possa sembrare incroceranno per caso le loro strade e uniranno le forze, tutto sarà destinato a cambiare.
Genere: Guerra, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Famiglia Black, Mangiamorte, Nuovo personaggio, Ordine della Fenice, Regulus Black
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'R.A.B.' Questa storia è tra le Storie Scelte del sito.
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Non può piovere per sempre

Capitolo 3
Frammenti di sogno
 
Rachel si girò nel suo letto, nel disperato tentativo di dormire. La tisana che sua madre le aveva preparato non era riuscita a farle prendere sonno, lasciandola solo un po’ intontita.
Lo sguardo le cadde sul comodino, sul quale era riposta la sua bacchetta. Mentre la fissava, una miriade di pensieri assurdi invase la sua mente, ronzando come uno sciame di api infuriate.
Anche se da poco tempo, aveva iniziato a lavorare come Apprendista Obliviatrice. Le sarebbe bastato un colpo di bacchetta, un semplice Incantesimo di Memoria su se stessa per dimenticare tutto. L’idea di non avere più motivi per soffrire l’allettava.
O forse no.
I ricordi erano tutto quello che le restava. Non avrebbe mai potuto né voluto cancellarli. Erano le memorie degli anni più felici della sua vita e, anche se rievocarle le faceva male, non poteva farne a meno. Per lei erano tutto.
All’improvviso percepì di nuovo il vuoto che aveva dentro di sé, un vuoto che cercava inutilmente di ignorare ma che esigeva di essere colmato, un’altra volta. Finiva sempre per stare ancora peggio, ma non trovava il coraggio di infrangere quell’ultima illusione.
Senza neanche rendersene conto, un attimo dopo era già in piedi e si era incamminata fuori dalla sua stanza.
La casa era immersa dal silenzio della notte. Rachel si fece luce con la bacchetta e non si diede neanche la pena di non fare rumore: scese al piano terra quasi di corsa, senza curarsi di nulla all’infuori della sua meta.
Percorse il corridoio buio e silenzioso, fino a che non raggiunse la porta in fondo.
La stanza in cui entrò era quasi interamente occupata da oggetti magici di tutti i tipi, alcuni molto preziosi, anche se negli ultimi anni erano diventati sempre di meno.
Rachel all’inizio si era pentita di aver acconsentito che suo padre vendesse lo Specchio delle Brame a Silente; in quei momenti le sarebbe stato di conforto. Ma adesso aveva trovato qualcosa di meglio, qualcosa che era presto diventata una droga e di cui non avrebbe più potuto fare a meno.
Rachel si avvicinò a un armadietto di legno intagliato e aprì le due ante, estraendone poi un piccolo bacile di pietra delle dimensioni di una scodella.
Dopo essersi seduta per terra e aver accarezzato la ruvida superficie del recipiente, percorrendo con le dita le incisioni a caratteri runici, iniziò a riempirlo di lunghi filamenti bianco-argentei.
Si accorse che le tremavano le mani, forse per l’impazienza di rifuggire la realtà, o forse perché sapeva che sarebbe stato tutto inutile: quello che era diventato quasi un amico, che riusciva a farle rivivere quei momenti che aveva perso per sempre, ogni volta si rivelava falso, perché dopo il momentaneo sollievo l’impatto con la realtà era sempre peggiore della volta precedente.
Ma, nonostante il buonsenso le sconsigliasse di rifugiarsi in quelle illusioni, voleva dimenticare per un po’ la realtà tanto odiata.
Così, quando il Pensatoio fu pieno fino all’orlo del liquido gassoso color argento, Rachel avvicinò il viso finché, quando la punta del suo naso sfiorò la superficie del contenuto, vi sprofondò provando la stessa sensazione di chi, dopo essere stato in apnea per troppo tempo, riesce finalmente a respirare a pieni polmoni.
Le parve di precipitare verso il fondo di pietra, e invece la stanza era scomparsa, sostituita da un fumo nerastro che presto si diradò.
Si trovava nel bel mezzo della sala d’ingresso di Hogwarts. Studenti di tutte le età entravano e uscivano dalle porte della Sala Grande o da quelle che davano sul cortile.
Anche se nessuno poteva vederla né tanto meno comunicare con lei, Rachel sentì un lieve conforto, quello che solo Hogwarts poteva darle.
In quel momento fu superata di corsa da una piccola Serpeverde del primo anno dall’aria estremamente familiare.
Rachel seguì la sua versione undicenne fino ai piedi della scalinata principale, dove quella si arrestò con una vistosa scivolata, sotto gli sguardi perplessi di altri due Serpeverde della stessa età.
Il cuore della Rachel diciottenne sussultò quando la sua proprietaria scorse il ragazzino dai lisci e ordinati capelli neri, gli occhi grigi e lo sguardo altezzoso. Subito dopo fu assalita da una sensazione stranissima, un dolore pungente misto a tenerezza.
Regulus era così reale nell’atteggiamento, nel modo di muoversi e di parlare, nello sguardo serio e orgoglioso, anche troppo per un ragazzino così giovane. Era proprio lui, vivo e ignaro di quello che lo aspettava.
« Questa notte ha nevicato un sacco! Vi va di andare fuori a giocare a palle di neve? »
La voce allegra e squillante della ragazzina la distrasse da quei cupi pensieri. Nemmeno lei sospettava nulla.
« Ehm… veramente devo restituire un libro in biblioteca, altrimenti Madama Pince mi uccide » inventò Barty, togliendosi d’impaccio e affrettandosi a tornare su per le scale.
Prima che anche Regulus potesse addurre una scusa, Rachel gli arpionò il braccio, impedendogli di imitare Crouch junior.
« Grazie per esserti offerto! Vedrai, ci divertiremo un mondo! »
« Io non mi sono affatto offerto » rispose Regulus, cercando di mantenersi in piedi mentre lei lo trascinava verso il portone di quercia. « Non voglio giocare ».
« Perché? »
« Perché i combattimenti con la neve non mi piacciono ».
« Hai solo paura di essere stracciato » scherzò lei, ridendo nel vedere la sua espressione indispettita.
« Non è vero! È solo che non posso farlo ».
« E come mai? »
Fino a quel momento Rachel aveva continuato a trascinarlo, ma ora si era fermata. Regulus ne approfittò per lisciarsi la manica spiegazzata dell’uniforme; poi, tutto impettito, spiegò:
« Non so come sei stata abituata tu, ma io devo mantenere un certo contegno, ed essere tempestato da palle di neve non è proprio quel che si può definire un comportamento dignitoso ».
Rachel rimase a bocca aperta. In quel momento non riusciva a credere a quanto aveva appena sentito.
La spettatrice silenziosa e invisibile del loro battibecco sentì una fitta dolorosa di rimpianto.
Lui e i suoi ragionamenti assurdi, pensò, mentre la gola iniziava a bruciarle. Le mancava tutto di Regulus, anche i suoi modi fin troppo formali.
« Ma stai bene? Sveglia, non sei ad una serata di gala, e non ci sono nemmeno i tuoi genitori a controllarti! Perché non ti rilassi un po’? Guarda » aggiunse la piccola Rachel, aprendo il portone e costringendolo a uscire nel cortile. « Lo fanno tutti, e non mi pare che si preoccupino di non sporcarsi gli abiti, signor Perfettino ».
Regulus fece una smorfia nel vedere gli studenti che combattevano a suon di palle di neve.
« Forse non ti è chiara una cosa. Io non sono tutti. Sono un Black e non mi comporto come la gente comune » disse, come dando per scontato che con ciò la questione fosse chiusa.
Rachel sembrò fare un enorme sforzo per trattenersi dall’affatturarlo.
« Sei odiosamente e disgustosamente snob. Ma almeno ti rendi conto di quello che dici? Ah, tanto per la cronaca, non è un Black anche quello? »
Indicò Sirius che, insieme ad altri tre Grifondoro, stava inscenando la battaglia più combattuta del cortile.
Regulus arrossì, vistosamente imbarazzato.
« Lui… lui è un caso a parte. È un problema suo se non si comporta come dovrebbe. E ora ti saluto ».
La ragazzina lo guardò allontanarsi e rimuginò tra sé. Quel Black era proprio snob, stava pensando, e in qualche modo lei si sentiva in dovere di farlo diventare un po’ più umile… per il suo bene, naturalmente. Poverino, lui era talmente abituato a comportarsi così che nemmeno si rendeva conto che a lungo andare sarebbe risultato antipatico a tutti. Ed era un peccato.
Infine, un ghigno malefico le si dipinse sulla faccia.
« Regulus! »
Quando lui si voltò a guardarla, fu colpito da una grande quantità di neve direttamente in pieno volto, e le sue imprecazioni rabbiose si mescolarono alle risate irrefrenabili di lei…
La scena fu invasa all’improvviso dal fumo nero e i due ragazzini scomparvero, lasciando solo un immenso sconforto in Rachel. Per qualche secondo si era quasi illusa che il ricordo che aveva appena rivissuto fosse reale, di trovarsi davvero a Hogwarts in una nevosa mattina di gennaio, senza alcun pensiero che le facesse tornare in mente quello che la aspettava fuori dal Pensatoio.
Ma sapeva che era così ogni volta e si consolò pensando che c’erano ancora altri ricordi in cui gettarsi a capofitto, col desiderio di non riemergerne più…
Rachel e Regulus, stavolta dodicenni, erano seduti ad un tavolo della cucine di Hogwarts, mentre gli elfi domestici si affaccendavano intorno a loro.
Ricordava bene quella notte. Come avrebbe potuto dimenticarla?
Dopo uno dei loro tanti litigi, lei si era rifugiata nelle cucine, ma Regulus era andato a cercarla, sfidando le ronde notturne di Gazza per convincerla a tornare nella sala comune di Serpeverde.
Improvvisamente, si erano ritrovati a parlare più di quanto avessero mai fatto, arrivando a toccare l’argomento che Regulus temeva più di tutti.
Rachel ascoltò Regulus spiegare il motivo del suo rapporto conflittuale con il fratello, raccontandole di quando sua cugina era scappata di casa per sposare un Nato Babbano. Il timore di Regulus era che Sirius un giorno prendesse la stessa decisione di Andromeda. Non era vero che lo odiava, come aveva sempre fatto credere a tutti: aveva solo paura di perderlo.
Ci fu una lunga pausa, durante la quale Regulus si fissò con insistenza le unghie della mano, mentre Rachel guardava lui.
Colei che li osservava sapeva cosa stava succedendo dentro la testa di Rachel, la sua testa. Ricordava perfettamente quello che aveva provato. Erano giorni che si sentiva strana, come se ci fosse sempre qualcosa a distrarla. La presenza di Regulus la innervosiva, ma non ne aveva compreso la ragione fino a quella notte, quando finalmente lui, che era sempre stato così chiuso e introverso, aveva iniziato ad aprirsi un po’, facendole capire che dietro al Purosangue orgoglioso c’era anche un lato nascosto, un Regulus migliore di quello che lui voleva dimostrare di essere.
E, ora che lo aveva capito, iniziava finalmente a comprendere quello che le era successo, anche se ancora non si rendeva conto che presto quell’infatuazione si sarebbe trasformata in qualcosa di molto più profondo.
Rachel fu avvolta nuovamente dal fumo nero, ma fece in tempo a sentire l’ultima frase di Regulus.
« Però queste cose tienile per te: non farle sapere in giro ».
In seguito aveva sempre mantenuto quella promessa. Quella conversazione nelle cucine rimase un segreto condiviso tra loro due, e Rachel fu forse l’unica persona al mondo cui Regulus aveva mai mostrato quel lato di sé.
Nel ricordo successivo, si ritrovò nella Sala Grande all’ora della colazione. Era una mattina di metà febbraio del suo quarto anno a Hogwarts.
« Buon San Valentino, ragazzi » esordì una compagna di Serpeverde.
« Ah, oggi è il quattordici? » chiese Regulus, emergendo dalla sua tazza di cereali. Guardò Barty in attesa di una conferma, ma il ragazzo era completamente assorto nel fissare Emmeline Vance al tavolo di Corvonero.
« Sì, perché lo chiedi? » intervenne Rachel, cercando di nascondere il nervosismo.
Lui fece spallucce.
« Perché tengo il conto dei giorni che ci separano dalla prossima partita di Quidditch » rispose lui con indifferenza, e lei trasse un respiro di sollievo.
Regulus lanciò un’occhiata intorno a sé e concluse sbuffando:
« San Valentino è proprio una festa stupida. Una volta all’anno diventano tutti idioti. Non è così? »
Evidentemente si aspettava una conferma da parte di Rachel. In effetti, negli anni precedenti lei si era sempre comportata come un maschiaccio e aveva sempre condiviso la sua opinione su San Valentino. Tuttavia quell’anno c’era qualcosa di diverso.
« Oh… sì » rispose con un tono insolitamente cupo.
« Cominciamo ad andare? Se arriviamo presto, “I Tre Manici di Scopa” non sarà troppo affollato » propose Regulus, non accorgendosi dello stato d’animo della ragazza.
Lei annuì.
« Io non vengo con voi » rispose Barty. « Voglio provare a invitare Emmeline ».
« Bravo! Buona fortuna, allora. Vedrai che accetterà, ne sono sicura » disse Rachel, assestandogli una pacca d’incoraggiamento sulla spalla.
Così, lei e Regulus si incamminarono da soli fuori dalla Sala Grande, scambiandosi ipotesi sugli schemi tattici che la squadra di Corvonero avrebbe adottato nell’imminente partita contro Serpeverde.
Stavano attraversando la sala d’ingresso, quando all’improvviso Rachel fu urtata e travolta da un ragazzo che stava correndo a rotta di collo verso l’uscita.
La borsa le cadde per terra e tutto ciò che vi era contenuto si sparse sul pavimento di pietra.
« Minus! » esclamò lei, infuriata.
Il Grifondoro iniziò a farfugliare scuse, massaggiandosi un gomito. Regulus aiutò Rachel ad alzarsi, fissando Minus con evidente disgusto.
« Il tuo padre Babbano non ti ha insegnato a guardare dove metti i piedi? » gli si rivolse.
« M-mi dispiace, non l’avevo vista! » balbettò quello, ancora in ginocchio, terrorizzato e servizievole come tutte le volte in cui era da solo. « T-ti aiuto a raccogliere tutto… »
« No no, lascia perdere » disse Rachel con una certa urgenza, ma Minus aveva già raccolto un libro e, con l’altra mano, una scatola rossa con tanto di nastro.
« Anche questa è tua? » le chiese.
Rachel era improvvisamente sbiancata come un cencio, tanto che Regulus, che al momento non aveva fatto ancora mente locale alla scatola, temette che stesse per svenire.
Ma un attimo dopo le cose peggiorarono ancora di più.
« Ehi, Peter! È tutto a posto? »
Sirius Black e James Potter erano appena accorsi in aiuto al loro compare. Sirius e Regulus si scambiarono un’occhiataccia.
« Ridammela subito! » ordinò Rachel, sempre più pallida e spaventata, tendendo il braccio per sottrarre la scatola a Minus.
Purtroppo per lei, Potter fu più rapido e gliela soffiò da sotto il naso.
« E questa? » chiese, con un ghigno divertito, mostrandola anche a Sirius, i cui occhi lampeggiarono maliziosi dopo che ne ebbero visto il contenuto.
Rachel si slanciò contro di loro, armata di bacchetta, ma Potter la bloccò, mentre Regulus non capiva che cosa stesse succedendo.
« Peter, credo che tu abbia interrotto una dichiarazione d’amore in piena regola » sghignazzò Sirius, restituendo la scatola a una Rachel ora completamente impietrita. Anche Regulus, che stava cercando d’intervenire, si bloccò all’improvviso, certo di non aver capito bene.
« Regulus, hai fatto una conquista! Chi l’avrebbe mai detto? » ridacchiò Sirius, rivolgendosi poi a Rachel, che era diventata rossa come un Pluffa. « Se vuoi un consiglio, sappi che con quel tonto di mio fratello cioccolatini e battiti di ciglia non servono a niente. Se vuoi conquistarlo, comprati un costume da Boccino d’Oro e indossalo! »
Gli altri due Grifondoro scoppiarono a ridere. Regulus li guardò allontanarsi con un’espressione omicida dipinta sul viso, ma doveva essere talmente inebetito dalla rivelazione da non avere neanche la forza di reagire.
Rachel ricordava quello che aveva provato in quel momento. Sarebbe voluta sprofondare chilometri e chilometri sotto terra e non riemergere più. All’epoca Regulus non la ricambiava, anzi, aveva un vago interesse, a sua volta non corrisposto, per un’altra ragazza.
Lei aveva fatto preparare quei cioccolatini dagli elfi domestici delle cucine senza un motivo vero, perché non glieli avrebbe mai consegnati. Ma quando i Grifondoro l’avevano umiliata in quel modo davanti a lui, si era sentita morire dentro per la vergogna.
Rachel era sempre più rossa e sembrava sul punto di scoppiare a piangere. Senza rivolgere a Regulus un solo sguardo, scagliò a terra la scatola e corse fuori dal castello.
Lui esitò per un attimo, indeciso sul da farsi e ancora mezzo intontito dalla scoperta. Poi decise di raccogliere la scatola ammaccata e, per evitare ulteriori prese in giro, la nascose sotto il mantello; poi uscì a sua volta.
Rachel era andata a sedersi in riva al lago, con il volto accuratamente nascosto tra le braccia.
Lui rimase in silenzio per parecchi minuti, senza avere la più pallida idea di cosa dire.
« Senti… » esordì dopo un po’, ma lei a quel punto lo interruppe.
« Quei due non hanno capito niente » si affrettò a dire lei con un certo tono acido. « I cioccolatini non erano mica per te. Figuriamoci, non ti considero nemmeno, antipatico e insopportabile come sei ».
« Ehm… ok » fece Regulus, poco convinto.
Ma non ne parve persuasa nemmeno lei.
« Non volevo metterti in imbarazzo, mi dispiace ».
Lui non rispose. Quello che era appena successo sembrava pesare tra loro due come un macigno.
« Non… fa niente. La colpa è di quei due idioti » disse poi, anche se sembrava pensare tutt’altro.
Rachel si era ormai asciugata le lacrime e si voltò a guardarlo, scettica.
« Senti, facciamo finta che non sia successo nulla, d’accordo? Anche se ovviamente la cioccolata non era per me » aggiunse Regulus di proposito.
« Ovvio. Ma chi ti vuole? » fece la ragazza, portando avanti la farsa. Ma poi aggiunse, imbarazzata: « Tu riusciresti a trattarmi come sempre? O adesso mi considererai un’idiota? »
« Certo… cioè, no, non nel senso che sei idiota… volevo dire… »
« Non preoccuparti, ho capito » lo rassicurò lei. Ma si era incupita di nuovo. « Voglio soltanto che rimaniamo amici come prima, nient’altro ».
Lui annuì, e poi aggiunse:
« Ah, eravamo amici, prima? »
Lei gli assestò un gran pugno sulla spalla, riuscendo tuttavia a sorridere.
« Stupido. Anche se non lo abbiamo mai detto esplicitamente, lo siamo… anche se tu sei insopportabile. Allora niente più accenni a quello che è successo stamattina ».
« Perché, cosa è successo stamattina? » disse Regulus, massaggiandosi la spalla che gli faceva ancora male.
Rachel fece un mezzo sorriso, che però non si estese agli occhi, i quali esprimevano ancora tutta la loro tristezza.
Calò un silenzio imbarazzato che Regulus cercò di rompere.
« Non ho più tanta voglia di andare a Hogsmeade. Però » aggiunse, tirando fuori dal mantello la scatola rossa, « è un peccato sprecare tutta questa cioccolata ».
E gliela offrì, mentre lei cercava disperatamente di non arrossire di nuovo.
Il ricordo si dileguò come era apparso e Rachel si trovò questa volta a Hogsmeade in una notte di luna piena, quando loro e due e Barty avevano visto la Morte in faccia.
Un Lupo Mannaro li aveva rincorsi per tutta la campagna circostante il villaggio e Rachel non aveva mai avuto così tanta paura di morire in vita sua.
Quando si era convinta che non avrebbero potuto fare più nulla per impedire l’attacco del Lupo Mannaro, si era aggrappata a Regulus e lui l’aveva stretta a sua volta, come se fosse servito a soffrire di meno.
Morire insieme sarebbe stato molto meglio, non poté fare a meno di pensare guardando un misterioso cane nero dagli occhi grigi porsi tra loro e il Lupo Mannaro e metterlo in fuga, mentre gli occhi le si inumidivano ma le lacrime non riuscivano ancora a sgorgare.
Mentre assisteva agli altri ricordi, le sembrava impossibile che un tempo potesse essere stata davvero felice. Il momento in cui Regulus aveva iniziato a ricambiare i suoi sentimenti, il loro primo bacio, scambiato nell’intimità di un vicolo di Hogsmeade, l’euforia per la vittoria della Coppa del Quidditch e tanti altri attimi di felicità parevano soltanto ricordi di un sogno, non di una vita veramente vissuta. Adesso era convinta di trovarsi in un incubo, senza la possibilità di svegliarsi.
Si ritrovò a provare invidia per se stessa, perché la Rachel dei ricordi poteva ancora provare la sensazione causata dal contatto delle loro mani unite, mentre tutte le volte in cui lei, trascinata dagli eventi che stava rivivendo, aveva cercato di sfiorarlo, aveva stretto solo aria e nient’altro. Un gesto semplice e scontato come quello non le era concesso. E infine Regulus scompariva di nuovo in un denso fumo scuro.
« Guarda che non possiamo entrare là ».
Fino a poco prima avevano passeggiato lungo il limitare della Foresta Proibita, e ora si stavano inoltrando nel fitto degli alberi. Era pieno giorno e il sole emanava una luce talmente forte che la Foresta non sembrava poi tanto spaventosa.
« Devo parlarti di una cosa e non deve sentirci nessuno » rispose Rachel, continuando a condurlo verso l’interno.
Si fermò soltanto dopo una decina di minuti. Le fronde adesso erano talmente fitte che facevano schermo alla luce solare, proiettando su di loro un’ombra continua.
Rachel si appoggiò al tronco di un albero e guardò Regulus con aria preoccupata.
« Allora? »  chiese lui, perplesso.
Lei parve soppesare le parole, poi esordì:
« Sono preoccupata per te ».
Regulus aggrottò la fronte.
« E perché mai? »
« Perché ho sentito delle voci sul conto di Piton e della sua banda. Sembra che quest’estate, appena finiti i M.A.G.O., vogliano diventare dei Mangiamorte. A dire il vero, non cercano neanche di nasconderlo ».
Mentre parlava, notò che Regulus aveva improvvisamente distolto lo sguardo.
« E questo cos’ha a che fare con me? » disse lui con un tono indifferente.
« Ho paura che tu voglia seguire il loro esempio. Tutti gli altri Purosangue non fanno che parlare di Tu-Sai-Chi, lo esaltano come se fosse Merlino redivivo… e so bene che anche tu sei un suo sostenitore ».
Regulus continuava a non guardarla negli occhi e a rimanere in silenzio.
« Lo sostengo perché è il primo mago che ha avuto il coraggio di fare qualcosa di concreto e di opporsi alla condizione di clandestinità che ci è stata imposta dai Babbani. Tanti maghi adesso sono contro di lui, ma poi si lamentano perché sono costretti a nascondersi ».
Rachel gli si avvicinò, stizzita.
« Lo sai bene che non è questo il punto. Tutti noi vorremmo poter esercitare liberamente la magia, ma c’è un motivo se è stato deciso di nasconderci. E poi dovresti capire che qualunque causa, anche se giusta, diventa sbagliata quando si cominciano a usare le maniere forti in maniera gratuita. E Tu-Sai-Chi sta uccidendo un sacco di persone. Senza contare che in realtà sta solo sfruttando l’esasperazione dei maghi nei confronti dei Babbani e dei Nati Babbani solo per i suoi interessi ».
« Questo lo dici tu » ribatté Regulus, testardo, ma non gli sfuggì l’espressione di Rachel, così cercò di rimediare al danno. « D’accordo, abbiamo opinioni differenti su questa faccenda. Comunque io non ho detto che diventerò un suo seguace ».
Ma mentre lo diceva, continuava a guardare dappertutto tranne che in direzione della ragazza.
Rachel lo fissò con insistenza, come a volergli leggere nella mente.
« Promettilo » disse infine. « Promettimi che non diventerai un Mangiamorte. Deve essere una promessa vera, però, non tanto per tranquillizzarmi. Voglio potermi fidare di te ».
Regulus era chiaramente nervoso: di sicuro non si era aspettato di essere messo così alle strette.
« D’accordo » disse lui.
Ma le cose erano andate diversamente e alla fine lui aveva fatto di testa sua, subendone le più estreme conseguenze.
Il ricordo del loro ultimo incontro scorreva davanti a lei troppo velocemente, come accelerato da una forza sadica che voleva catapultarla di nuovo nella realtà.
Quasi non riuscì a sentire le parole di Regulus che le chiedeva di perdonarlo per averle mentito, troppo terrorizzata all’idea che quel sogno stesse per finire un’altra volta.
E mentre si davano l’ultimo addio, Rachel sentì una mano delicata prenderla per il polso e una voce familiare risuonarle vicino. Si voltò di scatto.
Sua madre, vestita anche lei in camicia da notte, le stava rivolgendo un’occhiata malinconica e preoccupata.
« Esci di qui » le disse. « Tutto questo non lo porterà indietro  ».
Rachel non oppose resistenza; non ne ebbe la forza ma neanche la voglia.
Mentre Diane la trascinava fuori dal Pensatoio, qualcosa si infranse dentro di lei e, senza nemmeno accorgersene, si ritrovò il viso umido e rigato di lacrime salate.

*Angolo autrice*
Non so quanto siano rari i Pensatoi ma ho voluto inserirne uno, altrimenti sarebbe stato noioso rievocare i ricordi attraverso discorso indiretto, e un flashback sarebbe stato troppo scontato, volevo anche dare l'idea di Rachel che si rifugia letteralmente nel passato e non riesce ad accettare la realtà, per ora..
Non so voi, ma mi mancava un sacco Regulus in versione snob che pensa solo al Quidditch e non si accorge di altro! Ho voluto mettere qualche episodio nuovo, mentre dei ricordi già visti in "Eroi..." (capitoli 20 e 31) ho inserito quelli che potrebbero avere delle conseguenze nel corso della storia.
Comunque, i capitoli statici sono terminati. Dal prossimo si cominceranno a smuovere le cose! Mi dispiace per questa parte deprimente, ma meglio prima che dopo, no? XD
Ogni volta che mi chiedete di Regulus mi sento in colpa, nonostante il mio innato sadismo: come ho già detto, la parola d'ordine è "pazienza", ancora alcuni capitoli, devono succedere tante cose nel frattempo... *schiva i pomodori ma inciampa e ne viene sommersa*
A venerdì prossimo!

DubheBlack: l'estinzione della casata dei Black è una delle cose che mi rendono più triste, quindi capisco come ti senti ç_ç Sono contenta che tu condivida il mio pensiero su Walburga che, con un figlio, ha perso praticamente tutto ciò che le restava: e se poi Bellatrix accusa Regulus di essere un traditore come Sirius davanti a lei... sono guai!
_Mary: anche io mentre scrivevo provavo pena per Walburga, anche se in effetti quando scrivo divento empatica col personaggio che sto descrivendo, che mi sia antipatico o no! Secondo me Rodolphus doveva essere simile a Bellatrix, magari meno esaltato, ma ricordiamoci che anche lui ha torturato i Paciock ç_ç
Beatrix Bonnie: nella mia immaginazione ci sono due Rodolphus: Rodolphus Lestrange, quello della Rowling, e Roddy di Emily e Cass, che ovviamente è più coccoloso! Non credo che Bellatrix apprezzerebbe l'eroismo di Regulus, visto che si è ribellato al suo amato Voldie! Bè, sai che non sopporto quando Lily viene descritta come se fosse la Perfezione assoluta, quindi in cucina la voglio rendere opposta a Molly Weasley, almeno questo!
malandrina4ever: non dovrai aspettare 100 capitoli prima di rivedere Regulus, ma circa... 7! Non mi cruciare, dai, è il numero perfetto, no? XD Però per adesso non te lo dirò dove sta, ahah! Vedrai che quando rivelerò il mistero, sarà più banale di quanto possa sembrare ora. Ehm, riguardo un possibile salvataggio dei Potter... ci devo ancora pensare! C'è quella Profezia che rompe le balle... insomma, devo trovare un modo per aggirarla un'alternativa valida e sensata, sempre se esiste! Per ora però penso a Regulus u.u
Lellas92: bè, sì, io tengo ad ogni pezzo in cui compaiono i Black, perché io li adoro, nonostante tutto: sono completamente fissata con loro! Comunque qui c'è stata una breve comparsa di Sirius e James, anche se ai tempi in cui facevano gli scemi! XD Ma li vedrai spesso in futuro, soprattutto Sirius, contenta? Su Rodolphus sono d'accordo con te: Bellatrix si sarebbe vergognata di portarsi dietro uno stupido! XD
RF09: vedrai che Kreacher avrà un ruolo importante (ovvio, è l'unico che sa qualcosa!). Anche io apprezzo Bellatrix per la sua coerenza, come Barty, del resto: anche se hanno ideali discutibili, amodo loro, sono leali! Walburga per me ha sofferto davvero, forse per la prima volta in vita sua
Alohomora: meno male, sono sempre preoccupata quando devo descrivere James! Ma io mi scateno contro di lui all'"esterno": quando devo scrivere mi spersonalizzo il più possibile. In questo capitolo invece aveva 15 anni e non è stato difficile descriverlo come ha fatto la Rowling! Vedrai che dalla prossima volta Walburga tornerà odiosa come sempre... E ci sarà anche un personaggio che tutte e due adoriamo! ;-)
Mirwen: grazie per la recensione lunga! Hai ragione, se Rodolphus non fosse stato furbo, avrebbe fatto una brutta fine da tempo! XD La sorpresa era Regulus visto tramite i ricordi: magra consolazione dirai, ma sempre meglio che niente, no? Noto con piacere che non sono impazzita: anche tu ti sei quasi impietosita per Walburga... non capiterà più, comunque!
Circe: grazie mille per quello che hai detto! Sapere di catturare l'attenzione mi fa immensamente piacere, anche perché Regulus non comparirà subito, e quindi spero sempre che quello che scrivo nel frattempo sia altrettanto interessante! Sono felice che ti sia piaciuta la descrizione di Rod e Bella: ormai il tuo modo di vederli per me è canon!
quigon89: Sirius secondo me è molto ambiguo già nei libri... ne ha passate tante ma è immaturo anche da adulto. Poi a me piace pensare che continui a modo suo ad essere affezionato a Regulus, anche se non vuole ammetterlo. Comunque, grazie per quello che hai detto su Bellatrix e Walburga!
meissa_s: come vedi ora seguirò molto Rachel da questi momenti in cui non vuole accettare la realtà a quando imparerà a reagire. Insomma, voglio metterla un po' alla prova, soprattutto ora che è così debole. Sono sempre felice quando riesco a spersonalizzarmi se si tratta di James! E sono contenta che anche tu abbia apprezzato il tentativo di riabilitare Rodolphus! Prossimamente approfondirò anche Sirius e il suo apparente distacco, sia nel prossimo capitolo, sia soprattutto in seguito.
Lyssa: eheh, per un po' nessuno saprà nulla su dove sia finito Regulus. E' un mistero che si scioglierà a poco a poco. Ti assicuro che quando leggerai cosa ho ideato ti renderai conto che è la soluzione più semplice! Non ho inventato niente di nuovo finora. 
Lenobia: quando scrivo di James sto così attenta a non farmi influenzare dall'antipatia che alla fine lo rendo sempre più simpatico di quanto vorrei! Qui però ho adattato il suo comportamento all'età, naturalmente. Grazie, sono contentissima che tu abbia provato empatia per Walburga, era quello che speravo di fare!
dirkfelpy89: se ti è piaciuta la parte con Rachel, spero che ti sia piaciuto anche questo capitolo! Eheh, la vecchiaia è una brutta bestia, anche io purtroppo sto cominciando a perdere colpi! XD Grazie e alla prossima!
lyrapotter: anche io sono in periodo di esami, e lunedì ho l'ultimo, per fortuna! Infatti ultimamente ho potuto scrivere pochissimo, figurati leggere! Walburga ha fatto pena anche a me, te lo assicuro. Sono contenta che ti sia piaciuto Rodolphus! Alla fine inserire James adesso non è più un'esperienza traumatica: è maturato e non è più come nel ricordo di questo capitolo (anche se la sua essenza rimane, ovvio)! XD
PenPen: i personaggi ci metteranno ancora un po' prima di capire che Regulus in pratica è vivo, ma dovranno anche agire in qualche modo... non aggiungo altro, se no dico troppo! In effetti sono un po' crudele a farli soffrire così... E sì, Walburga ha perso un'occasione per fare autocritica ^^
nefertari83: ciao, grazie! Come vedi, ho aggiornato per tempo: tanto per ora ho alcuni capitoli di scorta. Sono contenta che ti abbia convinta la reazione di Walburga!

@Pepesale: grazie per la recensione! Ho corretto la frase che mi avevi fatto notare, grazie!
  
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