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Autore: nebo_95    10/10/2010    0 recensioni
Due ragazze diverse e uguali allo stesso tempo vanno ad abitare a New York. Una sa approfittare di ogni occasione, di ogni persona per ottenere ciò che vuole. Una truffatrice sensuale e potente. L’altra ha la determinazione di potercela fare senza l’aiuto di nessuno e sta molto male quando viene usata a scopo di divertimento dai ragazzi. Attraente e sensibile, piace molto ai ragazzi, così come la prima, ma non sa cogliere l’occasione per ottenere ciò che vuole grazie a questa caratteristica. Passerà del tempo prima che le ragazze si conoscano, poi riusciranno a risolvere i loro problemi grazie alla solidarietà femminile, all’astuzia, alla determinazione, all’uguaglianza tra loro e all’amicizia. La loro vita cambierà dopo il loro incontro.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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Vi prego! Perdonatemi... io sono responsabile di tutto... non ho alcuna scusa, io vi devo dire...

ma... cercate di capirmi! la casa è andata al rogo... il gatto è morto... una mandria impazzita ha calpestato il pc... una tragedia! una tragedia colossale! non ho proprio paotuto scrivere...  ma cercate di capirmi! lo so che queste non sono buone ragioni! ma mettetevi nei miei panni!

ahahahah! eeeeeeeeeh, sono una bravissima attrice! ci siete cascati, eh? ammettetelo! xD

oh, piano con quelle uova!!!! da dove le avete tirato fuori?! aiutooooooooo!!!!!!!!

ok, dopo questa, potete smettere di leggere questa storia! (no, questo no! u.u)

Scusate il ritardone, davvero! :(

buona lettura!

Capitolo 6 – Disappointment

Sandy

Direi che non ero bella quella sera, di più! Ero brillante, fresca, elettrizzante, frizzante, affascinante, elegante e altri aggettivi che finiscono con “ante”.

Ero una stella! Una donna, non una ragazza, dagli occhi innamorati e stavo vicino ad un uomo, non ad un ragazzo, a dir poco fantastico. Stavo vicino a Joy, ad un insegnante senza laurea, che era riuscito a conquistare la fiducia della Julien. Stavo accanto ad un mito, ad un eroe!

Entrammo al Big Daddy’s, un bar che piaceva molto ad entrambi. Trovammo ad un tavolino due ragazze sedute vicine ad un tavolo rotondo e di fronte a loro un ragazzo con carisma e grande fascino, con capelli neri e occhi azzurri.

“Hey, Raf! Come va, amico? Julie, Annie!” – saluto Nick – “Vi presento la mia dolce ragazza.”

“Piacere, sono Sandy” – dissi stringendo la mano a tutti.

“Sandy, eh? Io sono Raffaele, musicista, cantante e attore.” – disse.

“Oh! Io credo di definirmi cantante!” – dissi sorridendo.

“Raf è italiano.” – disse Nick facendomi sedere.

“Oh! Allora ho trovato un mio parente! Sono argentina!”

“Hey! Sei una sorella latina allora! O forse, cugina!” – disse Raf scherzando.

“Cugina! Giusto.” – confermai.

“Io sono Ann e credo di potermi definire irlandese! Per questo ho tinto i capelli di rosso!” – disse Annie sorridendo.

“Avrei detto che sono naturali! È un bel colore! Un po’ come quello della cantante dei Paramore!” – dissi.

“Davvero trovi?! Oh, grazie! Sentito, Raf? Questo colore è bello!” – esclamò.

“Sorrido e annuisco, Annie”

“Guarda, Raf è sempre stato così! Critica sempre ciò che è bello!” – prese la parola Julie

“Beh, la bellezza è soggettiva! Tu Julie, che origini hai?” – domandai.

“Sono Britannica! Ma, sono molto legata agli States! Mi ritengo del tutto americana! Non guardo indietro!”

“È una buona considerazione! Anche perché bisogna essere patrioti del posto in cui si vive! Hai perfettamente ragione.”

“Tu ti credi americana?” – mi chiese Raf.

“No, mi credo terrestre! Amo l’Argentina e gli USA in modo uguale. Amo il mondo.” – risposi.

“Sei una pro globalizzazione?”

“No, Raf, ma la stessa cosa potrei chiederla a te!”

“Io sono nato a New York. Non sono per la globalizzazione, ma credo fermamente che si usa amare di più lo Stato delle tue origini. Per non perdere radici.”

“Ah! non la penso così! Ogni Paese va amato, soprattutto se ti tocca vivere all’estero, credo sia giusto ringraziare lo Stato nel quale sei stato, per così dire ospitato, e se ci sei nato, diventa ancora più importante! È una questione di principio.” – lo contraddissi.

“Non dico nulla!” – disse con tranquillità.

“Tu Joy, come la pensi? Sei francese, giusto?” – chiesi al mio uomo, per farlo parlare.

“Io mi sento francese in tutto e per tutto, ma tesoro mio, hai perfettamente ragione! Amo gli States per la loro ospitalità.” – disse sorridendo.

“Raf, la maggioranza vince!” – disse Annie.

Raf fece una smorfia.

Ridemmo.

“Ehm, Sandy, ti piacerebbe cominciare a lavorare in teatro?” – mi domandò l’italiano più tardi.

“Dove? Cosa? Ma che domande sono? Certo che mi piacerebbe!” – lo guardai esaltata.

“Mi hanno offerto il ruolo di Danny Zuco nel musical Grease. Guarda caso, cercano Sandy!” – disse sorridendo.

Ripensai alle parole della Julien.

“Probabilmente quando vedrò il tuo nome in un giornalino interessante, comincerò a ricordarmene.” – mi disse la prima volta che ci avevo parlato.

“Hey, Raf! Fai il bravo, eh! Ricordati che la donnina è mia!” – disse Joy per poi baciarmi. “La donnina è mia”?! gliene avrei parlato più tardi di questa donnina e se fosse sua o no!

“Per l’ultima esibizione verranno John Travolta e Olivia Newton-John!” – disse Raffaele facendo finta di non aver sentito.

“Oh! E la cosa sicuramente verrà pubblicata sul Times!” – esclamai.

“Ovvio! È Broadway!”

“Raffaele, ripeti?”

“Broadway.”

“NO! Incredibile! Non prenderanno una come me! Non sono una professionista!” – cominciai eccitata per poi ricordarmi del fatto che ero una principiante pure scarsa.

“Sandy, ti prendono! Amore, ti prendono sicuramente! Tu sei bellissima e bravissima!” – mi rassicurò Joy.

Raf annuì.

“Potrò far sapere chi sono alla Julien!” – esclamai.

“Direi che la Julien appena ti vedrà a Broadway, cadrà ai tuoi piedi! Ti chiederà perfino l’autografo!” – disse Julie ridendo.

“Sicuramente” – confermò Joy.

“Accetto!” – dissi a Raf.

“Perfetto! Presentati domani alle quattro! La puntualità estrema, sarà già un segno in più che sei perfetta per il ruolo!” – disse – “Anzi! Ti accompagno io! Così capiranno che sei quella giusta!”

“Perché dovrebbero capirlo grazie a te?” – chiesi con un sopracciglio all’insù.

“Perché sono Danny Zuco!” – rispose.

Risi.

“Ti fidi del divo? Sai, è italiano! Ricorda che lo era anche Al Capone!” – disse Joy. Non compresi bene il suo tono. Si stava ingelosendo?

“Oh, non fidandomi, gli darei fin troppa importanza!” – scherzai.

Vidi Raf che scuoteva il capo con espressione seccata.

Era un tipo strano.  Sembrava uno tanto fiero di sé.

“Allora, Raf, se mi vieni a prendere davanti alla scuola, non mi dispiacerebbe affatto!” – confermai.

“Ok… ehm, alle quattro meno un quarto?”

“Perfetto!”

“Scusa Sandy, vado un po’ fuori. Ti dispiace?” – mi domandò Joy.

“No… posso venire anche io?” – domandai. Non mi voleva con lui?

“No, non voglio che ti rovini la salute con il fumo passivo!” – spiegò.

“Ah, perché fumi anche?” – chiesi critica.

La sua espressione d’un tratto cambiò.

“Sì! Qualcosa incontrario?” – disse nervoso.

“Che cosa? Certo! Ho un sacco di cose incontrario alle sigarette.” – dissi.

“Direi di essere più maggiorenne di te. Lasciami decidere da solo, da uomo adulto.” – mi guardò rimproverante.

Rimasi perplessa.

 

Dire che ero cambiata in un lampo di umore è dire poco. Mi alzai dal tavolo e uscii dal locale.

Non degnai Joy di uno sguardo e fermai un taxi.

Speravo mi seguisse. Cosa che non fece, come spesso succede nei film.

Ricordo che quando guardavo cassette romantiche e c’èra la scena della protagonista che se ne andava nella speranza che il suo uomo la seguisse. Non succedeva. Non lo vedeva correre dietro alla macchina e così si metteva a piangere.

Io invece mi misi a ridere. A sghignazzare in modo anormale. E questo sghignazzare diventò uno singhiozzare e lo singhiozzare diventò urlare. Adesso mi sento in colpa davanti al povero taxista, il quale volle tranquillizzarmi con una canzone italiana. Alzò il volume al massimo. La voce che risuonava nell’auto era di un’armonia assoluta. Il mio pianto divenne silenzioso e sulla mia bocca apparve un sorriso.

Da quel giorno ho un debole per i tassisti newyorkesi e anche per le canzoni italiane.

Arrivata a casa, l’autista Roberto, con il quale feci amicizia grazie al giro lungo che facemmo per trovare la mia via, non mi fece pagare. Mi regalò il suo cd. Disse che quelle canzoni avevano un potere speciale.

“Esprimono amore, quando questo sembra mancare, alleggeriscono il dolore, quando questo sembra essere oltre il limite.” – disse.

 

Grazie Roberto. Tu sei l’uomo che mi ha fatto capire che la forza è nelle passioni, nelle canzoni e nell’Amore.

“…Amore! Lassù, sulla terra, è un dio ben noto questo; se lo sia anche qui, non so, ma almeno io lo spero: se non è inventata la novella di quell’antico rapimento, anche voi foste uniti da Amore. […]”  frase di Orfeo, un uomo sapeva amare pienamente. Lui, alla morte di sua moglie Euridice, ebbe il coraggio di andare nel regno dei defunti e chiedere di far tornare in vita la sua amata.

Ecco, io ero morta. Joy mi doveva considerare morta. Sarebbe venuto a cercarmi all’Inferno? Avrebbe domandato perdono? Avrebbe cercato di farmi risuscitare? Avrebbe cantato il suo amore come fece Orfeo a suo tempo?

Pregavo per questo…

Ma una sola sensazione provavo.

Delusione.

Profonda.

Infernale

Delusione…

  
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