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Autore: Julia Weasley    08/10/2010    22 recensioni
Seguito di “Eroi non si nasce, si diventa”.
Regulus è morto in circostanze misteriose, lasciando dietro di sé soltanto domande senza risposta. Ma quando una fidanzata che non si dà pace, un vecchio Indicibile in pensione e un elfo domestico che sa molto più di quanto possa sembrare incroceranno per caso le loro strade e uniranno le forze, tutto sarà destinato a cambiare.
Genere: Guerra, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Famiglia Black, Mangiamorte, Nuovo personaggio, Ordine della Fenice, Regulus Black
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'R.A.B.' Questa storia è tra le Storie Scelte del sito.
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Non può piovere per sempre

Capitolo 5
La prima battaglia
 
« Non mangi? »
Rachel alzò lo sguardo dal piatto ancora pieno di minestra fino all’orlo, limitandosi a rispondere con un vago cenno di diniego alla domanda di sua madre. Dopo di che si soffermò a guardare senza un vero motivo l’orologio a pendolo sopra la credenza.
Era dal giorno del funerale che non riusciva a togliersi dalla testa le parole di Alphard Black. Aveva pensato continuamente a quello di cui era venuta a conoscenza: Regulus sapeva cosa stava facendo prima di morire, e aveva scoperto qualcosa di molto pericoloso.
Rachel ora voleva assolutamente scoprirlo, e per farlo doveva parlare di nuovo con Alphard. Lui le aveva detto che la avrebbe avvertita nel caso in cui avesse capito di cosa si trattasse, ma ancora non si era fatto sentire, e l’attesa cominciava a farsi snervante. Rachel non sopportava di non sapere. Voleva capire perché e come Regulus era veramente morto.
« Rachel, non puoi continuare a lasciare due terzi dei pasti » insisté Diane, distogliendola dai suoi pensieri. « Sei pallida e sciupata. Se continui così non riuscirai a reggerti in piedi ».
Lei sbuffò. Non riusciva proprio a capire perché sua madre dovesse preoccuparsi di una cosa stupida come ciò che mangiava, e la sua insistenza la irritava: non era il cibo la cosa che le mancava di più.
« Tua madre ha ragione. Dovresti… » esordì Perseus.
« Lasciatemi stare » sbottò Rachel, alzandosi in piedi di scatto. « Non voglio mangiare, d’accordo? Non me ne importa niente ».
Per alcuni secondi calò un silenzio teso e imbarazzato. Rachel si pentì subito di avere risposto male, ma era ugualmente arrabbiata: perché non volevano capire? Voleva soltanto essere lasciata in pace. Non sapeva nemmeno da dove le fosse sorta tutta quella furia.
Senza aggiungere altro, spostò la sedia e uscì in fretta dalla cucina, senza degnare i genitori di uno sguardo.
Perseus e Diane sentirono sbattere la porta d’ingresso e si scambiarono un’occhiata eloquente.
« Non capisco perché debba prendersela con noi » sbottò lui, scagliando il cucchiaio sul tavolo. « Come se fosse colpa nostra se è successo quel che è successo, e non di quel… »
« Perseus » lo redarguì la moglie.
« Lo so che è morto, ma è comunque colpa sua, e non riesco a fingere che non sia così. E quanto a Rachel, so che sta male, ma le era stato detto di reagire, non di rivoltarsi contro di noi ».
« È normale » disse Diane, mentre si versava dell’acqua nel bicchiere. « Ha superato la fase più pericolosa e ora si trova in quella che la spinge a sfogare tutta la frustrazione e l’ira repressa. La rabbia è il suo modo di reagire. A dire la verità, mi preoccupa di meno ora che vorrebbe distruggere tutta la casa di quando era completamente apatica. Dobbiamo solo avere pazienza ».
Lui annuì in silenzio. All’improvviso aveva a sua volta perso la voglia di mangiare.
« Cosa sono questi schiamazzi? » chiese Diane ad un certo punto. « Vengono dal villaggio ».
Da molto lontano provenivano alcune voci agitate e piccoli scoppi. Da quella lontananza non si capiva a cosa fossero dovuti.
« Saranno i Babbani, con i loro fuochi di dentifricio » rispose Perseus, facendo spallucce e ipotizzando qualche festa giù al villaggio.
Ma Diane si era affacciata fuori dalla finestra.
« A me non sembrano fuochi artificiali » sussurrò, improvvisamente spaventata.
 
Nel frattempo Rachel era andata a sedersi sulla veranda, che dava direttamente sulla spiaggia. Il mare era estremamente calmo, cosa molto rara in quel periodo, e il lieve rumore della risacca era l’unico che si sentiva nei dintorni.
I suoni del mare riuscivano sempre a rilassarla, e in quel momento ne aveva un gran bisogno perché si sentiva bruciare da una rabbia inconsueta. Sapeva di aver sbagliato a prendersela con i suoi, che la stavano aiutando ad affrontare quel periodo orribile, ma ultimamente era così nervosa da esplodere per una minima sciocchezza.
Si passò una mano tra i capelli, rivolgendo lo sguardo in alto, verso il cielo. Era un novilunio, e le stelle brillavano più che mai sul loro sfondo nero-bluastro. Erano secoli che Rachel non guardava più il cielo, nell’irrazionale paura di sentirsi minuscola e terribilmente sola, al confronto di quel buio immenso. Invece ora capiva di essersi sbagliata. C’erano miliardi di stelle lassù, e le dava conforto pensare che Regulus la osservava da una di esse. Non le importava se quella fosse una superstizione o meno: preferiva ritenerla veritiera.
In effetti, era dalla sua morte che Rachel a volte percepiva una presenza nella sua stanza, di solito mentre tentava di addormentarsi. Voleva pensare che si trattasse di lui: era un modo per sentirlo ancora vicino.
Perfino in quel momento aveva l’impressione di non essere sola e che qualcuno la stesse osservando da dietro un pilastro della veranda. Non voleva neanche voltarsi a guardare, per paura di restare delusa: magari in realtà era semplicemente il suo gatto.
All’improvviso, un debole chiarore illuminò il cielo notturno, come se la luna si fosse accesa di colpo. Quasi nello stesso istante, le sue orecchie smisero di ascoltare la risacca e captarono rumori e grida molto lontani e ovattati.
Si alzò in piedi e lanciò un’occhiata al vicino villaggio di Mould-on-the-Wold: doveva essere scoppiato un incendio, a giudicare dal fumo. Ma le bastò alzare di poco gli occhi per capire che il motivo di tutto quel trambusto era un altro.
Sopra il villaggio era apparsa l’immensa sagoma di un serpente che usciva dalla bocca di un teschio, che emanava una sinistra luce verdognola.
Rachel si sentì schizzare il cuore in gola e rabbrividì. Aveva già visto il Marchio Nero solo sulla Gazzetta del Profeta, ma mai dal vivo, e così vicino per giunta.
Il primo impulso che ebbe fu quello di rientrare in casa e avvertire gli Auror via camino ma poi, guardando attraverso la finestra del salotto, scoprì che lo stavano già facendo i suoi genitori.
E all’improvviso le venne un’idea folle. Le era sorta spontanea e non vi aveva riflettuto. Sapeva che sarebbe stata una pazzia, ma la paura fu presto sostituita dalla rabbia che aveva covato fino a quella sera.
Lì c’erano i Mangiamorte, forse anche Voldemort in persona. Rachel sentì il sangue ribollirle nelle vene e annebbiarle la mente. Ogni fibra del suo corpo sembrava invocare vendetta per ciò che quella gente aveva fatto a Regulus. Non le importava cosa sarebbe successo: era giunto il momento di agire.
Senza rifletterci oltre, si Smaterializzò.
Riapparve nella piazza centrale del villaggio: il Marchio Nero incombeva minaccioso sopra di lei. Una casa era divorata dalle fiamme e tutt’intorno c’era gente che urlava e scappava in preda al panico. Uomini incappucciati e con i volti coperti da maschere stavano duellando con maghi e streghe a viso scoperto.
Rachel stringeva spasmodicamente la bacchetta con la mano sudata e si guardava intorno alla ricerca di un bersaglio.
Per la prima volta in vita sua si trovava nel bel mezzo di una battaglia… e non aveva la più pallida idea di cosa fare.
Era completamente diverso da come aveva immaginato. Attanagliata dalla paura, le urla e i pianti le rimbombavano nella testa, immobilizzandola.
Presto però fu costretta a scuotersi. Un Mangiamorte uscì dalla casa che stava andando a fuoco, la bacchetta puntata alla schiena di un mago che stava duellando con un altro avversario.
Rachel levò la bacchetta contro il Mangiamorte e formulò la prima fattura che le venne in mente. Quello fece appena in tempo a sentirla e schivarla all’ultimo momento.
Rachel si sentì raggelare il sangue: ora il Mangiamorte aveva lei come obiettivo principale. Strinse la bacchetta ancora più forte, fino a farsi sbiancare la nocche, fissando l’uomo negli occhi e cercando di concentrarsi, consapevole del fatto che una sola distrazione potesse esserle fatale.
L’uomo fu il primo ad attaccare. Rachel schivò per un pelo un getto di luce verde e rispose a sua volta con uno Schiantesimo che lui deviò con un Sortilegio Scudo, ma l’impatto gli fece cadere la maschera, rivelando un paio di freddi occhi grigi e una nera barba a punta.
Il Mangiamorte scagliò un’altra fattura e Rachel fu costretta a gettarsi di lato per evitarlo, ma fu comunque colpita di striscio e il lembo della sua manica prese fuoco. Spense la fiamma con un getto d’acqua, ma il suo avversario approfittò della situazione e la scaraventò con forza contro il muro di un negozio.
L’impatto fu violento e Rachel rimase senza fiato: la sua bacchetta era volata qualche metro più in là e il Mangiamorte si stava già preparando a ucciderla.
Non riusciva a credere che sarebbe finita così. Un miscuglio di emozioni contrastanti la invase: da un lato non voleva lasciare i suoi genitori nella disperazione, ma dall’altro sapeva che in quel modo avrebbe finalmente smesso di soffrire…
« Avada… » iniziò il Mangiamorte con un accento straniero, ma in quel momento accadde un fenomeno inspiegabile.
Come se fosse stato afferrato da una mano invisibile, l’uomo si sollevò a mezz’aria, i piedi penzolanti a pochi centimetri dal suolo e sul volto un’espressione sbigottita. Poi fu scagliato con forza contro il muro, dove batté la testa e rimase riverso a terra, svenuto.
Ancora sotto shock, Rachel cercò di riprendere fiato, con la sensazione di avere i polmoni in fiamme. Si guardò intorno per vedere chi le avesse appena salvato la vita, ma non vide nessuno. Invece, sentì dietro di sé l’inconfondibile rumore di una Smaterializzazione. Possibile che si trattasse della stessa persona che l’aveva salvata? Ma perché non aveva voluto farsi vedere?
« Hai preso Karkaroff! » esclamò in quel momento una voce femminile, ponendo fine alle sue domande.
Mentre tornava in piedi, Rachel rivolse lo sguardo alla persona che le aveva appena rivolto la parola. Era una ragazza dai capelli corti e dal tondo viso gentile. Aveva un’aria familiare, e Rachel la ricollegò ad una studentessa di Grifondoro che aveva circa tre anni in più di lei.
« Bè, non proprio… » rispose.
« Legalo per bene » si raccomandò Alice Paciock, e un attimo dopo tornò a combattere.
Rachel scivolò fino alla bacchetta e la utilizzò per evocare delle robuste funi che andarono a legare il Mangiamorte di nome Karkaroff, ancora frastornata da quanto era appena accaduto.
Decise di pensare più tardi al suo misterioso salvatore: per il momento doveva solo cercare di aiutare il più possibile.
Poco lontano vide una ragazza e un ragazzo intenti a combattere contro quello che sembrava un uomo molto più grosso del normale che, con suo grande orrore, riconobbe come Fenrir Greyback, il Lupo Mannaro di cui si sentivano da anni notizie raccapriccianti.
In quel momento tuttavia si udirono decine di “POP” e altrettanti Auror si Materializzarono nel villaggio, iniziando a loro volta a combattere.
A quel punto i Mangiamorte decisero di ritirarsi e scomparvero nel giro di pochi istanti, lasciando dietro di loro uno scenario di devastazione.
Rachel aveva appena tratto un respiro di sollievo, quando la ragazza che fino a quel momento aveva combattuto contro Greyback le rivolse un’esclamazione di stupore.
« Rachel! »
« Emmeline? »
Emmeline Vance le stava riservando uno sguardo sbalordito. I capelli biondi fino alle spalle erano scompigliati a causa del combattimento, privandola per una volta della sua inconfondibile eleganza.
« Che cosa ci fai qui? » chiesero entrambe nello stesso momento.
« Io abito qui vicino. Ho visto il Marchio da lontano » rispose Rachel. « E tu? Non hai ancora avuto il diploma di Auror ».
« In effetti non sono qui per conto del Ministero… » disse Emmeline con un tono improvvisamente misterioso, e lanciò un’occhiata al ragazzo accanto a lei. Rachel conosceva anche lui: era nientemeno che Remus Lupin, e di certo nemmeno lui era un Auror.
Lupin sembrava piuttosto provato dal combattimento con Greyback. Alla luce del fuoco, le cicatrici sul suo volto risaltavano ancora di più.
Nemmeno quella volta Rachel riuscì a chiarire cosa stesse succedendo perché improvvisamente si sentì puntare la bacchetta contro la schiena. Girandosi, si ritrovò davanti ad un volto pieno di cicatrici e a un occhio finto che la scrutava.
« E tu chi sei? » ringhiò Alastor Moody, sospettoso.
« Signor Moody, non è una Mangiamorte » intervenne Emmeline.
Lui continuò a fissare Rachel con l’occhio sano, mentre puntava quello magico verso Emmeline.
« Ne sei sicura, Vance? »
« Sì, è una mia amica » insisté lei con un tono quasi esasperato.
« Ha catturato Karkaroff » disse Alice Paciock, giungendo in quel momento.
« Uhm, ok » bofonchiò Moody, abbassando la guardia. « Non ci si può fidare di nessuno di questi tempi… Allora? » disse, rivolgendosi ad Alice.
Lei si incupì.
« Hanno preso Caradoc » disse, e Rachel notò che tutti erano improvvisamente ammutoliti. « Hanno appiccato l’incendio a casa sua dopo averlo fatto sparire, perché non ci sono tracce di lui ».
Rachel lanciò un’occhiata alla casa incendiata, notando altre persone tra quelle che stavano cercando di spegnere il fuoco con la magia: Sirius Black, i Potter, Minus, Frank Paciock e un paio di maghi che non aveva mai visto.
« Stanno parlando di Caradoc Dearborn? » sussurrò a Emmeline, quando Moody si fu allontanato per arrestare Karkaroff.
Lei annuì, con le lacrime agli occhi.
« Lo conoscevi? » chiese.
« No, ma so che abitava da queste parti. Ma perché i Mangiamorte l’hanno attaccato? »
Emmeline lanciò un’altra occhiata incerta a Lupin, perché lui si era improvvisamente schiarito la voce in un tono più che eloquente. Lei parve molto indecisa, e infine disse:
« Non adesso ».
Tuttavia, quando Lupin si allontanò per aiutare gli altri, Emmeline trasse Rachel in disparte, dietro l’angolo. Sembrava volerle dire qualcosa di segreto.
« Senti, non posso parlartene esplicitamente, ma Caradoc faceva parte di un’organizzazione segreta che combatte Tu-Sai-Chi e i Mangiamorte, come me e come tutti quelli che hai visto ».
« Cosa? » domandò Rachel, sbalordita.
« Scusa, ma non mi è permesso raccontarti altro. Per favore, non dirlo a nessuno… Oh, ci sono i tuoi genitori » aggiunse improvvisamente, guardando oltre le sue spalle.
Perseus e Diane stavano correndo nella loro direzione. Erano sconvolti e Rachel si sentì in colpa per essere andata via senza avvertirli. Erano talmente preoccupati che non riuscirono neanche a rimproverarla.
« Mi dispiace, non so cosa mi sia preso » disse Rachel, mentre la madre la stritolava in un abbraccio.
« Non farlo mai più » sibilò Perseus con la voce rotta dall’ansia. Lei annuì.
« Vado a vedere se ci sono feriti » disse poi Diane, cercando di ricomporsi. « Che disastro… »
Rachel si sforzò di ignorare l’occhiata eloquente di Perseus. Sapeva cosa stava pensando: anche Regulus un tempo aveva partecipato attivamente ad azioni come quella.
 
Terminato il compito degli Auror, furono gli Obliviatori ad entrare in azione. Rachel nemmeno si rese conto che quella fosse la sua prima esperienza sul campo: aveva ben altro a cui pensare, da chi le aveva salvato la vita di nascosto all’organizzazione segreta di cui Emmeline faceva parte.
Il direttore del Dipartimento delle Catastrofi e degli Incidenti Magici, Cornelius Caramell, aveva ordinato di modificare la memoria di tutti i Babbani che riusciva a recuperare dai loro nascondigli, e lei aveva obbedito all’istante pur di avere qualcos’altro da fare.
« Tranquillo, non voglio farti del male » disse ad un bambino rannicchiato in un angolo, con un’espressione terrorizzata sul volto pallido.
« Voglio la mamma » piagnucolò lui.
« Sta venendo a prenderti » lo rassicurò lei, sperando che fosse vero.
Lui abbassò la guardia, rincuorato dalle sue parole.
« Oblivion ».
Lo sguardo spaventato del bambino fu sostituito da un’espressione vacua.
Fu una lunga nottata. Rachel e gli altri Obliviatori lavorarono fino all’alba per modificare la memoria a tutti i Babbani coinvolti. Finirono quando il sole era già sorto.
« Signorina, cosa è successo? » chiese un vecchio Babbano dall’aria decrepita che era appena uscito di casa per comprare il giornale: doveva essere sordo per non aver sentito tutto quel trambusto.
« C’è stato un incendio stanotte » bofonchiò Rachel, che stava per crollare addormentata.
« Chi è stato riempito di botte? » chiese quello accostandole l’orecchio, confuso.
« Un incendio, stanotte » ripeté lei ad alta voce, indicandole la casa di Caradoc Dearborn, ormai ridotta ad uno scheletro affumicato.
« Oh » fece quello, per niente sorpreso. « Lo dicevo io che qualcosa doveva succedere. Girava gente strana ultimamente ».
« In che senso? Ha visto qualcosa? »
« Quale rosa? No, dicevo che ci sono persone strane, tipi loschi, insomma. Ai mie tempi non era così. La vedi quella là? » disse, indicando una casetta completamente ricoperta di edera. « Bè, sono mesi che il proprietario non l’affitta più. E invece proprio ieri, prima di andare a dormire – la mia finestra è proprio di fronte – ieri sera ho visto due persone dentro. Non era il proprietario, perché sta su una carrozzella, mentre questi due erano in piedi. Ladri, ho pensato. Oppure piromani che preparavano il colpo di stanotte. Questo governo proprio non ci sa fare con i delinquenti… »
« Li ha visti sul serio? » chiese Rachel.
« Mi venisse un colpo! Sai come mi chiamavano in guerra? “Occhio di falco”, proprio così! Sarò pure rimbambito, ma ci vedo ancora benissimo ».
Senza perdere altro tempo, Rachel si avvicinò alla casa che il vecchio Babbano le aveva indicato. Dubitava che quei due fossero piromani, ma forse avevano assistito all’attacco dei Mangiamorte, quindi doveva modificare la memoria anche a loro.
Si inoltrò nel giardino incolto e pieno di erbacce: effettivamente quella casa doveva essere abbandonata da tempo. Sopra il campanello c’era scritto un cognome scolorito: “Puddle”.
Bussò alla porta e attese, ma nessuno le aprì. Al contrario, le parve di udire un lieve tramestio all’interno ma il rumore si bloccò di colpo.
« Alohomora » sussurrò.
Un attimo dopo fu dentro. Alcune finestre erano sprangate e dentro entrava poca luce, a parte quella che proveniva dalla porta aperta. Rachel usò l’incantesimo Lumos per illuminare meglio il salotto deserto: alla sua destra c’era un divano di fronte ad una strana scatola con un lato di vetro, due poltrone di chintz e un pianoforte.
Rachel si sentiva straordinariamente agitata, come se il suo istinto le stesse suggerendo che in quella casa ci fosse qualcosa di molto strano. Percepì dei rumori provenire dalla cucina e tenne levata la bacchetta, pronta a difendersi.
« Chi c’è? » domandò, avvicinandosi a passi lenti e misurati in quella direzione.
Non trovò nessuno. Perlustrò la casa in lungo e in largo, ma non vide niente di strano, a parte delle insolite tracce d’acqua che proseguivano dal salotto fino alla cucina deserta, per poi sparire misteriosamente nel nulla.

*Angolo autrice*

Ed ecco l'entrata in scena dell'Ordine della Fenice! Chi sarà il misterioso salvatore che ha permesso la cattura di Karkaroff? Lo scoprirete prossimamente! Ricordatevi l'altrettanto misteriosa casa Puddle, perché la rivedrete.
Per il nome del villaggio, ho adattato quello in cui all'inizio viveva la famiglia Silente perché non sono riuscita a trovarne uno che non avessi già utilizzato o nominato, e volevo trovarne per forza uno semi-magico.
Non sono una psicologa, ma per descrivere i vari cambiamenti d'umore di Rachel ho pensato al fatto che spesso nei momenti difficili si inizia con una fase di totale apatia, seguita da un'altra di aggressività, e poi l'umore cambia di continuo. Insomma, si è molto instabili emotivamente e spesso a subire le sfuriate è chi non c'entra niente: spero di aver reso l'idea!
Altri disegni: uno di Marta con una scena del capitolo 1 (qui) e due fatti da me, uno con Regulus e Rachel (qui) e un altro con Regulus alle prese col Boccino d'Oro (qui)!
A venerdì prossimo! =)

Mirwen: prima che Alphard scopra qualcosa ci saranno alcuni intralci, ma presto sia lui che Rachel daranno la svolta alla storia! Sirius tenerone? Ahah, non farti sentire da lui! XD
Alohomora: immaginavo che ti saresti emozionata! In effetti è successo anche a me. Il capitolo precedente mi è piaciuto un sacco da scrivere! Non sono ancora arrivata a scrivere il ritorno di Regulus, ma ci sono quasi... anche se oggi non sono andata avanti, ho modificato un po' quelli già scritti.
DubheBlack: la storia di meissa_s te la consiglio proprio, vale proprio la pena di leggerla! A meno che non cambi idea all'ultimo minuto, Sirius non avrà un ruolo attivo nel ritorno di Regulus; mi piace l'idea di riservargli la sorpresa! Ehm, Perseus avrà difficoltà ad accogliere Regulus con benevolenza, ma verrà trattenuto da sua moglie, per fortuna!
Lenobia: le tue recensioni mi fanno sempre un immenso piacere, grazie!  E' ovvio che Regulus e Sirius si chiariranno, ho scritto questa storia fondamentalmente per questo! Non diventeranno amiconi in due secondi, ma si chiariranno. Sì, Andromeda apparirà molto di più in seguito, anche perché non vedo l'ora di scrivere di nuovo su Dora! XD
nefertari83: in effetti il nome Walburga è orrendo. Mi pare che abbia un'origine germanica legata alla notte delle streghe... però su Wikipedia ho letto che è anche il nome di una santa, protettrice contro la stregoneria, pensa tu, ahah! Lo so, Barty in questo periodo è odioso: lo preferisco esaltato che doppiogiochista così...
bellatrix18: se vuoi ti metto il link di quell'intervista ---> clicca qui  E' molto lunga e piena di notizie interessanti! ** Hai visto giusto, la conversazione tra Alphard e Rachel è molto importante! In fondo non manca poi così tanto al ritorno di Regulus, credo che intorno al capitolo 11 sarà tornato! ^^
quigon89: sicuramente inserirò una parte dedicata solo a Perseus e Alphard, anche se ancora devo decidere dove metterla! In effetti ultimamente ho iniziato a immaginare Andromeda un po' diversa da quella dei tempi del "Diario", in ci forse era troppo emotiva e meno capace di mantenere il controllo... in fondo è sempre una Black!
malandrina4ever: sì, esatto, abito proprio a Roma! Ehm, ok, credo di dover fare le mie più sincere scuse a Dudley! XD Basta, la smetto u.u Io penso che il tuo capitolo preferito sarà quello dell'incontro tra Regulus e Sirius: ce l'ho già in mente e mi emoziono solo a pensarci! **
Penny Black: le recensioni lunghe mi piacciono eccome! XD Ti dico già che Minus comparirà proprio nel prossimo capitolo, così vedrai come la penso sul suo cambiamento. Devo ammettere che all'inizio ci avevo pensato, ma poi mi sono resa conto che Emmeline è incompatibile con Sirius. Barty ci è rimasto malissimo per il tradimento di Regulus, e ancora non riesce a odiarlo completamente.
Beatrix Bonnie:  eheh, è vero, Perseus ha un piccolo problema con la capacità di perdonare! Ma è per questo che mi piace tanto... io sono come lui! XD Non ricordo nemmeno come mi sia venuta in mente l'idea dell'anello: forse mi è venuta spontanea! Mi dispiace se Remus l'ho solo accennato, ma sono decisa a scrivere un pezzo introspettivo solo per lui, contenta? XD
sweetophelia: la risposta alla tua domanda l'avrai in parte già nel prossimo capitolo, ma sarà un po' difficile che Rachel scopra propio degli Horcrux... di sicuro arriverà abbastanza vicina, però! Non mi è mai andato giù il modo in cui Sirius parla del fratello morto, quindi ho pensato che dovesse esserci per forza qualcosa di più.
_Mary: spero di aver descritto bene anche la battaglia, dopo tanti capitoli riflessivi! Ma certo che approfondirò Andromeda! ** Sarà dopo il ritorno di Regulus, ma ci sarà... anche perché, se ben ti ricordi, Dora si è fatta promettere di portarlo a vedere la sua fantastica collezione di bambole, e Regulus non può perdersela, ahah! XD
RF09: sono contenta che non sia piovuto, e nemmeno da me! Ti assicuro che se Walburga fosse stata ipocrita sarebbe rimasta fredda e impassibile. Anzi, non è mai stata sincera come in questo momento, e anche se non vuole ammettere le sue colpe, non riesce a reprimere del tutto il rimorso. Io sono convinta che i Grifondoro siano pieni di pregiudizi u.u
Circe: "sembra una di quelle descrizioni che si leggono nei libri"... O_O Grazie, è uno dei più bei complimenti che abbia mai ricevuto!! Mi piace scrivere le descrizioni, anche se non voglio mai esagerare e farle troppo lunghe! Bè, Rachel dovrà imparare a essere paziente e attendere che Alphard scopri qualcosa, ma come hai visto in questo capitolo ha usato più l'istinto che altro.
Lellas92: sbaglio o non ti piace Lily? Forse solo perché è diventata moglie di James, mi sa... A me non piace perché è così... perfetta!
Però la ammiro tantissimo quando muore... sì, lo so, io la gente la ammiro quando muore, sono matta! Regulus sta facendo il prezioso, e ci sta prendendo gusto, però ti dico solo che siamo già a metà strada, anzi, l'abbiamo superata!
meissa_s: a Walburga Rachel non è mai piaciuta, e adesso può dimostrarlo senza problemi... Sono felicissima che apprezzi il mio Alphard, è un personaggio al quale mi sono affezionata soprattutto scrivendoci su! Ammetto che la battuta del Boccino è stata cattiva, però per un certo periodo è vero che Regulus si sarebbe accorto di Rachel solo con un costume del genere addosso! XD Sono felice che la scelta degli episodi ti sia piaciuta: ovviamente quelli che già conoscevate li ho riassunti, e invece mi sono soffermata di più su quelli inediti, altrimenti vi sareste annoiati! Grazie ancora per la segnalazione! *-*
PenPen: anche a me mancano molto i bei tempi andati, però è meglio se non ci penso, altrimenti mi viene una tristezza tremenda! Alphard e Perseus faranno pace, ma un po' per volta: all'inizio sarà difficile evitare qualche imbarazzo ^^
lyrapotter: Alphard lo rivedrai presto! All'inizio ero indecisa se inserire Barty, ma poi mi sono ricordata che, anche se è un Mangiamorte convinto, quando viene processato cerca di evitare Azkaban, a differenza di Bellatrix. Quindi ai suoi livelli non ci è ancora arrivato perciò ho deciso di farlo presentare al funerale del suo ex migliore amico, almeno questo =(
  
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