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Autore: Sunny    10/11/2005    58 recensioni
A vent'anni dalla scomparsa di Voldemort, il Mondo della Magia si vede ricomparire il suo Marchio Nero nell'oscurità della notte... ma questa volta in campo scenderanno anche nuove forze, più decise e più agguerrite che mai. Intrighi mortali, lotte all'ultimo sangue, amori inarrestabili e passioni travolgenti sconvolgeranno gli eroi della 'vecchia' e della 'nuova' guardia, in un mondo in guerra in cui il cuore ha la meglio anche sulla ragione...
Genere: Azione, Dark, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, Nuovo personaggio, Ron Weasley
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Importantissimo: Buon compleanno Alissa11

Importantissimo: Buon compleanno Alissa11!!!!!! *^________________^*

 

 

FIRE MELTS ICE

 

 

 

 

CAPITOLO 15: PUNTI DI VISTA

 

 

Goodnight, sleep tight
No more tears
In the morning I'll be here
And when we say goodnight,
Dry your eyes
Because we said goodnight,
And not goodbye
                                   Goodnight, Evanescence

 

 

***************

 

 

Non sapeva come dirglielo…non sapeva neanche se crederci lui stesso, perchè per quanto quei giorni fossero stati un maledetto conto alla rovescia, fino alla fine avevano sperato tutti che quella maledetta notizia non arrivasse.

 

Speranza vana.

 

E ora lui era lì e doveva dirlo a loro due, e sentiva le lacrime pungergli gli occhi e una voglia pazza di spaccare il mondo. Come poteva dirglielo… non c’era modo.

 

Stavano dormendo così bene… Amelia era sdraiata sulla schiena, con l’aria di chi quella dormita l’aveva desiderata parecchio, e Jack aveva la testa sulla sua spalla e un braccio che le circondava protettivamente l’addome arrotondato. Erano belli… si, erano belli. Erano bellissimi. Sembravano aver trovato un po’ di pace affidandosi l’uno all’altra.

 

E lui doveva dirglielo. E distruggere quella pace.

 

Dan avvertì un’innaturale pesantezza nella mano quando la sollevò per scuotere leggermente il cugino. Ci volle qualche secondo prima che Jack desse segno di averlo sentito… poi finalmente il ragazzo rosso aprì gli occhi e si mise seduto, cercando di abituare gli occhi alla luce del giorno. Ancora sbigottito volse lo sguardo verso chi lo aveva svegliato, e quando vide quello sguardo…

 

Amelia si stropicciò gli occhi e si sollevò a sedere a sua volta, riprendendo contatto con la realtà dopo quella dormita così profonda e pesante della notte precedente. Mentre ancora sbatteva gli occhi non del tutto svegli, la ragazza vide i pugni del suo migliore amico stringere convulsamente le lenzuola, e subito notò l’ombra che li sovrastava. Alzò lo sguardo di scatto, e vide il viso cereo e stravolto di Dan Potter. Dan non aveva mai avuto la lacrima facile. E ora stava piangendo.

 

No…

 

 

***************

 

 

Corse fuori contro il vento sferzante, cercando di perdersi nel piccolo parco fuori dal San Mungo, tentando di mettere quanta più distanza possibile fra lei e le urla di dolore di  Mel, fra lei e il pianto disperato di sua madre, fra lei e la rabbia straziante di suo padre, fra lei e tutto quel dolore… ma era perfettamente inutile. Le rimbombavano addosso tutte quelle emozioni, la stordivano e le lasciavano il fiato mozzo in gola… poteva solo provare dolore.

 

E un mostruoso, terribile, agghiacciante senso di colpa.

 

Katie crollò sulle ginocchia e nascose il viso fra le mani, mentre il suo corpo veniva scosso da terribili singhiozzi. Non era riuscita a dire addio a Simon… il suo adorato fratellone l’aveva lasciata. Ricordava ancora con orrore e dolore ogni istante dei pochissimi minuti appena passati, poteva ancora sentire nitidamente tutte quelle urla, la voce di Marsh, l’amico di Jack, che gridava alle infermiere di non fermarsi e di tentare anche l’impossibile… echi di un dolore schiacciante che presto sarebbero diventati marchi di fuoco nel suo cuore e nella sua testa.

 

C’era un fiorellino lì davanti a lei… un unico fiore piccolo e solitario in mezzo a quell’erbetta calpestata, scosso continuamente dal vento eppure così resistente. Katie lo strappò e lo gettò a terra, mentre urlava al cielo tutta la sua disperazione. Questo non poteva sopportarlo… questo non era un sentimento che poteva dominare. Era immenso, le scorreva nel corpo attraverso il sangue, tramite il sistema nervoso, era ovunque dentro di lei, le sembrava di vedere tutto bianco… stava impazzendo, non c’era altra spiegazione. Tutto quel dolore la stava portando alla follia.

 

O forse stava spingendo alla pazzia il ragazzo biondo in piedi dietro di lei, coperto da un lungo mantello scuro con tanto di cappuccio, a cui il cuore sanguinava nell’assistere a quella scena.

 

Alex dovette dominare l’impulso di prenderla in braccio e coccolarla fino a renderle il sorriso… si limitò ad appoggiarle una mano sulla testa, sperando di ottenere una tregua di qualche secondo. “Katie.” mormorò in un sussurro, accarezzandole la chioma bionda.

 

Katie rabbrividì nel riconoscere quella voce… in preda a una rabbia accecante, gli scansò violentemente la mano e balzò in piedi. Era una furia, una furia stravolta con i capelli spettinati, le lacrime che ancora le rigavano le guance e gli occhi rossi e gonfi. Lo stava guardando come se volesse incenerirlo sul posto… era così innaturale vedere quegli occhi, una volta così allegri e pieni di vita, carichi di odio e dolore.

 

“Che cosa vuoi, assassino?” sibilò, con la voce che le tremava. “Sei venuto a vedere se il tuo piano ha avuto successo? Sei venuto ad assicurarti che sia andato tutto come volevi?”

 

Alex scosse la testa. “Lo sai che non è per questo che sono qui.”

 

“Con che faccia osi dirmi questo…” Katie ingoiò un singulto e lo fulminò con lo sguardo. “…io non so niente di te… non so neanche come ti chiami… so solo che credevo di aver trovato tutto, e invece ho portato solo dolore a quelli che amo, e tutto per colpa della mia dannata ingenuità.”

 

Una lacrima solitaria le scivolò lungo la guancia pallida, e Alex lottò con se stesso per non allungare la mano e scansargliela dolcemente.

 

“Che vuoi ancora da me?” la voce di Katie era rotta dal pianto, eppure era straordinariamente dura e forte. “Non ti basta quello che ti sei già preso? Ti sei preso la mia dignità, la mia fiducia… mio fratello… mi hai trattata come una puttana, che altro sei venuto a rubarmi ora?”

 

Alex strinse forte i pugni. “Se avessi davvero voluto trattarti da puttana mi sarei preso molto di più, e tu lo sai.”

 

Non avrebbe mai creduto di leggere nel suo sguardo limpido e sereno una rabbia così violenta… era fuori di sé, non aveva quasi nulla della ragazzina entusiasta della vita che lo aveva fatto innamorare. Aveva nostalgia di quella ragazzina gioiosa… Alex incassò quella malinconia con la stessa fisicità di un pugno allo stomaco.

 

“Ascolta, ora non c’è molto tempo per parlare… devi dirmi come sta tuo fratello.”

 

Katie vide rosso… e lo schiaffeggiò con tutta la forza di cui era capace prima ancora di pensarci, facendogli voltare la faccia dall’altra parte. “Carogna!!” urlò. “Non hai il diritto di chiedermi questo!! Non ti darò altri motivi per ridere del mio dolore, maledetto bugiardo!!!”

 

Alex si ritrovò a dover respingere un vero e proprio assalto di calci, pugni, schiaffi e spintoni, e anche se ci avrebbe messo meno di un attimo a immobilizzarla, si limitò a respingere o parare i colpi nel tentativo di spiccicare due parole. “Non voglio ridere di niente, dannazione, voglio aiutarti!!”

 

Katie non controllava né le lacrime né i movimenti convulsi del suo corpo. “Assassino, sei un sudicio assassino… hai ucciso mio fratello, ti odio, sei un assassino… io ti amavo, e tu l’hai ucciso!!!”

 

“Come?!” Alex le bloccò i polsi in una presa d’acciaio. “Stai dicendo che Simon è già…”

 

“TI ODIO!!!”

 

“Quanto tempo fa è successo?”

 

“Assassino, me la pagherai cara…”

 

Alex l’afferrò bruscamente per le spalle e la strattonò. “Rispondi, cazzo!! Quanto tempo fa è successo?!”

 

“ADESSO!!! Adesso, verme schifoso!!!” Katie smise di lottare dopo quell’urlo disumano… era sfibrata dalla rabbia e consumata dal dolore, e la presenza di quel ragazzo amplificava entrambe le sensazioni. “Non potevo restare più a sentire…” piagnucolò, stringendo forte gli occhi. “…non risponde più… non respira… i guaritori dicono che l’hanno perso, è tutto finito… ed è solo colpa mia…”

 

Alex decise di non trattenersi più e la baciò… Katie immediatamente tentò di divincolarsi, ma lui le immobilizzò le braccia dietro la schiena e le bloccò il corpo fra il proprio e un albero. Le sue labbra le cercarono avidamente la bocca e non si arresero ai rifiuti, non concessero abbastanza spazio per mordere, non le lasciò la possibilità di difendersi… ne venne fuori un bacio rabbioso, disperato, di folle passione… un bacio che per un momento simboleggiò il raggio di sole che l’uno era stato per l’altra, un raggio di sole sfiorato per un attimo da entrambi e tragicamente perso in una manciata di minuti. In quel bacio c’era tutta la loro relazione: impossibile e maledettamente travolgente, com’erano stati quei mesi insieme. Alex detestava il fatto di essere stato sconfitto, di aver perso così il suo proverbiale autocontrollo, ma non poteva negare a se stesso la presenza della ragazza di cui era innamorato… al suo confronto tutto diventava irrilevante. E Katie si odiava con tutte le sue forze perché stava rispondendo al bacio di chi l’aveva tradita in quel modo, ma purtroppo per lei quelle labbra, quella presenza una volta così rassicurante e amata… tutto di lui le mancava da morire. Peccato che le mancasse qualcuno che in realtà non era mai esistito. Le mancava Alex Templeton… le mancava il principe azzurro che altro non era stato che una farsa. Era solo lui che voleva baciare, che voleva al suo fianco come una volta… quel ragazzo non c’era più?

 

Quel bacio li stava consumando come li consumava disperatamente il loro amore proibito.

 

Ghiaccio e fuoco, sole e luna, notte e giorno, come loro non avevano il diritto di stare insieme. Ed ecco perché nonostante tutto nessuno dei due voleva interrompere quel bacio… perché significava guardare in faccia la realtà e dirsi addio una volta per tutte.

 

Per questo quando rimasero fronte a fronte, ansimanti, nessuno dei due aprì gli occhi. Faceva troppo male. Ma Katie era una Weasley… il coraggio era insito nei suoi geni. Per questo fu lei la prima a trovare la forza di guardarlo in faccia. “T-Tu non puoi continuare così… mi hai tradito, mi hai portato via tutto ciò che di bello avevo… io non…”

 

…cos’è?

 

Katie aprì la mano sinistra e scoprì di aver avuto la giusta sensazione… conteneva effettivamente qualcosa. Una piccola boccetta verde piena di un liquido stranamente denso. Subito tornò a guardare lui…

 

Alex sospirò stancamente, e le sue spalle si abbandonarono verso il basso. “E’ l’antidoto per tuo fratello. Per fortuna è forte quanto il veleno, agisce in una manciata di secondi, perciò anche se Simon fosse appena… non devi temere, una goccia di questo e ogni traccia di veleno nel suo sangue si polverizzerà al volo. Se sei veloce lo recupererai in tempo.”

 

Katie avvertì una piccola sensazione di speranza che tornava a farsi largo in lei dopo quei giorni di buio totale… provava così tante cose insieme che non sapeva cosa pensare. Non capiva a quale emozione doveva dare la precedenza. E quando tentò di aprire la bocca, non ne venne fuori un fiato.

 

Alex allungò una mano fino ad accarezzarle una guancia liscia. “Ti dovrei tante spiegazioni, piccola Katie… tu non meritavi questo, ma inizialmente io credevo di avere una buona ragione per fare quello che ho fatto, credevo che fosse lo scopo della mia vita… e poi sei arrivata tu.” il suo sorriso si fece ancora più malinconico. “Ho vissuto la vita come non avevo mai fatto insieme a te… ho provato emozioni che credevo inesistenti, mi sono svegliato col sorriso sulle labbra ogni momento che ho passato al tuo fianco… mi hai insegnato che l’amore non è solo possesso, ma desiderare la felicità di chi ami… credevo di poterti amare a modo mio, senza modificare il mio piano di vendetta, ma mi sono reso conto che è impossibile… è impossibile proprio perché ti amo, non mi limito a desiderarti… ti amo con tutto me stesso. Mi hai completamente spiazzato, mi hai messo a tappeto… ma non me ne importa. Tutto ciò che conta è saperti felice, anche se non potrai essere felice con me.”

 

Katie non riusciva a parlare… la sincerità di quegli occhi stanchi stava dissipando qualsiasi dubbio avesse nei suoi confronti.

 

“Dubita pure di tutto quello che vuoi, ne hai il diritto… ma ti supplico, credimi quando ti dico che ti amo. Perché per quanto questo possa essere sbagliato, anche se sto firmando la mia condanna a morte, io non smetterò mai di essere innamorato di te.”

 

Una lacrima le scivolò lungo la guancia, e Katie guardò prima la bottiglietta con l’antidoto, poi di nuovo lui.

 

Alex le strizzò l’occhiolino. “L’orgoglio si può accantonare se la cosa a cui tieni è più importante.”

 

Katie strinse forte le labbra, mentre lacrime calde le scendevano dagli occhi azzurri. Era iniziata così la loro storia… con delle bugie… e ora si concludeva con l’unica verità forte abbastanza da distruggerla.

 

“Tu sei stata la mia favola, Katie… e mi dispiace che non possa finire col lieto fine che avresti sognato tu, ma questo… questo è tutto quello che posso darti.” Alex chiuse forte gli occhi per un momento. “Ti amo… mi porterò dentro il tuo sorriso per tutta la vita… e anche se non potrai mai perdonarmi per il male che ti ho fatto, io continuerò ad amarti e a pensare a te come all’unico momento in cui la vita mi è sembrata degna di essere vissuta.”

 

Katie si sentiva di esplodere… provava un milione di emozioni tutte insieme, e il pensiero che quello fosse un addio le dava le vertigini. Non si oppose minimamente quando lui si chinò di nuovo su di lei per baciarla. E il fatto che quel bacio fosse dolce e senza pretese proprio come il primo che si erano dati bruciava infinitamente di più.

 

Alex le fece un piccolo sorriso. “Non hai tanto tempo, amore mio, corri… va’ a salvare tuo fratello. Vai.”

 

Katie arretrò… lentamente cominciò a correre verso il San Mungo, voltandosi di continuo verso di lui, poi iniziò a correre veloce e non si voltò più… ma Alex rimase comunque a guardarla. A rubare un’ultima, ennesima immagina da marchiare a fuoco nella sua anima prima della fine.

 

 

 

 

 

Katie corse talmente forte che rischiò di cadere per le scale, dove saltava due gradini alla volta. In quel momento non riusciva a pensare con lucidità, l’unico obiettivo era raggiungere in tempo quella maledetta Sala Rianimazione. Corse ancora più veloce quando li vide lì, tutti quanti fuori dalla stanza… tutti a sfogare il loro dolore come potevano. Katie normalmente avrebbe sentito la pulsione naturale di fermarsi per aiutare almeno sua madre e Mel, che sembravano le più disperate mentre si abbracciavano forte, ma non c’era il tempo… si fiondò direttamente dove suo padre era in piedi accanto a un guaritore dall’aria mortificata, mentre lo zio Harry gli teneva una mano stretta forte sulla spalla. Non furono in molti a sorprendersi di vederla entrare in quelle condizioni, Chad la notò solo perché era più alto di Julie e vedeva al di là della sua testa mentre la abbracciava.

 

“Papà!!!” urlò Katie, spostando su di sé l’attenzione di tutti. Non aveva un briciolo di fiato, e il cuore le martellava nel petto tanto forte da sentirselo in gola. “Ho l’antidoto!!!”

 

“Che cosa?”

 

“Katie, che stai dicendo?!”

 

“Come l’hai trovato??”

 

“Chi te l’ha dato?!?”

 

“Non c’è tempo per queste cose!” ansimò Katie, mostrando a tutti la bottiglietta.

 

“Mi dispiace doverle dare questo dolore, Miss Weasley, ma suo fratello purtroppo ci ha lasciati qualche minuto fa.” Le disse rammaricato il guaritore. “Ormai è troppo tardi.”

 

“No!!” urlò Katie. “No, questo lo può salvare!!”

 

Amelia scattò in piedi. “Facciamo un tentativo, non abbiamo nulla da perdere!”

 

“Almeno proviamoci!” le fece eco Dan. Sembrava tutto così inverosimile, stava avvenendo troppo in fretta, non si riusciva a capire da dove arrivasse quella roba, cosa fosse realmente, come fosse finita in mano a Katie… ma se quella bottiglietta era l’ultima speranza, davvero l’ultima, nessuno voleva rinunciarci.

 

Il guaritore scosse la testa. “Non possiamo alimentare false speranze che poi…”

 

“Potrebbe anche funzionare!” Ginny si asciugò brutalmente le lacrime e avanzò con decisione. “E’ successo solo pochi minuti fa, le cellule non smettono mai di vivere nello stesso istante di un decesso, abbiamo ancora qualche secondo a nostra disposizione!”

 

“…Dio…Dio mio…” piagnucolò Mel nel collo di Hermione. Nessuna delle due riusciva a connettere con la realtà, sentivano quel vociare impetuoso come se ci fosse ancora una piccola speranza, non riuscivano a capire se era vero… Simon era morto… non lo si poteva più salvare… o si? Cosa stava succedendo?

 

“Signori, vi sto dicendo che è tardi…”

 

“Ma non lo saprà mai se almeno non ci prova!!” gli urlò Harry.

 

Il guaritore scosse la testa. “Io vi proibisco categoricamente di somministrare questa roba al mio paziente, dall’alto della mia etica professionale una cosa del genere…”

 

L’uomo non potè continuare la frase, potè solo restare immobile con gli occhi spalancati. Ron lo teneva stretto per il bavero del camice contro la parete, e lo guardava col fuoco negli occhi. “Io la tua etica professionale te la faccio uscire per le orecchie, sacco di merda!” ruggì.

 

Jack non ci pensò un minuto di più… strappò di mano a Katie la bottiglietta con l’antidoto e spalancò con un calcio le porte della Sala Rianimazione. Si fiondò dentro ignorando le due infermiere che vedendolo entrare gli urlarono di fermarsi… puntò dritto verso Marsh, che visibilmente commosso stava coprendo con un lenzuolo il viso bianchissimo di Simon. Jack lo scansò brutalmente e cercò di sollevare almeno un po’ la testa di suo fratello, evitando volutamente di notare quanto fosse immobile e freddo.

 

“Ma che cosa fa!!” un’infermiera si gettò in avanti per bloccarlo quando lo vide trafficare con la bottiglietta.

 

“Aspetta, Marie, aspetta!” Marsh trattenne la donna. “Jack, si può sapere che diavolo…”

 

“So quello che faccio!!” gli urlò Jack, un attimo prima di rovesciare tutto il contenuto della bottiglietta fra le labbra socchiuse di suo fratello.

 

Passarono una ventina di interminabili secondi in cui la vita sembrò paralizzarsi in quella sala, si sentivano solo le urla provenienti da fuori dove la tensione era alle stelle, ma dentro non volava una mosca… l’unico rumore era quello del respiro affannoso di Jack.

 

E poi quel risucchio d’aria… di vita.

 

Simon strinse forte gli occhi e annaspò come se gli mancasse l’aria, tossendo e affannando furiosamente.

 

“SI!!!” la gioia era incontenibile nel cuore di Jack, mentre abbracciava forte suo fratello. “Sei grande, Pannolone, lo sapevo che ce l’avresti fatta, lo sapevo!!!!”

 

“Così si fa, grande!!!” ridendo felice, Marsh arruffò i capelli di Simon. “Sei il migliore, ragazzino!!”

 

“Oddio, ma è una cosa incredibile!” esclamò incredula una delle infermiere, coprendosi la bocca con la mano.

 

“E’ un miracolo!” fece un’altra.

 

Sentendolo tossire, Marsh afferrò al volo una mascherina per l’ossigeno e l’appoggiò sul viso di Simon, che faceva fatica a respirare un po’ per conto suo… e un po’ perché Jack lo stava veramente consumando a suon di abbracci.

 

“Non ci credo…” l’infermiera Marie si lasciò sfuggire un sorriso incredulo ma felice… e non protestò stavolta quando vide correre dentro i genitori del ragazzo. Era troppo bello vederli piangere di gioia, abbracciare il loro giovanotto mentre contemporaneamente ridevano felici, mormorando parole d’amore per quel figlio creduto perso per sempre. La ragazza bruna con gli occhi blu, poi… si gettò al collo del ragazzo continuando a ripetergli “Grazie amore mio”, abbracciandolo come una furia scomposta. Il ragazzo rosso le lasciò il suo posto e corse fuori a urlare di gioia insieme agli altri, che a loro volta fra lacrime di commozione, risate e abbracci stavano facendo venir giù l’intero ospedale.

 

Simon non aveva ancora aperto gli occhi, non sembrava neanche che riconoscesse le persone attorno a lui, l’unica flebile risposta che aveva dato agli abbracci era stato qualche pallido sorriso sotto la mascherina d’ossigeno… ma era vivo. Vivo.

 

Katie si lasciò prendere in braccio da Jack per un intensissimo abbraccio, e la sua gioia si raddoppiò sentendo quella che irradiavano tutti gli altri in festa attorno a lei… era circondata di allegria e felicità, e Simon era di nuovo con loro… le sembrava un sogno dal quale non voleva svegliarsi più. E tutto grazie a quell’antidoto…

 

Non ci pensò che un istante, poi Katie girò sui tacchi e approfittando del trambusto generale corse fuori dal San Mungo… percorse velocemente il piccolo parco dov’era andata a piangere solo pochi minuti prima, sperando che lui fosse ancora lì… ma non c’era più nessuno. Si voltò in tutte le direzioni, ma di Alex nessuna traccia.

 

O meglio, una c’era.

 

Il fiore che lei aveva strappato prima… adesso era di nuovo piantato nel terreno, dove segni di dita sulla terra rivelavano quello che lei voleva sapere.

 

Commossa, Katie si inginocchiò accanto al fiorellino e lo accarezzò… e non si voltò alle sue spalle dove, nascosto dietro un albero, c’era proprio lui. Proprio la persona che voleva vedere, perché prima non era riuscito a dirgli niente, eppure c’era così tanto da dire…

 

Alex fece un piccolo sorriso, quindi si coprì il capo con il mantello nero e si avviò nella direzione opposta al San Mungo nel massimo silenzio.

 

Addio, piccolo angelo… buona fortuna.

 

 

***************

 

 

“Io ancora non ci credo, ma è un sogno.” Fece Julie, mentre scendevano le scale del San Mungo diretti al bar dell’ospedale.

 

“Altrochè.” Dan fece un sorrisetto. “Premesso che c’è ancora tutto da capire, la cosa più importante è che Simon stia bene ora. Al resto penseremo con calma, sinceramente dopo questi giorni d’inferno voglio godermi cinque minuti di gioia.”

 

“Hai ragione, per una volta che possiamo.” Chad fece un sorrisone dei suoi. “Quasi quasi per festeggiare mi vado a fare un altro piercing.”

 

Dan scoppiò a ridere, continuando a camminare insieme agli altri lungo il corridoio dell’ospedale. “Non per fare il disfattista, Chad, ma secondo me non c’è rimasto più spazio per bucarti. Beh, oddio, forse un po’ di posto ancora libero c’è…”

 

“Non ti azzardare a dargli altre idee.” Esclamò Julie, tenendosi ben stretta la mano di Chad nella sua. Era così bello poter di nuovo ridere e scherzare allegramente, proprio come se il macigno che avevano portato sulle spalle fino a qualche ora prima per interminabili giorni si fosse improvvisamente sbriciolato.

 

“Ah beh, non è detto, sai?” Chad si finse pensieroso. “Là sotto un piercing sarebbe molto coreografico.” Julie ridendo gli diede una bottarella sulla nuca.

 

Dan rise e tornò a guardare avanti a sé… e con sua immensa sorpresa, vide che lì al bar a parlare amichevolmente con i suoi genitori c’era proprio lei. La sua Sarah. Il cuore gli mancò un battito quando anche lei lo vide e gli rivolse un sorriso radioso e leggiadro, e questo lo fece avvicinare quasi di corsa.

 

“Tua madre mi ha dato la bellissima notizia.” Sarah gli gettò le braccia al collo e lo abbracciò forte, cercando di non lasciarsi completamente andare lì in pubblico. “Non sai quanto sono felice per tuo cugino… e per te.”

 

“Grazie, amo… Sarah, sei stata molto gentile.” Dan inalò con piacere il suo profumo, e gli sembrò che i sensi quasi gli si appannassero per la gioia. In pubblico o no, gli dispiacque infinitamente quando quell’abbraccio si sciolse. “Ma che ci fai tu qui?”

 

“Sarah è venuta insieme al papà di Mel.” Gli spiegò Ginny. “Lui è di sopra da Simon, e lei è venuta per portarti l’abbraccio di tutti i tuoi compagni.”

 

“Ah bene, in tal caso…” Dan spalancò le braccia e fece un irritante sorrisetto. “Mi dovrai abbracciare ancora.”

 

“Facciamo questo sacrificio.” Sarah rise e lo abbracciò nuovamente… si sentiva così felice di essere lì con lui, a condividere un’emozione così intensa con l’uomo che amava, finalmente poteva stargli vicina… “Ti amo.” Gli sussurrò pianissimo.

 

Stasera da te.” Le disse altrettanto sottovoce Dan, che trovò doppiamente faticoso separarsi da lei per la seconda volta in pochi minuti.

 

“Ma che bellissimo anello…” Julie osservò con entusiasmo e curiosità l’anellino che Sarah teneva al dito con tanta cura. “E’ davvero splendido.”

 

“Si, è bellissimo.” Un sorriso genuino si fece largo sul volto solare di Sarah, rendendola molto più semplice di quanto non sembrasse in realtà.

 

“Chi te l’ha regalato ha decisamente un ottimo gusto.” Osservò furbescamente Ginny, spostando gli occhi sul figlio… ma Dan non aveva occhi che per Sarah, era ancora sorpreso ma evidentemente felicissimo di averla trovata lì, dopo quella mattina così atroce. E a giudicare dallo sguardo della ragazza, lei condivideva quella gioia.

 

Julie si voltò verso il suo ragazzo. “Quand’è che me lo regali anche tu un anello così?”

 

Chad fece una smorfia. “Quando mi aumentano lo stipendio, tesoro, perché per il momento quel pataccone scintillante è lontano anni luce dalla mia busta paga.”

 

Julie arricciò il naso in segno di indignazione. “Trasudi avarizia da tutti i pori, ecco perché la nostra relazione non decolla.”

 

Harry fece schioccare rumorosamente le labbra, fingendo un’aria distratta. “Questo perché non dovrebbe essere la relazione a decollare…” Ginny lo interruppe pestandogli un piede.

 

“Ehi, papà!” fece allegramente Chad. “Sto andando a farmi un buco per festeggiare, vuoi venire anche tu?”

 

“No, però se vuoi te lo posso fare io un buco bello grande proprio in mezzo agli occhi…”

 

Tutti risero, Chad in testa. “Sei grande, paparino, non un uomo ma un mito.”

 

Harry si voltò sgomento verso il figlio. “Mi ha chiamato paparino?”

 

Dan ridacchiando gli diede una pacca sulle spalle. “Fatti forza, su.”

 

“Bando alle ciance.” Ginny fece un enorme sorriso. Si sentiva più leggera da quando aveva riabbracciato Simon. “Stasera si va tutti fuori a cena, ci meritiamo di staccare un po’… dobbiamo festeggiare. Sarah, mi farebbe molto piacere se ti unissi a noi.”

 

“Oh, ne sarei felicissima.” E lo era davvero… a poco a poco Sarah si stava affezionando molto alla famiglia Potter.

 

“Ok, però tenete presente che noi dobbiamo andare via prima.” Disse subito Dan, pur rivolgendo uno sguardo carico di gratitudine a sua madre. “Voglio andare a salutare il resto della squadra, è da parecchio che manco e quindi…”

 

“Come volete.” Ginny trattenne una risata… adesso si dice così, salutare i compagni di squadra? Non si finisce mai di imparare… “Allora, andiamo?”

 

“Bene, perché ho una fame che non vi dico. Dopo tutti questi giorni mi è tornata all’improvviso.” Fece Julie, ben contenta di lasciare l’ospedale col resto della famiglia e col sorriso sulle labbra.

 

“Davvero, paparino… un bel piercing alla tua età ci sta di lusso…”

 

“Pensa alla tua di età, E NON CHIAMARMI PAPARINO!!!

 

 

***************

 

 

“Ecco qua… una bella scarica di vitamine, così ti rimetti in piedi nel più breve tempo possibile.”

 

Marsh sistemò la flebo per un’ultima scrupolosa volta, quindi strizzò un occhiolino vispo al ragazzo malconcio ma meravigliosamente vivo sdraiato nel letto. Simon Weasley era tornato dal mondo dei morti quando nessuno poteva più sognare un miracolo simile, e adesso per la gioia di tutti si stava riprendendo a poco a poco. Era stata dura allontanare quell’orda di parenti al culmine della felicità, ma adesso l’unico modo per riprendersi era molto riposo… e la presenza della persona che più poteva aiutarlo in quel momento così delicato.

 

“Sicuro che sono solo vitamine là dentro?” domandò premurosamente Mel, che teneva una delle mani del suo ragazzo sigillata fra le sue.

 

Marsh le appoggiò una mano sulla spalla. “Vitamine, sali minerali, liquidi… tutta roba di cui ha bisogno il tuo fustaccio per rimettersi in piedi in un paio di giorni al massimo.”

 

Simon sorrise. Aveva gli occhi socchiusi e lo sguardo un po’ perso nel vuoto, ma almeno tutti i tubicini erano spariti. “…che…mi dici della vista, Marsh? Perché continuo a vedere tutto appannato… sono tutte macchie, niente contorni…”

 

Marsh West esitò. Quello era un momento di gioia, non andava funestato da cattive notizie… non era il momento di dire a Simon che la sua vista era stata irrimediabilmente danneggiata, e che non l’avrebbe più recuperata. Si era occupato personalmente di far iniziare subito la lavorazione di un paio di occhiali speciali per permettere al suo amico di continuare a fare la sua vita di sempre nei limiti del possibile, aveva fatto in modo che il danno fosse relativo… ma sarebbe stato comunque un brutto colpo per Simon, e quello non era il momento adatto.

 

“Ringrazia il cielo per come ti è andata.” Gli disse alla fine. “Sembra che il tuo viaggetto nell’aldilà non abbia avuto conseguenze irreparabili, ti stai riprendendo un po’ alla volta. Adesso non chiedere troppo al tuo fisico, ci penso io a rimetterti in pista, va bene?”

 

“Questo dovrebbe rassicurarmi o è una velata minaccia?”

 

Marsh ridacchiò, ben lieto di poterlo fare di nuovo. “Con quei pupilloni a forma di frittata, sai che bel partitone di quidditch che ci scapperebbe.”

 

Simon rise piano. “Fila via, prima che le faccia anche a te un bel paio di pupille versione bolidi.”

 

Marsh annuì ridendo, e si avviò verso la porta. “E non fatemi un figlio proprio qua, eh.”

 

Mel sorrise, felicissima di essere di nuovo sola col suo Simon, e gli accarezzò e baciò il viso rivolto verso di lei. “Ora come ora farei anche dieci figli con te.” Gli disse dolcemente contro le labbra.

 

Simon imprecò fra sé e sé… riusciva a vederne solo la sagoma, eppure poteva giurare che la sua ragazza doveva essere bellissima in quel momento. Non riusciva a mettere a fuoco le immagini, ma la gioia in quelle parole l’avvertiva nitidamente, e questo contribuì a farlo sentire meglio. A tentoni sporse la mano per accarezzarla, e riuscì a sfiorarle il viso. “Sorridi ancora… sei il miglior premio che potessi vincere alla fine di tutta questa storia assurda.”

 

Mel continuò ad accarezzargli il viso con un’infinita dolcezza, incapace di smettere di sorridere. Che voglia pazza di abbracciarlo che aveva… ma non poteva stringerlo troppo, era ancora debole e non aveva la minima intenzione di strapazzarlo più di quanto avessero già fatto tutti nella loro gioia immensa. “Amore mio… mi sono sentita talmente persa quando… non ci voglio più pensare, non voglio più ricordare niente di stamattina.”

 

Simon ridacchiò piano. “Prima che ci capiti qualche altra cosa… vai di là e cerca un prete, un pastore, un rabbino, un bonzo… chiunque possa dichiararci marito e moglie va bene.”

 

Mel rise contro le sue labbra e gli accarezzò i capelli… era così bello poterlo fare di nuovo. “Ancora non ci credo che sei tornato da me.”

 

Simon sorrise, benchè non riuscisse a vederla e avesse lo sguardo un po’ perso nel vuoto. “Ho dato un’occhiata in giro lassù… non c’era niente che fosse bello come te.”

 

Mel gli rubò un piccolo bacio. “Io veramente ho avuto la paura opposta… essendo il gioiello che sei, non ti avrebbero mollato tanto facilmente.”

 

“Ehi, io ho la pelle dura. Lavoro coi draghi.”

 

“Sai quanto saranno felici di riaverti fra loro?”

 

Simon chiuse gli occhi per un momento, abbandonandosi alla dolcezza di quelle carezze. Aveva voglia di parlare… e in un momento come quello non poteva desiderare un confidente migliore di lei, della donna con cui voleva passare il resto della vita.

 

“…lo sai tenere un segreto?”

 

Mel continuò ad accarezzarlo. “Certo.”

 

“Ho… avuto paura.” Simon fece una piccola smorfia. “Una paura fottuta… quando mi chiamavi e non riuscivo a risponderti. Sentivo te, mamma, papà… vi sentivo urlare il mio nome, però era tutto così buio e freddo… le vostre voci erano lontanissime, sembravano sussurri eppure io lo sapevo che stavate urlando…”

 

Mel chiuse gli occhi e gli baciò la mano. “Immagino che deve essere stato orribile… lo è stato anche per noi.”

 

“Sai cos’è veramente orribile?” le sussurrò Simon, voltando la testa nella sua direzione. “Che ho paura di chiudere gli occhi e addormentarmi… perché se torna di nuovo quel maledetto buio, i-io…”

 

Mel si sedette sul letto e gli prese il viso fra le mani, accarezzandogli le guance con le dita. “No, amore, no… non succederà più, tu sei vivo e sei qui.”

 

Simon fece un sorriso amaro. “Razionalmente so che è così… ma non posso farci niente. Quel buio era così… così nero… era come affogare in un mare di petrolio, non si può descrivere, era solo così tremendo che…”

 

Mel sentì un disperato bisogno di baciarlo, e non si trattenne; Simon poteva anche essere giovane e avere la faccia pulita di un ragazzo, ma era un uomo forte e responsabile, e soprattutto infinitamente buono… c’era sempre stato per chiunque gli avesse chiesto aiuto, sempre. Ma per una volta la stava tendendo lui la mano… era in difficoltà. E lei era più che decisa a dargli tutto l’aiuto possibile e immaginabile.

 

Simon sorrise in modo imbarazzato. “Sono proprio un fifone, eh? Aver paura del buio come i bambini…”

 

“Tu sei quasi morto.” Gli disse con decisione Mel. “Hai affrontato una prova mille volte più grande di te, e l’hai superata brillantemente… che cosa credi di essere, un automa? Sei di carne e pelle, amore, la paura è un sentimento che ti è concesso ampiamente.”

 

“…è che… io voglio essere sempre il meglio per te. Perché tu ti meriti tutto.”

 

“Io ho già tutto.” Mel sorrise e gli accarezzò la guancia. “E visto che siamo in tema di confessioni… sappi che io me la faccio sotto al solo pensiero di vederti chiudere gli occhi, dopo quello che ho visto.”

 

Simon ridacchiò. “Perfetto, ora siamo a posto… basta che non mi addormento più e il gioco è fatto. Che ci vuole, mi imbottisco di stimolanti dalla mattina alla sera…”

 

Mel sorrise ma scosse la testa. “Io ho un’idea migliore. Vinciamo insieme la paura… comportiamoci da marito e moglie, affrontiamo il problema come una vera squadra. Ti va?”

 

Simon intrecciò le dita con quelle di lei. “Con te farei qualunque cosa, lo sai.”

 

“E allora stavolta lascia che sia io a prendermi cura di te, piccolo.” Mel gli baciò la punta del naso.

 

Simon assunse un’espressione beata sotto le sue carezze. “Ok… facciamo a modo tuo.”

 

“Vieni qui.” Mel lo aiutò a spostarsi leggermente senza farlo muovere troppo, finchè non si fu ritagliata uno spazietto per lei… così facendo consentì a Simon di restare comodamente sdraiato, ma di appoggiare la testa sul suo petto. Intrecciò le dita con quelle della sua mano libera, e gli accarezzò dolcemente la testa e le tempie con un ritmo lento e rilassante. “Andrà tutto bene, fidati di me… tornerà tutto come una volta… non aver paura…”

 

Simon piano piano si rilassò… lasciandosi cullare dal respiro e dal battito della ragazza che amava, poco alla volta sentì la tensione accumulata lasciare finalmente il suo corpo… e riemerse una sensazione di stanchezza contro cui combatteva da troppe ore per poter resistere ancora. “Ti amo…” le sussurrò, mentre le palpebre gli si facevano sempre più pesanti.

 

Mel gli baciò la fronte e continuò ad accarezzarlo con tutto il suo amore. Era ancora debole, aveva bisogno di riposare molto anche se lo negava… aveva ragione a farlo, perché anche lei sentiva lo stomaco contrarsi dolorosamente mentre lo vedeva chiudere gli occhi. Anche lei avrebbe desiderato di svegliarlo nell’istante stesso in cui si era addormentato per assicurarsi che stesse bene, che fosse vivo… ma dei due toccava a lei fronteggiare la paura a testa alta stavolta. Doveva imparare a non farsi venire un attacco di panico ogni volta che il suo Simon chiudeva gli occhi per riposare. Così cercò subito qualche riferimento per non dare di matto… la mano che gli stringeva non era gelida, era calda… il suo respiro era dolce e tranquillo, perfino il modo in cui nel sonno stringeva le palpebre ogni tanto… tutto la rassicurava. Simon era ancora vivo, grazie al cielo, aveva soltanto bisogno del suo aiuto più che mai. E lei glielo avrebbe dato a tutti i costi, perché per quella sua vulnerabilità lo amava ancora più di prima, per quanto impossibile potesse sembrarle.

 

 

***************

 

 

“E’ stata la giornata più assurda della mia vita.” Ridacchiò Jack, mentre rientravano in casa. “Prima atroce, poi bellissima… che casino di emozioni, eh?”

 

“…già…” Amelia fece un piccolo sorriso sofferente che lui non notò.

 

“Ancora devo digerire tutti gli avvenimenti della giornata, è stato tutto così… così…” Jack si passò una mano fra i capelli. Era irrequieto, sembrava che facesse difficoltà a restare fermo… si sentiva carico di energia. “Bisogna capire come ha fatto Katie ad avere quell’antidoto, ma per il momento la cosa più importante è che il Pannolone stia bene.”

 

“Si, infatti.”

 

“Dovremmo festeggiare! Che ne dici se anche noi andassimo…oh!” Jack trasalì quando voltandosi la vide… Amelia era china sulla spalliera del divano, che stringeva forte fra le mani, e altrettanto forte teneva stretti gli occhi e le labbra. “Piccoletta! Che ti succede, che hai?”

 

Nonostante il dolore, Amelia trovò la forza di sorridergli. “Non è niente, non ti preoccupare… è solo che ci siamo un po’ strapazzati ultimamente, e questo maledetto mal di schiena non se ne vuole andare…”

 

Jack ripercorse mentalmente il modo in cui Amelia, nonostante le sue condizioni, si era sbattuta in quei giorni e come aveva passato l’intera giornata in piedi per la maggior parte del tempo… il ragazzo si passò una mano sulla faccia. “Mi dispiace così tanto, piccola, in questo casino ci siamo dimenticati di te e…”

 

Amelia scosse subito la testa. “Stai scherzando, io stessa non sono riuscita a pensare ad altro. Non ci provare nemmeno a scusarti.”

 

“Ora ci penso io, aspetta…”

 

“Jack, no…” Amelia provò a respingerlo ma lui era ben più grosso e forte di lei, e non aveva certo bisogno del suo permesso per prenderla in braccio. “Dai… così mi fai sentire la classica femminuccia in difficoltà, ti prego…”

 

“Silenzio, ti ho permesso di agitarti anche troppo questa settimana.” Senza metterla giù, Jack si diresse verso la sua camera da letto. “Adesso hai l’ordine tassativo di riposarti.”

 

“L’ordine tassativo?” Amelia sorrise e non replicò, viceversa appoggiò la testa sul suo petto e si rilassò… era incredibile quanto la facesse sentire protetta stare fra le sue braccia. Le aveva sempre fatto questo effetto, fin da piccoli.

 

Jack la portò fin nella sua camera, dove la stese dolcemente sul letto. “Allora, dove ti fa male?”

 

“Qui…” Amelia si voltò su un fianco, e si passò una mano all’altezza dei reni. “…fa così male…”

 

“Aspetta.” Jack si inginocchiò sul letto dietro di lei, e prese a massaggiarle con cura la parte che le doleva.

 

“…mmh…” Amelia chiuse gli occhi e sorrise. “…allora è vero che sei un mago…”

 

Jack ridacchiò. “Ruffiana.”

 

Amelia si lasciò andare… era così stanca e assonnata, e il massaggio di Jack era quanto di più bello potesse chiedere. Le muoveva davvero bene quelle mani, non troppo forte né troppo piano, e la sua povera schiena dopo tre giorni di sofferenze mute stava finalmente cominciando a trovare un po’ di pace.

 

Jack sorrise e non s’interruppe… la vide chiudere gli occhi beatamente e capì che si sentiva meglio, e questo lo fece tranquillizzare un po’. Ce l’aveva scritto a caratteri luminosi sulla fronte che aveva bisogno di una buona dormita, eppure lui avrebbe voluto tanto fare le ore piccole insieme a lei, come ai vecchi tempi… e soprattutto non aveva la minima intenzione di smettere di massaggiarle la schiena. Aveva una pelle liscia e invidiabile, e sentirla sotto le mani era un paradiso.

 

“…Amy…ehi, ti sei addormentata?” Jack le accarezzò i capelli nel tentativo di svegliarla… ma Amelia farfugliò qualcosa di incomprensibile e non si mosse. “Tesoro, non puoi dormire così… mettiti il pigiama, prometto che domani ti lascio dormire fino a mezzogiorno…”

 

Amelia fece una smorfia adorabile, facendolo ridere, e si mise a sedere. “Ti odio.” Brontolò ancora mezza addormentata.

 

“Andiamo.” Jack si alzò e la tirò delicatamente finchè non fu in piedi anche lei. “Dai, ti preparo il letto… tu fila a metterti il pigiama, forza.”

 

“…bifolco…” brontolò Amelia, trascinandosi in bagno in modo incerto… cascava davvero dal sonno.

 

Jack ridacchiò fra sé e sé, e si occupò di sistemare il letto per la sua amica. Preparò le lenzuola con cura, poi fu la volta del cuscino…

 

…e poi fu una cosa così improvvisa che rimase senza fiato.

 

Un flash… qualcosa che non sapeva neanche lui come chiamare… era stato un susseguirsi di immagini e di sensazioni maledettamente realistiche, esattamente come se gli occhi attraverso cui aveva visto quelle cose fossero stati i suoi… assurdo. Molto più che assurdo.

 

Jack si passò una mano fra i capelli e rimase in piedi, basito e con lo sguardo fisso in un punto indecifrato dell’aria. Aveva appena avuto un flash di se stesso… a letto con Amelia. E non come avevano sempre fatto quando dormivano insieme fin da piccoli, per niente… stavano facendo l’amore! Questo sì che aveva dell’assurdo… cosa diavolo era stato, un sogno ad occhi aperti? Una visione? Un… desiderio represso? E la cosa più importante… di qualunque cosa si fosse trattato, com’è che ne aveva percepito… anche le sensazioni? Aveva appena visto se stesso baciare possessivamente Amelia, che gli passava le mani fra i capelli e sulle spalle mentre si inarcava contro di lui… ma non lo aveva solo visto! Era come se potesse sentire ancora il sapore di quei baci famelici, ebbe la tentazione di controllare allo specchio che i capelli fossero a posto perché quelle mani sottili le aveva sentite per davvero massaggiargli la nuca, e poi… maledizione, aveva perfino avuto la sensazione di strizzare forte gli occhi e nascondere il viso nel suo collo delicato e umido di sudore!

 

…che diavolo…

 

“Mmh… voglio dormire per una settimana…”

 

Trascinandosi sui piedi, Amelia uscì dal bagno e si ciondolò nella sua stanza per raggiungere il letto.

 

Jack sussultò bruscamente e si passò immediatamente una mano fra i capelli, sforzandosi di sembrare disinvolto e tranquillo. “Ah, ehm… s-si, il letto è fatto…”

 

Amelia inarcò un sopracciglio e lo guardò. “Ehi, sei tutto rosso… ti senti bene, non è che ti sei buscato qualche malanno?”

 

Jack credette di morire quando sentì quella mano fresca appoggiarsi alla sua fronte, così gentilmente le scansò la mano. “No… no, tutto ok, sono… stato a testa in giù perché mi era caduta… una penna sotto il letto.”

 

Amelia scrutò quel sorrisetto da canaglia, ma il sonno la incalzava troppo. “Non me la conti mica giusta… comunque noi moriamo dal sonno, ti tormenterò domani.” si sollevò sulle punte dei piedi e gli diede un piccolo bacio sulla guancia, quindi si appoggiò una mano sul pancione. “Dormi bene… e se hai bisogno di me…”

 

“Voi due adesso dovete farvi un bel sonnellino.” Jack la fece sdraiare e la coprì con le lenzuola, quindi le passò una mano amorevole sulla pancia e spense la lucetta sul comodino. “Buonanotte, piccoletta… e grazie di tutto.”

 

Amelia sorrise beatamente e chiuse gli occhi. Le ci volle poco più di un minuto per prendere sonno, e mantenne quell’espressione serena con la quale si era addormentata.

 

Jack uscì dalla stanza in fretta e furia e si diresse verso il bagno, odiando profondamente il fatto che le sue orecchie fossero tanto rosse da rischiare lo scioglimento. Si spogliò in una manciata di secondi, buttando a terra jeans e felpa, e si infilò sotto la doccia tiepida. Solo lì, con l’acqua che gli inondava tutto il corpo e gli cadeva pesantemente in testa e sulle spalle, si lasciò libero di buttare fuori l’aria che aveva trattenuto con ostinazione negli ultimi cinque minuti.

 

Assurdo era l’unico termine con cui definiva quello che gli stava succedendo. Non era assurdo quello che aveva visto… insomma, non sarebbe stata la prima volta che faceva sesso con una ragazza, anche se ormai erano mesi che era a secco e la cosa cominciava a pesare… il punto era un altro: se quello era stato un semplice prodotto della sua fantasia perversa, perché era ancora in grado di sentire ogni singola sensazione provata in quell’attimo di follia? Perché il sangue gli era completamente andato alla testa a quell’immagine così sensuale di Amelia fra le sue braccia… gli era rimasto un senso di insoddisfazione quasi ingiustificabile, sentiva la mancanza di un contatto fisico mai esistito e durato un secondo, per di più… ma che secondo. Poteva sentire la pelle bruciargli quasi dove aveva sentito il contatto del corpo morbido della ragazza… buffo che poi non ci fosse neanche il pancione di mezzo, oltretutto… e dopo, quando aveva nascosto il viso nel suo collo… benessere totale. Una pace che non credeva di aver mai provato in vita sua. Come… come tornare a casa dopo un lungo viaggio. Sentire il suo corpo più piccolo premuto contro il proprio, quei baci così affamati, quella sensazione di bisogno mai provato fino a quel momento… era tutto così impresso perfettamente nella sua testa che ora l’aveva lasciato boccheggiante e deluso che fosse durato solo un attimo. Un piccolo, microscopico, dannatissimo e unico attimo. Jack provò a strizzare forte gli occhi… com’era bella Amelia sotto di lui, con quello sguardo perso nel suo, i capelli umidi appiccicati alla fronte, avvinghiata a lui come se quello fosse il suo unico scopo di vita… avrebbe potuto vivere cent’anni senza mai dimenticare quell’espressione di oblio totale…

 

Perfetto, adesso sono ufficialmente definibile come maniaco! Sono tormentato da un sogno ad occhi aperti! Come diavolo faccio a guardare in faccia Amelia e a non pensare…

 

Jack alzò la faccia in direzione del getto d’acqua, così che la doccia lo colpisse direttamente sul viso sicuramente rosso e glielo rinfrescasse. Chiuse forte gli occhi… di nuovo quella faccia. Di nuovo quel volto adorabile. Si mordeva le labbra… Dio, che voglia di mordergliele a sua volta… di sentire di nuovo il suo corpo stretto al proprio, con quel desiderio che sembrava trasformargli il sangue in lava bollente nelle vene…

 

Con una manata brusca Jack girò la manopola dell’acqua calda, lasciando che la doccia da tiepida diventasse completamente fredda.

 

 

***************

 

 

“La smetti di ridere?”

 

“Non sei credibile, lo stai facendo anche tu.”

 

Hermione rise e annuì, accoccolandosi sul petto di suo marito. “E’ vero… abbiamo pianto talmente tanto che ora ridere… non lo so, è come quando non vai in bicicletta per un po’, poi lo provi e ti ricordi non solo di saperlo fare… ma anche di amarlo.”

 

Ron le baciò la fronte e coprì entrambi col lenzuolo. “Vero. Guarda, io non so assolutamente perché la vita con noi non si sia risparmiata affatto, ma spero proprio che adesso la smetta… perché non ce la faccio davvero più con queste situazioni all’ultimo respiro.”

 

“A chi lo dici.” Hermione guardò malinconicamente la luna fuori dal balcone. “Che possiamo fare per proteggere i ragazzi?”

 

“Seguire il nostro istinto.” Ron sospirò. “Basta cercare le prove… abbiamo perso fin troppo tempo.”

 

Hermione si inumidì le labbra. “Senza le prove non li possiamo incastrare.”

 

“Ne farò volentieri a meno.” Ron scosse la testa. “A cose fatte che possono farmi, togliermi la bacchetta? Mandarmi ad Azkaban? Non mi importa… mi interessa salvare i nostri figli, qualsiasi sacrificio questo richieda non mi fa paura.”

 

Hermione si sollevò su un gomito per guardarlo in faccia, e con un sorriso commosso gli accarezzò il volto. “Non esiste un padre migliore di te sulla faccia della terra… e pensare che una volta ti accusavo di non essere sensibile…”

 

“Beh, a suo tempo non avevi tutti i torti…” Ron le scoccò un occhiolino. “Ma poi chi credi che mi abbia fatto arrivare fin qui? Io ti devo tutto, Hermione. Non sarei niente di quello che sono se tu non fossi capitata sulla mia strada.”

 

“E io devo tutto a te. Non c’è giorno che non ringrazi Neville per aver perso il suo rospo, quel giorno sul treno per Hogwarts.”

 

Ron ridacchiò leggermente. “L’età comincia a farsi sentire, stiamo diventando zuccherosi…”

 

Hermione annuì sorridendo. “E’ meglio se ci facciamo una sana litigata.”

 

“Una bella rimpatriata dei vecchi tempi, eh?” replicò divertito Ron.

 

 

 

 

Sentirli ridere le fece stringere il cuore… Katie serrò forte gli occhi e tentò di regolarizzare il respiro, ma sembrava tutto inutile. Per quanto si sforzasse di dominarla, aveva una paura folle di affrontare quella che sembrava la prova più insostenibile che la vita le avesse mai messo davanti… sentì per l’ennesima volta il desiderio di voltare le spalle a quella stanza e rubare ancora un po’ di tempo, lasciare i suoi genitori a godersi la gioia di Simon… ma non sarebbe stato giusto nei confronti di nessuno. Ci voleva solo un po’ di coraggio ora.

 

“Scusatemi…”

 

Hermione si sottrasse immediatamente al bacio di suo marito quando la sentì entrare. “Tesoro! Tutto bene?”

 

“Ehi.” Ron le sorrise allegramente. “Non mi dire che la troppa gioia ti ha fatto venire voglia di uno spuntino notturno… io mi aggrego volentieri.”

 

“Dopo tutto quello che hai mangiato a cena?” fece ridendo Hermione, e lui le accarezzò i capelli con quella sua solita aria indisponente.

 

“N-No, io…” Katie si morse le labbra. Distruggere quell’allegria era l’ultima cosa che voleva fare, ma non era più una questione di volontà adesso… “Lo so che vi ho chiesto di aspettare domani per dirvi dell’antidoto… però vorrei parlarvi ora.”

 

Ron e Hermione immediatamente si misero seduto nel letto. “Raccontaci tutto quello che sai, tesoro.”

 

Katie abbassò gli occhi, contorcendosi le dita. “E’… l’antidoto me l’ha dato una persona di cui non so più cosa pensare, perché… inizialmente è stata meravigliosa, poi… p-poi ha commesso una cosa orribile, e alla fine sembra che si sia pentito…”

 

“Chi è questo tizio?” Ron si accigliò. “E cosa ha fatto?”

 

Katie si mordicchiò nervosamente le labbra. “Mi ha usata. Per arrivare a noi, per sapere di più sulla nostra famiglia. Ha tradito il mio… la mia fiducia.”

 

Ron si fece scuro in volto, mentre una strana rabbia gli montava in corpo. Cominciava a delinearsi uno strano sospetto... “Chi diavolo è?”

 

Hermione gli appoggiò una mano sul braccio. “Perché ti ha tradita, cos’ha fatto?”

 

“Ha… è il responsabile di quello che è successo a Simon.”

 

Ron vide rosso, e per un attimo gli parve quasi che la tigre dentro di sé reclamasse sangue a gran voce. Per poco non si trafisse le mani, dato il modo convulso con cui stringeva i pugni massicci. “Dimmi chi è il verme.”

 

Katie strinse forte gli occhi. “E’ stato Alex.”

 

Per un istante nessuno parlò.

 

“Stai dicendo…” Ron scivolò lentamente giù dal letto per alzarsi in piedi, la sua andatura in tutto simile a quella di un predatore appena sguinzagliato alla caccia. “…che quella canaglia che abbiamo accolto in casa nostra…”

 

Hermione avvertì nettamente l’aria farsi elettrica, e lesse l’orrore nello sguardo della figlia. “Ron, ti prego…”

 

“Tu sta’ zitta.” Ruggì lui. “Avrei dovuto fidarmi del mio istinto, era un Serpeverde e questo avrebbe dovuto bastarmi…”

 

“Parliamone con calma, vieni qui…”

 

Ron la ignorò completamente e continuò a guardare sua figlia. “Ma come hai potuto… e dire che dovresti essere in grado di sentirle a pelle le persone! Come hai fatto a non vedere?!”

 

“Lui era un ragazzo adorabile prima!” la linea difensiva di Katie era scadente ai suoi stessi occhi. “E poi si è ravveduto in tempo…”

 

“Oh certo, difendilo pure!!”

 

“Non lo sto difendendo!!”

 

“Per la puttana, Katie!!! Ti avrò detto almeno mille volte che devi guardarti dal mondo, perché non è il pianeta delle meraviglie che sogni tu!! Guarda dove ti ha portato la tua ingenuità… è quasi costata la vita a tuo fratello!!! Simon non sarà più quello di prima, grazie a questa storia ha perso quasi del tutto la vista, lo hai capito questo?!?”

 

“Lo so!!!” urlò disperata Katie. “Credi che non mi sia sentita uno schifo per questo, che non mi sia odiata?! Ogni singolo momento è stato un inferno due volte per me, se potessi avere io la punizione che è toccata a Simon…”

 

Ron si coprì il viso con le mani. “Dio mio, io non sono stato capace di insegnarti niente… tutti questi anni a credere che tu fossi la più assennata di famiglia, che cosa diavolo hai fatto di tutta la pace con cui ti abbiamo cresciuta, è questo che raccogliamo?!”

 

Hermione scattò in piedi. “Ron, per favore.”

 

Lui la guardò furioso. “Neanche ora posso intervenire?!?”

 

“Certo che puoi, anzi devi.” Replicò lei, mantenendo una calma irreale. “Ma ragioniamo senza urlare in questo modo, così facendo la spaventi e basta.”

 

Ron guardò per un attimo sua figlia… era pallida, gli occhi cerchiati e colmi di lacrime… non aveva niente della bambina allegra ed entusiasta della vita che avevano cresciuto. “Cosa gli hai detto?”

 

Katie scosse la testa. “I-Io non…”

 

“Cos’altro sa di noi?”

 

“Sii ragionevole.” Replicò sbrigativamente Hermione. “E’ venuto qui, ci ha visti da vicino, non c’era bisogno che Katie gli dicesse altro.”

 

“Gli hai detto di te?” Ron serrò la mascella. “Katie… gli hai detto di te?”

 

Katie strinse gli occhi e due lacrime le scivolarono lungo le guance. “Papà, io l’ho conosciuto bene, lui non era così… non so perché ha fatto quello che ha fatto, ma ti assicuro che lui non era così, non…”

 

Gli hai. Detto. Di te?

 

Katie abbassò la testa, incapace di guardare suo padre, e annuì. Ron sospirò stancamente e alzò gli occhi al cielo.

 

Katie lo raggiunse in pochi passi. “Papà, mi dispiace!”

 

“Quante volte ti ho detto, quante, che ti devi guardare dal mondo esterno…” la voce di Ron e la sua reazione avevano cessato di essere violente… ora erano stanche. Appesantite. “…quante maledette volte…”

 

“Ron.” Hermione gli prese il viso fra le mani. “Hai ragione, hai una dannata ragione… però è anche vero che io ho visto come quel ragazzo guardava Katie, e infatti Simon è ancora vivo proprio grazie al suo intervento. Sappiamo bene che non può aver agito da solo, mentre da solo ha salvato nostro figlio. Con questo non lo voglio giustificare, voglio solo che tu capisca che comunque il piano originario lui non l’ha seguito, e credo di sapere il perché.”

 

Ron sospirò e scosse la testa. “Beh, beata te. Perché io non so più niente.”

 

“Papà!” Katie scattò verso di lui quando lo vide uscire. “Io non volevo deluderti, te lo giuro!”

 

Ron esitò, poi le accarezzò una guancia. “Lo so, Katie… lo so.”

 

La ragazza provò una fitta al cuore nel vederlo andare via così, e due lacrimoni caldi le bagnarono le guance fin nel collo. Si voltò a guardare sua madre… e quando le vide aprire le braccia, le corse incontro per rifugiarsi in quell’abbraccio.

 

“Mamma, io non volevo dare un dolore a papà, non volevo far soffrire Simon…” piagnucolò sul suo petto. “Alex sembrava un ragazzo eccezionale, e mi sono odiata mille volte per la mia stupidità…”

 

“No, tesoro, no… tu non sei assolutamente stupida.” Hermione le accarezzò amorevolmente la folta chioma bionda. “In amore l’intelligenza e l’astuzia non funzionano… e non è stupido sperare che il mondo sia composto da gente migliore.”

 

Katie esitò per un lungo momento. “Quando mi ha detto che mi amava… io gli ho creduto, mi ha resa felice.”

 

Hermione sospirò. “Non sentirti in colpa. Non per questo.”

 

Katie la guardò in faccia. “Allora perché non riesco a odiarlo dopo tutto quello che mi ha fatto?” piagnucolò fra i singhiozzi. “Perché?”

 

Hermione la strinse ancora di più fra le sue braccia, accarezzandola e baciandole la testa. Ogni singhiozzo e ogni lacrima erano una sferzata al suo cuore di mamma. Avrebbe tanto voluto coccolare la sua bambina e proteggerla anche dall’aria, come aveva sempre fatto fin da quando era venuta al mondo… e ora non poteva. E quello che le faceva più male era proprio avere la risposta alla sua domanda.

 

 

***************

 

 

Il cunicolo umido e buio era stretto, ma Alex conosceva a memoria la strada. Da piccolo lo utilizzava come rifugio quando non voleva vedere… e poi quella galleria sotterranea era diventata il posto preferito da Stephen quando voleva dirgli qualcosa di molto riservato. E adesso si era trasformata nel suo nascondiglio… un nascondiglio che gli sarebbe servito ancora per poco, doveva trovare una soluzione e anche alla svelta…

 

Alex agitò leggermente la bacchetta per accendere le fiaccole lungo i muri, che colavano acqua tanto erano umidi… e fu allora che la vide. In piedi, appoggiata lateralmente a una parete rocciosa, con le braccia incrociate sul petto e un’aria da vincitrice della partita più soddisfacente mai giocata prima.

 

“Che diavolo ci fai tu qui?” sibilò Alex, mantenendo il controllo. Benchè sapesse bene come sarebbe andata a finire adesso.

 

Vera fece un piccolo sorriso ispido. “Potrei farti la stessa domanda… ma sfortunatamente per me, sei diventato talmente scontato che non mi diverti più”

 

Alex la guardò con disgusto. “Levati dai piedi.”

 

“Come sei diventato maleducato, piccolo Malfoy…” Vera inarcò brevemente un sopracciglio. “E così alla fine ti ho trovato… certo, avrei preferito trovarti nel letto di Katie Weasley a scoparti quella bella faccina d’angelo fino a ridurla a una marionetta dipendente in tutto e per tutto da te, ma in fondo non si può avere tutto dalla vita… non credi?”

 

Alex fece una smorfia di glaciale sarcasmo. “Pur di vedermi all’opera saresti disposta a fare anche la povera guardona, eh?”

 

Vera si scansò dal muro, e ancheggiando un passo alla volta lo raggiunse. “In effetti sei stato una perdita notevole, te la sei sempre cavata bene sotto le coperte… ma che vuoi farci, ormai mi sto abituando a perdere le cose.”

 

Alex rimase impassibile. “Sei sempre stata disordinata.”

 

Vera emise un fastidioso risolino impostato. “E’ vero… ma si da il caso che stavolta mi sia sparita una cosa a cui ho prestato molta attenzione. Ti ricordi cosa ti ho detto a proposito del veleno per il più giovane dei bastardi Weasley?”

 

Alex le rivolse uno sguardo gelido. “Che era il tuo capolavoro?”

 

“Si…” Vera annuì con un’espressione alquanto irritante sul viso. “E proprio perché era una mia creatura, ce n’era anche un solo campione… con un’unica fiala di antidoto. Beh… questa fiala non c’è più… puf, sparita nel nulla.”

 

Alex incrociò le braccia sul petto e assunse l’aria di uno che si rivolgeva ad una bambina piccola. “Hai provato a cercare sotto il letto?”

 

“No… ho ragione di credere che al momento l’antidoto si trovi nello stomaco del fratello del tuo angioletto…” Vera fece palesemente finta di dispiacersi. “Ma non è questo il peggio… il guaio serio è che secondo me gliel’hai portato tu.”

 

“E questo lo dici tu?”

 

“Lo dico io.”

 

Quel ruggito. Alex lo riconobbe subito, non ebbe bisogno di vederlo… lui era lì. Sotto una fiaccola che ne proiettava un’ombra ingigantita, come quando era bambino… lui era lì, con i muscoli tesi pronti a scappare, gli occhi di una lince affamata, i denti scoperti in una smorfia famelica… lui era lì, e il suo fiato da predatore affamato scandiva il tempo come una inesorabile lancetta.

 

Perché inesorabile era il fatto che Stephen McNair fosse lì per lui.

 

 

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*^____________^* Eh eh… prima mi odiavate, adesso mi volete bene, lo so, lo sento… beh, diciamo che vi ho fatto spaventare parecchio, ma in realtà… è vero che avevo detto che a FMI ci scapperà il morto, però non ho mai detto che sarebbe stato Simon! Oh, l’ho accennato? Uhm… si, l’ho accennato… *sorrisino malefico* …è tutta colpa della Rowla, ha cominciato lei, è lei che ha fatto fuori… tutta la gente che ha fatto fuori, mi ha contagiato spudoratamente! ^____^ Beh, in ogni caso… a quanto pare il Pannolone è stato graziato… non garantisco sugli altri, cmq! @_____@

 

Ooh, e adesso soffermiamoci un attimo per dire…. maaaaaaadre, quante recensioni!!!! Vi adoro!!!! *me in festa* Ho cercato di scrivere questo chap il prima possibile, compatibilmente con mia sorella che con la sua tesi ha la precedenza assoluta sul pc… mi dispiaceva di lasciarvi tutti sulle spine! Se dipendesse da me scriverei un chap di FMI al giorno, ma oltre al fatto che l’università è più pesantuccia di quel che credevo… mi sto cercando un lavoretto perché è ora di essere più indipendenti, poi c’è la piscina (…ma ce la vedete voi la Sunny, campionessa mondiale di attacchi di panico, a fare un tuffo sott’acqua? Naaaaahhhh….che pena!!!  ^__________-) perciò anche se non garantisco sulla puntualità, ricordatevi sempre che non mi dimenticherò mai né di FMI né di voi… ehi, è con questa storia che si conclude il mio gioiellino BAWM, si cerca di fare i fuochi d’artificio! (…si cerca… §_____§)

 

Bando alle ciance, signori! Adesso si passa agli special thanks! Dunque, vediamo chi c’è stavolta:

 

Pepy: sissignora, visto che ho accolto la tua supplica? E abbiamo avuto il salvataggio in extremis! Peccato che mancasse la Carrà con la musichetta in sottofondo… o qualche postino di Maria De Filippi, non si sa mai… ^__________- Un bacissimo!

Alissa11: buonissimo compleanno, tesora!!! Ho preferito dedicarti questo come chap perché è più allegro… ci sta tutto per un regaluzzo in anticipo! ^_____^ Si, in effetti per un attimo mi sono avvilita pure io all’idea di perdere il Pannolone… finchè c’è vita c’è speranza! Bacissimi augurali!!

Caillean: in effetti mi sa che cisaremmo fatte del male in due… io sapevo come andava a finire e mi sono commossa cmq come una polla! *^_____________^* Meno male che è andata! Bacissimi!

Faith: ma grazie mille! Eh eh, dai che Alex sotto sotto non è cattivo… lo abbiamo perdonato? ^_______- Un baciottolone!

MM1981: sei riuscita a terrorizzare Alex, visto che ti ha obbedito? ^__________^ E sai una cosa? Anch’io adoro quel tontolone di Jack… che direi sta cominciando a farsi le idee più chiare! ^___^ Un bacio gigante!

MandyJJ: grazie per la fiducia, tesora! Tranquillizzati, alla fine manca ancora un bel po’… diciamo una decina di chaps, se non di più! Perciò tranquilla! Ci dispereremo insieme quando sarà il momento… ç_____ç Un bacio universale!

Saphira89: perdono, ti ho fatto piangere!! *.* Ho aggiornato il prima possibile, e con un po’ di buone notizie… meglio adesso? ^_____- Bacio bacio!

Sharkie: wow, che complimentoni, grazie millissime! *^___^* Eh eh, alla fine Mel il suo cuccioloso non l’ha perso… e direi che Alex si è risparmiato qualche schiaffone! ^____- Oh, e io ho 19 anni tondi tondi! ^___^ Bacissimi!

Phoebe80: si, giuggiolotta, non potevo dirtelo esplicitamente così mi sono limitata a dirti che dovevi essere troppo bella mentre ti scervellavi… avrei voluto dirti che sei stata bravissima, perché di tutti quanti ci hai azzeccato in pieno e alla prima botta, quindi tesorissima… sono io che ti devo fare i complimenti! *Sunny da un calcione ad Alex e lo fa inchinare ai piedi della Phoebe* ^___________^ Adesso che le acque si sono momentaneamente calmate va meglio, love? ^____- Un bacio galattico!

Luna Malfoy: adesso più che mai puoi urlarlo a squarciagola, tesora, perché Alex è riuscito a rimediare in tempo! Visto, ha avuto paura di tutte le recensioni avverse, altro che autrice pietosa… ^_______- quanto agli impegni, tesorissima, nessuna più di me ti può capire! E’ tutto un caos! *^___^* Un bacio enorme!

Sirius4ever: nuuu, non ti voglio vedere in ginocchio, ti ho fatto lo sconto-pellegrinaggio! ^_____- Adesso Simon è tornato nel mondo dei vivi, così va meglio? Perché io sono molto sollevata, ti dirò! ^____^ Un bacio forte forte!

Hiromi: ahia, siamo sul piede di guerra! ^____- Beh, suvvia, Alex ha fatto il bambino cattivo ma si è ravveduto in tempo… e meno male, perché l’ho odiato anch’io! Ma questa cosa così forte ci voleva, altrimenti col cavolo che si dava una svegliata… e per quanto riguarda il nome della pargoletta, non posso rivelarti ancora nulla… ma una cosa posso dirtela: Amelia ha già deciso! ^_____- Ciau, baci baci!

Dark_Iori: il potere dei ceri ha colpito ancora… il miracolo l’abbiamo avuto e Alex ha fatto il bravo! *^_____^* Adesso ci vuole un bel cero di ringraziamento! ^______- Grazie per i complimenti, sei sempre un amore! Un bacissimo!

Lizzie: festeggiamo buttando via i fazzoletti… il Pannolone è di nuovo fra noi! ^_________^ Ehi, è bellissimo sentirsi dire che ci si è affezionati tanto a una storia… per me è un onore, non sai che grazie grande grande ti sto mandando! Lo hai ricevuto? Ci ho allegato anche un bacio con relativo schiocco! ^____-

Avana Kedavra: tesora mi hai fatto un complimento da regina!! Ti adoro!!! *^______^* Sei sempre adorabile, ma stavolta… un chicco in più! Graaaaassie! *inchino devoto e profondo*  Contenta che possiamo buttare via veli neri e fazzoletti? Beh, almeno per il momento… ^____- Un bacio formato famiglia!

Anduril: sono onorata, è un complimento veramente enorme il tuo… non so proprio come ringraziarti! Spero che aver risparmiato Simon sia già qualcosa! ^_____- E per Jack e Amelia… io ho visto grandi cambiamenti nell’aria… ^___________- Avrei voluto aggiornare anche prima… mi sa che per la fine dell’anno dalla finestra ci butto mia sorella invece del bengala! *^_______^* Un bacio grandissimo!

Giugizzu: fiùù, mi sono salvata in extremis… stavo per perdermi una lettrice! ^____^ Simon l’abbiamo rimesso a posto, adesso per la confessione di Amelia bisogna aspettare un pochetto… non posso dirti come e quando avverrà, ma ti confido in gran segreto che avverrà… si, ma non dire niente a Jack, eh! ^_____- Un bacione!

BabyButterfly: grazie tesoro, troppo buona! *^___^* Ci hai azzeccato in pieno, quella dietro la porta era proprio la perfida Vera… e infatti la signorina non si è tenuta la bocca cicuta neanche per un istante, ahimè! Guai in vista… O____o Però almeno abbiamo di nuovo il Pannolone! ^____- Un baciottolo!

Kim: e tu, tu, divina mia… sei praticamente meglio di Simon a tenere un segreto! Eh eh, povera anima spoilerizzata dalla tua amica pazzoide… ^______^ Sono riuscita a coglierti un pochetto di sorpresa, nonostante sapessi già come andavano le cose? Di sicuro ti ho fatto disperare un po’, altrimenti che si dice a fare che Great Minds Think Alike? ^___________- Grazie amorina per tutte le tue bellissime parole, che ti adoro già lo sai… e ti dico questo: quel “ciao” finale… lì è scappata la lacrimuccia anche a me, e ti ho pensata! ^_______- Ti voglio un’infinità di bene!!!

Lily: ti voglio benissimo anch’io, cara! E visto, ho ascoltato la tua richiesta… Simon è vivo! Un po’ malandato, ma meglio che niente… e devo convenire che se Ron mette le mani addosso ad Alex in questo momento… povero biondone, fra lui e McNair non so onestamente chi sceglierei al suo posto… ^_________^ Un bacio forte forte!

Angele87: perdonatissima, tesora, eh se non me lo ricordo quanto è stato pesante l’ultimo anno di liceo! *sigh* Ma adesso è venuto il momento di rispolverare lo scatolone con gli striscioni, allegra amore mio! Volevi un sorriso e io te ne ho regalati un bel po’… in questo chap abbiamo alternato, c’è stato qualche momento un po’ difficile, ma tanto quando tutto va male si ricorre a Chad… madre, sembra la presentazione dell’aspirina… O_____o Sei più contenta adesso, cucciola? Tvtttttttttttb, sorridi love! ^_____-

Ruka88: ebbene si, abbiamo fatto il bis: non solo Simon si è salvato… ma Jack comincia veramente a darsi la svegliata finale! ^_____- Io non perderei il prossimo chappy, se vuoi il mio consiglio… ^___- Un bacio gigante!

Fabry: richiesta accolta, Simon è qui! *parte la musichetta di C’è Posta Per Te con la De Filippi e la busta* ^___________^ Quando Amelia si confesserà? Uhm… eh eh… se ti dico di seguire gli sviluppi nel prossimo chap è troppo spoileroso? ^_____- Un bacione!

Teta: grazie mille! Eh si, lo scorso chap era proprio triste… meno male che qui si respira un po’ di aria più leggera! ^____- Un bacio grande grande!

Ciccina: tesoro i tuoi complimenti mi hanno stampato un sorriso in faccia per un’ora di seguito! *Sunny si prostra a terra con tanto di tappetino indù per ringraziare a dovere* Eh eh, l’antidoto è arrivato a mano, mi sa che con la posta ci metteva troppo tempo… a quel punto era meglio un bel corriere, col motorino si fa prima! ^__________- Un bacio smisurato!

Giuggy: tesora, ti ho ripescata! ^_____^ Bentornata! Visto che il Pannolone è tornato fra noi? Pensa quanto sarà tenero adesso con gli occhialoni sul nasotto… farà anche più intellettuale! ^______- Nuu, non ti disperare…poi quando ci becchiamo mi racconti! Un bacio forte forte!

Yelle: tesorissima!! Beh, per un verso ti ho accontentato… questo è stato metà boom fra Alex e Katie, li aspetta ancora qualche boom esplosivo e un boom di spiegazioni, perciò direi che la loro strada è cosparsa di booms… ^____^ I tuoi complimenti sono graditissimi e mi onorano! E sai una cosa? Anche io ero preoccupata che i personaggi in quel contesto potessero creare situazioni tirate, ma in realtà poi mi sono resa conto che era quello che volevo… nessuno è stato realmente se stesso, tutti si trattenevano (Simon in testa, cercando di sdrammatizzare)… incredibile ma vero, l’unico che si è realmente sbottonato al naturale è stato Jack! ^______- Un bacio meeeeeega!

Strekon: grazie per gli auguri, amicissimo! *inchino* Sai che lo stavo quasi facendo fuori sul serio Simon? Ma in realtà non è lui che ci abbandonerà, perciò ho la coscienza pulita… ^____- E sei stato buono con Alex… hai detto che il suo modo di amare era da bambino di dieci anni… veramente a me sembrava un moccioso di otto! *sorriso malefico* Magari se sembrava anche più infantile era meglio, volevo farlo sembrare spaesato, poco convinto, appigliato a idee in cui comincia a non credere più, perciò come si dice… non è né carne né pesce! ^____^ Adesso una scelta l’ha fatta, vuol dire che ha capito… e adesso la Sunny si tira su le maniche e lo sistema a dovere… ^___- Yuppi per il mio regaluzzo!! Un baciotto anche dalla nuvoletta rosa, buona vecchia amica dei bei tempi di ITCC… *^____^*

Blacky: piangi di gioia, amorina, si festeggia un resuscitato in più su questa terra! ^_____- Sono io che ringrazio te per le tue bellissime parole, picciola, e soprattutto… mi complimento per la tua pazienza nel non voler eliminare Alex… la calma ti ha fruttato il salvataggio in extremis di Simon! ^_______- Un bacio cosmico!

Lazyl: wow, ho fatto piangere anche te! Vuol dire che ti ho emozionato… che bello, è il complimento che più adoro al mondo! Grazie!! *^__________^* Simon l’abbiamo sistemato, quanto a Jack… sai che hai detto una cosa incredibilmente giusta e spoilerosa? ^____- Io ho le labbra cucite, eh! Un bacissimo!

Vale: amore, ti pensavo mentre scrivevo! Come al solito hai centrato il punto alla perfezione… quando hai parlato del collante della storia, ti annuncio in anteprima nazionale che un personaggio in particolare farà questo discorso in un momento di tensione particolarmente elevata… ti adoro quando sei in versione guru e ci azzecchi sempre, sei troppo fantastica!! *partono palloncini a forma di cuore e coriandoli* ^_______^ Divina amicissima, le tue parole sono sempre importantissime per me… le tue recensioni mi emozionano!Ti voglio benissimo, tanto tanto tanto! *si, Jovanotti, adesso smettila di farmi il verso… -_____-*

Meggie: povera cucciola, t’ho fatto piangere! Nuuu, ora devi sorridere… almeno per il momento mi sono salvata dalla mania assassina! ^_________- Sono troppo felice di sapere che ti sei così appassionata alla storia! Io sono qui con carta e penna a raccogliere tutti i tuoi indizi nel tentativo di delinearmi un’idea di chi sono gli Eletti… eh eh, sono un po’ tarda a indovinare le cose… *^_______^* Un bacio kolossal!

Saturnia: tesoro, sono io che ti devo chiedere perdono… ti ho smaciullato! Nuuuu! Però adesso asciugati gli occhioni e fammi un sorrisone… hai visto chi è tornato fra noi? E vorrei anche far notare che dobbiamo chiamare il giardiniere… i cespugli di more rischiano di dover essere potati a breve, ormai occupano un intero giardino… ^________- Un bacio cespuglioso!

Siangel187: eh eh, proprio Simon perché lui è la persona ideale… grazie a lui sono scattati una serie di meccanismi… di amore e di odio… meno male che almeno non ci ha rimesso le piume, povero cucciolo! ^____^ Un bacione!

Euridice: si, mi sa che anche Ron si è un po’arrabbiato con la figlia per lo stesso motivo! ^___^ Mh, ogni tanto un autore sente un sano e sadico bisogno di fare sterminator… meno male che stavolta mi sono data una raddrizzata in tempo! ^________- Ih ih, il clone di Draco ce lo possiamo ancora guardare un po’? Giusto una sbirciatina dalla serratura della porta… ^___- Un bacio!

Giuggia89: grazie tesorissima! ^_____^ Ci hai preso in pieno su tutto, soprattutto quando dici che la povera Katie ha proprio una brutta situazione per le mani… festeggiamo il Pannolone di ritrono dal regno dell’aldilà, e anche Ron e Hermione che giuggiolotti si amano tanto… sono felice che queste loro emozioni riescano ad arrivarti bene! E’ una gioia immensa per me! Il mio senso di colpa ha salvato Simon, almeno per ora la Sunny si prende una licenza dal club Sopprimi I Protagonisti… ^________- E per Jack… qualcuno comincia a ricostruire i pezzetti del puzzle, eh? ^____- Un bacio grandissimo!

Lady Numb: cicciola! Eh eh, la minaccia della Lecciso ha funzionato, Alex si è psaventato al punto che si è pentito! ^_______- Sei stata una vera profeta, tesora, volevi vedere Simon guarire ed è successo, volevi un cambiamento di Alex ed è andata, volevi vedere Katie rivelare la verità ai genitori, e anche quella è andata… ih ih, brava la mia tesorissima veggente! ^_____^ Cosa ti aspetti in un prossimo futuro? *Sunny afferra la penna e il blocco della Skeeter e prende appunti* Sau, un bacio enoooorme!

Cloe Sullivan: wow, questo sì che è uno onore… essere quotata in una firma! *Sunny saltella tutta contenta* Ma graaaaassie, carissima! Sono felice che il chap precedente ti sia piaciuto, spero ti piaccia anche questo… si piange meno, almeno! ^____- Un bacissimo!

Maga Magò: ammetto che lo spirito crudele dentro di me sta facendo il birichino ultimamente… XP Ahimè, tanto deve ancora succedere, tesora, quindi non posso assicurarti niente… ma ti ringrazio infinitamente per le tue belle parole! E’ bellissimo saperti così coinvolta nella storia, un grazie di cuore! E un bacio con schiocco più abbraccio! *^_______^*

Cho Potter: grazie infinite, tesora, sei veramente buona! *^_____^* Beh, non ho potuto accontentarti per quanto riguarda Alex e Katie di nuovo coppia fissa, ma almeno abbiamo di nuovo Simon che è dei nostri… va bene uguale? Almeno per adesso? ^_____- Un bacio bacioso!

Carol87: carissima tesora quasi maggiorenne! Innanzitutto comincia col pensare che il prossimo chappy di FMI è interamente dedicato a te… considerala una bella torta di compleanno! ^_____- Visto che Simon te l’ho salvato? E Jack si sta svegliando… wow, relativa calma se consideriamo cos’è successo fino a un chap fa e a tutto quello che deve ancora succedere! Approfittiamo del momento… ^______- Un bacio fortissimo a te e alla baby sitter, e al bimbetto adorato un bacio grande quanto tutto il pianeta e anche di più! *^______^*

Lulu: nuuu, povera tesora, anche tu come la Amely con la “Appecindite!” *^______^* Mia sorella ce l’aveva da piccola, la chiamava sempre così… *____* E visto che hai la bua, una anticipazione te la meriti… si, lo scricciolo di Jack e Amelia avrà di sicuro i capelli rossi… ma chi lo sa, magari l’argomento sarà già stato affrontato prima… ehi, io non ho detto niente, eh! ^______- Grazie per gli auguri, carissima! E un baciotto a te e alla tua… appecindite! ^____-

Alewen: richiesta accolta in pieno, cara! Simon è ancora fra noi! *festeggiamenti da carnevale di Rio* E in effetti si, la Katie stavolta un bell’occhio nero glielo stava facendo sul serio al suo “principe azzurro”… ^_______- Un bacio grande grande!

Ayashi: grazie mille per gli auguri! *inchino devoto* Eh eh, sotto sotto anch’io ho un cuore… il ripensamento c’è stato, anche se all’ultimissimo minuto… ^______- Beh, basta che c’è stato! Adesso possiamo asciugare il tuo computer che si è bagnato di lacrime… *Sunny agguanta al volo l’asciugamanino* ^_________- Un bacio schioccoso!

Ginny: io la vedevo benissimo questa soluzione di includerti nella storia e farti salvare il paciocco in questione! Solo mi sa che poi Mel se la sarebbe giocata all’ultimo sangue… *^________^* Beh, sarebbe stato un bellissimo incontro in stile Smackdown! Eh eh!! ^______- Tesora, la scuola l’ho sempre odiata e ti capisco fin troppo bene… tieni duro!! Un bacissimo!

Miky Black: mammina, meno male che Simon si è salvato, altrimenti ero fritta anch’io! ^______^ La bimba di Amelia e Jack come si chiamerà? Beh, sembra assurdo detto così, ma il nome è stato una scelta più di Amelia che mia… perché è collegato alle sue emozioni nei confronti dello scricciolino, ecco! E visto che è un’idea sua, lascerò che sia proprio lei a rivelare il nome della sua futura piccina… un po’ di pazienza e lo scoprirai! *Sunny apre il banchetto delle scommesse peggio che al circolo ippico* ^___________- Un bacio fortissimo!

Lily Emily Potter: …tre o quattro, diciamo che il senso mi era arrivato! ^________- Ma adesso che ho risparmiato Simon non mi uccidi più, no? Baci!

Elly: in effetti la Rowla ultimamente ci è andata giù pesante, così almeno per stavolta ho deciso di avere pietà almeno io… ^______- Beh, direi che alla luce degli avvenimenti possiamo dire che Alex è tornato tra i tuoi preferiti… o ancora no? Gliela diamo una seconda opportunità? ^____- Un baciotto!

Lana: eccolo qua, è appena uscito! Ahimè, la vita è caotica per tutti, vorrei poter scrivere solo dalla mattina alla sera, ma purtroppo non si può! Ciao, un bacio!

Kaho_chan: la mia stellina coi cerchietti più piccoli!! Nuuu!!! Adesso puoi fare un cerchio enorme… il Pannolone è incredibilmente tornato fra noi!! *^_________^* Povera picciola, ti sei fatta una giornata di pianti tra FMI e La Vita è Bella… beh, adesso puoi sorridere alla grande, almeno per il momento! Oggi che fa in tv di bello e soprattutto di divertente, così rimediamo ai cerchietti? ^______- Un bacio cerchiettoso!

Deepderk: diciamo che ci siamo andati proprio vicini stavolta, non so se il prossimo che mi capita fra le mani sarà altrettanto fortunato… ^_______- però per adesso possiamo tirare un sospiro di sollievo, il Pannolone è ancora qui! ^___^ Un bacissimo!

 

 

…ma ci credete? Voi vi emozionate a leggere FMI (e questo è il complimento più bello che mi possiate fare) ma io mi emoziono a leggere le vostre recensioni! E’ bellissimo vedervi così coinvolti… siete veramente adorabili, non vi ringrazierò mai abbastanza per tutta la carica positiva che mi mettete addosso con le vostre parole incoraggianti e accorate! Graaaaaaaaaaazie! *inchino devotissimo e moooolto profondo* Adesso vi devo lasciare perché come al solito Adolf (cioè mia sorella) ha bisogno del pc… che rogna! -_______-* Vabbè, va… bimbi adorati, ci si ribecca col prossimo chap “Un soffio di serenità” …per chi è romanticoso suggerirei di tenere le antenne puntate su questi schermi… ^___________- Vvttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttb!!!

 

Sunny

  
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