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Autore: L_Fy    02/11/2005    6 recensioni
E’ credenza comune che la migliore scuola del mondo magico sia la scuola di magia e stregoneria di Hogwarts. In realtà, una certa megalomania prettamente inglese ha influenzato il pensiero popolare. Per gli addetti ai lavori, per coloro, cioè, che possono valutare con cognizione di causa la preparazione degli studenti che terminano gli studi, è indubbio che la migliore scuola del mondo magico sia la scuola di magia e stregoneria di Durmstrang.
Genere: Commedia, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 2 : La Maestra di Cerimonie

L’aria funerea e severa che aleggiava sul viso di Costanza era perfettamente coordinata al suo ruolo di Maestra di Cerimonie. Quando salì sulla barca con altera grazia si trovò addosso dodici paia di occhi giovani e impauriti che la guardavano con soggezione e meraviglia. L’unica ragazzina presente si azzardò a lanciarle un sorrisetto adorante e per un attimo Costanza ebbe quasi pietà di lei.

"Magari questa vorrebbe essere come me" pensò allarmata "Che Merlino l’aiuti!"

Non rispose al sorriso, anche se avrebbe voluto: il Maestro di Cerimonie aveva un rigido codice da rispettare e Costanza lo seguì, anche se, dopo sette anni, trovava quella messinscena piuttosto ridicola. Con un sospiro rassegnato, andò ad occupare il posto in piedi sulla punta più alta dell’imbarcazione e si girò verso i giovani occupanti col mento alzato a sfidare il vento sferzante.

"Studenti del primo anno alla scuola di magia e stregoneria di Durmstrang" disse con voce chiara e tonante "Io sono Costanza Malatesta, studentessa del settimo anno della Torre dei Lupi e per questa giornata sarò la vostra Maestra di Cerimonie. Questo vuol dire che guiderò la vostra barca fino in mezzo al lago dove evocherò le nebbie con una formula magica che solo gli studenti di Durmstrang possono imparare ed usare. Se la mia magia sarà abbastanza potente, le nebbie si apriranno e voi finalmente vedrete l’isola su cui risiede la scuola in cui passerete l’anno. A riva ci aspetterà l’intero corpo insegnanti che vi spiegherà quante e quali materie dovrete affrontare in questo primo anno di studi. Poi, prima di varcare le porte della scuola, dovrete superare la prova dello Specchio Smistatore che deciderà a quale Torre assegnarvi. La prova consiste nel rispondere alle domande che lo Specchio vi farà e, successivamente, dovrete passare attraverso di esso: ne uscirete con la divisa e lo stemma della Torre a cui lo Specchio vi avrà smistato. Quando tutti avrete finito, i Maestri di Cerimonie delle rispettive Torri vi accompagneranno ai vostri dormitori dove troverete ad aspettarvi i vostri effetti personali, i libri di testo e i vostri Famigli. E’ tutto chiaro?"

Non una testa si mosse, non un paio di occhi si abbassò: i ragazzini sembravano ipnotizzati…o, forse, erano solo letteralmente terrorizzati.

"Avete qualche domanda da farmi prima che partiamo?" domandò Costanza, già stufa della pomposità del suo ruolo.

La timida manina di un ragazzetto dai cortissimi capelli color carota si alzò sopra le teste immobili dei compagni.

"Io vo-volevo chiedere…" balbettò il ragazzino, arrossendo tanto quanto i suoi capelli "E’ ve-vero che passare attraverso lo Specchio Smistatore è pe-pericoloso?"

Costanza trattenne a stento un sorriso indulgente: ricordava le leggende metropolitane che aleggiavano intorno a Durmstrang ed ai suoi strani riti, la maggior parte delle quali era completamente falsa. D’altra parte, quei ragazzini avevano tutto il tempo che volevano per perdere le loro illusioni e Costanza si trovò ad annuire con aria seria.

"Si dice che non tutti gli studenti passino attraverso lo Specchio: pare che alcuni di loro siano entrati nello Specchio e che non ne siano mai più usciti"

Le labbra di Costanza tremarono in un sorriso mentre gli occhi dei ragazzini si dilatavano e le bocche si socchiudevano in una specie di "ohhhh…" di terrore.

"Posso però assicurarvi che nei miei sei anni precedenti a Durmstrang, non ho mai visto nessun studente sparire dentro lo Specchio. Magari qualcuno ci ha sbattuto il naso o la fronte…"

Qualche flebile risatina serpeggiò dubbiosa fra i ragazzini.

"Lo Specchio è molto permaloso e pignolo: non passateci attraverso finchè non ve lo dirà lui" terminò Costanza con voce più morbida "Possiamo andare, adesso? Vedo che le altre barche sono pronte"

Al segnale convenuto, i Maestri di Cerimonia alzarono tutti insieme le loro bacchette e, con un mormorio indistinto, pronunciarono la formula magica. Le barche iniziarono a solcare silenziosamente le acque scure e infide del lago allontanandosi in mezzo alla nebbia. I ragazzini si girarono tutti verso la riva che si allontanava, come se temessero di non rivederla mai più. Alcuni di loro tirarono persino su col naso, nascondendo subito la loro paura agli occhi degli altri. Ben presto la nebbia li avvolse completamente: calò un silenzio innaturale, interrotto a malapena dallo sciabordio dell’acqua contro lo scafo della barca e i passeggeri sembrarono stringersi in ranghi compatti come per difendersi da chissà quale forza maligna esterna.

"Signorina…è ve-vero che nel lago c’è un mo-mostro?" chiese all’improvviso pel di carota con una voce flebile flebile che gli uscì a malapena dalle labbra.

"Certamente" rispose Costanza, disinvolta "E’ una specie di grosso gamberone che vive sul fondo del lago. Ma, in confidenza, è un gran timidone: quando c’è troppa folla non si fa mai vedere"

"Oh" mormorò pel di carota, rinfrancato "Non deve essere tanto grosso, allora"

"E’ lungo più o meno dieci metri" spiegò Costanza facendo diventare la faccia di pel di carota di un preoccupante color ricotta.

Un ragazzino dalla faccia piccola e appuntita come un topo iniziò ad ansimare e a guardarsi intorno come un animale braccato. Costanza gli puntò contro la bacchetta, scuotendo il capo.

"Prova a muovere un muscolo e ti pietrifico all’istante" lo minacciò seria ed il ragazzino si immobilizzò come se Costanza lo avesse sul serio pietrificato "Nessuno di voi agiterà anche solo un capello. State calmi e andrà tutto bene. Agitatevi e quanto è vero Merlino vi trasformo tutti in statue di sale"

I ragazzini obbedirono e nemmeno si permisero di fiatare mentre la barca si fermava dolcemente e beccheggiava appena immersa nel silenzio più completo. La pioggia fine e incessante aveva completamente inzuppato tutti gli abiti ed iniziava a scorrere sui visi dei ragazzini come lente lacrime. Costanza lanciò un ultimo sguardo circolare di ammonimento, poi si girò verso la nebbia grigiastra davanti alla barca: chiuse gli occhi, inspirando profondamente l’aria fradicia e odorosa di melma mentre la pioggia le batteva sulle palpebre chiuse e le gonfiava i capelli. Al ritmo lento del respiro, Costanza svuotò completamente la mente da pensieri ed emozioni, adeguando il battito del cuore al rollio della barca. Quando si sentì pronta, alzò lentamente le braccia al cielo con la bacchetta magica ben stretta nel pugno.

"Evoca Nebulis" mormorò con voce bassa e gutturale ed impresse un movimento secco alla bacchetta. Immediatamente, le nebbie si infittirono: dense volute di vapore freddo e grigiastro avvolsero la barca con un fruscio indistinto di voci lontane. I ragazzini non emisero un fiato: immobili, senza nemmeno respirare, fissavano Costanza come se guardassero Merlino in persona. Sempre con le braccia alzate e tese e gli occhi chiusi, Costanza attese di sentire il giusto odore e la giusta densità di umidità sul viso, poi abbassò di colpo le braccia, esclamando con voce potente:

"Nimbus Leviosa!"

Per alcuni secondi non successe nulla: una familiare sensazione di costrizione allo stomaco accompagnò quei pochi istanti di dubbio ("…questa volta ho sbagliato, un fulmine mi strapperà via la testa…") prima che le nebbie si aprissero di colpo, come affettate da un gigantesco coltello. Ed ecco, a poche decine di metri dalla barca, la figura tozza ed imponente della scuola di Durmstrang. Un "Aaaahhh" meravigliato si sollevò involontariamente dalla barca mentre Costanza, col solito sospiro di sollievo, osservava la ormai familiare struttura severa dell’edificio arroccato sulla piccola isola e circondato da una fitta foresta verde. Durmstrang era una antica rocca rettangolare di pietra grigia con quattro enormi torri agli angoli. Su tre di loro sventolavano le bandiere simbolo delle Torri di Durmstrang: quella azzurra e argento di Torre dei Lupi, quella arancio e nero di Torre dei Draghi e quella bianca e marrone di Torre delle Aquile. Sulla quarta sventolava il vessillo di Durmstrag ed era la torre in cui risiedevano gli alloggi dei professori. Abbassando lo sguardo, Costanza vide una fila dritta di persone in attesa sul molo dell’isola: l’intero Gotha degli insegnati aspettava l’arrivo dei nuovi studenti, incurante del vento gelido che agitava i loro mantelli e della pioggia incessante. Li riconobbe tutti da lontano: quella col cappello così a punta che sembrava bucare il cielo era la professoressa Bilenska, insegnante di Pozioni e unica femmina dell’intero corpo insegnanti. Poi, c’era la figura tonda e morbida del professor de Angelis, insegnate di Trasfigurazione, quella alta e segaligna di Frankenberg, insegnante di Difesa contro le Arti Oscure, e via via fino all’ultima, quella che sembrava più minacciosa di tutte persino da così distante: il preside Karkaroff. Costanza distolse immediatamente lo sguardo da lui, come se solo la sua vista bastasse a disgustarla.

"Un altro anno" pensò Costanza quasi con angoscia mentre la barca arrivava a riva e i ragazzini scendevano frettolosi, felici di calpestare per la prima volta il suolo di Durmstrang "Un altro anno. L’ultimo"

Di sfuggita, vide il preside Karkaroff girarsi a guardarla, la faccia gialla e acida come un limone e lo sguardo malevolo di chi cova qualcosa di viscido e malsano. Costanza gli girò le spalle, rabbuiata.

"Ce la devo fare" pensò con un lampo indomito negli occhi "E, per Merlino… ce la farò!"

* * *

Ore dopo, quando ormai la grigia luminosità del giorno aveva lasciato il posto ad una cupa notte uggiosa, Costanza si trascinò all’interno del dormitorio femminile della Torre dei Lupi, accolta da un coro festoso di allegre voci femminili.

"Era ora che arrivassi!" la accolse Nadja, comodamente appollaiata sul suo letto "Cominciavo a pensare davvero che il mostro del lago ti avesse fatto fuori"

"Magari" piagnucolò Costanza buttandosi a peso morto sul suo letto senza nemmeno togliersi il mantello fradicio "Sono talmente stanca che essere tranciata a metà da due chele giganti mi sembra molto più allettante che rivedere per un solo minuto la faccia di Caccaroff"

"Andiamo" tubò Sigrid Hausermayer, studentessa del sesto anno, andandosi a sedere sul bordo del letto di Costanza stando ben attenta a non infradiciarsi la camicia da notte col suo mantello grondante "Il nostro amatissimo puzzide…non dovresti parlar male di lui davanti alle fanciulle del nuovo anno: potresti traumatizzarle"

Il dormitorio femminile accoglieva infatti le ragazze di tutte le classi appartenenti alla Torre dei Lupi; naturalmente, ogni anno i letti vuoti erano sempre più numerosi.

"Levati quell’affare fradicio" ordinò Nadja alla compagna stesa sul letto "Ti beccherai un accidenti e quest’anno ho ancora bisogno di te nel pieno delle tue scarse capacità mentali per poter copiare al meglio i tuoi compiti"

"Non posso" miagolò Costanza col viso tuffato nel cuscino "Ho le gambe e le braccia trasformate in cera d’api velenose"

"Tutto a me tocca fare" sbuffò Nadja agitando la bacchetta "Vingardium Leviosa!"

Il pesante mantello di Costanza si staccò con grazia dal suo corpo e finì appeso nell’angusto armadio di fianco al letto.

"Ti sono davvero grata" mormorò Costanza "Non è che potresti anche riattaccarmi la testa al resto del corpo?"

"Non ancora" rispose Nadja sedendosi sul letto di fianco a Sigrid "Prima voglio vedere che vestiti ti sei portata dietro da casa"

Prima ancora che Costanza gemesse una qualsiasi protesta, il pesante baule col sigillo dei Malatesta di ferro battuto si aprì e il suo contenuto iniziò a vorticare verso l’altro inventariato dalla voce musicale di Nadja.

"Libri, pergamene, inchiostro, calzettoni di lana, di nuovo libri, due maglioni che nemmeno mia nonna se li metterebbe mai, mutandoni di latta, canottiera della salute, ancora libri…signorina Costanza Malatesta, si vergogni! Questo baule sembra appartenere a una vecchia strega centenaria! Nemmeno un capo di lingerie, nemmeno una Pozione Profumosa Tramortimaschio… Che delusione! Non hai proprio imparato niente in questi sette anni?"

"Ho imparato a fingere di ascoltarti" rispose amabilmente Costanza girando il viso sorridente verso di lei.

Nadja non sembrava per niente contenta.

"Costanza, questa è una cosa seria: è il nostro ultimo anno, siamo maggiorenni ed è arrivato per noi il momento di divertirci. Hai presente, ridere, scherzare, flirtare, ballare…lanciare fatture Orcovolanti alle matricole e cose così?"

"Sulle fatture Orcovolanti ci sono" borbottò Costanza rabbuiata "Non conosco nessuna delle altre parole che hai detto. Soprattutto "flirtare"…cos’è, un nuovo metodo di depilazione poco invasivo?"

"Non accetto spiritosaggini sull’argomento" ruggì Nadja frustandole il sedere con la bacchetta "Quest’anno ho deciso che ti troverò un ragazzo"

"Come no" mugugnò Costanza di nuovo seria "E Karkaroff mi preparerà una corona di fiori. Ma per favore!"

"Guarda che parlo sul serio" si inalberò Nadja drizzando la schiena "Non è salutare arrivare a 18 anni così carine e così…prive di esperienza! Durmstrang avrà un sacco di difetti, ma per lo meno pullula di maschi"

"Per me è la tua testa a pullulare di corbellerie" ribatté Costanza, seccata.

"Maschi giovani e con tutti gli ormoni al proprio posto…" sospirò Sigrid, sbattendo leziosamente le ciglia "Nadja, io sono dalla tua parte!"

"Io invece declino la tua gentile offerta" disse Costanza sollevandosi finalmente a sedere sul letto e iniziando a sbottonarsi la pesante camicia grigia della divisa "Ho ben altro a cui pensare, quest’anno, senza contare anche un branco di babbuini in calore"

"Tu non declini proprio niente" ordinò Nadja con una vocetta oltraggiata "E’ giunta l’ora per te di prendere in considerazione l’universo maschile che hai snobbato fino ad ora"

"Scordatelo" rispose Costanza, gentile ma decisa.

"Andiamo!" la supplicò Nadja sedendosi accanto a lei e spalancando gli occhioni azzurri "Non puoi lasciarmi sola ad affrontare tutto questo! Ci sarà pure uno studente di Durmstrang che faccia al caso tuo"

"Disposto a sopportarla, vuoi dire?" rettificò Sigrid con uno sguardo dubbioso.

"Sigi, non ti ci mettere anche tu…Nadja, lascia perdere"

"Vediamo…un tipo che potrebbe piacerti… Alois Dinu dell’ultimo anno di Torre delle Aquile?"

"Piuttosto che uscire con lui mi faccio spuntare un terzo braccio in mezzo alla fronte" si schifò Costanza "Ha un alito che stenderebbe un drago imbottito di puzzalinfa"

"Uhm… allora… Dimitri Korsakov, che ne dici?"

"Piuttosto che uscire con lui, bacio sulla bocca Alois Dinu" rabbrividì Costanza "Senti, non hai argomenti meno raccapriccianti per la nostra prima sera?"

"Dimitri è carino" si difese Nadja imbronciandosi "Se solo smontassi dal trono per un attimo ti accorgeresti che odiare tutto e tutti è un enorme spreco di tempo. Tempo che potresti utilizzare in maniera molto più produttiva…"

"…magari tra le braccia di un bel ragazzo…" sospirò Paulina Madiscu del quinto anno, avvicinandosi.

"… magari a cavallo della scopa di un bel giocatore di Quidditch…" trillò Sigrid portando le mani intrecciate sul cuore.

"…o magari tra le lenzuola con uno ottimo studente di anatomia…" ridacchiò perversamente Nadja.

"Ragazze, un po’ di contegno!" rise Costanza togliendosi la camicia e iniziando a srotolare la spessa treccia di capelli sulla nuca.

"La smettiamo se prometti una cosa" trillò Nadja con aria complice.

"Purché non sia dovermi innamorare di Caccaroff…" schivò prudentemente Costanza, sospettosa.

"Prometti che proverai ad essere meno acida del solito con i ragazzi"

"Io sono buona e cara come una fata madrina" si stizzì Costanza "E’ il resto del mondo che ce l’ha con me"

"Prometti!"

"E va bene" cedette Costanza, sfinita.

"Prometti che ricambierai i saluti e sorriderai almeno una volta al giorno"

"Si può fare una volta alla settimana?"

"Prometti!"

"E va bene!" sbottò Costanza, rannuvolandosi.

"Prometti che eviterai di trasformare un ragazzo in sterco di Troll se questi tenterà di abbracciarti"

"Questo lo posso fare" approvò Costanza noncurante "In fondo c’è sempre la maledizione Cruciatus…"

"E prometti che tenterai di andare d’accordo con Sasha Valenskij"

Costanza smise di colpo di scherzare e fissò Nadja con durezza.

"Piuttosto mi fidanzo con Karkaroff" sbottò irritata, ma le compagne non la sentirono nemmeno, già partite per la tangente.

"Ah, Valenskij!" sospirò Paulina con lo sguardo sognante "Quando sorride sembra che ti faccia una fattura Gambemolli!"

"E’ l’unico della scuola che porta la divisa facendola sembrare elegante" rincarò la dose Sigrid.

" E che mani!" scappò detto anche a Olga Sharapova, superando la sua proverbiale timidezza e arrossendo come un gambero subito dopo.

"Ma che mani, portamento e sorriso…" gorgogliò Nadja, lasciva "Dico, gli avete guardato il sedere?"

"Ragazze!" strillò Costanza alzandosi in piedi di scatto "Mi avete fatto venire la nausea. Adesso vado a vomitare"

"Scappa pure, puritana" la schernì Nadja sdraiata voluttuosamente sul letto mentre Costanza marciava a passo di carica verso i bagni "Ma se posso darti un consiglio che ti converrebbe davvero ascoltare…"

"Cosa?" sbuffò Costanza senza nemmeno girarsi.

"Butta via i mutandoni di latta: quest’anno non li dovrai mai usare"

"E’ una minaccia?" borbottò Costanza, imbronciata.

"E’ una promessa" sorrise Nadja, indulgente "Buona doccia fredda, signorina Malatesta!"

* * *

Quando Costanza tornò indietro dal bagno, le ragazze erano già tutte a letto. Fortunatamente: i discorsi troppo "caldi" la mandavano in confusione ed era davvero troppo stanca per affrontarne uno. Si infilò nel letto ma prima di spegnere la luce lanciò uno sguardo di sfuggita all’interno del suo baule: le pila ordinata di severe e antiquate mutandone bianche in dotazione con la divisa di Durmstrang erano state sostituite da altrettante mutandine di pizzo argentato, tanto microscopiche quanto assolutamente scandalose. Costanza chiuse con rabbia il coperchio del baule mentre una risatina soffocata proveniva dal letto della baronessa-ficcanaso- Iljovich.

"Questa me la pagherai" pensò Costanza, sfinita, buttandosi sotto le coperte "…da domani, però"

 

 

 

 

 

Note dell’autrice:

Che bello-bellissimo! Quante recensioni! Sono molto onorata. Vi prego, non mi abbandonate, sono come un cucciolo smarrito se nessuno mi fa le carezzine…Marò, che scema! Passiamo alle cose serie:

 

Minako-chan: Si dice "a buon intenditor poche parole..." . Bè, un pensiero che mi viene dal cuore: tu sei realmente una buona intenditrice! Grazie per aver commentato e per aver lasciato un giudizio positivo, è davvero piacevole sapere di essere apprezzati!!

Serintage: Senti, io ti amo. E’ ufficiale. Adoro il tuo humor, adoro la tua ironia al vetriolo…e adoro i tuoi baci, ovviamente, anche se d’ora in avanti ci limiteremo a qualche strofinata di guancia (sai, il mio Beppe comincia ad essere un po’ geloso…). Guarda, Costanza la sto disegnando sulla base di come ti vedo. Spero che ti piaccia! Ho corretto gli errori segnalati: grazie di averlo fatto, non sopporto di lasciare in giro minchiate simili! Fallo di nuovo, ti prego (Si! Si, fallo ancoraaaa!!). Sono anche felice di averti insegnato cose nuove: per quanto riguarda l’aggettivo "bigio", ce l’avevo in testa per l’antico detto di nonna Berta "di notte tutti i gatti son bigi", quindi credo che bigio voglia dire fastidiosamente miagolante e inopportuno… scherzo, bigio per me vuol dire tristemente grigio, autunnale. Ho trovato il tuo cervello in metro l’altra sera! Ci siamo fatti due chiacchiere, devo dire che è un tipo simpatico…non lo mollerei definitivamente, fossi in te. Magari ne hai ancora bisogno per qualche annetto. Comunque, concludendo, sono d’accordo con te che per iniziare bene la giornata ci vuole un insulto di quelli tosti: infatti, appena entra in ufficio, il mio capo esordisce con un "buongiorno, caccole!" e io ed i miei colleghi stiamo subito meglio! Perché la gente non lo capisce? Ah, "babbuino" lo prenderò a prestito…Costanza ha bisogno di farcire il suo vocabolario. Grazie, Serintage, sei meravigliosa!!

Helen Lance: Io spero davvero che valga la pena leggere la mia storia…per me ne vale la pena scriverla se la leggono persone deliziose come voi. Spero di sentirti ancora, a presto!!

Asmara: Che dirti…bentornata su EFP!! Anche io ho fatto un lungo periodo lontano dal computer (motivi di salute, purtroppo…) e mi ritengo onorata se vorrai continuare a leggere la mia storia: spero che continui a piacerti e che, se troverai qualcosa di sbagliato, me lo segnalerai…vero? Ho bisogno di voi recensori, spesso tendo a divagare troppo nei meandri bui della mia psiche malata…

: Aaaaah, quel tiiiipo di botanica!! Non ci avevo pensato…allora mi ci sto già dando!! Ma tu guarda quanti hobbies scopro di avere senza saperlo…Comunque!! Costanza è italiana e non c’è un motivo preciso, è solo che dentro di me sono davvero molto patriottica e non riesco a staccarmi del tutto dal nostro italico suolo (Gesù, fermatemi!!!). Non ti dico di più…ti avviso però che sei già sulla buona strada con le tue "intuizioni" su Sasha e Costanza, anche se per arrivare a qualcosa di concreto ci vorrà molto, molto tempo. Se non hai capito niente di quello che ho scritto, tranquilla, è colpa mia e della mia schizofrenia…tutto regolare, insomma. La vena ironica di sottofondo deve essere l’argomento portante: questa storia è una commedia, perdincibacco!! Ti lascio con un commento che mi viene dal cuore: grazie di esistere!!! A presto.

  
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