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Autore: sweetPotterina    07/10/2010    10 recensioni
Hermione Granger decide di intraprendere il suo nuovo anno ad Hogwarts per poter completare la sua carriera scolastica. Con sè, porta però un piccolo segreto: il suo matrimonio con Ronald Weasley.
Troppo confusa riguardo i suoi sentimenti, si troverà di fronte a delle scelte da prendere che segneranno per sempre la sua vita: tra sbagli, gesti impulsivi ed imprevisti, scoprirà che a volte se lo si vuole veramente i sogni possono diventare realtà e come intraprendere la via apparentemente più facile non sia sempre la scelta giusta.
Dal secondo capitolo:
-Granger, che ci facciamo qui?
-Ho bisogno di un piccolo favore.
Era sconcertato. Cosa mai poteva volere la Mezzosangue da lui? E, soprattutto, cosa mai poteva darle?
-Di cosa si tratta?
Hermione lo guardò per un lungo istante prima di rispondere –Io voglio che tu faccia l’amore con me.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Blaise Zabini, Draco Malfoy, Ginny Weasley, Hermione Granger, Pansy Parkinson | Coppie: Draco/Hermione, Draco/Pansy, Harry/Ginny, Ron/Hermione
Note: Lime, OOC, What if? | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Ombra costante'
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CAPITOLO III
MEZZE VERITÀ


L'amore ha diritto di essere disonesto e bugiardo. Se è sincero.
(Marcello Marchesi)



-Hai saputo l’ultima novità su Malfoy e la Granger?
-Parli delle loro sparizioni durante i turni da caposcuola?
-No, quella è roba vecchia ormai. Pare che stamattina abbiano litigato un’altra volta perché lei è rimasta incinta!
-Ma ne sei sicura?
-Sì, l’ho sentito con le mie orecchie. Alcuni, persino pensano che lo abbia fatto apposta per farsi sposare da lui dopo i M.A.G.O..
-Incredibile, da lei non me lo sarei mai aspettato.
Hermione Granger era stanca.
Nascosta dietro una grossa statua, erano ormai ore che ascoltava le voci che Malfoy aveva messo in giro su di loro.
Ovviamente tutte false.
Andava avanti così da una settimana ormai. Inizialmente, si era limitato a mostrare una certa confidenza tra loro, rivolgendole la parola durante le lezioni, accompagnandola in biblioteca e avvicinandosi durante i pasti in sala grande. Tuttavia, di fronte la sua indifferenza e la sua freddezza presto aveva cambiato strategia, esagerando con i pettegolezzi.
-Ehi voi due, non avete niente di meglio da fare? Dovreste vergognarvi. Dieci punti in meno a entrambe.
Hermione prese un lungo respiro e fuoriuscì dal suo nascondiglio, puntando l’indice verso le due pettegole che adesso la osservano spaventate.
Era evidente che avesse sentito tutto, come sempre del resto.
-Ma, non puoi…- provò a ribattere, con la voce tremula, una delle due ragazze.
Hermione si mise le mani, strette in forti pugni, sui fianchi e con aria di sfida proruppe.
-Sono Caposcuola. Posso eccome. Mi riterrei anzi fortunata, la prossima volta vi mando direttamente dalla Preside, mi sono spiegata?
Le ragazze chinarono il capo e, nonostante poteva vedere la loro rabbia dalla stretta adesso più forte sui loro libri, le vide annuire per poi darle le spalle e scomparire per un altro corridoio.
Hermione a volte lasciava correre, facendo orecchie da mercante, ignorando gli sguardi malevoli e le parole di disprezzo che tutti sembravano rivolgerle ovunque andasse.
Ogni studente sembrava essersi accaparrato il diritto di giudicarla. E l’esito, puntualmente, non poteva che essere negativo.
A volte non riusciva proprio a contenere la rabbia, specie quando doveva sentire certe assurdità.
Dal giorno in cui aveva rifiutato il ricatto di Malfoy era passata una settimana, in cui la sua vita si era trasformata in un vero inferno.
Non si erano più parlati, non privatamente almeno: lui approfittava di ogni situazione e di ogni momento per starle addosso, e non per insultarla o schernirla, come era suo solito fare, ma per lodarla e riempirla di complimenti indesiderati.
Sapeva che il suo rifiuto avrebbe portato delle conseguenze per lei, ma contro tutte le sue aspettative, non solo lui aveva osato più di quanto avesse mai immaginato, ma il suo folle piano stava pure funzionando: con o senza la sua approvazione, lui era riuscito a fare di lei una sua proprietà, almeno per l’opinione comune, così che tutte le persone di sesso maschile presenti ad Hogwarts le stavano lontano evitandola, neanche avesse la peste.
Non che le dispiacesse, anzi non gliene importava poi molto, ma l’idea che lui stesse prendendo controllo della sua vita la irritava da morire.
Le era sempre accanto: a lezione, nei corridoi e, a volte, persino in sala grande, prima che ognuno prendesse posto al proprio tavolo.
Il peggio era che, quando sapeva di essere osservato, cioè sempre, approfittava dei suoi momenti di distrazione per avvicinarsi a lei, al punto che chi si voltava verso di loro aveva l’impressione che si fossero appena baciati o abbracciati.
Alle lezioni, in cui inspiegabilmente riusciva sempre a sedersi accanto a lei, le metteva il braccio dietro la schiena o lungo il bordo della sedia.
In sala grande la fissava ininterrottamente senza abbassare un secondo lo sguardo, facendo parlare e straparlare tutti i commensali.
Nei corridoi, infine, le camminava dietro, neanche fosse una guardia del corpo, e quando sapeva di essere visto o sentito si avvicinava per chiederle di portarle i libri, di accompagnarla a lezione o peggio, le chiedeva conferma di appuntamenti inesistenti.
Parlava ininterrottamente con doppi sensi e aveva modificato tutti i suoi turni da caposcuola cosicché lui fosse sempre con lei: era come un ombra, o peggio una zecca insopportabile.
Le lanciava mille provocazioni e frecciatine allusive, a volte facendola arrossire.
Un applauso rimbombò nel corridoio deserto, ma prima ancora di potersi voltare Hermione sentì delle dita accarezzare una ciocca del suoi capelli.
-Molto brava. Crudele, ma per lo più sleale. Usare la propria autorità in questo modo…
Poteva immaginare il suo ghigno soddisfatto curvare le sottili labbra di Malfoy, e sapeva che sarebbe bastato un solo passo indietro per far combaciare il forte torace di lui con le sue spalle.
-Cosa vuoi, Malfoy? Non c’è nessuno qui per dare spettacolo.
-Non sono qui per questo, lo sai.
Hermione aveva più volte cercato di parlargli, in modo da cercare insieme una soluzione ragionevole, ma lui gli era sempre sfuggito, evitandola: era chiaro che non volesse discutere ma solo farla impazzire.
-E sai anche del profondo e viscerale odio che nutro per te?
-Certamente- rispose semplicemente, accarezzandole il collo.
Hermione si voltò di scatto furiosa, ma prima che lei potesse estrarre la sua bacchetta lui le fu subito addosso.
Questi erano i momenti che temeva di più.
Se da un lato aveva dovuto abbandonare la biblioteca, luogo in cui, in sua presenza, il silenzio era ormai solo un lontano ricordo, dall’altro aveva dovuto persino evitare il suo dormitorio, che frequentava solo nelle ore notturne giusto per dormire, perché anche chiusa nella sua stanza poteva vedere le ombre sotto la porta e i mormorii dei suoi compagni, sicuramente con le orecchie appiccicate alla porta.
Si sentiva soffocare, in trappola, e come un topolino in una grande gabbia aveva dovuto trovarsi degli angolini bui ove trascorrere i suoi momenti di libertà, che tuttavia venivano inspiegabilmente interrotti.
Per quanto non scegliesse mai lo stesso posto, non sapeva ancora come, lui riusciva sempre a trovarla, e se inizialmente aveva gradito la cosa giusto con l’intenzione di parlagli e chiarire, aveva scoperto a sue spese che lui non aveva affatto simili interessi.
I suoi agguati erano solo e semplicemente degli attimi di intimità che con prepotenza lui gli rubava e, ad Hermione, non era sfuggito il perché.
Nonostante lui fosse riuscito ugualmente a fare di lei la sua ragazza, rendendola così intoccabile ad ogni essere di sesso maschile presente tra le mura del castello, agli occhi della gente, non era ancora riuscito ancora a ottenere ciò che ambiva di più, ovvero il suo corpo.
Draco le prese la vita, strattonandola su di sé, mentre con l’altra libera le afferrò i suoi capelli per spingere il viso di lei al suo, in modo da rapirle le labbra in un bacio impaziente.
Indietreggiò, trascinandola con sé, in un angolo sempre più buio aumentando l’intensità del bacio.
Hermione per quanto si ostinava a resistergli, puntualmente allo scoccare dei dieci secondi, finiva per cedere e schiudere le labbra per accogliere così la sua lingua dentro di sé.
Doveva ammettere che era un ottimo baciatore: riusciva a stuzzicarla, giocando con le sue labbra e la sua lingua, facendole ogni volta perdere la cognizione del tempo e dello spazio. In quei momenti, non aveva più un singolo pensiero, ogni neurone si assopiva, lasciandola solo in prenda ai sensi.
Si convinse che non era colpa sua, che semplicemente era l’amore a moltiplicare le sue emozioni con così poco.
Dopo un tempo che sembrò durare un eternità sciolsero quel bacio in modo da permettere ad entrambi di tornare a respirare.
Hermione ne approfittò e mise le mani sul suo petto, mettendo una certa distanza tra loro; rimase a scrutarlo attentamente, cercando di non perdersi in quell’oceano invernale che erano i suoi occhi.
Draco non distolse lo sguardo, lo sostenne con un espressione neutra seppur languida. Poi, muovendo semplicemente le labbra, Draco sussurrò rocamente.
-Tu sei mia.
Hermione come se si fosse appena svegliata sotto un forte suono di trombe, proferì contrita.
-No, non è vero.
-Forse, non completamente, ma lo sarai presto- rispose affabile, accarezzandole una guancia con il dorso della mano.
Ad Hermione ricordare la verità faceva troppo male, così con disperazione, che Draco male interpretò, scandì. -Ma lo vuoi capire? Questo non accadrà mai, io non sarò mai più tua.
Draco sbuffo, per nulla scalfito da quelle parole. -Perché adesso stai con Weasley?
Hermione rimase di sasso, sgranando gli occhi immobile. Il cuore aveva perso un battito e, tutto, intorno le sembrava immobile e fin troppo silenzioso, se non per quel piccolo fruscio del vento che sembrava stridere sulle grandi vetrate. Non sapeva se essere spaventata o sollevata della scoperta, specie perché non riusciva a capire le sue intenzioni e i suoi pensieri a riguardo.
-Oh, non fare quella faccia. Credevi davvero che io non lo venissi a sapere?
-Tu… Da quando lo sai?
Non sembrava per nulla arrabbiato.
Draco, infatti, si stava gustando il suo momento di vittoria.
Quando aveva scoperto di loro aveva ponderato l’idea di rivelare al suo fidanzato ciò che era successo tra loro. Ma questo non sarebbe stato nel suo stile, senza contare che sarebbe potuto apparire geloso, sentimento che non lo sfiorava affatto. Forse.
Torturarla per un intera settimana, invece, era stato un puro divertimento per tutti i suoi sensi e il suo orgoglio, per non parlare di quei momenti rubati per vendicarsi ancora una volta del trio e per soddisfare in parte le sue voglie.
E poi far uscire fuori la verità non gli avrebbe giovato a molto, mentre in questo modo poteva averla in pugno totalmente.
Adesso, però, era venuto il momenti di mettere le carte in tavola e, se è possibile, averla finalmente ancora.
-Non ha alcuna importanza.
Hermione, che aveva ancora le mani di lui intono alla vita, se lo scrollò facendo qualche passo indietro. Era ovvio, dal suo sguardo, che c’era dell’altro e che questa sua omissione non sarebbe passata liscia, così indagò dubbiosa. -Perché non l’hai spifferato a tutti, allora?
Draco poggiò un piede sulla parete a cui era appoggiato e, mettendosi le mani in tasca, spiegò come se niente fosse.
-E perché mai avrei dovuto? Se si sapesse in giro, qualcuno potrebbe dirgli di noi e non mi va di perdere tempo con la donnola.
-Non esiste nessun noi, Malfoy.
Avrebbe voluto gridargli quella realtà con rabbia, ma dalla sua voce fuoriuscì solo amarezza.
Draco la guardò per un istante trionfo, poi staccandosi dalla parete alle sue spalle, si avvicinò di nuovo a lei.
-Ma questo lo sappiamo solo tu ed io, gli altri la pensano diversamente .
-Grazie a te - rispose sprezzante.
-Esattamente, sono bravo in queste cose eh?
-Sei solo una viscida e schifosa serpe - sputò con l’intento di ferirlo, inutilmente.
Draco si passo una mano tra i capelli e vanitosamente rispose. -Grazie, me l’hanno già detto.
-Anche se credo che tu lo sia molto più di me- aggiunse, accompagnando le ultime parole con uno sguardo molto eloquente che disturbò la giovane.
-Che vorresti insinuare?
-Non ci arrivi da sola? Non è esattamente da Grifondoro tradire il proprio fidanzato, tra l’altro con il ragazzo che avete sempre odiato. Senza contare le miriadi di bugie che hai raccontato sia alla donnola che al resto di Hogwarts dall’inizio dell’anno scolastico. Mi sa che ti devo i miei complimenti, ti avevo sottovalutata.
La strega si ammutolì all’istante, guardandolo truce, con odio colpevole. Non le era mai piaciuto mentire, le costava sempre un immensa fatica, che terminava con una lunga ora di pianto disperato in compagnia di Mirtilla Malcontenta, nell’unico luogo in cui sapeva di poter star da sola, indisturbata. Tuttavia, lui aveva detto la verità, aveva maledettamente ragione e ora che tutte le sue paure avevano preso voce dalla sua bocca si sentì un mostro senza cuore. E dire che tutto era iniziato con le migliori intenzioni.
-Risparmiateli.
Draco però aveva appena iniziato la sua lenta ed inesorabile tortura sull’animo della giovane Grifondoro.
-A proposito, non te l’ho mai chiesto. Com’è che hai scelto proprio me?
Dirglielo saprebbe stato un suicidio. Quello era un segreto che avrebbe preferito portarsi nella tomba.
Ad ogni modo, Hermione non aveva intenzione di lasciarlo inferire ancora. Per quanto sentisse di meritare tanto male, non avrebbe permesso che proprio lui continuasse a farsi beffe di lei.
Oltretutto, era tutta colpa sua: non era riuscita a mantenere il patto che aveva stipulato con se stessa, che richiedeva la sua fedeltà a Ron.
Era andata a letto con Malfoy, e per quanto non riuscisse proprio a pentirsene, sapeva che così si era auto-inflitta la sua condanna, a cui lei sola poteva porre rimedio.
Cercare di rimandare l’inevitabile poteva divenire rischioso e lui aveva osato anche troppo.
-Sai che ti dico, Malfoy? Hai vinto- disse, alzando lo sguardo sul suo viso e incontrando solo stupore.
-Sul serio, Granger?- chiese d’un tratto scettico, alzando un sopracciglio.
Hermione era decisa a rimediare ai propri errori e non avrebbe permesso al suo orgoglio o ai suoi numerosi scrupoli di mettersi in mezzo stavolta. Draco Malfoy era diventato troppo pericoloso e doveva sbarazzarsene, subito.
-Sì. Se per porre fine a tutto questo devo venire a letto con te lo farò. Immagino vorrai cominciare subito, no?- chiese determinata, prendendogli una mano per tirarselo dietro.
Draco però era ancora troppo incredulo per il suo così facile cambio d’idea che non poté fidarsi. Piantò i piedi per terra e lasciò la mano della strega.
-Aspetta un attimo, Sanguesporco. Com’è che hai cambiato idea adesso?
-È semplice: mi hai scoperta, quindi a meno che non ti uccida non ho altra scelta che fare ciò che mi chiedi per farla finita una volta per tutte.
-Ricordi le mie condizioni?
-Sì, sei stato chiaro l’ultima volta- continuò Hermione, indignata e allo stesso tempo nervosa.
Draco la scrutava attentamente in cerca di una falla, ma non vedeva incertezze nei suoi occhi.
-Potrebbe passare molto tempo.
Hermione inaspettatamente ghignò.
-Non credo che tu voglia sul serio dire al mondo intero che stiamo insieme, perché tutti penseranno questo se una volta finita la scuola continueremo a frequentarci.
In realtà, non aveva intenzione di arrivare fino alla fine dell’anno, anche perché non credeva che lui potesse volerla a tal punto.
Draco non si lasciò trarre in inganno da quella provocazione: era ovvio che non aveva sul serio intenzione di fare coppia fissa con lei, quello che c’era adesso era solo un gioco, un gioco nato per divertimento e perché no, per vendicarsi. Tuttavia le sue parole non lo convincevano affatto.
-Allora, andiamo?- chiese spazientita la ragazza, ticchettando il tacco della scarpa sul pavimento.
Rimasero in silenzio, scrutandosi attentamente l’un con l’altro, finché Draco incrociò le braccia al petto e spezzò il silenzio inquietante tra loro. –No.
Hermione stava nascondendo qualcosa, lo sapeva, e non avrebbe permesso di prenderlo in giro ancora.
Hermione era sbalordita, ma nascose la sua sorpresa. -Hai altro da fare adesso?
-Ho cambiato idea- disse semplicemente il mago, avvicinandosi serio.
-Che vuoi dire?
Ad Hermione non piacque quello sguardo: era sicura di farlo contento e invece sembrava arrabbiato più di prima.
-Non ti voglio più.
-E cos’è che vuoi adesso?
Hermione sentì un filo di paura trapassarla da parte a parte, ad ogni passo del ragazzo. Era curiosa e allo stesso tempo intimidita, certa che la sua nuova proposta non potesse essere qualcosa di meglio.
Draco la raggiunse e, chinandosi, avvicinò il suo viso a quello della strega tanto da poterlo sfiorare con la punta del naso.
-La verità.
Hermione boccheggiò. È impazzito!
Cercò di non dar a vedere il tuffo al cuore che aveva sentito, così sorreggendo il suo sguardo disse timida. -Non capisco.
Draco non si era mosso dalla sua posizione, come Hermione non aveva osato fare un passo indietro per mettere le distanze.
-Voglio ventiquattro ore di sincerità. Qualsiasi cosa ti chiederò, ovunque te la chiederò.
I suoi occhi sembravano scrutarle l’anima, leggerla profondamente, e stanarla come un coniglio nella sua tana. In quel momento ebbe paura e si sentì persa.
-E, poi, mi lascerai in pace? Niente più scherzi, allusioni, imboscate…
Draco ghignò, soddisfatto del rossore delle sue guance.
-Esattamente. Ognuno riprenderà i suoi ruoli di sempre.
Era meglio il sesso.
Per quanto la proposta fosse allettante, era troppo rischiosa per lei e per il suo cuore. Una volta scoperto i suoi sentimenti, sarebbe stata alla sua più totale mercé, senza contare che la sua reazione, che poteva già immaginare, l’avrebbe ferita immensamente.
-Non credo…
Fece per ribattere, ma Draco prese parola bruscamente. –È la mia decisione definitiva e non accetto un no come risposta, stavolta. A meno che non vuoi che io dica a tutti il tuo piccolo segreto, ti consiglio di fare ciò che ti chiedo. Intesi?
-Non puoi. L’hai detto tu stesso, succederebbe il finimondo- cercò di farlo ragionare, alzando di un ottava il tono della sua voce.
Draco indietreggiò e, facendo spallucce, rispose indifferente.
–Forse. Ma non sarò io quello incasinato fino al collo a quel punto. Per una volta, Weasley credo vorrà vedere qualcun altro morto al posto mio.
Era in trappola, non aveva scelta. -Perché proprio la verità?
Draco le aveva voltato le spalle ma, nonostante non poteva vedere il suo volto, il tono con cui le rispose lasciò intendere che quella domanda lo aveva turbato.
-Mi piace avere sempre qualcosa che gli altri non hanno. In fin dei conti, io ti ho già avuta.
-Ma…
Draco la ignorò e si avviò dalla parte opposta del corridoio.
-Le ventiquattro ore partiranno dalle sette di stasera. Preparati.

***

Sono nella merda! Sono nella merda più totale e puzzolente che si sia mai vista.
Hermione era ancora una volta rinchiusa nel bagno delle ragazze, seduta sotto il lavandino con le ginocchia al petto.
Anche se non aveva acconsentito esplicitamente, Draco era stato di parola e alle sette in punto aveva cominciato con le prime domande che, contrariamente a quanto si era aspettata, si erano rivelate dei semplici mezzi per metterla in imbarazzo di fronte tutta la scuola.
Durante la cena, più volte le si era avvicinato facendole così ammettere che riteneva il professore Ruf noioso e poco propenso ad insegnare, perché non capace di stimolare i suoi studenti. Che Ron era rozzo tanto quanto Harry era imbranato.
Era riuscito a farla litigare piuttosto furiosamente con una ragazza di tasso rosso, concordando con lui sul fatto che fosse troppo frivola.
Per non parlare della discussione con un ragazzo di Corvonero, quando aveva dichiarato che era più intelligente lei che era a Grifondoro.
Infine, come ciliegina sulla torta le aveva fatto confessare che lui, Draco Malfoy era il ragazzo più bello e irresistibile di tutta Hogwarts e che quindi lo trovava sexy.
Il problema, in realtà, era che lui fosse riuscito a scorgere in lei tutto ciò che pensava: non una volta l’aveva provocata con una domanda priva di fondamenti: per sincerità, si era trovata a concordare con ogni sua affermazione.
Era uscita dalla sala grande rossa in viso e tremendamente imbarazzata solo quando tutti ebbero finito i loro pasti, non gli aveva permesso di fuggire un attimo prima, bloccandola sull’ingresso centrale.
Adesso aveva paura di uscire, perché sapeva che una volta messo piede fuori dal bagno delle ragazze avrebbe trovato lui fuori ad aspettarla.
-Finalmente! Credevo che fossi sparita!
Hermione sussultò e Ginny, spaventata dalle lacrime dell’amica, si calmò andando ai suoi piedi.
-Per Morgana! Allora, è vero. Sei incinta!
Hermione sgranò gli occhi.
-Cosa? No. No, non sono incinta Ginny. Come ti salta in mente?- sbraitò indignata.
-È un giorno che tutti ne parlano, praticamente non si fa altro- rispose agitata la giovane rossa, cercando di spiegarsi.
Lo sguardo di Hermione, però, le fece capire tutto ciò che c’era da sapere. Dispiaciuta sbuffò, sentendosi impotente di fronte il putiferio che aveva risucchiato la sua migliore amica.
-Insomma, Herm, che sta succedendo? Malfoy ultimamente sta proprio esagerando.
Ginny sospirò e le si sedette accanto, sul freddo pavimento. Hermione piegò la testa sulla sua spalla, cercando conforto.
-È colpa mia. Ho fatto un pasticcio e non so più come uscirne.
Ginny sorrise con amarezza tra sé, accarezzando i ricci ribelli di Hermione sulla testa.
-Temevo che prima o poi sarebbe successo. Ma sei un essere umano Hermione, capita di sbagliare- la giustificò.
Ma per Hermione non esisteva un perdono per tutto ciò che aveva fatto alle persone che amava e a se stessa.
-Si ma io l’ho davvero fatta grossa, Gin.
-Vedrai che presto troverai una soluzione. Lo fai sempre.
-Stavolta è diverso- proferì decisa, scostandosi e alzando lo sguardo su Ginny.
Quest’ultima l’attirò a sé, per un caldo abbraccio, nella speranza che potesse anche un po’ confortare la giovare ragazza.
-Andrà tutto bene, ne sono sicura- mormorò sui suoi capelli.
-Sei fortunata tu, Gin. Hai Harry che ricambia tutto il tuo amore- disse poi, dando sfogo a quella punta di gelosia che la pizzicava quando osservava i suoi due migliori amici felici insieme.
-Lo so. Ma un giorno, anche tu sarai felice con la persona che ami- disse, con saggezza Ginny, accarezzandole la schiena.
Rimasero dopodiché in silenzio, ognuno persa tra i propri pensieri. Hermione pianse e si lasciò cullare dalle braccia dell’amica, che in quei momenti somigliava tanto alla padrona di casa Weasley.
–Perché mi cercavi?- chiese, poi, improvvisamente Hermione.
-Oh, me n’ero dimenticata. È arrivato questo per te- disse Ginny, portandosi una mano sulla fronte e l’altra sulla tasca dei jeans. Ne estrasse un biglietto.
Hermione alzò lo sguardo, vedendo così planare tra le sue mani un piccolo foglio di pergamena ripiegato. Curiosa, lo prese e lo lesse.

È inutile che ti nascondi, non puoi sfuggirmi.
Ti aspetto alle 22 nel mio dormitorio, puntuale.
Veritas filia temporis.


Non serviva alcuna firma per capirne il destinatario. Un brivido le corse lungo la schiena, mentre lo stomaco venne stretto da brutti presentimenti. Impresse nella sua mente la parola d’ordine e strappò il foglio in mille pezzi.
-È lui, non è vero?
Hermione la guardò con uno sguardo interrogativo.
-Malfoy.
Hermione chinò il capo, ma Ginny capì.
-Un giorno mi racconterai mai come hai fatto a innamorarti di lui?
Hermione sgranò gli occhi ancora. Non sapeva come aveva fatto a scoprirlo. -Come…
La giovane strega sorrise, affrettandosi a spiegare quanto per lei era ovvio.
-Hermione, è evidente. Tra voi qualcosa è cambiato, e non perché quella serpe non perde occasione per sbandierarlo ai quattro venti. Con lui non sei la stessa e il tuo sguardo si illumina anche quando nonostante tutto vorresti schiantarlo.
Hermione abbassò lo sguardo, sussurrando appena. -E non sei arrabbiata?
-Sì- le rispose con fermezza l’amica.
-Mi dispiace, Gin. So che lui è una serpe, una viscida e schifosa serpe, ma…
-Sciocca. Non sono arrabbiata per questo. Non so perché improvvisamente i tuoi sentimenti per lui siano cambiati, ma avresti potuto dirmelo, avrei potuto aiutarti.
Ginny le prese una mano e la strinse tra le sue, trasmettendole tutto il suo affetto.
Hermione sorrise lievemente, scrollando il capo abbattuta.
-Non credo. Sono così confusa e lui, adesso, non mi lascia un attimo di respiro.
-Già. Ma stai attenta, Herm. Lui potrà essere in parte cambiato. Tutti hanno visto i loro cambiamenti dopo la guerra. Ma rimane Draco Malfoy e a meno che anche lui abbia preso un colpo in testa e si sia innamorato del suo nemico, bhè continuerà a farti soffrire.
-Lo sta già facendo- ammise la riccia con tristezza.
-Lo so, amica mia, mi dispiace- la consolò Ginny, accarezzandole una guancia, delicatamente.
-Adesso è meglio che vada. Credo che Lavanda e Calì meritino una bella fattura orco volante- aggiunse infine, rialzandosi e avanzando verso la porta con un sorriso luminoso.
Voleva farla ridere, ma Hermione si limitò a sorriderle ancora una volta.
-Grazie Gin, sei una vera amica- la ringraziò, prima di vederla uscire dal bagno.
Dopodiché, attese: mancava solo un ora all’appuntamento.

***

Draco si sentiva stranamente nervoso.
Non era una sensazione che sentiva da moltissimo tempo e lo disturbava.
Si versò del whisky incendiario, accomodandosi sulla poltroncina di fronte il piccolo caminetto personale che aveva fatto istallare nella sua camera, grazie a suo padre, e si immerse nei suoi pensieri contemplando le fiamme che scoppiettavano allegre.
Non sentì aprire la porta, quindi quando la sentì chiudersi venne colto di sorpresa. Si voltò e trovò Hermione Granger sulla soglia della porta, con indosso ancora la sua divisa scolastica spiegazzata; si torturava le mani in segno di grande disagio e, nonostante il suo volto mostrava preoccupazione, i suoi occhi riflettevano le fiamme del fuoco che fin’ora aveva osservato, in segno di determinazione.
Sorrise ricordando che era pur sempre una Grifondoro.
Hermione sentiva le gambe tremare e il cuore battere forte, e non solo per la paura di ciò che gli avrebbe fatto presto confessare, ma perché quella stanza racchiudeva uno scrigno segreto di ricordi indimenticabili che le faceva male ricordare.
Senza contare che era nel dormitorio della sua casa nemica. Ad ogni modo decise di farsi forza.
-Accio bacchetta.
Draco si era appena alzato dalla sua poltroncina e, prima che potesse dire altro, le aveva confiscato la sua bacchetta: adesso era indifesa anche fisicamente.
Hermione guardò stupita la sua bacchetta volare dal suo mantello nelle mani della serpe che adesso ghignava soddisfatto. Non gli avrebbe fatto vedere quanto ciò l’aveva ulteriormente intimidita.
Con il petto gonfio chiese piccata. –Era proprio necessario?
-No, ma mi piace saperti completamente in mio potere- rispose beffardo Draco, con un ghigno sulle labbra.
-Capisco- rispose semplicemente la strega, interessandosi d’un tratto alle proprie scarpe.
-Perché sei ancora in divisa?
Hermione alzò lo sguardo, non capendo, poi disse semplicemente. –Non sono tornata nella mia stanza.
Draco aveva ingurgitato un altro sorso di whisky incendiario, svuotando così completamente il bicchiere, posandolo infine su un tavolino.
Hermione lo aveva osservato e aveva notato una piccola boccetta bianca su quello stesso tavolo.
-Sei stata tutto questo tempo in bagno?- chiese Draco avvicinandosi.
Hermione assottigliò lo sguardo verso quella piccola ampolla trasparente, rispondendo al ragazzo distrattamente. –Sì.
-Perché?- chiese serio il mago, accorciando sempre più le distanze e ignorando la disattenzione della compagna.
–Che ti importa?
-Granger, sono io che faccio le domande. Tu rispondi e basta. Sinceramente.
Hermione al momento aveva tutt’altri pensieri. –Hai intenzione di farmi bere il Veritaserum, oggi?
Draco non si scompose per essere stato scoperto e, incurante, rispose. –Dipende.
-Da cosa?
-Ancora domande Granger, non ci siamo. Ma se proprio vuoi saperlo dipende da te, se insomma sarà necessario.
Ormai Draco gli stava davanti, fissandola intensamente. S’impose di rimanere calma, respingendo la rabbia e stringendo i pugni lungo i fianchi.
-Non lo sarà.
-Vedremo. Allora, perché sei rimasta tutto questo tempo in bagno, e non sei tornata nella tua camera?
-Non volevo incontrare nessuno, volevo stare da sola- poi, prima che tornasse a chiedere il perché, aggiunse. –Volevo pensare un po’ a questa situazione.
Draco fece un cenno con la testa. –Comprensibile.
Le prese una ciocca di capelli e se la portò al viso per annusarla, poi, lasciandola ricadere, le girò intorno per ritrovarsi alle sue spalle. Hermione non capiva cosa avesse intenzione di fare, benché avesse resistito all'impulso di voltarsi per seguire i suoi movimenti.
Ad un tratto vide le braccia di lui intorno al suo collo e l'istante dopo il mantello scivolare a terra.
Prima ancora che avesse il tempo di replicare lo sentì pronunciare un secco ordine. -Sediamoci.
Hermione lo seguì senza fare storie. A che sarebbe servito?
Si accomodarono su un piccolo divanetto a due posti, ognuno ai due estremi, mettendo le distanze per quanto possibile. Draco era rilassato e, poggiando un gomito sul bracciolo, stava rivolto verso di lei, accavallando una gamba.
-Allora da quando stai con Weasley?- le chiese, massaggiandosi il mento.
Hermione si era seduta come una piccola bambolina, stando sulla punta del divanetto con le mani nelle ginocchia e lo sguardo fisso sul fuocherello.
-Da giugno per l’esattezza, poco dopo la fine della guerra.
-E come mai non avete mai fatto sesso… pardon!, l’amore, in tutto questo tempo?
Hermione rimase immobile. -Ho preferito così.
Draco rimase colpito. -Tu? Perché?
-Non mi sentivo pronta.
Le risposte di Hermione erano incolore: aveva lo sguardo incantato sulle sfumature del camino e la sua posizione rigida conferiva un certo nervosismo. Ma Draco non aveva intenzione di demordere.
Era una risposta più che ammissibile, però…
-Una settimana fa però lo sei stata. Perché non sei andata da lui?
-Perché in realtà non lo ero ancora.
Hermione si strinse forte le ginocchia: era vero, o almeno lo era stato prima di scoprire che non lo amava.
Draco non poteva crederci: come faceva a dire che non era pronta quando poi era venuta di sua spontanea volontà da lui?
-Granger…- la richiamò con una punta ammonitrice.
Hermione prese un lungo respiro e, per la prima volta, si voltò per incontrare i suoi occhi.
-Non ero pronta per farlo con lui.
Draco stavolta non mascherò il suo stupore: questa proprio non se l’aspettava. -
Perché?- continuò a insistere, portandosi indietro i proprio capelli.
Hermione abbassò lo sguardo sulle cuciture del divano. -Non volevo.
Draco si sentiva un piccolo bambino che continua a fare un sacco di domande stupide al padre. Iniziava ad innervosirsi.
-Ma perché?
La sua voce assunse una tonalità disperata.
Hermione sperò che lui capisse le parole non dette, così riallacciò i loro sguardi per rispondere decisa. -Perché era la mia prima volta.
Rimasero in silenzio per alcuni istanti.
Hermione non riabbassò lo sguardo, lo tenne alto sui suoi occhi che la ricambiavano confusi.
Draco era stupito, perché quella era in realtà una domanda stessa. La sua.
Proprio perché era la sua prima volta non riusciva a capire perché non fosse andata da Weasley.
Che diamine significa?
Poi un ricordo s’insidiò nella sua mente, così fievole che senza la dovuta attenzione sarebbe potuto sfuggirgli.

-Com’è che non vai dai tuoi amichetti? Adesso sono troppo impegnati per prestarti attenzione?
-Non è questo il punto. Questo favore lo voglio da te.


Lei aveva voluto di proposito condividere quel momento con lui.
Non con il suo fidanzato, non con un ragazzo qualsiasi, ma con Draco Malfoy.
-Perché proprio con me?
Una domanda che aveva voluto farle un milione di volte e che finalmente adesso poteva trovare risposta.
Era questo il quesito fondamentale, il dilemma, a cui Hermione aveva paura di rispondere, perché la risposta racchiudeva tutto.
Sapeva che sarebbe arrivata, che era questione di poco, eppure non voleva proprio rispondere.
L’idea che però lui le avrebbe in quel caso propinato il Veritaserum non contribuiva affatto.
Fin ora era riuscita a gestire la cosa, rispondendo con sincerità, seppur velata, ma adesso…
Poi un’idea. Era folle, ma ormai cos’aveva da perdere?
-Perché so che sei molto bravo a letto- disse sicura, costringendo la sua gamba a smettere di tremare.
Che bugiarda.
Draco rimase per un attimo interdetto. Per quanto in quelle parole non ci fosse altro che verità, sarebbe stato un pazzo a crederle.
-E lo sono?- chiese ghignando, poggiando un gomito sulla spalliera del divano e avvicinandosi.
Hermione aveva trattenuto fino a quel momento il respiro, con la folle paura che lui avesse scoperto la sua bugia e si infuriasse come un diavolo. Invece, incredibilmente, aveva abboccato.
Sorridendo sollevata, si voltò anche lei verso di lui e, saccente, rispose.
-Non lo so, l’ho fatto solo con te. Come posso saperlo? Ma sono sicura di avere imparato molto.
Draco era ammirato per il coraggio che andava a dimostrare quell’affascinante creatura: con un po’ dei suoi insegnamenti, sarebbe stata una degna Serpeverde, lo doveva ammettere.
Ad ogni modo, stava sul serio superando ogni limite. Sparito in un batter d’occhio il suo solito ghigno, le rivolse un’occhiataccia.
-Mi prendi per il culo?
Hermione, presa di contro piede, sussultò e fece per allontanarsi di nuovo. –No.
Draco ricoprì le distanze e, ferreo, la riprese.
-Anche se è ovvio che io sia particolarmente dotato a letto, hai pensato sul serio di rabbonirmi con una scusa del genere? Noi ci odiamo, Granger, e come se non bastasse quella era la tua prima volta!
Hermione non sapeva che dire. Mentre cercava di non mostrare alcun timore, setacciava la sua mente nella speranza di trovare un idea geniale.
–Ma, cosa vai pensando. Sei impazzito?
Draco stava per strozzarla, facendole inghiottire prima tutto il Veritaserum con l’intera boccetta.
Come poteva dare a lui del pazzo, se quella folle e illusa era proprio lei?
Hermione cercò di sedersi più comoda, poi, raccogliendo tutto il suo coraggio, sforzandosi di sorridere, iniziò a raccontare la più grossa bugia che avesse mai inventato.
-La verità è che mi vergognavo terribilmente di farlo con lui- sbottò tutto d’un fiato.
Diede un’occhiata al biondo da sotto le ciglia e, quando notò che aveva di nuovo tutta la sua attenzione, proseguì.
-Sai benissimo che io ho una certa reputazione, qui. Tutti sanno che eccello in ogni materia, non c’è niente in cui vada male; almeno non se mi documento un po’ prima. Tuttavia, credo che sappia anche tu che leggere sul sesso non mi sarebbe stato granché utile una volta arrivata al dunque. Non potevo farlo con Ron e fare una figuraccia.
Hermione adesso era in piedi e parlava gesticolando, tracciando cerchi concentrici sul tappeto, sotto lo sguardo indagatore di Malfoy.
Non lo aveva guardato, aveva fissato le sue mani e il pavimento, gettandogli solo un occhiata di tanto in tanto per verificare se la stesse seguendo o meno. In realtà, aveva cercato di convincere più se stessa che lui, mettendo enfasi in ogni parola.
Non ci era riuscita, ovviamente.
Ma decise di concludere comunque e incrociare le dita.
–Tutta Hogwarts non fa che elogiare le tue doti sessuali, quindi a chi chiedere una mano, se non al migliore?
Terminò la sua arringa che aveva il fiatone, orgogliosa comunque di se stessa per quel complimento finale che gli aveva rivolto, con il solo scopo di ammorbidirlo gonfiando ulteriormente il suo ego.
Intanto i secondi scorrevano e, Hermione, rimaneva davanti a lui, timida e incerta, in attesa della sua reazione.
Draco sentiva di stare per scoppiare.
Lo stomaco si contorceva con mille fitte sempre più forti: stava morendo dal ridere.
Quella piccola strega, ipocrita e bugiarda! Era tosta, doveva riconoscerlo: era maledettamente tosta.
Qualcun altro si sarebbe già messo in ginocchio, in lacrime, a pregarlo con l’assoluta verità. Lei continuava, invece, ad affrontarlo imperterrita.
Non capiva come poteva credere davvero di fregarlo con una balla talmente assurda, ma decise di stare al suo gioco, per approfittarne.
Rimase a fissarla impassibile, per un infinito istante, poi si alzò per avvicinarsi a lei. le andò alle spalle e, intrufolandosi tra i suoi ricci, soffiò a pochi centimetri dalla sua gote rosata.
-E non ti importa che così sia stato io a scoprire della tua totale mancanza in materia?
Hermione boccheggiò.
–Pe-perché dovrebbe?
A Draco quella risposta non piacque affatto, anche se aveva dannatamente ragione. In fondo, se quella fosse stata la verità, non avrebbe dovuto importare neanche a lui che, quella notte, Hermione Granger fosse stata inesperta nel suo letto; ma quella risposta, nascondeva implicitamente anche un profondo disinteresse nei suoi confronti.
-Mi sento usato, Granger. Mi piace fare sesso, ma non quando questo va a beneficio altrui.
Hermione fece per indietreggiare, arrossendo alla malizia dei suoi occhi; ma perse l’equilibrio, finendo così tra le braccia di Draco, che eroicamente la salvò prendendola tra le braccia. Guardò per un istante alle sue spalle, per vedere l’asta di ferro sul quale sarebbe andata a sbattere altrimenti, e si voltò nuovamente su di lui. Il suo silenzio la fece sentire in dovere di rispondere.
–Non dovresti. Ogni ragazza è per te un passatempo che, una volta uscita di qui, finirà sempre, presto o tardi, nel letto di qualcun altro.
-Con ogni ragazza non ho passato ciò che ho condiviso con te, però- ammise lui spontaneamente, incredulo di se stesso.
Hermione sgranò gli occhi. Le era sempre piaciuto pensare che anche lui quella notte avesse fatto l’amore con lei la prima volta e le sue parole sembravano … confermarglielo. Possibile?
-Dici sul serio?
Draco, notando il sorriso velare le sue labbra, si irrigidì dandosi dello stupido. –Te l’ho detto. Per quanto incredibile il tuo corpo mi ha lasciato ancora insoddisfatto.
Il sorriso di Hermione si spense.
Il suo corpo, era solo questo che aveva sempre voluto, e nient’altro.
Stava per spingerlo ed allontanarlo, ma lui la trattenne.
–Perché mi hai rifiutato il giorno dopo?
Hermione pensava che le domande fossero finite, ma evidentemente si sbagliava.
–Come ho detto, credo di aver imparato più che a sufficienza quella notte, quindi non ho ritenuto opportuno ripetere. E, poi, ricordati che sono sempre fidanzata.
Aveva parlato come se stesse spiegando una lezione di pozioni, cercando di non dar a vedere il tumulto che le stavano costando tutte quelle menzogne.
Draco sorrise all’ennesima bugia.
Sapeva che era stato stupido fargli questa domanda, ma le piaceva vederla storcere il naso e aggrottare la fronte mentre spremeva quel suo cervellone, alla ricerca della prossima frottola.
Stranamente, invece di irritarsi, si sentì divertito.
Magari gli avrebbe propinato il Veritaserum dopo, aveva tutto il tempo dopotutto.
–Dunque, adesso ti senti pronta per Weasley?
Quella domanda la colpì come un pugno gelato sulla schiena. Era l’ultima cosa che si aspettava, da lui.
Ad ogni modo, la risposta, in quanto fidanzata di Ron, non poteva che essere una sola. –Sì.
Draco fece una smorfia, corrugando la fronte: sapere che presto sarebbe stata tra le sue braccia lo inorridiva.
Lei era sua. Poco importava quello che potevano dire gli altri, quello che lei voleva: era sua e basta e, quella notte, glielo avrebbe dimostrato.
-Sai che penso?
Hermione scosse la testa.
-Che tu sia giunta a una conclusione un po’ affrettata- le disse con voce roca, facendo scivolare una mano tra i suoi capelli.
-Che vuoi dire?
-È un po’ presuntuoso pensare di aver già imparato ciò che ti serve in una sola notte. Inoltre, anch’io ho una reputazione da difendere e non lascerò che tu porti in giro il mio marchio senza che prima abbia imparato davvero tutto.
Draco non le diede neanche il tempo di realizzare quanto detto che l’attirò a sé, stringendola forte e catturandole le labbra.
Draco era impaziente, aveva atteso quel momento da troppo e fremeva di averla di nuovo nuda sotto di sé.
Hermione, dal canto suo, aveva lo stomaco in subbuglio: per ogni bugia detta aveva sentito una fitta allo stomaco come risposta; senza contare che il suo respiro su di sé, il suo sguardo penetrante ed eccitato, le sue mani calde e forti, il suo profumo intenso che le infiammava le narici… sentiva gli occhi pizzicare per le troppe emozioni.
Per quanto volesse bene ai suoi amici, a Ron, sentiva di non riuscire più a portare ancor avanti quella facciata: stava diventando una vera tortura.
Con lui al suo fianco riusciva a pensare solo a quello che si sarebbe gettata alle spalle una volta sposata, a quello che avrebbe perso, che le sarebbe mancato: perché sì, Draco Malfoy le sarebbe mancato come l’aria in un ascensore bloccato.
Se aveva pensato che sarebbe stato facile tenerlo lontano, rifiutarlo ancora e ancora, adesso sentiva che non poteva più farlo. Quando dischiuse le labbra, lui la baciò con un trasporto tale che sentì tutto intono svanire.
Era inutile lottare, almeno per quella notte il suo cuore aveva vinto.

Passarono ore, molte probabilmente, in cui non riuscirono a pensare ad altro che non fosse darsi piacere.
Adesso, stremati ed esausti, erano nudi, raggomitolati tra un lungo lenzuolo, sdraiati per terra e coperti solo dai loro bollenti corpi.
Hermione stava sopra di lui, il viso poggiato sul suo petto e i capelli sparsi qua e là, che solleticano il mento del ragazzo che stancamente respirava sotto di lui.
Sentiva il cuore di lui battere forte quanto il suo.
Tuttavia, come accadde la prima volta, la felicità che l’aveva accompagnata in quei lunghi momenti svanì come una folata di vento passeggera.
Era finita, stavolta, per sempre.
Alzò il viso, poggiando il mento sul suo torace, e prese ad osservarlo in ogni suo particolare.
Draco la sentì e abbassò lo sguardo per incontrare i suoi occhi nocciola, tristi.
Non saprebbe dire perché, ma sentì un calda sensazione attraversargli lo stomaco sprofondandone poi al centro.
Poi, come se fosse caduto in una vasca fredda, la vide alzarsi.
Hermione sentiva occhi pizzicare così, cercando di coprirsi nel miglior modo possibile, fece per alzarsi. Venne fermata.
-Dove vai, piccola bugiarda?
Hermione rimase come paralizzata da quelle parole, ma decise di ignorarle.
–È tardi, devo andare.
–Non poi così tanto, dopotutto. E noi, qui, non abbiamo ancora finito.
La riccia si voltò verso di lui scocciata. –Cosa vuoi ancora?
-La verità.
-Te l’ho già detta.
-Ah, quella. Sì, devo dire che quella storiella era piuttosto originale. Anzi, era davvero la cazzata più sensazionale che avessi mai sentito. Ma dimentichi chi hai di fronte, Granger: so riconoscere una balla da chilometri.
-Perché hai finto di crederci, allora?
-Così. Mi piaceva vederti crogiolare sulle tue bugie.
-Sei proprio un bastardo - disse scrollandoselo definitivamente di dosso e alzandosi.
Draco tirò il lenzuolo verso di sé, lasciandola completamente nuda. Hermione spalancò la bocca indignata e fece per coprirsi ma, sentendo la risata sincera di Draco come sottofondo, avvampò e, con l’ultimo briciolo di dignità rimastole, alzò il mento e iniziò a raccattare le sue cose.
Draco ammirò ancora una volta le delicate fattezze della ragazza e rimase a fissarla divertito, finché la vide indossare l’intimo. A quel punto si alzò per fare lo stesso.
Hermione continuava a borbottare tra sé mentre, rivestendosi, cercava di ricacciare le lacrime indietro e si concentrava sulla rabbia che sentiva dentro di sé.
Draco la ignorò e, indossati i boxer, andò verso il tavolino per prendere la boccetta di Veritaserum. Dopodiché raggiunse Hermione alle spalle, che nervosamente cercava di abbottonarsi la camicetta.
-Allora, Granger. Me lo dici con le buone o con le cattive, perché hai scelto proprio me per la tua prima volta?
Hermione si spaventò quando sentì i suoi capelli tirare sulla nuca e la voce roca di Draco accarezzare le sue orecchie. Improvvisamente, come se qualcuno avesse acceso contro il suo volere l’interruttore, il suo viso si rigò di lacrime salate, la cui vista sorprese Draco, portandolo a lasciarla andare.
Hermione, approfittando del fatto che Draco aveva alleggerito la presa su di sé, lo spinse via, lasciando perdere i bottoni della sua camicia che non avevano voluto saperne di chiudersi.
Indietreggiando, vide Draco di sbieco prendere la bacchetta e puntarla verso di lei.
Quello fu troppo per il suo cuore, che urlò straziato.
–Perché mi sono innamorata di te, stupido idiota!
Draco rimase come pietrificato, mentre la boccetta scivolava dalle sue mani e precipitava sul pavimento. Per un attimo credette che Hermione si fosse ripresa la bacchetta, lanciandogli un Pietrificus Totalus battendolo sul tempo; ma sapeva che non l’aveva fatto, che la bacchetta della strega era ancora nel suo cassetto.
Ma allora, perché il mio cuore si è fermato? Perché questo pugno allo stomaco?
Non era di certo la prima volta che qualcuno gli confessava i suoi sentimenti e, ogni volta, aveva avuto sempre la stessa reazione: indifferenza. Ogni volta tranne questa.
Mentre sapeva di avere gli occhi più aperti del solito, in segno di evidente sorpresa, la vide prendere di fretta il suo maglioncino e dirigersi alla porta, fermandosi sulla soglia.
-Credo che possiamo finirla qui. Hai saputo ciò che volevi, quindi adesso devi mantenere la tua promessa: devi lasciarmi in pace.
Hermione con il cuore che batteva forte, ancora incredula per ciò che gli aveva appena confessato, tirò su il naso asciugandosi malamente il viso bagnato.
Rimase a fissarlo in attesa di una risposta che non arrivò, dopodiché abbassò lo sguardo e aprì la porta, uscendo definitivamente da quella stanza e dalla vita di Draco Malfoy.


Attimi rubati
Missing moment antecedente al capitolo, pov Draco.

Solo con te...Only possessive
Intermezzo del capitolo, a tinte rosse.



Ciao a tutti!!! Nonostante oggi non sia stata a casa, come vedete sono riuscita ad essere (me ne stupisco ancora) puntuale, almeno qui. Il capitolo è molto lungo, quindi spero di non avervi annoiato, ma di avervi fatto anzi un regalino perchè come avrete notato succedono un bel po’ di cose, quindi era impossibile fare altrimenti.
A fine lettura, come avrete notato, ho aggiunto due link che vi portano a due capitoli collegati a questa storia, in particolare a questo preciso capitolo.
Il primo, "Attimi rubati", è un pov Darco che fa luce sui pensieri, sui sentimenti che hanno animato il serpeverde nei giorni successivi al loro ultimo scontro/incontro (terzo capitolo) e che lo hanno portato a determinate decisioni. Presenta rating verde, per cui è accessibile a tutti: ho dovuto pubblicarlo come capitolo a sè, semplicemente perchè partecipante ad un contest in cui mi sono iscritta. 
Riguardo il secondo link, "Only possessive", è la scena rossa che viene accennata in questo capitolo, scritta per gli amanti delle scene hot. Ovviamente, non toglie nulla alla trama, per cui è possibile tralasciarla. 
Spero che questo capitolo sia stato di vostro gradimento: come vedete, alla fine, Hermione gli ha confessato i suoi sentimenti, e Draco è rimasto particolarmente scioccato. Non sono riuscita forse a spiegarlo molto bene ma la mia immagine di Hermione in questo capitolo è molto isterica. Draco la fa sul serio impazzire visto che dovendo continuare a mentire non solo alle persone a cui vuole bene ma anche a se stessa, sui suoi sentimenti e sulle sue volontà, costringendosi a resistere quando l’oggetto del tuo cuore è sempre vicino a te, non è esattamente una situazione facile da gestire. Insomma, diciamo che non è semplice quando vuoi condividere qualcosa con l’uomo che ami ma non puoi per mille altri motivi. Infine un ultimo appunto che vorrei chiarire è che spero di aver reso l’idea sulla settimana che Hermione ha dovuto passare grazie a Draco, anche se non ho inserito flashback o raccontato scene in particolare; spero di avervi un po’ divertito riuscendo a farvela un po’ immaginare. Ora, prima che inizio a dar di matto io vi saluto, ringraziando tutti voi che mi seguite e che avete aggiunto la storia tra i seguiti, le preferite e quelle da ricordare.
Un bacione a tutti ciaoooo
RINGRAZIAMENTI:
HailieJade: ecco il nuovo capitolo, ti ho sorpresa con la mia puntualità eh? Non mi dire sono ancora scioccata anch’io figurati. Ma veniamo al sodo: succede un po’ di casino e anche se l’hai definita un po’ “di facili costumi” per così dire direi che in fondo è un po’ giustificata, l’amore a volte ti fa fare delle pazzie, credo tu possa capirmi, no? (e poi mica mi sono fatta tutta Hogwarts eh? by Hermione Granger)! Vabbè fammi sapere che ne pensi che sono curiosa. a prestissimo nella speranza che ti sia piaciuto un baciotto
barbarak: adesso non solo sono puntuale ma è il capitolo è di nuovo lungo, più di quello precedente, quindi che dici mi perdoni per gli altri ritardi? (labbro tremulo)comunque si Draco era proprio furioso anche se come vedi nella durante la settimana si è in parte vendicato, adesso che dici un po’ di rimorso c’è l’ha? Le spiegazioni alla fine da parte di Herm non sono state poi chiare ma credo che confessandogli il suo amore con due parole sia riuscita a dire molto di più. Spero ti sia piaciuto un bacione a presto
mm91:non ringraziarmi cara, ho detto solo quello che pensavo, niente di più. Venendo al capitolo, bhè si Herm in questa mia storia è molto diversa, più determinata e risoluta e anche Draco si è accorto di quanto speciale sia, anche se qui Herm a volte era molto intimorita, Draco l’ha minacciata per benino, e poi i suoi modi come dire sono molto affascinanti, no? Vabbè dai spero che alla fine ti sia piaciuto, un salutone e un bacio a presto
rityvampire: ciao cara benvenuta! Grazie mille per i complimenti, sono contenta che ti piaccia e sia riuscita a far sembrare i protagonisti verosimili; eccoti qui il nuovo capitolo spero ti sia piaciuto,l’aggiornamento sarà ogni giovedì ma sono rimasti solo altri tre capitoli. A presto, e se ti và continua a farmi sapere che ne pensi bacioni
aquizziana: ciao carissima!innanzitutto buon nuovo anno in questa nuova esperienza che è l’università, dove ti sei iscritta? Venendo al capitolo allora Ron non è uno sciocco e nel penultimo capitolo scoprirai che è stato solo innamorato; Ginny la vedrai nel prossimo capitolo invece quindi al momento è presto per parlarne, mentre per Draco ed Herm bhè spero di non averti deluso, ma ho cercato di fare qualcosa di diverso di un solito Draco che per vendicarsi se la porta semplicemente a letto; oltretutto è una storia con pochi capitoli quindi non potevo dilungarmi troppo infatti la settimana l’ho raccontata brevemente ma spero di aver reso l’idea. Bè che dire spero ti sia piaciuto..un bacio grande a prestissimo
ELVE89: ciao carissima!!!come stai? Bhè prima di risponderti mi sembra doveroso augurarti una buona permanenza ovunque tu sia adesso, spero a divertirti per una bella vacanza magari. Venendo al capitolo devo iniziare con dei super e pazzeschi grazieeeee perché sei troppo gentile, troppo davvero: ripeto sono onorata nel poter leggere i tuoi commenti tra le mie storie, sono davvero contenta (quindi ovviamente tranquilla che ti aspetterò, per tutto il tempo che vorrai contaci). Come vedi in questo capitolo ho trattato diverse cose: la vendetta lenta e stuzzicante di Draco, i sentimenti sempre più turbolenti di Hermione, la confessione ormai doverosa, e la reazione di entrambi a tutto questo seppur accennata la troverai nel prossimo capitolo. Ron lo vedremo sono nel penultimo capitolo, e con lui arriverà anche una impensabile sorpresa; mentre nel prossimo si scoprirà come Hermione sia finita ad amare Draco.Il motivo epr cui ha accettato di sposare Ron è semplice, l’ho spiegato nel prologo credo ed è perché non solo lasciandolo sarebbe stato una pugnalata a lui e a tutta la famiglia Weasley che da parte sua non meritavano proprio ma anche perché una volta dichiarato l’amore per Draco, credendolo impossibile, sarebbe rimasta sola, visto che non l’avrebbe di certo ricambiata, e invece così può almeno accontentarsi dell’affetto dei suoi cari. Spero di essere stata chiara seppur breve. Ora ti saluto e con un ulteriore grazie ti saluto un bacino
Iyu89: ciao tesoro. Sono contenta che lo abbia apprezzato, immaginandomi nei panni di Herm non avrei potuto fare altrimenti; il Draco geloso piace anche a me, ha un certo fascino visto che si crede superiore a tutto e tutti, comunque tranquilla che Hermione non è un oggetto se ne accorgerà nel prossimo capitolo. Spero allora che ti sia piaciuto anche questo baci baci a prestissimo

   
 
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