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Autore: Lyra Snape    05/10/2010    16 recensioni
La guerra contro Voldemort è finalmente finita. Harry e Ron, costretti da Hermione, tornano a scuola per frequentare l'ultimo anno a Hogwarts.
La loro vita scorre finalmente serena e tranquilla finchè Harry decide di mollare Ginny e Hermione si mette alla disperata ricerca di un altro possibile partner per il suo migliore amico.
«Ho detto che secondo me dovresti diventare gay, Harry» ripeté Hermione pazientemente.
«Sì, quella parte l’ho capita» rispose lui, sconvolto. «E perché, esattamente?»
«Perché Ginny era assolutamente perfetta per te» spiegò Hermione, pronta, «e visto che l’hai mollata, non troverai mai nessun’altra ragazza che vada bene per te più di lei. Quindi, va da sé che devi cambiare sponda».

La storia ha partecipato al "Parody, Comedy and Insane Contest" indetto da AliH e da LyndaWeasley, dove si è classificata quinta e ha vinto il premio IC.
Genere: Comico, Demenziale, Parodia | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Ginny Weasley, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Draco/Harry
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Gente, su con la vita, si ritorna alle origini! (un coro di "nooooooooooooooooooooo" accoglie queste parole).
Ebbene sì, ho trovato un contest, precisamente il "Parody, Comedy and Insane Contest" dove le storie in gara dovevano essere parodie. Praticamente un miracolo! Naturalmente capite bene che non potevo non partecipare. XD

Ora, la mia indicibile fortuna ha colpito ancora, perchè il personaggio che mi è capitato in realtà era una coppia, e per la precisione Draco/Harry. Ora, non credo di essermi mai espressa su questa coppia, ma per farla breve vi dico che all'inizio mi incuriosiva, poi ho letto talmente tante storie su di loro, la maggior parte delle quali erano totalmente assurde (con un Harry che sembrava un domatore da circo e un Draco docile e gentile come un gattino), che ora evito questa coppia quanto più mi è possibile. Non la odio come potrei odiare le Lily/James, però sono felice di starne lontana. Potete quindi ben immaginare la mia faccia quando è venuto fuori che avrei dovutro scrivere una storia su di loro. Più o meno ero così --> o_________O''''
Ma come ben sapete, ci si adatta. Cioè, la storia è proprio stupida e non meritava più del posto dove si è piazzata, però vi devo dire che vado più che fiera del premio IC che mi è stato assegnato. Vi immaginate, riuscire a essere IC in una Draco/Harry? Mi sono gasata di brutto, sì XD
Eeeee...ora la smetto. Buon divertimento!

Titolo: Perfetti insieme
Personaggio: Draco/Harry (inviatomi per email), Hermione Granger, Ginny Weasley, Ron Weasley
Avvertimento: One-Shot, Slash (non sono proprio sicura che possa essere considerata tale, ma nel dubbio metto l’avvertimento)


Harry lanciò un’occhiata nervosa ad Hermione, che lo stava fissando da ormai dieci minuti senza proferire parola. Se non fosse stato assolutamente impossibile, avrebbe giurato che non avesse mai neanche sbattuto le palpebre. Non riusciva assolutamente a capire cosa ci fosse di tanto interessante in lui in quel momento, anche se sospettava che la notizia che le aveva dato un quarto d’ora prima – aveva mollato nuovamente Ginny -  potesse in qualche modo aver influenzato quello sguardo. Sospirando, scosse la testa e tornò ai suoi compiti, chiedendosi per quale malsano motivo avesse deciso di tornare a Hogwarts dopo la fine della Guerra. Aveva salvato il mondo, dopotutto, il Ministero avrebbe pagato per assumerlo come Auror anche senza uno stupido diploma. Guardò di nuovo la sua migliore amica responsabile del suo ritorno a scuola e di quello di Ron e sbuffò: già era colpa sua se era bloccato lì a finire quegli stupidi compiti, come si permetteva ora di distrarlo?
«Secondo me dovresti diventare gay, Harry», disse Hermione all’improvviso, facendolo sobbalzare. Ron, che aveva deciso in quel preciso momento di bere un sorso d’acqua, sputacchiò il liquido tutt’intorno guadagnandosi parecchie maledizioni da parte di tutti i Grifondoro circostanti. Ringraziando silenziosamente il Mostro di Spaghetti Volante per il fatto che in quel momento non si trovassero in biblioteca (madama Pince li avrebbe uccisi sicuramente), Harry si voltò a guardare la sua migliore amica, scandalizzato. «Come hai detto, prego?» chiese.
«Ho detto che secondo me dovresti diventare gay, Harry», ripeté Hermione pazientemente.
«Sì, quella parte l’ho capita», rispose lui, sconvolto. «E perché, esattamente?»
«Perché Ginny era assolutamente perfetta per te», spiegò Hermione, pronta, «e visto che l’hai mollata, non troverai mai nessun’altra ragazza che vada bene per te più di lei. Quindi, va da sé che devi cambiare sponda».
Harry si voltò verso Ron, che stava guardando Hermione con l’aria di uno che stava seriamente chiedendosi se non fosse il caso di mandarla al San Mungo. «Hermione, sei sicura di stare bene?» chiese il rosso quando riuscì a proferire parola.
«Certo che sto bene!» lo liquidò la ragazza, «Ho solo detto che, se per Harry la sua anima gemella non è Ginny, dovrebbe andarla a cercare nell’altro sesso».
«E magari hai anche una precisa idea di chi potrebbe essere questo ragazzo?» chiese Harry, che aveva rinunciato a trovare anche un briciolo di razionalità in quel discorso.
«Draco Malfoy», rispose Hermione prontamente.
Ron per poco non cadde dalla poltrona. «Hermione, sei sicura di stare bene?» chiese nuovamente.
«Me l’hai già chiesto, Ron, smettila di ripeterti!» gli rispose lei, seccata.
«Per me ha ragione lui, Hermione. Come ti è venuta un’idea del genere?» chiese Harry, basito.
«Perché guardalo, è perfetto!» sospirò Hermione.
Ron divenne paonazzo. «Perfetto? In che senso, perfetto?» farfugliò indignato.
«Nel senso che è perfetto per Harry, ma che avevi capito?» gli rispose Hermione arrabbiata, «Harry, dovresti seriamente pensarci», riprese poi rivolta al suo migliore amico, come se niente fosse.
«Ascolta, Hermione», cominciò Harry cautamente, per paura di farla arrabbiare di nuovo, «non sono proprio del tutto sicuro che Malfoy sia adatto a me».
«Perché no?» chiese Hermione stupita.
«Be, tanto per dirne una, mi odia e io odio lui», rispose Harry in tono definitivo.
«Ma cosa c’entra? Il confine tra amore e odio è così sottile!» protestò l’amica.
«Ceeeeerto, infatti Voldemort prima di cercare di uccidere Harry gli ha chiesto di sposarlo», disse Ron, con la voce impregnata di sarcasmo.
«Senti Hermione, lo so che si dice così, ma non è vero!» esclamò Harry, ignorando completamente Ron. «Non è una linea sottile, quella tra amore e odio, è una grande muraglia cinese con sentinelle armate ogni sette metri, quella tra amore e odio!»
«Adesso non infarcirmi di citazioni rubate al Dr. House!» lo rimproverò Hermione. «Per me sareste perfetti! Immagina...»
Harry immaginò e per poco non gli venne da vomitare. «Direi che non va, Hermione», disse.
«Ma Harry, pensa, due acerrimi nemici che si scoprono innamorati! Non è romantico? Come Romeo e Giulietta!»
«Romeo e Giulietta mica si odiavano, erano i loro parenti a odiarsi», le fece notare Ron.
«E poi magari potreste conservare un po’ dell’antica rivalità», continuò Hermione, come se Ron non avesse mai parlato, «sarebbe perverso! Renderebbe il sesso molto più interessante».
Ok, se Hermione fosse andata avanti con quel discorso avrebbe finito per vomitare davvero. Si scervellò per trovare una frase adatta ad esprimere la sua disapprovazione, ma riuscì solo a borbottare: «Che schifo».
«Oh, dai, non darmela a bere», insistette Hermione, «dopo tutto è un bel ragazzo, no?»
Ron, se possibile, divenne ancora più paonazzo. «Come hai detto, prego?» chiese.
«Dai, Ronald, non c’è bisogno di essere innamorati di lui per capirlo, no?» gli rispose Hermione, scocciata.
«Questo non cambia nulla», disse Harry, «è comunque un ragazzino viziato e arrogante», concluse.
La sua migliore amica sorrise, radiosa. «Dicono che quando cominci a cercare scuse per non amare una persona, significa che la ami davvero!»
Ok, tutto questo era ridicolo. Che fine aveva fatto il cervello di Hermione? La notizia della fine della sua storia con Ginny doveva averla sconvolta più di quanto non pensasse. «Hermione, potrei darti mille ragioni per cui non amo ogni singola persona di questa scuola, questo significa che invece amo tutti?» chiese.
Hermione sbuffò. «Questo non vuol dire niente, tutti gli altri non sono assolutamente perfetti per te».
Harry inarcò il sopracciglio, scettico. «Un minuto fa hai detto che Ginny era assolutamente perfetta per me, perché non stai insistendo perché io mi rimetta con lei?» chiese.
«Perché con lei hai provato e non è andata», rispose Hermione, in tono ovvio, «ma con Draco non hai mai provato».
«Oh, è così è diventato Draco, adesso, eh?» sbottò Ron, indignato.
«Hermione, forse non hai capito che io non ho nessuna intenzione di provare», protestò Harry.
«E ci mancherebbe altro…» borbottò Ron.
«Adesso dici così, il tempo ci dirà chi ha ragione!» sorrise Hermione, ignorandolo il suo ragazzo, che a quel punto esplose: «Ma insomma, volete finirla di far finta che non ci sono*?» urlò infuriato.

«Ooooooh, Harry, guarda chi è appena entrato!» esclamò Hermione, tirandogli una gomitata e lasciandolo senza fiato.
«Chi?» chiese Harry, temendo già la risposta.
«Draco! Avanti, puoi dargli un’occhiata, non è un bel ragazzo?» insistette Hermione.
Harry ubbidì, sforzandosi di non alzare gli occhi al cielo. Guardò Draco sfilare tra il tavolo di Serpeverde e quello di Corvonero per poi sedersi vicino all’amico Blaise, e non gli sembrò molto diverso dal solito. Certo, brutto non era brutto, ma in realtà tra i tanti difetti di Malfoy che aveva trovato nel corso degli anni di sicuro non aveva mai pensato che fosse brutto. Restava comunque il fatto che fosse un ragazzino arrogante, viziato e spocchioso, e meno aveva a che fare con lui, meglio era.
«Secondo me gli piaci, Harry», sussurrò Hermione deliziata.
«Ma se non l’ha nemmeno guardato…» fece notare Ron, ma la ragazza era troppo presa dalle sue fantasie per dargli retta.
«Ti immagini, se vi sposaste anche?» sospirò. «Organizzerei tutto io, non dovresti pensare a niente!»
Figurati, Hermione aveva finito di  pianificare il suo matrimonio alla tenera età di quindici anni senza nemmeno pensare a trovarsi un probabile futuro marito, ero ovvio che adesso si mettesse a organizzare anche quello degli altri. Harry aveva il forte sospetto che lasciando Ginny avesse mandato a monte ore e ore di pianificazione.
«Hermione, tutto questo è assurdo, Malfoy non è nemmeno gay», tentò Harry.
La ragazza sbuffò. «Non è gay…figuriamoci! Quel ragazzo è talmente effemminato che è quasi più donna di me».
«State parlando di Malfoy?» disse alle loro spalle una voce che Harry riconobbe con terrore essere quella di Ginny.
«Proprio così», rispose Hermione, «stavo dicendo a Harry che dato che ti ha piantato dovrebbe diventare gay e provarci con lui».
Harry annichilì di fronte alla mancanza di tatto dell’amica, ma lo stupore iniziale fu niente rispetto a quando vide Ginny annuire e rispondere: «Sai che ci stavo pensando anch’io? Sareste perfetti insieme! Due rivali di sempre… Sarebbe perverso! Renderebbe il sesso molto più interessante».
Tra Ginny e Hermione ormai non sapeva decidere chi fosse andata più fuori di testa. «Ragazze, cosa vuole essere questo, un pessimo scherzo? Guardate che il primo Aprile è ancora lontano…» cominciò, cercando il supporto di Ron che aveva ancora la mascella spalancata per lo stupore. Considerato il fatto che prima dell’arrivo di Ginny se l’era riempita fino a scoppiare di broccoli, non era poi un grande spettacolo.
«Ma che scherzo e scherzo!» stava dicendo Hermione, «E tu, Ron, chiudi quella bocca, che schifo! Harry, non puoi provare almeno a parlarci?»
L’amico la guardò, completamente sconvolto. «Parlarci? Per dirgli cosa?»
«Ma che ne so, inizia a scambiarci qualche parola!» disse Hermione, con Ginny che annuiva alle sue spalle.
«Qualche parola? Quale dici che sia meglio, Sectumsempra o Avada Kedavra?» disse Ron sarcastico.
«Oh, Ron, smettila! Allora, Harry, ci parlerai?» chiese Hermione speranzosa.
Harry ebbe l’orribile sensazione che Hermione volesse semplicemente riciclare il matrimonio che aveva organizzato per lui e Ginny, ma scacciò quell’idea assurda dalla sua testa. «Ehm…ci proverò. Se però mi ucciderà promettimi che verrò sepolto qui a Hogwarts».
«Sciocchezze, perché mai dovrebbe ucciderti?» disse Hermione, con leggerezza. «Forza, vai a parlargli!»
«Adesso?» chiese Harry, orripilato. Era troppo presto, non aveva nemmeno avuto il tempo di prepararsi il discorso!
«E quando sennò? Improvvisa! Parla del tempo, del Quidditch, di com’è bello che suo padre sia ancora libero nonostante ci siano prove schiaccianti che fosse un Mangiamorte…quello che vuoi! Muoviti, che sta uscendo!» Impaziente, Hermione prese Harry per il braccio e cominciò a trascinarlo verso l’uscita della Sala Grande, borbottando: «Meglio che venga con te altrimenti non combinerai niente…»
Arrivati nella Sala d’Ingresso, Hermione si appostò vicino alla porta e quando vide passare Malfoy gli lanciò letteralmente addosso l’amico. Prima di riuscire a realizzare quello che era appena successo, Harry colpì il Serpeverde con una tale violenza che entrambi rovinarono a terra.
«Ma cos… Potter, si può sapere che diavolo stai facendo?» sbottò Malfoy, quando riuscì a individuare l’identità del suo aggressore.
«Scusa», rispose Harry massaggiandosi un ginocchio, «a quanto pare, la mia migliore amica ha appena tentato di uccidermi».
«Tutto considerato, non posso che essere solidale con lei», disse Malfoy, alzandosi e porgendo la mano ad Harry, «dopo sette anni, anch’io non ti sopporterei più. Non ti sopportavo nemmeno dopo cinque minuti».
«Be, tra i due non ero di sicuro io il più irritante», borbottò Harry, «tu continuavi a blaterare di Serpeverde e di Quidditch nonostante fosse palese che io non capissi una parola di quello che stavi dicendo».
«Be, avevo undici anni, scusa se non sono stato così acuto!» esclamò Malfoy. «Be…ci si vede, Potter».
«Ci si vede, Malfoy», rispose Harry, voltandosi verso Hermione con aria assassina. Le sembrava forse il modo? Con suo enorme sconcerto, però, la ragazza stava guardando tutt’e due con gli occhi che le brillavano. Harry non le aveva visto fare quello sguardo nemmeno quando aveva visto Allock per la prima volta.
«Oh, Harry», sussurrò infatti, «praticamente l’hai già conquistato!»
«Ah, sì?» disse Harry scettico. «E da cosa l’hai capito, dal fatto che nonostante io abbia tentato di privarlo degli attributi lui non mi abbia lanciato nessuna Maledizione senza Perdono?»
«Oh, ma Harry, ma non l’hai visto?» rispose Hermione, elettrizzata. «Ti ha detto “Ci si vede!” e ha quasi sorriso!»
«Ah, be, vado già a prenotare la chiesa, allora», borbottò Harry, sarcastico.
«Ma non capisci? Lui non sorride mai, quindi se ti ha quasi sorriso è come se ti avesse sorriso per davvero! E poi ti ha aiutato ad alzarti!»
Harry decise che la strategia migliore fosse quella di ignorarla e si limitò ad annuire, mentre lei si chiedeva se per loro sarebbe stato meglio un matrimonio al parco o sulla spiaggia. In effetti, che Malfoy l’avesse aiutato ad alzarsi era strano, ma alla fin fine quel ragazzo era imprevedibile, no? Ora doveva solo pensare a un modo per far smettere Hermione di parlare di quella sua assurda idea. Legarla sulla Torre di Divinazione e lasciarla in balia della Cooman, per esempio.

Harry corse nel dormitorio che divideva con Ron e chiuse la porta, ansando. «Ron, potresti convincere la tua ragazza a lasciarmi in pace, con questa stupida storia di Malfoy?» sbottò.
«Sai, Harry, in realtà non credo che la sua sia poi un’idea così stupida», rispose Ron, lasciandolo completamente senza parole.
«Cos… Che… Ron!» balbettò Harry, infuriato. «Capisco che tu possa essere arrabbiato con me perché ho mollato tua sorella, ma questo è un modo molto stupido per farmela pagare, sai?»
«Cosa c’entra, come vedi Ginny non se l’è presa poi così tanto», gli fece notare Ron, «è solo che Hermione mi ha parlato seriamente di questa cosa, e in effetti è ragionevole».
«Ragionevole?» Ragionevole? Cos’era successo a tutti quanti? «Ron, può darsi che nel fervore delle discussioni tu ti sia dimenticato di chi stiamo parlando… Malfoy! Hai presente? Biondo, odioso, ci ha preso in giro per anni?»
«Però è vero che il sesso sarebbe più interessante!» esclamò Ron. «Quando Hermione e io litighiamo farlo subito dopo è molto più arrapan…»
«Ok, sì, ho capito il concetto!» lo interruppe Harry. Ascoltare le avventure sessuali dei suoi migliori amici decisamente non era nelle sue priorità. «Senti, ehm, vado in biblioteca. Trasfigurazione», aggiunse. In realtà aveva già quasi finito i compiti per la McGrannitt, ma aveva seriamente bisogno di allontanarsi da quella gabbia di matti.
Arrivato in biblioteca, si guardò intorno alla ricerca di un posto, e notò con terrore che l’unico tavolo ancora libero era quello dove stava seduta la persona che meno avrebbe voluto incontrare in quel momento. Sospirando, si avvicinò con l’aria con cui un condannato a morte potrebbe guardare il boia. «Malfoy, ti scoccia se mi siedo qui?» chiese.
Draco lo guardò come se gli avesse appena chiesto di ballare i Village People davanti all’intero corpo insegnanti. «Mi stai chiedendo il permesso, Potter?» chiese a sua volta.
«Be, sì», rispose Harry, «sai, è educazione».
«E suppongo che sarebbe maleducazione se ti dicessi che sì, mi scoccia», sospirò Draco, spostando i suoi libri per fargli posto. «Siediti pure, Potter».
Harry si sedette, nervoso, e cominciò a estrarre i suoi compiti dalla borsa, senza guardare il Serpeverde, che sbuffò divertito. «Non mordo, sai?»
Harry lo guardò perplesso. «Come hai detto, prego?»
«Mi credi tanto stupido, Potter?» chiese Draco. «Sono due settimane che mi eviti e fai di tutto per non guardarmi in faccia. Si può sapere che ti prende? Non è che ci siamo propriamente trovati simpatici, in questi ultimi anni, ma perlomeno una volta se ti trovavi da solo con me mi insultavi, mi lanciavi addosso incantesimi, tentavi di uccidermi… Cos’è, ti sei innamorato di me?»
Harry avvampò. «Non dire scemenze!» esclamò.
«Se lo dici tu…» replicò Draco, dubbioso. «Comunque, si può sapere che hai, se è lecito chiederlo?»
«Vuoi sapere che ho?» sibilò Harry, furioso. «Sono due settimane che quella scema di Hermione continua a ripetermi che dovrei mettermi con te perché “saremmo perfetti insieme”», disse, scimmiottando la sua migliore amica. «Pensavo che almeno Ron l’avrebbe trovata un’idea malsana, invece oggi anche lui si è messo a dire che il sesso sarebbe molto più interessante e che quando lui e Hermione lo fanno subito dopo aver litigano è molto più arrapante! Hai idea di quanto sia traumatizzante sentirmi dire una cosa del genere? Hermione è praticamente mia sorella, io non gli andavo certo a raccontare che cosa facevamo io e Ginny nella Stanza della Necessità, no?»
Se si aspettava che Draco, dopo tutta quella filippica, scappasse via urlando e cercasse di farlo internare al San Mungo, rimase enormemente deluso. Al contrario, il Serpeverde lo stava fissando con incredibile interesse.
«Ehm, Draco… Va tutto bene?» chiese Harry, timoroso.
«La Granger non è mica stupida, sai?» disse Draco dopo qualche minuto. «Il sesso sarebbe incredibilmente interessante».
Harry lo guardò come se fosse ammattito.
«Naturalmente», proseguì il biondo, «tu staresti sotto».
«Sì, ti piacerebbe, Malfoy», disse Harry con sarcasmo, chiedendosi se non fosse il caso di chiamare Madama Chips e avvertirla dell’epidemia di pazzia che ormai sembrava stesse dilagando.
«Certo, Potter, non sai quanto», sussurrò Draco.
Harry divenne ancora più rosso. «Ma quindi… Sei davvero gay?» chiese incerto.
«Certo, Potter!» rispose Draco, guardandolo male. «Cielo, sei probabilmente l’unico a non averlo notato… Sono così effemminato che sono più donna della Granger!»
Ok, oltre ad avvertire Madama Chips dell’epidemia, doveva farle presente che il virus, o qualunque cosa fosse, non aveva nemmeno tanta fantasia: tutti ripetevano le stesse frasi. Ricordandosi che comunque ai pazzi è meglio dar corda, decise di rispondere a tono: «Be, se sei così femminuccia allora dovresti essere tu a stare sotto!»
Draco ghignò. «Be, potresti provare a convincermi. Mi sento però in dovere di dirti che non hai nessuna speranza».
«Convincerti?» chiese Harry. «In che senso?»
Il ghigno del Serpeverde si allargò. «Be, potremmo andare del bagno dei Prefetti e vedere che cosa succede».
«Ma io…io…» balbettò Harry, incerto, ma guardando Draco non gli sembrò più una così brutta idea. Probabilmente era stato contagiato anche lui dal virus della pazzia, ma decise che non gli importava. In fondo, perché no? «Va bene», disse infine, alzandosi, «ma ti avverto che so essere molto persuasivo».
«Oh, non temere, Potter, non lo sarai mai quanto me» ghignò Draco, seguendolo fuori dalla biblioteca, ignaro di due teste ridacchianti che li stavano osservando da dietro lo scaffale di Incantesimi.
«Te l’avevo detto che avrebbe funzionato!» sussurrò Hermione, elettrizzata. «Sono fatti l’uno per l’altra…per l’altro! Sono perfetti, insieme!»
«D’accordo», ammise Ginny, «hai avuto davvero un piano geniale. Ok, ragazzi», aggiunse poi ad alta voce, rivolta agli studenti seduti ai tavoli, «grazie per aver collaborato occupando tutti i posti. Chi vuole può andarsene… Vi darò i soldi domani. E forse qualcuno di voi può essere pagato in natura…» aggiunse, guardando lascivamente un attraente Corvonero del settimo anno.

Harry si sedette pesantemente sulla prima poltrona della Sala Comune che gli capitò a tiro, sotto lo sguardo soddisfatto di Hermione. «Non guardarmi così!» disse, infervorato. «Non posso sopportare tutta questa soddisfazione, mi fa male dappertutto!»
«E…?» lo incalzò l’amica, ridacchiando più che mai.
«E… Ok, avevi ragione tu», sospirò Harry, sconfitto, «il sesso è incredibilmente più interessante».


* la frase è sgrammaticata apposta, perché Ron non ce lo vedo molto a parlare forbito, e qualche congiuntivo a volte gli scappa XD
  
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