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Autore: SakiJune    24/09/2010    2 recensioni
In "Fly Little Wagtail" avevamo lasciato Clarissant risvegliata ad una nuova vita e ad un nuovo amore. Qui ritroveremo Bedivere, Lucan, Amren ed Eneuawc; conosceremo Elyan e quel bacchettone di suo padre Bors, Garanwyn e le sue canzoni. E con i loro occhi vedremo il mondo disfarsi, la gloria farsi vergogna, la realtà vacillare."Guardando i propri figli inginocchiati davanti al re, mentre pronunciavano il loro giuramento, Bors e Bedivere sorridevano. Ma non confondete, ecco, questi due sorrisi, badate. L'uno significava dominio, orgoglio, sollievo; l'altro tenerezza, partecipazione, amore."
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Bedivere
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Itonje reloaded'
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Con questo chap ho seriamente esaurito il materiale già abbozzato. Questa è la cattiva notizia.
Quella buona è che ho un'idea nuova. No, non ho rinunciato a segare un personaggio principale XD
Prima di iniziare, vorrei ricordarvi che nulla è come sembra. Insomma, non prendete troppo sul serio quello che accade. Cioè... avete capito.
Ila: anche se non hai detto niente, SO che ti mancava il piccolo uke  cantore ;) Il tuo silenzio è eloquente.





Sir Mordred aveva scelto il momento sbagliato per annunciare la morte di suo padre.
Kay aveva fonti ben più affidabili, per quanto a senso unico, e sapeva bene che non vi era nulla di vero. Se tale notizia fosse arrivata qualche settimana dopo, avrebbe potuto crederci, e forse non gli sarebbe salito nessun sospetto sulle intenzioni del principe. Così come stavano le cose, capì tutto.
Ma a sua volta scelse gli interlocutori sbagliati per discutere la questione.
Quando comprese il suo errore, fu colto dal panico. Non c'era più un'anima di cui si potesse fidare; era in pericolo, ma non era a se stesso che pensava... non poteva stare a guardare mentre quel traditore si impadroniva della Britannia intera, mentre re Arthur era vivo e lontano! Ma chi, chi poteva aiutarlo?
Avrebbero cercato di liquidarlo, porca miseria, e doveva, doveva avvisare Arthur in qualche modo! Per fortuna l'assedio alla Torre di Londra aveva distratto Sir Mordred dal fare la conta ai suoi sostenitori a corte; ma c'erano i suoi figli a presidiare Camelot ed erano gli esseri più sgradevoli ad essere mai stati ordinati cavalieri.
Gli venne in mente Rowan, un nano che Sir Melou aveva più volte picchiato senza motivo, e lo istruì perché facesse giungere le gravi notizie al di là del mare. Quando questi fu partito, si sentì un poco sollevato... ma non era finita: occorrevano soldati, molti soldati... già, da dove? Sembravano avere tutti una gran fretta di onorare il nuovo sovrano, venivano da ogni parte a confermare il proprio appoggio...
O forse...

No, cosa andava a pensare?

Eppure, perché no?

- Padre, mi avete fatto chiamare? - Garanwyn era davanti a lui, magro e sciancato come sempre, con la sua zazzera riccia e le manine delicate. Ma era là, ed era una persona sincera, ed era suo figlio. Valeva la pena tentare.
- Ascoltami: so che re Brandegoris pende dalle tue labbra e farebbe qualsiasi cosa per riaverti ad Estangore. Ebbene, ci andrai. Gli chiederai rinforzi per le truppe di re Arthur... finora si è mostrato imparziale, ma credo sia ora che decida da che parte stare.
Garanwyn lo guardò come se fosse impazzito, ma quando il padre gli assicurò che in realtà Arthur Pendragon era vivo e vegeto, mise da parte l'incredulità e si preoccupò di un altro aspetto della questione:
- Ma perché mai il mio signore dovrebbe inviare i suoi soldati contro Sir Lancelot? Per quanto non sia nemico di re Arthur, non farebbe mai un tale sgarbo ai parenti di Sir Elyan!
Gli aveva risposto con gentilezza, ma non era una nota di spavalderia quella che aveva sentito? E chiamava ancora Brandegoris "il mio signore", ah!
- O figlio ingenuo, una donna è morta urlando per metterti al mondo, ma io ti ucciderò in silenzio. Se fossi in grado di ragionare come sai cantare, ebbene- Ma perché spreco fiato? La guerra contro i francesi è finita, o lo sarà presto. C'è di peggio.
- Abbassò la voce: - Tutto quanto è successo, dall'incoronazione alla proposta di matrimonio, è una gran montatura. Il re si trova ancora in Francia, e il trono è stato usurpato ingiustamente... - Si accorse che il figlio lo stava ascoltando a bocca aperta, e perse la pazienza: - Ti spiegherò più tardi, ora vai a prepararti. Volevi diventare qualcuno, giusto? Forse hai in mano il destino della Britannia, ragazzo, perciò smettila di fissarmi come se stessi parlando in sassone e fila!
Garanwyn esitò. Possibile che suo padre credesse in lui? Che lo considerasse degno di una missione importante?
- Mi dispiace di non essere come gli altri. Di non essere come... come ci si aspetta. Ma non vi deluderò, padre.
Era uno sguardo di apprezzamento quello che brillava negli occhi di Sir Kay? O forse lo stava soltanto gonfiando come la rana della favola? - Oh, lo so bene. Vali più di tutta quella marmaglia messa insieme... vivi e morti, buoni e cattivi... francesi, gallesi, saraceni. Sono tutti uguali. Solo Sir Gareth era diverso, era una perla nel letame, eppure non riuscivo a capirlo. Ho una certa predisposizione a non riconoscere il valore di chi mi sta intorno. Ma sto imparando. Ci vuole pazienza con me.
Dio, sembrava parlare sul serio.
Garanwyn ondeggiò fino alle cucine con uno strano sorriso sulle labbra, riempì un fagotto di cibo e rubò un coltello ad ogni buon conto. In quanto allo scegliere un cavallo e sellarlo, dovette aspettare per non attirare l'attenzione di certi scudieri impiccioni.
Era quasi buio quando rientrò, ma non gli riuscì di trovare Sir Kay da nessuna parte. Fino al giorno prima avrebbe concluso che si fosse ubriacato e fosse finito a letto con qualcuna delle donnacce che da qualche tempo si aggiravano per il castello, ma non era possibile dopo quanto si erano detti. Suo padre era un uomo rude, sprezzante e con numerose debolezze, ma estremamente ligio al dovere in caso di necessità. E c'erano ancora un mucchio di cose da chiarire sulla missione da svolgere. Sentì l'ansia afferrargli lo stomaco; per la prima volta si sentiva non soltanto fra estranei, ma circondato da nemici... da ogni angolo sembravano accendersi occhi, lingue schioccare di soddisfazione. Una mano gli afferrò la veste all'altezza della spalla:
- Venite, presto, vi scongiuro! - Garanwyn sussultò a quel tocco e a quel bisbiglio. Era padre Ambrose, il vecchio chierico che officiava la messa nella cappella reale. Sembrava seriamente spaventato ma, per quanto lo riguardava, poteva essere una trappola.
Si risolse a seguirlo, tastandosi per cercare il coltello e maledicendosi quando si rese conto di averlo lasciato con le altre cose sul cavallo legato là fuori. Si sarebbe preso a pugni da solo, ma ormai...
Il cuore gli tremò quando, scesi i rozzi gradini di un seminterrato, vide proprio ciò che temeva. Suo padre giaceva a terra, in una pozza di vomito, rosso in volto e grondante di sudore.
- Io non credevo si potesse giungere a tanta crudeltà - farfugliava il religioso, affranto. - L'esilio del vescovo Baldwin avrebbe dovuto farmi capire...
Non era solo crudeltà, era l'atrocità più folle! Era già abbastanza vile pugnalare a tradimento un uomo, ma avvelenarlo? Un serpente, sì, solo una bestia immonda ne sarebbe stato capace!
- Dio, no, come avete potuto permetterlo? - singhiozzò Garanwyn inginocchiandoglisi accanto. A modo suo, l'aveva sopravvalutato.
Sir Kay gli artigliò il braccio: - Non lasciare che sia tutto inutile... vai, scappa, fai quello che ti ho detto!
Gli sembrava inconcepibile lasciarlo lì a morire, eppure una parte di lui capiva che doveva obbedire.
- Sapete certo come aiutarlo, non è vero? Dev'esserci un modo, non deve...
Padre Ambrose aprì la bocca per parlare, ma si fece bianco in volto quando scorse un'ombra in cima alle scale. Garanwyn si voltò in tempo per veder scendere Sir Melehan, ghignante e soddisfatto, in improbabili abiti da cerimonia.
- Che terribile disgrazia. Il re mio padre - sottolineò Melehan gongolando visibilmente - ha sempre affermato che bere troppo fa male alla salute. Che peccato doverci privare dei preziosi servigi di un tale valoroso!
Quel sarcasmo trasformò la paura di Garanwyn in una collera incontenibile.
- Assassino! Schifoso assassino!
- Anche voi delirate, dunque. Andiamo, tornate alle vostre canzonette e attendete il ritorno del vostro sgraziato protettore. Lo aspetto anch'io, sapete, desidero una rivincita più di ogni altra cosa. E comunque, non vorrete sprecar lacrime per un uomo che si è sbarazzato di voi quand'eravate bambino, che non vi ha mai amato neppure un briciolo?
- Bugiardo - rantolò Kay. - Garanwyn, non ascoltarlo...
Il ragazzo si slanciò contro il figlio di Mordred a testa bassa, tempestandogli il ventre di pugni. Senza scomporsi, Melehan gli afferrò il collo e strinse. Rideva, guardandolo dibattersi, ma presto un dolore acuto gli fece mollare la presa.
- Corri, Garanwyn! - Kay, seppure con la vista già offuscata dal veleno, era riuscito ad afferrargli una caviglia e a mordere con tutte le sue forze. Melehan era finito a terra, ma si era rialzato subito e lo colpì con un calcio tale da fargli sfuggire un gemito roco e rimanere immobile.
Garanwyn comprese che doveva andare, che era l'ultima occasione di salvezza per sé e e forse per il futuro del regno. Indietreggiò tossendo e incespicò nei gradini, ma riuscì a rialzarsi prima che Melehan si avventasse su di lui...
- Mio caro principe, perché tutto questo? - si intromise il chierico con aria candida. - Perché accanirvi con un povero storpio indifeso? Lasciate ch'io impartisca gli ultimi sacramenti al signor siniscalco, e occupatevi dei vostri più nobili uffici.
Ora, vi è un particolare che riguarda Sir Melehan di cui non siete a conoscenza. Anche un essere tanto spietato e abietto aveva una debolezza, acquisita per aver vissuto con la madre nei suoi primi anni di vita: era superstizioso oltre ogni immaginazione. Non pregava, non si confessava spontaneamente, ma non avrebbe mai osato rifiutare apertamente di presenziare alla Messa quando richiesto. Se si fosse trovato a Londinium al posto di suo padre Mordred, quando il vescovo Baldwin cercava di dissuaderlo dal molestare la regina, non l'avrebbe mai minacciato a quel modo. Commetteva le azioni più orribili con perversa gioia, ma aveva un timore reverenziale degli uomini di Chiesa e dei simboli sacri.
Perciò in quel frangente, convintosi che Sir Kay fosse ormai spacciato, si allontanò per badare in effetti ai suoi affari, poiché alcune delegazioni di regni alleati erano giunte in visita.
In quel trambusto, fra cavalli e carri e un gran numero di persone, Garanwyn uscì indenne dalla città. Galoppava come se avesse i diavoli alle calcagna, ma non c'era nulla e nessuno dietro di lui.

Falciati insieme, il cardo e la rosa,
non han profumo né sapore.
Bruciano insieme, colmando l'aria
di torbide nuvole scure.

- Che Iddio protegga il cammino di vostro figlio, signore.
 Sir Kay mosse appena le palpebre e mormorò, cancellando una vita di bestemmie: - Amen.




Il viaggio fu lungo e faticoso. Da principio lo shock gli permise di non sentire la fame e la stanchezza, ma quando le provviste si esaurirono ed ebbe finito di piangere il destino di suo padre, si accorse di essere sfinito. Non osava scendere da cavallo, perché temeva che questo fuggisse; così costrinse la povera bestia a procedere, sebbene lentamente, tutta la notte. Dopo un tempo interminabile giunse a destinazione. Riconosciuto, al castello fu sfamato e fatto riposare, ma si sentì ancora peggio - come in trappola. Quella che un tempo chiamava casa si era trasformata in una gabbia, dove avrebbe dovuto cantare per l'altrui diletto. Peggio ancora, nessuno sapeva che si trovava lì... Amren non lo sapeva e avrebbe potuto non rivederlo mai più.
Strinse i denti e ricordò a quale prezzo suo padre si era inimicato gli usurpatori del trono. Doveva fare il suo dovere, prima di piangersi addosso.

- Sono Garanwyn Hir - declamò quando fu al cospetto del re di Estangore - e sono un danzatore d'Oriente, una mente brillante, faccio vibrare le corde più intime della bella gioventù di Britannia! Vi racconterò, mio sire, come il più amato cavaliere della corte di Arthur Pendragon sia riuscito a spaccare in due il Consiglio! Ma forse questa storia vi è già nota, tutto il mondo ormai ne parla, persino il Papa si è scomodato per risolvere la bega... o forse vi devo parlare delle tenere damigelle conosciute laggiù, dalla carnagione di pesca e l'alito di viole? Ma sono sciocchezze, mio amato signore, voi lo sapete. Perché io stesso sembravo una donnina, a confronto dei ragazzi di Camelot. Non pensate anche voi ch'io abbia dei languidi occhi?
Era passato da un'espressione grave ad una compita, e poi aveva accennato ad un goffo balletto, concludendo con uno sfarfallio di ciglia. Era perfetto in quel ruolo che era stato così recalcitrante a ricoprire, e Brandegoris batté le mani deliziato, ridendo e tossendo.
- Mio caro, caro ragazzo! Perché non sei rimasto con me già allora, invece di lasciarmi solo a coprirmi di polvere in questa topaia di castello? Elyan ha seguito la sua strada e lo comprendo, ma tu, scricciolo! Cosa mai potevi fare nel mondo!

Potevo amare, pensava Garanwyn, amare qualcuno che mi guarda come nessun altro, che mi accarezza e mi bacia e mi fa sentire bene, tanto, tanto.

Brandegoris incalzò, entusiasta: - Ma raccontate! Mio nipote ha trovato moglie, ha compiuto grandi imprese? - Faceva compassione quell'uomo, così sorridente, ma invecchiato e fragile... e non poteva dirgli la verità, nemmeno usando le parole più buffe:

Ma certo, vi dirò, il ragazzino biondo che facevate saltare sulle ginocchia è diventato una spia. La sua prima missione è stata provvidenziale per salvare la vita della regina Ginevra... e permettere all'idolatrato Lancelot di scoperchiare una dozzina di crani.  Se non è già sposato, lo sarà presto... credo che nella bella Francia ci sia parecchio da scegliere in quanto a fauna. Solo che non gli permetteranno mai di scegliere, naturalmente.


No, non poteva raccontargli nulla di tutto ciò, né ironizzare su altri che su se stesso. Sarebbe potuto essere un periodo felice; aveva ritrovato l'affetto di chi non l'aveva dimenticato: i maestri d'arpa da cui aveva appreso l'arte, e le prodighe cuoche, e gli stallieri loquaci. Il patto fra lui e il re era stato chiaro e semplice - sarebbe rimasto al suo fianco allietando le sue giornate, e in cambio egli avrebbe inviato il suo intero esercito in aiuto di Arthur per fronteggiare qualsiasi evenienza. Era stato possibile perché Brandegoris non poteva immaginare quanti stessero appoggiando Mordred, né della sua alleanza con i Sassoni. Se l'avesse saputo, non avrebbe azzardato tanto - la sua garbata e tenera follia di vecchio non era giunta a quel punto.

Grande è la tua bellezza, ma non puoi volare.
In tutto e per tutto sei simile a me.
T'amano le farfalle intorno, e t'amo io,
ma spine e non ali abbiamo avuto in dono.
Crediamo di fuggire, ma è illusione,
ché nello stesso prato sarà il risveglio.

Poteva essere un periodo felice e sarebbe bastato davvero poco, una sciocchezza: cancellare dalla mente quei brevi anni a Camelot, fingere di non essere mai partito al fianco di Elyan e di non aver mai provato sentimenti per quella persona indimenticabile che era Sir Amren di Lindsey. Di non aver mai fatto l'amore con lui tra l'erba alta in riva al fiume, né di avergli aperto il cuore inventando le parole quando non ne esistevano di così grandi da esprimere il suo amore. Di aver descritto quella storia così intensa e difficile in mille canzoni che parlavano di fiori e spine e lacrime. Doveva lasciarsi tutto alle spalle e sentirsi grato di essere ancora vivo. Non doveva essere impossibile... un sorso di vino prima di andare a dormire avrebbe scacciato i brutti sogni
(Scappa, corri, vai via)
e non avrebbe avuto proprio il tempo di pensare, perché a tutte le ore Brandegoris lo voleva accanto a sé.

- E ci sono tutte quelle dame, piene di rughe a furia di sorridere quando non ne hanno voglia, che a quarant'anni ripetono di sentirsi come sposine fresche, e immagino sia perché non hanno mai consumato il matrimonio... sapete com'è, correndo tutto il giorno dietro alle bestiacce latranti e alle visioni sacre, i cavalieri si sono dimenticati come usare un certo profano arnese... e loro, poverette, a incensare la regina, ché farebbero di tutto per lei, anche rinchiudersi in una torre in sua compagnia.
- Questa l'ho sentita anch'io. Sir Mordred avrebbe voluto sposare la regina, ma...
- Lo VEDETE! Non racconto fandonie, signore!

Il suo cuore batteva veloce come quello di un uccellino, e lui parlava, parlava e gesticolava, copriva con la voce i ricordi per non sentire quel dolore insopportabile. Sì, sarebbe riuscito a dimenticare... in un centinaio di anni, forse. Gli incubi tornarono. E come la rosa si risveglia ogni giorno nello stesso prato, quando ha creduto di trovarsi in cielo, lui si ritrovava in un luogo tanto estraneo al cuore quanto familiare agli occhi, perché da nessuna parte si sarebbe più sentito a casa sua, se Amren non poteva raggiungerlo.
Io ti amo.
Ti amo.
Amo...

   
 
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