Cari lettori,
mi rendo conto che questa storia, non ripercorre eventi recenti del manga... inquanto si parla dei
fatti avvenuti prima di Enies Lobby.
Ma il mese scorso, per ingannare l'attesa che ci separava dal salto temporale, ho cominciato a leggere i vecchi numeri
del manga... arrivando al momento in cui la ciurma si scontra con Aokiji.
Vedendo la vignetta in cui Robin, ha lo sguardo pensieroso, mi è venuto in mente questo racconto.
Spero sia di vostro gradimento.
Apetto i vostri commenti.
BUONA LETTURA!
PROMESSE SILENZIOSE
Rombi di cannone... fragore di spade... e grida disperate.
Insieme a quelle persone che erano diventate suoi compagni di viaggio... insieme in una nuova battaglia.
Li guardava uno a uno impegnati a combattere... ma non uno scontro pirati contro pirati... bensì contro gli
uomini della marina.
Sul campo di battaglia, sorsero lingue di fuoco che avvolgevano i suoi compagni... impedendole di vederli.
Usando i suoi poteri, cercò di arrivare dal suo capitano. Quando lo raggiunse, lo vide scontrarsi contro
Aokiji... l'uomo ghiaccio.
Un braccio e una gamba erano congelati. Vedeva l'uomo scagliarsi contro il ragazzo di gomma... e lei, restava
a guardare impotente... terrorizzata... mentre infieriva sul ragazzo, spezzandogli gli arti ghiacciati.
Lo sentiva urlare... e lei si tappava le orecchie... e gli occhi... non voleva ne sentire ne vedere.
Altre grida... altre voci, la costrinsero ad aprire gli occhi.
Zoro, Sanji, Chopper, Nami, Usoop... uno a uno venivano sconfitti sotto i suoi occhi.
Lei gridava i loro nomi disperata... la voce rotta dal pianto.
Poi... inaspettata, sulla sua gamba si posò una mano... era il suo capitano. Lo vedeva... il volto coperto di
sangue... con le lacrime anche lui... e le diceva: “Robin... perché ci hanno fatto questo?.”
E lei, cosa poteva rispondergli? Che era colpa sua?? Che se non fosse salita sulla loro nave, non sarebbe mai
accaduto questo? Strinse la mano del suo capitano tra le sue... intanto Aokiji, si faceva vicino ai due.
“Riesci ancora a muoverti? Lascia che ponga fine alle tue sofferenze!”
“No!!! Ti prego...”.
“Guarda e soffri, Nico Robin... tutte le persone cui vuoi bene, non ci sono più!”.
Le fiamme si erano diradate... svelando la triste realtà... tutti i suoi compagni erano stati uccisi... e i
corpi giacevano intorno a lei...
“Sei di nuovo sola, Nico Robin...”.
Mentre sentiva quelle parole, si accorse che anche il suo capitano aveva smesso di respirare.
“Non puoi sfuggire al Governo Mondiale!!” l'ultima frase che avvertì perché prese a urlare con tutto il fiato
che aveva in corpo: “Rufy… ragazzi… NO!!” si svegliò di soprassalto; sudata e sconvolta.
Le sue grida, avevano agitato Nami, che subito le fu accanto… l'abbracciò, rassicurandola che aveva avuto
solo un incubo.
‘Ho sognato? Era solo un incubo? Magari lo fosse…’ disse tra se la ragazza.
Purtroppo, era il suo martirio. La sua condanna... negli ultimi vent'anni, aveva fatto parte di molte
organizzazioni... e bande di pirati... tutti avevano fatto una brutta fine, solo perché lei era con loro.
Perché non voleva più essere sola... fu la disperazione che ad Alabasta, le fece prendere la decisione di
morire schiacciata dalle macerie in quella cripta. Se Rufy non l'avesse salvata... le sue sofferenze, sarebbero
finite quel giorno.
Invece era sopravvissuta... e invece di cercarsi qualcun altro da abbindolare, si era unita a quel gruppo di
mocciosi (come lei all'inizio li aveva definiti)... che poi erano diventati la sua famiglia.
Aveva vissuto molte avventure insieme con loro… con la loro allegria, era perfino riuscita a dimenticare il
suo passato… ma quel giorno, dopo vent’anni… si è trovata davanti all’uomo più pericoloso che avesse mai conosciuto.
Non era un uomo stupido… se incontrava un nemico, non gli lasciava scampo.
Avrebbe fatto qualcosa… ne era certa. E forse proprio sulla prossima isola.
Chissà quale pericolo c’era in agguato? Per un attimo, accarezzò l’idea di lasciare la loro nave appena fossero
sbarcati… ma tutti loro, si meritavano di morire dopo quello che avevano fatto per lei? Dopo averle salvato la
vita tante di quelle volte? Dopo che le avevano dimostrato la loro amicizia? Dopo che l’avevano amata come una sorella?
NO! Nessuno di loro doveva morire. Perché avevano sogni importanti da realizzare e nessuno doveva intralciarli.
Dopo aver assicurato Nami, uscì sul ponte e salì sulla polena… non prima di essersi guardata intorno che non ci
fosse il capitano a sgridarla.
Stando attenta a non scivolare, si chinò per raggiungere il muso e le sussurrò:
“Going Merry, ti prometto che li proteggerò a costo della vita”.