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Autore: Julia Weasley    22/10/2010    21 recensioni
Seguito di “Eroi non si nasce, si diventa”.
Regulus è morto in circostanze misteriose, lasciando dietro di sé soltanto domande senza risposta. Ma quando una fidanzata che non si dà pace, un vecchio Indicibile in pensione e un elfo domestico che sa molto più di quanto possa sembrare incroceranno per caso le loro strade e uniranno le forze, tutto sarà destinato a cambiare.
Genere: Guerra, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Famiglia Black, Mangiamorte, Nuovo personaggio, Ordine della Fenice, Regulus Black
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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- Questa storia fa parte della serie 'R.A.B.' Questa storia è tra le Storie Scelte del sito.
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Non può piovere per sempre

Capitolo 7
L’Ordine della Fenice
 
Una settimana più tardi, dopo cena, mentre Perseus se ne stava in salotto a leggere le notizie della Gazzetta del Profeta, Rachel bussò alla porta della stanza dei genitori, in cui Diane stava aiutando l’elfa domestica Sory a sistemare la biancheria nei cassetti. L’elfa si confondeva facilmente e ogni volta sbagliava cassetto, quindi Diane preferiva controllarla.
« Mamma, posso palarti? » esordì Rachel, esitante.
« Certo. Sory, puoi andare » rispose la donna.
Quando l’elfa  fu uscita dalla stanza, Diane guardò sua figlia con curiosità.
« Dimmi ».
Rachel esitò di nuovo. Non sapeva quale fosse il modo migliore per dirle una cosa del genere, sempre se esisteva.
Da un paio di giorni stava pensando alla proposta di Emmeline. All’inizio aveva rifiutato con convinzione ma, ora che non aveva più alcuno scopo cui aggrapparsi disperatamente, l’idea iniziava a tentarla. La delusione aveva presto fatto posto ad una rabbia inaudita e spesso Rachel si era ritrovata a soffermarsi su pensieri che mai avrebbe creduto di fare. Se solo non fosse stata una semplice ragazza priva di doti eccezionali, avrebbe voluto scontrarsi con Voldemort in persona e fargli provare tutto il dolore che lui le aveva causato. Sapeva che fosse impossibile, e che Voldemort la avrebbe potuta uccidere senza alcuno sforzo, ma la sete di vendetta che iniziava a nutrire la spingeva a fare qualcosa per combatterlo.
In quel periodo si sentiva molto individualista, ma sapeva anche che da sola non avrebbe avuto alcuna possibilità. Con l’Ordine della Fenice invece avrebbe potuto complottare ai danni di Voldemort, e al momento questa era l’unica cosa che poteva fare. Non le importava molto ciò che gli altri avrebbero pensato di lei.
Il vero problema erano i suoi genitori. Se avesse accettato, li avrebbe messi in pericolo di vita, e non voleva perdere anche loro. Emmeline le aveva assicurato che Silente avrebbe fatto di tutto affinché la sua famiglia fosse al sicuro, ma Rachel aveva paura lo stesso.
Nonostante avesse frequentato Hogwarts per sette anni, non aveva mai avuto l’occasione di conoscere bene il Preside, e non poteva fare a meno di condividere la visione che i Serpeverde, anche i meno estremisti, avevano di lui: un vecchio strambo, che emanava affidabilità certo, ma che sembrava molto diverso dal grande mago che aveva sconfitto Grindelwald. Di sicuro, a suo parere, era troppo permissivo.
In ogni caso, Rachel non avrebbe mai preso una decisione così importante senza il consenso di sua madre. Su quello del padre non ci sperava nemmeno: sapeva quanto Perseus poteva essere protettivo, anche se in quel caso avrebbe avuto tutte le ragioni.
« Silente ha fondato una società segreta per combattere i Mangiamorte » esordì, e Diane la guardò con stupore.
« Non mi pare poi così segreta, se tu la conosci ».
« Conosco una persona che ne fa parte ».
Diane scosse la testa.
« D’accordo, e con questo cosa vorresti dirmi? »
Rachel prese un gran respiro e continuò.
« Secondo te potrei entrarne a far parte? »
Un silenzio carico di paura, scese tra di loro. Ci fu una lunga pausa, durante la quale Rachel sentì addosso lo sguardo carico di terrore di sua madre, ma non ebbe il coraggio di guardarla a sua volta.
« Mi stai chiedendo il permesso di mandarti a morire? » La voce di Diane tremava, ma lei fece del suo meglio per non farlo notare, nonostante il pallore. « Rachel,  perché vuoi farlo? »
« Mamma, dopo quello che è successo, non riesco a starmene con le mani in mano. Non potrei sopportare che Tu-Sai-Chi vinca questa guerra senza che io abbia alzato un dito per fermarlo ».
« È una decisione da incoscienti » disse Diane, ma Rachel la interruppe.
« Ci ho pensato molto, e so quello che si rischia. Però so anche che, se prendessi questa decisione, voi passereste i guai per colpa mia. Quindi se non volete, lascio perdere. Non voglio mettervi in pericolo ».
« Non è questo il punto. Anche ora siamo in pericolo. Se Tu-Sai-Chi non è ancora venuto a cercarci, è solo perché non siamo tra le famiglie Purosangue più importanti. Ma prima o poi vorrà averci tra i suoi, e visto che nessuno di noi è intenzionato a seguirlo, correremo seri rischi. Questo lo sappiamo, e stiamo già pensando a nasconderci quando sarà il momento. Ma che tu vada a combatterlo direttamente è tutta un’altra faccenda ».
Rachel la guardò e si sentì in colpa: non aveva mai visto tanta paura nel suo volto.
« Se stai dicendo sul serio, preferirei che ne parlasse la famiglia al completo. Vado a chiamare tuo padre » disse Diane, ma Rachel la fermò, ansiosa.
« No… non voglio che lui lo sappia » la supplicò.
« Non puoi non dirglielo! »
« Ma lui non mi ascolterebbe nemmeno. Senti, lo so che non vuoi, ma Regulus è morto per colpa di quel mostro, e io voglio fare qualcosa. Papà non capirebbe: lui odiava Regulus e continua a detestarlo anche ora » aggiunse, con un tono talmente amaro che Diane le posò una mano sulla spalla e le fece cenno di sedersi sul letto.
« Non è che lo odia » disse, nonostante l’espressione scettica della figlia. « Sai com’è fatto tuo padre, non perdona facilmente. E quando si tratta di te non ragiona più ».
« Appunto. Mi impedirebbe di combattere perché non vuole che mi accada niente… »
Rachel si trattenne appena dall’aggiungere che tutto quel che poteva capitarle di peggio era già successo: non voleva suonare troppo vittimista.
« Nemmeno io voglio che ti accada nulla » replicò Diane con forza. « So che sei maggiorenne e, se tu volessi davvero combattere Tu-Sai-Chi, non potrei impedirtelo, ma non posso dire di essere contenta di questa tua decisione ».
Rachel abbassò lo sguardo, incupita. Sapeva che anche sua madre si sarebbe opposta, e non poteva biasimarla: al suo posto avrebbe fatto lo stesso, era naturale. Piuttosto, si chiedeva se anche Emmeline e gli altri avessero avuto lo stesso problema. Forse loro non lo avevano raccontato a nessuno.
« Mamma, non voglio che rischiate la vita a causa mia, quindi… »
« Forse non hai capito che io e tuo padre ci interessiamo più della tua vita. Rachel, io apprezzo il tuo coraggio e sono fiera di te per il modo in cui stai affrontando questo periodo. Ma ricorda che sono sempre tua madre e non puoi pretendere che ti dia il permesso di andare a combattere senza battere ciglio... ».
Si fermò per sospirare, ma riprese quasi subito: « Però non sono cieca: so che la guerra riguarda l’intera comunità magica e che prima o dopo tutti noi saremo costretti a combattere apertamente ».
La donna tacque per un po’. Rachel avvertiva su di sé lo sguardo preoccupato e gli occhi lucidi della madre e si sentì sempre più in colpa.
Stava per rinunciare, quando Diane aggiunse, guardando la figlia con evidente sofferenza:
« Ascolta, dammi un po’ di tempo per riflettere ».
Rachel annuì. Non voleva metterla in crisi, ma la furia vendicativa che covava dentro la esortava a proseguire su quella strada. Voleva combattere Voldemort e, per quel poco che poteva, impedirgli di vincere quella guerra. Ma soprattutto, voleva fargliela pagare, per Regulus.
 
 
Percorreva Diagon Alley a passo veloce, in direzione della Gringott. Non aveva mai visto quella strada a dicembre. D’estate era sempre piena di vita e di studenti che dovevano fare i loro acquisti per la scuola, mentre in quel periodo si incontrava molta meno gente, e tutti andavano sempre di corsa, neve permettendo.
Quando fu giunta sotto la scalinata di marmo della banca dei maghi, vi trovò Emmeline in piedi ad aspettarla. La ragazza indossava un pesante mantello blu notte e sembrava infreddolita.
« Scusa se ti ho fatto aspettare » esordì Rachel, raggiungendola.
« Non preoccuparti. Allora, i tuoi si sono convinti? » chiese Emmeline, tranquilla.
« Diciamo di sì… »
In realtà Diane le aveva dato il permesso ad una condizione: che Rachel non si azzardasse ad andare in battaglia senza aver prima bevuto una goccia di Felix Felicis, di cui lei avrebbe preparato una notevole scorta. In quel momento infatti, Rachel ne teneva una fiaschetta dentro la tasca interna del mantello. Era stata istruita a dovere sui pericoli dell’utilizzare troppa Felix Felicis e sapeva di doverla bere solo in casi di estrema necessità.
Quanto a Perseus, Diane si era rifiutata di mentirgli su una cosa così importante. Lui aveva fatto il diavolo a quattro per almeno una settimana, ma alla fine aveva ceduto, più per la presenza della Felix che per la determinazione della figlia.
Rachel ed Emmeline si incamminarono lungo la via.
« Dove siamo dirette? »
« Non posso dirtelo a voce » rispose Emmeline, guardandosi intorno con circospezione. « Lo vedrai ».
Uscirono da Diagon Alley e si immersero nella trafficate vie di Londra, mescolandosi ai Babbani. Ad un certo punto Emmeline la trascinò in un vicolo deserto, dal quale si dileguarono insieme, tramite la Materializzazione Congiunta.
Il frastuono delle strade londinesi non rimbombò più nelle loro orecchie, quando apparvero in mezzo alla verde campagna del Kent.
Rachel guardò l’amica con perplessità: non si vedeva neanche una casa. Ma quella si incamminò senza esitazioni. Nel frattempo, snocciolava uno dopo l’altro alcuni avvertimenti.
« Ricordati che non devi dire a nessuno quello che facciamo, neanche ai tuoi genitori: sarebbe rischioso per loro. E ricorda che le spie sono dappertutto ».
Rachel annuì, fingendosi sicura. Non poteva non ammettere a se stessa di avere paura, ma era decisa a non dimostrarlo.
« Hai già parlato agli altri di me? » chiese, preoccupata.
« Certo. Silente era entusiasta quando gli ho detto che avevi accettato ».
Il fatto che non aggiungesse altro le diede da pensare.
« Gli altri non si fidano, vero? Lo sapevo. Appena sentono parlare di Serpeverde storcono il naso ».
« Per molti non c’è problema. Per altri… bè, il fatto è che di questi tempi si tende a non fidarsi di nessuno. Ma vedrai che si abitueranno presto… Siamo arrivati ».
Si erano fermate in mezzo al nulla. L’unica cosa che Rachel vedeva era un vecchio albero sbilenco.
Lanciò un’occhiata sempre più perplessa a Emmeline, la quale tuttavia si era avvicinata all’albero e, dopo essersi guardata prudentemente intorno, aveva appoggiato la bacchetta sul tronco, sussurrando una parola d’ordine che Rachel non udì. Un attimo dopo, le due ragazze si ritrovarono in un giardino curato che circondava una casa a due piani con il tetto color del cielo.
« Benvenuta al Quartier Generale dell’Ordine della Fenice. Siamo appena in tempo per la riunione di oggi » disse Emmeline, accostandosi alla porta e suonando il campanello.
Dopo alcuni istanti, una voce aggressiva rispose da dietro l’uscio.
« Chi è? »
« Sono io ».
« Fatti riconoscere o resti fuori ».
La ragazza alzò gli occhi al cielo.
« Sono Emmeline Vance, diplomata a Hogwarts con nove M.A.G.O., studio per diventare Auror, il mio Patronus è una civetta e porto con me la ragazza di cui ha parlato Silente ieri sera. Adesso possiamo entrare? »
Si udì il rumore di un chiavistello, e poi la porta si aprì. Rachel si ritrovò davanti Malocchio Moody. Lei non era tipo da lasciarsi impressionare, ma quell’uomo aveva qualcosa di inquietante nel modo in cui il suo occhio finto la fissava.
« Sicura che sia lei? » chiese, rivolto ad Emmeline.
« Le assicuro che lo è » rispose questa, esasperata.
Moody a quanto pare si lasciò convincere e le fece entrare in fretta nell’ingresso. Rachel ebbe appena il tempo di guardarsi intorno, quando qualcosa di enorme le si abbatté sulla schiena, facendola quasi cadere per terra.
« Ehi, Rachel… Ops, ti sei fatta male? »
« Hagrid… » ansimò lei, col fiato mozzo.
« Certo che si è fatta male » intervenne Moody, irritato. « Hagrid, devi smetterla di abbattere tutte le nuove reclute. Come se non fossimo già pochi ».
« Ehm, scusa, sono mortificato » balbettò il guardacaccia, fissando Rachel con preoccupazione.
« Va tutto bene » lo rassicurò lei.
« Come sta Attila? Quel gatto mi manca un sac- »
« Parleremo più tardi degli animali domestici » ringhiò Moody. « Adesso andiamo in salotto, non è tempo di distrarsi. In marcia ».
Rachel seguì l’Auror, Emmeline e Hagrid lungo un corridoio con una moquette blu. Era piuttosto nervosa, soprattutto perché temeva di essere guardata con sospetto.
Inoltre aveva paura di non riuscire ad essere abbastanza cordiale. Era una sensazione nuova per lei: un tempo era stata molto espansiva, ma ultimamente aveva dimenticato anche come si sorrideva.
Quando entrarono nella sala da pranzo, questa le sembrò davvero molto piccola, ma poi si rese conto che in realtà era occupata da almeno una quindicina di persone.
La maggior parte dei presenti era seduta intorno al tavolo da pranzo, altri se ne stavano in disparte a parlare e un gruppetto era estremamente chiassoso.
Fu la prima cosa che notò. Si era aspettata un’atmosfera cupa e cospiratoria ma, nonostante molti avessero delle espressioni serie, c’era anche chi riusciva a mantenere un po’ di moderata allegria.
In un attimo, decine di sguardi saettarono verso di lei, e Rachel non poté fare a meno di sentirsi a disagio. Aveva l’impressione di essere sotto accusa, ma presto si rese conto di aver esagerato.
Alice Paciock le si avvicinò spontaneamente, accogliendola con un sorriso gentile.
« Sono contenta di vederti qui! Benvenuta ».
« Grazie » rispose Rachel, salutando anche il marito di Alice, Frank: aveva la stessa età della moglie, ma il suo sguardo determinato lo faceva apparire più maturo. Al contrario di Alice, sembrava molto più diffidente. Rachel finse di non essersene accorta.
« Lei è Rachel Queen » la presentò Emmeline, parlando agli altri. « Rachel, lui è Dedalus Lux, il padrone di casa ».
Un uomo dall’aria molto gioviale ed estroversa la salutò, togliendosi dal capo un cappello viola.
« Loro invece sono Elphias Doge e Edgar Bones ».
Doge era un mago anziano dai capelli argentei e indossava un copricapo piuttosto singolare.
Edgar Bones invece era un uomo sulla quarantina, con i capelli rossi tagliati in modo tale da farlo sembrare un porcospino.
« Sturgis Podmore » continuò Emmeline, indicandole un ragazzo della stessa età dei Paciock. Aveva la mascella quadrata e così tanti capelli da dare l’impressione che avesse un pagliaio sulla testa. La salutò con un rapido cenno: sembrava molto introverso.
« Piacere, Dorcas Meadowes » si presentò una giovane donna di colore. La sua stretta di mano era molto forte e decisa, caratteristica che Rachel apprezzava sempre nelle persone.
« Loro più o meno li conosci già di vista » continuò Emmeline, indicandole Lily e James Potter. Rachel rivolse loro un saluto piuttosto neutro.
Remus Lupin sembrò parecchio a disagio quando le strinse la mano, mentre Peter Minus era talmente pallido e stralunato che a mala pena le diede retta, e questo non migliorò il giudizio, già ampiamente negativo, che Rachel aveva di lui.
Lei e Sirius Black si salutarono molto di fretta e senza guardarsi negli occhi. Nessuno dei due voleva pensare all’ultima volta che si erano visti, davanti alla tomba di Regulus.
Con l’unica eccezione di Lily Evans, era chiaro che fossero soprattutto loro a dubitare di Rachel.
« E infine » disse Emmeline, interrompendo quell’attimo di imbarazzo, « i fratelli Prewett: Gideon e Fabian ».
I Prewett erano molto simili tra di loro: avevano gli stessi capelli rossi e i medesimi occhi castani, con tanto di lentiggini. Tuttavia, uno era alto e magro, mentre l’altro era tarchiato. Quello più alto, Gideon, era chiaramente il maggiore. Indossava una giacca di velluto e portava il pizzetto, che gli conferiva un’aria più matura. Fabian invece indossava degli abiti sportivi. A differenza del fratello, era del tutto sbarbato, con un’aria disordinata e una perenne espressione vivace.
Emmeline aveva pronunciato i loro nomi con una certa esasperazione, e Rachel ne comprese il motivo solo quando salutò Fabian e gli strinse la mano… che si staccò!
Rachel per un attimo rimase a stringere la mano finta, poi Fabian scoppiò a ridere.
« Non è possibile, l’ha rifatto » disse Emmeline, con l’aria di chi ha a che fare con un bambino di due anni.
« Fabian, così la spaventi » intervenne Gideon, rivolgendosi poi a Rachel. « Non farci caso: ha battuto la testa da piccolo ».
« Cosa avete contro i giochi di prestigio babbani? » protestò Fabian, offeso.
« Forse il problema è che non sai farli ».
« Stavolta ha funzionato! Sei solo invidioso » ribatté Fabian, tornando a sua volta a parlare con una alquanto perplessa Rachel. « Mio fratello è peggio di me, però finge di essere una persona seria. Tanto lo sanno tutti che ha Confuso il Preside per essere eletto Caposcuola ».
« Buffone… »
« Lascia perdere » intervenne Emmeline, portando via Rachel. « Fabian è tremendo, scherza sempre nei momenti meno opportuni. E Gideon gli dà corda, non lasciarti ingannare dalle apparenze, anche se è vagamente più maturo… forse ».
« D’accordo » rispose Rachel, lanciando un’occhiata ai due fratelli che si stuzzicavano a vicenda. « Ma Silente non c’è? »
« Arriverà tra poco » le rispose Dorcas Meadowes. « Invece la McGranitt e Aberforth hanno il loro lavoro da sbrigare, quindi non potranno essere presenti ».
Rachel aggrottò la fronte.
« Lo stesso Aberforth della Testa di Porco? » chiese, sorpresa.
« Proprio lui » disse Emmeline. « È il fratello minore di Silente. Me ne sono meravigliata anche io la prima volta che l’ho saputo ».
In effetti, ora che ci pensava, Rachel notava una certa somiglianza fisica tra i due, ma non aveva mai conosciuto due fratelli così diversi e opposti… forse ancora più differenti di Regulus e Sirius.
Albus Silente arrivò proprio in quel momento. Rachel non lo aveva mai visto fuori scuola e dovette ammettere che quel giorno non sembrava poi così buffo.
« Ah, vedo che sei già arrivata » le si rivolse lui, cordiale. « Molto bene. Prima di cominciare con la riunione vera e propria, pensavo di fare quattro chiacchiere in privato, sempre se non ti dispiace ».
« Oh, va bene » acconsentì lei, felice di togliersi al più presto da sotto i riflettori.
« Dedalus, dove possiamo sistemarci? » domandò Silente.
Lux scattò in piedi e li condusse fuori dal salotto, attraverso il corridoio, finché non li fece entrare in una cucina piccola ma ben illuminata.
« Non è un gran che, ma in fondo è una semplice casa di campagna » disse, a mo’ di giustifica.
« Andrà benissimo, grazie » rispose Silente.
Quando Dedalus se ne fu andato, Silente si accomodò ad un lato del tavolo e invitò Rachel a sedersi di fronte a lui.
« Gradisci un po’ di Succo di Zucca? » le chiese, agitando la bacchetta e facendo apparire due bicchieri.
Lei annuì. L’anziano Preside di Hogwarts versò la bibita nel suo bicchiere e gliela offerse.
« Dunque » esordì. « Devo dire di essere molto contento di averti tra noi. Sei sempre stata un’ottima studentessa e ho molta fiducia in te ».
Rachel si meravigliò: a scuola era stata spedita nell’ufficio di Silente solo quando aveva infranto qualche regola, e lui si era limitato a toglierle qualche punto mascherando un sorrisetto divertito. Non aveva idea che avesse quell’opinione di lei.
« Immagino che tu abbia bisogno di qualche delucidazione. Tanto per cominciare, tu sai qual è il vero obiettivo di Lord Voldemort? »
Rachel sussultò, spaventata.
« Lei pronuncia il suo nome? » farfugliò.
« Esatto. L’intero Ordine della Fenice lo nomina. Se ne meravigliano un po’ tutti, ma non ne vedo il motivo. Un nome non ha mai fatto del male a nessuno, te lo posso assicurare. Devi solo abituarti all’idea, ma sarai d’accordo con me sul fatto che uno come lui non meriti tanto rispetto ».
Lei annuì, colpita da quel lato della questione.
« Come stavo dicendo, la versione ufficiale degli obiettivi di Voldemort è quella di riportare al comando i maghi Purosangue. In realtà, a lui interessa solo una cosa… »
« Conquistare il potere? » sibilò Rachel, senza neanche rendersene conto.
« Vedo che la questione ti è chiara » commentò l’anziano mago, compiaciuto. « Non c’è nessun fine superiore nelle sue azioni, a differenza di quanto sostiene. Naturalmente, per raggiungere questo scopo, Voldemort mirerà ad acquisire il controllo delle istituzioni più importanti della comunità magica: il Ministero della Magia e la scuola di Hogwarts.
Abbiamo buoni motivi per credere che ci sia più di un Mangiamorte infiltrato al Ministero e che possa essere imposta la Maledizione Imperius su alcuni esponenti di spicco. Per questo motivo, quelli dell’Ordine che vi lavorano, come te, svolgono un ruolo di controllo molto importante.
Per quanto riguarda Hogwarts, credo che Voldemort voglia farla diventare una scuola di Arti Oscure. L’istruzione è la base di ogni comunità: se vi mettesse le mani, avrebbe il dominio sulle nuove generazioni di studenti ».
Rachel rabbrividì al solo pensiero ma si sforzò di non sembrare troppo spaventata, anche se aveva la sensazione che Silente potesse leggerle nel pensiero.
« Per questo, Voldemort si è alleato con le peggiori creature oscure, anche quelle che in teoria i Purosangue disprezzano, come giganti e Lupi Mannari. Greyback, purtroppo, è uno di questi ».
« E i goblin? » chiese Rachel, preoccupata per suo padre, che doveva lavorare ogni giorno insieme a quelle creature, alla Gringott.
« I goblin ritengono che questa sia una guerra fra soli maghi » rispose il Preside. « Immagino che tu sappia che tra maghi e goblin non scorre buon sangue… effettivamente le lezioni di Storia della Magia non sono proprio le più divertenti, ma spero che qualche nozione ti sia rimasta in mente ».
Lui sorrise e Rachel abbozzò una mezza smorfia: si era inspiegabilmente ricordata di quando aveva costretto Regulus ad uscire durante una lezione di Storia della Magia per andare a giocare a Quidditch. Il professor Rüf non se ne era nemmeno accorto; Gazza purtroppo sì.
« Comunque » riprese Silente, e Rachel si riscosse all’improvviso dal ricordo dell’espressione affranta di Regulus quando Gazza li aveva portati nel suo ufficio, « noi siamo assolutamente contrari ai metodi di Barty Crouch. Nessuno di noi utilizza le Maledizioni Senza Perdono né uccide, a meno che non sia strettamente necessario. Hai qualcos’altro da chiedere? »
« Sì. Che genere di missioni svolgete? » domandò lei, che già immaginava di dover affrontare Voldemort tutti i giorni. Al solo pensiero si sentì invadere da una rabbia cieca.
Silente dovette notarlo, perché le lanciò uno sguardo eloquente.
« Di solito controlliamo le persone e i luoghi più a rischio, pattugliamo le strade intorno al Ministero, a Hogwarts e Hogsmeade, al San Mungo e a Diagon Alley. I nostri Auror – Malocchio, Alice e Frank – fanno parte della scorta del Ministro. Ma il nostro maggiore obiettivo è quello di convincere tutti coloro che ancora cercano di non prendere posizione di collaborare con la nostra causa. Da soli non possiamo fare molto, ma se uniamo le forze con tutti quelli che non vogliono che Voldemort trionfi, forse abbiamo una possibilità di sconfiggerlo ».
Rachel cercò di non mostrarsi troppo delusa, tuttavia lui parve intuire le sue perplessità.
« Hai qualche obiezione? »
« No » rispose Rachel, imbarazzata. « Pensavo solo che foste più… insomma, di più. E che cercaste di stanare i Mangiamorte e catturarli ».
« È quello che facciamo » confermò il mago. « Ma purtroppo siamo in minoranza, e di solito sono sempre loro a stanarci. Te lo dico chiaramente, affinché tu consideri tutti i rischi. Giorni fa è scomparso Caradoc Dearborn, e ancora prima ci sono stati due omicidi, quelli di Marlene McKinnon e Benjy Fenwick. Il guaio è che vengono a cercarci uno per uno. Tuttavia ho posto ulteriori incantesimi di protezione alle case dei membri dell’Ordine, e ovviamente farò così anche con la tua. L’ideale sarebbe che tu ne diventassi il Custode Segreto ».
Rachel non poté fare a meno di preoccuparsi per la propria famiglia. Lei non aveva così tanta paura di morire, ma loro stavano rischiando la vita a causa di una sua scelta.
« Questa cosa del Custode Segreto servirà a proteggere la mia famiglia? »
« Certamente. L’Incanto Fidelius è la massima protezione magica, anche se funzionerà solo quando i tuoi genitori saranno in casa, ma visto che i tuoi hanno un lavoro cercherò di fare del mio meglio. Edgar Bones fa parte dell’Autorità della Metropolvere, e potrà collegare il camino di casa vostra col San Mungo e la Gringott... Rachel, ascoltami bene: non sei costretta ad unirti all’Ordine, se temi ritorsioni nei confronti della tua famiglia » le disse lui, comprensivo.
« Ci ho già riflettuto abbastanza: voglio combattere » rispose, mentre i suoi occhi lampeggiavano di furia.
« D’accordo… Ah, mi sono dimenticato di dirti che noi comunichiamo tramite l’Incanto Patronus, perciò è essenziale che tu lo sappia usare » aggiunse Silente.
Rachel non prese molto bene la notizia, ma non disse nulla, anche se in realtà era preoccupata: a giudicare dal suo stato d’animo, dubitava di essere in grado di evocare un Patronus.
« Ora però passiamo a ciò che ho di veramente importante da chiederti » disse Silente, appoggiando la schiena alla spalliera della sedia. « Dimmi: perché vuoi combattere? »
La domanda le giunse del tutto inaspettata. Rachel guardò il vecchio Preside ed ebbe di nuovo l’impressione che lui potesse leggerle nella mente. I suoi occhi azzurri sembravano talmente vividi che lei non poté fare a meno di abbassare lo sguardo.
« Che intende dire? » rispose, confusa.
Lui continuò a fissarla, come preparandosi a dire qualcosa di fondamentale.
« Non fraintendermi. So bene qual è stata la ragione che ti ha spinta ad unirti all’Ordine. Posso immaginare come ti senti in questo momento. Io però desidero sapere se vuoi unirti a noi perché credi veramente nei nostri ideali o solo perché vuoi vendicarti ».
Rachel aveva la gola in fiamme e i pugni serrati che le tremavano. Non pensava di dover affrontare un discorso del genere.
« Voglio che Vol-… Voldemort la paghi » ammise, pronunciando con un brivido il suo nome. Evitò di aggiungere che in realtà avrebbe voluto vederlo morire tra atroci sofferenze: non le sembrava il caso, non davanti a uno come Silente. « Ma non ho mai condiviso le idee dei Mangiamorte ».
« Ti capisco, davvero. E non sei nemmeno l’unica a sentirti così. Molte delle persone che in questo momento sono in salotto hanno perso qualcuno in guerra. Ma ti assicuro che fare della vendetta un’ossessione è pericoloso, sia per te che per le persone che ti circondano, perché anteporresti la tua vendetta a loro. Ricorda che siamo una squadra e dobbiamo pensare ognuno alla sicurezza dell’altro ».
Rachel si sentiva ribollire di rabbia nei confronti di chi aveva ucciso Regulus, perciò stentava ad accettare le parole del Preside.
« La vendetta non fa sentire meglio, lascia dentro solo un vuoto incolmabile, qualunque sia la ragione che l’ha scatenata. Devi combattere per ciò che è giusto. Regulus l’aveva capito, anche se troppo tardi. Io scommetto che avrebbe voluto evitare che Voldemort continuasse a seminare morte e distruzione. Ora lui non può più farlo, ma tu sì. Puoi continuare affinché il mondo diventi un posto migliore. Avere uno scopo positivo ti aiuterà ad andare avanti, credimi ».
Rachel sul momento non rispose, in attesa che il suo cervello elaborasse quel concetto. Il dolore per la sua perdita le bruciava come lava incandescente nei polmoni, impedendole di comprenderlo del tutto.
Era facile, finché si trattava solo di parole. Cosa poteva sapere Silente della vendetta? Lui che era talmente fiducioso e da voler offrire una possibilità a tutti, non poteva aver provato un sentimento distruttivo come quello.
Eppure c’era qualcosa nel suo modo di parlare e di guardarla che le faceva intuire che le parole del mago non fossero solo astrazioni idealistiche, ma frutto della sua stessa esperienza. Forse anche lui un tempo si era sentito come lei, o comunque qualcuno che gli era stato molto vicino.
« Ci proverò » rispose Rachel e, prima di rendersene conto, aveva già iniziato a guardare Silente con un nuovo rispetto.

*Angolo autrice*
Spero che questa decisione non vi dispiaccia, ma ai fini della trama è essenziale che Rachel si avvicini a Silente! All'inizio ero scettica riguardo ad un suo inserimento nell'Ordine: se a Regulus non fosse successo nulla, lei non avrebbe mai accettato la proposta di Emmeline, ma adesso non sa più come distrarsi e vorrebbe solo vendicare Regulus. Insomma, i suoi obiettivi non sono proprio i più nobili! XD Ecco perché Silente le fa quel predicozzo. Quando ho accennato alla sua esperienza personale, mi riferivo in realtà a suo padre Percival, che per vendicare l'aggressione di Ariana è finito ad Azkaban, lasciando moglie e figli ad accudire da soli una bambina traumatizzata a vita.

Credo di dover fare una (lunga...) parentesi sull'Ordine della Fenice.
1- So che molti considerano i Prewett identici a Fred e George, ma sapete che io sono allergica ai personaggi cloni (ogni riferimento alla Nuova Generazione è voluto e sottolineato u.u) quindi per me non sono gemelli. Fabian è quello che somiglia di più a Fred e George, mentre ho pensato che Bill e Percy da qualcuno dovevano aver preso, quindi Gideon è più sul genere di Bill: Caposcuola, ottimo studente, ma con una buona dose di ironia.
2- Sì, nell'Ordine della Fenice gli Auror diplomati sono solo tre. A mio parere, gli Auror sono come il prezzemolo (e come i Grifondoro): troppi! Quest'estate mi sono andata a informare sul lavoro dei Potter e sono rimasta molto stupita quando ho trovato un'intervista della Rowling del 2000, in cui diceva testuali parole: "James inherited plenty of money, so he didn’t need a well-paid profession" (ecco il link). Insomma, a quanto pare, i Potter campavano di rendita. Secondo me durante la guerra era probabile, avevano altro a cui pensare che a trovare un lavoro di cui non avevano bisogno: le missioni dell'Ordine erano già abbastanza impegnative. Quanto a Lily, credo che avesse difficoltà ad essere assunta, non solo per pregiudizi ma anche per paura: nessun capo vorrebbe ritrovarsi i Mangiamorte nel negozio/ufficio per aver dato lavoro a una Nata Babbana.
3- E ora passiamo alle età. Non elencherò tutte le età precise di quelli dell'Ordine, ma li dividerò in fasce generazionali, tanto per darvi un'idea vaga di come me li immagino. Alcune date sono prese dal Lexicon, altre le ho dedotte o inventate.

Nati tra il
1881 e il 1883/4: Allbus Silente, Elphias Doge, Aberforth Silente
1923-1930: Alastor Moody, Minerva McGranitt , Rubeus Hagrid, Dedalus Lux.
1938-1940: Benjy Fenwick, Caradoc Dearborn, Edgar Bones.
1950-1954: Gideon Prewett, Fabian Prewett, Dorcas Meadowes, Marlene McKinnon.
1957-1958: Sturgis Podmore, Frank Paciock, Alice Paciock.
1959-1961: Sirius Black, Lily Evans, James Potter, Remus Lupin, Peter Minus, Emmeline Vance.

Perdonatemi se mi sono dilungata, ora rispondo alle recensioni e poi siete finalmente liberi di andare per la vostra strada (sempre se siete giunti fin qui)!

malandrina4ever: Sirius non ne è entusiasta, perché Rachel gli fa tornare in mente Regulus, e vederla tutti i giorni non sarà divertente per lui, povero ç_ç Dai, non te la prendere troppo con Barty! Pensa a quello che ha fatto di positivo per il genere umano, alla grande impresa la cui gloria riecheggia ancora nell'eternità... ti do solo un indizio: furetto! XD
Lenobia: non manca molto alla comparsa di Regulus, credo tre capitoli circa, a meno che non mi venga qualche idea da aggiungere per forza in mezzo! Più o meno ho già in mente tutti i caratteri dei membri ignorati dell'Ordine, anzi, penso più a loro che a quelli già noti! Felice che tu abbia apprezzato la parte su Peter!
Penny Black: nel prossimo capitolo finalmente saprai chi ha salvato Rachel! Secondo me Peter è entrato nell'Ordine per lo stesso motivo per cui è diventato un Grifondoro: è una pecora e segue il gregge, cioè gli altri tre Malandrini. Non trovo altre spiegazioni! Con questo capitolo è ufficiale: mi piace tenervi sulle spine! XD
Circe: per la tua felicità, sto scrivendo un capitolo in cui compare Rodolphus, anche se per pochi attimi... ma bastano, te l'assicuro! Peter l'ho sempre visto come uno che crea scuse a se stesso. Lui cerca solo chi può proteggerlo (ecco perché secondo me è finito a Grifondoro: aveva già conosciuto le sue guerdie del corpo!)
_Mary: l'idea di voler proteggere i suoi amici Peter lo pensa solo per autoconvincersi. Lo vorrebbe, e lo farebbe, ma solo se lui non rischia la pelle, quindi sta prendendo in giro se stesso -.- C'è già una lunga fila di fan di Alphard! Se vuoi, quando Regulus sarà di nuovo "vivo", lo convinco a combinarti un incontro con suo zio! XD
Beatrix Bonnie: anche a me fa male studiare lettere, certe volte mi fermo e penso "Ma come sto parlando?" XD Le battaglie qui non ci sono state, ma credo che dopo non ne potrai quasi più! Sono felicissima che mi sia venuta bene la parte con Peter! Ci tenevo molto!
Alohomora: l'hai ricevuta la mia e-mail? Hai ragione, anche se a Barty questo doppio gioco non sta molto bene: preferirebbe dichiararsi apertamente dalla parte di Voldie, ma per ora fa comodo come inflitrato. No, Regulus non sa del tradimento di Peter. In questo capitolo siamo a dicembre 1979, l'anno sta per finire!
RF09: secondo me Peter si rendeva conto eccome di quel che aveva fatto, ma si rifiutava di ammetterlo. Poi avrà pensato che se Silente non aveva potuto impedire la morte di Marlene, Benjy e Caradoc, non sarebbe riuscito a proteggere nemmeno lui. Bè, su Rachel nell'Ordine sei stata accontantata, anche se ancora dovrà ambientarsi per bene!
nefertari83: non sai quanto sono contenta di avere reso Peter credibile, ci tenevo un sacco a dargli una motivazione (secondo lui) valida per tradire tutti quanti, grazie! =D
quigon89: dopo quello che hai scritto, spero che tu non sia troppo deluso dal ripensamento di Rachel! ^^ Lo avevo stabilito da tempo proprio perché avrà delle comseguenze nel corso della vicenda. Comunque vedrai che Rachel ha ancora parecchio da scoprire sul conto di Regulus! Grazie a te per i complimenti!
Lellas92: ti sto scrivendo proprio di giovedì (ieri, insomma), quindi spero che l'esame sia andato bene, come tutto il resto! Ahahah, in effetti Regulus si metterebbe le mani tra i capelli se sapesse della decisione di Rachel di combattere, al fianco di Silente il Babbanofilo filo-Grifondoro poi! Il peggio del peggio (secondo lui)! E infatti farà proprio così! XD
Mirwen: no, tranquilla, Barty non ha sentito niente, non poteva mettersi a origliare in mezzo ad un corridoio del Ministero! Hai ragione, Regulus sta complicando le cose a quei due poveretti... ma non può nulla contro l'ostinazione di Rachel, eheh! XD
meissa_s: hai colto nel segno, Piton si è goduto lo spettacolo (anche io ho le mie dosi di sadismo, anche se mai quanto te, oh somma regina di tutti i sadici! XD) Povero Alphard, in effetti la sua memoria inizia a fare cilecca, ma del resto è invecchiato e i recenti traumi hanno accentuato la sua decadenza fisica e mentale ç__ç
lyrapotter: nel capitolo di "Eroi..." ho mi sono fermata a quando Regulus scopre il capitolo degli Horcrux per poi passare subito al momento in cui se ne va, quindi nel frattempo poteva essere successo di tutto! Dai, stavolta non ho distrutto le tue speranze, contenta? Vedrai che i personaggi secondari dellìOrdine avranno molto spazio in futuro! XD

  
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