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Autore: Strega_Mogana    02/11/2005    16 recensioni
La vita scombussolata di una testolina buffa molto particolare!
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Alternate Universe (AU), OOC | Avvertimenti: nessuno
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E’ una bella mattina di Luglio, sono in chiesa

E’ una bella mattina di Luglio, sono in chiesa... pronta per quella giornata storica.

Felice da una parte, desiderosa solo di scappare lontano per non fare mai più ritorno dall’altra.

I primi che fanno ingresso nella chiesa sono due bambine vestite di bianco come delle bambole di porcellana, assolutamente ridicole.

Spargono petali di rosa sul tappeto della chiesa, camminano velocemente, sotto lo sguardo critico delle rispettive madri, cercando di non cadere e di non sporcare quel vestito che metteranno una sola volta in tutta la loro vita.

Poi ecco il piccolo Mattew, quattro anni, cammina fiero fino all’altare con in mano il cuscino delle fedi. La madre lo guarda con orgoglio, quasi piangendo, vedendo nel suo piccolino un vero ometto... quello che non sa, la dolce mammina, é che il suo ometto ha provato due volte a buttare le fedi nel water e poi voleva vedere se gli anelli gli entrassero nelle narici.

Ecco il mio pezzo preferito: la sfilata delle damigelle! Tutte vestite di lilla, bouquet di rose bianche in mano e con un sorriso, molto simile ad una paralisi, stampato in faccia immaginando il proprio matrimonio.

Anche questa sfilata é assolutamente ridicola e umiliante, mi domando chi mi abbia convinto a farlo.

Finalmente la sposa entra in chiesa, bellissima nel suo vestito bianco molto semplice, con i capelli acconciati in un’elegante acconciatura, il bouquet di rose rosse e bianche che fa già gola a tutte le damigelle, perché si sa... chi prenderà al volo il bouquet della sposa si sposerà entro l’anno!

Bene... eccomi qui... no, non sono la sposa, guardate un po’ a sinistra... ecco ancora un po’... propri lì!

Sono l’ultima damigella in fondo.

La sposa é Rei, una delle mie migliori amiche, che finalmente ha coronato il sogno di sposarsi con il suo Yuri. Beh sono felice per lei... peccato che sono le dieci di mattina e io sono andata a letto alle sei e sono ancora completamente addormentata!

Anche Rei é andata a letto alle cinque, ubriaca marcia eppure é radiosa, bellissima come ogni donna dovrebbe essere il giorno del suo matrimonio.

Ricaccio indietro uno sbadiglio, sono esausta, lancio un’occhiata al cugino con cui Rei mi ha accoppiata per la grande occasione, avrà si e no diciotto anni, ricoperto di acne e mi fissa il seno da almeno un quarto d’ora, sbuffo contrariata e sposto lo sguardo verso gli sposi anche se non vedo l’ora di andarmene a casa.

- Quanto dura questa tortura?- mormoro alla mia amica accanto.

- Usagi santo cielo! – mi risponde Ami scandalizzata – La cerimonia é appena iniziata!

- Ami ha ragione. – echeggia Minako alle mie spalle – Andiamo é il giorno più importante di Rei... cerca di darti un contegno!

- Un contegno? – rispondo io cercando di non alzare la voce – Minako il vestito é stretto, le calze mi prudono da matti, sono allergica a questi fiori e una spina mi ha aperto un buco nella mano pari solo alle stigmate di Padre Pio! Datti tu un contegno!

Le mie amiche mi guardano stupite, poi cercano di trattenersi dal ridere per non fare una figuraccia. 

In realtà sono molto felice per Rei, era da tanto che sognava un po’ di tranquillità, con il tempio e la sua passione per la musica era sempre impegnata, la sua vita era frenetica e burrascosa. Dopo la morte del nonno aveva dovuto gestire il santuario sola con Yuri e aveva anche iniziato a scrivere musica, ora era felice e io sono felice per la mia amica, quella stessa amica che mi rimproverava ogni volta ma a cui voglio molto bene.

Siamo tutte qua, tutte e cinque... Rei con il suo Yuri, Ami con Rio, Minako con Dylan un emergente attore di teatro conosciuto durante una piccola tournee, dove la mia amica recitava come protagonista, Makoto con il suo neo fidanzato Jun pasticcere conosciuto ad un corso di culinaria durante un breve stage in Francia e poi ci sono io, Usagi... sola e disperata come un calzino spaiato!

E già di tutte e cinque io sono l’unica rimasta single... ho avuto pure io delle storie, anche se ultimamente la relazione più lunga é durata due settimane, anzi per esser precisi sedici giorni, dieci ore e venticinque minuti.

Non fraintendete non conto le ore con cui sto con un ragazzo ma con lui ho         fatto un’eccezione, relazione fantastica sotto tutti i punti di vista, eravamo perfetti poi, all’improvviso, lui é sparito... allora ho fatto i conti chiedendomi cosa fosse cambiato in sedici giorni, o, peggio, cosa avessi combinato io. Poi capii... era tornata la sua ex, si erano lasciati dopo dieci anni di fidanzamento perché lei, la carissima ragazza che non aveva mai lavorato in vita sua, era confusa dal loro rapporto, voleva capire se fosse lui il Vero amore della sua vita, detto in parole povere voleva provare qualcos’altro di diverso dal suo eterno fidanzato, possibilmente qualcuno con più disponibilità liquide. Dopo aver compreso che nessun uomo per bene l’avrebbe mai mantenuta a vita aveva deciso di tornare all’ovile, convinta che il suo ex l’avrebbe accolta a braccia aperte. Ero certa che lui la mandasse al diavolo per il modo in cui l’aveva trattato invece era tornato con lei senza dirmi nulla!

Ci sono rimasta male?

Un po’... più che altro perché credevo che fosse arrivato quello giusto, il problema maggiore é che lo credo ogni volta che esco con un ragazzo nuovo.

Sospiro scoraggiata, sono circondata d’amiche, sono felice della mia vita ma l’amore... l’amore é proprio l’unica cosa che mi manca. So bene di esser giovane e di aver tutta la vita davanti a me, ma invidio le mie compagne che sono felicemente fidanzate, anche se loro non fanno nulla per farmelo pesare sia chiaro. Quando ci vediamo non si parla di mariti o fidanzati e, di conseguenza, gli uomini se ne stanno a casa. Oddio, qualche volta abbiamo provato ad uscire tutti assieme ma ho qualche problemino con alcuni di loro.

Yuri e Rio li conosco da tanto tempo, scherzo e rido con loro come se fossero fratelli ma gli altri... Dylan e Jun mi considerano come il diavolo reincarnato. Dicono che la mia vita frenetica e i miei modi di fare, talvolta troppo bruschi, influenza le loro vite nel peggiore dei modi.

Diciamo che c’é questa tensione tra di noi che non si é ancora del tutto spenta, inizialmente le cose andavano anche peggio, con loro parlavo poco o, addirittura, solo a monosillabi. Non potevo farci nulla! Dylan e le sue continue paranoie sul suo lavoro, sul fatto di studiarsi la parte ed interpretare il ruolo adatto e Jun con le sue critiche sulla mia cucina, non sono una cuoca provetta, anzi diciamo che sono la maga del forno a microonde, ma non deve rompere ogni volta!

Inizialmente Minako e Makoto non vivevano bene questi miei litigi con i loro fidanzati ma ora le cose vanno meglio, hanno accettato il fatto che non mi piacciano e poi, se loro sono felici io sono felice per loro. Altrimenti che amica sarei?

Sposto ancora lo sguardo su Rei, Yuri la ha appena infilato l’anello al dito, lei ha le lacrime agli occhi... sinceramente la capisco... sorriso felice, sono contenta di esser qui, con il vestito stretto, le calze che prudono, il naso che cola e con un buco nella mano.

Sì, sono contenta, ma non lo dirò mai nessuno.

- Perché sorridi?- mi chiede Ami sempre attenta e scrupolosa.

- Come?- rispondo io sussultando nel sentire la sua voce così all’improvviso – Oh... niente... stavo pensando a come sarebbe bello vedere il cuginetto brufoloso di Rei cadere dalle scale della chiesa e rompersi una gamba.

- Usagi! – sbottò indignata Ami – Come puoi pensare queste cose?

- Andiamo Ami, Usagi scherzava. – risponde Makoto – Io sono certa che Usagi stava pensando al suo di matrimonio.

L’immagine mi appare chiara davanti agli occhi, pochi invitati, niente bambini vestiti come stupide bambole e, soprattutto, niente damigelle d’onore. Io che entro in chiesa, accompagnata da mio padre, il mio uomo, che per ora ha il viso oscurato, che mi aspetta ansioso, improvvisamente io mi blocco, lascio il braccio di mio padre, mi volto e scappo via, lasciando il bouquet sul tappeto rosso della navata centrale della chiesa.

Cerco l’amore ma non sono certa di esser pronta al matrimonio.

- Allora Usagi lo immagini il tuo matrimonio? – insiste Makoto con un sorriso malizioso.

- Vagamente...- mento io ben sapendo che avrei scandalizzato le mie amiche se avessi confessato la mia idea del matrimonio.

Una volta non ero certo così, avrei solo desiderato sposarmi con il mio principe azzurro... ma, quando si cresce, i desideri cambiano, o no?

- Io non vedo l’ora...- sussurra sognante Minako guardando Dylan con occhi luminosi.

Mi volto per vedere anche le altre mie amiche, tutte sono impegnate nella contemplazione dei rispettivi fidanzati con tanto di occhi a cuoricino, perfino Ami,la ragazza sempre rigida e con i piedi ben saldi al pavimento. Poi fisso i diretti interessati, notano gli sguardi sognati delle mie amiche, si guardano attorno disorientati, poi capiscono e alzano gli occhi al cielo.

Sento un leggero ghigno malefico salirmi sulle labbra, per quanto le mie amiche insistano sul fatto che i loro fidanzati sono diversi dagli altri io so che non é così... non hanno voglia di legarsi per la vita. Ma loro sono donne a faranno di tutto per farli crollare... mi vedo già uno dopo l’altro i vestiti da damigella orrendi che dovrò mettere.

 

***

 

Fortunatamente la cerimonia finì, su ordine di Rei non ho fatto scherzi stupidi all’uscita della chiesa... mi sono rifatta la sera prima. Tutto era iniziato come una consueta cena tra donne, a mezzanotte ho tirato fuori le bottiglie e abbiamo iniziato a bere ed elencare tutti gli insulti femministi e anti-maschio che ci venivano in mente. Verso le tre Ami ha vomitato anche l’anima, Makoto e Minako stavano dormendo alla grande da mezz’ora, Rei aiutava Ami in bagno e io mi sentivo la ragazza più fortunata della terra.

Ora siamo qui tutte e cinque, nessuna ha dormito, siamo stanche eppure siamo anche elettrizzate per Rei, é un po’ come se ci sposassimo tutte oggi.

Ci rechiamo al rinfresco, meno male perché ho una fame da lupo visto che stamattina non ho mangiato nulla grazie alla nausea post-sbornia e al mal di testa che mi sta dividendo in due il cervello.

Lascio Rei e Minako alla loro accesa discussione sul rincaro dei vestiti da sposa e mi sposto al buffet.

Ho fame.. se non metto qualcosa sotto i denti rischio di svenire... sono sempre stata una mangiona d’altronde anche se il mio fisico non lo dimostra, sono fortunata... magio e, in qualche strano modo, non assimilo nulla. Dico in qualche strano modo perché é risaputo che Usagi Tsukino e lo sport non vanno molto d’accordo.

So molto bene che non é bello vedere una ragazza, vestita di lilla, che si strafoga come una scrofa ma se non mangio muoio... penso che i brontolii del mio stomaco si sentano anche in America da quanto sono forti.

Riempio abbondantemente il mio piatto e poi passo ai frutti di mare, tavolo che, per primo, viene svuotato da parenti talmente affamati che sembra che non mangino da una settimana per poter ingozzarsi come maiali al rinfresco. Tra le fette di lattuga, i limoni spremuti e qualche briciola qua e là noto l’ultimo gamberone fritto che mi guarda sorridendo invitandomi a divorarlo in sol boccone.

Allungo la mano per prenderlo quando noto che qualcuno mi prece, afferra il gambero e de lo infila in bocca tutto in una volta... alzo lo sguardo su quel ladro di frutti di mare e spalanco la bocca:

- Ehi quello era mio!- gli dico indignata.

Il ragazzo in questione mi guarda sorpreso, si pulisce la bocca e sorride.

- Scusa ma... non ho visto il tuo nome sopra.

Alzo un sopracciglio... vuole fare lo spiritoso con me? Mai provocare Usagi Tsukino quando é affamata!

- L’avevo visto prima io!- ribatto infuriata e posso chiaramente sentire le fiamme infuocate nei miei occhi blu.

- Te l’ho già detto, - ripete lui sempre sorridendo – non ho visto il tuo nome da nessuna parte.

Lo osservo bene, tutto sommato non é un brutto ragazzo, molto alto, non più di vent’otto anni, moro e con due occhi scuri e penetranti.

Sì, proprio carino... ma i miei pensieri sono ancora sul mio gambero che lui si é divorato in pochi secondi.

Sbuffo e controllo se c’é rimasto ancora qualcosa, ovviamente rimarrò a bocca asciutta!

- Accidenti a te!- mormoro guardando il mio piatto, era bello pieno ma ci avevo fatto la gola al gambero fritto.

- Se vuoi posso vomitarlo. – rispose incrociando le braccia sul petto.

- Se vuoi posso prenderti a calci!- ribatto io lanciandogli una delle mie occhiatacce per cui vado famosa.

Invece di intimorirsi quel tipo arrogante aumenta il sorriso.

- Tu sei Tsukino.

Faccio un passo indietro sorpresa... e questo qui come fa a conoscermi?

- E, sentiamo, come mai consoci il mio nome?

- Beh... é stato mio cugino a parlarmi di te.

- Tuo cugino?- domando io confusa.

- Sì, lui. – mi dice indicando lo sposo.

- Yuri é tuo cugino? – ora sono del tutto confusa.

- Mi chiamo Mamoru... Mamoru Chiba.

Il mio cervello si sofferma solo un attimo su quel nome... era vero Yuri mi aveva parlato di un cugino, a cui era affezionato come se fosse un fratello ma non era quello l’importante.

- E perché mi ha parlato di me?

- Beh... lui dice che sei particolare.

- Ah si?- chiedo fingendomi disinteressata, in realtà non vedo l’ora di prendere Yuri e ucciderlo a mani nude.

- Sì,- conferma Mamoru guardando poi il mio piatto – sai non dovresti mangiare molto, non stai attenta alla linea? – domanda poi sempre con quell’aria arrogante e che mi fa ribollire il sangue nelle vene.

Ora prendo una delle mie scarpe dal tacco da dieci centimetri e gli apro un buco in mezzo alla fronte, cosa vuoi che sia un buco in più in faccia? Una presa d’aria per il cervellino che si ritrova non gli farà male!

- E tu non dovresti farti gli affari tuoi? – domando io cercando di non cedere a quella mia segreta voglia di ucciderlo a furia di calci.

- Come siamo permalose...- dice lui sorpassandomi – sono sicuro che ci rivedremo in giro Usagi!- mi urla poi a distanza.

- Per te sono Signorina Tsukino! – gli urlo alle spalle sentendomi una deficiente – E ne dubito che ci vedremo in giro. – mormoro a bassa voce addentando la prima tartina al salmone.  

 

   
 
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