Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: sweetPotterina    24/09/2010    11 recensioni
Hermione Granger decide di intraprendere il suo nuovo anno ad Hogwarts per poter completare la sua carriera scolastica. Con sè, porta però un piccolo segreto: il suo matrimonio con Ronald Weasley.
Troppo confusa riguardo i suoi sentimenti, si troverà di fronte a delle scelte da prendere che segneranno per sempre la sua vita: tra sbagli, gesti impulsivi ed imprevisti, scoprirà che a volte se lo si vuole veramente i sogni possono diventare realtà e come intraprendere la via apparentemente più facile non sia sempre la scelta giusta.
Dal secondo capitolo:
-Granger, che ci facciamo qui?
-Ho bisogno di un piccolo favore.
Era sconcertato. Cosa mai poteva volere la Mezzosangue da lui? E, soprattutto, cosa mai poteva darle?
-Di cosa si tratta?
Hermione lo guardò per un lungo istante prima di rispondere –Io voglio che tu faccia l’amore con me.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Blaise Zabini, Draco Malfoy, Ginny Weasley, Hermione Granger, Pansy Parkinson | Coppie: Draco/Hermione, Draco/Pansy, Harry/Ginny, Ron/Hermione
Note: Lime, OOC, What if? | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Ombra costante'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A



CAPITOLO I
UN PICCOLO FAVORE


Qualunque cosa sogni d'intraprendere, cominciala.
L'audacia ha del genio, del potere, della magia.
(Johann Wolfgang von Goethe)



La vita è un ciclo continuo, come una ruota che gira e rigira senza sosta: non importa cosa le attende, quali ostacoli incrocerà nel suo cammino, lei continua imperterrita per la sua strada.

Quando il primo settembre, Ron e Harry accompagnarono le loro fidanzate alla stazione, per salire sull’ultimo treno della loro vita diretto a Hogwarts, Hermione ebbe la sensazione di vivere un’altra vita, diversa da quella che finora aveva vissuto.
Non poteva credere di dover finire quel lungo viaggio da sola, senza i suoi due migliori amici come aveva sempre immaginato.
Quel giorno non ci furono incitamenti per l’essere ancora una volta in ritardo, ma solo imbarazzanti e nostalgici saluti. Non ci furono battibecchi e borbottii per la ricerca di un vagone vuoto, perché di posti liberi c’erano fin troppi.
Non ci furono nemmeno i fastidiosi rumori che emettevano ogni volta Harry e Ron, soprattutto Ron, quando ingurgitavano ogni merendina presente nel carrello.
In quel lungo viaggio niente accompagnò i suoi silenzi, nemmeno le chiacchiere tra Ginny, Neville e Luna, lasciandosi così rapire dal paesaggio che scorreva veloce fuori dal finestrino.
In quel momento, pensò che sarebbe stato impossibile colmare quel vuoto sempre più pesante, rendendo terribilmente triste e diverso quel nuovo anno che l’attendeva.
Chi le ricorderà, prendendola in giro, che oltre lo studio c’è altro, molto più divertente, ora che non c’era più Ron?
Da chi andrà quando avrà bisogno di un amico, ora che non poteva più contare su di Harry?
Chi le avrebbe ricordato quanto in realtà lei era importante, anche se in cambio di aiuti nei compiti, in assenza dei suoi due migliori amici?
Avrebbe sentito fin troppo la loro mancanza.

***

Da quel giorno sono passati più di sei mesi e, Hermione Granger, non riusciva ancora a credere come, contro ogni previsione, le sue giornate, volente o nolente, avessero continuato a susseguirsi una dopo l’altra in pieno fermento, mobilitando la sua carriera scolastica e la sua vita sociale.
Al suo ingresso a Hogwarts tutto fu diverso sì, ma non necessariamente in peggio come si era aspettata.
Le lezioni furono interessanti e tranquille e non ebbe alcuna difficoltà a raggiungere il massimo dei voti in tutte le materie, senza neanche sforzarsi troppo, dovette ammettere.
Grazie all’assenza di Ron e Harry, che fino all’anno precedente riempivano i suoi buchi in ripetizioni e in riunioni per preparare un piano contro il problema di turno, aveva addirittura molte ore libere a sua disposizione.
Per ciò che concerne la vita sociale, invece, i primi mesi, aveva rischiato l’esaurimento nervoso. Nonostante ogni cosa rimandasse vecchie immagini del suo passato in compagnia dei suoi migliori amici, facendo così puntualmente riaffiorare una sofferente nostalgia, erano davvero troppo poche, rare addirittura, le volte in cui aveva avuto l’opportunità di soffermarsi a lungo sui quei ricordi.
Non c’era stato mai tempo.
Da semplice secchiona, era diventata la ragazza più popolare della scuola e, ovunque andasse, era sempre seguita, da uno studente o un insegnante.
In classe, in sala grande e persino in sala comune, poteva avvertire tutti gli sguardi su di sé nel controllare ogni sua mossa e ascoltare ogni sua parola, mentre era richiamata per rispondere a qualche domanda sull’ultimo anno passato o, più semplicemente, per essere invitata a feste e festini.
Alla fine, trovare un posto tranquillo in cui leggere era stato impossibile e, nonostante inizialmente si era trovata lusingata e appagata di tante attenzioni, poi aveva iniziato a stufarsi: le mancarono i suoi momenti con se stessa, in completa solitudine che tanto amava.
Oltretutto, odiava stare al centro dell’attenzione.
Stare a spettegolare e parlare ore sui ragazzi o sulle ultime novità della moda non era mai stato il suo forte, specie se si considerava che i suoi due migliori amici fossero proprio dei ragazzi. Quello era più il campo di Ginny, che in quel periodo era stata la sua ancora di salvezza, nonostante lei stessa si divertisse a prenderla in giro nel vederla così disperata.
C’erano stati addirittura dei momenti in cui, incredibile a dirsi, non solo aveva ricevuto decine d’inviti da ragazzi che a malapena conosceva, ma aveva dovuto addirittura rifiutarli.
Ovviamente, e per sua fortuna, Hermione non aveva detto a nessuno delle sue imminenti nozze con Ronald Weasley, per evitare di stare al centro dell’attenzione più di quanto già non fosse, anche se il suo fidanzato si era mostrato contrario alla sua decisone.
La verità è che sapeva che non sarebbe riuscita a sopportare la tortura di dover reggere per un anno intero la commedia della fidanzata felice in un luogo che sapeva avere occhi e orecchie anche nei posti più impensabili. Era già abbastanza frustrante mentire a stessa, minuto dopo minuto, l’idea di essere martoriata di domande da pettegole e curiose le dava la nausea.
Aveva ringraziato mentalmente se stessa per questa decisone quando aveva provato, poco dopo, cosa significava stare tra una folla ed essere la migliore amica di Harry Potter, il bambino-che-è-sopravvissuto/prescelto/salvatore del mondo magico!
Persino Ginny, poiché fidanzata di Harry, ne aveva avuto un assaggio, solo che lei amava questo genere di cose.
E dire che il numero degli studenti quell’anno era minimo se non quasi inesistente rispetto agli anni precedenti.
A volte, anche nelle ore di solito più attive della giornata, vi erano corridoi apparentemente deserti.
Eccetto la casa dei Corvonero che era per lo più intatta, compresi quelli del primo anno, i Tassorosso arrivavano a un centinaio, i Grifondoro a poco più di una cinquantina, mentre i Serpeverde a una decina stentata.
E tra i tanti cambiamenti all’interno della scuola, questi ultimi erano coloro che senza dubbio avevano destato più scalpore.
Silenziosi e tranquilli, inizialmente avevano suscitato un po’ di timore, prima di rivelarsi semplicemente cambiati: niente più scherzi, insulti o frecciatine e smorfie riluttanti, stavano sempre in gruppo. Alle volte si potevano sentire porgere un saluto o scambiare gentilmente qualche parola con qualcuno appartenente a una casa differente.
Hermione stessa aveva avuto un assaggio dei loro cambiamenti, stringendo rapporti con Blaise Zabini e Daphne Greengrass. Un rapporto che si limitava a qualche saluto e a qualche scambio di battute di circostanza.
Ma era sempre meglio degli insulti che si sarebbero serbati fino a qualche tempo prima.
Non che le rivalità, infatti, si fossero assopite, specie tra Serpeverde e Grifondoro, ma semplicemente le acque si erano calmate, rivelando una sana competizione senza nulla di cattivo o antisportivo.

Adesso, però, che la routine sembrava aver preso il sopravvento sulle novità di inizio anno, anche se detestava ammetterlo, rimpiangeva quei momenti in cui tutti non le lasciavano un attimo libero, perché non le rimaneva mai tempo per pensare ad altro se non allo studio o a un modo per liberarsi di loro: ora che gli animi di tutti si erano assopiti, specie adesso in vista degli esami, la sua vita scolastica era molto tranquilla, divisa tra le lezioni, lo studio nei buchi tra un orario e l’altro e gli amici durante i pasti in sala grande. Quasi noiosa.
Sarebbe stato tutto perfetto se in testa non avesse avuto lui che sembrava volesse tormentarla.
Aveva cercato persino di rimanere in sala comune con i suoi compagni fino a tarda sera, nella speranza di concentrarsi in qualche loro conversazione, ma l’unico risultato che aveva ottenuto erano state delle strane occhiatacce per essersi estraniata tanto da non sentire nemmeno quando loro la chiamavano.
-Finalmente ti ho trovata!
La voce di Ginny le rimbombò nelle orecchie, mentre questa si affrettava a entrare nella loro stanza, chiudendosi la porta alle spalle.
Brutto segno.
Hermione scattò subito seduta, alzandosi dal letto sul quale si era rilassata.
-Sono sempre stata qui dopo cena, mi ha fatto terribilmente male la testa.
L’aria sbarazzina di Ginny svanì di fronte la sua lagna, mentre si sedeva accanto.
-Ah, capisco- aggiunse quindi, abbassando lo sguardo.
-Perché quella faccia?
Era ovvio che ci fosse qualcosa che non andava.
-Quale faccia?- chiese fingendo un’aria stupita.
Hermione la guardò scettica e, come a voler fondare i suoi presentimenti, la sentì aggiungere subito dopo.
–Hai voglia di una partita a scacchi?
Era evidente che volesse cambiare discorso.
-Sai cosa mi va davvero, Ginny? Che tu mi racconti ciò che eri venuta dirmi.
-Te l’ho appena detto!
L’aria innocente con qui le aveva risposto la fece indispettire.
-Tu vuoi farmi credere che mi hai cercato per il castello per una partita a scacchi?- chiese scettica.
-Esattamente. Che c’è di strano?
Ginny si martoriava le dita nervosa, sapeva che per quanto brava a mentire con Hermione non l’avrebbe scampata.
-C’è che io non sopporto gli scacchi, sai che non sono tanto brava a questo gioco. Mi batti sempre- costatò semplicemente Hermione con ovvietà.
Ginny sgranò gli occhi, coscia di aver inventato una scusa poco credibile, e provò a ribattere.
-Ma è capitato solo…
-Sempre- finì la frase Hermione, con uno sguardo che non ammetteva repliche.
Era già difficile ammettere che non fosse brava a uno stupidissimo gioco, ribadirlo era troppo per il suo ego.
Scrollandosi le spalle si avvicinò all’amica per provare a farla parlare una volta per tutte.
-Senti Ginny, davvero, ho un mal di testa pazzesco, quindi non ho voglia di torturarti per convincerti a parlare, perciò ti prego fallo e basta senza cambiare argomento, ok?
Ginny le sorrise e, accarezzandole una coscia, cercò di rassicurarla.
–No, Herm, te lo dico un’altra volta, non era importante. Sul serio.
Hermione sbuffò. –Ok, come vuoi.
Prima ancora che la rossa avesse compreso le sue intenzioni, Hermione si tuffò su di lei afferrandola per il bacino e solleticandole i fianchi e i punti a lei più sensibili.
Ginny, già in preda alle risa, cercò di divincolarsi dalla sua presa.
-No, basta, smettila!
La ricca però non sembrava ancora pronta ad accontentarla, non fin quando lei fosse disposta a dirle la verità, così Ginny, capito il messaggio ammise la sua sconfitta.
-D’accordo Herm, d’accordo, te lo dico!
Hermione soddisfatta la lasciò andare, sorridendo di rimando.
-Ma non arrabbiarti, però- la sentì aggiungere subito dopo, mentre cercava di ricomporsi.
Hermione quindi tornò seduta e incrociando le gambe al petto attese la sua spiegazione. Era curiosa.
Ginny la guardò per un lungo istante poi parlò sforzandosi di essere convincente.
–Ecco, tu sai cosa succede tra quattro mesi, no?
La domanda era retorica, eppure la risposta sarcastica e infelice sfuggì con una smorfia dalle labbra di Hermione.
-Come dimenticarlo.
Ginny decise di non lasciarsi affliggere e continuò.
-Appunto, però, pensavo che sarebbe carino organizzare un addio al nubilato per quest’occasione. Solo che presto ci saranno gli esami e non avremo tempo, quindi pensavo di farlo un po’ in anticipo…
Il suo matrimonio.
Se inizialmente aveva pensato che non sarebbe stata poi una gran tragedia sposare Ron, perché in fondo gli voleva bene e dover convivere giorno dopo giorno, per il resto della vita, non sarebbe stato male una volta presa l’abitudine, adesso aveva seri dubbi in proposito.
Da quando aveva rivisto lui tutto ciò che riguardava Ron, il matrimonio e le decisioni prese nell’ultimo anno, erano diventate solo un lontano ricordo: la sua presenza si era fatta strada prepotentemente nella mente e nel cuore di Hermione, a tal punto che adesso non riusciva più a toglierselo dalla testa.
Non aveva dovuto attendere molto per poterlo finalmente incontrare al suo arrivo a Hogwarts: ancora prima di mettere piede in sala grande lo aveva scorto poco lontano nei corridoi. Nonostante, quel giorno, l’avesse degnata appena di un’occhiata, bastò quel solo istante, in cui i loro sguardi s’incrociarono, per far perdere la cognizione del tempo e dello spazio ad Hermione, rimanendo incantata da quella che sembrava una visione.
Nonostante il viso sciupato e privo della sua solita fierezza, era più bello che mai, persino meglio di come lo ricordava!
Nei giorni precedenti del suo arrivo al castello, aveva deciso di affrontarlo, di parlargli, nella speranza di accorgersi che ciò che aveva provato negli ultimi mesi era solo una leggera e stupida cotta, una svista, che sarebbe svanita nel rivederlo.
Che sarebbe sparita nel ricordare chi lui fosse in realtà.
Una speranza vana, schiacciata dalla pesante e surreale realtà.
Lui era cambiato e, adesso, era divenuto persino troppo bello per essere vero.
Se fino a poco tempo prima non sarebbe riuscito a passarle accanto senza sputargli addosso tutto il suo veleno, adesso gli era indifferente, al pari di una qualunque ragazza.
Ne sarebbe stata felice, tempo fa, ma adesso ne era soltanto profondamente angustiata.
Perché lei, non era mai stata una qualunque per lui.
In alcuni momenti passati, si era ritrovata persino ad ammirare quell’aspetto del loro rapporto, ritenendola una magra consolazione, nonostante più volte aveva inveito contro se stessa per l’assurda sensazione di piacere che sentiva nel sentirsi l’unica ragazza che avesse mai odiato con tutte le viscere del suo prezioso sangue.
Ad ogni modo, se aveva creduto di poter rinsavire da quell’assurdo sentimento, ritrovando il solito arrogante, razzista e altezzoso ragazzo con cui aveva dovuto scontrarsi più volte nel corso della sua adolescente, aveva preso una buca. Enorme.
Seppur all’apparenza sembrasse sempre lo stesso, a Hermione non erano sfuggite le sue occhiate di apprezzamento verso altri suoi coetanei, fuori dalla sua casata, privi d’invidia o di astio.
Aveva notato i suoi tentativi, seppur minimi e impercettibili, di dare una mano spontaneamente, alle volte, al compagno vicino in diverse lezioni. Altre, a un collega nei turni di ronda.
Aveva scoperto la sua dedizione e accortezza nello studio, la sua abilità in materie pratiche e manuali.
Infine, lo aveva scovato disponibile con altri ragazzi in delucidazioni e suggerimenti sia nel quidditch che nelle materie in cui eccelleva.
Aveva capito il suo bisogno di distinguersi tra la massa, non più come l’unico erede dei Malfoy, discendente da una delle più nobili stirpe purosangue, ma per ciò che era dentro e ciò che sapeva fare da solo.
Era cambiato e voleva dimostrarlo al mondo.
Hermione, a quella consapevolezza, era rimasta spiazzata.
Come poteva smettere di provare un sentimento tanto positivo per la persona che aveva scoperto essere con molte probabilità, bella non solo fuori, ma anche dentro?
Certo, lui non sarebbe mai diventato uno dei buoni, ma non aveva più alcun dubbio che non fosse ancora uno dei cattivi.
Pur considerando i loro trascorsi, Hermione non lo aveva mai considerato un mangiamorte, a discapito dell’opinione dei suoi amici, e la sua rinuncia nell’omicidio di Silente e la sua finta perplessità l’anno precedente a Malfoy Manor ne era stata una prova, seppur il simbolo sul suo braccio destro esaltasse esattamente il contrario.
L’era capitato, in quei mesi, di ritrovare quell’aria spaventata e tremendamente dolorante sul suo volto, nei rari momenti in cui lo aveva notato da solo, nascosto in un angolo del castello in cui credeva che mai nessuno lo avrebbe trovato.
Alla fine, aveva dovuto rinunciare, imparando a convivere con il pensiero di lui fisso nella sua mente.
Come un magnete, ogni qual volta lasciava la sua mente libera di vagare, questa era rapita dal ricordo del suo viso, del suo corpo, dei suoi occhi: come se non fosse abbastanza doverlo vedere ogni giorno senza potergli rivolgere la parola o poterlo toccare.
Era finita a doverlo evitare come la peste per non cadere in una terribile brutta figura.
Ogni volta che i loro sguardi s’incrociavano, non poteva fare a meno di arrossire mentre strane fantasie sorvolavano la sua mente, e quando gli era vicino, del tutto casualmente ovviamente, il suo stomaco si contorceva e il suo cuore palpitava forte senza controllo.
Impegnata com’era a cercare un modo per dimenticarlo, era riuscita persino a dimenticare Ron e il loro matrimonio.
Erano rare le volte in cui affrontava quel discorso.
Troppe, per Hermione, invece, erano le volte che Harry e Ron erano venuti a far visita a lei e Ginny, approfittando delle gite a Hogsmeade.
Quelli erano stati i momenti più difficili da affrontare.
Per le vacanze natalizie era riuscita a svignarsela da sua madre con la convincente scusa che sarebbe stato il loro ultimo Natale, prima che lei stessa creasse la sua di famiglia.
Una fortuna giacché non aveva saputo trovare soluzione invece alle visite, che si erano prontamente rivelate una lenta agonia. Mentre il tempo, in quei momenti, pareva fermarsi per farsi beffe di lei, minuto dopo minuto, bacio dopo bacio, bugia dopo bugia, si sentiva morire dentro soffocata.
Riusciva a parlarne solo con Ginny, poiché Harry sembrava essere troppo arrabbiato con lei. Ma alle volte, persino con la sua migliore amica era stato difficile parlarne, perché sapeva quanto per lei fosse difficile quella situazione, divisa tra un fratello di sangue e una sorella affettuosamente acquisita.
Avevano più volte litigato, prima di esplodere in pianti, lei, e in una valanga di scuse, l’altra.
Non capiva come potesse essere successo, come poteva essersi infatuata di un ragazzo che l’aveva sempre odiata e umiliata. Per un ragazzo che vantava il nome di Draco Malfoy.
Come si fa a cambiare così radicalmente i propri sentimenti verso una persona?

-Ginny, è uno scherzo?- sbottò improvvisamente Hermione.
-No- ribatté prontamente l’amica, per nulla sorpresa della sua reazione.
-Allora sei fuori di testa!- concluse alzandosi in piedi, per girare in tondo per la stanza.
Ginny sbuffò e alzò gli occhi al cielo.
Sapeva che sarebbe stata dura convincerla, per questo era preparata a persuaderla con le buone e con le cattive.
-E dai, Herm! Siccome hai deciso di sposarti comunque, sarebbe stupido rinunciare a un addio al nubilato, ti pare?
Per Hermione non era affatto stupido, semmai lo era il contrario.
-Ma sai almeno cos’è? Insomma, non mi pare che nel mondo magico ci siano queste usanze. Come ti è venuta in mente questa brillante idea?
-Da un film babbano. Che mi hai regalato tu, tra l’altro- ammise orgogliosa.
Hermione borbottò qualcosa sul non regalarle mai più oggetti babbani, rimproverando se stessa per averlo fatto fino a quel momento.
Ginny la raggiunse al centro della stanza e insistette.
-Scusa ma che importanza ha da che tradizione arriva? Senza contare che tu stessa sei una nata babbana, giusto? Vedrai che ci divertiremo, sarà un modo per fare qualcosa di diverso e non pensare a niente- finì Ginny, prendendole una mano.
Hermione capì che non avrebbe mollato la presa finché non avesse accettato.
Sbuffando per l’ennesima volta cedette. –Ok, d’accordo.
Come se avesse annunciato l’arrivo di Babbo Natale, gli occhi di Ginny si sgranarono di sorprendente felicità, saltandole completamente addosso per stringerla forte.
-Oh, grazie, grazie.
Hermione ricambiò l’abbraccio e si lasciò andare all’euforia dell’amica.
-In teoria dovrei ringraziarti io, lo sai Gin?
-Bhè, prego.
Passarono i secondi, forse anche troppi, finché Hermione si ritrovò costretta a provare ad allontanare l’amica.
-Ginny, se non mi lasci mi strangoli.
La rossa non rispose, continuando a stringerla forte.
In realtà il peggio doveva ancora venire e non sapeva bene come affrontare la situazione.
-Ginny!
La giovane amica, conscia di non poter rimandare a lungo l’argomento, sciolse l’abbraccio regredendo di qualche passo.
-Scusa.
-Che c’è?
-Niente.
Hermione soffiò sul ciuffo che le copriva gli occhi, iniziando seriamente a innervosirsi.
-Ginny, devo ricominciare? Sputa il rospo. Che altro c’è?
L’amica, sorridendo più per incoraggiamento personale, sbottò.
-Avevo pensato di andare a fare shopping…
Hermione era confusa. Il palese nervosismo di Ginny l’aveva messa allerta, perché anticipava sempre e solo discorsi riguardanti il suo matrimonio.
Eppure lei sapeva che tra loro era ormai un argomento tabù. Se non in casi di necessità, almeno.
-E perché lo dici così? L’abbiamo fatto un milione di volte…
-Per il matrimonio.
Hermione aveva sempre considerato Ginny una delle ragazze più sveglie e intuitive che avesse mai conosciuto, se non la più intelligente in casa Weasley tra gli ultimi tre fratelli, quindi non capiva adesso dove volesse andare a parare: avevano già affrontato quell’argomento.
-Non c’è ne bisogno, te l’ho detto, se ne occupava mia madre di queste cose- chiarì stanca, sprofondando nel letto.
-Lo so, ma Herm… dubito che l’abito di nozze e la biancheria intima tu la possa fare comprare a tua madre- proruppe spazientita.
-Il vestito...- Hermione stava per ribattere che a quello avrebbe pensato finita la scuola, comprando il primo che avrebbe trovato sufficientemente adatto. Era davvero importante l’abito nuziale quando alla fine sposi un uomo che non ami?
Ma non fu quello che catturò l’attimo dopo la sua attenzione.
-Cosa? Che c’entra adesso la biancheria? Ne ho cassetti pieni e… Oh, per Morgana!
Un lampo attraversò la sua mente squarciando il suo cuore.
E se pensava di aver capito male, l’espressione di Ginny confermò il suo timore.
La biancheria intima per la prima notte di nozze. Hermione sentì il cuore fermarsi.
-Hermione…
Il viso improvvisamente pallido dell’amica preoccupò Ginny.
-Ti dispiace se ne riparliamo un’altra volta? Vorrei rimanere da sola adesso.
Il volto chino e quelle parole atone appena sussurrate spinsero Ginny ai suoi piedi.
-Hermione, io…
-Per favore.
Un ordine e una supplica.
Ginny si aspettava rabbia e frustrazione alle sue parole, non un mix di sorpresa e paura. Possibile che non ci avesse mai pensato?
Ad ogni modo decise di rispettare il volere dell’amica e, rialzandosi, si avviò alla porta.
-Mi dispiace, Hermione. Ma non devi farlo per forza, sai come la penso. Seppur dolorosa, c’è sempre un’alternativa.
La riccia però non le rispose e, con un debole sorriso, Ginny si chiuse la porta alle spalle.

No. Non può essere! Come ho fatto a non pensarci prima?
Come ho potuto essere così stupida da non pensare a questo particolarissimo dettaglio?
Stupida, stupida, stupida.

Hermione cadde nel letto, mentre lo stomaco si apriva in una grande voragine pronta a risucchiarla.
In realtà, quando aveva preso la sua decisione, aveva messo in conto che negli anni a venire avrebbe dovuto condividere il letto e quindi anche il suo corpo con Ron.
Il problema adesso era un altro.
Hermione era vergine.
Nonostante i suoi sentimenti per il ragazzo sbagliato, si era rassegnata all’idea di non poterlo vivere liberamente, di non poterlo avere, giorno dopo giorno, alla luce del sole.
Ma questo, la sua prima volta, non voleva sprecarla in nome dell’affetto che la legava a Ron e alla sua famiglia, Non voleva perderla così.
Colpendo le lenzuola con dei deboli pugni, si rigirò più volte pensando a una soluzione, a un modo per salvare l’unica cosa che le era rimasta, che ancora poteva condividere con l’uomo che amava.
Amare.
Hermione sgranò gli occhi e si portò una mano sulla bocca, come a voler trattenere quel pensiero nato a tradimento nella sua testa.
Non aveva mai pensato ai suoi sentimenti per Draco Malfoy in questi termini, non aveva voluto farlo nonostante il suo cuore le aveva suggerito più volte quella pericolosa evidenza. Eppure adesso non riusciva a spiegarli diversamente, non sapeva trovare nessun'altra scusa che potesse giustificare i battiti accelerati del suo cuore quando le era vicino, il calore che la invadeva quando incrociava il suo sguardo.
Definirla cotta o infatuazione era troppo poco.
Non voleva amarlo, non poteva, tuttavia, ripensando agli ultimi mesi, era evidente che fosse così. Non poteva più far finta di non essersi innamorata di Malfoy.
Fu quest'ultima consapevolezza a spingerla ad alzarsi come un automa dal letto, per sedersi sulla sedia posta accanto alla scrivania di legno. Spostò su un lato la montagna di libri e strappò un piccolo pezzo di pergamena. Prese la piuma e ne intinse la punta nella boccetta dell’inchiostro. A quel punto scrisse:

Ho bisogno di vederti.
Vediamoci al lago nero sotto la grande quercia.
Ti aspetto lì alle 22 di stasera.

Senza pensarci oltre, prima che la sua audacia e il suo coraggio venissero meno in un attimo di lucidità, piegò il foglietto e lo mandò al destinatario.
Dopo di che, attese.

***

Percorse lentamente il corridoio centrale con la sua solita eleganza, mentre tra le mani teneva ancora stretto il biglietto che prima di cena aveva ricevuto.
Era arrivato inaspettatamente, perché ultimamente non aveva visto nuove ragazze ronzargli intorno, nessuna almeno che non avesse già avuto.
Eppure non era rimasto stupito, era capitato altre volte che ragazze timide che non potevano certo definirsi belle gli chiedevano un appuntamento al buio.
Pensando, infatti, che questo fosse semplicemente l’ennesimo caso disperato, aveva deciso di ignorare la proposta.
In seguito, però, spinto da una forza inspiegabile, era stato tentato di rileggerlo come se contenesse una qualche informazione importante che gli era sfuggita alla prima occhiata e lì, all’ennesima lettura, un lampo aveva attraversato la sua mente.
Ciò che lo aveva incuriosito di quel biglietto era, non solo la sua anonimità, anche l’utilizzo delle parole che vi era impresse.
Nessuna parola dolce o d’amore, nessun complimento alla sua bellezza: non aveva mai ricevuto un biglietto così.
Per quanto improbabile, poteva essere un ragazzo.
Ma in questo caso perché non firmarsi?
Alla fine aveva ceduto alla curiosità e aveva rimandato il suo appuntamento con una ben disposta ragazzina del quarto anno, per incontrare il mittente misterioso del biglietto.
Nonostante fosse in perfetto orario, arrivato a pochi metri del grande albero, notò che non c’era nessuno.
Odio i ritardatari.
Avanzò ancora, comprendendo così di dover correggere la sua prima impressione.
Ai piedi dell’arbusto, scorse un piccolo movimento di piedi che pian piano lo portò ad ammirare due lunghe gambe magre, coperte da una gonnellina a pieghe che arrivava, adesso che era seduta in terra, all’incirca a metà coscia.
Una ragazza.
Ghignando, girò intorno all’albero, in modo da averla di fronte e poterla finalmente vedere in viso. Prima di arrivarci però, si gustò il delizioso corpicino che quei vestiti sembravano a tutti i costi nascondere: nonostante il venticello fresco, la ragazza aveva usato il mantello per sedersi su di esso, stendendolo sull’erba. Poggiata con la schiena al tronco dell’albero, aveva un maglioncino pesante con lo scollo a V, che lasciava intravedere il solco dei seni dalla camicia sbottonata sopra il petto.
Alle spalle, che le accarezzavano il collo, ricadevano dei ribelli ricci castani.
Soddisfatto, stava per ritenere la sua scelta come la migliore che avesse mai preso negli ultimi mesi, prima di alzare però lo sguardo e rendersi conto di chi esattamente aveva di fronte.
In quel momento, il suo pensiero fu decisamente l’opposto.
-Ma che diamine…
-Ciao, Draco- suonò piano la ragazza.
Il serpeverde si bloccò all’istante, più per ciò che le aveva sentito dire, che per il fatto di essere stato interrotto. Cercando di non dar a vedere il suo stupore, la guardò senza alcuna espressione dall’alto della sua posizione, cercando di fare mente locale.
L’aveva chiamato per nome.
Hermione, notando come continuava a fissarla immobile senza dire nulla, decise di prendere nuovamente parola.
–Scusa se ti ho disturbato, suppongo avessi altri impegni per questa sera.
Draco inarcò un sopracciglio, sempre più sospettoso. Gli aveva chiesto scusa.
–Infatti- ammise duro.
-Lo immaginavo- confessò mesta la strega, abbassando gli occhi sul terriccio umido sotto di lei.
Draco iniziava a innervosirsi. Cos’erano tutti quei preamboli?
Notando come Hermione aveva smesso di guardarlo per concentrarsi sul Lago Nero, cercò di trattenere il fumo che sembrava fuoriuscire dalle sue orecchie.
-Granger, che ci facciamo qui?- chiese inquisitorio, cercando di apparire il più calmo possibile.
Hermione rialzò lo sguardo su di lui, incatenando gli occhi ai suoi.
-Ho bisogno di un piccolo favore.
Se non avesse detto ciò che non avrebbe mai pensato di sentire da lei, probabilmente si sarebbe perso nell’intensità del suo sguardo, in quegli occhi color cioccolato.
Nessuno l’aveva mai guardato così: senza paura, desiderio, astio.
Per un attimo, aveva creduto che potesse penetrarlo con la forza del suo sguardo.
Ma poi comprese ciò che aveva appena sentito.
-Che hai detto, Mezzosangue?
Nonostante avesse smesso di distribuire insulti gratuiti a tutti coloro gli capitavano a tiro, con la Granger non riusciva a fare lo stesso. Certe abitudini sembravano dure a morire, specialmente con lei.
-Hai sentito perfettamente.
Adesso Hermione si era alzata in piedi e si era coperta dal collo in giù con il suo mantello.
Draco poteva vedere i suoi pugni serrati, sicuramente non per il freddo. Ma non stava scherzando, era seria, decisa, determinata.
-Com’è che non vai dai tuoi amichetti? Adesso sono troppo impegnati per prestarti attenzione?- chiese scettico e improvvisamente nervoso.
Hermione sorrise, anzi ghignò.
Draco non le aveva mai visto quell’espressione, ma ciò che sentì dopo lo stupì ancora di più.
-Non è questo il punto. Questo favore lo voglio da te.
Era sconcertato.
Cosa mai poteva volere la Mezzosangue da lui? E, soprattutto, cosa mai poteva darle?
-Di cosa si tratta?
Hermione lo guardò per un lungo istante prima di rispondere.
–Io voglio che tu faccia l’amore con me.
Scoprire che lui era figlio di babbani o discendente dell’antica stirpe Grifondoro l’avrebbe sconvolto di meno.
-È uno scherzo, Granger? Perché non ho intenzione di perdere un secondo di più in questo caso.
I pugni stretti nella tasca dei suoi jeans erano l’unico turbamento che lasciava intravedere, perché, adesso, la sua voce era lama tagliente.
-Mai stata più seria in vita mia.
-Tu sai con chi stai parlando? Ti rendi conto a chi stai chiedendo una cosa del genere?
Hermione si avvicinò a lui più di quanto avesse voluto e ringhiò.
-So benissimo chi sei e neanche io sono venuta qua a perdere tempo. Ti ho solo chiesto un favore, non volevo che tu mi riempissi d’inutili domande. Sì o no, questa è la risposta, Malfoy. Ho saputo che da quest’anno ti sei dato senza preferenze quindi pensavo che una Mezzosangue in più ti avrebbe fatto piacere, ma se non sono ancora alla tua altezza… grazie lo stesso.
Una volta sputato tutto l’astio che sembrava aver trattenuto in sua presenza, fece per voltargli le spalle e andarsene.
Hermione, anche se aveva dato per scontato la sua reazione, non era venuta lì per umiliarsi o farsi prendere in giro. Ci aveva provato e il suo orgoglio gli impediva di andare oltre: se si aspettava una dichiarazione o che si mettesse in ginocchio per convincerlo o implorarlo si sbagliava di grosso.
Draco era fin troppo basito, ma evidentemente non abbastanza da lasciare andare la ragazza senza far nulla.
Infatti, ancora prima di volerlo davvero, mentre nella sua mente vorticavano senza un senso le sue parole, la afferrò per un braccio e la bloccò.
Hermione sentì il cuore fermarsi a quel tocco, ma avendo paura di voltarsi, non sapendo cosa aspettarsi, rimase immobile.
Fu l’istante dopo che Draco si rese conto del suo gesto e lo stupore, non più per ciò che aveva sentito da lei, ma per ciò che aveva appena fatto, lo portò a lasciare la presa su di lei, come se ne fosse stato scottato.
Era tutto troppo strano, surreale e sapeva che le sue spiegazioni erano solo parole di circostanza, troppo semplici e facili.
Ma quali erano allora le vere motivazioni? Doveva assolutamente scoprirlo.
-Aspetta- le ordinò quindi, prima che lei potesse approfittarsi di quel momento per sfuggirgli.
-Se non devi dirmi nient’altro gradirei andare.
Furono quelle parole di sufficienza, che sottintendevano un suo coinvolgimento a farlo scattare, tanto da tirarla a sé. Persino troppo forte considerato che la strega perse l'equilibrio sbattendo contro il suo petto. Alzò poi lo sguardo per chiedergli inconsciamente scusa per poi ritrovarsi invece il viso del mago a pochi centimetri dal suo.
-Ad una condizione.
Sembrava che stesse per pronunciare una sentenza di morte, la sua, più che accettare la sua proposta. Tanto che Hermione ci mise un po’ prima di capirlo.
-Lo immaginavo- mormorò, una volta ripresasi dal viaggio che aveva intrapreso la sua mente, dalla vicinanza che ancora sembrava persistere.
Draco ghignò. –Mezzosangue, tutto ha un prezzo.
-Cosa vuoi?- chiese quasi balbettando, cercando di trattenere il tremolio alle gambe che le sue fine labbra arcuate e i suoi denti bianchi gli avevano provocato. Quella vicinanza gli stava causando un tumulto interiore troppo grande da poter reprimere ancora.
-Non lo so ancora, ma te lo farò sapere.
Mordendosi il labbro inferiore, Hermione acconsentì con il capo, incapace di dire altro.
La strega non aveva mai preso in considerazione l’idea che Draco potesse accettare la sua richiesta, nonostante il suo cuore l’avesse ardentemente sperato.
Dunque, adesso, non sapeva che fare. Anche perché, stranamente, nonostante il mago non la stesse minimamente toccando, le mani di Hermione erano ancora poggiate al suo petto e lui, non aveva fatto nulla per scansarsi da quella vicinanza.
-Adesso andiamo- proruppe, infine, Draco prendendole una mano.
Hermione non sapeva se essere confusa per quello che aveva detto o colpita perché lui la stesse tenendo per mano.
-Dove?- chiese alla fine, mentre si lasciava trascinare verso il castello.
-Granger, non hai appena detto che vuoi fare l’amore con me?
La sua voce era sensuale, che quasi la stordì.
Eppure, in un ultimo spruzzo di lucidità capì le sue intenzioni, le sue gambe evidentemente prima di lei perché sembrarono improvvisamente incapaci di muoversi.
-A-adesso?
Era appena inorridita, lo sapeva.
Draco si allargò in un ghigno malizioso.
-Perché rimandare a domani ciò che puoi fare oggi stesso?
Stupenda filosofia di vita. Bellissima risposta.
Hermione era ancora sbalordita da come la situazione si stava evolvendo, che non aveva minimamente preso in considerazione l’idea di farlo subito.
Non pensava nemmeno che lo avrebbero fatto.
-Ma io…
-Hai già cambiato idea per caso?
Draco non sembrava per nulla stupito e questo indispettì Hermione.
Distolse gli occhi dal suo sguardo, troppo spaventata, e si concentrò sulle loro mani unite, strette l’uno con l’altro. Fu allora che realizzò, quando pensò a come sarebbe stato bello poter camminare così, mano nella mano con lui tutti i giorni.
Lei non aveva tutti i giorni, quelli sarebbero stati solo con Ron.
Con Draco aveva solo quel momento.
-No.
Draco la scrutò a lungo, ancora una volta. Poi alla fine, condizionato dal suo sguardo determinato, acconsentì.
-Seguimi.


Solo con te…Pretend it has never been so easy
Seguito del capitolo, a tinte rosse.


Ciao a tutti! Eccomi qui con il nuovo capitolo. A fine lettura, come avete visto, trovate il collegamento che vi porta al proseguimento della storia, ovvero alla notte "d'amore" tra i due protagonisti. Per non dover alzare il rating della storia, lasciando libero accesso a tutti i lettori, ho preferito postare questa parte, come un capitolo a sè, che chi è interessato potrà leggere. Avviso, però, che non è importante hai fini della storia.
Detto questo non c’è molto da dire: la parte iniziale del capitolo, per quanto insignificante da un punto di vista di fatti, ho ritenuto opportuno comunque inserirlo per poter spiegare meglio i sentimenti di Hermione. Spero di esserci riuscita perché credo sia la parte che mi è venuta più difficile da scrivere nella storia completa: successivamente spiegherò anche come e quando ha avuto inizio questo cambiamento in Hermione. Adesso vi saluto e ringrazio tanto chi sta seguendo questa storia, o l’ha semplicemente letta per caso, e chi l’ha aggiunta tra le seguite.
RINGRAZIAMENTI:
lilla97: No, pleaseee, non odiarmi. Hai visto che ho tolto il rating rosso? l'ho fatto soprattutto per te così potrai leggere anche tu questa storia e poi non voglio che mi abbandoni!!!comunque innanzitutto grazie sia perché mi segui ovunque puoi , colgo anche l'occasione per ringraziarti della recezione sull'altra mia storia "ti vorrei rivivere". Comunque venendo al capitolo spero ti sia piaciuto e che continuerai a seguirmi...ah e per gli spoiler per le altre storie tranquilla per me va bene. a presto un bacione.
Iyu89: Ciao carissima! no io non voglio che tu diventi pazza per me per carità perciò come vedi sto cercando di essere più puntuale che posso! ad ogni modo si lo so, anche a me ha fatto un pò di pena, ma che posso farci; questa è pur sempre una Draco/Hermione..a proposito di Draco hai visto che non ti ho fatto aspettare? eccolo qui..spero ti sia piaciuto questo capitolo..un bacione a presto.
marziaaa: grazieeeee tesoro, sei carinissima!bhè come vedi non hai dovuto aspettare molto per scoprire che a Ron andrà male in fondo in fondo e devo dire che qui per la prima volta non è il cattivo ma semplicemente una vittima innocente delle circostanze. comunque ancora grazie e spero che questo aggiornamento ti sia piaciuto baciiiii.
barbarak: ciaooooo eccoti qui!che bello trovarti in tutte le mie storie mi riempie di gioia e d'onore anche perché sei una delle mie lettrici più scrupolose. comunque grazie io sinceramente non ci faccio caso anzi più scrivo più ho paura di ripetermi...comunque contentissima che questa storia ti abbia incuriosito perso che questo capitolo sia stato di tuo gradimento...(come puoi vedere il fortunato è subito venuto fuori) un bacione e alla prossima ps:come tu la mia io sono e sarò instancabilmente una tua fedelissima fan!
aquizziana: ciao tesoro, come volevi farmi morire perché?? pleaseee qualunque cosa abbia fatto vedrò di rimediare per farmi perdonare (io che mi metto implorante in ginocchio) comunque si Hermione è un po’ terribilmente confusa anche se sicura dei suoi sentimenti, però sappiamo quanto in fondo sia altruista e diplomatica perciò diciamo che si è trovata un pò vittima della sua alta morale e così via..insomma un sacco di baggianate..ma vedrai presto...ad ogni modo spero il capitolo ti sia piaciuto, mi raccomando fammi sapere che ne pensi. un bacioneeee
HailieJade: gioia mia ciaoooo! sono contenta che tu l'abbia trovata interessante anche perché non ero molto sicura del prologo, comunque credo che il capitolo abbia risposto alla tua risposta da solo: Hermione non ama Ron ma ama Draco, anche se parlare di abbandonare Ron è un po’ prestino...vedrai...non posso dirti nulla purtroppo sorry!Ron qui è un idiota ma non è stronzo, forse lo è Hermione ma visto che è innamorata io le perdono tutto :) comunque spero ti sia piaciuto attendo con ansia di sapere che ne pensi. tanto bacini 

   
 
Leggi le 11 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: sweetPotterina