Videogiochi > Kingdom Hearts
Segui la storia  |       
Autore: F a i r    13/10/2010    1 recensioni
E se la storia che conosciamo, non sia la vera storia? Se ci fossero avvenimenti di cui ignoriamo l'esistenza o se alcune azioni avessero altri moventi?
La storia di Naminé e Roxas forse non è proprio come ce l'hanno raccontata. O forse sono io che ho sempre voluto che fosse così.
"Alzò il capo e disse al suo migliore amico: «Stalle accanto e prenditi cura di lei, d'accordo?»
La sua era quasi una supplica. Dai suoi occhi traspariva una preoccupazione che non sarebbe dovuta esistere in un Nessuno.
Axel rimase sorpreso dal tanto affetto che Roxas aveva per Naminé.
«Sta' tranquillo» promise. «Lo farò»."

PS: Alcune scene che troverete esistono davvero in KHII, mentre altre sono completamente inventate. Enjoy (:
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Axel, Naminè, Roxas, Un po' tutti
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Kingdom Hearts, Kingdom Hearts II
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Chapter II: Una promessa è una promessa
La mattina dopo, Naminé era seduta sul suo letto. Aveva in mano il suo blocco che usava per disegnare. Era più un‘abitudine che altro, perché aveva in mano la matita, ma non sapeva cosa ritrarre.
Fissava il foglio bianco, persa nella sua testa, e senza che se ne rendesse conto le scivolò una lacrima sulla guancia che cadde sul blocco lasciando un perfetto cerchio bagnato.
Era tanto distratta che non sentì il sordo cigolio della porta della sua stanza.
Di soppiatto entrò una figura scura che non poteva ben nascondersi nella camera completamente bianca.
Naminé intravide un‘ombra e alzò lo sguardo. Ispezionò la stanza con occhi sospettosi, ma non trovò nulla d’insolito.
Non era più tranquilla. Sentiva che qualcosa non andava.
All‘improvviso l‘oscura figura la afferrò alle spalle con una risatina acuta.
«Adesso non hai più nessuna protezione, eh?» esclamò con la stessa voce stridula.
Si scoprì il capo dal cappuccio nero rivelando dei capelli biondi.
«Larxene!» esclamò Naminé che stava per essere strozzata dalla sua stretta.
Nel frattempo, Axel stava per raggiungere la porta della stanza, quando Marluxia gli si parò davanti.
«Non è il momento!» esclamò irritato il numero VIII dell‘Organizzazione. «Ho di meglio da fare» concluse cercando di superarlo.
Ma Marluxia intromise la sua falce davanti alla porta. Voleva infastidire Axel a tal punto da indurlo ad affrontarlo.
«Ti ho detto…» cominciò il ragazzo con voce falsamente calma. «…che non è il momento!» ruggì.
Alzò la mano destra e chiamò a sé i suoi chakram avvolti da fiamme. Li afferrò soppesandoli e guardò Marluxia, aspettando la sua reazione.
L‘uomo sorrise fra sé soddisfatto. Lo squadrò, afferrò la falce con entrambe le mani e scagliò un fendente diretto alla sua spalla destra. Axel aspettò che l‘arma del suo avversario arrivasse quasi a toccargli il soprabito nero e poi balzò indietro evitando il colpo. Non era intenzionato ad attaccare, voleva solo stancare Marluxia.
Quello invece faceva sul serio e più Axel cercava di evitare il confronto diretto, più lui s’irritava e proseguiva il suo inseguimento scagliando attacchi sempre più feroci.
Uno di questi andò a segno, colpendo Axel alla schiena vicino alla spalla sinistra. Il colpo era stato ben studiato in modo da impedirgli l‘uso di una delle due armi e dimezzare le potenzialità d’attacco del ragazzo.
Axel gli lanciò un’occhiata inferocita e scagliò il chakram contro Marluxia, senza mirare in modo preciso e per l‘avversario non fu difficile evitare l‘attacco.
Axel richiamò l‘arma osservando Marluxia che sorrideva compiaciuto della riuscita del suo inganno.
Ti faccio pentire di essere nato! pensò Axel con rabbia e corse abbastanza in fretta da poter scagliare contro l’avversario entrambi i chakram, uno dopo l’altro con la stessa mano.
Marluxia evitò il primo, ma non riuscì a schivare il secondo che lo colpì in pieno petto avvolgendolo in delle fiamme per qualche istante.
Axel rimase in attesa dell‘esito del suo attacco.
Marluxia sembrava finito. Non muoveva muscolo, ma non cadeva a terra senza vita.
Al contrario di ogni aspettativa, l‘uomo guardò Axel con sguardo sfidante, estrasse il chakram che lo aveva colpito e lo gettò via. Senza aspettare alcuna reazione, impugnò la falce e scagliò un altro potente attacco, come se Axel non gli avesse inferto il minimo danno.
Il ragazzo si allontanò con prodezza in direzione dell‘arma che voleva recuperare.
L‘afferrò e ripartì in una corsa sfrenata per non essere colpito di nuovo da Marluxia. La spalla gli dava problemi. Reggeva i chakram a malapena, figurarsi lanciarlo e recuperarlo senza lasciarlo cadere. Questo comprometteva ogni suo tentativo e Marluxia diventava sempre più invincibile.
Il dilemma di Axel era pensare a cosa stesse succedendo a Naminé in tutto quel tempo che Marluxia gli stava facendo perdere. Il numero XI non agiva mai da solo e Axel lo sapeva molto bene. Non gli avevano perdonato di averli traditi quando erano quasi riusciti a rovesciare l‘Organizzazione. Perciò volevano fargliela pagare e Naminé rischiava di fare una brutta fine se non si fosse sbrigato.
Questo pensiero lo assillava e in quel momento decise di farla finita. Si fermò e Marluxia gli fu subito vicino. Attaccò ancora e Axel parò con il chakram che aveva nella mano destra. Le due armi cozzarono con un rumore metallico e per la forza dei due colpi si allontanarono di circa un metro.
Axel non aspettò di riprendere l‘equilibrio e attaccò di nuovo Marluxia indirizzando l‘arma verso il fianco sinistro.
L‘uomo si fece indietro, ma non abbastanza e l‘arma gli provocò una ferita superficiale e gli strappò il soprabito. Ma nulla di grave dopotutto.
Perciò Axel decise di ricorrere alle risorse estreme e utilizzare il suo elemento: il fuoco.
I chakram furono avvolti da fiamme, mentre Marluxia si faceva indietro per ristabilire il peso dell’arma.
Axel ricominciò la lotta, intenzionato a concluderla. La promessa che aveva fatto a Roxas l’avrebbe mantenuta anche a costo della vita.
Per questo attaccò ancora l‘avversario, per quello che il braccio gli permetteva. Il colpo era diretto alla clavicola di Marluxia.
L‘uomo parò il colpo con la falce e Axel lo scartò finendo alle sue spalle. Aveva poco tempo. Il nemico si sarebbe voltato in fretta e Axel fu costretto ad usare il braccio sinistro, ferito, per poterlo finire. Lanciò il chakram contro Marluxia, trafiggendogli il fianco destro e provocandogli un ferita moto profonda. Improvvisamente, gli sembrò che la spalla fosse di fuoco e in quel momento Axel credette di sentirsi il cuore battergli nella profonda ferita.
Marluxia rimase immobile e dopo qualche istante cadde a terra senza vita. Il suo corpo cominciò a diradarsi in polvere e in poco scomparve, non lasciando alcun segno del suo passaggio.
Axel recuperò il chakram e sparì in un corridoio oscuro per comparire nella stanza di Naminé. Lì trovò Larxene che teneva la ragazza per il ventre e il collo.
«Larxene, lasciala» le disse Axel serio.
«E perché dovrei?» chiese lei con tono di sfida.
Il ragazzo cominciò ad avvicinarsi osservando prima Larxene e poi Naminé, il cui collo era stato ferito in modo leggero da uno dei coltelli di Larxene.
«Prenditela con qualcuno della tua taglia!» sfidò Axel.
Larxene rise a quella provocazione.
«Cosa c‘è?» provocò a sua volta. «Ora che il tuo amico non c‘è, puoi prenderti cura di lei senza ostacoli, eh?».
«Cosa?!» sbottò Axel.
«Credi che non abbia sentito tu e il tuo amichetto che confabulavate? Ora che so che tradirai l‘Organizzazione, posso eliminarti anche con il consenso di Xemnas».
«Tu!» esclamò allora Axel. «Strega, come ti sei permessa di ascoltare ciò che ci siamo detti io e Roxas?».
«Passavo di là» rispose lei con tono innocente. I suoi grandi occhi verdi tradivano un gran divertimento nel guardare la frustrazione altrui.
«La prossima volta ci penserai due volte prima di immischiati in una faccenda come questa!».
Larxene rise di nuovo. «Oh, e che avresti intenzione di fare? Passerai sul cadavere del piccola Naminé?»
Axel trattenne a stento l’odio che stava maturando contro Larxene e gli bastò uno sguardo per far prendere fuoco al soprabito dell’avversaria.
«Brutt-!». Larxene cominciò a dimentarsi per far spegnere le fiamme e tanto bastò a Naminé per divincolarsi dalla sua stretta e correre verso Axel in lacrime.
Il rosso sentì un profondo senso di rammarico invaderlo e la face rifugiare sotto il suo braccio.
«Sta‘ tranquilla, Nam» rassicurò Axel sussurrando. «Andrà tutto bene».
Poi la guardò e lei capì che doveva farsi da parte.
Larxene si avventò su Axel, impugnando i suoi kunai azzurri, senza alcun preavviso e il ragazzo parò in avanti i chakram spingendola in avanti.
Naminé si spostò in un angolo riparato e non poté far altro che osservare la scena impietrita.
Axel bloccò i kunai fra le fessure di una delle armi. Appena Larxene fu completamente immobilizzata, Axel lanciò il chakram e la donna fu trascinata sul pavimento bianco fra qualche scintilla.
Larxene si rialzò subito senza alcun danno grave: aveva il polso leggermente slogato e qualche ustione sulle dita. Lo guardò minacciosa e dai suoi occhi si poteva intravedere una piccola nota d’isteria. Partì una scarica elettrica, segno che Larxene si stava innervosendo.
Axel si allontanò di circa mezzo metro per sicurezza, aspettando l’intervento della donna. Impulsiva come sempre, quella scattò di nuovo verso di lui, avvolta da fulmini e saette.
Dopo alcuni attacchi senza esito, Larxene cominciava a stancarsi e, ai kunai e all’elettricità, preferiva colpi diretti con calci e pugni.
Vista la situazione nervosa della donna, Axel sorrise soddisfatto e lanciò il chakram verso il collo di Larxene. Lei si riparò con il braccio e le procurò un taglio superficiale sulla guancia. I due continuarono lo scontro sotto gli occhi di Naminé che osservava sperando che finisse in fretta. Stava pensando al probabile affronto che c’era stato fra Axel e Marluxia e a come il ragazzo avesse fatto a sconfiggerlo.
Mentre li osservava, notò la ferita alla spalla sinistra di Axel e solo in quel momento capì perché era così lento e attento nei movimenti, cosa che non era da lui.
Nonostante ciò non impiegò molto tempo a ridurre la donna in uno stato tale da non poter continuare la battaglia.
Axel la costrinse al muro, ma lei, prima che il ragazzo potesse finirla, aprì un corridoio oscuro e sparì attraverso la parete con un sussurro intimidatorio: «Non finisce qui! Prega di non incontrarmi ancora».
Axel rimase imbambolato per una manciata di secondi che gli impedirono di fermarla. Poi scagliò il chakram contro il muro, ma riuscì solo a danneggiarlo.
Naminé gli si avvicinò e lo abbracciò.
Axel la guardò e si piegò per raggiungere la sua altezza.
«Stai bene?» chiese con voce calma, quasi paterna.
La ragazza annuì, mentre Axel esaminava la sua ferita, per assicurarsi che non fosse nulla di grave.
«Adesso, ci conviene andare» riprese. «Prendi quello che ti può servire, dobbiamo fare in fretta».
Naminé obbedì e mentre raccoglieva quelle poche cose che aveva chiese quasi felice di andarsene: «Dove andiamo?»
«Non lo so ancora» rispose Axel. «Nel posto più lontano da qui. Ho la remota speranza di trovare Roxas».
Al nome di Roxas, Naminé si rattristò. Solo ora aveva ricordato quanto le mancava.
«Perché vuoi trovarlo, Axel?» sussurrò scura in volto e seguì l’amico nel corridoio oscuro. «Lui ha fatto la sua scelta...»
«Perché temo che commetta qualche imprudenza» rispose Axel.
Naminé si sorprese a quella risposta. «Non capisco cosa intendi».
«Te lo spiegherò appena saremo al sicuro» promise il rosso e anche loro si trovarono in poco tempo a Crepuscopoli, con la priorità di allontanarsi da lì in fretta. Quello sarebbe stato il luogo nel quale li avrebbero cercati, perché erano a conoscenza delle loro abitudini. Pertanto, decisero di fermarsi nelle campagne periferiche, per pianificare dove andare.

~ • ~

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Videogiochi > Kingdom Hearts / Vai alla pagina dell'autore: F a i r