Film > La Fabbrica di Cioccolato
Segui la storia  |       
Autore: Iurin    14/10/2010    2 recensioni
Un probabile seguito de "La fabbrica di cioccolato!" .....propongo di fare una ola a Willy Wonka!!! xD
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Ok, sono tornata!!! E con un nuovo capitolo muahahahahaha

Baby_Barby: spero tanto che ti piaccia anche questo capitolo! Eh sì...Willy è un cretino (a volte) ma anche tanto dolce...a modo suo XD Un salutoooooooooo

Elly_93: E basta con queste minacce!!! guarda che non scrivo piùùùùùùùùù XD XD XD Comunque hai ragione...Julia deve darsi una svegliata...ehm...ehm....scoprirai che potrebbe riuscirci!! Un abcione anche a te, mon amour!! XD XD XD



Caro Willy, ti stai per...!
 

La mattina mi svegliai in preda ad un’ansia strana. In principio stavo dormendo come un ghiro data la mia soddisfazione per i successi ottenuti la sera precedente, prima per la cena col mio amato e poi per le scuse che Wonka era venuto a porgermi di persona umiliandosi di fronte a me! Muahahah! Lo so…forse sono un po’ diabolica, ma non ci posso fare niente, visto che mi stavo prendendo la mia piccola rivincita per come lui mi aveva trattata ingiustamente! Però…beh…pensai che in fondo avrei potuto anche non infierire su di lui, ma comportarmi normalmente, così gli avrei fatto vedere che aveva a che fare con una persona matura. Altro che ladra o spia!
“Magari fossi una 007!” pensai “non starei qui con uno stipendio da fame!”
Tra tutti i miei soliti pensieri, a farla breve, mi vestii ed andai alla fabbrica.
Quando arrivai feci come al solito per aprire il cancello, ma invece quello era bello che chiuso! Lo scossi come se volessi scardinarlo, ma quello non si apriva comunque.
“Vabbè…” mi dissi mettendomi le mani in tasca “un citofono ci sarà pure in questa fabbrica super-accessoriata.”
E mi misi a cercarlo, perché infatti di citofoni non ce n’era proprio l’ombra. Chi fosse passato di lì mi avrebbe presa per scema vedendomi scrutare con attenzione il muro, ma alla fine la mia pazienza venne comunque premiata perché trovai quel dannato citofono: era dello stesso colore del muro, e il tasto era talmente piccolo che sarebbe potuto passare per un bacherozzo. Insomma si mimetizzava che era una meraviglia.
Premetti il pulsante, e dall’altra parte sentii qualcuno che stava sollevando la cornetta e poi un consecutivo fracasso come se a quel qualcuno nella fretta di rispondere gli fosse sfuggita la cornetta di mano.
“Sì?” disse la voce di Wonka quando evidentemente ebbe recuperato la cornetta.
“Sono Julia, signor Wonka.” Risposi cercando di non ridere.
“Sì sì, venga venga.”
Il cancello si aprì automaticamente e io naturalmente entrai nella fabbrica.
Appena misi piede nella stanza dal lungo tappeto rosso mi ritrovai Wonka ad un palmo dal mio naso che con fare sorridente esclamò:
“Buongiorno! Tutto bene?”
“Certo, e lei?” chiesi.
“A meraviglia!”
Altro che imbarazzato per l’equivoco della lettera! Questo qui aveva già smaltito tutto!
“Ehm…” dissi allora “che ne dice se ci mettiamo subito al lavoro?”
“Dico che non c’è problema. Che si deve fare?”
“Beh,” risposi “io ho portato la macchina fotografica,” e gli mostrai quella che portavo appesa al collo “e direi che si potrebbe iniziare ad usarla, no?”
“Se lo dice lei che è l’esperta…”
“Bene, allora. Andiamo nel giardino?”
Wonka mi fece passare avanti a lui con galanteria e quando oltrepassammo la stanza lui tirò fuori il suo solito mazzo di chiavi ed aprì la minuscola porta. Entrammo nella sala che era appena stata spalancata davanti a noi e quando arrivammo al centro del giardino dissi:
“Direi che qui va benissimo.”
“Benissimo per cosa?” chiese Wonka come se fosse appena sceso dalle nuvole.
“Ma per le foto! Ha portato la caramella?”
“Dovremmo fotografare la caramella?”
Ma ci faceva o ci era proprio?
“Come farebbe lei, la passerebbe allo scanner?” dissi ironica.
Lui di tutta risposta alzò le spalle e si mise a frugarsi nelle tasche per cercare quella benedetta caramella e alla fine tirò fuori un piccolo pacchetto giallo limone con su scritto Caramelle Desiderio.
“Eccola qui, in tutto il suo splendore!” disse euforico lui mostrandomela.
“Bene,” feci io “adesso che ci siamo, direi che lei si potrebbe anche…uhm…posizionare vicino a quel…fungo gigante o come lo vuole chiamare.”
Wonka si mise lì dove avevo detto io, e allora gli dissi mentre prendevo in mano la macchina fotografica:
“Perfetto! Adesso si metta in posa e faccia un bel sorriso!”
E mi misi la macchina davanti agli occhi. Wonka però non si stava mettendo in posa per niente, bensì iniziò a dire preoccupato:
“Un momento, un momento! Cosa centro io? Non dovrà mica fotografare me?”
“Perché? Qual è il problema?”
“Bisogna fotografare la caramella, non me!”
“Andiamo…la caramella ci sarà e ci sarà anche uno slogan grosso come una casa, quindi non si preoccupi, ok?”
Wonka fece una smorfia storcendo la bocca, ma io non battei ciglio e iniziai a fotografarlo a più non posso, prima in una posizione e poi un’altra, serio o sorridente in base a come mi girava; naturalmente la sua preziosissima caramella non passava inosservata, perché gliela facevo tenere sempre in bella vista…solo un cieco non si sarebbe accorto di quel nuovo dolce! Alla fine, finito il rullino, presi a guardare ad una ad una le foto che avevo fatto; Wonka allora si mise vicino a me per vedere anche lui il display della macchina fotografica. Si avvicinò però così tanto e così velocemente che finimmo per darci una capocciata.
“Ahi!” esclamai.
“Ops! Mi scusi.” Disse lui in po’ imbarazzato.
“Fa niente…” feci io, e poi continuai: “allora…che ne dice di questa foto?”
Selezionai un’immagine di Wonka che teneva in mano le caramelle e zoommai sul pacchetto per poi scorrere lentamente da sinistra a destra e dall’alto in basso. Mentre svolgevo quest’operazione, però, mi colpì un particolare della capigliatura di Wonka.
“Sbaglio o ci sono dei capelli bianchi?” osservai scherzosamente.
Lui mi guardò perplesso e disse tra sé e sé: “ma non ne avevo solo uno?”
Mi prese la macchina dalle mani e osservò attentamente la sua fotografia.
“Forse…gliene sono venuti altri senza essersene accorto…”
Guardai la sua espressione: era difficile da decifrare…sembrava sorpreso per quella sua nuova scoperta ma allo stesso tempo era in qualche modo…spaventato…paura della vecchiaia? Sarà, ma almeno questo dimostrava che persino Wonka era umano!
Dopo qualche secondo mi restituì la macchina e mi disse con una faccia non troppo convincente:
“Oh beh, qualche capello bianco in più è cosa da nulla, no?”
“Se lo dice lei…”
Ci fu un attimo di silenzio dopo il quale dissi:
“Se lei è d’accordo io a questo punto me ne andrei, tanto il più del lavoro è fatto…”
“Sì, ha ragione. Non la trattengo ulteriormente.”
Wonka mi accompagnò all’uscita e io gli strinsi la mano – meglio evitare bacietti di ogni tipo viste le sue strambe reazioni –.
“Penso che verrò domani più o meno alla stessa ora di oggi. Le va bene?” chiesi.
“Affatto.”
Dopodiché con un sorriso ci congedammo definitivamente e io me ne tornai alla mia auto.


***


Mi ritrovai dopo qualche secondo a fissare imbambolato la porta dalla quale Julia era uscita poco prima, come se mi si fosse spento momentaneamente il cervello.
Quando alla fine mi ripresi tornai nel giardino, solo che, mentre ero assorto nei miei pensieri, cominciai a sentire come una musica lontana, che si avvicinava sempre di più.
Mi guardai intorno e vidi tanti piccoli Umpa Lumpa che si disponevano in cerchio attorno a me cominciando ad intonare una canzoncina…

Qualcosa di nuovo accadrà
e Willy poi lo capirà.
Lui si sente una cosa strana
e quindi pensa che sia malsana.

Willy ascolta tutti noi,
perché siamo amici tuoi:
se da questa sensazione
ti lascerai trasportar,
una nuova emozione
riuscirai a provar.

Noi te lo diciamo,
perché a questo c’è un perché;
se ci sarai ascolto
sarai felice come un re!

Quindi noi ti ripetiamo
che questa tua opportunità
ti porterà felicità
e non devi fartela scappar!

Poi ti sentirai più lieve!
Più allegro! Più leggero!
Oh, insomma… a farla breve,
ti stai per innamora…


“Stop!!” Gridai interrompendo quella che stava diventando una canzone del tutto assurda.
Gli Umpa Lumpa, zitti come non mai, mi guardarono sghignazzando e sorridendosi l’un l’altro con una smorfia di chi la sa lunga stampata sulla faccia.
Nonostante però l’irritazione che mi stava salendo sempre più in alto, strinsi i pugni e cercando di ignorarli girai i tacchi andandomene verso l’ascensore.
Mentre camminavo allontanandomi dai miei operai mi misi inevitabilmente a pensare:
“Come osano supporre una simile…baggianata! Ma non mi conoscono abbastanza per sapere che non potrebbe mai accadere che io mi…mi…bah! Lasciamo perdere che è meglio!”
E così, arrivato alle porte dell’ascensore di cristallo, premetti un pulsante e quelle si aprirono con il loro solito suono.

 
   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > La Fabbrica di Cioccolato / Vai alla pagina dell'autore: Iurin