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Autore: Najara    30/09/2010    4 recensioni
(SG1) Un nuovo pianeta, un antico nemico. Niente di strano, ma a volte la tecnologia può fare miracoli!
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Daniel Jackson, Jack O'Neill, Samantha 'Sam' Carter, Teal'c
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Secondo capitolo

Secondo capitolo

 

Jack sorpreso si accasciò alla parete svenuto, Sam lo stese, poi diede un’occhiata alla guardia, non aveva sentito nulla. Spostò di nuovo gli occhi sul corpo del suo superiore, con una fitta di colpa. Poi si fece forza e tirò verso il basso il colletto della maglietta, sospirò di sollievo, non si era sbagliata, sul corpo di Jack c’era un piccolo dischetto luminoso. Lo tolse e davanti a lei comparse uno degli alieni. L’avevano ingannata in quel modo già una volta, non sarebbe successo ancora! Ora però non sapeva come trovare Jack, se l’avevano clonato allora significava che era appeso da qualche parte nella struttura, privo di sensi, ma vivo! Quella struttura era un vero e proprio labirinto, senza la guida di uno degli alieni non sarebbe mai riuscita a raggiungere la porta d’uscita e sicuramente avrebbe incontrato molta più resistenza, era chiaro che volevano che uscisse e che trovasse per loro Teal’c e Daniel. Certo dopo aver percorso parte dei corridoi aveva un’idea della struttura dell’edificio ma trovare Jack era tutt’altra cosa! Mentre rifletteva su come agire il suo sguardo si posò sul piccolo oggetto che teneva in comunicazione la mente di Jack con quella dell’alieno. Un’idea le balzò alla mente, se si fosse connessa con Jack? Era rischioso, non sapeva come avrebbe reagito il suo cervello, non sapeva neanche se avrebbe funzionato, però non aveva altre idee, non aveva nessuna intenzione di abbandonare Jack e se fosse uscita per cercare Teal’c e Daniel dubitava di riuscire poi a rientrare, sempre se li avesse trovati… Prese la sua decisione, staccò il trasmettitore dall’alieno e se lo premette alla tempia. Una fitta di dolore le attraversò la testa, dovette trattenersi per non gemere, ma rimase in silenzio e il dolore passò, quando fu di nuovo in grado di pensare percepì immediatamente un’altra presenza, era come un piccolo grumo… nello stesso momento in cui lo percepì iniziò ad ottenere informazioni e dettagli della vita di Jack dai quali si ritrasse però immediatamente. Non capiva, aveva sperato che Jack si fosse svegliato e che potesse comunicare con lei, ma era chiaro che non stava funzionando. Come poteva svegliare Jack? La sua mente agì mentre lei formulava il pensiero e fu come se gli avesse dato uno scossone, immediatamente la mente di Sam fu invasa da quella di Jack. Confusione, paura, poi comprensione e ricordi. Sam aveva perso il controllo, ora era lei nella mente di Jack, vedeva con i suoi occhi, sentiva con il suo corpo. A quel punto Jack percepì la sua presenza e alle altre emozioni si unì lo stupore “Carter?” non furono parole, ma immagini e sensazioni, tutto quello che era il concetto stesso di Sam per Jack, Sam si vide attraverso i suoi occhi e rimase stupita nel vedersi così diversa… luminosa avrebbe detto. Con un’enorme sforzo di volontà Sam ritornò nel suo corpo ed inviò delle immagini a Jack, chiare ed immediate, la loro cattura, il suo risveglio, l’arrivo del sosia di Jack e poi l’idea di connettersi con lui. Era fenomenale quel sistema di comunicazione, in pochissimi istanti poté dare a Jack un quadro completo della situazione e sentire le sue sensazioni ed opinioni in merito. Rabbia per la cattura e soprattutto finta indignazione per il fatto che l’avesse colpito. Riusciva a stento a mantenere la coscienza di sé spesso non capiva se era Jack o lei ad aver formulato il pensiero, comprendeva perché gli alieni mantenevano le loro vittime in stato d’incoscienza, solo così potevano accedere alla mente senza esserne soprafatti. L’urgenza di fuggire le arrivò chiara dalla mente di Jack insieme alla sensazione della caduta e dell’atterraggio. Jack si era liberato, ma sulla fronte aveva ancora il comunicatore. L’immagine della porta le balzò davanti insieme ad un senso di impotenza e di richiesta. Accanto alla porta c’era un pannello, Sam non ebbe bisogno di formulare parole, nell’istante stesso in cui i suoi occhi lo videro lo vide anche lei e Jack automaticamente lo aprì. Fu come se le sue mani fossero quelle di Sam, in pochi minuti la porta si spalancò. Jack uscì dal corridoio e si guardò intorno, non c’era nessuno, ma un senso di allarme lo fece ritrarre nella stanza velocemente, poi capì che si trattava di Sam, i passi che sentiva erano da tutt’altra parte, erano le orecchie di Sam a sentirli. Sentì il panico di Sam crescere, la stavano già cercando, non aveva tempo! Automaticamente le inviò forza, conforto ed un immagine, se aveva steso lui poteva stendere chiunque. In risposta gli giunse il suo sorriso e sentì che riprendeva il controllo.

Poco lontano c’era una stanza, Sam provò ad aprirla, i passi si avvicinavano, ma non intaccarono la sua calma, doveva aprire quella porta! Smontò il pannello e il suo cervello si mise in azione, era straordinario, percepiva soltanto dei brandelli, era troppo veloce, erano come lampi di luce, pochi istanti e la porta si aprì, Sam prese il corpo dell’alieno e lo trascinò con sé, chiuse la porta e rimase in silenzio, Jack si accorse che stava trattenendo il respiro anche lui e che durante tutti quei secondi era rimasto immobile, in piena vista. L’alieno superò la stanza ed avanzò. Jack e Sam condivisero il loro sollievo.

Jack riprese ad avanzare, aiutato dalla pianta approssimativa inviatagli da Sam che ne aveva percorso una parte e che da ottima osservatrice qual’era aveva automaticamente reperito dei punti di riferimento, anche in quel dedalo di corridoi. Sam si chiuse nella stanza bloccando la porta d’accesso dall’interno, aveva trovato dei lacci e legato l’alieno, in più gli aveva sparato con la sua arma quindi sarebbe rimasto svenuto per un po’, poi si mise a seguire i movimenti di Jack attraverso i suoi occhi, ben presto riconobbe un particolare segno su di una porta e lo guidò in maniera più sicura. Era una situazione alquanto strana, non riceveva soltanto immagini, ma impressioni e frammenti di pensieri, sentiva la tensione di Jack, gran parte della sua mente era concentrata nel non produrre rumore e nel muoversi velocemente ma con prudenza, eppure una piccola parte faceva osservazioni sul fatto che era disarmato e a questo si accompagnava un senso di disagio, oppure rifletteva sulle volte in cui erano capitati in una situazione simile, poi si alternava la preoccupazione per Teal’c e Daniel, mista alla sicurezza che erano capaci di cavarsela. Sam non era più sicura su chi pensasse cosa, in realtà i loro pensieri si mescolavano e provavano le stesse emozioni. A differenza di Sam, Jack incontrò più volte gli alieni e più volte dovette cambiare direzione o nascondersi. Alla fine, dopo molto più tempo di quello che avevano supposto si ritrovò nello stesso corridoio in cui Sam aveva stordito l’alieno. Sam si alzò per aprire la porta ma, in contemporanea con Jack, sentì dei passi di corsa dirigersi verso di loro, da entrambi le direzioni. Jack raggiunse la porta di Sam che velocemente iniziò a disinserire il blocco che aveva immesso. Le mani le tremavano, percepiva la doppia urgenza premere nella sua mente e il suo cervello produceva un tasso eccessivo di adrenalina, il rumore dei passi, amplificato dai corridoi, le risuonava raddoppiato nelle orecchie.

 

 

Kloe2004: Ovviamente Sam ha un ottimo motivo per stendere Jack… voglio dire per picchiarlo! Eh eh eh ;-) 

  
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