Vi prego! Perdonatemi... io sono responsabile di tutto... non ho alcuna scusa, io vi devo dire...
ma... cercate di capirmi! la casa è andata al rogo... il gatto è morto... una mandria impazzita ha calpestato il pc... una tragedia! una tragedia colossale! non ho proprio paotuto scrivere... ma cercate di capirmi! lo so che queste non sono buone ragioni! ma mettetevi nei miei panni!
ahahahah! eeeeeeeeeh, sono una bravissima attrice! ci siete cascati, eh? ammettetelo! xD
oh, piano con quelle uova!!!! da dove le avete tirato fuori?! aiutooooooooo!!!!!!!!
ok, dopo questa, potete smettere di leggere questa storia! (no, questo no! u.u)
Scusate il ritardone, davvero! :(
buona lettura!
Capitolo
6 – Disappointment
Sandy
Direi
che non ero bella quella sera, di più! Ero
brillante, fresca, elettrizzante, frizzante, affascinante, elegante e
altri
aggettivi che finiscono con “ante”.
Ero
una stella! Una donna, non una ragazza, dagli occhi
innamorati e stavo vicino ad un uomo, non ad un ragazzo, a dir poco
fantastico.
Stavo vicino a Joy, ad un insegnante senza laurea, che era riuscito a
conquistare la fiducia della Julien. Stavo accanto ad un mito, ad un
eroe!
Entrammo
al Big Daddy’s, un bar che piaceva molto ad
entrambi. Trovammo ad un tavolino due ragazze sedute vicine ad un
tavolo
rotondo e di fronte a loro un ragazzo con carisma e grande fascino, con
capelli
neri e occhi azzurri.
“Hey,
Raf! Come va, amico? Julie, Annie!” – saluto Nick
–
“Vi presento la mia dolce ragazza.”
“Piacere,
sono Sandy” – dissi stringendo la mano a tutti.
“Sandy,
eh? Io sono Raffaele, musicista, cantante e
attore.” – disse.
“Oh!
Io credo di definirmi cantante!” – dissi sorridendo.
“Raf
è italiano.” – disse Nick facendomi
sedere.
“Oh!
Allora ho trovato un mio parente! Sono argentina!”
“Hey!
Sei una sorella latina allora! O forse, cugina!” –
disse Raf scherzando.
“Cugina!
Giusto.” – confermai.
“Io
sono Ann e credo di potermi definire irlandese! Per
questo ho tinto i capelli di rosso!” – disse Annie
sorridendo.
“Avrei
detto che sono naturali! È un bel colore! Un po’
come quello della cantante dei Paramore!” – dissi.
“Davvero
trovi?! Oh, grazie! Sentito, Raf? Questo colore
è bello!” – esclamò.
“Sorrido
e annuisco, Annie”
“Guarda,
Raf è sempre stato così! Critica sempre
ciò che
è bello!” – prese la parola Julie
“Beh,
la bellezza è soggettiva! Tu Julie, che origini
hai?” – domandai.
“Sono
Britannica! Ma, sono molto legata agli States! Mi
ritengo del tutto americana! Non guardo indietro!”
“È
una buona considerazione! Anche perché bisogna essere
patrioti del posto in cui si vive! Hai perfettamente
ragione.”
“Tu
ti credi americana?” – mi chiese Raf.
“No,
mi credo terrestre! Amo l’Argentina e gli USA in
modo uguale. Amo il mondo.” – risposi.
“Sei
una pro globalizzazione?”
“No,
Raf, ma la stessa cosa potrei chiederla a te!”
“Io
sono nato a New York. Non sono per la
globalizzazione, ma credo fermamente che si usa amare di più
lo Stato delle tue
origini. Per non perdere radici.”
“Ah!
non la penso così! Ogni Paese va amato, soprattutto
se ti tocca vivere all’estero, credo sia giusto ringraziare
lo Stato nel quale
sei stato, per così dire ospitato, e se ci sei nato, diventa
ancora più
importante! È una questione di principio.”
– lo contraddissi.
“Non
dico nulla!” – disse con
tranquillità.
“Tu
Joy, come la pensi? Sei
francese, giusto?” – chiesi al mio uomo, per farlo
parlare.
“Io
mi sento francese in tutto e per tutto, ma tesoro
mio, hai perfettamente ragione! Amo gli States per la loro
ospitalità.” – disse
sorridendo.
“Raf,
la maggioranza vince!” – disse Annie.
Raf
fece una smorfia.
Ridemmo.
“Ehm,
Sandy, ti piacerebbe cominciare a lavorare in
teatro?” – mi domandò
l’italiano più tardi.
“Dove?
Cosa? Ma che domande sono? Certo che mi
piacerebbe!” – lo guardai esaltata.
“Mi
hanno offerto il ruolo di Danny Zuco nel musical
Grease. Guarda caso, cercano Sandy!” – disse
sorridendo.
Ripensai
alle parole della Julien.
“Probabilmente
quando vedrò il tuo nome in un giornalino
interessante, comincerò a ricordarmene.”
– mi disse la prima volta che ci avevo
parlato.
“Hey,
Raf! Fai il bravo, eh! Ricordati che la donnina è
mia!” – disse Joy per poi baciarmi. “La
donnina è mia”?! gliene avrei parlato
più tardi di questa donnina e se fosse sua o no!
“Per
l’ultima esibizione verranno John Travolta e Olivia
Newton-John!” – disse Raffaele facendo finta di non
aver sentito.
“Oh!
E la cosa sicuramente verrà pubblicata sul Times!”
–
esclamai.
“Ovvio!
È Broadway!”
“Raffaele,
ripeti?”
“Broadway.”
“NO!
Incredibile! Non prenderanno una come me! Non sono
una professionista!” – cominciai eccitata per poi
ricordarmi del fatto che ero
una principiante pure scarsa.
“Sandy,
ti prendono! Amore, ti prendono sicuramente! Tu
sei bellissima e bravissima!” – mi
rassicurò Joy.
Raf
annuì.
“Potrò
far sapere chi sono alla Julien!” – esclamai.
“Direi
che la Julien appena ti vedrà a Broadway, cadrà
ai
tuoi piedi! Ti chiederà perfino
l’autografo!” – disse Julie ridendo.
“Sicuramente”
– confermò Joy.
“Accetto!”
– dissi a Raf.
“Perfetto!
Presentati domani alle quattro! La puntualità
estrema, sarà già un segno in più che
sei perfetta per il ruolo!” – disse –
“Anzi! Ti accompagno io! Così capiranno che sei
quella giusta!”
“Perché
dovrebbero capirlo grazie a te?” – chiesi con un
sopracciglio all’insù.
“Perché
sono Danny Zuco!” – rispose.
Risi.
“Ti
fidi del divo? Sai, è italiano! Ricorda che lo era
anche Al Capone!” – disse Joy. Non compresi bene il
suo tono. Si stava
ingelosendo?
“Oh,
non fidandomi, gli darei fin troppa importanza!” –
scherzai.
Vidi
Raf che scuoteva il capo con espressione seccata.
Era
un tipo strano.
Sembrava uno tanto fiero di sé.
“Allora,
Raf, se mi vieni a prendere davanti alla scuola,
non mi dispiacerebbe affatto!” – confermai.
“Ok…
ehm, alle quattro meno un quarto?”
“Perfetto!”
“Scusa
Sandy, vado un po’ fuori. Ti dispiace?” –
mi
domandò Joy.
“No…
posso venire anche io?” – domandai. Non mi voleva
con lui?
“No,
non voglio che ti rovini la salute con il fumo
passivo!” – spiegò.
“Ah,
perché fumi anche?” – chiesi critica.
La
sua espressione d’un tratto cambiò.
“Sì!
Qualcosa incontrario?” – disse nervoso.
“Che
cosa? Certo! Ho un sacco di cose incontrario alle
sigarette.” – dissi.
“Direi
di essere più maggiorenne di te. Lasciami decidere
da solo, da uomo adulto.” – mi guardò
rimproverante.
Rimasi
perplessa.
Dire
che ero cambiata in un lampo di umore è dire poco.
Mi alzai dal tavolo e uscii dal locale.
Non
degnai Joy di uno sguardo e fermai un taxi.
Speravo
mi seguisse. Cosa che non fece, come spesso
succede nei film.
Ricordo
che quando guardavo cassette romantiche e c’èra
la scena della protagonista che se ne andava nella speranza che il suo
uomo la
seguisse. Non succedeva. Non lo vedeva correre dietro alla macchina e
così si
metteva a piangere.
Io
invece mi misi a ridere. A sghignazzare in modo
anormale. E questo sghignazzare diventò uno singhiozzare e
lo singhiozzare
diventò urlare. Adesso mi sento in colpa davanti al povero
taxista, il quale
volle tranquillizzarmi con una canzone italiana. Alzò il
volume al massimo. La
voce che risuonava nell’auto era di un’armonia
assoluta. Il mio pianto divenne
silenzioso e sulla mia bocca apparve un sorriso.
Da
quel giorno ho un debole per i tassisti newyorkesi e
anche per le canzoni italiane.
Arrivata
a casa, l’autista Roberto, con il quale feci
amicizia grazie al giro lungo che facemmo per trovare la mia via, non
mi fece
pagare. Mi regalò il suo cd. Disse che quelle canzoni
avevano un potere
speciale.
“Esprimono
amore, quando questo sembra mancare,
alleggeriscono il dolore, quando questo sembra essere oltre il
limite.” –
disse.
Grazie
Roberto. Tu sei l’uomo che mi ha fatto capire che
la forza è nelle passioni, nelle canzoni e
nell’Amore.
“…Amore!
Lassù, sulla terra, è un dio ben noto questo; se
lo sia anche qui, non so, ma almeno io lo spero: se non è
inventata la novella
di quell’antico rapimento, anche voi foste uniti da Amore.
[…]” frase
di Orfeo, un uomo sapeva amare
pienamente. Lui, alla morte di sua moglie Euridice, ebbe il coraggio di
andare
nel regno dei defunti e chiedere di far tornare in vita la sua amata.
Ecco,
io ero morta. Joy mi doveva considerare morta. Sarebbe
venuto a cercarmi all’Inferno? Avrebbe domandato perdono?
Avrebbe cercato di
farmi risuscitare? Avrebbe cantato il suo amore come fece Orfeo a suo
tempo?
Pregavo
per questo…
Ma
una sola sensazione provavo.
Delusione.
Profonda.
Infernale
Delusione…