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Autore: Daphne_Descends    18/10/2010    4 recensioni
[Dall'epoca di "Un salto nel futuro"]
Nuovo anno scolastico ad Hogwarts.
Per qualcuno è l'ultimo, per qualcuno è il peggiore. C'è chi vorrebbe dichiararsi e chi fugge dalla verità, c'è chi si arrende senza provare e chi continua a provare senza arrendersi. C'è chi soffre, chi sorride, chi spettegola e chi tradisce.
C'è l'amore che arriva quando meno lo si aspetta e quello che è sempre stato sepolto in fondo al cuore.
E c'è la vita che va avanti senza esitare, ma tende indietro la mano, sperando che venga afferrata.
Perché crescere è difficile e per questo si ha bisogno di qualcuno al proprio fianco.
[Dal capitolo 13]
«Com’è che nessuno ha fiducia nelle mie capacità?» si lamentò Sirius.
«Perché Piton ti odia e sei una schiappa come pozionista».
«Parla quello che si è bruciato le sopracciglia».
«Argh, perché devi ricordarmelo!»
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Turn around - Collection of Hogwarts' life'
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Elenco personaggi: Spin's characters
 


Long way down




 

“Everyone has a secret.
Oh, can they keep it?
Oh no, they can’t.”

Maroon 5 – Secret



«Non avrei mai pensato che potessi avere delle idee così banali».
Agatha Kay fulminò Samantha Malfoy che si pettinava svogliatamente davanti allo specchio della loro camerata.
«Non oso immaginare quando toccherà a te» ribatté la rossa, finendo di truccarsi. L’altra scrollò le spalle e puntò l’attenzione sul riflesso di Karen che con la bacchetta tracciava allegramente un serpente sulla pancia piatta di Lyra.
«Ma davvero questa volta c’è un bonus?» chiese quest’ultima, seguendo con attenzione il lavoro dell’amica.
Vanessa ridacchiò, uscendo dal bagno «Figuriamoci, se lo sarà inventata».
«Non me lo sono inventata» borbottò Agatha «Malfidate».
«Beh, di solito dici sempre un sacco di cazzate» disse candidamente Lyra, sostituendo Samantha davanti allo specchio e ammirando da tutte le angolazioni il disegno del serpente «Wow, Carrie! Sembra quasi vero!»
«Se vuoi posso farlo muovere» disse Karen, puntandole la bacchetta addosso.
Lyra esitò «Ehm… no, ma grazie lo stesso».
La mora scrollò le spalle e tornò ad infilarsi i collant color smeraldo.
«E tu Nessie?» chiese Agatha, studiandola attentamente.
La bionda si limitò a scostare il maglione e mostrare la spallina del reggiseno verde «Niente serpente. Posso sapere perché ci ostiniamo a continuare a fare questa cosa?»
«E’ una tradizione!» esclamò Agatha «E’ il settimo anno che va avanti, è un modo per distinguerci dal resto della massa!»
Vanessa alzò un sopracciglio, scettica «Quindi organizziamo giornate a tema ogni mese per rafforzare il nostro spirito di solidarietà e non per divertirci delle penitenze altrui, giusto?» chiese ironica.
«Certo che ci divertiamo delle penitenze altrui, è la parte migliore del gioco!» rispose Agatha, lisciandosi le pieghe della gonna verde scuro «Comunque, noi non ne dovremo subire nessuna: indossiamo tutte qualcosa di verde o dalla forma di serpente, o tutte e due. Possiamo andare» annunciò, studiando le amiche, prima di dirigersi verso la sala comune.
«Ma quale sarebbe il bonus?» chiese Samantha, inarcando un sopracciglio.
«Semplice: vi comprerò qualsiasi cosa vogliate in qualunque negozio di Hogsmeade, senza limiti di prezzo».
«Davvero?!» esclamò Lyra deliziata «Ho visto una sciarpa magnifica da Stratchy&Sons! Che fortuna!»
«A me piacerebbe una confezione di SuperPallaGomma di Drooble!»
«Non ci pensare nemmeno, Karen!» esclamò Vanessa «L’ultima volta abbiamo sopportato quegli stupidi palloni per più di una settimana! E uno ha incollato la porta del bagno! E’ stato un incubo!»
«Beh, sei stata tu a farlo scoppiare» ribatté Karen prima di sospirare «Allora dovrò accontentarmi delle Cioccorane».
«Tu, Sam?» le chiese Agatha, sulla strada per la Sala Grande.
«Non lo so, ci devo ancora pensare» rispose lei, giocherellando con l’anello a forma di serpente.
«Beh, vedi di sbrigarti, hai tempo fino ad oggi pomeriggio. Poi ci troviamo per pranzo, giusto?»
«Tu stai con Robert stamattina?»
«Per forza» fece una smorfia «Dobbiamo incontrarci con i nostri carissimi genitori» sibilò ironica «Non li sopporto, è colpa loro se mi ritrovo fidanzata con quello!»
«Quindi rimaniamo solo noi quattro?» chiese Karen, rivolta alle altre.
«Veramente io vado a fare un giro con Nick» le informò Vanessa «Ci vediamo a pranzo».
«Con Nick? Perché?» chiese Lyra curiosa «Non avrete deciso di iniziare a frequentarvi?»
Vanessa scrollò le spalle, tentando di mascherare il nervosismo «E’ solo un’uscita. Mi ha chiesto se stamattina facevo un giro con lui e io gli ho detto di sì».
«Perfetto» borbottò Samantha, al suo fianco Karen assunse un’espressione preoccupata.
«Fantastico» commentò Agatha, roteando gli occhi al cielo.
La Harper si irritò, sotto tutti quegli sguardi «Scusate, ma ho tutto il diritto di uscire con qualcuno, se ne ho voglia!»
«Certo, ma-» Lyra si interruppe, prima di farsi uscire di bocca un nome che avrebbe scatenato l’ira dell’amica.
«Ci hai stupito, tutto qua» intervenne Sam «Ora andiamo a fare colazione».
La Sala Grande era in fermento, compresi gli studenti stranieri, alla loro prima visita del famoso villaggio.
«Allora? Qualcuno deve scontare la penitenza?» chiese Agatha sedendosi al tavolo di fianco ai ragazzi del settimo anno.
«Era facile questa volta» obbiettò Julius Dreyfus, continuando a mangiare la sua fetta di pane.
«Parla per te» bofonchiò Clive O’Sullivan, scrutando con odio il suo bicchiere di succo di zucca.
«Gli ho dovuto prestare la giacca» spiegò Julius alle ragazze.
«E perché tu hai un giaccone verde pistacchio?» chiese Lyra, guardando disgustata il giubbotto adagiato sulla panca tra i due.
«Mi piace il verde».
«Probabilmente era il più contento di tutti, stamattina» commentò Nicholas, distogliendo l’attenzione dal punto della Sala che stava fissando svogliatamente.
«Ci ha svegliato alle sei, questo idiota!» berciò Robert da dietro la Gazzetta del Profeta, infuriato nero «Se Karl non gli avesse tirato una scarpa addosso, l’avrei affatturato!»
«Siete peggio di un branco di primini di Tassorosso» mugugnò Vanessa.
«Ehi, è vero che esci con Nick, oggi?» le chiese Robert con un ghigno, per poi aggiungere «Weasley lo sa?»
Se non fosse risultato ridicolo,tutti si sarebbero sbattuti una mano sulla fronte.
«Scusa?» sibilò Vanessa «Perché mai dovrei dirgli i fatti miei, eh? Più stiamo lontani, meglio è! Non voglio più averci niente a che fare!» sbatté i pugni sul tavolo e si alzò di scatto, andandosene dalla Sala Grande a passi pesanti.
«Certo che sei proprio un coglione» disse Nick con un sospiro arreso.
«Già, idiota! Lo sai che non devi toccare quel tasto, testa di Vermicolo!» si infuriò Agatha, tirandogli una sberla sulla nuca.
«Ehi!» esclamò lui, tenendosi la parte colpita e lanciandole un’occhiataccia.
«Non dovresti nominarlo, Rob. E lo sai perfettamente» lo rimproverò Lyra, scuotendo la testa con disapprovazione.
«Sì, ma da un certo punto di vista ha ragione» aggiunse Samantha «Vanessa deve smetterla di prendersi in giro. Non l’ha dimenticato e non credo che lo farà mai, perché continuare ad arrabbiarsi se gli altri tirano fuori questa storia? Non serve a niente».
«Beh, state sicuri che prima della fine dell’anno la Webster la mando in Infermeria, magari insieme a Weasley» sibilò Agatha «Quel coglione».
«Mike avrà anche sbagliato, ma non l’ha fatto consapevolmente» lo difese Karen «E forse neanche la Webster».
«Dimmi che non l’hai detto sul serio» borbottò Agatha.
«Karen, io non farei mai sesso con il tuo ragazzo. Proprio perché sei mia amica» disse Lyra, lasciandosi riempire il piatto da Karl Terrand.
«Lo so, ma non mi sembra giusto farle ricadere tutta la colpa addosso, nonostante quello che ha fatto».
«Se l’è meritato» disse Sam «E le è andata fin troppo bene. Se avesse fatto sesso con il mio ragazzo, in questo momento si sarebbe trovata al quarto piano del San Mungo. Nel reparto fatture ineliminabili, per la precisione».
«O direttamente al cimitero, giusto?» aggiunse ironico Clive.
«Sì, è un’opzione da prendere in considerazione».
«La solita violenta» borbottò Nicholas, con lo sguardo puntato lontano.
«Però tu avresti potuto evitare di chiederle di uscire» osservò Lyra.
Lui scrollò le spalle, prima di venire gelato dalla voce di Karen «O avresti potuto chiederlo alla ragazza con cui ti vedi di nascosto» disse, attirando l’attenzione di tutto il gruppo.
«Lo sapevo!» esclamò Robert trionfante.
«Allora c’è davvero una ragazza, sei un bugiardo» rincarò Julius.
«Chi è questa volta?» chiese Lyra, sporgendosi verso di lui.
«Non c’è nessuna ragazza» rispose Nick dopo un attimo, alzando gli occhi al cielo.
«E’ un ragazzo?» chiese innocentemente Karen, sbattendo le ciglia lunghe e facendo andare di traverso il caffè a Clive «Perché lo so che ti vedi con qualcuno».
«Non sono affari vostri» rispose Nicholas, mangiando impassibile una forchettata di uova.
«E’ davvero un ragazzo?!» esclamò O’Sullivan, tossendo.
«Ovvio che no, è una ragazza e non ho intenzione di presentarla a voi quattro maiali».
I suoi compagni di stanza lo fissarono stupiti.
«Quindi ti piace sul serio» osservò Julius «E’ la prima volta che non ci fai conoscere la tua ragazza».
«Perché allora oggi esci con Vanessa?» chiese Karl accigliandosi.
«Già, questa fantomatica ragazza non sarà gelosa?» disse ironico Clive.
«No e poi abbiamo deciso di tenerlo nascosto».
«Nascosto» sbuffò Robert «Figurati se quella non l’ha detto a tutte le sue amiche. Le ragazze sono tutte delle pettegole».
«Scusa?!» berciarono Agatha e Lyra, fulminandolo.
«Che c’è, ho detto la verità!» si lamentò lui, con fare innocente.
«Quali sono i vostri programmi, oltre a vederci per pranzo?» chiese Julius, tentando di fare il punto della situazione.
«Stare il più possibile lontano da lei!» esclamò Robert, indicando Agatha.
Lei lo fulminò «Me lo ricorderò, la prossima volta che vorrai fare sesso».
«Cos’è, vuoi mandarmi in bianco?»
«Esattamente!»
Lui fece un verso stizzito «Tanto non ce la fai».
«Scommettiamo?» fece lei, stringendo gli occhi grigi.
«Noi pensavamo di fare un giro fino alla Stamberga e poi tornare al castello» le informò Julius, ignorando la coppia di litiganti.
«Verremo anche noi, penso» disse Lyra, cercando una conferma da parte delle amiche.
Samantha scosse il capo «Io mi vedo con i miei cugini nel pomeriggio».
«Io vado con lei!» esclamò Karen, lanciando uno sguardo veloce al tavolo dei Grifondoro.
«Come vuoi, ma sappi che cercherò di defilarmi il prima possibile».
«Va benissimo, almeno posso stare con Steve» mormorò, giocherellando con un braccialetto rovinato. Samantha lo fissò per un attimo, poi distolse lo sguardo con un sorriso divertito sulle labbra.
Se quella era la strategia di Karen, Steve Weasley sarebbe ben presto caduto nella rete.
 

“There must be something else behind all the lies
that you have lead me to believe.
Now everyone is saying that I should find a way
to leave it all behind.”

Lifehouse – Good enough



James Potter non aveva niente contro gli stranieri, assolutamente. Non gli importava che le vie di Hogsmeade fossero più affollate del solito, che a mala pena si riuscisse ad entrare a Mielandia e che ad ogni passo rischiasse di perdersi nella ressa. Davvero. Quello che non sopportava era essersi ritrovato a fare da guida ad un gruppo di ragazze di Beauxbatons, che Jeremy aveva gentilmente invitato a girare con loro per il villaggio.
Sbuffò annoiato, sentendo l’amico chiacchierare con le due che aveva a braccetto.
«Vorresti ucciderlo, vero? Sappi che io sono con te».
«Perfetto. Come lo facciamo fuori?» chiese James, voltandosi verso Steve che camminava seccato accanto a lui.
«Io direi di stordirlo con uno Schiantesimo, strappargli le corde vocali e abbandonarlo nella Foresta, senza bacchetta» propose l’altro, infilando le mani in tasca.
«Sì, così per l’ora di cena ce lo ritroviamo al tavolo».
«Allora potremmo strappargli le corde vocali, farlo a pezzi e seppellire i resti nelle serre di Erbologia».
«Questo è disgustoso».
«Già».
Stettero in silenzio per un paio di minuti «Però la parte delle corde vocali non era male» borbottò Steve seriamente.
«Sì, ma dovremo usare la bacchetta. Io le mani in bocca non gliele metto».
Si scambiarono uno sguardo e scoppiarono entrambi a ridere.
«Merlino, come ha fatto ad incastrarci?» borbottò James, tirando su il colletto del giaccone.
«Semplicemente non ci ha informato del programma».
Si fermarono davanti a MondoMago, con la voce di Jeremy in sottofondo che raccontava aneddoti inventati sulla storia dei vari negozi, sotto lo sguardo esasperato di Mark.
«Ormai è quasi ora di pranzo, perché non andiamo a mangiare e lasciamo Casanova qui con le sue donzelle?» propose Steve con aria annoiata.
«Non è una cattiva idea».
«Non osate» sibilò Mike spuntando alle loro spalle e facendo sobbalzare il cugino «Non ho intenzione di sopportarlo da solo, né lui né il suo gruppetto di oche».
«Sbaglio o sei più nervoso del solito?» gli chiese Steve con una smorfia, ricevendo in cambio solo un’occhiataccia.
«Voi mangiate con noi?»
Una delle ragazze francesi aspettava pazientemente la loro risposta, circondata dalle tre amiche. Sbatté le ciglia chiare e si portò una ciocca di capelli biondo cenere dietro l’orecchio.
«Non penso» rispose Steve, alzando le spalle come per scusarsi.
«Perché no?» chiese quella più alta, arricciando le labbra piene, imitata dalle altre.
Jeremy, alle loro spalle, ridacchiava in silenzio; Steve lo fulminò, Mike pregò con lo sguardo Mark, che scrollò la testa abbattuto. James si guardò attorno in cerca di una scusa qualsiasi che gli avrebbe permesso di svignarsela.
«Dai, ci divertiremo!» li pregarono le ragazze.
Steve alzò gli occhi al cielo, non trovando una giustificazione adeguata «Va bene. Dove volete andare?»
Le francesi sembravano abbastanza soddisfatte, ma la biondina non staccava gli occhi da James, dal quale non avevano ancora ricevuto risposta «Tu vieni?» gli chiese, sfiorandogli appena il braccio per attirare la sua attenzione.
Lui si schiarì la gola, fissandola solo per un istante «Ecco, in realtà…» riprese a guardarsi attorno velocemente, finché non trovò la scusa giusta, arrivata sottoforma della persona che aveva cercato per tutta la mattina. Sorrise trionfante, lanciando un’occhiata soddisfatta a Jeremy «In realtà avevo promesso alla mia ragazza che avremmo pranzato insieme. Mi dispiace, ma sarà meglio che vada, prima di fare tardi» accennò verso un punto in mezzo alla folla e salutò tutti con un gesto veloce della mano. Mentre si allontanava sentiva il loro sguardo puntato sulla schiena, ma in quel momento non gli importava, visto che la sua attenzione era fissa su una figura ben conosciuta.
Le arrivò alle spalle e le mise le mani sugli occhi, facendola sobbalzare «Chi è?»
Lei sbuffò, riconoscendolo all’istante «Un idiota» rispose sarcastica, scostandosi le sue mani dal volto e girandosi.
«Come hai fatto ad indovinare?!» le chiese falsamente stupito, prima che lei scuotesse la testa, lanciandogli un’occhiataccia.
«Ciao James» lo salutò Karen, smettendo un attimo di ridere.
«Ciao Karen, tutto bene?»
«Sì, stavamo andando ai Manici, vieni con noi o hai da fare?»
«Ha da fare» rispose Sam, nello stesso momento in cui James diceva «Speravo proprio che me lo chiedeste».
«Perché?» gli domandò la bionda voltandosi di scatto con aria sospettosa.
Ma a risponderle ci pensò Steve, appena raggiunto l’amico «Perché per svignarsela dalle francesi ha detto che andava a pranzo con la sua ragazza».
James alzò gli occhi al cielo e si voltò verso il rosso «E tu cosa hai detto?»
«Semplicemente che venivo con te».
«Ricordami allora di portarti al mio prossimo appuntamento, visto che ti piace tanto fare il terzo incomodo» disse sarcastico l’altro.
«Non potete venire con noi» si intromise Sam «Pranziamo con gli altri e non penso vogliate trovarvi tra l’intero settimo anno di Serpeverde».
Steve rabbrividì, mettendo in dubbio la sua decisione sullo scappare dal gruppo di turiste francesi, James ghignò e passò un braccio intorno alle spalle di Samantha «Vuoi scommettere, raggio di sole? E poi non posso certo tornare indietro e dire a tutti che la mia ragazza mi ha dato buca, no?»
«E la tua ragazza sarei io?» chiese lei ironica, incrociando le braccia.
«Lo sapevo che eri intelligente» sorrise James, pizzicandole una guancia con due dita.
Sam gli scostò la mano e si massaggiò la parte indolenzita «Solo per questa volta» sibilò, puntando gli occhi azzurri su di lui.
«Grazie!»
Le guance di Samantha si tinsero appena di rosa e lei fece bene attenzione a distogliere lo sguardo dal Grifondoro e a non incontrare assolutamente quello divertito di Karen.
«E ovviamente direte ai vostri amici che siete occupate, vero? Conoscendo Jerry, porterà le francesi a mangiare ai Manici» ragionò James, iniziando a guidare, o forse sarebbe stato meglio dire trascinare, Samantha verso il locale; Steve si guardò distrattamente alle spalle e sbuffò.
«Forse i piani omicidi non erano totalmente da buttare».


“Could this be out of line?
To say you’re the only one
breaking me down like this.
You’re the only one
I would take a shot on,
Keep me hanging on,
so contagiously.”

Acceptance – So contagious


 
«Invece hai già fatto il tema per Vitious?»
«Non ancora. E’ per mercoledì giusto?»
«Già».
«Mmh».
Kimberly Weasley ed Eric Cooper sospirarono nello stesso momento, cercando qualcos’altro da dire per rompere l’atmosfera nervosa che si era creata.
Camminavano uno accanto all’altra, affiancati rispettivamente da Rose Corner ed Andrew Paciock, entrambi zitti come non lo erano mai stati.
Era tutta la mattina che tentavano di farli parlare, ma i risultati erano stati incredibilmente deludenti e ormai i due Prefetti avevano terminato gli argomenti a disposizione.
«Emh, facciamo un salto da Scrivenshaft?» propose Kim disperata, adocchiando l’insegna del negozio qualche metro più a destra.
 Eric la guardò riconoscente, Andrew e Rose annuirono, evitando accuratamente di scambiarsi una sola occhiata.
Ma prima che raggiungessero la vetrina, vennero fermati da un Serpeverde che purtroppo conoscevano abbastanza bene.
«Weasley, proprio la persona che mi serviva» esclamò Michael Thompson, facendo voltare Kimberly con una smorfia.
«Che cosa vuoi, Thom- Ma cosa avete combinato?!» gli chiese, sbarrando gli occhi di fronte all’aspetto scarmigliato del ragazzo e di Anthony Vanderberg; Meissa Blackwood era in piedi accanto a loro, fresca come una rosa e impassibile come sempre, stretta nel suo cappotto grigio scuro.
«Sono stati quei coglioni dei tuoi compagni di Casa e questa volta ce la pagano!» rispose Anthony, profondamente risentito.
Kimberly sbuffò esasperata, decidendo per una volta di lasciar correre, perché non aveva intenzione di rovinarsi l’uscita ad Hogsmeade.
«Quindi aspettiamo che sbuchino fuori, prima di spedirli in Infermeria» terminò Michael, facendo roteare gli occhi a Meissa.
«Buona fortuna» gli augurò Kim, ben decisa a proseguire la gita infernale, ma i suoi piani vennero guastati dalla risposta del Serpeverde.
«Ci servi, quindi non te ne andrai».
«Ditemi che state scherzando, perché non ho alcuna intenzione di stare a sentire le vostre assurdità» iniziò ad innervosirsi Kim, tamburellando con un piede sul terreno selciato.
Michael la guardò trionfante «Sappiamo per certo che Potter non mancherà di farti una visita, quindi non ti spiacerà se stiamo con te, vero?»
«Certo che mi dispiace, razza di Troll!» esclamò la rossa «E poi, scusa se te lo dico, ma la tua teoria non è buona nemmeno per lavarsi i piedi!»
«Scusami, Weasley» si intromise Meissa «Ho cercato di fermarli, ma non mi hanno ascoltata».
«Figurati, Meissa» le sorrise l’altra «Non è certo colpa tua se questi sono due imbecilli!» sibilò scoccando un’occhiataccia ai Serpeverde, che fecero finta di non rabbrividire.
Alla fine la Weasley si arrese e si voltò verso gli amici «Voi andate pure avanti, io sistemo questa faccenda e vi raggiungo».
«Resto con te» si offrì Eric velocemente, desiderando più che mai non stare da solo insieme a quei due.
Kimberly si rivolse agli altri amici, mascherando un ghigno «Allora andate avanti voi? Ci vediamo più tardi, va bene?»
Rose spalancò gli occhi, pregandola con lo sguardo di non lasciarla sola; Andrew si limitò a mugugnare qualcosa ed iniziare ad avviarsi, con il volto rosso e la testa bassa. Rose lo imitò, mentre le guance le diventavano rapidamente scarlatte.
«Che amici perfidi» commentò divertito Michael.
«Prova a starci insieme tutta la giornata» rabbrividì Eric, ancora provato dall’esperienza.
«Riprendiamo il discorso? Vorrei evitare che muoiano di autocombustione» fece Kim, richiamando su di sé l’attenzione.
«Stiamo con te finché non sbuca Potter, poi lo affatturiamo e siccome siamo buoni lo portiamo in Infermeria, una volta finito il giro per Hogsmeade».
«Carino il programma. Era un pacchetto viaggio o l’avete richiesto su misura?»
Si voltarono tutti verso Sirius, appena comparso alle spalle dei Serpeverde, stranamente solo.
«Potter, proprio la persona che stavo cercando» esclamò Michael ,puntandogli un dito contro.
«Sicuro? E io che pensavo fosse Kimberly quella che stavi cercando!» sospirò con aria melodrammatica, scrollando le spalle.
«Fai poco lo spiritoso, lo sapevamo che saresti sbucato fuori. Non riesci a stare lontano dalla Weasley» ghignò Michael.
«Accidenti, mi avete scoperto! Mi dispiace luce dei miei occhi, ma non possiamo più nascondere il nostro amore!» esclamò teatralmente, portandosi una mano al cuore e guardando Kimberly con aria sofferente.
Lei roteò gli occhi, imbarazzata dal suo spettacolino, che aveva attirato gli sguardi curiosi dei passanti.
«Smettila Potter, adesso imparerai a prenderti le tue responsabilità» sibilò Anthony, mentre lui e il compagno iniziavano a tirare fuori le bacchette.
«Non che il vostro programma di viaggio non mi piaccia, ma prima di essere costretto a Schiantarvi vorrei farvi sapere che questa volta io non c’entro nulla con qualsiasi cosa vi sia capitata» ammise a malincuore, alzando le mani e beccandosi degli sguardi stupefatti.
«Scusa?» chiese Kim, pensando di aver capito male «Vuoi dire che sei innocente?!»
Lui le scoccò un sorriso angelico «Esatto. Sono stato fino ad adesso ad un appuntamento ed è dalla colazione che non vedo Aaron e Caleb, quindi non sono stato io. Anche se ovviamente ho prestato loro il mio genio creativo».
Michael lo guardò indeciso «Immagino che dovremo trovare Finnigan e Jordan, allora» si scambiò un’occhiata con Anthony ed entrambi decisero di andare alla ricerca dei due colpevoli, così girarono sui tacchi e sparirono tra la folla che passeggiava, senza nemmeno salutare.
«Davvero non sei stato tu?» chiese di nuovo Kimberly, spalancando gli occhi incredula.
Sirius alzò lo sguardo al cielo «Potresti fare finta di non essere così sorpresa. Mi offendi, sai?»
Con quella frase lei si riscosse «Perché, anche tu hai un orgoglio? Da come ti comporti non si direbbe» disse acidamente.
«Certo che ce l’ho» ribatté lui ironico, infilando le mani in tasca «E il più delle volte te lo lascio calpestare allegramente».
Kimberly chiuse la bocca e lo scrutò imbronciata.
Eric si schiarì la gola, leggermente a disagio «Cosa facciamo?»
«Io devo andare sul serio da Scrivenshaft, ho bisogno di comprare un paio di cose. Tu cosa fai, Meissa?»
La bionda Serpeverde puntò lo sguardo sui tre «Pensavo di tornare al castello. Ero venuta con Michael e Anthony, ma non ho più intenzione di seguirli nelle loro pazzie».
«Perché non resti con noi?» le propose Kim con un sorriso.
Lei scrollò le spalle «Va bene» acconsentì senza cambiare espressione.
«Su, un po’ di vita Blackwood!» esclamò Sirius dandole delle pacche sulla spalla «Sei ad Hogsmeade, non al cimitero».
«La tua sensibilità mi commuove Potter» rispose lei, portandosi indietro i capelli biondi.
«Sei il solito incivile» borbottò la rossa, voltando sui tacchi per entrare nel negozio. Sirius sorrise candidamente ai due e la seguì in un istante.
Eric si schiarì la gola, iniziando a sudare per il nervoso «Entriamo anche noi?» le chiese leggermente agitato. Meissa lo fissò per un attimo e poi annuì.
Ci misero poco a trovare gli amici, nonostante il negozio fosse pieno di ragazzi, perché bastò seguire la voce squillante della Weasley.
«Cosa stai facendo?! Mettila subito giù!» esclamò la rossa, strappando una piuma scarlatta di mano a Sirius.
Lui la squadrò alzando un sopracciglio «E se volessi comprarla?»
«Perché, sai scrivere?»
«Ti adoro quando fai così» ribatté lui ammiccando divertito.
Kimberly roteò gli occhi annoiata e decise di ignorarlo, per godersi almeno quella giornata. Ma ben presto dovette rendersi conto che con Sirius Potter accanto l’impresa diventava impossibile.
«Smettila!» berciò per l’ennesima volta, tentando di colpirgli la mano che continuava a stuzzicarla «Sirius!»
«Ma mi annoio!» mugugnò lui, continuando a farle il solletico con la piuma.
«Nessuno ti ha invitato».
«La Blackwood sì e l’uomo della tua vita no? Sei crudele, Kimmy Timmy!»
«Se non la finisci, giuro che ti affatturo» sibilò strappandogli di mano l’oggetto fastidioso e fulminandolo con lo sguardo «Perché per una volta non puoi comportarti come una persona matura?»
«Kim?»
I due si voltarono verso il ragazzo che aveva appena parlato, trovandosi davanti uno studente di Durmstrang alto e sorridente.
«Klaus! Ciao, come stai?» gli chiese Kimberly, recuperando il sorriso.
«Bene, grazie. Io e i miei amici siamo venuti a visitare Hogsmeed» tentò in un inglese un po’ stentato.
«Ti piace? Sai, è l’unico villaggio totalmente magico della Gran Bretagna!»
«E’ molto bello».
Sirius li scrutò, mentre chiacchieravano animatamente, o meglio, mentre Kim chiacchierava animatamente e il bulgaro la fissava.
Se non aveva capito male doveva chiamarsi Klaus e conosceva già Kim, ma c’era qualcosa che non aveva ben compreso.
«Chi diavolo è questo Klaus?!» borbottò seccato.
Eric alzò lo sguardo da una boccetta di inchiostro verde e lo guardò corrugando la fronte «Non dirmi che non lo sai» disse stupito «Ho sentito che Diana si lamentava di lui perché ci aveva provato con Kim, anche se ho i miei dubbi riguardo alla sua versione» concluse riprendendo la sua accurata osservazione della tonalità d’inchiostro.
«Ma è vero che la Weasley ha minacciato di staccargli gli organi riproduttivi?» chiese Meissa, osservando la coppia poco distante.
Eric e Sirius si scambiarono uno sguardo terrorizzato, come se Diana potesse spuntare all’improvviso e prendersela anche con loro, in quanto spettatori dell’accaduto. E fu in quel momento che il Grifondoro si ricordò di un discorso che gli aveva fatto Diana qualche giorno prima, di cui lui non aveva ascoltato nemmeno la metà, e che quasi sicuramente volgeva intorno ad un porco col nome da montanaro austriaco.
«Non mi sembra un maniaco, certo ci sta provando spudoratamente, ma non ha cattive intenzioni» continuò la bionda, studiando interessata la scena.
Sirius si voltò di scatto, socchiudendo gli occhi blu nell’esatto istante in cui Kimberly smetteva di ridere e Klaus le portava dietro l’orecchio un riccio rosso.
«Si vede lontano un miglio che è tutta una finta» bofonchiò, cercando di ascoltare quello che si stavano dicendo.
«Se ti dà fastidio fai qualcosa, no?» gli consigliò Eric, nascondendo il ghigno compiaciuto che stava nascendo sulle sue labbra.
«Se faccio qualcosa sarà perché altrimenti Diana sarebbe capace di-» Eric e Meissa non scoprirono cosa sarebbe stata in grado di fargli Diana Weasley, perché in quel momento Kimberly arrossì, Klaus si chinò impercettibilmente verso di lei e Sirius si catapultò tra i due, quasi schiacciando la compagna contro uno scaffale.
«Ciao!» esclamò con un sorriso forzato, che il ragazzo davanti a lui ricambiò.
«Non ho potuto fare a meno di notare quello che avevi intenzione di fare» cominciò dopo un attimo, riacquistando la solita parlantina fluente «Lascia però che ti dia un consiglio, amico: non è per niente saggio da parte tua. Hai presente Diana Weasley? La rossa fuori di testa che vuole castrarti?» un lampo terrorizzato passò negli occhi chiari di Klaus e Sirius continuò, ormai certo di averlo in pugno «Beh, ha occhi ovunque. Ti conviene starle ad una certa distanza» accennò a Kimberly, che diventava sempre più rossa ogni secondo che passava «Altrimenti potresti finire davvero nei guai».
«Oh» si limitò a dire il bulgaro, grattandosi una tempia a disagio.
«E poi lei è già occupata» continuò il moro in un momento di ispirazione «L’uomo della sua vita è un tipo davvero molto geloso, ti consiglio di stare attento» terminò con aria cospiratoria.
«Ehm, grazie?» tentò Klaus, prima di congedarsi dispiaciuto con una scusa veloce, lasciando, a sua insaputa, il ragazzo che pensava l’avesse salvato da morte certa in balia della tempesta.
«Sirius» sibilò Kimberly, mandando all’aria tutti i buoni propositi di non arrabbiarsi con lui «Come diavolo ti sei permesso?»
E Sirius ebbe solo il tempo di pensare che una Kimberly che sussurrava era ancora più spaventosa di una che urlava, prima di dover scappare fuori dal negozio per evitare di essere picchiato a sangue.

 

“I shouldn’t love you, but I want to,
I just can’t turn away.
I shouldn’t see you, but I can’t move,
I  can’t look away.”

Jesse McCartney – Just so you know



Era una ragazza comprensiva, lo era davvero, ma spesso la sua pazienza raggiungeva il limite. Casualmente succedeva sempre in compagnia della sua migliore amica, che in realtà non faceva proprio nulla per essere migliore delle altre. Piuttosto era il contrario: Diana Weasley era la ragazza più petulante che potesse esistere sull’intero pianeta e quando si metteva in testa qualcosa non c’era verso di farle cambiare idea. Ma Lily la testardaggine ce l’aveva nel sangue e in quel campo nessuno poteva competere con un Potter.
Esasperata dalle continue lamentele della pazza, altresì chiamata affettuosamente Dee, aveva deciso per una volta di fare quello che voleva lei, senza ascoltare nessuno. Così si ritrovava ad Hogsmeade in compagnia di due persone diverse tra loro come il giorno e la notte: la suddetta Diana Weasley e il suo fedele innamorato Dustin Summersby, che aveva l’incredibile pazienza di sopportare lamentele e insulti ed esserne addirittura felice.
Lily sapeva perfettamente che l’unico motivo per cui Diana era ancora con lei era per timore che il Tassorosso potesse prendere il suo posto e sinceramente Lily non capiva cosa ci fosse da avere paura, visto che per Diana molto spesso rinunciava a stare con Dustin.
Sospirò e si guardò sconsolata attorno, cercando di non ascoltare la voce brusca della rossa «-e anche un idiota!»
«Non hai idea di quanto apprezzi la tua capacità di insultarmi per ore. Significa che ci tieni e mi pensi!»
«Ma cosa hai fumato, coglione?!»
«Sempre così fine, cugina. La tua femminilità non ha limiti».
La testa di Lily scattò di lato, procurandole un leggero strappo al collo, che dimenticò non appena incrociò gli occhi grigi di Jasper Malfoy. Grazie, Merlino, grazie!
L’unica cosa che stonava in quel quadretto idilliaco era la presenza di Miriam Smith al fianco del Serpeverde.
«La tua invadenza non ha limiti, cugino. Perché non ti fai i cazzi tuoi, una volta ogni tanto?» ribatté a tono Diana.
«Qualcuno dovrà pure salvare le orecchie di Lily, una volta ogni tanto» la scimmiottò lui, accennando un sorriso «Dev’essere impossibile sopportarti tutto il giorno. Pover’uomo quello che ti sposerà».
Lily poté giurare di averlo visto lanciare un’occhiata di compatimento verso Dustin e si chiese velocemente cosa esattamente sapesse Jasper, prima di riportare l’attenzione su Diana, che aveva risposto con un elegante «Vaffanculo! Cosa saresti, una specie di fallito cavaliere dall’armatura splendente?!»
Lui si limitò a scrollare le spalle e Miriam intervenne all’improvviso «Che segno sei, Diana?»
Lei la guardò accigliata e Jasper le lanciò uno sguardo ammonitore, che la cugina però non colse.
«Toro, perché?» chiese sospettosa.
«Lo sapevo!» esclamò la bionda, soddisfatta del suo sviluppato istinto astrologico «Il tuo oroscopo oggi diceva che d’ora in avanti molte cose diventeranno più chiare e che qualcuno ti stupirà» non si curò dell’espressione confusa assunta da Diana, perché passò subito a Lily «Invece il tuo diceva di non essere impulsiva e non prestare attenzione alle voci di corridoio, perché ti potrebbero far soffrire».
Lily aggrottò le sopracciglia «Come fai a sapere il mio segno?»
Lei sorrise apertamente e sussurrò «Segreto! Però non sai quanto ti invidio: la tua sorte in amore è una delle migliori che abbia mai letto!»
Gli occhi blu della Grifondoro si accesero e in un istante mise da parte quel piccolo risentimento che aveva provato nei confronti di Miriam «Cosa dice?» chiese curiosa.
«Non ascoltarla, sono solo un mucchio di stupidaggini» le consigliò Jasper contrariato, venendo però ignorato da entrambe.
«Dice di credere nelle tue possibilità e cogliere le occasioni senza aspettare. E che, se riuscirai a farlo, quella persona è destinata a stare con te per sempre!» rilasciò un sospiro estasiato «Quanto vorrei che il mio fosse uguale!»
«Perché, com’è il tuo?» non riuscì a non chiederle Lily.
La Serpeverde esitò «Diciamo che la mia ricerca del vero amore sarà un po’ più complicata» rispose amaramente.
Lily arricciò le labbra e cercò qualcosa da dire, qualunque cosa, che avrebbe portato di nuovo un sorriso sulle labbra di Miriam, perché vederla così era… triste.
Ma non servì spremersi le meningi, perché in quel momento la voce acuta e insopportabile di Elvendork Nerissa Orson si fece sentire chiaramente «Dorian, eccoti qui, finalmente ti ho trovato!»
Dustin si stampò in faccia un sorriso, che di allegro non aveva niente, e si voltò verso la compagna di Casa «Ciao Nerissa, avevi bisogno di me?»
Lei ridacchiò civettuola, sotto lo sguardo disgustato degli altri, e lo prese per un braccio «Ma certo» cinguettò, facendo rabbrividire il Tassorosso «Io ho sempre bisogno di te».
«Merlino, è la cosa più orribile che abbia mai sentito» mugugnò Diana schifata, attirando su di sé l’attenzione di Nerissa.
«Oh, ci sei anche tu, Weasley?» domandò con aria di sufficienza.
«Purtroppo sì, a differenza del tuo cervello» ribatté Diana, procurandosi un’occhiataccia.
«Cosa ci fai con una come lei, Dorian? Proprio non ti capisco».
Dustin sospirò «Stavamo facendo un giro con Lily».
Nerissa puntò gli occhi scuri sulla Potter, studiandola così attentamente da farla rabbrividire. Lily aveva sempre avuto l’impressione di non piacerle, forse perché stava spesso con Dustin e si sapeva perfettamente che Nerissa aveva una cotta per lui, ma non l’aveva mai guardata con così tanto astio.
«Ecco-» cominciò a disagio, cercando di trovare invano le parole adatte a rabbonirla.
«Lily è con me. Spero non ci siano problemi, Nerissa» la voce calma e profonda di Jasper le tolse anche quell’incombenza e il suo braccio le sfiorò appena la spalla, mentre si faceva avanti per affiancarla.
All’istante, Nerissa si sciolse «Certo che no, Daniel, se per te va bene» lanciò un’occhiataccia alla mora «Non sei certo il primo a farsi incantare dai suoi occhi blu» spuntò fuori con odio.
Quello era troppo.
Lily spalancò la bocca e corrugò la fronte, pronta a dirle tutto quello che pensava del suo atteggiamento da odiosa oca petulante, ma fece appena in tempo a pronunciare «Senti un po’-» che le parole le morirono in gola, sentendo la mano fredda di Jasper chiudersi intorno al suo gomito.
«Miriam voleva mostrare a Lily un negozio, quindi credo che ci vedremo più tardi» disse il biondo, come se Nerissa non avesse nemmeno parlato. Miriam cercò di far scomparire all’istante la sua espressione confusa e di annuire partecipe, come se fosse stata tutta una sua idea.
Ma Dustin si era accigliato e fissò con disapprovazione la Orson «Ti prego di non parlare male dei miei amici, Nerissa, lo sai che non mi piace. E poi io credo che gli occhi di Lily siano davvero belli. Tu no, Jasper?» gli chiese, osservando candidamente il Serpeverde, che alzò un sopracciglio, chiedendosi dove volesse arrivare.
Alla fine scrollò le spalle, borbottando «Sì, sì. Ora possiamo andare?»
Non gli importò che Dustin avesse alzato gli occhi al cielo, che Diana e Miriam lo avessero fulminato o che Nerissa avesse sorriso compiaciuta. L’unica cosa che gli fece attorcigliare spiacevolmente lo stomaco fu l’espressione offesa e malinconica nei bellissimi occhi di Lily. E, per una volta, si rese conto di aver detto la cosa sbagliata.
«Perché non andate avanti voi?» propose Miriam, con un leggero ghigno vendicativo sulle labbra «Io devo finire di parlare con Diana riguardo al suo oroscopo» diede una lieve gomitata alla rossa, che la guardò confusa.
«Sicuro, basta che non mi porti sfiga».
«Come fa a portarti sfortuna un oroscopo?» esclamò oltraggiata la Smith.
«Sei tu la pazza, dovresti saperlo!» ribatté in risposta l’altra.
«L’unica pazza qui sei tu!»
«Calliope ha perfettamente ragione!»
«Tu sta’ zitta, Elvendork!»
«Non chiamarmi così, Weasley!»
«Perché non ti piace, Elvendork?»
«Pensavo fossi più intelligente, Smith!»
«Pensavo fossi una ragazza, Orson!»
Dustin e Jasper si lanciarono uno sguardo veloce e il primo fece un cenno del capo, per poi sospirare e farsi avanti per ristabilire un po’ di pace tra le tre litiganti. Jasper, senza staccare la presa dal suo braccio, trascinò Lily lungo la strada principale di Hogsmeade, il più lontano possibile dalla scena, intorno a cui si erano radunati diversi curiosi.
Lei non fiatò e cominciò ad ignorarlo, sicuramente ancora offesa dalla risposta che aveva dato a Dustin.
Jasper sospirò e alzò gli occhi al cielo, deciso a rimediare al suo errore. Non che pensasse che volersi liberare in fretta di Elvendork Orson fosse un errore.
La fece fermare, spostandosi di lato per non intralciare il traffico dei passanti «Non te la sarai presa sul serio» soffiò.
Lily continuò a fissare ostinatamente la vetrina del negozio vicino a loro.
Il Serpeverde borbottò tra sé contro la testardaggine delle ragazze, ma alla fine si decise a sussurrare «Mi dispiace di averti offesa, ma non ha senso chiederti scusa per come ho risposto. Lo sai cosa penso dei tuoi occhi».
A quel punto Lily si voltò verso di lui «So cosa pensavi dei miei occhi, Jasper, non cosa pensi» disse impassibile, senza distogliere lo sguardo.
Lui sospirò «Hai proprio bisogno che te lo ripeta?»
«Sì».
La studiò per un attimo, cercando nella sua espressione qualcosa che gli dicesse che stava scherzando, ma non trovò nulla. Inspirò profondamente, mettendo insieme tutto il coraggio che poteva racimolare e alla fine pronunciò le parole che lei tanto desiderava sentire «Penso che i tuoi occhi siano i più belli che abbia mai visto».
E finalmente Lily gli sorrise.
Jasper non gliel’avrebbe mai detto, ma credeva fermamente che anche il suo sorriso fosse il più bello che avesse mai visto.

 

“And how can I stand here with you
and not be move by you?
Would you tell me how could it be
Any better than this?”

Lifehouse – Everything



«Questo è il colmo!»
«Andiamo, Aggie, non c’è niente di male».
«Niente di male? Spero tu stia scherzando, Lyra!»
«Merlino, Kay, non c’è bisogno di fare l’arpia».
«Taci Weasley!»
Non era stata una buona idea portare James e Steve a pranzo con i Serpeverde, come Agatha continuava a ribadire. Eppure le uniche persone d’accordo con la Kay erano Clive O’Sullivan, che borbottava tra sé improperi contro Grifondoro impiccioni e pettegoli, e Vanessa Harper, che probabilmente avrebbe accettato qualunque Grifondoro tranne i ragazzi del settimo anno.
Karl, Julius, Robert e Nicholas stavano giocando a SparaSchiocco con James, infilato tra Steve, che discuteva con la rossa Serpeverde, e Samantha, che assisteva alla partita da sopra la sua spalla.
Karen e Lyra cercavano di rabbonire Agatha e Vanessa, mentre aspettavano che qualcuno portasse loro il pranzo.
«E’ un’idea del cavolo, non capisco come tu abbia potuto acconsentire, Sam!»
La Malfoy si voltò verso l’amica con espressione innocente «E’ solo un pranzo».
Agatha sbuffò infuriata ed incrociò le braccia, tirando per sbaglio una gomitata a Robert, sedutole accanto.
«Per Salazar, fai attenzione, donna!» esclamò lui, cercando di non far cadere le carte.
«Taci! Pensavo che almeno tu avessi un briciolo di cervello! E invece ti sei messo a giocare a carte con loro!»
Steve la fulminò, a differenza di James che si limitò a guardarla divertito.
«Cosa ti dà precisamente fastidio, Kay?» le chiese pacato.
«Solo vedervi mi fa infuriare» sibilò la ragazza.
«Allora girati dall’altra parte» ribatté Steve, ormai esasperato fino alla punta dei capelli e mancando il suo turno, tanto che Karen, che approfittando dello scarso spazio disponibile gli si era attaccata affianco, giocò per lui, troppo preso a lanciarsi occhiatacce con Agatha.
«Ammirate signori, il sottoscritto vince ancora» annunciò beatamente Nicholas.
«Non è possibile!» si lamentò Karl, buttando le carte sul tavolo.
«Mi stai derubando, Nick» mugugnò Julius.
Finalmente arrivò il pranzo e si affrettarono a mettere via il mazzo e cominciare a mangiare.
«C’è Jerry che continua a guardarci» borbottò Steve, giocherellando con un pezzo di bistecca «E’ leggermente inquietante».
«Ignoralo» gli consigliò James, mangiando le sue patate tutto contento, nonostante riuscisse a malapena a muovere il braccio, schiacciato com’era contro Samantha.
«Con le francesi? Siete scappati, per caso?» chiese Robert divertito, dando uno sguardo veloce ad un tavolo diversi metri più in là, intorno al quale erano accomodati i gemelli Weasley e il Caposcuola Paciock, insieme alle quattro ragazze di Beauxbatons. Mike e Mark non sembravano entusiasti quanto il compagno.
Al tavolo sovraffollato si sentì un rumore secco, che fece voltare tutti gli occupanti «Stronzo» sibilò Vanessa, lanciando occhiate di fuoco al suo ex ragazzo, che da parte sua cercava di scostarsi il più possibile da una riccia intraprendente.
James e Steve si lanciarono un’occhiata veloce, ma vennero zittiti da quella gelida di Samantha.
«Ignoralo, Nessie. Sei qui per divertirti» le sussurrò velocemente Lyra.
Lei fece un verso stizzito «Sai quanto me ne frega di lui! Può fare quello che gli pare, non sono più fatti miei e non hai idea di quanto ne sia felice!»
Nessuno ribatté, nonostante sapessero che di vero non c’era nulla. Persino i due Grifondoro si accorsero che stava mentendo, perché la sua espressione era la stessa che assumeva Mike quando parlava di lei. E Mike la amava ancora, benché dicesse sempre il contrario.
Julius si schiarì la gola e Lyra si affrettò a riempire il silenzio «Cosa avete intenzione di fare dopo pranzo?»
«Noi faremo un giro, visto che questa mattina sono stato impegnato» disse sarcasticamente Robert, guardando Agatha con la coda dell’occhio.
Lei alzò la testa e schioccò la lingua «Noi ce ne andremo il più lontano possibile da te. Dopo questa mattinata mi ci vuole proprio una ventata di intelligenza».
Steve dovette mordersi la lingua per non dire una cattiveria e si limitò ad ascoltare i due che iniziavano a litigare, ignorati da chi era ormai abituato.
«Ma fanno sempre così?» chiese James curioso.
«Quando non sono nascosti in camera o in uno sgabuzzino» gli rispose Lyra, alzando le spalle «Voi due cosa fate, invece?»
«Io vi devo rubare Sam e non posso dire che mi dispiaccia» rispose lui, posando una mano sul ginocchio della bionda, visto che gli era impossibile fare ogni altro movimento.
Lei roteò gli occhi annoiata «E se io avessi altri progetti?» ipotizzò.
James la guardò supplicante «E mi lasceresti al mio destino? Ti prego!»
«Non ho detto che non va bene. E’ solo che non mi va che decidi per me. E poi, viene anche Karen» disse, incrociando le braccia.
«Ovvio» disse Steve con una smorfia «Non ho intenzione di reggervi il moccolo».
Karen sorrise soddisfatta e le sue amiche potevano giurare di aver visto un luccichio astuto passarle negli occhi.
«Perfetto. Allora andiamo?» chiese James, cercando di alzarsi.
«La smetti di toccarmi?» sibilò Samantha, allontanandosi il più possibile.
«Scusa, ma non so dove appoggiarmi» si lamentò lui in risposta «Ma perché non avete lanciato un Engorgio su questo stupido tavolo?»
Il silenzio calò all’improvviso, mentre tutti si guardavano negli occhi per distogliere subito lo sguardo.
«Non ditemi che non ci avevate pensato?!» esclamò stupefatto il Grifondoro.
«Oh, taci! Perché non l’hai fatto tu, allora?!» brontolò Robert, punto nel vivo.
James scosse la testa, incredulo, e tentò di nuovo di rialzarsi, facendo spinta sulla gamba di Sam, che schioccò la lingua stizzita e imbarazzata, prima che Karen e Steve decidessero di rimettersi in piedi per primi e lasciargli spazio per fare le sue stupide manovre.
«Inizio a credere che tu l’abbia fatto apposta» gli sibilò la bionda, riallacciandosi il cappotto.
James alzò gli occhi al cielo, tirando su la cerniera del giaccone «Credimi, quando vorrò toccarti sul serio lo capirai».
«Parli al futuro con cognizione di causa?» gli chiese Lyra, ghignando nel suo calice di Succo di zucca.
Le guance rosate del ragazzo non passarono inosservate a nessuno «Oh, taci!» borbottò, prima di afferrare Samantha per una mano e trascinarla fuori dal locale, senza nemmeno degnarsi di salutare.
«Beh, non posso dire che sia stato un piacere» disse Steve ironico, prima di fare un cenno del capo «Ci si vede in giro, vipere».
Karen agitò una mano, sorridendo contenta, e si affrettò a seguirlo verso la porta, che da gentiluomo lui le tenne aperta.
Peccato che James e Samantha sembravano essere spariti tra la folla.
«E adesso?» borbottò Steve, tirandosi su il colletto e scrutando la strada.
Karen lo imitò stringendosi nelle spalle. Non che lei non volesse stare da sola con Steve, anzi forse era davvero il momento migliore per dargli una scossa.
«Ti andrebbe di fare un giro con me?» gli chiese con un sorriso.
Lui scrollò le spalle «Certo» rispose, infilando le mani in tasca e cominciando a camminare.
Karen lo seguì, esultando mentalmente e ripetendosi di andarci piano, nonostante dovesse mordersi la lingua per non rivelargli che si era innamorata di lui «Sai, mi piacerebbe passare del tempo con te, ogni tanto» sussurrò, distogliendo subito lo sguardo, mentre sentiva le guance riscaldarsi. In realtà, arrossire non era nei suoi piani, ma sembrava che non avesse voce in capitolo nelle decisioni prese dal suo corpo vicino a Steve.
«Oh, sì, beh, perché no?» tentennò lui, voltandosi di scatto dall’altra parte.
Lei gli lanciò un’occhiata da sotto le ciglia lunghe e riuscì a distinguere chiaramente le sue orecchie rosse, che la fecero ridacchiare allegramente come una stupida «Bene, allora!» esclamò senza riuscire a trattenersi, per poi decidere di riportare la discussione su binari più tranquilli «Se potessi comprare un solo prodotto da Mielandia, quale sarebbe?»
Steve la guardò divertito, dimenticandosi dell’imbarazzo provato pochi istanti prima «Non so, probabilmente i Fildimenta Interdentali, sarà colpa dei miei nonni: li adorano. Tu immagino sceglieresti le Cioccorane».
Karen lo guardò piacevolmente stupita «Come fai a saperlo?»
«Me lo ricordo. Di solito mangiavi le mie» disse lui con una smorfia, facendola scoppiare a ridere.
«E’ vero! E tu facevi finta di non volermele dare!» rammentò, spalancando gli occhi divertita.
«Non facevo finta!» ribatté Steve «Sai che fatica per farmele comprare da mia mamma? Continuava a ripetere che mi sarebbero venute le carie e i nonni mi avrebbero dovuto togliere tutti i denti. Alla fine te le davo per paura che succedesse sul serio» ammise con un ghigno.
La mora lo guardò oltraggiata «Ma che razza di amico!»
Steve scoppiò a ridere «Eri tu che le volevi!»
«Sì, ma potevi pensare a salvare anche i miei, di denti!»
«Beh, non mi sembra che te li abbiano tolti» osservò lui, trattenendo a stento le risate.
Karen scrollò la testa con un sorriso e si portò dietro un orecchio una ciocca di capelli.
Fu in quel momento che lo sguardo nocciola di Steve si posò sul suo polso.
«Lo porti ancora?» chiese con voce più bassa, tornando serio d’un colpo.
Lei si fermò e diede un’occhiata al vecchio braccialetto di fili intrecciati, seguendone la trama con dita leggere «Sì» ammise sorridendo «Mi piace e mi ricorda il passato».
Steve strinse le labbra, non sapendo cosa dire, perché quel braccialetto poteva significare niente, come poteva significare tutto.
Per fortuna Karen non gli diede il tempo di rispondere e riprese a camminare. L’imbarazzo sceso col silenzio stava diventando davvero troppo pesante, quando, fortunatamente, la Serpeverde lo ruppe con una semplice frase «Cosa stanno combinando quei due?»
Steve alzò lo sguardo per posarlo sulla figura della sorella che, come al solito, rincorreva Sirius infuriata.
«Che cos’avrà combinato questa volta?» si chiese esasperato, senza poter ricevere risposta, perché in quel momento i due sfrecciarono accanto a loro, uno divertito da morire, l’altra infuriata nera.
«Certo che non cambiano mai» osservò Karen.
«A volte vorrei che lo facessero, almeno le mie orecchie potrebbero riposare un po’. Non hai idea di cosa significhi averli nello stesso dormitorio ed essere imparentato con una di loro. Pensa che a volte litigano via gufo!»
Karen rise «Se sono come d’estate alla Tana non fatico a crederci!»
«Già».
Camminarono ancora per qualche metro, quella volta in un silenzio piacevole, finché non intravidero finalmente i due amici e non poterono fare a meno di scambiarsi uno sguardo preoccupato.
Perché James Potter e Samantha Malfoy, agli occhi del mondo, erano già una coppia. L’unico problema era che loro non sembravano ancora pronti ad ammetterlo. E non importava che camminassero troppo vicini per degli amici, né che il braccio di lui le circondasse le spalle o che il suo naso finisse spesso tra i capelli biondi di lei; non importava che la sua mano gli stringesse il giaccone, né che i suoi occhi brillassero quando incontravano quelli verdi e altrettanto luminosi di lui. E cosa importava se continuassero a sorridere, discutere e scherzare, ignorando il resto del mondo? Niente. A loro non importava niente.
«Sai, Sam ha paura di perderlo» gli rivelò Karen, mordendosi un labbro, senza staccare gli occhi dalla coppia.
Steve, fermo accanto a lei, fece la stessa identica cosa «Anche lui ha paura» le confidò «Non l’ha mai detto esplicitamente, ma si capisce. Sono il suo migliore amico e certe cose le vedo, anche se pensa di nasconderle bene. Solo che la metà di lui il rischio lo correrebbe volentieri e non sa a che parte dare ragione».
«L’unica cosa da fare è aspettare» mormorò Karen, mentre più lontano Samantha spalancava la bocca, indignata e divertita allo stesso tempo, e si staccava da James per tirargli una pacca sul braccio e continuare a camminare da sola. James rise e la raggiunse in un paio di passi, accostandola e sussurrando qualcosa a cui lei non rispose a parole, ma soltanto prendendolo sottobraccio.
Steve e Karen si guardarono e sperarono intensamente la stessa cosa: che tutto si risolvesse per il meglio.
«Ti va di fare un salto a Mielandia?» le propose cercando di nascondere la preoccupazione.
Lei sorrise maliziosa «Solo se mi compri delle Cioccorane!»
Lui acconsentì, scuotendo la testa divertito, iniziando a dirigersi verso il negozio, la ragazza lo fissò per un attimo con occhi brillanti, prima di affrettare il passo e affiancarlo, prendendolo per un braccio.

 

 


 
Note:
Come avevo anticipato è un capitolo piuttosto lungo e abbastanza importante per quanto riguarda le quattro coppie “base”. I personaggi che compaiono non sono tantissimi e molti non fanno nemmeno un’apparizione, ma forse è meglio così, per non confondere troppo le cose.
Non c’è molto da dire, perché mi sembra che si spieghi già da sé, è stato difficile scrivere la parte di Karen e Steve, perché lei è un personaggio complesso ed incomprensibile anche per me!
Spero che vi siano piaciuti i momenti romantici e dovete scusarmi se avete trovato qualche errore, ma non l’ho ricontrollato, perché avevo fretta di postare prima di partire. Quindi vedete di farmi trovare un bel po’ di commenti, quando torno! XD
 
Adesso vi consigliere caldamente di leggere anche “Life’s drops”, perché lì verranno spiegati alcuni dettagli che qua vengono solo accennati, come il braccialetto di Karen, che chi ha letto il capitolo 8 avrà riconosciuto di sicuro!
 
E anche quello del mio forum, per qualsiasi domanda e ipotesi, Penny Black (alias Irene) l’ha già scoperto e mi sembra si sia divertita da pazzi a strapparmi informazioni! XD E io la voglio ringraziare calorosamente per avermi tenuto compagnia virtualmente durante la stesura di questo capitolo! Sei stata fantastica!
 
Ed ora passo alle recensioni, che mi ha fatto un piacere immenso leggere! Come al solito! XD

Miss_Slytherin: Certo che i tuoi complimenti sono sempre graditi! Sinceramente è un sollievo sapere che la parte di Sam dello scorso capitolo andava bene; io non credo che l’amore sia esattamente così, né che sia tutto rosa e fiori, ha le sue luci e le sue ombre, bisogna solo vedere da che parte guardarlo. Come hai potuto leggere Jasper si è svelato un po’ e non è stato l’unico. L’immensa mole dei personaggi è per farvi calare di più nella storia, anche gli studenti di Hogwarts hanno problemi a far coincidere i pettegolezzi! XD Purtroppo non conosco beta e non mi è mai capitato di farlo, ma se vuoi consigli od opinioni io sono sempre disponibile!

ninasakura: Non sai quanto sono felice allora che hai recensito! Ti ringrazio molto per i complimenti, è sempre un piacere sapere che i miei personaggi entrano nel cuore di chi legge! Perché senza di loro Spin non esisterebbe. Mi dispiace che qui Brian non sia apparso, ma davvero non c’era più spazio! Vedrai che tornerà di sicuro, perché è uno dei personaggi secondari-principali. Il pezzo sull’amore l’avevo scritto diverso tempo prima, apposta per Sam, perché lei è l’unica che potrebbe dire una cosa del genere e quando lo rileggo mi fa venire i brividi, in alcuni punti, soprattutto perché io so con esattezza quello che prova per James. Spero di sentire cosa ne pensi anche di questo capitolo!

Penny Black: Non so cos’altro dirti che non ti abbia già detto! XD Cercherò di rispondere agli argomenti di cui non abbiamo parlato! Miriam nega di essere innamorata di Jacob, non perché non l’accetta (nonostante abbia fatto fatica), ma perché non vuole che nessun’altro lo sappia. Kim è “la Rossa”, perché oltre a Diana è l’unica ragazza Weasley con i capelli rossi tra le mura di Hogwarts. Sinceramente non ho deciso chi sia la madre di Jasmine e Fay. Samantha ha una paura folle di soffrire (sicuramente dovuta anche ad esperienze passate) e sa che James è troppo importante, ma non si accorge che continuando così, rischia di perderlo lo stesso. In questo capitolo invece hai un bel po’ di risposte su Jasper e Lily, i tuoi adorati Sirius e Kimberly, i mai descritti Steve e Karen (una mia amica dice che li bistratto perché non scrivo spesso di loro!) e ovviamente James e Samantha, che mi fanno innamorare sempre di più! Voglio assolutamente un’altra mega-recensione, mi raccomando!

Jaily: Beh, secondo il tuo ragionamento, se sono in ritardo questo capitolo dovrebbe assolvermi da tutti i peccati, data la dimensione e il contenuto! XD Non ho lasciato da parte Sirius e Kiki (soprannome fantastico! Prima o poi te lo ruberò! *.*); Lily ha qualche risposta (grazie al cielo, altrimenti Jasper sarebbe morto molto giovane!) e James e Samantha sono sempre più adorabili (almeno a mio parere), spero solo di non aver reso nessuno troppo zuccheroso, perché non lo sopporterei! Ah, e chiamami pure Marzia! ^.^
 
JaneA88: Ciao Mia, mi ha fatto davvero piacere ricevere la tua recensione! Dunque, passo subito a risponderti: per quanto riguarda Jasper, mi sembra che qui si sia svelato qualcosa in più! Da una parte, lui è sicuro di non poter essere il “lui”, ma dall’altra non pensa ci sia qualcun altro. Samantha soffre parecchio per questa storia, ma al tempo stesso non riuscirebbe a vivere senza il dolore e la gioia che lo stare con James le porta. E per James è lo stesso, ha paura anche lui, ma cerca di reagire e trovare una soluzione. Spero ti sia piaciuto anche questo capitolo!

S1a3m: Allora questo capitolo dovrebbe esserti piaciuto! Hai anche avuto uno stralcio di quello che pensa James, anche se visto dalla parte di Steve. Sono contenta di essere riuscita ad esprimere i sentimenti di Sam (un po’ ti invidio per avere il suo stesso nome!), anche perché immedesimarsi in tutti questi personaggi non è semplicissimo! Fammi sapere cosa ne pensi!

Ringrazio tutte le persone che hanno letto e aggiunto da qualche parte!
Spero davvero tanto di leggere presto le vostre opinioni, perché è un capitolo su cui ho lavorato parecchio e che è stato abbastanza difficile da scrivere!
Alla prossima!
   
 
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