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Autore: Strega_Mogana    14/11/2005    1 recensioni
La vita scombussolata di una testolina buffa molto particolare!
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Alternate Universe (AU), OOC | Avvertimenti: nessuno
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Porco cane ma quanto costano le carrozzine al giorno d’oggi?!?

Sto sfogliando la quarta rivista di accessori per neonati e non c’è una carrozzina decente che possa comprare senza accendere un mutuo in banca!

Io e le mie amiche ci siamo divise gli acquisti, Rei e Yuri si occupano del lettino, Ami e Rio del seggiolone, Matoko e Jun del seggiolino della macchina e io e Mamoru della carrozzina.

Nessuno mi aveva detto che le carrozzine costavano così tanto! Cosa sono fatte d’oro? E poi.. due ruote, tre ruote, con gli ammortizzatori, senza, con le maniglie che si girano, con la fodera in lana, in cotone… ma è una carrozzina o una macchina di lusso? C’è da diventare matti!

Mi metto le mani tra i capelli e sospiro… Mamoru mi ha detto di pensarci da sola perché lui non ne capisce nulla di accessori per neonati.

Ora capisco perché!!!

Predo i due cataloghi che mi interessano di più e mi alzo dalla scrivania… meglio se siamo in due a guardarle.

Mi avvicino all’ufficio di Mamoru, sento delle risate… anzi una risata stridula da oca giuliva, conosco quella risata.

Akyna Ohi, la ragazza che lavora alla contabilità del secondo piano.

Akyna chiamata anche Akyna cervello di burro… devo spiegare il perché?

Ma, soprattutto, cosa vuole da Mamoru?

Busso alla porta, lui mi invita ad entrare.

Akyna è nell’ufficio di Mamoru come avevo già capito, seduta sulla scrivania accanto a lui, gambe incrociate, minigonna di pelle nera che praticamente non esiste, camicetta bianca dove si vede chiaramente il reggiseno nero che ha sotto, capelli castani, lisci lasciati sciolti, lo sguardo famelico verso il mio uomo!

- Oh Usagi!- cinguetta innocentemente scuotendo la lunga chioma con una mano – Stavo giusto parlando a Mamoru di quanto siano incrementate le entrata da quando anche lui lavora qui.

Sì, certo io ci credo!

Ma per chi mi ha preso?

Resto immobile davanti alla porta, quella gonna è talmente corta che mi sorprende che Mamoru non ci abbia già visto le mutande… o peggio.. conoscendo quella donna non mi sorprenderei se non le portasse neppure al lavoro.

- Akyna… hai dimenticato un pezzo di gonna a casa?- le chiedo fissando quel pezzo di pelle nera che tenta, invano, di coprirle le grazie.

Ride… che oca  giuliva! Mi sorprende che sia diplomata in ragioneria… penavo che non sapesse neppure la tabellina dell’uno!

- Usagi è la nuova moda di quest’anno! Mi sorprende che tu non lo sappia, sei sempre molto attenta a quello che indossi.

- Questo non vuol dire indossare tutti gli stracci che compaiono sui giornali scadenti che leggi tu. E, comunque, io non devo usare quelle gonne per farmi notare.

Noto, con immenso piacere, che Akyna è arrossita.

Ti insegno io a mettere gli occhi sugli uomini delle altre!

- Avevi bisogno di me Usagi?- mi chiede Mamoru.

- Veramente sì… ma non è importante. Volevo un tuo parere su una questione. Se sei molto impegnato posso passare dopo.

- Beh Akyna mi stava mostrando i bilanci degli anni passati. 

Quel sorriso e quello sguardo furbo mi convincono proprio poco… sono gelosa è vero. Conosco bene il genere maschile e quando una bella donna gli sbatte le sue parti intime in faccia loro non voltano il capo dall’altra parte, neppure se sono fidanzati.

- Seduta sulla tua scrivania? – gli chiedo molto poco gentilmente.

Mamoru sussulta sentendo questo mio tono così duro.

- Cosa c’è Usagi?- fa Akyna con un sorriso cattivo – Temi nella concorrenza?

- L’unica che cosa che posso temere da parte tua Akyna,- dico senza togliere gli occhi di dosso a Mamoru – è che tu possa dimenticare come funziona la calcolatrice. Non temo le tue gonne invisibili e quel ridicolo seno finto.

Il sorriso scivola via dalla sua faccia.

Sono proprio arrabbiata, non con lei… ma con Mamoru che è lì che non fa nulla. Potrebbe dire a Akyna di levarsi dalla sua scrivania invece sembra del tutto normale che questa barbie stia semi nuda nel suo ufficio, mostrandogli la sua mercanzia più intima.

- Mamoru devo uscire…- dico dopo un po’- Jérome non c’è quindi lo dico a te. Mi predo il resto della giornata, finisco il lavoro a casa.

Non aspetto neppure la sua risposta, mi volto ed esco dal suo ufficio.

Butto alla rinfusa qualche cosa nella borsa e mi reco agli ascensori.

Mamoru mi aspetta in corridoio.

- Usagi cosa ti prende?

- Nulla,- rispondo apatica spingendo il bottone per chiamare l’ascensore – non avevi i bilanci da controllare con Akyna? – e non tento neppure di celare questa punta di gelosia nella mia voce.

- Perché ho come l’impressione che sei gelosa?- il suo tono è tanto dolce… potrei quasi lasciar perdere quella donna nel suo ufficio ma non ci riesco.

Sono testarda… che ci posso fare?

- Anche se lo fossi? – ribatto schiacciando ancora il bottone.

- Non dovresti… mi sembra di averti detto che le svampite non mi interessano.

- Sì, me l’hai detto… allora perché quella è seduta sulla tua scrivania con addosso una fascia per capelli al posto della gonna? – sbatto la mano sulla pulsantiera – Al diavolo l’ascensore! Predo le scale!

- Ma siamo al decimo piano!- tenta di fermarmi lui.

Sono furiosa.

- Lasciami stare Mamoru.. almeno per qualche ora… sono molto arrabbiata e vorrei andarmene prima che inizi ad urlare cose di cui poi potrei pentirmi amaramente.

- Non posso lasciarti andare così infuriata con me! Non ho neppure fatto caso alla sua gonna.

Sospiro tentando di fargli un sorriso comprensivo… so che non mi esce… questo non é un sorriso ma un ghigno.

- Mamoru non sono scema… e, dicendomi così, non fai altro che peggiorare la situazione.

Sbuffa contrariato e si passa una mano tra i capelli.

- Scusami…- mi dice dopo un po’ – è lei che si è seduta lì.

- Potevi farla scendere.

Non risponde… sa che ho ragione!

Gli uomini!

- Usagi…

- Non voglio più parlare! Lasciami andare.

Con uno strattone più forte libero il mio braccio e scendo giù le scale di corsa.

Sono sciocca vero? Sì, lo so ma voi cosa avreste fatto al mio posto? Sareste restate lì a guardare? No, meglio lasciarlo stare con un sacco di sensi di colpa… domani gli dirò che non sono più arrabbiata, che mi scuso per la mia gelosia e lui si scuserà per il suo compimento idiota e si farà pace.

 

   
 
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