Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio!
Segui la storia  |       
Autore: maya_90    08/10/2010    8 recensioni
«In lontananza, sulla superficie marina ormai scura all’imbrunire, si vedeva il profilo di un vascello. Scintillava di mille piccole luci che raddoppiavano i loro riflessi sulle onde, creando come una scia di stelle che si specchiavano sull’acqua. Illuminata da una di queste luci, sulla cima dell’albero maestro spiccava una bandiera nera, e un teschio bianco.»
Questa è una storia che accadde tanto, tanto tempo fa. Parla di un incontro particolare, tra vendette personali e promesse da mantenere, importanti comparse e personaggi che avrebbero, a poco a poco, cambiato il mondo. Enjoy =)
Genere: Avventura, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Gold D. Roger, Shanks il rosso
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Hola!
Dunque, volevo far presente che ho smesso di leggere gli spoiler, almeno per un po’, quindi se da ora in poi verranno fuori nuove cose che possono in qualche modo riguardare questa fic, io non ne sarò a conoscenza … avvisati, per favore non mi spoilerate niente :P
Risposte, miei cari lettori :)

@ KH4: E invece eri la prima, Ale-chan ^-^ Eh, sì, Eddy è uno che crede nei suoi ideali, anche se ha giustamente i suoi dubbi sull’operato della Marina. È un carattere un po’ “combattuto”, comunque più avanti avremo altre apparizioni che ce lo faranno conoscere un po’ meglio. Ah, tana! Quando mi hai scritto che “la Marina obbedisce al Governo, e basta” hai quasi ripetuto le esatte parole di Roger :) vedi che alla fin fine tu e il baffone non ancora baffone un po’ vi intendete?? :P Ebbene sì, Roger fa tanto il duro ma non rinuncia ai suoi piccoli tesori :D  Vuoi colpi di scena? Guarda a breve ci saranno capitoli al cardiopalma che rimpiangerete la calma delle Fasce di Bonaccia :D Alla prossima, e grazie mille ;)

@ tre 88: Ciao! Allora, rispondo alle tue domande: dunque, perché Ray chiama Roger jolie… un po’ è il vizio del vice di affibbiare soprannomi in giro… ma visto che jolie significa qualcosa come “carina” o “dolcezza” è principalmente per sfottere un po’ il suo capitano :D Poi, Shakky è esattamente la donna che hai detto tu. Non è detto che nella storia originale sia stata membro della ciurma di Roger, anzi, tuttavia mi è sempre parso che tra lei e Ray ci fosse molta complicità, e quindi ci ho ricamato sopra ^-^ Ed infine, no, Rou non si è ripresa la collana, più avanti vedrai… sul passato di Shanks, le tue domande troveranno presto risposta :D
Comunque, apprezzo tantissimo il fatto che ti sei andata a rileggere tutta la storia *-* Allora, su Ed posso dirti che per ora è un po’ enigmatico ma si andrà chiarendo come carattere, mentre mi hai fatto notare che ho paragonato sia Rou che Roger ad un gatto xD non ci avevo minimamente fatto caso! Lettrice attenta, brava!
Ah, integerrimo in effetti è un parolone un po’ così, molto altisonante, comunque significa qualcosa come “incorruttibile”, mentre verve credo sia un’altra parola francese come jolie, e significa “vitalità” , diciamo. Per ultima cosa, no, questa storia non finirà affatto con l’esecuzione di Roger, ma si interromperà molto prima. Qualcuno mi ha proposto di scriverne un seguito, ma ad oggi non ne sono affatto sicura, ahimè :)

Ti ringrazio per il papiro, sai che io li apprezzo tantissimo! Mi raccomando, se hai altre domande chiedi pure^-^ alla prossima!

@ meli_mao: Hola! Beh ^-^ mi fa piacere che ti sei un po’ ricreduta! Meno male che Ray riscuote sempre successo, così come Roger versione uomo delle caverne xD Edward… si, non sarà molto entusiasta di scoprire Rou con una ciurma del genere, anzi… scoppierà un po’ di parapiglia. Comunque ci può stare il paragone con Garp, anche se, come si vedrà nei prossimi capitoli, il fratellino di Rou è un po’ meno solare ed un po’ più complicato (e ti pareva … è un vizio di famiglia xD). Comunque, ti ringrazio per la rece  :) alla prossima!

@ Chibi_Hunter: Ciao! Allora, Eddy è un marine vero proprio come Smoker, complice anche la sua relativa giovinezza crede molto nei suoi ideali senza essere sfiorato dalla corruzione. Un po’ come suo padre, Thomas … solo che il papà di Rou è stato screditato e solo la rossa sa la verità, mentre Ed conosce solo la versione “ufficiale” della cosa, ovvero che il ricercatore si era venduto ai pirati …  vabeh, approfondiremo la cosa :D  Vero, Roger sa regredire alla fase pre-Shanks, quando si tratta del suo rum. Mai toccare il suo rum, è un pirata, che cavolo ! :D Grazie per il commento, a presto!

@ MBCharcoal: Marta!! Doppio-triplo abbraccio contro la malinconia e l’incazzatura :) ho qui sulla scrivania un certo disegno di mini-Shanks con il ghiacciolo alla menta*-*  Comunque stavo pensando che un Ed c'è in tutte e due le nostre storie :D anche se non potrebbero essere più diversi, direi! Ah, inutile, il governo c’è sempre di mezzo, come il prezzemolo, e naturalmente non per fini positivi… meno male che ci sono i nostri eroi xD che si perdono un po’ per strada, si fanno quasi ammazzare da qualche Idra di passaggio, bevono amabilmente rum in fin di vita e non sanno in che casini finiranno a breve, complice un certo viceammiraglio … Un bacio speciale, Charkie, a presto!

@ angela90: Hola! Ahah, povera Rou! Che poi lei sa cucinare, complice Mari che in tutti quegli anni alla locanda le ha insegnato, solo che l’amour fa sbagliare le dosi :D:D la prossima volta saranno biscotti fantastici e Ray eviterà di rompersi un dente xD Dan è un bravissimo dottore/chimico, solo che ogni tanto si fa abbindolare :D beh, poi Roger è una testa fina, quando si mette in testa di fare qualcosa la fa, e se si tratta di riavere il suo rum, ci mette ancora più impegno :D alla prossima, cara!

@ nico 83: Ciao!! Oh, mi fa veramente piacere che tu sia qui ^-^  Scuse accettate, e comunque posso capire, è vero che molte storie ferme per mesi non vedono più la luce del sole :) Ma noi perduriamo, tra tanti ostacoli :D Sul capitolo dell’idra ci tenevo tanto, visto che spesso mi dilungo nelle parti più psicologiche quando descrivo scene d’azione mi ci metto sempre d’impegno, sono contenta di aver tirato fuori qualcosa di buono! Allora, l’entrata nella GL riserverà una certa sorpresa in allegato, nel giro di tre capitoli scoppierà un po’ di finimondo… e qui mi fermo :) Alla prossima!



Detto ciò, verranno fuori un pò di cose rimaste in sospeso, in questo capitolo! Enjoy!






22. Smile



-Viceammiraglio Garp! Un messaggio urgente dal Quartier Generale!
Garp aprì un occhio solo, mentre il soldato si presentava concitato con il saluto militare.
Il viceammiraglio era disteso su una sdraio sul ponte di prua della sua nave, la Sirius Clash. Con le mani intrecciate dietro la nuca ed un cocktail alla frutta sul tavolino alla sua destra, si godeva il sole che splendeva maestoso nel cielo sgombro da nuvole.
-Ah si?- chiese rilassato, facendosi ombra con la mano destra, osservando svogliatamente il suo sottoposto.
-Sissignore, l’Ammiraglio Sengoku lo ha mandato poco fa! - replicò quello con fervore.
Garp si tirò su con pigrizia e rientrò.
Trovò il dispaccio sulla sua scrivania, insieme ad un grasso gabbiano postino con un nastrino azzurro legato al collo.
L’uccello zampettava goffamente sul tavolo, e quando lo vide entrare si voltò a fissarlo intensamente, evidentemente in attesa di qualcosa.
Il militare alzò gli occhi al cielo.
Tra le paranoie di Sengoku c’era anche quella che potessero intercettare ogni sua minima chiamata al lumacofono nonostante i sistemi di sicurezza, di conseguenza, quando possibile, preferiva mandare missive per iscritto. Con quegli animali che lui invece mal sopportava.
-Maledetto uccellaccio … pussa via!
Il gabbiano scrutò Garp con uno sguardo di rimprovero.
-Sssciò!- ripetè quello,  gesticolando ampiamente con le mani.
Il pennuto lo guardò decisamente ostile.
-Wah!!!- cercò di spaventarlo lui, ma quello non si mosse.
Inclinò appena la testolina e fu allora che qualcosa parve catturare la sua attenzione.
Garp seguì il suo sguardo e con sommo orrore vide che puntava la succulenta orata alle olive che il cuoco aveva portato per pranzo. Sgranò gli occhi.
-No…non provarc…
Troppo tardi.
Con uno stridio trionfante, il gabbiano spiccò il volo nella stanza, planò sul piatto appetitoso e, prima che il portapenne tirato da Garp lo centrasse in pieno, si librò verso il cielo con il grosso pesce nel becco.
-Stupido pennuto, possa tu finire mangiato da una mucca di mare!!!- protestò il Marine urlandogli dietro dalla finestra, agitando i pugni minacciosi.
In quel momento passò il cuoco di bordo che lo guardò esterrefatto.
-Tutto bene, signor viceammiraglio?- chiese, seriamente preoccupato.
Garp si ricompose con stile.
-Certo, Fred. Complimenti per l’orata, era davvero ottima.
Il cuoco lo guardò dubbioso e passò avanti.
Il viceammiraglio tornò dentro ed aprì il messaggio del suo superiore.
Era breve e stizzito, come al solito.

Garp!
Ascoltami bene, mi stai ascoltando bene? Bene.
Ci sono stati problemi con Newgate, abbiamo di nuovo perso la sua posizione.
L’ultima ricognizione risale a cinque giorni fa, ed era passato al largo di Hiza Flos, tuttavia non è possibile stabilire che rotta stia seguendo.
Se te lo trovi tra i piedi, comunica immediatamente la sua posizione al QG, è di vitale importanza!
S.
Ps: Attento al gabbiano, è un po’ vorace.

-Me ne sono accorto- mormorò quello guardando mesto il piatto vuoto.
Ma la sua mente lavorava veloce.
Edward Newgate si era fatto un certo nome, per le sue scorribande che lo avevano portato dal Mare Settentrionale fino alla Grand Line in pochissimo tempo, ma soprattutto per la strana fama che lo accompagnava.
Si diceva che navigasse in giro per il mondo raccogliendo con sé tutti gli sventurati che, per mangiare, si sarebbero imbarcati volentieri su una nave pirata.
Si diceva che all’apparenza sembrasse un gigante con uno sguardo di ghiaccio, capace di incutere il più profondo terrore in chiunque avesse la sfortuna di incontrarlo.
Eppure c’erano voci secondo cui fosse un padre amorevole per tutti i suoi uomini, e che tenesse a loro più che ad ogni altra cosa.
Al Quartier Generale, inizialmente, questa strana attitudine aveva suscitato ilarità e disprezzo.
“Avanti, che razza di pirata è uno che se ne va in giro portandosi dietro una manica di buoni a nulla?”
“E’ un santone, non è un pirata! Cosa vuole metter su, un circo?”
E quant’altro … ne aveva sentite tante, Garp.
Tuttavia, con il passare del tempo, i commenti sulla ciurma di Newgate avevano cominciato a cambiare.
A poco a poco quell’idea, certo ancora teorica, di una confraternita di pirati, cominciò a spaventare i piani alti.
Era qualcosa di rivoluzionario, di diverso, qualcosa a cui nessuno aveva pensato prima.
E prima o poi, se non fosse stato fermato, quel pirata che si era fatto conoscere in così poco tempo sarebbe diventato davvero pericoloso.
Il viceammiraglio si scrocchiò le nocche, con un ghigno soddisfatto.
Prima Roger, poi Newgate … tutto pane per i suoi denti.


Fasce di Bonaccia, giorno 2, sera.

Stando all’orologio di Craig, doveva essere quasi mezzanotte. Molti si erano ritirati nelle cuccette cercando di dormire, in giro erano rimasti solo il navigatore che, come al solito, controllava che la nave seguisse la corrente esatta, lei, e Shanks e Rayleigh in giro chissà dove.
Rouge alzò gli occhi al cielo prepotentemente candido sopra di lei. Poi li abbassò di nuovo sul piccolo cerchietto di legno che teneva tra indice e pollice, mentre, come suo solito, era seduta sul ponte con la schiena appoggiata alla balaustra.
Si rigirò la piccola faccina tra le dita.
Neanche lei sapeva spiegarsi con una scusa sufficientemente razionale perché mai continuasse a trascinare con sè quello smiley triste, piuttosto che ridarlo al legittimo proprietario.
Più lo guardava e più si convinceva che portarsi dietro una cosa simile fosse abbastanza inquietante, per non dire che portasse iella.
Eppure le dava uno strano senso di soddisfazione trattenere qualcosa che apparteneva a Roger, a sua insaputa, la faceva sentire quasi contenta.
Avere con sé qualcosa che fosse suo …  

Tu sei completamente folle, le ricordò la vocina nella sua testa, ti comporti come una tredicenne alla prima cotta!
Sorrise un pò amareggiata. Forse era vero, forse davvero quella situazione lasciava emergere quel suo lato infantile che spesso e volentieri era nascosto da tutto il resto.
Era da tanto che non provava un sentimento così forte e profondo nei confronti di una persona.  
Sono davvero una mocciosetta, pensò sconsolata, guardando l’oggettino distrattamente.
-Rouge, guarda cosa ho pescato! – sbucò fuori dal nulla il mozzo trotterellando con un secchiello in mano – sono dei…
La ragazza ebbe solo il tempo di alzare lo sguardo, che improvvisamente il bambino si bloccò e sbiancò.
Rouge lo guardò interrogativa, preoccupata da quell’improvviso cambiamento.
-Ehi, nanetto… che hai visto un fantasma?- chiese con un sorriso un po’ preoccupato, restando seduta per terra.
Shanks strinse le labbra e deglutì. Poi indicò la mano destra di lei.
-Perché… dove l’hai preso… quello?- sussurrò. Era stranissimo vedere il mozzo in quello stato.
Gli occhi scuri, solitamente allegri e vispi, erano intimiditi e lucenti, la sua tipica espressione ridente e furbetta si era fatta d’un tratto irrequieta ed insofferente.
Rouge inconsciamente serrò le dita intorno allo smiley, nascondendolo sotto il palmo della mano.
Eh?
-Non è nulla, Shanks- disse, cercando di infondergli calma con un sorriso rassicurante –è solo una cosa che ho trovato, niente di più.
Si alzò in piedi e fece per avvicinarsi al mozzo, ma quello fece due passi indietro e la squadrò.
Rouge rimase di pietra.
Non aveva mai visto uno sguardo così pieno di rancore in un adulto, figuriamoci in un bambino.
Il piccolo mozzo teneva le labbra strette e la guardava come se l’avesse tradito.
-Non è vero che non è nulla!- gridò, rabbioso - quella cosa è sbagliata! Quella cosa non dovrebbe esistere …io li odio, tutti!
Il sorriso della ragazza si sciolse come neve al sole.
Ma che diavolo…?
Improvvisamente Rouge realizzò quanto stava succedendo, ma il mozzo era già corso via, scaraventando il secchiello pieno di pesciolini sul ponte della nave.
-Aspetta!- gli gridò dietro lei, ma quello era già sparito dietro un angolo, saltando agilmente giù da una cassa.
-Shanks! Vieni qua, aspetta!!!
Ma quanto corre quella peste?!
La ragazza si fermò, guardandosi intorno. L’aveva già perso.
-Idiota!- si disse ad alta voce, nel bel mezzo del ponte vuoto.
Come aveva fatto a non pensarci?
Eppure lei lo sapeva, gliel’aveva detto il mozzo quella sera a Baterilla, la sera della festa… lui era nato nel Mare Occidentale, ma aveva incontrato Roger sulle montagne della Red Line… e se Roger era stato trovato lì dalla tribù dei Medoc, che recava con sé quel simbolo, voleva dire che Shanks faceva parte di quel gruppo già da prima … ed evidentemente quei ricordi gli facevano molto male … tutto tornava!
-Cavoli!
Non c’era tempo per star lì a riflettere, doveva trovarlo al più presto. Riprese a correre, chiamandolo a gran voce, svoltò un angolo in tutta fretta e … finì addosso a Ray.
-Ahio!!- esclamò quello – è la seconda volta che mi cadi su un piede, oggi, dillo che vuoi azzopparmi!
Rouge si riprese, guardandosi intorno più volte.
-Ray!- saltò su- hai visto Shanks?
-Stava pescando fino a poco tempo fa... ma che è…- iniziò quello, decisamente stupito da quel comportamento.
-Ray, mi sa che ho combinato un casino, si è veramente arrabbiato!- lo interruppe lei, cominciando a sentirsi in colpa.
- Arrabbiato? Shanks?! Questa si che è bella! Gli hai rubato la marmellata?
-Ray, sono seria!- esclamò lei, scrollando i capelli nervosamente- non sembrava nemmeno lui, mi ha fatto un’impressione… oddio, mi dispiace tantissimo… ma io non lo sapevo! Cioè, potevo saperlo, ma…
Il vicecapitano la guardò seriamente, poi le sventolò i palmi delle mani davanti al viso.
-Peperoncino! Stai calma- scandì, con voce ferma.
Rouge deglutì.
-Si, ok sono calma- rispose, guardando di lato.
-C’è qualcosa che devi dirmi?- chiese lui, incrociando le braccia.
La ragazza, sempre tenendo gli occhi bassi, tirò fuori dalla tasca il piccolo smiley, e lo mostrò a Ray un po’ esitante.
-Ha visto questo e ha dato fuori di matto. Si è arrabbiato tantissimo!
Il vicecapitano prese l’oggettino tra le mani e poi squadrò lei. Rouge non sapeva che aspettarsi.
Alla fine il pirata sorrise profondamente.
-Non finirai mai di stupirmi, Rouge!- sogghignò –Ora devi spiegarmi perché ce l’hai tu, questa cosa qua!
Lei, un po’ sollevata per non essersi presa una ramanzina, abbozzò un sorriso a sua volta.
-Eh … boh - rispose, vaga.
-Come, boh?
-L’ho trovata sul ponte e l’ho presa.
-Certo, e vuoi farmi credere che non sapevi fosse di Roger.
Lei lo guardò un po’ colpevole.
-Si, lo sapevo.
-E sai cos’è?
Gliel’avrebbe chiesto prima o poi, ne era certa da quando aveva deciso di mostrarglielo.
Tutto stava a decidere se essere sincera o meno.
Guardò il vicecapitano che la osservava con aria incuriosita, in attesa di una risposta.
Pensò che probabilmente senza il suo aiuto sarebbe stato molto difficile, su quella nave.
Ripensò al discorso che avevano fatto, appena quella mattina, su Thomas e su come loro avessero “vinto” , su come fossero a conoscenza della verità.
Ripensò a quante volte lui era riuscito a calmarla, mentre lei dava fuori di matto per Roger o per qualsiasi altra questione.
Non era proprio il caso di pensare oltre.
-Si, lo so.

-Shanks.
Ray e Rouge erano affacciati da una botola del ponte che dava in una piccola stanzetta, attigua alla camera delle cuccette, da cui si scorgeva il mare attraverso un  grosso oblò.
Shanks, seduto sul pavimento con le braccia intorno alle ginocchia, distolse gli occhi dalla finestrella.
Scoccò ai due un’occhiata triste, lo sguardo rabbuiato.
-Lo sapevo che venivi qui –continuò il vice, con fare paterno –avanti, vieni fuori.
-Per favore, Shanks- rincarò Rouge.
-Perché avevi quella cosa? – chiese nuovamente il mozzo, con voce un po’ più acuta del solito, senza smuoversi dalla sua posizione.
Ray fece un sospiro profondo.
-Quella cosa, come la chiami tu, è del capitano, Rouge l’ha solo raccolta per ridargliela. E tu sai bene dove l’ha presa il capitano, quindi, per favore, non fare altre storie e vieni fuori.
-No!- replicò il mozzo, impuntandosi- quella cosa è maligna, non mi piace! Non voglio vederla!
Rayleigh, con un gesto veloce saltò nella botola e si avvicinò al mozzo.
Rouge lo seguì.
Era uno stanzino davvero piccolo. Entrambi i ragazzi si sedettero a terra, ed il bambino non potè fare a meno di guardarli.
-Non mi piace!- ripetè – non la voglio vedere! Mi… mi fa…
E si interruppe, scuotendo un po’ la testa.
Rayleigh guardò il mozzo negli occhi.
- ...paura? Shanks, ti fa paura quella maschera?
Il bambino attese un po’ prima di rispondere.
Poi, lentamente, annuì.
-Si. Mi fa paura.
Quell’affermazione rimase sospesa nel vuoto e parve riecheggiare nel piccolo ambiente.
Il mozzo aveva abbassato gli occhi e non aveva più proferito parola.
Rouge, che a sua volta non aveva più aperto bocca, d’improvviso fu colta da un’idea. Forse era un’idea stupida, ma forse poteva anche funzionare.
-Allora forse io so come far andare via questa paura una volta per tutte- disse, illuminandosi.
Ray la guardò interrogativo, Shanks ancora un po’ inquieto.
-Ti fidi di me, mocciosetto?- chiese lei, tendendo la mano.
Il mozzo la guardò un po’ scettico.
-Avanti- ripetè lei con tranquillità, agitando le dita- devo farmi perdonare, permettimi di aiutarti, per favore.
Il bambino esitò ancora un po’, poi, piano, le strinse il palmo.
-Ottimo! Ti ringrazio, nanerottolo!
Rouge si tirò su e tirò su il mozzo, seguendo Ray che era risalito dalla botola.
Quando furono sul ponte il vice si voltò verso di lei con uno sguardo interessato.
-Allora, ti spieghi meglio?
-Mi accompagneresti di nuovo in laboratorio, Ray?- chiese lei con un gran sorriso.

I tre scesero silenziosamente nella stanza, una volta dentro Rouge prese a guardarsi intorno, cercando negli armadietti e sotto al tavolo.
Shanks si era un po’ tranquillizzato, e mano a mano che quella strana vicenda andava avanti, una parte della sua curiosità innata era già inevitabilmente riemersa.
-Rouge, ma che ci facciamo qui?- chiese, guardando poi Ray che alzò le spalle completamente ignaro.
-Aspetta un secondo solo…- mormorò lei rovistando rumorosamente in una grossa cesta.
-Trovato!- balzò su all’improvviso da dietro una sedia, stringendo qualcosa tra le mani.
-Allora, allora...
Si sedette ed invitò il mozzo vicino a lei.
Poi tirò di nuovo fuori lo smiley che Shanks tanto odiava e lo pose sul tavolo davanti a loro, tenendo in mano ciò che invece aveva raccolto nel laboratorio poco prima.
Appena lo vide, infatti,il mozzo si rabbuiò di nuovo.
Rouge gli indirizzò uno sguardo rassicurante.
-Stà tranquillo. Posso raccontarti una storia? Prometto che sarò breve- disse.
Ray dal canto suo andò alla finestra e si accese una sigaretta. Poi si voltò ad ascoltare cosa diavolo avesse in mente la ragazza.
Il mozzo guardò la rossa ed annuì.
-Bene. Sai qual’era la mia paura più grande quando ero piccola? Il vuoto. Avevo paura dell’altezza. E’ successo quando avevo quattro anni, stavo giocando con mio fratello vicino casa.  Quella notte aveva piovuto, ed il terreno era diventato franoso … io misi inavvertitamente un piede vicino al ciglio della strada e sentii la terra sparire sotto i miei piedi.
Shanks sgranò gli occhi.
-E poi?
-Poi- continuò lei in tono calmo- quando mi svegliai, piena di lividi, trovai il mio fratellino a fianco del letto che piangeva.  Lui non aveva nemmeno dodici anni, e si sentiva terribilmente in colpa, anche se mia mamma non lo aveva minimamente accusato dell’incidente. Dissero che avevo fatto un bel salto a cadere giù di un po’ di metri, e che mi ero salvata solo perché sotto c’era una distesa d’erba e non le rocce. Da quel giorno, naturalmente, cominciai ad avere una gran paura del vuoto. Mi tenevo sempre al centro della strada, quando camminavo, e avevo sempre paura di poter cadere giù, anche da uno scalino- aggiunse con un sorrisetto.
-E ce l’hai ancora adesso?- chiese il bambino.
-No. O almeno, non ne sono terrorizzata. Vuoi sapere perché? Il mio fratellino si era talmente sentito in colpa che in tutto quel tempo aveva cercato di trovare una soluzione. Poco prima che se ne andasse in Marina, io avevo una decina d’anni, mi portò con sé in un posto speciale di Baterilla, non lontano da casa. Mia mamma se n’era andata da più di un anno - aggiunse.
-Quando vidi dove mi aveva portato, lo pregai in ginocchio di tornare indietro, ero terrificata! Era il punto più alto del promontorio, ed era conosciuto perché d’estate era molto trafficato. Spesso mio fratello andava lì con i suoi amici e si tuffavano di sotto, perché in quella parte di mare non c’erano scogli sommersi ed l’acqua era molto alta. Io li avevo visti molte volte.
Shanks strinse un po’ gli occhi.
-Ma se avevi paura, perché tuo fratello ti ci ha portato? Ti voleva fare un dispetto?
-E’ quello che mi sono chiesta anch’io. Ma lui mi ha detto, su per giù: è stata colpa mia se ora tu hai questa paura, ed io farò di tutto per fartela andar via. Mi ha detto: il modo migliore per sconfiggerla è renderla una cosa positiva. Poi mi ha chiesto se mi fidassi di lui. Io, naturalmente, ero terrorizzata. Però mi fidavo di lui, ed annuii.
Rouge tacque.
-Sai cosa fece?
Ray alzò un sopracciglio e Shanks aprì un po’ la bocca, con un’espressione stupita.
-Mi prese per mano- continuò lei – e ci buttammo di sotto, insieme. Naturalmente da sola non l’avrei mai fatto ma… quando riemersi dall’acqua, con lui che mi teneva per mano ancora, pensai come prima cosa: come faccio ad essere ancora viva? , e per seconda … che era stato divertente, alla fin fine. Da allora, il vuoto mi fa un po’ meno paura.
Il mozzo la guardò in silenzio.
-E tutto questo cosa c’entra?- chiese poi.
-C’entra perché quando affronti una paura, e la rendi divertente, allora sei riuscito a sconfiggerla. Cos’è che sconfigge qualcosa che ti spaventa? Una risata, un bel sorriso. Io sono stata aiutata dal mio fratellino, ora tocca a te. Guarda questa cosa qui.
Ed indicò lo smiley negativo.
Shanks lo fissò.
-E’ così triste ed arrabbiato- commentò.
Rouge annuì, sicura.
-Benissimo! Cosa possiamo fare per renderlo positivo, allora? Su, non è difficile, l’ho detto anch’io prima…
Il mozzo tenne gli occhi fissi su quell’espressione vuota e scontenta.
-Deve sorridere.
La ragazza annuì ancora una volta e, con suo gran sollievo anche il mozzo sorrise di rimando.
-Bene! Dunque, dubito che si possa intervenire su questo oggetto, visto che ormai è stato inciso in questo modo, ma nessuno ci vieta di farne un altro!- esclamò, con espressione soddisfatta.
Così dicendo posò sul tavolo ciò che aveva trovato pochi minuti prima nel cesto degli scarti di lavorazione: era un cerchietto di legno delle esatte dimensioni dell’altro.
-Ray- esclamò lei, dinamica, rivolgendosi al vice che li osservava con un’espressione eloquente.
-Che ci fai ancora lì? Ci servirà una matita, ed anche un taglierino!

Quando Rouge finì di incidere quella faccina sorridente, non senza qualche problema, Shanks la guardò molto soddisfatto. La ragazza prese entrambi gli smiley e li mise vicini.
-Vedi Shanks? Adesso anche lui- e posò sul tavolo quello triste –sa essere un pò più felice- e fece lo stesso con l’altro.
Il mozzo guardò prima l’uno, poi l’altro, infine annuì .
-Aha, ho capito. Ora fa meno paura. E' più simpatico ...
Ray gli posò una mano sulla spalla.
-Cosa ti dico sempre? I veri pirati non hanno paura di nulla!
-Va bene, io non ho paura per niente, allora!- ribattè quello deciso, ed il ghigno vivace rispuntò sul suo viso.
-Così mi piaci, mocciosetto- concluse Rouge, con un sospiro di sollievo.
Sarebbe stato davvero criminale far tenere il broncio ad un bimbo come Shanks, che solo col suo buonumore risollevava la giornata.
Se ne restarono un pò lì a parlare del più e del meno, mentre il mozzo giocherellava con le marionette di Ray.
Una mezzora dopo il rosso crollò dal sonno sul tavolo del laboratorio, a metà di un combattimento tra il dragone e il granchietto di legno, ed il vicecapitano e Rouge concordarono sul fatto che era davvero ora di tornare di sopra.
Doveva essersi fatta almeno l’una di notte.
Ray portò il mozzo a dormire nella cuccetta e poi uscì di nuovo sul ponte di prua, dove la ragazza si era seduta in quel posto che ormai era diventato il suo angolino prediletto.
Si sedette al suo fianco e si accese una sigaretta.
-Lo so che adesso anche tu vorrai delle spiegazioni, eh?- mormorò, sfilandosi gli occhiali e posandoli alla sua sinistra.
-Io ti ho detto quanto so sulla popolazione dei Medoc, e su come sono venuta a sapere che Roger, il periodo successivo alla morte di sua sorella, li abbia incontrati. E che lì abbia incontrato il nanerottolo- rispose lei, ripetendo ciò che aveva spiegato nel dettaglio a Ray un paio d’ore prima.
-Adesso mi piacerebbe sapere perché Shanks odia tanto questa storia, tanto che il semplice rimando a quella gente gli provoca una simile reazione.
Ray soffiò via un po’ di fumo.
-Ah, a proposito, complimenti per la trovata. Mai pensato di darti alla psicologia infantile?- ironizzò.
-Ray…- borbottò lei.
-E va bene. Volevi sapere, eccoti servita. Ma ti avverto, questa storia, su questa nave, la conosciamo solo io, Roger e Shanks, naturalmente. Quindi…
-Si, ho capito. Muta come un pesce - confermò la rossa annuendo briosa.
Il vicecapitano lanciò ciò che restava della cicca fuori bordo e prese a raccontare.
-Roger, a sua volta, è venuto a sapere di questa storia dal capo tribù Medoc. Quando era al villaggio, un bel giorno si era ritrovato quel mocciosetto rosso tra i piedi, e non riusciva a spiegarsi uno straniero tanto piccolo, per giunta, in mezzo ad una tribù indigena così gelosa delle proprie tradizioni e così poco aperta ai contatti. Fai conto che Shanks all’epoca aveva su per giù quattro anni.
Rouge annuì.
-Devi sapere che, come accade ancora oggi per molti popoli nomadi che abitano la Red Line, nel periodo in cui le nevicate sono meno frequenti e si aprono i valichi per scendere a valle, alcuni gruppi di uomini si recano sulla costa a fare rifornimenti per l’inverno. Fu durante uno di questi viaggi che alcuni Medoc incontrarono una donna sola, a cavallo, nel bel mezzo di una tormenta. Portava con sé un bambino molto piccolo. La poverina sembrava molto malata, e gli uomini, impietositi, la accompagnarono al villaggio sulle montagne, ma non riuscirono a salvarle la vita. L’unica cosa certa che si seppe di lei, era che proveniva da un’isola del Mare Occidentale, ed era lì che era nato il bambino. Il suo ultimo desiderio fu per lui, chiese al capo tribù di salvarlo, di tenerlo con loro. Ma gli anziani sostennero che la visita di quella donna era un cattivo auspicio, per un fatto ben preciso.
-Perché proveniva da un altro Paese?- azzardò Rouge.
-Perché aveva i capelli rossi- rispose Ray con un sorriso.
Lei alzò un sopracciglio.
-Ehi!
-Non si possono negare tradizioni vecchie millenni, peperoncino. Forse per il fatto che gli indigeni hanno sempre avuto occhi e capelli molto scuri, i rossi erano considerati creature legate al diavolo … suppongo. E’ una credenza abbastanza diffusa, comunque, anche in  posti più “civilizzati”, sai? Cambia il livello di sviluppo o di ricchezza, ma certi archetipi restano…
-Sarà- commentò lei.
-E se per loro era stato un cattivo segno la presenza della donna dai capelli rossi, puoi immaginare quanto lo fosse quella piccola peste che ora dorme beatamente di là. Il capo tribù voleva tener fede all’ultimo desiderio di quella donna per una questione d’onore, ma non poteva abbattere il pregiudizio che lui stesso, come tutta la sua gente, avesse contro il bambino. Lo tenne con sé e con la sua famiglia, ma nessuno gli regalò mai un attimo di affetto o di comprensione. Quel bambino era indifferente a tutti, non potendo venderlo come schiavo perché  troppo piccolo, né abbandonarlo per via dell’ultimo desiderio di sua madre, lo tenevano al villaggio ma continuavano a vederlo come uno straniero, un diverso, e nessuno mai si interessò a lui… almeno fino a quando non ci capitò Roger, da quelle parti.
Rouge sorrise, reclinando un po’ la testa.
-Ecco perché Shanks lo stima così tanto. E’ stata la prima mano tesa in suo aiuto, da quando ha messo piede a questo mondo…
-Già. Ed ormai sono passati tre anni- annuì Ray, abbassando gli occhi - sono già tre anni che sta con noi.
Guardò davanti a sè con un'espressione malinconica e divertita al tempo stesso, come a dire che il tempo trascorreva fin troppo in fretta per i suoi gusti.
-Fatto sta che Roger rimase davvero stupito da questo bambino - riprese - Quando quel piccoletto seppe che lui era un pirata, lo supplicò di portarlo sul mare. Gli disse che non aveva mai visto il mare, dove era nato, e glielo disse con una tale enfasi ed una tale speranza negli occhi che persino Roger ne rimase impressionato. Capì che quel bambino odiava quel posto, ed ebbe modo di vedere come tutti lo trattassero freddamente per via di quella sciocca superstizione … e capì che avevano davvero qualcosa in comune: per entrambi il mare significava la libertà. Per Roger, era l'inseguire quel sogno di felicità che non lo avrebbe trattenuto in orfanotrofio a Rogue un attimo di più. Per Shanks, un enorme mondo da scoprire, a cui ritornare lasciandosi alle spalle quegli anni di abbandono e solitudine. Insomma, avevano una certa empatia, per quanto così differenti. Quando il capitano ripartì lo prese con sé, e nessuno della tribù ebbe da ridire, anzi. 
La ragazza guardò distrattamente di lato.
-Non si sa chi fosse sua madre?- chiese, ricordando quando Shanks l’aveva nominata, di sfuggita.
-Probabilmente una piratessa. Le trovarono addosso molti gioielli, ma soprattutto aveva sulla spalla destra un tatuaggio con un Jolly Roger intrecciato ad una rosa, che è un simbolo ricollegabile ad alcune ciurme di contrabbandieri attive nel Mare Occidentale fino a qualche anno fa, i pirati Thorn. Furono completamente annientati dalla Marina, mi ricordo che lo sbandierarono a gran voce sui giornali…
-Era davvero il suo destino, diventare un pirata- mormorò lei.
-Per questo capisci quanto possa odiare qualsiasi cosa gli ricordi il periodo della sua prima infanzia?- continuò Ray- per quanto piccoli, i bambini possono immagazzinare dei ricordi che rimangono indelebili nella memoria. Anche se non capiscono bene cosa succede intorno a loro, ricollegano delle immagini a degli stati d’animo. Evidentemente quel simbolo, che lui scorgeva ogni giorno sulle tende dei nomadi, sulle bandiere o sulle statue votive, rievoca in lui delle sensazioni molto negative. L’abbandono… beh, essere stato lasciato solo proprio nel periodo in cui si ha più bisogno d’affetto lo ha reso un ragazzino alla continua ricerca di attenzioni, anche se tutto sommato devo ammettere che sta venendo su bene, almeno da quando è qui con noi- aggiunse con un sogghigno.
-Ma che carini, Roger e Ray, papà e mamma!- ridacchiò lei.
-E mi spieghi perché io dovrei essere la mamma?
Lei fu presa alla sprovvista per un attimo.
-Beh, perché Roger … cioè… è così…
Si mise l’indice sulle labbra, cercando la parola adatta.Il vicecapitano alzò un sopracciglio e la guardò di sottecchi.
-… se stai per dire così virile giuro che mi alzo e me ne vado.
Rouge avvampò.
-Ray! Stavo per dire che è così burbero che sicuramente la mamma non la può fare lui! Bru…tto…sce…mo!!- esclamò tutto d’un fiato, tirandogli una serie di schiaffetti, mentre quello se la rideva cercando di sfuggire alla raffica di colpi non completamente amichevoli.
-E quindi- si ricompose lui quando lei ebbe finito di fargliela pagare- ecco qui perché Shanks mal sopporta che gli si nomini la Red Line o gli si ricordi in qualche modo quel posto.
Rouge si fece pensierosa e tornò un pò abbacchiata nella sua posizione, guardando il pavimento.
-Dubito che il mio intervento di stasera sia servito a molto- mormorò, pensando nuovamente alla faccenda degli smiley.
-Perché?
-Beh, non sarà una stupida faccina sorridente senza un minimo di significato a soppiantare nella sua memoria i ricordi tristi legati invece al simbolo dei Medoc.
Ray parve rifletterci su.
-Naaah- commentò poi - È qui che ti sbagli. Perché dici che la faccina sorridente non ha un minimo di significato? D’accordo, è solo un oggetto, ma nulla vieta a Shanks di poterlo riempire con dei bei ricordi. Tanto per dirne uno, il giorno in cui ha conosciuto Roger.Oppure il giorno in cui tu lo hai portato alla festa di nascosto da noi altri, la prima volta che è salito su una giostra. Ma ce ne sono moltissimi altri, ne sono sicuro. Tutte le avventure in cui si è ritrovato da quando viaggia con noi, i ghiaccioli alla menta o tutta la marmellata che si è fregato di nascosto in cambusa- ridacchiò.
-Ma allora perché non lo ha tenuto con sé, e me l’ha regalato ?- rispose lei, tirando fuori dalla tasca le due faccine ed osservandole sui palmi delle mani.
Ray la guardò fraternamente.
-Perché sa, o ha intuito, che c’è qualcuno che ne ha più bisogno di lui, in questo momento. Qualcuno che, le sue paure, non ancora le ha affrontate.
Rouge fissò il vicecapitano.
-E’ ora che quel benedetto oggetto torni al suo proprietario- disse quello, annuendo piano.
Lei si mordicchiò un labbro, sbattendo le palpebre.
-Ma , prima di ogni altra cosa- aggiunse il pirata con un sospiro, tirandosi su- è ora di andare a riposare le nostre vecchie e stanche membra!
E, con un ultimo saluto, si avviò alle cuccette.
Rouge rimase lì, sola con il sussurro altalentante delle onde.










°°°

Note:
Oook, non picchiatemi, please! Roger una volta tanto è stato completamente estromesso dalla narrazione, ma avrà successivamente modo di rifarsi prossimamente!
Su questo capitolo, invece ...
Lo so che la mia mente è molto contorta, l’avevo premesso che la faccenda degli smiley sarebbe stata una cosa strana: comunque mi piaceva il fatto che Ace avesse ereditato qualcosa da entrambi i suoi genitori.
Così, mentre la madre per lui rappresenta la parte positiva, Roger è invece quella che rifiuta, ma che comunque porta con sé, perché non può farne a meno, essendo sangue del suo sangue.
Ed in generale mi piaceva l’idea della trasmissione di un simbolo, una cosa in cui OP sguazza abbondantemente, a partire dal Cappello di paglia, ma anche per esempio il tatuaggio di Nami con la girandola di Genzo ed i mandarini di Bellemere… e via dicendo!
Per la cronaca, non so se la nave di Garp abbia un nome *sgratt sgratt* , comunque l’ho chiamata Sirius Clash più che altro perché ha la polena a forma di cane, e Sirio è appunto la costellazione del cane ^-^
Poi poi… il capitolo in cui Shanks e Rou avevano intrapreso la conversazione sul passato del piccolo è precisamente l’11, se avete dimenticato la cosa :)
Poi, straovvia la citazione harrypotteriana sui Mollicci :) ciò che sconfigge la paura, è una risata! Tra l’altro, io adoVo Lupin *-* è il mio personaggio preferito dopo Sirius *-* e comunque adoVo l’intera saga, come molti della mia generazione! Praticamente ci sono cresciuta insieme *-*
Sto divagando … soddisfatti coloro che volevano saperne di più sul passato di Shanks? La faccenda dei capelli rossi  fa molto Rosso Malpelo, vero? xD Che poi è un’opinione ancora diffusa, certo, non porta a conseguenze di emarginazione ... a me, per la cronaca, i capelli rossi piacciono tantissimo :P E comunque il fatto che il mozzo conosca i territori della Red Line potrà tornare utile in futuro, chissà …
Con questo chiudo il papiro di note, sperando che questo capitolo vi sia garbato :)
To be continued ;)
  
Leggi le 8 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio! / Vai alla pagina dell'autore: maya_90