Note dell’autore: Secondo capitolo dell’episodio “Natura Umana part.1”.
Stavolta la storia è composta solo da due capitoli, per il semplice fatto che
ho trovato diverse difficoltà nell’inserire Rose nella storia, spero comunque
che continuerete a leggere le mie storie. Buon divertimento
Capitolo 2
Lontani
Attorno a
lui il buio, il freddo, non sapeva dove si trovava, cosa c’era attorno a lui,
la paura dell’ignoto iniziava a prendere
possesso del suo cuore. Deglutì respirando lentamente, cercando di calmare i
suoi timori. Improvvisamente una sensazione di caldo accanto a lui, qualcosa,
qualcuno afferra la sua mano destra, abbassa lo sguardo per vedere una mano
stringere la sua, non capiva di chi era, avrebbe dovuto avere paura, ma invece
quella stretta gli stava trasmettendo sicurezza e amore.
“Tu non
sei solo, hai me.” Una voce dolce, melodiosa, piena di affetto per lui, alzò lo
sguardo incontrando il dolce sorriso di una ragazza bionda, ricambiò il sorriso
con naturalezza, come se non avesse fatto altro nella sua vita.
Si svegliò di colpo sentendo un peso sul petto, quel
sogno gli aveva lasciato una strana sensazione, si alzò e prese di corsa il suo
diario per appuntare quello che aveva visto, come faceva sempre, prima che i
sogni venissero sepolti in una parte della sua memoria.
Era seduta sul sedile nella stanza della console, sullo
schermo l’immagine del Dottore, del video con le istruzioni per Martha. Erano
passate diverse settimane, e lei ormai stava impazzendo a girare da sola in
quell’immensa navicella, era rimasta sola, senza il suo Dottore, non poteva
aiutarlo, stavolta doveva solo aspettare.
Tornerò da
te, come sempre.
La sua voce le riempiva la mente, non riusciva a non
pensarci, quanto desiderava essergli accanto, sostenerlo anche in quel momento.
I suoi pensieri furono interrotti quando sentì la porta
del Tardis aprirsi, scattò nella speranza di rivederlo, ma con sua grande
delusione c’era solo Martha, di nuovo.
“Ah sei tu.”disse rimettendosi seduta e sbuffando. Le
piaceva la compagnia di Martha, ma in quel momento avrebbe voluto rivedere il
suo Dottore.
“Mi dispiace.” Le disse avvicinandosi.
“Come stai?” chiese mettendosi seduta accanto.
“Potrebbe andare meglio.” Rispose con sincerità,
sbuffando ancora.
“Lui … come sta?” chiese, Martha non rispose subito, come
se non le voleva dirle qualcosa.
“Sta bene ... un po’ impacciato ... ma sta bene.” Disse
la ragazza senza guardarla negli occhi.
“Martha?” la richiamò capendo che qualcosa non andava.
“Se c’è qualcosa che non va, lo voglio sapere.” Disse con
insistenza, l’altra sbuffò.
“Ha conosciuto una tipa, l’infermiera Redfern
… passano molto tempo insieme.” Confessò alla fine, Rose deglutì con
difficoltà, in fondo se lo aspettava, non era stata tanto ingenua a pensare che
John non avrebbe potuto incontrare qualcuno e affezionarsi, ma doveva ammettere
che faceva molto male, sentirlo dire.
“Rose? Rose tutto bene?” sentì Martha chiederle toccandole
la spalla, la bionda scosse la testa e tornò a concentrarsi sull’amica.
“Qualche novità sulla Famiglia?” chiese distraendosi,
avvicinandosi allo schermo del computer.
“C’è stata una strana meteora ieri sera.” Le rispose
raggiungendola.
“Dov’è caduta?” chiese preoccupata.
“E’ questa la cosa strana, secondo la traiettoria, doveva
cadere poco lontana da qui. Quando sono andata a vedere non c’era niente.”
Spiegò con fervore.
“Niente di niente?” chiese conferma.
“Niente, credimi Rose era davvero vicina, deve essere
caduta per forza qui.” Spiegò ancora.
“Si ti credo, ma non possiamo fare molto. Se si trattava
della navicella di quegli alieni, sicuramente sarà camuffata, ma non potremmo
scoprirlo, non senza far notare il
Tardis.” Spiegò, provò un brivido sulla schiena rendendosi conto che aveva parlato
come avrebbe fatto il Dottore.
“Quindi che facciamo?” chiese
“Nulla, continuerai a fare molta attenzione, e ti prenderai cura del Dot …. Di John.” Si
corresse subito. Si fermò a guardare lo schermo, ancora l’immagine del Dottore.
Quanto avrebbe voluto averlo accanto a se.
“Rose, sicura di stare bene?” chiese ancora appoggiando
la mano sulla spalla. La bionda si voltò a guardarla senza rispondere, non
c’era bisogno di dire altro.
Passarono altri due giorni, senza che succedesse nulla,
senza che lei riuscisse a vedere il Dottore, Martha spesso arrivava e le faceva
compagnia, ma dopo come giusto tornava a occuparsi di John.
John e Joan si stavano riavviando verso la scuola,
avevano passato uno splendido pomeriggio a chiacchierare e conoscersi meglio. Per
un po’ aveva dimenticato gli orribili incubi che popolavano le sue notti. La
presenza di Joan lo aiutava ad affrontare le giornate, ma una parte di sé si
sentiva a disagio, come se stesse tradendo la fiducia di qualcuno, era strano
perché aveva dedicato la sua vita allo studio e all’educazione, e non
frequentava una donna da molto tempo.
“Posso farti una domanda John?” le sentì chiedere
timidamente.
“Certo.” Disse mentre si mettevano seduti su una
panchina, all’ombra di un pino, nel cortile della scuola.
“Nel tuo diario, parli spesso di una figura, non è
descritta in modo accurato, più che altro hai descritto il forte legame e i
sentimenti che il Dottore prova al cospetto di quest’essere.” Descrisse
abbassando lo sguardo.
“Sono solo delle storie.” La tranquillizzò lui,
appoggiando la mano su quelle di lei che conservavano gelosamente il diario.
“Questo lo so, ma perché non provi a descriverla.”
Suggerì la donna.
“Oh beh … non saprei.” Rispose imbarazzato. Difficilmente
ricordava i sogni dopo essersi svegliato, doveva concentrarsi molto, e non
sempre le cose che vedevano gli piacevano.
“Ti prego, sono solo curiosa.” Insistette la donna
sorridendogli.
“E … come se, in presenza di questa figura … tutto in
quei sogni, i viaggi le terribili creature, le avventure ... prendono un
senso.” disse iniziando a ricordarsi le sensazioni che provava in quei sogni.
“Come se per quest’avventuriero, la presenza di questa
compagna, aiuta a non cadere nella paura, e nella sua oscurità.” Continuò,
mentre nella sua mente iniziava a defilarsi un leggero ricordo di questa
misteriosa compagna.
“E’ una ragazza allora.” Disse con ironia la donna,
riportando John alla realtà.
“Come scusa?” chiese mandando via quei sogni.
“Quella presenza, hai detto che si tratta di una donna.”
Continuò lei.
“Davvero?” chiese confuso, la donna lo guardò
preoccupata.
“Sarà il caso di rientrare.” Disse l’uomo alzandosi e
cambiando discorso.
Per ingannare il tempo cercava di dormire, ma non ci
riusciva, l’immagine del Dottore con un'altra le lacerava il cuore, certo
sapeva che in realtà non era il Dottore ma solo John Smith, un semplice essere
umano, ma faceva pur sempre male. Martha non le aveva detto più niente, evitava
di parlargli, ma sicuramente le cose tra quei due erano davvero serie.
I suoi pensieri furono interrotti, quando sentì Martha
correre all’interno del Tardis, corse verso la sala della console, vedendo che
la ragazza cercava qualcosa all’interno delle tasche del Dottore.
“Martha, che succede?” chiese preoccupata la biondina.
“Sono qui, la famiglia è qui.” Disse mentre cercava
ancora.
“Come sta lui? John come sta?” chiese sempre più in
ansia.
“Sta bene … maledizione non lo trovo.” Si lamentò la
ragazza.
“Che cosa succede? Che stai cercando?” chiese senza
capire.
“Il cacciavite sonico, dove diavolo è?” chiese ancora.
“Il Dottore è tornato? Hai aperto l’orologio?” chiese sempre più preoccupata.
“No, abbiamo perso l’orologio, devo fargli tornare in
mente chi è!” disse fermandosi a guardare l’altra, Rose spalancò gli occhi
sorpresa.
“Che cosa? Cosa significa che hai perso l’orologio.”
Chiese ancora.
“Non lo so Rose, un attimo prima era lì, un attimo dopo
non c’era più, quel ch’è peggio e che John non ricorda neanche di averlo avuto
quel maledetto orologio.” Rispose in preda alla disperazione.
“Ok, adesso calmati. A cosa ti serve il cacciavite
sonico?” chiese ancora Rose.
“Lui fa dei sogni, dove ricorda alcune cose del suo
passato. Ho pensato che se vede il cacciavite sonico, magari ricorda chi è in
realtà.” Spiegò, Rose ci pensò un attimo, beh aveva ragione il Dottore era
ancora lì nascosto da qualche parte.
“Ok, tu vai a prendere John e portalo qui, io cercherò
l’orologio.” Disse Rose prendendo in mano la situazione.
“Cercare l’orologio? Ma non puoi, loro sanno chi sei, se
ti trovano, ti uccideranno. Il Dottore è stato chiaro tu, devi rimanere nel
Tardis.” Disse Martha, l’altra sbuffò.
“Ascoltami bene, se non troviamo quell’orologio, tutto il
mondo sarà in gravissimo pericolo.” Le disse prendendola per le spalle.
“Devo rischiare, per il Dottore.” Disse ancora con più
calma, pensando a tutte le volte che il Dottore le aveva salvato la vita,
rischiando di venire ucciso.
“Ok, allora ci rivediamo qui.” Disse Martha, rilassando i
muscoli, Rose trovò subito il cacciavite sonico nella tasca interna della
giacca.
“Adiamo a salvare il Dottore.” Disse consegnando il
cacciavite all’altra.
“Come hai fatto?” chiese sorpresa che l’abbia trovato
così presto.
“So dove cercare, dopo tutto questo tempo.” Disse come se
fosse normale.
Le due uscirono dal Tardis e si allontanarono
nell’oscurità del bosco, prendendo direzioni diverse.
Rose arrivò alla scuola subito dopo, si strinse nelle
spalle quando un brivido le percosse la schiena, quel posto le metteva i
brividi, era tutto buio e sembrava che non ci fosse più nessuno.
Entrò da una porta del retro cercando di fare più
silenzio possibile, guardandosi attorno si agirò per i vari corridoi della
scuola, finché in cima alle scale non vide un uomo corpulento prendere un
foglio da una bacheca, si nascose aspettando che si allontanasse, per poi
seguirlo facendo molta attenzione a non essere vista.
Lo vide entrare in una delle camere al piano di sopra e
si mise accanto alla porta in silenzio ad ascoltare.
“Sono andati alla festa annuale.” Disse l’uomo a qualcuno
all’interno della camera, corse a nascondersi in una camera in fondo al
corridoio, e li guardò mentre andavano via. Sembravano persone normali, oltre
all’uomo, c’era anche un ragazzo alto e magro dai capelli neri, accanto una
donna corpulenta. Aspettò che i tre uscissero dalla struttura e poi andò verso
la camera, ebbe un colpo al cuore quando vide che si trattava della stanza di
John Smith, quei tre cercavano il Dottore, non potevano che essere la Famiglia
di sangue, ma se loro stavano cercando in quella camera, vuol dire che sospettavano
qualcosa. Doveva sbrigarsi, non aveva tempo da perdere, doveva trovare
quell’orologio al più presto.
Fine
Note finali: Come già detto, stavolta la storia era composta solo da
due capitoli, ma presto metterò anche la seconda parte, voi continuate a
seguirmi.
Revisione
Settembre 2011
Vi ricordo la pagina Facebook: http://www.facebook.com/pages/KillerQueen86/161552900568131?sk=wall
Spazio recensioni:
Allora voglio ringraziare tutti quelli che stanno
seguendo e continuano a recensire le mie storie.
LittleAshes: Grazie, grazie per la recensione all’ultimo capitolo dell’episodio: “Impatto
Solare”, sono contentissima che ti sia piaciuta, e si anche io ho sempre voluto
vedere una scena come quella tra Rose e il Dottore.
_Eleuthera_: Sono stracontenta che le mie storie piacciono anche a te, e non
preoccuparti io accetto volentieri le critiche costruttive e intelligenti come
quella fatta da te. Purtroppo, ho sempre saputo di essere una vera frana in
italiano e nel trasportare su carta (o computer) le mie idee, ma ho deciso di
pubblicare le mie storie nonostante gli errori, per il semplice fatto che
scrivere ff mi aiuta a migliorare, quindi cercherò di
fare tesoro dei tuoi preziosi consigli sperando di migliorare.
Spikina: Grazie 1000 anche a te per aver recensito, mi piace sapere cosa le persone
pensano delle mie storie, e sono contenta che anche tu le apprezzi. Come te,
anche a me sarebbe piaciuto vedere Rose anche nella terza stagione, anche
se ammetto che grazie alla sua
lontananza abbiamo potuto conoscere il lato oscuro di Ten. Spero vivamente che
anche questo capitolo ti piaccia, a presto non vedo l’ora di sapere cosa ne pensi.