Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Julia Weasley    15/10/2010    19 recensioni
Seguito di “Eroi non si nasce, si diventa”.
Regulus è morto in circostanze misteriose, lasciando dietro di sé soltanto domande senza risposta. Ma quando una fidanzata che non si dà pace, un vecchio Indicibile in pensione e un elfo domestico che sa molto più di quanto possa sembrare incroceranno per caso le loro strade e uniranno le forze, tutto sarà destinato a cambiare.
Genere: Guerra, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Famiglia Black, Mangiamorte, Nuovo personaggio, Ordine della Fenice, Regulus Black
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'R.A.B.' Questa storia è tra le Storie Scelte del sito.
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Non può piovere per sempre

Capitolo 6
Proposte inaspettate e pagine mancanti

Quando Peter si Materializzò sul marciapiede, il sole non era ancora sorto. La strada in cui abitava si trovava in un modesto quartiere di Manchester e si intersecava ad angolo retto con molte altre vie periferiche della città.
Aveva appena salutato in gran fretta Remus che aveva cercato di sollevargli il morale, nonostante anche il suo fosse decisamente sotto terra. Non funzionava. Nessun tentativo di convincerlo che quella guerra sarebbe finita bene lo avrebbe mai convinto.
I Mangiamorte li stavano braccando; andavano a cercarli uno per uno, direttamente dentro casa. L’Ordine della Fenice era in netta minoranza numerica, e gli ultimi eventi lo dimostravano.
Il primo a morire era stato Benjy Fenwick, fatto a pezzi nel suo stesso salotto. Peter ricordava ancora l’orrore che aveva provato quando lo avevano trovato.
Poi era toccato a Marlene McKinnon, una strega estremamente dotata. Lumacorno aveva sempre esaltato la sua bravura negli Incantesimi, e lei prometteva di diventare importante. Ma era morta, uccisa nel sonno insieme a tutta la sua famiglia.
E adesso era toccato a Caradoc Dearborn. Era un uomo forte e battagliero, un leader carismatico che lo aveva sempre fatto sentire al sicuro. Gli sembrava impossibile che fosse sparito nel nulla, lasciando dietro di sé solo una casa bruciata.
Peter l’aveva capito, ormai. Era inutile che Silente continuasse a incitarli e che i suoi amici si affidassero alle illusioni idealistiche: Voldemort stava vincendo quella guerra uccidendo uno ad uno chiunque ostacolasse il suo cammino.
Si chiedeva soltanto quando sarebbe toccato a lui…
Peter rabbrividì e si voltò di scatto, come se temesse che qualcuno gli avesse teso un agguato. Era spaventato, le lacrime premevano contro le sue palpebre, desiderose di sfogare tutta l’ansia e la frustrazione.
In un lampo, attraversò la strada e si precipitò alla porta. Le mani gli tremavano così tanto che non riuscì nemmeno ad infilare la chiave nella toppa, e fu costretto ad aprire con la magia.
La casa era immersa nel silenzio, ma Peter era convinto di sentire rumori e scricchiolii sinistri che lo immobilizzavano all’ingresso. Non era cambiato nulla da quando era un bambino: aveva ancora una paura matta del buio, ma soprattutto di trovarvisi da solo.
Si obbligò a calmarsi. Era arrivato sano e salvo, non c’era più nulla di cui preoccuparsi, almeno per il momento. Accese la luce e si sfilò il mantello, appendendolo all’attaccapanni accanto alla porta. Poi attraversò il salotto deserto e si diresse in corridoio, che percorse lentamente, cercando di non svegliare sua madre. Lei non sapeva nulla dell’Ordine della Fenice. Dalla morte del marito era sempre depressa, e Peter aveva preferito risparmiarle un’ulteriore preoccupazione.
Il ragazzo entrò nel bagno e si specchiò. Aveva un volto pallidissimo e un’aria malaticcia che somigliava molto a quella di Remus nei periodi di plenilunio. La paura era dipinta sul suo viso tondo e smunto e si leggeva chiaramente negli occhi acquosi.
Aprì il rubinetto per sciacquarsi la faccia, e il rumore dello scorrere dell’acqua gli impedì di sentirne altri. Fu quando tornò in posizione eretta che, guardando di nuovo allo specchio, con suo grande orrore vide tre maschere bianco-argentee emergere dall’ombra alle sue spalle.
Peter non fece neanche in tempo a reagire o gridare. I Mangiamorte lo immobilizzarono con un Impedimenta, e lui cadde per terra, cercando disperatamente di divincolarsi e strillando in preda al panico.
« Macnair sta facendo la posta davanti alla camera della tua mammina, quindi ti conviene fare silenzio » lo minacciò una voce fredda e strascicata che gli fece gelare il sangue nelle vene.
Peter ammutolì, fissando con gli occhi sbarrati dalla paura quelli che da tempo erano il suo peggiore incubo. I tre Mangiamorte gli puntavano le bacchette dritte al cuore.
« V-vi prego » piagnucolò, terrorizzato. « Non fateci del male… »
Uno dei Mangiamorte sghignazzò, divertito. Il terzo, che se ne stava più in disparte ed era molto più magro degli altri due, rimase in perfetto silenzio.
« Questo dipenderà soltanto da te, Minus » rispose l’uomo dalla voce gelida e strascicata. « Se farai il bravo, non avrai nulla da temere per te e per tua madre. Capito? »
Peter annuì, sconvolto. Non capiva cosa volessero da lui. Non era mai stato speciale per nessuno, figurarsi per dei Mangiamorte.
« Bene. Passo subito al dunque. Il Signore Oscuro ha bisogno di una spia che gli riferisca esattamente tutti i piani e le mosse dell’Ordine della Fenice. Che cosa ne pensi, Minus? Sei disposto a collaborare, o vuoi rifiutarti e fare la fine del tuo amico Dearborn? »
Peter aprì la bocca e la richiuse, ma non emise un solo suono. Era come se le corde vocali gli si fossero paralizzate. Stava succedendo tutto troppo, troppo in fretta.
« Facciamo a modo mio, Lucius » intervenne il Mangiamorte che prima aveva ridacchiato. « Io conosco il metodo migliore per far parlare i muti… »
« No, Rabastan, o ci sentirann- » esordì Malfoy, ma il terzo Mangiamorte, quello in disparte, si voltò verso la parete del bagno e pronunciò un incantesimo sottovoce.
« Muffliato… Ecco » disse, e Peter riconobbe all’istante la voce di Avery. « Ora potrà gridare quanto vorrà, ma nessuno potrà mai sentirlo oltre queste quattro mura ».
Rabastan Lestrange alzò la bacchetta con un ghigno sadico e la puntò contro Peter, che urlò.
« NO! Aspettate! »
Il Mangiamorte si bloccò un attimo prima di scagliare la Maledizione Cruciatus. Peter ansimava e non aveva la più pallida idea di cosa fare. Covava solo la vana illusione che qualcuno dei suoi lo venisse a salvare… Ma nessuno sapeva che fosse in pericolo. Era completamente solo.
« Allora, Minus? » sibilò Malfoy. « Non abbiamo tempo da perdere, perciò decidi in fretta. Se scegli di collaborare con il Signore Oscuro, vivrai. Se invece ti rifiuti, farai la stessa fine dei tuoi colleghi dell’Ordine della Fenice. La scelta sta a te ».
Peter tremava violentemente. Era in trappola e non poteva fare nulla. Non aveva scelta: tradire o morire?
« Ragiona » continuò Lucius. « La guerra la stiamo vincendo noi. Chiunque si opporrà al Signore Oscuro morirà. Chi invece lo ha servito con dedizione, verrà ricompensato oltre ogni immaginazione ».
« I tuoi compari ormai non sono più in grado di proteggerti » intervenne Avery, con l’aria di chi sa bene di aver toccato un tasto dolente. « L’Oscuro Signore invece può farlo ».
Peter fu scosso da un fremito. Avery non aveva tutti i torti. James e Sirius lo avevano difeso sempre a scuola, ma in guerra avevano difficoltà anche loro. Se era morto uno come Caradoc, nemmeno loro potevano considerarsi al sicuro; figurarsi lui, Peter l’imbranato.
Ma non posso tradirli! Sono i miei amici, pensò, disperato. Gli avevano dato tutti fiducia, compreso Silente. Ma come faccio a dire di no? Non guadagnerò nulla facendomi uccidere. Se accetto invece, almeno sarò vivo… e potrò sempre rimediare, forse fare in modo che a loro non accada nulla di male…
I volti di Remus, Sirius e James apparvero davanti a lui, immagini create dalla sua mente. Lo fissavano con aria di rimprovero ma la loro espressione era anche ferita. Non poteva farlo… ma non poteva non farlo.
Sono miei amici… e gli amici perdonano e capiscono, giusto? Non vorranno mica che io muoia per una guerra che stiamo per perdere? Loro lo capiranno tardi, ma capiranno. Non c’è altra scelta che quella di adattarsi al corso degli eventi. Non sono mai stato coraggioso. Loro lo sanno. Loro capiranno…
« Allora? » ringhiò Rabastan Lestrange, minacciandolo con la bacchetta. « Accetti o no? »
Peter rimosse dalla mente gli sguardi delusi dei suoi amici. La sua coscienza tentava un’ultima disperata resistenza, ma la paura di morire era più forte. Molto più forte.
Lui non voleva neanche entrare nell’Ordine della Fenice, in fondo. Lo aveva fatto per seguire gli altri tre…
E infine, con la gola che bruciava e la coscienza che gli rimordeva, pronunciò quell’unica parola che cambiò la sua vita e quella di molte altre persone.
« Accetto ».


L’ascensore si fermò e le grate dorate si aprirono con un gran stridio.
« Terzo livello. Dipartimento delle Catastrofi e degli Incidenti Magici, comprendente la Squadra Cancellazione della Magia Accidentale, il Quartier Generale degli Obliviatori e il Comitato Scuse ai Babbani » annunciò la voce femminile dell’altoparlante.
Rachel esitò, facendo scorrere lo sguardo lungo il corridoio affollato, scoraggiata. Uscì dall’ascensore un secondo prima che le grate si richiudessero, e iniziò a camminare. Non sapeva nemmeno cosa le desse la forza di fare un passo dopo l’altro, forse l’inerzia. Di sicuro, sarebbe voluta tornare a seppellirsi in casa non appena aveva fatto il suo ingresso nell’Atrium del Ministero della Magia.
Ma ormai si era ripromessa che sarebbe tornata a lavorare. Le due settimane di permesso che aveva chiesto erano terminate, e doveva per forza riprendere il suo incarico per non essere licenziata. Non che le importasse – ormai nulla aveva più importanza – ma i suoi genitori avevano insistito così tanto che alla fine l’avevano convinta che tornare a lavorare le avrebbe fatto bene.
Percorse il corridoio fino a che non arrivò davanti ad una porta sulla quale una targa d’ottone recitava: Quartier Generale degli Obliviatori. Rachel la attraversò e si incamminò lungo un secondo corridoio, affacciandosi alla porta aperta di un ufficio.
« Buongiorno » esordì, dopo aver bussato.
« Ah, signorina Queen, bentornata! » esclamò un uomo seduto alla scrivania.
Arnold Peasegood, il suo capoufficio, era un mago piuttosto gioviale. Indossava sempre un fez rosso e un buffo monocolo che lo faceva sembrare più antiquato di quanto non fosse in realtà, a discapito dei suoi quarant’anni non ancora compiuti.
Rachel entrò, in silenzio. Il mago dovette capire che lei non fosse in vena di scherzi, perché passò subito al dunque.
« Be’, come vedi la tua mancanza si è sentita, qui dentro è un vero disastro… ti dispiace mettere a posto queste scartoffie? Ah, no, forse è meglio che ci pensi io. Caramell vuole un rapporto su quanto avvenuto l’altra notte al villaggio di Mould-on-the-Wold, e visto che tu sei stata la prima ad arrivare sul posto, ho pensato che sarebbe meglio se lo facessi tu. A proposito, complimenti per il tempismo ».
« Grazie » rispose Rachel con un tono piatto, andando a sedersi allo scrittoio di lato. Intinse la penna d’oca nella boccetta e si fermò a pensare a lungo, macchiando la pergamena d’inchiostro nero.
Non era molto sicura che fosse necessario inserire quello che era successo a casa Puddle. In fondo non c’entrava nulla con l’attacco dei Mangiamorte, sarebbe stato inutile aggiungerlo. Inoltre secondo lei doveva esserci un collegamento con la persona misteriosa che le aveva salvato la vita, mettendo Karkaroff fuori gioco. Non sapeva perché, ma se lo sentiva.
Dopo essersi riscossa, ripulì con un colpo di bacchetta la pergamena macchiata e iniziò a scrivere.
Proseguì a lavorare anche durante la pausa pranzo. Prima di uscire per un tè, Arnold le suggerì di riposarsi ma lei non ne volle sapere. Concentrarsi su quella relazione le faceva dimenticare, anche se solo per pochissimi istanti, ciò cui i pensieri tendevano continuamente. I suoi genitori avevano ragione: lavorare la faceva stare leggermente meglio, anche se avrebbe voluto che Regulus ci fosse come quando ascoltava tutti i suoi aneddoti sulla vita al Ministero, sui colleghi, sulle prime prove pratiche…
Rachel si accorse di aver riletto quel rapporto per la decima volta senza averci capito niente. Ormai si era distratta, e sarebbe stato molto più complicato tornare a concentrarsi. Si sforzò ma ogni suo tentativo fu vanificato dalla persona che entrò nell’ufficio in quell’istante.
« Ero sicura di trovarti qui » disse Emmeline Vance, avvicinandosi al suo scrittoio. « Ho sentito il tuo capo che parlava del tuo ritorno. Come ti senti? »
« Bene, grazie » mentì Rachel. « Tu che ci fai qui, comunque? »
« Ho appena sostenuto e passato il mio primo esame per diventare Auror: Occultamento e Travestimento » disse Emmeline, anche se non aveva un tono molto allegro. La scomparsa di Caradoc Dearborn doveva averla sconvolta.
« Complimenti » disse Rachel, sforzandosi di suonare cordiale. In realtà non ci riusciva proprio.
« Senti » disse Emmeline dopo alcuni secondi di silenzio. « Dovrei parlarti di una cosa ».
Aveva un’aria misteriosa, e il fatto che chiuse la porta dopo essersi assicurata che non ci fosse nessuno dei dintorni lo confermò. Rachel alzò lo sguardo sulla ragazza di fronte a lei.
« Che succede? » chiese, sospettosa.
« Niente. Solo, mi assicuro che nessuno ci senta. Ricordi di quando ti ho parlato della società segreta di cui faccio parte? »
Rachel la guardò, poco interessata.
« Sì, ma stai tranquilla, non ne farò parola con nessuno ».
« Lo so, di te mi fido. Proprio per questo mi sono permessa di parlare a Silente di te ».
« Cosa c’entra Silente? »
« L’ha fondata lui. Io… gli ho chiesto se fosse il caso di coinvolgerti, e lui sarebbe favorevole. Mi chiedevo se volessi unirti a noi anche tu » riferì Emmeline, un po’ a disagio.
Rachel le rivolse un’occhiata sorpresa, come se fosse convinta che si trattasse di uno scherzo di cattivo gusto.
« Io? E perché dovrei? »
« Perché… hai un motivo per cui combattere Tu-Sai-Chi » rispose quella, di colpo imbarazzata, e Rachel sentì un dolore bruciante attanagliarle le viscere. « Scusa. Ci ho pensato quando ti ho vista combattere e ho voluto proportelo ».
Rachel non la guardò, limitandosi a fissarsi le unghie.
« È stata una cosa occasionale. Ho deciso di combattere perché mi sono ritrovata i Mangiamorte quasi sotto casa, ma non ho mai pensato di partecipare alla guerra in maniera attiva. Non penso di esserne capace. L’altra notte non sapevo nemmeno cosa fare ».
« Ma se hai catturato Karkaroff… »
« Non sono stata io. Sarei morta subito se qualcuno non mi avesse aiutata. E in ogni caso, dubito che gli altri componenti dell’organizzazione si fidino di me. Ti ricordo che sono la fidanzata di un ex Mangiamorte. E inoltre ho visto chi c’è con voi. Potter e i suoi amici pensano che i Serpeverde siano tutti Maghi Oscuri ».
« Silente non ragiona così. Lui sarebbe felice di averti tra noi, davvero ».
Rachel distolse lo sguardo. La proposta di Emmeline la aveva letteralmente spiazzata. Era vero che solo l’idea di Voldemort le faceva montare dentro la stessa furia della notte precedente, ma ricordava anche la preoccupazione dei suoi genitori quando l’avevano ritrovata in mezzo ai resti della battaglia. Non voleva farli preoccupare ancora. La sua situazione stava pesando già troppo in casa. E ricordava anche quello che ormai era diventato il suo obiettivo principale: scoprire cosa fosse accaduto a Regulus, tramite l’aiuto di Alphard. Si sentiva egoista in quel senso, ma le interessava di più proseguire nella propria ricerca piuttosto che scendere in campo contro Voldemort.
« Non c’è bisogno che decidi subito » disse Emmeline.
« Invece ho già deciso » rispose Rachel, concludendo la sua breve pausa di riflessione. « Mi dispiace, ma al momento ho altro a cui pensare. Non credo che Silente voglia tra i suoi una che ha altro per la testa ».
Emmeline non parve affatto delusa: probabilmente se lo aspettava.
« Ti capisco. Sappi però che l’offerta è sempre valida. Nel caso in cui cambiassi idea, basta che tu me lo dica ».
« Sì, sì, d’accordo » rispose l’altra, poco convinta.
In quel momento qualcuno bussò alla porta, interrompendo la loro conversazione.
« Avanti » disse Rachel.
Quando la porta si aprì, nell’ufficio calò un’atmosfera tesa e spiacevole. Il nuovo arrivato si bloccò sulla soglia non appena vide Emmeline, la quale per un solo istante si fece di mille colori, poi riassunse il suo solito autocontrollo e gli riservò un’occhiata glaciale.
« Ciao, Barty » disse Rachel, nel tentativo di sciogliere un po’ il ghiaccio.
« Ciao. Ero venuto a salutarti » disse lui, ma Emmeline lo interruppe con freddezza.
« Io vado, Rachel. Ci vediamo » disse. Rachel annuì, e la ragazza si incamminò verso la porta con la massima dignità, passando accanto a Barty senza degnarlo di ulteriore attenzione.
Lui non disse nulla, ma per un po’ la seguì con lo sguardo fuori dall’ufficio.
A Rachel dispiaceva che tra loro due fosse finita così, ma di certo la colpa non era di Emmeline. Dopo essere stati insieme per tre anni, all’improvviso lui l’aveva lasciata senza un motivo. A Rachel aveva detto di essersi stancato, ma lei si era ben guardata dal dirlo a Emmeline: la ragazza non era ancora riuscita a farsene una ragione, nonostante sostenesse l’esatto contrario.
Tuttavia, a guardarlo bene, Rachel aveva il sospetto che lo stesso Barty fosse dispiaciuto per quella situazione… o forse era solo una sua impressione.
Barty si riscosse solo dopo qualche attimo e tornò a rivolgersi a lei, sorvolando su quanto accaduto poco prima.
« Bentornata ».
« Grazie » rispose lei, non riuscendo a fare a meno di rivolgergli uno sguardo di rimprovero. Barty tuttavia finse di non averlo notato.
« Mi sembra che tu stia meglio, o mi sto sbagliando? » le chiese, evitando quell’argomento.
« Sì, relativamente » bofonchiò Rachel, lasciandosi ricadere sulla sedia. « Comunque, mi dispiace. In questi giorni ti sei sempre informato sulle mie condizioni, ma io non ho mai chiesto come stessi tu. Eri il suo migliore amico ».
« Non preoccuparti per me » fece lui.
Rachel esitò, indecisa se fargli la domanda che le premeva dal giorno del funerale. Non capiva perché Regulus le avesse detto di non fidarsi di Barty. Forse aveva avuto paura che lei potesse essere coinvolta nelle sue vicende da Mangiamorte, e rimanere in contatto con il figlio di Crouch la avrebbe messa in pericolo. Ma Barty si stava dimostrano un vero amico e le dispiaceva essere sospettosa nei suoi confronti, certa che lui non meritasse tutta quella diffidenza.
« Senti, per caso negli ultimi tempi Regulus ti aveva fatto capire che qualcosa lo preoccupava? » non poté fare a meno di chiedere: se doveva aspettare che Alphard scoprisse qualcosa, voleva a sua volta informarsi il più possibile.
Barty rispose con una smorfia.
« Lo sai che dopo la fine della scuola ci siamo allontanati » rispose Barty, impassibile. « Lui era diventato un Mangiamorte, quindi ha pensato di tagliare i ponti con me. Non posso sapere nulla di quello che ha fatto in seguito, mi dispiace ».
Rachel cercò di nascondere la propria delusione, ma non ci riuscì. Quell’attesa la stava logorando. Perché Alphard non aveva ancora scoperto nulla? Era quella la pista giusta da seguire, ne era certa. Ma doveva aspettare ancora e ancora. Non ne poteva più.
Tuttavia, l’attesa fu più breve del previsto. La mattina dopo infatti, mentre stava facendo colazione, Rachel vide un gufo nero entrare dalla finestra, planare sul tavolo e posarsi di fronte a lei.
Il biglietto che il volatile le consegnò era molto breve e non diceva nulla di esplicito, ma le provocò un’emozione incontrollabile.
Alphard aveva scoperto qualcosa.


Fece girare la chiave nella toppa, e la porta che occupava tutta la parete si aprì cigolando. Alphard fece il suo ingresso in un’ampia stanza con decine e decine di scaffali colmi di libri. La luce del mattino illuminò improvvisamente l’aula quando lui aprì le tende con un colpo di bacchetta.
« Ecco, entra pure » disse, tenendo la porta aperta alla ragazza.
« È questa? » domandò Rachel, facendo scorrere lo sguardo lungo la libreria.
« Sì » rispose l’uomo, soffermandosi ad osservare la sua espressione. Era già stata una sorpresa trovarsela davanti alla porta di casa soltanto mezzora dopo averle mandato un messaggio via gufo, ma il suo comportamento dava ancora più da pensare: Rachel aveva una luce negli occhi, come se fosse certa di ottenere tutte le risposte che cercava alle sue domande. Non avrebbe voluto essere proprio lui a deludere le sue aspettative, ma non poteva fare altrimenti.
« Qual era il libro? »
Alphard la condusse oltre i primi tre scaffali e svoltando in un corridoio tra il terzo e il quarto a destra. In fondo, la parete si apriva con una finestra, sotto la quale c’era un tavolino pieno di vecchi tomi rilegati in pelle.
Lui prese in mano quello più logoro, ne spolverò la copertina di pelle e glielo porse.
« All’inizio non riuscivo a ricordare quali volumi Regulus avesse consultato l’ultima volta che è venuto a trovarmi. In queste ultime settimane ho cercato e ricercato per tutta la biblioteca, nel tentativo di trovarlo. Infine questa notte mi è tornato in mente un dettaglio, e l’ho riconosciuto » spiegò, mentre Rachel leggeva il titolo. « È un libro di Magia Nera ai massimi livelli, e non so cosa ci facesse. Ti assicuro che anche tra i Maghi Oscuri sono pochi quelli che metterebbero in pratica le cose che sono scritte qui dentro ».
Rachel iniziò a sfogliare il libro, in cerca di qualcosa. Alphard continuava a guardarla con preoccupazione. Era solo la seconda volta che la incontrava, ma vederla ridotta in quello stato gli provocava un’enorme angoscia, come se la conoscesse da secoli. In fondo Regulus gliene aveva sempre parlato, e inoltre era la figlia del suo vecchio migliore amico, quindi non poteva considerarla semplicemente un’estranea.
« Non vedo nulla… » fece lei, impaziente.
« Appunto » rispose Alphard, prendendole gentilmente il volume e sfogliandolo a sua volta. « Guarda. Non hai notato che manca qualcosa? »
E indicò il libro aperto.
Rachel allungò lo sguardo sul punto che lui stava indicando, e sussultò, lanciando poi un’esclamazione di stupore.
« Le pagine! » disse, incredula e sconvolta.
Dopo pagina ventitrè, infatti, la numerazione ne saltava una ventina, passando subito alla quarantasette.
« Non me ne ero accorta » disse, col cuore in gola. « Le ha fatte Evanescere di nascosto! Ha eliminato il capitolo che gli interessava, perché nessun altro lo leggesse ».
« Proprio così » confermò Alphard, cupo. « Mi dispiace ».
Rachel ora sembrava letteralmente in preda alla disperazione.
« Non posso crederci… »
Lui fissò il volume, a sua volta ancora incredulo della propria scoperta. Si sentiva immensamente stanco e aveva la sensazione che ultimamente tutte le brutte sorprese gli scivolassero addosso. Era tutto troppo da sopportare. Non riusciva a concepire come Regulus avesse potuto tenere nascosta ogni cosa a tutti, senza chiedere aiuto e senza confidarsi con nessuno.
« Si ricorda di che argomento trattavano le pagine mancanti? » chiese Rachel, tremando di rabbia.
Alphard scosse la testa, affranto.
« Non è un libro che ho letto spesso » rispose. Poi, vedendola versare in una condizione di totale sconforto, cercò di trovare delle parole adatte a darle un minimo di incoraggiamento. « Senti, credo che a questo punto sia meglio non indagare oltre. Anche io vorrei sapere cosa gli è successo e perché, ma se lui si è dato tanto da fare per impedirci di scoprirlo, forse sarebbe meglio rispettare le sue ultime volontà. Non lo credi anche tu? »
Lei non parve affatto convinta da quella proposta, e Alphard non poté biasimarla. Lui stesso non credeva alle proprie parole, né si sarebbe mai rassegnato all’idea di non sapere il segreto di suo nipote.
Quanto a Rachel, ricevere quel brutto colpo fu come se Regulus fosse morto una seconda volta. Non voleva rassegnarsi a restare nel dubbio per sempre, ma si rese conto di non poter fare altrimenti. L’argomento generale del libro era troppo generico: era chiaro che Voldemort aspirasse all’immortalità, ma non era il primo Mago Oscuro a desiderarlo, e da quell’indizio non poteva ricavare molto di concreto.
Senza volerlo, si sentì quasi furibonda nei confronti di Regulus. Perché le aveva impedito in tutti i modi di sapere la verità?
Era confusa e si sentiva di nuovo perduta e senza uno scopo da raggiungere, esattamente come prima di incontrare Alphard al funerale. Aveva il terrore di ripiombare nell’apatia da cui era uscita a stento, e neanche del tutto.
Forse, pensò, era giunto il momento di dedicarsi a qualcos’altro che la facesse sentire ancora utile per qualcuno.


*Angolo autrice*
Comincio a parlare di Peter e poi passo al resto. Penso che all'inizio abbia deciso di collaborare con Voldemort solo per paura ma che sperasse di poter evitare di far morire i suoi amici (il come preferiva non chiedeselo). Almeno in questa storia, all'inizio si farà trascinare dagli eventi, ma poi le cose si metteranno in modo tale che non potrà stare con un piede in due staffe e dovrà scegliere a chi essere fedele... e ovviamente a condizionare la sua decisione saranno la paura e l'opportunismo.
Rileggendo il capitolo ho notato che Lucius e Rabastan sembrano il poliziotto buono e quello cattivo! XD

Poi, visto che ho introdotto il Ministero della Magia, devo fare qualche precisazione. Rachel sta facendo un apprendistato per diventare Obliviatrice e quindi lavora con assistente nell'ufficio di Arnold Peasegood (Obliviatore nominato da Arthur nel Calice di Fuoco). Emmeline sta studiando per diventare Auror, ed è al primo anno di addestramento.
Su Barty ho cambiato un po' di cose. In "Eroi..." doveva fare a sua volta il corso per Auror, ma quest'estate ho modificato questa parte perché ho pensato che in fondo gli Auror sono relegati in uffici piccoli e sfigatissimi, e dubito che Crouch senior avrebbe voluto che suo figlio si riducesse ad avere una scrivania sbilenca. Sicuramente avrebbe preferito che facesse carriera come lui.
Quindi Barty al momento studia Magisprudenza
e fa pratica all'Ufficio Applicazione della Legge sulla Magia, tanto per avere una copertura ancora migliore da bravo figlio di papà!

Quanto a Rachel, ripenserà alla proposta di Emmeline? Chissà. Secondo me, con Regulus ancora vivo, non sarebbe mai entrata nell'Ordine, perché non condivide proprio tutte le loro idee (lei crede che i Lupi Mannari sono tutti come Greyback, non sa che ce ne sono anche come Remus, e Silente lo vede come un vecchietto un po' fuori di testa) ma ora la voglia di sfogare la rabbia e vendicarsi potrebbe portarla a ripensarci. Avrete la risposta nel prossimo capitolo.


Riguardo al capitolo scorso, vi dico solo che non è detto che chi ha salvato Rachel sia la stessa persona che c'era nella casa dei Puddle! Stop, non dico altro!

Penny Black: diciamo che Perseus è molto testardo, ma prima o poi si renderà conto di quello che ha fatto Regulus. Non ho tirato fuori il collegamento stelle-nomi dei Black solo perché l'ho già fatto un sacco di volte e non volevo ripeterlo. Le tue idee nella prima parte della recensione non sono affatto campate in aria, anzi, hai molto intuito!
Alohomora: Tanti Auguri!!! Bè, tu ne sai più di tutti gli altri su cosa ho in mente, quindi sei avvantaggiata! Emmeline ci ha pensato prima di te a proporre a Rachel dell'Ordine, ma lei non è molto convinta. Questo non significa che non accetterà, ma al momento ha altro a cui pensare! Presto inizierò il tuo disegno: ora ho poco tempo, quindi non l'ho ancora cominciato =(
quigon89: i Mangiamorte hanno attaccato Caradoc semplicemente perché era nell'Ordine della Fenice, non c'è niente di misterioso in questo! Anche a me piace Alice, è sempre molto gentile con tutti, ma darò spazio anche a Remus il prima possibile!
Lenobia: Emmeline sarà sempre più presente, via via che la storia si sbroglierà un po', e anche Alice e Andromeda... insomma, spero di parlare a sufficienza di tutti! Poi l'Ordine della Fenice originario ha un sacco di personaggi promettenti, ma che non sono spesso considerati. Hai ragione, la casetta Puddle non è affatto inutile!
Mirwen: come ho già detto, in questa storia mi soffermerò molto su Emmeline, più che in questa prima parte, che altrimenti non finirebbe più! Non so come mai ma mi viene estremamente facile descrivere Malocchio!
malandrina4ever: penso che tu abbia molto da parlare di Peter adesso, vero? Per quanto riguarda le tue ipotesi (anzi, mi sembri abbastanza convinta) non posso specificare nulla, ma non sono del tutto sbagliate, anzi, in un caso ci sei andata vicina... Lo ammetto, mi diverto un sacco a fare la misteriosa! XD
RF09: lo so, a volte un po' d'isteria colpisce tutti! u.u Lo spiegherò esplicitamente nei prossimi capitoli, ma Karkaroff per adesso non parlerà, perché Voldemort è ancora a piede libero. Penso che abbia deciso di collaborare dopo la caduta di Voldemort, per essere al sicuro! Dai ormai è normale che piova sempre: siamo in autunno! XD
Beatrix Bonnie: ahah, il vecchietto babbano mi ispirava troppo! Avrei voluto anche farlo dilungare sulle sue esperienze durante la II guerra mondiale, ma dubito che Rachel le avrebbe trovate interessanti ("questi giovani di oggi, non ascoltano mai gli anziani"!!). Perseus non è un marito facile da sopportare, ma Diane sa come prenderlo!
bellatrix18: infatti l'Ordine della Fenice sarà molto presente, soprattutto nella seconda parte della storia, interessa anche me! E certo che ci sarà Silente! Anzi, sarà uno dei protagonisti principali! Hai ragione, a volte le soluzioni semplici sono migliori, anche perché se ci si complica troppo la vita si rischia di non capirci più niente!
Lellas92: è proprio per la sua perfezione irritante che ho fatto Lily negata ai fornelli! Il povero Harry farebbe la fame comunque! XD Il Rasoio di Ockham! Mi risveglia molti ricordi... per lo più brutti u.u Ahah, tu non puoi saperlo, ma hai detto una cosa che si avvicina mooolto alla soluzione dell'enigma! Ma non posso dirti cosa! o_O
_Mary: per ora Rachel non si sente adatta ad entrare nell'Ordine, ma non è detto che non ci ripensi! E in ogni caso Emmeline comparirà parecchio, sto proprio per scrivere un pezzo dal suo punto di vista! I tuoi film mentali non è detto che non siano veri, ma non è neanche detto che siano del tutto esatti... un po' e un po'! Lo scoprirai a breve comunque!
meissa_s: io adoro parlare delle cose Babbane dal punto di vista dei maghi Purosangue, è divertentissimo! XD Nemmeno Rachel ha mai pensato ad entrare nell'Ordine come puoi vedere, ma Emmeline intanto glielo ha proposto, poi si vedrà! Perseus prima o poi dovrà rendersi conto che Regulus è stato un eroe!
lyrapotter: non sei l'unica fan di Remus qui, e ho già promesso a Beatrix che ci sarà un bel pezzo introspettivo tutto per lui, contenta? Però hai ragione, io e Malandrina riempiamo le tue storie con commenti deliranti, quindi scatenati pure! Mi interessano un sacco i personaggi poco considerati, quindi preparati perché ne parlerò!
nefertari83: già, anche io ho difficoltà a pensare che la povera Emmeline è stata uccisa all'inizio del sesto libro. Adoro i personaggi secondari come lei (secondari? Piuttosto terziari, o ancora più sconosciuti ai più!) quindi mi piace parlarne... e lo farò, puoi contarci!
DubheBlack: sono davvero felicissima che Emmeline piaccia a molti di voi, e sì, comparirà spesso in questa storia! Ahah, l'idea dei fuochi di dentifricio è nata ancora prima del capitolo stesso, mi piaceva un sacco! XD
Circe: grazie! I dialoghi mi preoccupano sempre un po', soprattutto quelli che coinvolgono parecchie persone tutte insieme, quindi sono felice per quello che mi hai scritto! Non preoccuparti per il ritardo, purtroppo le connessioni fanno sempre scherzi di pessimo gusto! XD
PenPen: ho un paio di idee su come si sono messi insieme i genitori di Rachel, e in effetti ci sto pensando da parecchio, quindi potrei anche inserire un aneddoto del genere da qualche parte! Allora, la madre di quel povero bimbo Babbano è sana e salva e lo ha ritrovato poco dopo che Rachel lo ha sottoposto all'Oblivion!
dirkfelpy89: anche se ti sei stancato, beato te che hai ricominciato l'uni! Noi invece siamo ancora in piena protesta anti Gelmini, e le lezioni le sto vedendo col binocolo purtroppo =( Sono contenta di rendere realistiche le emozioni di Rachel, mi sto immedesimando sempre di più in lei!
  
Leggi le 19 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Julia Weasley