Buon compleanno Tom.

Dove eravamo rimasti? Mi sono dimenticata anche io. Quindi, rinfreschiamoci un po' la memoria. La nostra povera Jessica, dopo essere tornata a casa, decide di incontrare di nuovo tutte le amiche che non vedeva ormai da mesi. Viene "importunata" in spiaggia da Daniele, e scappa correndo verso neanche lei sa dove....

Salii le scale, rabbiosa, sbattendo i piedi con forza, e guardando in aria, tentando di non piangere; ma, troppo presa a contemplare i miei pensieri, non mi accorsi che un ragazzo mi urlava dietro, inseguendomi.
-Scusa, scusa! Hey, signorina! Ti è caduto l'asciugamano! Hey!
Mi girai, nascondendo le lacrime sotto alle mie dita umide, e presi l'asciugamano senza neanche guardare in faccia il ragazzo. Ma lui, al contrario, rimase lì, imbambolato, ad osservarmi.
-Jessica, ma, ma sei te? Sei proprio te?
A quel punto, alzai lo sguardo, e i ricordi di quei mesi, mi passarono davanti tutto ad un tratto. Quel volto limpido, quello sguardo misterioso, risvegliarono in me una sensazione ormai svanita da tempo.
-Tom, ma che accidenti ci fai qui?
La voce mi tremava. Non riuscivo a capire se l'emozione predominante era la felicità, o lo stupore. O forse tutte e due.
-Jess, stai piangendo?
-Lunga storia. Lasciamo perdere.E come sei arrivato fino a qua?! Come hai fatto a trovarmi, e ad arrivare a Roma?
-Ancora non ho la patente, ma tra qualche mese finirò il corso per prenderla. Sono venuto col treno. Per trovarti, beh, ho implorato Marta di darmi il tuo numero di casa, così ho chiamato tua madre. E' davvero una bella persona, tua madre. Mi ha capito subito. Le ho spiegato tutto, e mi ha detto dove eri. Così sono venuto fin qui con il primo autobus, e ora...eccomi qui.
-Ma...non dovevi! Festeggiare il tuo compleanno qui, tra treni ed autobus! Dovevi startene a Napoli, con i tuoi amici, e la tua famiglia; e poi, non ho nemmeno pensato ad un regalo e...mi hai preso alla sprovvista!
Tom mi fissò senza dire niente, per una manciata di secondi che mi sembrarono un'eternità, e poi mi avvolse in un caloroso abbraccio.
-Jess, mi sei mancata.
-Anche te, però ora torna dalla tua famiglia e dai tuoi amici, e festeggia il tuo compleanno come si deve. Cosa sei venuto a fare qui?
Dissi appoggiando la mia testa sulla sua spalla, come ai vecchi tempi.
-Sono venuto per salutarti, e per parlarti.
-Parlarmi? Ci siamo già detti tutto.
-Sta sera dormirò in un albergo, tornerò domani mattina col primo treno diretto a Napoli, mi troverò un lavoro, prenderò la patente, e appena potrò, mi trasferirò qui, a Roma, con te. Ti prego, non respingermi ancora una volta.
-Sei un cretino, accidenti. Non credevo fossi così testardo.
-Non puoi impedirmi di trasferirmi qui, ho diciotto anni. Sono indipendente.
-Infatti non te lo impedirò.
L'espressione rigida di Tommaso si sciolse in un dolce sorriso. Mi prese la mano destra, e cominciammo a camminare. Verso dove, ancora non lo sapevamo. Però eravamo insieme, e quello era l'importante.


Che finale indecente XD Non sono per niente soddisfatta, però in qualche modo dovevo farla finire ù.ù Però devo dire, che io ODIO i lieto fine. Ma era l'unica possibilità di far finire la storia, quindi, beh, soddisfatti? rimpianti? avreste preferito che finisse in altri modi? Recensite (: