Caro
Draco
Non so
perché sento questo smodato bisogno di scriverti quanto tu
sia importante per
me.
Da
quando sei nato, non ho fatto altro che ripetertelo ogni secondo della
tua vita
iniziando da quando ho saputo che tu eri dentro di me. Non ti nascondo
che
quando ho avuto la notizia non sono riuscita a essere felice da subito,
avevo
già perso due bambini prima di te avevo paura di perdere
anche te dopo tanti
tentativi mai andati a buon fine. Il non essermi mai data per vinta lo
devo a
tuo padre, avrà avuto tutti i difetti del mondo ma ha capito
da subito che tu
eri un bambino speciale, che tu non ci avresti abbandonato che volevi
nascere a
tutti i costi; piano piano me ne sono resa conto anch’io: i
giorni, le
settimane, i mesi passavano e ogni giorno sentivo che tu eri vivo ma
soprattutto c’eri, non volevi abbandonarmi ed io sarei
diventata madre ciò che
ho sempre desiderato.
Arrivò
il giorno fatidico del terzo mese volevo sapere se eri un bambino o una
bambina, gioia enorme fu sapere che eri un maschietto in salute, niente
problemi, niente complicazioni stavo bene e anche tu. Che cosa poteva
esserci
di più perfetto? Forse solo le notti passate ad accarezzare
il pancione con tuo
padre che mi abbracciava e ci coccolava tutta la notte senza mai
fermarsi;
diceva che anche se non eri nato tu, potevi sentire che ti amavamo
sopra ogni
cosa, tu lo sapevi, e lo sapevo io che a mano a mano che andavo avanti
sentivo
te. Sembra strano dirlo in
così poche parole ma è
così, non ti sentivo solo quando scalciavi come un piccolo
terremoto, ma
sentivo le tue emozioni: quando eri felice, quando eri triste, quando
sentivi
freddo o se eri sazio, se stavi male a volte, era come se ti sentissi urlare dentro di me,
quando la notte magari
non mi accorgevo che stavo troppo ferma sul lato del pancione o che ti
calmavi
al suono della mia voce, a mano a mano che crescevi, ti sentivo in
maniera più
nitida, è un dono mi dissi! Io dovevo portare a termine
quella gravidanza quel
bambino dentro di me era speciale. A volte invece ti piaceva il mio
tocco ed io
andavo in giro con una mano sul pancione e ti sentivo spostarti dentro
di me ovunque
mettessi la mano.
Quel giorno di
giugno sei nato, ho pianto, quanto ho pianto… non ho mai
versato tante lacrime di gioia in tutta la mia vita! Il dolore, le
doglie
niente era in confronto alla bellezza di stringere quel fagottino
piccolino tra
le mie braccia, non c’è stata mai sofferenza
più dolce come quella del parto.
Un solo un nome si trovava in bocca a tutti i maghi del tempo, un nome
che sempre si abbinava bene al potere; ed è stata quella
parola che mi ha fatto
prendere le decisioni che ho preso! Ero avida, provenivo da una
famiglia
potente, tuo padre era un uomo potente, ma volevo che mio figlio avesse
il
meglio ovunque andasse, qualunque cosa facesse, non
m’interessava come
ottenerlo io, volevo che mio figlio fosse importante, io avevo
raggiunto il
massimo dell’aspirazione adesso dovevo solo lottare per te.
Letteralmente se
contiamo la prima guerra, avevi appena un anno eri piccolo e rischiavo
che tu
passassi il resto della tua vita senza i tuoi genitori, avevo il
sentore di
quello che succedeva, ma non vi prestavo attenzione, volevo ancora
potere e in
nome tuo ho condiviso gli ideali di tuo padre. Se avessi protestato
solo un po’,
ti avrei risparmiato la sofferenza di una vita. Non l’ho
fatto. Sono stata
egoista. Tuo padre ci ha protetto. Pensavo fosse tutto finito.
Passavano gli
anni e tu crescevi forte diventavi sempre più grande sempre
più carino, eri il
mio angioletto biondo, il mio ometto speciale, la gioia della mia vita
ti
alzavi dalla mattina e subito correvi ad abbracciarmi, mi stringevi con
le
manine e cercavi sempre le mie guancie da baciare e ti facevo volare
come un
angioletto tutto sorrisi e smorfiette. Difficile è stato
mandarti a Hogwarts,
vedevo che crescevi e vedevo che cambiavi eri ciò che ero
pure io orgoglioso e
fiero del nome che portavi, avresti fatto di tutto per difendere la tua
famiglia; crescevi e cambiavi, crescevi e ti chiudevi, i sorrisi fecero
spazio
ai malumori, ti chiudevi in te stesso e nessuno entrava nel tuo mondo,
poi
c’era l’altro Draco quello che nessuno vedeva
quello che veniva sempre ad
abbracciarmi a baciarmi, che sorrideva e che mi diceva che mi voleva
bene,
sempre lontano da tutto e da tutti ma era amore anche quello e andava
bene così.
16 anni arrivarono presto e non c’è molto da dire,
solo che ho capito
quanto in pericolo fosse la tua vita adesso che rischiavo di perderti,
e mi
chiedevo sempre fino a che punto sarei arrivata prima di iniziare a
fare un
passo indietro. Ci ho messo tempo ma ho capito, a un filo dalla morte
causata
dalla mia cupidigia, dalla mia sete di potere. Non ci sono parole per
giustificarmi adesso che hai 30 anni! Capisci che tuo figlio
è cresciuto quando
fra voi due si alza un muro e tu sei da una parte ed io
dall’altra! Sei sempre
più uguale a tuo padre duro fuori, con un’anima
dentro che grida aiuto! O forse
sono solo io che cerco di convincermi che sei ancora il bambino che
rideva
gioioso quando la mamma lo faceva volare. Guardo oggi mio figlio e vedo
un
ragazzo che non è mai stato felice, a causa di due genitori
che hanno riversato
su di lui le loro aspettative e le loro speranze, guardo le tue
cicatrici e
vedo la mia punizione per non averti protetto abbastanza, per averti
consegnato
nelle sue mani per non aver fatto niente per proteggerti se non
affidarti a
Piton, vedo che sempre di più ti chiudi in te stesso ed
è difficile per me
entrare nel tuo mondo più cresci e sento che ci allontaniamo
tu sei da una
parte e per quanto io possa correre, non riesco mai a raggiungerti ad
afferrarti e a dirti quanto ti amo. Per questo scrivo questa lettera
perché ti
amo perché voglio il mio bambino che non si vergogni delle
debolezze di una
vecchia madre che cerca di compensare una vita di sofferenza con
carezze e
abbracci, per te sono cambiata, per te sono migliorata
perché ti amo sopra ogni
cosa. Vedo la corazza che ti sei costruito addosso e piango per la vita
che non
ti ho saputo donare, piango per la cicatrice che deturpa il tuo
braccio, piango
per il padre che ti ha abbandonato, per i ti voglio bene che non ti ho
mai
detto, per il male che ti ho fatto, per le decisioni che ti ho
costretto a
prendere in nome di un amore velato di sete di potere, per la pessima
madre che
sono stata e per il pericolo in cui ti ho portato per non essermi fatta
avanti
e non aver fermato questa follia in tempo. Per tutte le volte che ti ho
chiesto
scusa e tu mi hai detto che non era colpa mia, ma dentro di me lo so
che
nessuno è più responsabile per quello che sei
oggi. Non smetterò mai di scusarmi
per il fallimento che sono stata. Ti amerò sempre
perché per me sarai sempre il
mio bambino, il mio angioletto, il mio ometto speciale. Chiedo solo un
bacio e
un abbraccio ogni tanto un silenzioso perdono per la donna che sono
stata.
Ti prego non giudicarmi, dentro di me mi sentirò sempre
colpevole.
Ti amo più della mia stessa vita e sarà anche
l’ultima cosa che dirò
prima di morire.
Mamma.