Anime & Manga > TSUBASA RESERVoir CHRoNiCLE / xxxHOLiC
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Autore: Love_in_idleness    29/10/2010    2 recensioni
Ricordi di questo lungo viaggio - momenti felici e tragici, momenti bui e luminosi incorniciati dagli sfondi più diversi. Tra la neve di Celes e il deserto di palazzi collassati di Tokyo, fino a Nihon, col suo cielo che sembra fatto di carta di riso, e le antiche rovine di Clow che ancora custodiscono la loro sacralità avvolte nella sabbia. Luoghi ed epoche. Perdere qualcosa ad ogni passaggio.
Eppure era chiaro fin dal primo sguardo che tra di noi esisteva un legame invisibile.
[Credits agli Anathema per ogni singola parola dell'album A Natural Disaster]
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Fay D. Flourite, Kurogane
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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and 07

7.

Flying

 

 

 

And though I said my hands were tied
Times have changed and now I find I'm free for the first time

Ora mi ritrovo ad essere libero

per la prima volta.

 

And all around us everywhere
Is all that we could ever share if only we could see it

Un mondo di acqua sotto il deserto. Le sorgenti raccolte sotto le rovine sono una visione. Si sente il rumore e l’odore dell’acqua, la purezza dell’acqua – di una bellezza cristallina, colore dei miei occhi quando ancora possedevo quell’azzurro di una luminosità meravigliosa. Ora il mio unico occhio è color sabbia. Come il deserto qua fuori. La sabbia calda e sottile si è depositata sui nostri vestiti e sui nostri volti mentre camminavamo verso le antiche vestigia del Regno di Clow, sulle nostre mani mentre sfioravamo la pietra – impressionante come sia rimasta ancora in piedi, pilastri e muri e statue incise nel calcare per un tempo immemorabile, impressionante come nella dimenticata conca di calore e polvere non abbia perso niente della sua antica magia, niente della sua antica sacralità.

Ho attraversato i resti dell’Antico Regno con un senso di stupore. Non possiedo più occhi blu indagatori, non avverto più la sottile elettricità che si sprigiona dalla Magia, e nonostante questo posso dire che ci troviamo in un luogo incantato. Passarci attraverso è come oltrepassare una soglia dimensionale, è come essere sospesi nel mezzo del viaggio – non ci sono più epoche, non ci sono più luoghi, e dimensioni, è solo vuoto colmato dalle percezioni umane, è essere ovunque e in ogni momento, espansi all’infinito, infinitamente compenetrati l’uno nell’altro nel punto in cui converge anche il resto dell’universo, e l’orlo di noi stessi, la finitezza del nostro corpo e della nostra mente è solo l’illusione della nostra coscienza.

Così mi sento ora.

Questo posto è – meraviglioso. Mette i brividi. Ed è pulito, e vuoto, e raccolto. L’unico rumore che si diffonde tra le pareti sommerse dal mare di sabbia è quello dei nostri passi che interrompono il suono perenne delle cascate.

Ad ogni gradino mi sembra di penetrare nel cuore del mistero.

Non ho paura come quando camminavo nella neve di Celes, affondando sino al ginocchio in un pallore spaventoso. Non ho paura come quando correvo avanti e indietro a Nihon aspettando il risveglio di Kurogane. Sento un vuoto senso di rassegnazione. Sento la battaglia finale che si avvicina, e noi veniamo trascinati, come sabbia nel deserto, come acqua di sorgente, verso il punto prestabilito, forse per vincere tutto, forse per perdere tutto.

Il Destino si compie. Si chiuderà questo cerchio.

Non voglio perdere tutto!

Non ora!

E un senso di felicità, tutto sommato. È durata meno di un giorno, la mia felicità.

“Oi.”

“Sì?”

“Sei stranamente silenzioso.” Dice Kurogane.

Ora lo so, cosa dovevo sbrigarmi a cercare.

“E’ ora di essere seri. Non trovi, Kuro-myu?”

“Appunto.”

Sorrido. Lievemente.

“Vuoi sapere a cosa sto pensando?”

Kurogane si volta, il suo sguardo rosso fuoco, occhi-frecce dal calore insopportabile, mi fissano con indulgenza.

“Certo,” Dice.

“Sto pensando che mi dispiace aver avuto così poco tempo. Per te. Per noi. Sto pensando, se devo morire oggi, ne è valsa comunque la pena. Il nostro viaggio… questi occhi… tutti i tuoi sacrifici, sangue e braccio. Ogni cosa. Per –”

Kurogane sbuffa, scuote la testa. “Stupido Mago,” Dice. “non morirà proprio nessuno.”

“No…”

Shaoran è come paralizzato davanti a noi, lo sguardo rivolto completamente nella sua testa. È circondato dall’acqua che scorre, si lascia lambire dalla corrente e ricorda, riporta a galla tutta la storia, ricostruisce frammento dopo frammento il mosaico del nostro Destino, il complesso intreccio che ha sovrapposto spazi e tempi diversi in un paradosso concentrico senza inizio e senza fine.

Shaoran si guarda dentro, dentro se stesso, il suo doppio, nell’eterna trasmigrazione della sua anima divisa in due corpi identici, e cerca di riannodare il filo dov’è andato spezzato.

“Tu –“ Dice Kurogane.

Lo guardo. Per un istante non importa il colore degli occhi che si incrociano.

Allunga la mano per stringere la mia.

“No, è troppo presto,” Dice. “perché sia la fine.”

 

Layers of dust and yesterdays
Shadows fading in the haze of what I couldn't say

Ricordo.

Appena ieri. L’unico momento che ci è stato concesso.

La tranquillità della notte in Giappone, con la luna appesa nel cielo fatto di carta di riso – un cielo terso e delicato e luminoso come le lanterne che appendono agli angoli delle pareti. Il profumo del castello di Tomoyo avvolto dai ciliegi in fiore.

Ricordo.

Chiudere gli occhi e per un istante, un solo istante, desiderare davvero di fermare il tempo. Sentirsi a casa, sentirsi arrivati. Per un momento, prima che la consapevolezza della prossima battaglia torni alla mente, è stato bello lasciarsi andare alle sensazioni.

Kurogane scostava la stoffa del mio abito. Rumore di seta che scivola sulla pelle. Nel silenzio assoluto della camera è stato come un suono potentissimo, e la sua eco risuonerà tra le sue pareti per chissà quanto.

“Chi ti ha procurato questo vestito?”Ha domandato.

“Tomoyo-Hime.”

Kurogane ha annuito. Poca luce. Potevo a malapena distinguere la sottile linea rossa dei suoi occhi, ed erano stanchi, erano esausti, erano disperati.

“Il furisode è un abito femminile.”Ha detto. Scostava l’orlo fino a scoprire la mia spalla, pallida come la luna, avvolta da un alone fosforico.

Ricordo.

La lentezza con cui compiva ogni movimento – un po’ per il dolore, un po’ per la difficoltà che ancora aveva a muovere il suo braccio nuovo. Un po’ perché ormai era insensato avere fretta.

“Non ho più nulla da dirti.”

Ricordo. L’ho guardato, il mio unico occhio color oro spalancato nei suoi.

“Conosci ogni cosa. Tu sai già ogni cosa. Fay, non ho davvero più nulla da dirti. E nemmeno tu hai più segreti per me.”

“No –“ Ho risposto.

Niente più segreti. Niente più misteri. Niente più pesi da sopportare nel silenzio, niente più maschere, niente più barriere, niente più – NIENTE. Nemmeno vestiti tra di noi. Kurogane ha preso la sua decisione, e io ho preso la mia.

Ricordo uno strano miscuglio di sensazioni, felicità, rassegnazione, rabbia, fatalismo, incredulità. Le sue mani avevano un calore diverso – quella fatta di carne era calda, bollente, la sua mano metallica si  riscaldava a malapena attraverso la trasmissione di energia termica – tra la mia pelle e l’acciaio – ed era strano sentirle appoggiarsi sui fianchi, sentire i brividi lungo la schiena per due temperature così differenti.

Forse, volevo dire, un segreto mi resta.

Forse ti amo.

Ma alla fine aveva ragione lui.

Lo sapevamo già.

 

And though I said my hands were tied
Times have changed and now I find I'm free for the first time

Qualche ora, non è stato poco? In questo luogo dove le epoche si sono dilatate all’infinito, dove il tempo e lo spazio si sono trasformati in eternità – non è stato crudele lasciarci così poco?

Non morirà nessuno.

Ancora la voce di Kurogane mi trattiene su questa terra.

Non oggi.

Non oggi perché abbiamo troppe faccende lasciate in sospeso. Sospiro, ed ultimamente sospirare mi alleggerisce. Sento l’umidità penetrare nei polmoni e la paura uscirne strisciando.

Oh, arriva.

Il nostro tempo, arriva.

Non voglio che sia la Fine per noi. Non voglio morire ora. Non posso. Ma ogni passo è un passo più vicino alla battaglia ed un pensiero in più.

Non oggi, ha detto Kurogane.

È vero. Mi viene da sorridere. In questa battaglia starò dalla parte giusta. Starò davvero dalla parte di quelli che amo.

“Quando ci siamo visti per la prima volta –“ Comincia lui. “c’è sempre stata come elettricità tra di noi.”

“Lo sapevo.”

Silenzio.

“Quando ci siamo visti per la prima volta,” Dico io. “io non potevo essere sincero. Non volevo nemmeno essere sincero, per cui perdonami. Ma ora le cose sono cambiate e sono libero di scegliere.”

“Lo sapevo.” Risponde.

“Era l’ultima cosa da dire.”

“Ma non è nemmeno vero questo, sai. Io e te siamo stati scelti dal Destino.”

 

Strange how life makes sense in time now

Ora. Probabilmente sto per morire. E questo pensiero mi fa paura.
Non voglio morire ora che sono amato così tanto. Per un momento guardo la mia vita in retrospettiva, quella serie di paesaggi innevati e congregati sotto una cupola di cristallo – vedo: le persone che mi hanno voluto bene e che sono scomparse, vedo l’odio, vedo le bugie, i rancori, i patti avventati, vedo il sangue e la Magia – rosso blu nero Kurogane, vedo le occasioni che ho sprecato, gli affetti che ho sprecato, il mio egoismo, la mia codardia, le mie fragilità, le mie forze, le mie rinunce, il mio premio.

Una linea tortuosa che non si è mai interrotta.

Solo ora che sono arrivato nel Santuario del Tempo riesco a trovarci un senso.

 

And it feels like I'm flying above you
Dream that I'm dying to find the truth
Seems like your trying to bring me down
Back down to earth

back down to earth

“Oi.”

“Eh?”

“Non distrarti.”

E con questo si conclude la nostra conversazione.

Mano che ancora mi stringe e che mi tiene ancorato alla terra. La sua mano vera, la sua mano umana, calda, forte, mi ricorda che sono ancora qui e non disperso in qualche punto del mio passato, e che possiedo ancora qualcosa per cui vale la pena di combattere. La sua mano è l’unico appiglio che mi collega alla realtà, l’unico strumento che mi riporta sulla superficie quando volo troppo in alto nei miei pensieri e scruto troppo a fondo nella mia testa, e finisco per distaccarmi da ogni cosa – ora lui sa di possedere questa capacità e la sfrutterà in pieno.

Mi trattiene…

su questa terra –

Oggi non morirà nessuno, ha detto.

 

Back down to earth

back down to earth

 

Arriva.

L’occhio membranoso di Fei Wang si apre sbattendo le sue palpebre di lacerazione spazio-temporale e ci guarda come mi guardava quel giorno lontano sul fondo della Valle. Momento della resa dei conti.

È arrivato.

Kurogane ora deve lasciare la mia mano.

E non ha bisogno di ripetermi che oggi, no, non morirà nessuno, non possiamo permettercelo.

­­­

***

No, mi correggo! È questa la canzone più bella dell’album… forse… non lo so… yeeeh, a Novembre andrò di nuovo a vedere gli Anathema, questa volta con domanda da groupie e curriculum alla mano. Ho deciso, mollo tutto e li seguo in sfiga e povertà (che tanto possiedo in abbondanza pure qui).

Non volevo pubblicare questo capitolo perché è il penultimo. Questa storia è davvero troppo breve. Sono abituata con Blu che è una cinquantina di capitoli… ho l’impressione di averla resa troppo sfocata. Che poi era l’intento, solo un breve scorcio, un breve abbaglio e il resto a voi, ma mi sembra un po’ eccessivamente frammentata. Ma che ne so… >.<

 

Grazie  harinezumi per la tua ennesima recensione ç_ç ti offro un muffin. Mi rendo conto che è brutto. Mi vengono sempre brutti ma sono molto buoni. Che è un po’ una lezione di vita, anche se hanno una forma strana tu devi cercare le gocce di cioccolato nel soffice impasto. Devo uscire dal tunnel di Gintama. Sono davvero contenta che la fic ti piaccia nella sua strana concezione *torna seria*. Perché a volte ho paura di esagerare col lirismo e finire troppo in alto °A°. poi non si capisce niente…

 

See you next time for the last!

Baci X* & buon Halloween.

   
 
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