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Autore: malandrina4ever    22/10/2010    35 recensioni
«Perché sono il tuo migliore amico. E se c’è qualcosa che ti pesa, allora tocca a me portarla al posto tuo.»
~ James Potter
«E lui poteva appendermi a testa in giù tutte le volte che ne aveva voglia, ma questo non sarebbe mai cambiato. Perché Lily sorrideva a me e non a lui.»
~ Severus Piton
«Potrebbe essere un complimento, lo sarebbe, se solo non fossero la voce e gli occhi di Potter. È incredibile come riesca a far suonare anche le frasi più gentili come una presa in giro, socchiudendo appena gli occhi e imprimendo quella vena beffarda in ogni parola.»
~ Lily Evans
«La vocina acuta che continua a ripetere ‘Prefetto. Dovresti essere un Prefetto’ si attutisce appena di fronte ai sorrisi entusiasti dei miei amici.»
~ Remus Lupin
«Il Grifondoro che c’è in me crede che, forse, dovrei sentirmi almeno leggermente in colpa per aver barato. Ma il Malandrino che c’è in me continua a ghignare soddisfatto.»
~ Sirius Black
«James si sta approfittando spudoratamente della nostra volontà di risollevargli il morale, noi lo sappiamo, lui sa che noi sappiamo, ma finiremo comunque a dare l’assalto alla Sala Comune dei Serpeverde, perché a volte per essere un buon amico devi semplicemente essere bravo a lanciare bombe fatte di cacca.»
~ Peter Minus
«Alla fine Sirius sa essere un fratello impeccabile. Solo non il mio.»
~ Regulus Black
---
I'm not a perfect person
I never meant to do those things to you
And so I have to say before I go
That I just want you to know

---
Ed improvvisamente non mi sento più così perfetto, perché Lily Evans sta baciando lui e non me.
Perché sarà sempre così, sarà sempre chiunque altro, piuttosto che me.
Ed è semplicemente l’ordine naturale delle cose, come sono sempre andate e sempre andranno, ma non riesco a togliermi dalla testa che è comunque tutto totalmente sbagliato.
Si fotta l’ordine naturale delle cose, dovrei essere io.
---
I've found a reason to show
A side of me you didn't know
A reason for all that I do
And the reason is you.
Genere: Comico, Guerra, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: I Malandrini, James Potter, Lily Evans, Mangiamorte, Sirius Black | Coppie: James/Lily
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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CAPITOLO 10.

 

 

 

 

 

 

 

- Everte Statim!
Finalmente, dopo l’ennesimo strattone, riesco a spostare il polso quel tanto che mi basta a puntare la bacchetta su Piton che, preso alla sprovvista, non riesce a finire di pronunciare il suo incantesimo e viene sbalzato a terra a qualche metro da me. Immediatamente sento i tentacoli o qualunque cosa siano indebolire leggermente la presa e con un ultimo, energico strattone riesco a liberarmi del tutto la mano destra.
- Diffindo, - mormoro velocemente, puntando la bacchetta sugli altri tentacoli e riuscendo finalmente ad alzarmi.  
- Levicorpus, aggiungo subito rapido, rendendomi conto che Piton non si è ancora rialzato.
Così va decisamente meglio.
- Non senti anche tu come una sensazione di déjà-vu, Mocciosus? – ghigno malevolo, avvicinandomi lentamente al suo viso capovolto e accaldato.
- Serpensortia! 
Questa non è una risposta.
La serpe smeraldina appena comparsa ai miei piedi si getta immediatamente contro di me ed io faccio appena in tempo ad indietreggiare di colpo ed evocare uno scudo protettivo. La serpe non è l’unica cosa ad essere respinta, infatti sulla barriera magica si infrange anche unoStupeficium di Piton, che evidentemente ha approfittato della mia distrazione per liberarsi.
- Adversus, - grido puntando la bacchetta sulla serpe, mentre Piton si rialza faticosamente da terra. Immediatamente il serpente si allontana da me, strisciando verso il suo stesso evocatore. Vediamo se una serpe può morderne un’altra.  
 
*
 
- Cosa credi che stia succedendo?- chiedo, alzandomi sulle punte dei piedi per vedere il palco, da cui mi separa qualcosa come mezza Hogwarts.
- Penso che Frank stia soffocando, - replica Lupin, fissando assorto un punto al centro di un folto gruppo di ragazzini.
- Paciock è là in mezzo? Santo Godric. Comunque intendevo cosa sta succedendo sul palco. Sai, il duello, - preciso, anche se in realtà è comprensibile che nella lista di priorità di Lupin la vicina morte di un nostro compagno venga prima del duello.
Peccato che le priorità del resto della scuola siano, evidentemente, diverse da quelle di Lupin.
- Oh quello. Onestamente non ne ho idea, credo che per scoprirlo dovremo aspettare che Sirius smetta di insultare mentalmente Piton e si ricordi di essere il cronista, iniziando ad insultarlo ad alta voce. Spero solo che James non si dimentichi, come al solito, di essere nel bel mezzo di un duello, perché questa volta è contro Piton, che non è esattamente Kate Logan.
Certo che no. C’è una notevole differenza tra Piton e Kate Logan, che si potrebbe riassumere con igiene personale e cervello. Piton ha l’uno e Logan l’altra.Quindi Lupin ha ragione: è preferibile che James si ricordi dove si trova e perché: penso che perdendo un braccio o due, perderebbe anche parte del suo fascino. Anche se io potrei portargli i libri. E questo significherebbe stare più tempo con lui.
- Lizzie?
- Non sto sperando che Piton ferisca gravemente James, davvero.
Dovrei imparare a chiudere la bocca qualche volta.
E l’espressione perplessa di Lupin me lo conferma.
- Non pensavo che tu lo stessi facendo.
-Bene, - dico. – Perché non lo stavo facendo.
- D’accordo.
- Perfetto.
- E giusto perché tu lo sappia, io non ho mai sperato che un meteorite cadesse su Hogwarts in modo da fermare il duello.
- Ok.
- Bene.
- Fantastico.
- Credo che sia meglio per entrambi dimenticare questa conversazione.
Ottima idea, Lupin. 
- Sì, vai così! Mordilo, mordilo, forzaAzzannal...ora non esageri, professoressa, aizzare mi sembra esagerato. Non è come se la serpe potesse capire quello che dico e accettare i miei consigli. Comunque sia, non può sentirmi ora, dato che Piton l’ha appena fatta evanescere. Credo che lei gliene sia grata però, dubito che fosse una prospettiva allettante quella di mordere Mocciosus: l’unto sarebbe entrato in circolazione in pochi secondi e la morte sarebbe stata dolorosa e inevitabile.
  
*
 
Mentre Piton fulmina Sirius con un’occhiataccia, io gli punto fulmineo la bacchetta contro.
- Aguamenti!
Immediatamente un forte getto trasparente esce dalla punta della mia bacchetta e lo colpisce in piena faccia.
- Questa, Mocciosus, - esordisco ghignante, mentre Piton cade in ginocchio tentando inutilmente di pararsi – È acqua. Serve a lavarsi, verbo a te evidentemente sconosciuto.
 
*
 
- Stiamo assistendo all’eroico tentativo di James di riuscire nella missione in cui tanti, prima tra tutti la madre di Piton, hanno fallito: convincerlo a lavarsi. Ma ti serve anche lo shampoo, James! No, non posso stare zitto professoressa, non ha visto i suoi capelli? Senza shampoo l’unto non se ne andrà mai.
Per la prima volta da quando è iniziato il duello vorrei essere più vicino al palco per poter vedere cosa sta succedendo.
Nel sentire le parole di Sirius, per un attimo mi è passata nella mente l’immagine di James che evoca una doccia e tenta di schiaffarci dentro Piton. Spero davvero che non stia accadendo sul serio questo, perché non sarebbe dignitoso.
- Cosa credi che intenda dire Black con sta cercando di convincerlo a lavarsi? - chiede incerta Lizzie, accanto a me. Non so perché se ne stia qui a parlare con me, invece che cercare qualche sua amica, dato che non abbiamo questa grande confidenza.
Voglio dire, l’ultima volta che l’ho vista era entrata di nascosto nella mia camera. Ma è stata anche la volta in cui mi ha riempito di cioccolata e questo è positivo.
- Non pensarci, è meglio.
  
*
 
- Deforgio!
Nonostante il getto che continua a colpirlo proprio in faccia, a scapito dei suoi tentativi di sfuggirgli, Piton riesce tra gli schizzi a pronunciare un incantesimo ed io sono costretto a levare la bacchetta di fronte a me per difendermi, cessando di far uscire l’acqua.
- Le lezioni di igiene per oggi sembrano essere terminate, infatti Piton è riuscito a lanciare un incantesimo e James ha evocato unProtego. Un inutile Protego, dato che Piton deve avere la vista un po’ annacquata e ha mirato praticamente al pavimento del palco.Oh. Forse Piton non ha la vista proprio così annacquata.
 No, infatti.
A giudicare dal fatto che sto letteralmente sprofondando nel palco, direi che Mocciosus purtroppo ci vede ancora benissimo.
Quando tento di alzare un piede, mi rendo conto che ovviamente non ci riesco: sono come incollato.
- Finite Incantatem, - esclamo deciso, puntando la bacchetta a terra, ormai immerso fino alle caviglie in quello che una volta era un normalissimo palco e che a causa di un’improvvisa crisi esistenziale sembra aver appena deciso di preferire trasformarsi in sabbie mobili, almeno nel tratto sotto di me. Naturalmente il palco ha deciso anche di dare retta agli incantesimi di Mocciosus, ma di ignorare allegramente i miei. Fantastico.
- Che c’è, Potter? Ti sta crollando il piedistallo sotto i piedi? - sibila sprezzante Piton, appena rialzatosi ed avvicinandosi lentamente a me, bacchetta alzata e l’acqua che gli sgocciola ancora dal naso. - Ti abbassi all’altezza di noi comuni mortali finalmente?
- Le situazioni si sono ribaltate e Piton tiene sotto tiro James, che d’altro canto ci sta fornendo una perfetta dimostrazione di quello che si dice sprofondare dalla vergogna.
Sì, Sirius, sfotti pure, tranquillo, il tuo migliore amico sta solo venendo divorato da un palco tanto, che sarà mai.
- Veramente dovrei abbassarmi ancora un po’ per arrivare alla tua altezza, Mocciosus, - replico con un ghigno arrogante, fingendo di non essere per niente turbato dal fatto che tra poco sparirò nelle profondità della terra.
Piton socchiude gli occhi freddamente, prima di alzare la bacchetta.
- Stupeficium!
- Exturno!
L’incantesimo più o meno volontariamente insegnatomi da Evans fa rimbalzare contro Piton il suo stesso Stupeficium, che viene però schivato per un soffio dal Serpeverde. Incrociamo gli occhi per una frazione di secondo, prima di alzare contemporaneamente le bacchette:
- Confringo!
- Impedimenta!
Entrambi gli incantesimi, gridati nel medesimo istante, vanno a segno e mentre Piton vola a terra ed il pavimento del palco torna al suo stato originale, rigettandomi fuori per fortuna, attorno a me appare una strana sostanza scura e appiccicosa, dall’odore penetrante.
Nella caduta Piton pare aver perso un po’ d’olio e non sembra esattamente la cosa più innocua in questa stanza.
Qualcosa, e non la voce di Sirius, mi dice che è meglio non toccare la strana sostanza marroncina, qualunque cosa sia, così ben attento a non muovere di un millimetro le gambe, punto la bacchetta a terra, pronto a farla sparire. Ma evidentemente lo faccio nello stesso momento in cui Piton punta la sua su di meperché prima che io possa farla evanescere, una forza invisibile mi spinge a terra con forza, facendomi cadere in ginocchio proprio su di essa. E il fatto che la sostanza esplode è la conferma che avevo ragione: sarebbe stato meglio non toccarla. Non sarà olio, ma il contatto con essa non è più piacevole di quanto lo sarebbe rovesciarsi addosso una pentola d’olio bollente e la pelle delle mie braccia, ora dello stesso colore del sangue che presto farò versare a Piton, ne sa qualcosa. Proprio mentre cerco di rialzarmi, sono costretto a parare un Pietrificus Totalus di Piton, che rivela la sua vena sadica nel volermi far cadere immobile e di faccia su quella cosa. Per fortuna i miei riflessi mi salvano ed io riesco a pararmi giusto in tempo, ma nell’evocare il Protegoperdo il mio già precario equilibrio e la mia mano sinistra entra di nuovo in contatto con la sostanza bollente. Piton sembra eccessivamente compiaciuto della mia espressione sofferente ed io sto iniziando ad incazzarmi sul serio.
- Lubris!
È con infinita soddisfazione che osservo Piton scivolare sull’olio appena apparso ai suoi piedi e dare una culata per terra.
- Vedi che succede a non lavarti i capelli, Mocciosus?- ghigno sprezzante, mentre riesco finalmente a rialzarmi, la bacchetta puntata su di lui. – Ora, se permetti, mi diverto un po’ io. Gratta e Netta.
Immediatamente della schiuma rosa inizia a fuoriuscire dalle labbra di Piton, che diventa sempre più rosso, non so se per l’umiliazione o per la mancanza d’aria. Entrambe suppongo.
Vendetta, dolce vendetta.  
Piton si porta una mano alla gola, gli occhi lucidi, ed io mi concedo una veloce occhiata al pubblico, diviso tra mormorii preoccupati e risatine. I miei occhi si posano su una chioma rossa proprio all’ingresso della Sala Grande: a quanto pare Evans non è stata rapita dagli alieni. 
- È ammirabile quanto tu abbia a cuore l’igiene di Piton, James, ma che ne dici di disarmarlo e vincere? Tanto i suoi denti non saranno mai puliti.
La folla è percorsa da una comune risata questa volta ed io sono sicuro che da qualche parte, lì in mezzo, Remus si starà maledicendo per essere d’accordo con Sirius: in effetti sarebbe proprio il caso di finirla qui.
Solo che Evans mi sta guardando. 
Improvvisamente mi ritorna alla mente quel pomeriggio dopo i GUFO, prima dell’estate: Piton alla mia mercé, Sirius, la folla che ride, gli occhi di Evans puntati su di me con lo stesso disprezzo di sempre.
E non è solo il fatto che esiste.
Non è solo che è immerso fino al collo nelle arti oscure e io le detesto. Non è solo che Evans non mi ha mai guardato come guardava lui.  
Non è nemmeno il fatto che già posso vedere il teschio sul suo avambraccio come se fosse vero. Non è niente di tutto questo.
È il fatto che non è stupido, è maledettamente scaltro in realtà, e non fa altro che osservare, e sa esattamente dove colpire i miei amici per fare male. 
Ibrido. Traditore del sangue. Nullità.
È il fatto che è dal primo anno che tento di convincerli che non significa assolutamente nulla, ed i Malandrini sono bravi tutti a fingere, ma non basta perché quelle parole gli scivolino completamente di dosso ed ogni volta restano incagliate da qualche parte, nei loro occhi.
E quello sguardo sul viso dei miei amici è anche l’unico modo in cui Piton può colpire me e lo sa perfettamente.
Lo odio nello stesso identico modo in cui odio Fenrir Greyback e la famiglia Black. Come odio solo chi riesce a toccare i Malandrini.
E non mi importa di rischiare la vittoria, se questo significa continuare ad umiliarlo.
- Finite Incantatem.
Un piccolo movimento della mia bacchetta verso il basso e dalla bocca di Piton cessa di uscire schiuma colorata, a parte qualche piccola bolla superstite. Lo guardo rimettersi seduto e tossire, prima di puntare nuovamente la bacchetta su di lui.  
- In...
- Deprimo! 
Il fascio di luce viola scuro mi colpisce in pieno prima che io riesca a finire di pronunciare l’incantesimo. Per un attimo resto senza fiato, mentre incrocio gli occhi trionfanti di Piton che si rialza a fatica, poi una morsa di dolore mi stringe il petto ed io cado in ginocchio con un gemito, stringendo i denti.
 
*
 
- Che succede? Che succede? Cosa diavolo sta succedendo?
No, non sono calma, avete ragione.
E sì, sono isterica, avete nuovamente ragione.
Ma vi darei ragione altre mille volte e su qualsiasi cosa pur di sapere cosa diavolo sta succedendo su quel palco.
Perché il pubblico vero e proprio, ovvero quello che riesce effettivamente a seguire il duello, ha smesso di incitare con gridolini e improbabili coretti i due avversari e si è fatto di colpo più silenzioso.
E per quanto non fossero graditi dalle mie orecchie i suddetti cori e i suddetti gridolini, erano comunque meglio del brusio spaventato che li ha sostituiti.
Tranne nel caso di Minus, che in realtà sta continuando a strillare in maniera ambigua, non più eccitata, ma isterica.
Ed in un qualunque altro momento mi preoccuperei, mi ucciderei, rendendomi conto di aver appena strillato nello stesso modo di Minus, ma ora me ne frego.
Perché la cosa più preoccupante è che Black ha trattenuto rumorosamente il fiato nel magi-megafono e si è zittito. 
Black.
Lo stesso Black a cui è umanamente impossibile togliere la parola, che tu sia un professore o un mostro a tre teste. Lo stesso Black che ha sempre qualche battutina sarcastica da fare. Lo stesso Black che non è mai stato zitto in sei anni di Hogwarts.
Proprio quel Black.
E se su quel palco sta succedendo qualcosa capace di zittire Black, e sta succedendo a Jamesio devo vederla.
Anche a costo di turbare l’attuale quiete di Lupin.
 
*
 
Il silenzio sconcertante di Sirius e il brusio dell’intera Sala mi hanno appena indotto a credere che Piton stia seriamente cercando di uccidere James, quando qualcuno tenta seriamente di uccidere me.
A giudicare dai ciuffi biondi che mi sono svolazzati davanti agli occhi direi che è Lizzie quella che mi è appena saltata addosso, avvinghiandomisi ai fianchi con le gambe. O forse è Lucius Malfoy, anche se lui ha lasciato Hogwarts tre anni fa.
O ancora qualcuno che mi è saltato addosso e mi ha contemporaneamente infilato in testa una parrucca bionda, ma spero vivamente che non sia così, perché questo mi renderebbe anche ridicolo oltre che morto.
Perché sto per morire sì, dato che non è possibile vivere senza ossigeno ed al momento i miei polmoni ne sono decisamente a corto, a causa delle braccia avvinghiate al mio collo.
Mi chiedo cosa sarebbe opportuno fare ora.
Potrei tentare un approccio gentile con il mio assalitore, chiedergli quali sono i miei comportamenti che gli danno così fastidio da indurlo a eliminarmi fisicamente e vedere se posso fare qualcosa per correggerli. Potremmo giungere ad un compromesso.
Ma non penso di avere abbastanza fiato per sostenere una conversazione così lunga. Al momento penso di averne a sufficienza solo per una parola.
- Emm.
Non credo sia stata la scelta più giusta.
Ma non riesco a pensare molto lucidamente al momento.
- Ahi.
Oh, a quanto pare avevo il fiato per due parole.
 Della seconda scelta sono soddisfatto: è senza dubbio la cosa più logica da dire quando delle unghie ti si conficcano nella spalla destra.
Sarebbe lo stesso anche se si conficcassero nella sinistra, certo. Non è questo il punto. Il punto è che sto soffocando. E non so nemmeno quali miei comportamenti possano aver dato fastidio alla cosa che mi sta uccidendo. Cosa che ora sta ringhiando.
- Piton. 
Piton?
Oh no, io sono Remus Lupin, stai uccidendo la persona sbagliata.
- Piton. 
È colpa del mio naso.
Piton ha il naso grande, io ho il naso grande, quindi uccidere me equivale ad uccidere Piton.
 
*
 
Quando mi fiondo nella Sala Grande, tremendamente in ritardo, la prima cosa che noto è l’insolito silenzio nel quale è immersa.
La seconda è la felpa larga e slabbrata di Lizzie, che mi fa storcere il naso.
E la terza è il fatto che suddetta Lizzie è avviluppata come una scimmia a Remus Lupin, prefetto di Grifondoro ed uno dei migliori amici di Potter.
Quindi i suoi tentativi di conquistare James servivano solo ad arrivare a Lupin? Interessante.   
Un sorrisetto mi si dipinge sulle labbra, ma improvvisamente alcuni dubbi mi colgono: davvero pensa che quello sia il modo giusto per conquistare un ragazzo?
Non mi sembra che stia funzionando e a giudicare dal colorito di Lupin potrebbe svenire da un momento all’altro.
E poi perché ha quell’espressione assassina puntata sul palco in cui Piton sta...oh. Ora capisco.
 
*
 
- Sai, Lizzie, avrebbero dovuto dirtelo i tuoi anni fa, ma meglio tardi che mai: sei una strega.
Allison ha ragione: sono una strega.
Ed una strega può uccidere.
Una strega può uccidere Piton.
- E uno dei privilegi che comporta l’essere una strega è quello di poter tranquillamente evocare una sedia e salirci sopra, in modo da non rischiare di uccidere un tuo compagno per assistere ad un duello.
Evocare una sedia. Non saltare addosso a Remus Lupin.
Sì, sembra una cosa astuta. 
 
*
 
Improvvisamente l’ossigeno riesce a farsi strada nel mio corpo. 
Chiunque stesse tentando di uccidermi deve aver avuto pietà oppure si è reso conto che non sono Severus Piton e mi ha lasciato.
È una strana sensazione respirare di nuovo. Una bella sensazione.
A quanto pare non morirò oggi: la cosa mi rallegra non poco. Non ho preso appunti a tutto spiano durante tutte le ultime lezioni di Storia Della Magia per poi saltare il compito che ci sarà tra poco.
- Stai bene Lupin?
Una voce squillante mi distoglie dai miei pensieri e quando alzo lo sguardo incrocio quello castano di una Grifondoro del mio anno con i lunghi capelli scuri acconciati in una treccia. So perfettamente di chi si tratta, dato che non sono poche le volte in cui durante i miei turni di ronda la trovo imboscata da qualche parte con il suo ragazzo: Allison Sanders.
- Relativamente, grazie. Sai per caso chi ha appena tentato di uccidermi? - chiedo, riflettendo sul fatto che potrebbe benissimo essere stata lei.
Un prefetto in meno, più possibilità per una Grifondoro e un Corvonero di incontrarsi clandestinamente oltre il coprifuoco. Solo che non mi spiego la parrucca bionda.
- Lizzie. Ma sono certa che non lo ha fatto apposta. Quando ricomincerà a ragionare lucidamente, ammesso che questo accada, se ne pentirà e ti chiederà scusa cambiando mille tonalità diverse, - dice annoiata, accennandomi con il capo alla sua amica. – È un po’ agitata al momento.
Io sposto lentamente lo sguardo da Allison a Lizzie che, in piedi su una sedia spuntata da chissà dove, sembra davvero tanto agitata.
E mentre mi massaggio la spalla indolenzita nel punto in cui lei deve aver conficcato le sue infide unghie da ragazza, penso che avevo avuto ragione la prima volta che l’ho vista.
Che penetri o meno di nascosto nella mia stanza, questa Lizzie Carson resta pericolosa.

 
*

 
È già da qualche istante che gli esseri attorno a me si sono fermati.
È già da qualche istante che mi sono reso conto di essere ancora vivo.
Ma quello che mi chiedo ora è perché.
Non che mi dispiaccia, ma il duello non può essere finito. Se così fosse me ne sarei accorto: vi ricordo che sono circondato dal James Potter fan club.
E allora perché si sono fermati?
Perché non sento più nessun rumore, oltre ad un verso davvero inquietante proveniente dalla mia destra?
L’unico modo per scoprirlo è tirare fuori il mio coraggio da Grifondoro, togliermi le braccia da sopra la testa ed aprire gli occhi. Magari tra poco lo farò.
Frank! È così che ti ho insegnato ad affrontare le difficoltà? Rispondi!
Ah, e tu vorresti diventare un Auror? Certo, come no!  
Apro gli occhi di scatto, terrorizzato.
La voce di mia madre e quella di Alice sono esplose nella mia mente all’improvviso, rimbombando. Spero sinceramente che questo sia un incantesimo inventato da mia madre per tormentarmi anche quando non è presente fisicamente, perché se la mia coscienza ha due voci ed ha quelle due voci, allora sono un uomo finito.
- Godric, Godric, James.
Peter Minus, al mio fianco, interrompe i suoi versi non ben identificati per esprimere la sua ansia tramite queste tre acute, perforanti ed isteriche parole, facendomi sobbalzare.
A questo punto mi decido a puntare lo sguardo sul palco e finalmente capisco come mai tutti attorno a me si sono immobilizzati: James è a terra e sembra far fatica a respirare, mentre Piton sorride trionfante, la bacchetta puntata sul suo nemico di sempre.
 
*

 
Nella Sala è sceso il silenzio, le ochette starnazzanti che fino a pochi secondi fa incitavano Potter ora non fiatano e, cosa ancora più appagante, persino Black ha smesso di dare inutilmente aria alla bocca.
Mi sento straordinariamente bene in questo momento, la bacchetta puntata su Potter, sofferente ai miei piedi, dov’è giusto che stia. Gli occhi di tutti puntati su di me mi inebriano, dandomi una sensazione di potenza. E la consapevolezza che anche i suoi occhi mi stanno guardando mi esalta ancora di più. Finalmente vedrà chi è il migliore.
- Che c’è Potter, non sei più così bravo senza Black a pararti le spalle?- sibilo trionfante, godendomi ogni suo lineamento contratto, i pugni chiusi, le labbra strette l’una contro l’altra. Godendomi ogni minima traccia di dolore.
Per una volta i ruoli si sono invertiti. Per una volta sono io a prendermi gioco di lui, ad umiliarlo.
Ho sempre creduto che non avrei mai odiato qualcuno quanto mio padre, ma quando ho iniziato Hogwarts e ho conosciuto James Potter, ho imparato a ricredermi. Quei maledetti capelli sempre scompigliati, nei quali passa continuamente la mano per arruffarli ulteriormente, credendosi qualcosa di più dello stupido ed immaturo ragazzino qual è. Le labbra sempre stese in quel maledetto ghigno di superiorità, il sorriso sprezzante di chi sa di essere migliore di te. Di chi si crede un grand’uomo solo perché mezza scuola ha un debole per lui e i colori della sua divisa sono il rosso e l’oro invece del verde e dell’argento. La sicurezza di chi si crede imbattibile solo perché tutti gli hanno sempre dato quello che voleva, solo perché non si è mai trovato faccia a faccia con il vero dolore. E pensa di poterlo sopportare, solo perché non ha la minima idea di cosa sia.
Illuso. 
È solo un ragazzino viziato e là fuori se ne accorgerà. Quelli come lui e i suoi stupidi amici, i malandrini, saranno i primi a crollare. E quando loro si renderanno conto di non essere proprio un bel niente, io sarò lì a vederli cadere. Riderò di loro proprio come loro hanno sempre riso di me. E tutti potranno vedere chi vale davvero di più nel mondo vero.
Un sorriso trionfante mi si dipinge in volto: sono pronto a mettere fine al duello.

 
*

 
Stringo forte i denti cercando di non farmi sfuggire nessun gemito, non di fronte a Piton.  Respiro affannato e riesco a malapena a stringere la bacchetta tra le mani: se la lasciassi, equivarrebbe ad arrendersi.
Ed anche se a questo punto vincere mi sembra impossibile, non ho nessuna intenzione di piegarmi.
Almeno che sia lui a disarmarmi.
Lo vedo fare un passo in avanti ed alzo a fatica la testa, rassegnato.
Ma poi le sue labbra si piegano in un sorriso trionfante e le mie dita si stringono con forza attorno alla bacchetta.  
Perché la vista di Piton felice è più insopportabile del dolore sordo al petto.


 Non mi serve il tuo aiuto, piccola schifosa Mezzosangue.


Raccolgo le ultime forze e con uno scatto gli punto la bacchetta contro, gridando a pieni polmoni lo Schiantesimo.

 
*

 
La bocca mi si spalanca, a due centimetri dal megafono, ma non ho intenzione di dire nulla. O meglio, non ho la capacità di dire nulla.
L’unica cosa che riesco a fare vedendo Piton atterrare svenuto fuori dal palco, è gettare il magi-megafono da qualche parte e iniziare a correre come un pazzo verso il suddetto palco. Urlando.
Come tutti del resto.
 
*
 
- Ha vinto, - grido esaltata, spiccando un salto sulla sedia e riatterrando per miracolo su di essa –James ha vinto!
Stavo giusto per ribadire per la terza volta il concetto, nel caso qualcuno in Sala non se ne fosse ancora accorto, quando un’ondata di ragazzini urlanti mi travolge, rovesciandomi con tanto di sedia.
Fortunatamente per me e sfortunatamente per luil’ondata barbarica di studenti nella sua folla ed assolutamente senza alcun senso corsa ha trascinato anche un innocente Frank Paciock che mi fa da base d’atterraggio.
Peccato che Allison abbia un equilibrio quasi peggiore del mio ed inciampando e poi atterrando sulla sottoscritta, trascina con sé anche Lupin.
Lupin.
Sedia. Lupin.
Oh Godric.
Penso di dovergli delle scuse. 

 
*
 

Non so bene cosa sia successo.
James ha schiantato Piton  e poi il caos.
Se per una frazione di secondo mi ero quasi dimenticato di trovarmi nel bel mezzo del James Potter fan club, beh me ne sono ricordato dopo.
All’incirca quando gli psicopatici attorno a me hanno iniziato ad urlare come arpie, per poi saltare e correre e...e perché ora sono schiacciato a terra con qualcosa di estremamente pesante sopra?
- Lupin, sei lassù? Tu ed Allison mi state schiacciando, ma nonostante questo penso di doverti delle scuse.
La voce femminile che ha appena parlato proviene da sopra di me ed io sento il bisogno di farle notare il mio non essere Lupin e la mia futura morte per soffocamento.
- Non sono Lupin. E sto per morire.
- Oh Paciock, scusa anche a te. Anche io sto per morire, che coincidenza. Soffocamento anche tu? - mi chiede la stessa voce di prima, sfiatata, ma un po’ troppo allegra per la situazione tragica in cui ci troviamo.
- Sì. Mi alzerei e mi salverei se tu non fossi su di me - ci tengo a precisare.
- Mi farebbe piacere se tu ti salvassi, Paciock. E mi alzerei, davvero. Ma penso che ci siano due persone sopra di me - ribatte la voce sempre più sfiatata, mentre io penso che da un momento all’altro passerò attraverso il pavimento e precipiterò nelle cucine.
- Veramente hai tre persone sopra, Lizzie. E sì, mi devi delle scuse. A me, ai miei polmoni e alla mia spalla sinistra, - Questa mi sembra la voce di Remus, ma è così tanto più in alto di me. - Però penso di aver appena ucciso la tua amica in collaborazione con la persona sopra di me, quindi posso perdonarti.
-No, sono viva, – esordisce flebilmente un’altra voce femminile, qualche corpo più in su del mio.
- Certo che sei viva, chiunque tu sia, – affermo pratico. – Sarò io il primo a morire.
-Pensate che ci faranno una statua? – chiede la prima voce ad aver parlato. Lizzie, a quanto pare. –Per ricordarci, sapete.
- Penso che non sarebbe un bello spettacolo. I nostri corpi sarebbero tutti un po’ spiaccicati e aggrovigliati e...posso sapere chi c’è sopra di me?
- Matt Douglas, primo anno, - esordisce una vocina da bambino molto, molto lontana. – Volevo presentarmi al Capitano, così magari il prossimo anno mi fa entrare in squadra come battitore, ma sono rimasto intrappolato qui.
-Piacere Matt, – dicono tutti in coro, tranne me, perché in questo momento non parlerei mai di piacere, senza contare che quel nanerottolo vuole fregarmi il posto in squadra. Proprio come pensavo, piccoli mostriciattoli profittatori.
- Matt, caro, non potresti scendere, dato che sei in cima?- chiede la voce femminile più lontana da me, suonando vagamente minacciosa.
- È alto.
È alto. Morirò perché è alto. 
-Qualcuno ci aiuti! - tento di gridare, producendo giusto un sibilo strano che in mezzo alle grida festanti di tutti nessuno sentirebbe.
- Che diavolo ci fai appiccicato a quella biondina?
Nessuno tranne Alice.
 
*
 
Sto ancora fissando imbambolata il palco, incredula per l’improvviso capovolgimento delle sorti del duello, quando Alice emette un sibilo assassino in prossimità del mio orecchio. Mi volto perplessa verso di lei, appena in tempo per vederla dirigersi a passo di marcia e con gli occhi scintillanti verso Frank.
Verso Frank e verso le quattro persone che sono impilate sopra di lui.
Il mio spirito da Prefetto mi spinge ad andare con lei, giusto per trovare tra quei corpi anche il mio collega, affetto da un principio di soffocamento.
Mi chiedo quali siano i criteri per la scelta dei Prefetti, perché io non riesco a capire.
 
*
 
- Che stai facendo, Lupin?
A fatica riesco a girare il collo per guardare in faccia Evans, sopracciglio alzato ed espressione sconcertata.
Prima di risponderle, mi chiedo se sarebbe una cosa tanto scorretta scrollare le spalle e far cadere il primino che si tiene aggrappato a me.
Solo perché Frank sta per morire, mica per altro.
- Io, stavo solo, sai, dando una mano.
Il sopracciglio di Evans si alza ancora di più ed io mi sento stranamente a disagio.
- Prima ti trovo circondato da ragazzine del primo anno, ora steso a terra con una ragazza...
- Piacere, Lizzie.
- Alice, piacere. Con una ragazza spiaccicata addosso! Si può sapere che stai combinando?
Ma sicuramente devo sentirmi meglio di Frank.
 
*
 
Il corpo di Piton tocca terra, atterrando fuori dal palco dopo un volo di due metri, e la Sala Grande esplode in un boato. Le grida e gli applausi dei miei compagni coprono il rumore di cento rubini fiammanti che scendono nella clessidra di Grifondoro, aumentando drasticamente il nostro punteggio. Vedendo Madama Chips far rinvenire Piton con un colpo di bacchetta, mi rendo conto di aver vinto ed incrociando gli occhi furenti del Serpeverde ghigno sprezzante, felice di averlo battuto ancora una volta. La rabbia negli occhi di Mocciosus è tanta che per un attimo mi aspetto afferri la bacchetta per colpirmi, ma poi abbassa lo sguardo, nello stesso momento in cui io sono costretto a distogliere il mio, causa improvviso e sgradito rialzamento dal suolo. Del resto udendo l’amplificata voce della McGranitt proclamarmi vincitore del Torneo, avrei dovuto chiedermi come mai il magimegafono magico si trovasse tra le mani della professoressa e non tra quelle del mio migliore amico. A quel punto sarebbe stato facile intuire che da un momento all’altro il corpo di Sirius Black si sarebbe schiantato con forza disumana contro il mio e che in seguito sarei stato sollevato in aria da suddetto Sirius Black, perdendo così la facoltà di respirare recentemente riacquistata. Quando i miei piedi toccano nuovamente terra e mi ritrovo di fronte il viso entusiasta di Sirius, ricambio raggiante il suo sorriso, abbracciandolo. Forte. Giusto per far comprendere anche a lui l’importanza della presenza d’ossigeno nei polmoni.
- Hai vinto, James!-  mi informa Sirius eccitato.
- Avevi dubbi? - ghigno malandrino, prima di rivolgere la mia attenzione alla McGranitt, che ha appena sventato un’impetuosa incursione di un folto gruppo di studenti del primo anno sul palco.  
- Silenzio, per favore. Datevi una calmata, tutti quanti. Allora, dal momento che il signor Black ha abbandonato il suo ruolo di cronista  per esternare la sua approvazione per l’esito del duello - inizia la McGranitt accigliata, ma prima che possa continuare realizzo che Sirius non è più accanto a me. E penso che la McGranitt non sia particolarmente contenta del fatto che ora il magi-megafono è di nuovo tra le mani del mio migliore amico.
- Sono tornato, ragazzi, tranquilli: so che non potreste vivere senza le mie fantastiche e perfette telecronache – esordisce allegramente.
Oh certo, come fare a meno di un cronista che, troppo preso dai fatti, si dimentica di commentare tutta l’ultima parte di un duello?
- Come l’egregia professoressa McGranitt vi ha gentilmente annunciato in mia vece, James, com’era naturale, ha vinto. E così Grifondoro guadagna cento punti, distanziando di molto la povera, sconfitta e perdente, - Un tentativo della McGranitt di strappare il magi-megafono a Sirius va a vuoto. -  umiliata Serpeverde. Ma che peccato.
Un ghigno mi si allarga sulle labbra, mentre i Serpeverde rumoreggiano infastiditi, ma ampiamente sovrastati dai Grifondoro.
Noi rosso-oro siamo leggermente inclini ad esternare la nostra gioia in modo un tantino troppo entusiasta, a detta della McGranitt.
Ma al momento la McGranitt è troppo impegnata a cercare di tenere a bada Sirius, per poter frenare anche il resto della Casa.
- Piton è volato via dal palco come un pipistrello ed ora anche dalla Sala: probabilmente sarà in qualche angolo oscuro a rimpiangere il suo breve momento di gloria. Che questo serva di lezione a lui e a tutti i Serpeverde: non siete più così altezzosi ora, mh? D’accordo, d’accordo, professoressa, me le tengo per me. Tanto è sotto gli occhi di tutti.
La McGranitt rinfodera la bacchetta con la quale ha appena tentato di appellare il magi-megafono, continuando a fulminare il mio migliore amico con lo sguardo.
- Ed ora la CoppaChe vorrei far notare essere quasi più alta di Vitious, ma suppongo siano dettagli.
In effetti quando Vitious si arrampica faticosamente sul palco, tenendo la coppa in alto, inizialmente sembra quasi che la coppa sia dotata di gambe e cammini verso di me da sola. Quando me la ritrovo di fianco, una voce proveniente dalla coppa, presumo quella di Vitious, mi fa le congratulazioni ed io ringrazio velocemente, facendo per prendere il grande trofeo dorato, ma il professore si allontana velocemente.
- Aspetti, Potter, non scappa mica.
La Coppa no, ma io sì.
Soprattutto guardando la folla impaziente che si accalca a bordo palco.
Penso che scapperò anche molto velocemente.
- Congratulazioni, James.
Per poco non prendo un accidenti sentendo improvvisamente la voce serena del Preside al mio fianco. Non mi ero accorto che si fosse avvicinato anche lui.
-Grazie, Preside - Gli stringo la mano e finalmente il professor Vitious mi passa la coppa, mentre Sirius dà spettacolo.
- E James Potter è il vincitore del Torneo. Pigliatela lì, Mocciosus!
Sorridendo compiaciuto, osservo la superficie dorata della Coppa sulla quale è inciso il mio nome, per poi alzarla tenendola ai lati con entrambe le mani, mentre i Grifondoro esplodono di nuovo in un boato.
- Ed ora ragazzi, inondate pure il palco. È tutto vostro.
Oh merda.
Oh merda santissima.
Io ucciderò Sirius Black.
Ma prima devo correre.  

*
 
Evans continua a starmi antipatica, sia chiaro.
Il fatto che mi abbia salvato da un sicuro soffocamento non vuol dire niente. È suo dovere: in quanto Prefetto era tenuta a farlo. Non le devo assolutamente nulla. A parte la vita. Ma sono dettagli.
- Lizzie, hai intenzione di andare da Potter sì o no?
Allison mi guarda impaziente.
Ormai la Sala Grande si è un po’ svuotata, ovvero i Serpeverde se ne sono andati immediatamente stizziti, seguiti dopo un po’ anche dalla maggior parte dei Corvonero e dei Tassorosso.
E James è ancora sul palco, circondato da un numero imprecisato di ragazzi, ma soprattutto ragazze, mentre Black saltella da una parte all’altra della Sala, incredibilmente allegro.
-Dai, vai! - mi incita Allison, dandomi una leggera spintarella.
E beh, io di certo non mi faccio pregare.
 
*
 
- Non ho dubitato nemmeno per un attimo che ce l’avresti fatta, Jamie! Anche quando eri a terra, sapevo che ti saresti rialzato di lì a poco.
Mi costringo a sorridere, leggermente stordito dalle chiacchiere di tutte le ragazze che mi stanno attorno, mentre quella che dovrebbe chiamarsi Megan, e che continua a chiamarmi Jamie tra parentesiriprende a raccontarmi di come non abbia dubitato di me nemmeno per un secondo.
Oh beh, complimenti: persino io ho dubitato di me.
E non è una cosa che succede spesso.
- E poi quando ti sei rialz...
- James.
Io, Megan e le altre tre ragazze di fianco a lei ci voltiamo all’unisono verso Lizzie, appena salita sul palco, che subito arrossisce sotto gli sguardi insistenti delle ragazze.
- Ehy, Lizzie, - la saluto immediatamente, intravedendo una via di fuga dalle chiacchiere infinite di Megan. – Scusate, ragazze.
Mi congedo con un ultimo sorriso forzato, prima di defilarmi alla velocità della luce, seguito da Lizzie. Ci fermiamo a pochi passi di distanza da Alice e Frank, che non sembrano esattamente nel mezzo di un idillio amoroso.
- Oh, ciao, James, complimenti. Allora mi vuoi dire cosa diavolo ci facevi sotto quella lì?
- Quella lì sarei io – mi informa Lizzie con tono casuale, grattandosi il naso, mentre Frank borbotta qualcosa di incomprensibile.
- E che ci facevi sopra Frank? – chiedo con un sorriso perplesso, lasciando vagare lo sguardo sul suo viso accaldato, sulla ciocca bionda che sfugge alla coda e le sfiora il collo, vicino al colletto della felpa blu.
- Oh niente, le solite cose, sai, - risponde vaga, prima di scoppiare a ridere. – In realtà sono caduta da una sedia. E lui era lì sotto. Come io ero sotto ad Allison ed Allison era sotto a Lupin e Lupin era sotto a...Matt, mi pare. Che non era sotto a nessuno, ma era troppo in alto.
Sgrano leggermente gli occhi, cercando di immaginarmi la scena, ma prima che io riesca a raffigurarmela o anche solo a chiedermi che cosa diavolo ci facesse Frank per terra, lei scoppia a ridere di nuovo.
Ed io non penso più.
 

*
 

Sto ridendo di gusto al ricordo della mia disavventura di mezz’ora fa, stranamente senza preoccuparmi di quanto quello che ho appena detto possa risultare ridicolo, e penso che lo sia molto in effetti, quando James Potter tenta di uccidermi.
Non lo fa poi così velocemente, ma i miei riflessi sono molto lenti quando c’è lui di mezzo ed è un miracolo se sposto il viso di lato prima che lui poggi le sue labbra sulle mie.
Perché era questo che stava facendo, no?
Stava per baciarmi.
E di conseguenza mi stava per uccidere, perché non avrei retto.
O forse lo avevo stancato e voleva mordermi, ma non posso essere davvero così seccante da portare una persona a tentare di staccarmi il naso a morsi - qualcuno può fermare il mio cuore per favore?

 
*

 
Rimango immobile con il viso accanto al suo per qualche secondo, sconcertato sia da me che da lei.
Voglio dire, io ho appena cercato di baciarla e questo è strano, d’accordo, ma nemmeno così tanto.
È bella, stava ridendo e mi è venuta voglia di farlo.
Ma lei ha una cotta palesissima per me e mi ha appena scansato e questo è strano. 


*
 

Se qualcuno non fa qualcosa entro due secondi sento che inizierò a gridare.
James è immobile ed io anche, cuore impazzito e respirazione accelerata a parte. E a quel punto decido che devo essere io il qualcuno che fa qualcosa, perché le mie guance scottano.
Ed ora che l’ho abbracciato facendogli i complimenti per la vittoria, facendo finta di niente, penso di non averle nemmeno più delle guance, o una faccia, o un cervello, certo.
Perché una persona dotata di un cervello non schiva il bacio del ragazzo dei suoi sogni.
E lo ripeto: qualcuno fermi il mio cuore, vi prego.

 
*
 

Mi guardo allegramente in giro in cerca di Remus, che mi era sembrato un po’ provato prima e per niente in atmosfera da festeggiamento, cosa del tutto inaccettabile vista la situazione, quando qualcosa mi fa gelare sul posto.
James e Lizzie si stanno abbracciando.
Si staccano praticamente subito, lui perplesso, lei imbarazzatissima, ma non è questo il punto.
Il punto è che per un secondo ho visto spuntare qualcosa dai pantaloni di James.
Qualcosa che sto cercando disperatamente da stamattina.
- LEVATI SUBITO LE MUTANDE, POTTER! - grido con tutto il fiato che ho in gola, un lampo assassino nello sguardo.
E mentre il silenzio cala nella Sala Grande, mi rendo conto che la mia frase potrebbe essere appena un po’ fraintendibile.
 
 

 

 

 

 

 

 

 

   
 
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